Gli Ostacoli Del Cuore

GLI OSTACOLI DEL CUORE

(Ligabue & Elisa)


C'è un principio di magia
fra gli ostacoli del cuore
mi si attacca volentieri
fra una sera che non muore
è una notte da scartare
come un pacco di Natale
C'è un principio di ironia
nel tenere coccolati
i pensieri più segreti
e trovarli già svelati
e a parlare ero io
sono io che li ho prestati
Rit. Quante cose che non sai di me
quante cose che non puoi sapere
quante cose da portare nel viaggio insieme
C'è un principio di allegria
fra gli ostacoli del cuore
che mi voglio meritare
anche mentre guardo il mare
mentre lascio naufragare un ridicolo pensiero
Rit. Quante cose che non sai di me
quante cose che non puoi sapere
quante cose da portare nel viaggio insieme
Quante cose che non sai di me
quante cose devi meritare
quante cose da buttare nel viaggio insieme
C'è un principio di energia
che mi spinge a dondolare
fra il mio dire ed il mio fare
e sentire fa rumore
fa rumore camminare
fra gli ostacoli del cuore
Rit. Quante cose che non sai di me
quante cose che non puoi sapere
quante cose da portare nel viaggio insieme
Quante cose che non sai di me
quante cose che non puoi sapere
quante cose da buttare nel viaggio insieme



*In questo primo capitolo c’è Never enough di Eminem adattata e sistemata per Vegeta. *

CAPITOLO I:
MAI ABBASTANZA

/Già…non importa a quante battaglie ho partecipato ed ho vinto. Non sono mai abbastanza/

”Non ci sono molte cose che qualcuno possa fare o dire per interessarmi, la gente crede che sia pazzo, me lo sento dire in ogni posto in cui vado. A volte in passato dovevano intervenire i miei compagni per fermarmi e farmi ragionare prima che facessi cose di cui mi sarei pentito, che avrebbero messo in pericolo il mio piano di vendetta, ora le cose sono cambiate di poco…anche se non ho più compagni ed il mio unico piano è quello di battere Kaaroth; me ne frego di quello che potrebbero pensare le altre persone se lo uccidessi, cosa farebbe il mondo senza il suo eroe, la sua famiglia, i suoi amici...non me ne importa! Se sapessero le mie reali intenzioni tutti loro, probabilmente, non saprebbero più come considerarmi e cosa fare con me. Voglio battere quell’impostore, ucciderlo e poi riprendermi il mio posto nella galassia, quel che mi merito. Sto qua con questi perdenti solo perché mi fanno comodo, è l’unico modo per raggiungere il livello che voglio. Non m’importa di questo nemico che arriverà per distruggere la Terra, è la stessa cosa che volevo fare io solo poco tempo prima, non ho intenzione di difenderla, ora. Il mio obiettivo è sempre e solo lui.
Metto le mie capacità alla prova prima che mi rammollisca ancor di più, ma forse lo faccio in maniera troppo irruente, potrei ottenere l’effetto opposto ma devo rischiare. Credo che chi mi guarda combattere al mio massimo non riesca a stare dietro ai miei movimenti, la cosa mi sta bene perché nella mia velocità ci sono un sacco di mosse che quegli stupidi non vedranno mai. È questo che esalta la mia forza.
Sembra che vada troppo veloce per ogni cosa, ma lo faccio perché la mia mente corre all’impazzata e non me ne frega in quale categoria mi mettono quando sarò morto e sepolto, l’importante è che finirò fra i più grandi!
Quando starò alle porte dell’aldilà starò bene affianco a mio padre, il grande re dei Sayan. Che non si pensi che non gli sia grato, capisco che il talento che ho è nel sangue che mi ha trasmesso, ma sono anche consapevole che è grazie alla mia capacità di renderlo al massimo, se sono un grande guerriero…e diventerò anche io il leggendario Super Sayan, lo supererò in ogni modo, non mi importa il prezzo da pagare, se per questo dovrò correre troppo in fretta, ingannare chi mi sta ora intorno e farmi chiamare ancora pazzo, importa solo riuscire a vendicarmi di quell’essere inferiore!
Sarà strano ma sono grato anche a Freezer per avermi tirato su in quel modo, per avermi fatto passare tutto quello che ho passato…gli sono grato perché grazie ad ogni lotta che ho dovuto affrontare a causa sua, io sono l’uomo di ora incurante di ciò che credono tutte le persone che mi odiano, e sono tante.
Kaaroth non può fregarmi o fermarmi, non può spogliarmi della mia credibilità come sayan, come principe dei sayan. Trattandomi da amico e lasciandomi vivo fra i suoi compagni si sta solo procurando un cattivo risveglio, perché prima o poi tutti quelli che mi odiano dovranno affrontarmi faccia a faccia e, quando mi fronteggeranno, useranno contro di me tutto lo schifo che non mi hanno ancora rivolto. Questi idioti mi sopportano per loro convenienza ma non ce n’è uno che non pensi male di me, che non voglia uccidermi e mandarmi via…non c’è uno di questi che vorrebbe essere al mio posto poiché troppo deboli anche solo per tirarmi un pugno! Fanno ridere, sono solo delle mosche che vivono all’ombra dell’unico che vale qualcosa. Senza Kaaroth, questo posto sarebbe cancellato e distrutto e loro non esisterebbero. Fanno pena!
Appena avrò finito con lui, questi scapperanno come delle femminucce, non proveranno nemmeno ad affrontarmi e lui stesso non mi eviterà in eterno. Pazientemente aspetto il giorno nel quale finalmente ci affronteremo seriamente per vedere chi di noi è il migliore. Tu sconfiggi pure tutti i nemici che vuoi, salva i pianeti che desideri, sii l’eroe più grande di tutti i tempi…io mi preoccuperò solo di diventare il guerriero più grande!
Non importa a quante battaglie ho partecipato ed ho vinto. Non importa quanti mi sono addosso. Non importa quanti rivali che volevano farmi fuori ho divorato. Non è mai abbastanza e forse lo sarà solo quando sconfiggerò lui, Kaaroth.
La mia potenza è intoccabile, mi affronterà. Però tutto peggiora quando torno alle basi e mi rendo conto che lui è un Super Sayan ed io no.
Amo così tanto il profumo della vittoria, che posso assaporarlo quando penso a lui.
Se lui è il mio obiettivo, lo raggiungerò presto, il suo parlar di pace lo metterà da parte, lo sorpasserò, lo sopravvalutano.
Sono obbligato a studiare le sue mosse e poi schiacciare tutti i buoni a nulla che mi si frappongono sul mio cammino.
Se sono il migliore o il peggiore allora il dono di colui che mi ha creato è una maledizione, però sono solo un soldato addestrato a distruggere, se sono così veloce è perché devo riuscire a stare avanti a tutti, so solo battermi ed uccidere, so solo pensare ad essere il migliore. È l’unica cosa che so.
Per me combattere è una droga, non riesco a farne a meno. Una volta qualcuno mi disse che si combatte in molti modi, io non capii, pensavo fino ad ora che esistesse solo un modo per combattere, ovvero con la forza ed i poteri. Ma adesso comincio a capire…penso di aver combattuto più con la mia personalità ed il mio ‘io’ interiore, che con il fisico. Per rimanere sempre padrone di me stesso e non trovarmi ad essere un robot come tutti gli altri che sono stati sottoposti a Freezer. Non è stato facile ma se ora posso dire di essere Vegeta è solo merito mio, del mio orgoglio che mi ha impedito di mollare.
Già…non importa a quante battaglie ho partecipato ed ho vinto. Non sono mai abbastanza.
Quindi nessun sayan di second’ordine potrà prendere il mio posto nell’universo.
Farò di tutto per continuare a rimanere me stesso.
Vegeta, il principe dei Sayan, il guerriero più forte di tutta la galassia!”

Era quello l’unico pensiero in grado di farlo andare avanti. Aveva passato un intera vita a credere a certi ideali e valori, a vivere per vincere e non soccombere, ottenere quel che voleva con ogni mezzo. Aveva dovuto credere che lui avesse uno scopo, che Freezer non l’aveva ucciso perché era il più forte della sua razza, perché valeva veramente. Aveva convinto sé stesso che passo dopo passo, battaglia dopo battaglia, avrebbe vinto quella per lui più importante, quella che gli avrebbe valso la libertà…e quando poi qualcun altro l’aveva vinta per lui facendogli capire che lui non era all’altezza come aveva sempre dovuto credere, era andato nel panico. Quando poi a questo si era aggiunto il fatto che questo qualcuno era un essere creduto inferiore da suo padre, bè, per lui era stato troppo. L’unica cosa in cui aveva creduto e l’aveva tenuto in vita, sé stesso e la sua forza, si era rivelata una menzogna e non era riuscito ad attuare l’unico reale piano che si era prefitto dall’inizio della sua schiavitù.
Per uno come Vegeta subire tutti quegli affronti (essere prima sottoposto di Freezer, non riuscire poi a vendicarsi e liberarsi da solo ma con l’aiuto di colui che l’aveva precedentemente sconfitto e che DOVEVA essere a lui inferiore come forza, rinunciare a tutti i suoi piani, essere salvato ed aiutato dalla persona ora più odiata), era stato terribile, solo l’idea di aver passato tutto quello e di dover convivere con questi vissuti gli bruciava le cellule del cervello che gli permettevano di ragionare.
Per questo ormai l’unica cosa che riusciva a fare era allenarsi. Era l’unico pensiero che ora, dopo tutto quello che aveva passato, lo teneva in vita e gli permetteva di andare avanti e rimanere sé stesso. Sconfiggere Kaaroth, a costo di ucciderlo, a costo di togliere all’universo il suo eroe. A costo di rinunciare a vivere una vita normale. Per lui la vita sarebbe cominciata quando sarebbe diventato Super Sayan e avrebbe messo a posto quell’essere ignobile.
Nato e cresciuto per combattere costantemente come un soldato, per uccidere, cercare e distruggere, per arrivare sempre sopra agli altri, essere il migliore ed il più forte, essere una creatura malvagia senza pietà e sentimenti. Vegeta senza tutto questo si sarebbe sentito vuoto e privo di senso e a suo parere c’era solo una persona, ancora in vita, che gli sottraeva tutto questo. Kaaroth, conosciuto sulla Terra come Goku.
Ce l’avrebbe fatta o non sarebbe stato degno di vivere ancora.

A metà della storia era questo Vegeta. Né più né meno. Una creatura presa a metà fra il bene e il male, senza arte né parte, senza un luogo d’appartenenza ed una ragione di vita se non sconfiggere l’unico essere che lentamente gli aveva preso il posto.
Chissà se per la fine qualcosa sarebbe cambiato, se il suo cuore avrebbe trovato la pace e gli avrebbe permesso un esistenza serena.
Fu proprio in quel momento che alla porta della capsula dove lui si allenava, entrò Bulma senza bussare o annunciarsi.