Amore o Amicizia

CAPITOLO III:

RIVALI

/ Don’t let me be misunderstood – Santa Esmeralda /
Le lezioni del primo giorno di scuola di Andry erano appena finite, le ore erano passate lentamente per tutti tranne che per Anthony il quale pregava che il tempo di lasciare momentaneamente la sua innamorata non arrivasse mai.
Il nuovo arrivato aveva avuto più che successo fra gli studenti e nonostante lui cercasse di sfuggire a tutti quanti per essere lasciato in pace, finiva sempre al centro dell’attenzione sommerso da mille domande su di lui, la sua vita, i suoi gusti e quant’altro … del resto un giovane così bello che era un talento nel pugilato non lo si poteva lasciar andare così!
Tuttavia non aveva potuto lamentarsi molto, a salvarlo era sempre arrivato il nuovo amico, l’unico che sembrava sarebbe veramente diventato tale: Anthony, un mago nel fuggire dalla folla e nascondersi per respirare in santa pace da solo.
Non si poteva capire come mai il ragazzo dai capelli mossi e lunghi si impegnava tanto per trarlo in salvo invece che lasciarlo perdere e stare con Nicole, tuttavia lo faceva e lo faceva come faceva qualunque altra cosa: perché gli andava, senza troppi ragionamenti e motivi specifici!
Nicole stessa si stupiva di quel fatto, da che conosceva Anthony, ed era da molto, non aveva mai ritenuto nessuno a parte lei degno dei suoi aiuti e servigi, aveva sempre evitato certi contatti nonostante si facesse volentieri coinvolgere nelle entusiastiche persone che volevano stare con lui ed imitarlo.
Sostanzialmente si divertiva a farsi inseguire dalle persone che volevano parlargli o stare con lui perché era la moda, era molto popolare e ricercato per diversi motivi, ma trovava sempre il momento di scappare da tutti per stare solo con lei e riposarsi, non sprecava mai quei momenti per salvare qualcun altro. Il fatto che ora lo facesse poteva indicare solo che Andry era veramente molto interessante tanto che Anthony lo voleva come amico!
Questo fatto di per sé era assolutamente sconcertante … valeva la pena capire cosa avesse di speciale e di diverso quel nuovo arrivato!
Fu per questo che quando al termine delle lezioni quest’ultimo le chiese se poteva parlarle, lei non lo evitò per partito preso come faceva con ogni creatura esistente, bensì lo lasciò fare.
Così eccoli lì insieme a camminare verso casa, a pochi isolati dalla scuola.
- Questo è l’unico momento in cui potrai parlarmi in santa pace senza essere stressato da quel rompipalle! –
Sentenziò lei sbrigativa di natura riferendosi all’amico d’infanzia che erano riusciti a seminare.
Andry inghiottì facendosi coraggio. Nella sua mente si chiedeva come mai lei non sopportasse quel simpatico ma rumoroso ragazzo che l’aveva aiutato per tutta la giornata, tuttavia a farsi spazio fu la domanda ben più importante:
Come glielo dico?”
Dopo un breve attimo di riflessione in cui la sua bell’espressione rimase cupa e tenebrosa come di norma, si decise semplicemente di dirglielo così come l’aveva appreso poche ore fa. Il destino era stato generoso con lui dandogli tutte quelle possibilità in così poco tempo, non si doveva sprecarlo ancora o non sarebbero arrivate altre opportunità.
Lui era uno che ragionava in questo modo, per la serie: ‘chi ha tempo non aspetti tempo’.
In un certo senso aveva anche ragione ma a volte risultava troppo precipitoso. Spesso bisognava riflettere meglio sui propri istinti, anzi, il più delle volte.
- Tu mi piaci molto … -
Gli occhi verdi truccati pesantemente di nero di Nicole si spalancarono improvvisamente facendole mettere male un piede e quasi cadere come una pera matura, se rimase in piedi fu un miracolo, probabilmente. Le ci volle un po’ per capire se fosse serio o meno, solo guardandolo dritto negli occhi, quei bei occhi chiari e penetranti per cui già molte ragazze si erano infatuate.
- Ma sei serio? – In effetti la sua espressione era più che seria, tuttavia che poteva saperne lei se lui, in qualità di alieno, scherzava facendo quella faccia tetra da oltretomba?
Andry non demorse e riprese mantenendo espressione e tono:
- Si. Da ieri quando ci siamo incontrati fino ad oggi non ho mai avuto dubbi. –
Vuota. Ecco come si presentava la mente di Nicole a quel punto.
Vuota e nera come una lavagna. Anche dura come la sua superficie, in effetti …
- Ma … come fai? Cioè … che cazzo ti piace di me? In così poco tempo poi … - Tentò di capire meglio cosa gli passasse per la testa, non era ancora convinta, per lei continuava ad essere inspiegabile e sospetto ogni cosa che lui dicesse o facesse … ma questo lo faceva con ogni essere umano. Solo su Anthony ormai era rassegnata e sapeva che non era mai serio!
Era il suo modo di fare, pensare ed essere, una questione di carattere. Pensava che nessuno in realtà fosse veramente normale ed anzi che la normalità non esisteva. Soprattutto però pensava che tutti fossero superficiali e quindi odiabili. Infine la sua convinzione più grande era rappresentata dal fatto che nessuno, ma proprio nessuno, poteva veramente innamorarsi di lei … lei faceva paura, non poteva essere oggetto d’amore per nessuno!
- Tutto. –
Tuttavia Andry continuava ad essere di poche parole così capendo che non avrebbe cavato un ragno dal buco, la ragazza dai capelli di tre colori e sistemati in quel modo strano, sospirò rassegnata. Uno così non poteva essere che un alieno!
- Tu non mi piaci, non ti conosco ancora … - Pensando di averlo sistemato e di poter tornare alla sua vita solitaria ed emarginata, riprese a camminare con passo spedito sperando di lasciarlo indietro.
Ma che diavolo è che piace tanto ad Anthony di questo tipo? È fuori di testa. Non può innamorarsi di qualcuno dopo solo quattro insulti messi in croce! È certamente un svalvolato!”
Su queste considerazioni non si rese conto di essere ancora seguita, fece un salto notevole quando lui le parlò di nuovo da vicino con la sua vociona profonda:
- E’ solo una questione di conoscenza? Allora dammi del tempo, conosciamoci e poi valuterai … -
- Mapporc … - Ringhiò seccata con una mano sul cuore che accelerava per lo spavento. Dopo un paio di minuti in cui cercava di riprendersi e di capire il senso di quelle parole, senza un buon successo decise che la sua pazienza era esaurita così alzando un dito medio davanti ai suoi occhi, borbottò:
- Fa come ti pare! – Per poi girare nella sua via con una certa felicità per essere giunta alla base ancora integra, circa, anche se ampiamente scocciata!
Lo sguardo che l’accompagnò fino al suo palazzo fu molto deciso e determinato, non avrebbe fallito: si era messo in testa una cosa e così sarebbe stato!
Magari quell’anthony può darmi qualche dritta su di lei, si conoscono bene!”
Questo fu il suo ultimo pensiero prima di avviarsi a sua volta verso casa, poco più in su di quella di Nicole.
Una cosa era certa: di normale, lì, non c’era niente e nessuno!
Porca merda … proprio i due più popolari del quartiere dovevano fissarsi su di me? Che cazzo ho fatto di male! Uffa!”
Questo invece fu il pensiero spazientito di Nicole …


/ The bitter end – Placebo /
- Ma guarda chi si vede! –
La voce allegra e divertita di Anthony attirò subito l’attenzione di Andry appena entrato nella palestra dove diversi ragazzi si stavano allenando per la boxe. Quando vide il volto noto sentì un certo sollievo dentro di sé che imputò al fatto che non solo conosceva Anthony ma che era l’unico ad aiutarlo sempre quando la gente cominciava a stressarlo e innervosirlo.
Almeno così se ho bisogno di fuggire, lui mi darà una mano!”
Pensò semplicemente il moro senza fare alcun cenno, si limitò a ricambiare il suo sguardo entusiasta con uno solito e contenuto, nemmeno l’ombra di un sorriso. Anthony che era in tenuta da pugile con dei comodi pantaloncini corti e per il resto a torso nudo, dava sfoggio del suo bel fisico atletico, della sua abbronzatura, di qualche vecchia cicatrice dovuta alle sue scorribande di bambino iper attivo e dei suoi capelli mossi legati in una coda bassa dove due ciuffi si arricciavano a lato del viso deciso e sereno. Aveva appena cominciato il suo allenamento giornaliero e come sempre al centro dell’attenzione si destreggiava perfettamente a suo agio fra le richieste di fargli da spalla che venivano dagli altri ragazzi presenti. Appena questi lo videro, immediatamente i volti mostrarono la sorpresa e la contentezza nel riconoscere in Andry il giovane talento di pugilato della regione.
- Tu sei Andry Knock! –
Ma che bene, non devo nemmeno presentarmi!”
Pensò il moro con ironia senza mostrarsi eccessivamente seccato. Nessuno poteva vantarsi di averlo mai visto con espressioni diverse da quella seria e cupa, nemmeno in quel momento.
- Verrai qui? – Prese entusiasta la parola Anthony appoggiandosi alle corde che delimitavano il ring rialzato dove stava.
- Mi hanno indicato questa come migliore palestra della città … - Si decise finalmente a parlare conscio che almeno con lui poteva provare a far fuoriuscire due parole di fila al posto del suo solito silenzio.
- Certo, ci sono io! – Sentenziò ridacchiando l’egocentrico compagno. In realtà era proprio così, aveva la fama di miglior palestra solo perché veniva più o meno regolarmente ad allenarsi, tuttavia se le cose se le diceva da solo, non potevano avere lo stesso effetto, tanto meno essere preso sul serio.
Era questo il suo problema … Andry non lo prese sul serio riguardo alla cotta che diceva di avere per Nicole, per il semplice fatto che era uno che scherzava sempre. Uno che sbandierava ogni secondo i propri sentimenti era solo per passare il tempo e combattere la noia, per finire al centro dell’attenzione in qualche modo, per giocare, insomma … non certo perché diceva realmente.
Nessuno poteva dire seriamente al mondo intero quel che lo riguardava nell’intimo. Lui l’aveva fatto solo con la persona interessata senza perdere tempo, ma non si sarebbe mai sognato di mettere i manifesti in giro.
Secondo il suo parere, dunque, tutti ragionavano come lui!
- Cambiati che poi mi fai da partner, voglio vedere a che punto sei … non mi interessano le voci! – La richiesta di Anthony che non sembrava tanto richiesta ma più un ordine, giunse a stuzzicare e incuriosire morbosamente tutti i presenti: sarebbe stato da divertirsi. L’interessato, al contrario, ne fu colpito e lo realizzò quando senza rispondere andò semplicemente a cambiarsi.
L’aveva colpito il fatto che non si fidasse delle voci e che volesse provare sulla sua pelle il suo livello. Era un gran rischio perché se le voci su di lui erano vere allora poteva ridurlo in poltiglia … invece non solo non dava credito a nulla ma aveva anche un alta considerazione di sé stesso.
Che fosse bravo anche lui?
Un sorrisino sbieco si dipinse sulle sue labbra ben disegnate, fu una specie di lampo di sadismo misto a divertimento.
Una luce.
Mi piace … “
Si disse istintivamente.
Tuttavia rimase una realizzazione veloce, lui aveva già degli obiettivi e doveva concentrarsi su quelli … il resto se lo concedeva ma doveva sempre rimanere di margine. Ogni suo pensiero ed energia erano sempre fissi su ciò che voleva veramente: Nicole e far del pugilato la sua professione per poter guadagnare soldi e vivere con esso.
Nel frattempo, nella sala degli allenamenti ancora sopra al ring Anthony si scaldava mantenendo la sua tipica espressione da ragazzo felice, era come se per lui ci fosse sempre un motivo per essere contento e come facesse era un mistero. Al momento conversava con alcuni compagni – seguaci – tirando pugni all’aria di una certa velocità:
- Se dessi ascolto a tutte le voci che si sentono allora non avrei speranze con Nicole, invece non è affatto così. È vitale per me non dare mai ascolto alle voci altrimenti soccombo sotto la mia disperazione … non mollerò mai! –
- Ma lui è veramente forte per essere un diciottenne … non l’hai mai visto gareggiare? –
- No, se devo essere sincero la boxe non mi interessa al punto di sorbirmi ogni incontro esistente! Ne ho sentito parlare ma chi può dirmi se sia veramente così forte? –
- Nessuno se tu credi solo a te stesso! –
L’intervento di Andry arrivò a stupire un po’ tutti. Si voltarono per guardarlo salire silenziosamente composto sul ring e cominciando a correre sul posto per scaldarsi anche lui, cominciò con veloci esercizi per non strapparsi i muscoli nel breve combattimento di allenamento. Fu lì che anche gli altri approfittarono per parlare con lui desiderosi di conoscerlo meglio e chissà, magari diventargli anche amici.
- Ti sei trasferito da poco? –
Un mugugno in risposta parve più che sufficiente per Andry che continuando a muoversi, non rivolse nemmeno uno sguardo ad altri che non fossero il suo nuovo avversario. Questo si compiacque immediatamente di quel che stava accadendo, gli gustava parecchio essere al SUO centro.
- Abiti da solo? – Continuarono sperando di ottenere qualcosa di più di qualche suono con la gola. Fu vano. Il mugugno continuò come anche il suo disinteresse. Provarono con un paio di altre domande senza successo, solo quando Anthony gli chiese a sua volta:
- Spero non te la prendi se non mi fido della tua fama … non è una cosa personale, tu mi piaci ma voglio avere un idea precisa di te. –
E finalmente Andry tornò a parlare con la sua voce bassa e penetrante:
- Non ho problemi. Quindi conosci tutti quelli del quartiere? – Chiese interessandosi a quella strana creatura, tutti rimasero stupiti di quello: Andry conversava solo con Anthony, come se ritenesse solo lui degno della sua preziosa attenzione!
- Si, perché tutti conoscono me dunque devo sapere anche io chi mi conosce, devo farmi una mia idea su tutti questi. Chi non è interessato a me non interessa a me e viceversa. Dipende da cosa vogliono da me le persone. – Era un discorso intrigante, tutto sommato.
- E’ una sorta di ‘occhio per occhio, dente per dente’. –
Rispose quindi Andry facendosi scrocchiare il collo.
- Esatto! – Fece quindi l’altro illuminandosi contento di essere stato capito da qualcuno.
- Quindi se qualcuno ti ama tu lo ami per forza? –
Quando disse questo erano entrambi pronti per iniziare e le attenzioni di tutti i presenti erano catapultate sei due, tutti posti intorno al ring. Il moro ed il castano-rosso si guardarono ognuno con la propria espressione naturale – uno serio e tenebroso e l’altro sorridente e divertito – infine quest’ultimo disse portandosi in posizione d’inizio:
- Non lo so, non mi è mai capitato … - Questo colpì tutti ma soprattutto l’avversario che con un brevissimo gesto d’alzata di sopracciglia, incredulo, rispose mettendosi anch’esso in posizione:
- No? Sei molto apprezzato … -
- Ma non amato. –
- Che tu sappia … - Lo corresse senza inclinazioni Andry, tornando distaccato anche se interiormente interessato a lui ed alla conversazione.
- Certo, che io sappia … - Ripeté l’altro accentuando il sorriso che si fece più obliquo.
Quando si diede il via i due cominciarono a muoversi come di rito con piccoli saltelli senza stare mai fermi e mentre i muscoli delle gambe cominciavano a guizzare in modo svelto e pronto, le espressioni si fecero determinate e concentrate … anche se su uno dei due il sorrisino continuava ad aleggiare.
Si guardavano negli occhi senza spostare lo sguardo l’uno dall’altro, cercando di leggere in quelle iridi di colore diverso le prossime mosse, immaginando il momento migliore di colpire, ripetendosi che uno lo faceva per conoscere meglio l’altro, mentre questo semplicemente perché voleva essere un pugile.
- Nicole … la conosci da molto? – Chiese quindi Andry dimenticandosi la gente intorno, sentendo e vedendo unicamente Anthony davanti a sé.
- Certo, siamo cresciuti insieme! – Rispose subito l’altro con quella di mettere le cose in chiaro riguardo lei. Non capì subito dove voleva andare a parare quindi attese di essere attaccato, in fondo era uno da difesa: gli veniva naturale, aveva dei riflessi ed una velocità di schivo unici, colpirlo era quasi impossibile.
Però nessuno si sarebbe mai spiegato come mai Andry parlava unicamente con lui e non con altri. Qualcosa che rimase un mistero a lungo, per molti …
- Che tipo di ragazzi le piacciono? – Chiese quindi il moro partendo con un pugno veloce che fu istintivamente evitato dall’avversario, rimasto di gran lunga stupito. Questi incrinò l’espressione del viso corrucciando le sopracciglia. Cosa significava?
- Io! – Sbruffone però non riusciva a non esserlo perfino in certe situazioni …
- Non scherzare! – Rispose freddo con un altro diretto sinistro, anch’esso evitato.
- Sono serio! –
- Lei ti rifiuta, non lo vedi? – Bè, il coraggio non gli mancava …
- Scherza … - Sicuro.
- O scherzi tu? – Insinuante.
I toni da amichevoli e pacifici che erano all’inizio cominciarono a diventare sempre più bruschi ed accattivanti, sempre più seri, come se potessero diventare minacciosi e pericolosi continuando su quella linea. Le espressioni dei due cominciarono a trasformarsi lentamente diventando sempre più tendenti al feroce e mentre la luce nei loro occhi diventava quella di due nemici, lì in quel momento, mentre uno tirava colpi e l’altro li schivava abilmente, si resero conto di una cosa.
Non erano amici e non sarebbero potuto diventarlo.
Una cosa era certa, nessuno dei due aveva paura o esitava. Non sarebbe mai successo.
Entrambi estremamente sicuri di loro stessi, non avrebbero mai ceduto per nessun motivo al mondo.
Erano rivali? Nemici?
Bene, non faceva molta differenza. Sarebbero andati avanti per la propria strada … scontrandosi invece che facendo gli amici.
Ma potevano esserne veramente sicuri?
Il ritmo partì con quello, un ritmo che crebbe visibilmente, da lento a veloce e incalzante, sempre di più finché entrambi cominciarono a fare più che sul serio, finché il riscaldamento non fu terminato e la voglia di colpirsi seriamente non si fece strada in loro.
A togliere definitivamente la sicura di Anthony arrivò la frase di Andry, l’unico che, tutti lo capirono in quel momento, sarebbe riuscito a farlo fare sul serio sia nella vita di tutti i giorni che nella boxe. L’unico.
Era arrivata la persona giusta, Andry, indirettamente e involontariamente, l’avrebbe trasformato in un campione.
- Mi sono dichiarato a lei, ci siamo dati del tempo per conoscerci meglio; penso che ci frequenteremo, quindi … - Si sospese il moro facendo uno strano sorrisino ambiguo che stupì gli spettatori e tenne sulle corde l’interlocutore: - … ma mi è sembrato praticamente un ‘si’! – L’espressione che balenò sul viso non più sereno e divertito del ragazzo dai quasi disfatti capelli mossi, divenne sempre più irosa. Fu un lampo e all’altro bastò per approfittarne. O per lo meno tentò.
Fu tutto molto veloce. Subito dopo la frase, il moro tirò un altro pugno al castano-rosso convinto di colpirlo e metterlo subito al KO, tuttavia con sommo stupore di tutti, specie del tiratore, il ragazzo deviò il colpo inferendone uno all’avversario, il suo primo diretto destro potente che andò dritto dritto sul viso del rivale.
Calò il silenzio immediato e sembrò come se il tempo si sospendesse.
Aspettative?
Forse che nessuno si aspettasse di veder il grande talento del pugilato giovanile venir colpito a quel modo da uno che in vita sua non aveva mai fatto nulla sul serio ma solo per passatempo?
Forse che fosse questo?
O magari fu palpabile l’ira di Anthony e l’incredulità di Andry?
Due che da amici si erano trasformati in nemici in un tempo così breve da far credere ai presenti di essersi persi un passaggio.
In realtà non sarebbe finita così velocemente, il colpo c’era stato e il giovane promettente era finito a terra tenendosi l’occhio nonostante il caschetto imbottito per la loro categoria, ma non era stato nulla da KO, tanto meno da non farlo rialzare e rimettersi in gara. Però non lo fece, Andry rimase lì e continuò a fissarsi in cagnesco, con uno stupore di fondo nei suoi occhi chiari, con Anthony che lo fissava malamente in piedi davanti a lui, ansimante per la rabbia, ancora coi muscoli tirati ed i pugni serrati nei guantoni sulle mani.
Come se loro stessi non ci stessero credendo.
A porre fine allo scontro non fu né Andry né nessun’altro, ma solo il ragazzo che aveva inferto quel colpo decisamente forte ed inatteso.
- Provaci a prendermela e ti riduco in uno stato irriconoscibile perfino per tua madre! –
Per un momento credettero che continuarono andando ancora alle mani fino ad esagerare e doverli fermare, ma il momento successivo si videro a ricredersi … e se invece il moro non avrebbe detto più nulla? Se ne fosse andato o cose simili? Invece no. Lui parlò e lo fece come se si fosse impossessato dell’identità sbruffona dell’avversario infuriato:
- Non mi riconoscerebbe comunque! –
Al che l’unica cosa che venne in mente ad Anthony fu un forte:
- Vaffanculo! –
Ringhiato mentre col fuoco nello sguardo si girava scendendo dal ring, togliendosi caschetto e guantoni e scaraventandoli in un angolo ed uscendo dalla palestra di corsa così com’era, mettendosi quindi a correre come un forsennato per sfogarsi.
Il silenzio rimase per il resto delle ore d’allenamento e nessuno osò dire mezza parola.
Una cosa simile non l’avevano mai vista per Anthony, soprattutto che questo riuscisse a colpire il popolare campione di boxe!
Sarebbero stati giorni interessanti …