* Vi presento una fanfic su HP, la prima che ho scritto, col pov di Draco. Essendo il suo punto di vista è diverso da quello che è nella realtà o che sarebbe magari quello di Harry. Quindi non fatevi ingannare pensando che io abbia scritto castronate, questo è solo come Draco vede le cose, Harry e soprattutto sé stesso! Detto questo, specifico che non avevo scritto altro su HP e che non mi ritengo affatto un esperta poiché ho letto solo qualche piccola fanfic e visto i film, per il resto sui personaggi e le situazioni dei libri ho parlato con mia sorella che conosce il tutto meglio di me. Non pretendo di averci azzeccato con nulla e nemmeno di aver scritto il capolavoro dell'anno. Solo che Draco mi piaceva parecchio e mi stuzzicava scrivere su di lui, così l'ho fatto. Non è nulla di che. Non l'ambiento in un libro o evento preciso, è inverno e sono probabilmente al sesto anno ... detto ciò, nella sezione apposita (che devo ancora vedere quale sia questa sezione apposita), troverete la stessa storia solo col Pov di Harry, scritta non da me ma da ben tre ragazze diverse: quindi tre storie sulla mia storia solo dal pov di Harry, ognuna delle tre con una diversa interpretazione del personaggio! Bè, insomma ... buona lettura! Ah si, di questa esiste anche il seguito, Portami lontano, scritto da me e Mikako, quindi è nella sezione AkaMikaParsy ... Baci Akane *

 

 

Tormenta di Neve

 

 

CAPITOLO 1:

ANIMA ANIMALE

 

/il pericolo si avverte nell'aria. Strisciante, sottile, fine, sussurra veleno con fare sensuale e pericoloso, cattura con i suoi occhi incantatori, paralizza con le sue spire forti e viscide, uccide col suo veleno. Per essere suo in eterno. Un serpente./

 

" Il freddo pungente acutizza all'istante i sensi per poi atrofizzarli lentamente. Mi abituo subito. La neve cade fitta, sempre di più, impedendo una visuale decente. Noto con disprezzo che tutti si stringono nei cappotti pesanti. Che sciocchezza. Non sanno nemmeno resistere ad un po' di temperatura bassa. Rimango impassibile a gareggiare col gelo della neve che sfida il mio sguardo. Non ne ho paura, è come se non lo sentissi nemmeno. Mantengo le mani in tasca ed un portamento eretto e fiero. Amo distinguermi in questo modo...specie se quello sciocco trema chiaramente dal freddo.

Sento gli occhi addosso che mi accusano di essere inumano. Capirai che novità. Ci sono abituato...e mi piace. Non lo nascondo. Vivo per questi sguardi. Astio, invidia...odio...significa che sono inferiori a me ma in fin dei conti tutti derivano dalla stessa pasta...anche se non di razza. Possono nascondersi dietro a lealtà e buonismi...ma l'odio che riescono a provare è chiaro. Li sporca tutti...alla fine...tsk...sono dei miserabili almeno quanto secondo loro lo sono io.

Come al solito i miei tirapiedi mi seguono passo per passo, qualunque cosa io faccia. Vediamo...come mi libero di questi rompiscatole? Potrei...si, direi che il solito va bene!

- voi. Occupatevi degli amichetti di Potter. A lui ci penso io!-

Ormai non hanno nemmeno uno sguardo interrogativo. Sono troppo stupidi per possederne uno....non sanno più che significano le domande. Poveri idioti. Se gli dicessi di uccidersi, lo farebbero!

Chissà che un giorno non lo faccia.

Con reverenza e rispetto eseguono allontanandosi. È un passatempo. Lo facciamo ogni qualvolta possiamo. Perché loro si divertono a tormentare i piccoli pesci ed io...mi diverto con lui...a questo ultimo pensiero un sorriso velenoso si dipinge sulle mie labbra...che di natura sono di questa forma amara e sprezzante.

Non ho mai sorriso come fanno quegli stupidi dei Griffondoro...e di fatto...lo odio quel modo di fare falso ed ipocrita.

Le mie pedine fedeli hanno eseguito quello che gli avevo chiesto. Ora che 'lui' è solo...posso far come voglio.

Vedo che sta reagendo per recuperare i suoi amici...patetico. È una folata di vento più forte delle altre a portargli il mio odore dritto in faccia. Si volta si scatto come se l'avesse sentito, come se io l'avessi chiamato.

Ed è con quei suoi occhi smeraldo che mi sfida per la millesima volta. Non la smetterà mai. Non finirà mai. Non lo capirà mai quanto è stupido.

Un giorno o l'altro finirà male.

È un desiderio che ho da molto.

Troppe volte ha cercato di umiliarmi...lui...a me...lo fisso attentamente con la neve nello sguardo. È così insignificante!

- Potter!-

- Malfoy!-

è disprezzo da parte di entrambi.

Per questo lo detesto. È falso ed ipocrita. Fa l'ingenuo, il leale, il generoso...è il buono...eppure guardalo ora... capace di tanto odio nei miei confronti...capace di uno sguardo come quello...si crede migliore, diverso da me...sorrido con la mia tipica posa insopportabile, accusatoria, acida. E il brivido che ha lo sento fin qua.

È piccolo...rispetto a me è piccolo. Ne sono sicuro. Me ne convinco.

Mi avvicino lento senza fretta, lui non scapperà, non ce la farà mai a scappare.

Per principio, lui crede di dover dimostrarsi coraggioso a tutti i costi...perché si sente superiore a me.

Illuso.

Devo fargli abbassare un po' le ali...

Sono di fronte a lui, ci guardiamo da vicino.

E più lo siamo più il vento ruggisce, la neve aumenta, il gelo si fa più insistente.

Presto ci avvolge come una magia di qualche mago nero. Mi sento a mio agio sentendo il suo profondo disagio.

Tu non sei quello che dici di essere...e ti farò pentire per sempre di non avermi scelto quando arrivasti qua anni fa.

È divertente percepire la tua confusione e la tua forza che si combattono per non cedere davanti a me. Non ci parliamo ma è come se facessimo un lungo discorso. Non credo mi serva la magia, vincerei subito così e non mi divertirei molto.

Ho un modo più carino per umiliarlo e farlo pentire di tutto.

Lui lo sente. C'è troppo vento. Troppa neve. È troppo...non è normale. Non è sopportabile per lui dal sangue così caldo.

Mi piace l'idea che lui ne risenta mentre a me giovi.

Forse non sono umano.

Forse non sono normale.

Lo so di non esserlo.

È terribilmente meravigliosa questa consapevolezza.

Ma di lui mi da fastidio tutto. E la deve pagare. Per molte cose.

È il primo a cedere e a dirlo:

- Malfoy...non so se te ne sei accorto....ma dovremmo tornare...lasciami passare! Si sta scatenando una tormenta di neve!-

grida per farsi sentire, ma io l'avrei udito tranquillamente anche se avrebbe solo mormorato.

Abbasso il capo impercettibilmente mantenendo gli occhi fissi su di lui, nel suo sguardo. Il mio è penetrante, tagliente, veleno allo stato puro…talmente provocante come forse mai sono riuscito a possedere. Con lo stesso sorriso in perfetta sintonia con gli occhi di ghiaccio e neve. Il sorriso di un serpente, no? Un animale, un rettile, che mi identifica perfettamente. È quello che sono…viscido, pericoloso, maledetto…sensuale, furbo ed intelligente.

Mi piace. Tutto. La situazione in cui siamo, cosa cerca di fare lui, cosa spera…la tormenta che sembra arrivare come in storiche occasioni si ricorda.

Mi stimola, mi eccita. L’odore del pericolo…della paura…del proibito…tutto questo è il mio pane.

Lui sa che io non lo lascerò passare…dimostra di non essere il solito stupido e testardo, forse perché vede il muro bianco che c’è dietro di me…impossibile già muoversi per trovare una direzione giusta. Dovrei essere agitato. Se non facciamo qualcosa non potremo tornare al castello…ma non me ne importa. Attualmente c’è qualcosa per cui vale certamente la pena andare avanti. Non cedere. Questa sua espressione di paura per la consapevolezza di quel che è successo e sta per accadere è impagabile. Ma in fondo…perché agitarsi tanto? La morte non ti ha mai preso nonostante tutte le minacce che hai ricevuto…credi che quella di ora sia una tormenta normale? Io non so cosa sia, da chi sia dovuta…sicuramente è facile che sia tutta per te da chissà quale nemico importante…non me ne importa…so che la morte non ti vorrà mai…e dal canto mio…sfidarla è uno stimolo per far vedere una volta per tutte se sono veramente degno del mio cognome.

L’incoscienza totale si impadronisce di me e ogni luce insensata luccica nel mio volto tanto da spingerlo a prendere la situazione in mano. Per la sopravvivenza….e so che quando ha quell’espressione tutto finirà per risolversi…perché lui è buono e gentile e pensa al bene di tutti…con lui finisce tutto bene…perché lui è Harry Potter, il prescelto.

Si volta cercando di vedere nella neve violenta, sta per arrivare il finimondo. Mi diverte e il mio sorriso si accentua quando mi prende il braccio e mi tira correndo nella direzione del vento. Me la pagherà per questo contatto.

Seguendo il soffio gelido e potente accade il caos più totale, ma andare contro sarebbe stato più idiota. Un suicidio. Non so nemmeno come ha fatto e ‘cosa’ ha fatto. Ma siamo finiti in un posto che immagino si possa definire sicuro. E non mi stupisco perché lo sapevo che con lui la magia non si ferma mai.

Mi aspettavo una cosa del genere.

È un rifugio, credo. Di quelli antineve. Non mi interessa approfondire oltre. È piccolo e scomodo…questo lo noto con disappunto e disprezzo.

Faccio una smorfia.

- Malfoy...Ma eri impazzito? …Abbiamo rischiato la vita…e la rischiamo ancora …finchè non finisce questa tormenta…dovresti usare il cervello…-

Ha il fiatone ma si capisce che è infuriato. Leggermente piegato in avanti si preme il petto con una mano senza rinunciare a fissarmi con occhi infuocati. Non è il massimo della sua rabbia. L’ho visto più fuori di se…proprio contro di me. Non mi odia abbastanza in questo momento. E non mi sta bene. Deve essere di più.

Sicuramente una piccola giornata innevata leggermente non poteva riservare una sorpresa simile, si capisce che c’è di mezzo qualcosa di innaturale. E forse l’ho trovato impreparato perché cercava di capire proprio questo.

Ma è affar suo.

Io eretto davanti a lui continuo a guardarlo tutto trasandato. Mi sistemo passandomi le mani nei capelli fini coperti di neve come i suoi, li riporto come posso al loro posto tornando con una parvenza di dignità. Mi scrollo i vestiti e subito i fiocchi bianchi si trasformano in acqua, noto le ciocche bionde avvolgermi il volto coprendomi in parte gli occhi, non mi infastidisce più di tanto…i suoi sono peggio…già sconvolti di natura…ora sono inguardabili.

- se fai silenzio, Potter, la permanenza in questo…’posto’…potrebbe essere meno terribile invece che se tu parlassi in continuazione…-

Mi guarda stranito come non ci credesse che io abbia parlato e detto queste cose. Che stress…è un ragazzino stancante!

- pensi di conoscere una magia abbastanza grande da far cessare la tempesta? O di farci riportare indietro? -

Il suo silenzio aumenta l’acidità del mio tono:

- e allora dovremo rassegnarci a passare il tempo della tormenta qua!-

Taglio corto stufo di spiegare una cosa così elementare ad uno della mia stessa età. Insopportabile!

Lui preferiva rimproverarmi…chissà per cosa, poi!

Mi volto dandogli le spalle, non ho fatto scenate come lui. Ormai sono cresciuto per certe cose, lui ancora No. Dimostro la mia superiorità anche in questo.

Non so cosa faccia, non mi interessa, nel frattempo comincio a pensare a come passare il tempo…e come rendere più decente questo posto. Sono facili gli accorgimenti, elementari, per migliorare il rifugio. Creo del fuoco nel caminetto vecchio con una magia che gli consenta di non consumarsi mai. Ripulisco un po’ la parte dove penso di rimanere io…insomma, con altri piccoli accorgimenti la cosa è decisamente decente. Anche se non ai massimi livelli al quale sono abituato.

Se mio padre venisse a sapere in che situazione sono…sarebbero guai. Io con Potter…mi punirebbe…di sicuro. La smorfia all’ingiù delle mie labbra si accentua. Quell’uomo…è la mia ossessione. È per lui che io sono così. Mi ha insegnato tutto. Tutto quello che sono, in cui credo, che faccio. Sono un ottimo mago, fino a questo punto. E lui è sempre stato fiero di me. Ho sempre emulato i suoi atti, ho fatto il possibile per renderlo fiero di me perché è l’educazione che ho ricevuto. Lui è il giusto, per me. Il mio mondo. Il mio dovere. Un obbligo che non posso non adempire. Pensare di staccarmi da lui e dalla sua strada è inconcepibile. Per cui certe piccolezze alle quali mi attacco…mi costerebbero altra indifferenza. La punizione che più detesto. Ma del resto la ricevo dalla nascita. Mi sta bene. In fondo posso far finta di essere quello che lui vuole, faccio quello che lui farebbe…e mi illudo che mi guardi con sguardo fiero e mi dica di unirmi ai suoi affari. Un giorno continuerò la sua strada ed io so di essere il suo pupillo, il suo unico erede. Mi piace. La consapevolezza che anche se non lo dimostra io ‘lo sono’ mi fa star bene. Agisco come agisco e non mi giustifico. Io lo ringrazio che mi cresce in questo modo…così non verrò ferito, non soffrirò…nessuno mi toccherà e attaccare è quel che mi riesce meglio.

Pensando a mio padre, colui che più conta per me, che venero, mi vengono i brividi…è un contrasto orribile lui con questo ragazzo. Ci evitiamo accuratamente, cerchiamo di fare come se non esistessimo. Ognuno nel suo mondo. Ma la mia vendetta deve arrivare. Il mio passatempo è umiliarlo, mostrare il suo vero volto…fargliela pagare per molte…molte cose…prima, per ora, il contatto di prima. Non mi aveva mai toccato…e senza pensarci ha osato afferrarmi con forza il braccio trascinandomi via con se.

È come se mi bruciasse quel tocco. Ha attraversato i vestiti e lo sento tutt’ora…una cosa contro di me…contro l’essenza trasmessami da mio padre. Io sogno di diventare proprio come lui…ed essere degno di lui, ora, è essenziale. È il mio modo di dimostrare…quelle cose che…la gente comune chiama sentimenti. Io non credo di possederne normali. Lo ammetto e non mi dà problemi.

Ma Potter…mi ha dato qualcosa di così in contrasto con tutto questo che…mi ha letteralmente disgustato. Come un umiliazione….un’altra umiliazione. Toccarmi senza pensarci….portarmi in salvo con se!

Se fossi uno che si lascia prendere dal furore del momento, questo sarebbe uno di quelli da dire molte imprecazioni e sboccate…ma non sono da me, non mi abbasso nemmeno mentalmente. Come non mi sporco mai direttamente le mani…se non raramente, ma solo quando riguarda Potter.

Io lo detesto per tutto quello di cui è capace. Per quello che è. Sono mosso da questo sentimento quando lo torturo e lo provoco…lo ferisco…cerco di distruggerlo in ogni modo. Perché lui non mi ha scelto…oltre alle altre cose il motivo che brucia è quello. Il primo per cui ho iniziato ad essergli contro.

Devo fargliela vedere, ora l’ho tutto per me.

Ecco che ogni riflessione cupa e sincera fugge di nuovo lontano riportandomi qua dentro concretamente. Rimango adagiato mollemente in questa sedia ad una distanza media dal fuoco e da lui che mi ignora…o cerca.

È un sibilo sensuale e pericoloso, il veleno che esce dalle mie labbra:

- però ora fa caldo…-

Parlando ovviamente con me stesso.

Sono occhi di luna incantatori quelli che catturano i suoi subito fiondatisi su di me quasi stralunati dalla mia frase inaspettata. Di sbieco e sottili, con nessuna certezza che io lo guardi realmente.

È un prolungamento immaginario quest’aura impercettibile che subito si è creata da me quando mi sono tolto la maglia calda e mi sono slacciato la camicia…una forza inconsistente e viscida.

È come un uccisione carica di veleno rimanere del tutto a torso nudo sotto questa penombra calda del fuoco.

Il mio braccio piegato posato sul bracciolo della sedia porta la mano a mezz’aria e l’indice arriva al mento lasciando le altre libere, indica una possessione che potrebbe essere eterna secondo la mia vendetta.

Ma penso si riveli solo una lezione di poche ore…che potrò sfruttare e riprendere senza impegno…o per qualunque altra cosa sarà…quello che conta ora è adesso…precisamente adesso. Che il modo scelto è decisamente malefico, a giudicare dal suo sguardo!

 

 

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