Un Ritiro Fantastico


CAPITOLO 2:
"L'APPARIZIONE CELESTIALE"


Il posto è molto bello e spazioso.
L'edificio è enorme e comprende il dormitorio femminile e maschile, i bagni, le docce, una sala da pranzo, un atrio per riunirsi alla sera e durante le giornate di pioggia e gli spogliatoi delle varie squadre.
L'esterno è costituito da tutti i campi di gioco necessari per questo speciale ritiro: calcio, basket, pallavolo, baseball... ecc.
Gli allenamenti hanno inizio il giorno seguente l’arrivo degli atleti e dei vari pullman, di mattina. Dopo gli smistamenti dei gruppi e l’assegnazione delle camere, tutti corrono a vedere il proprio campo e quello da basket femminile è vicino a quello da calcio maschile… puro caso? Mah… questo destino strano!
Immaginate la felicità di Mikako e di Misaki nel constatare che potranno vedersi anche giocando?


L’indomani il miracolo arriva.
- Mikako! Attenta, ti arriva la palla! - Quest'ultima, immersa nei suoi pensieri, chissà quali sono, vedendo che le arriva un passaggio alto e potente diretto al suo viso, invece di prdigarsi e prenderlo non fa altro che spostarsi prontamente schivando il fulmine che va a finire nei pressi del campo da calcio.
- Ottimi riflessi, ragazza! Ma potevi prenderla, invece di lasciarla andare laggiù! - Afferma seccata Arashi avvicinandosi all'interessata.
- Ottimo tiro ragazza! Ma potevi evitare di farlo così forte, così non andava laggiù! - Ribatte prontamente Mikako; detto ciò si volta verso il campo vicino e portandosi le mani hai lati della bocca si mette a gridare:
- EHI, VOI DI CALCIO! PASSATECI LA PALLA PER FAVORE! GRAZIE! - In tutta risposta Tsubasa, prendendo la rincorsa, glielo calcia con un destro discreto facendolo arrivare direttamente fra le braccia di Mikako che lo afferra subito con una presa sicura senza indietreggiare di un millimetro.
Non fa nemmeno in tempo ad alzare il braccio per ringraziare che Arashi prende con una mano la stessa palla e a passo di carica si fionda verso quei poveri ragazzi, la sua espressione, manco a dirlo, è infuriata: non si può mica calciare una palla da basket... si rovina, si spompa, prende una forma ovale invece che tonda… lei che è fissata con queste cose non può fare a meno di prendersela e Mikako intuendo le sue pazze intenzioni, le prende le braccia con forza cercando di trattenere quell'indomabile furia che si sta scatenando.
Arashi senza darsi per vinta si gira e come una bestia inselvatichita le morde una mano. Un urlo disumano si alza nel cielo seguito subito da un:
- ANILALE! -
Tutti si voltano e la bionda, liberandosi da lei, continua la sua avanzata furiosa, arrivata a destinazione si piazza al centro del campo e grida puntando Tsubasa, il criminale:
- EHI, TU! COMUNE ESSERE SEMPLICE UMANO, VIENI QUI! SI, PARLO A TE, NUMERO 10 DA STRAPAZZO! - A quella chiamata, però, non risponde solo l'interessata, ma anche il resto della squadra:
- Ce l'hai con me, forse? - Dice un guardingo Tsubasa.
- Si, proprio con te! Dico, come hai osato calciare una palla da basket?! -
- Bè, con i piedi, mi pare! - Risponde il poveretto pensando di non aver fatto nessun reato, al che a lei va il sangue alla testa più di quanto non ce l'abbia già.
- Ma la conosci la differenza tra una palla da basket e una da calcio? - E senza aspettare si gira cercandone una, trovatala fra le mani di un allibito Wakabayashi gliela prende rapidamente, poi le alza entrambe davanti alla faccia e continua:
- Questa è una palla da basket e si usa SOLO con le mani: ci si palleggia, ci si fanno i passaggi e ci si va a canestro! NON viene MAI calciata con i piedi, perchè per questo c'è la palla da calcio, che è questa! CAPITO ORA?! - Termina con aria spazientita. A questo punto il capitano leggermente intimorito da quella matta urlante, risponde immediatamente:
- Certo, certo, ho capito; la conoscevo già la differenza, è solo che mi sfugge il motivo della tua arrabbiatura! - In quel momento una voce proveniente da dietro di loro interrompe Arashi che stava per sbranare il povero numero 10. E' Mikako con tono alto ma assolutamente calmo e allegro:
- Però è stato proprio un bel tiro, complimenti! Non pensi anche tu Arashi? - L'intera squadra, a quelle insolite parole sparate in un momento tanto critico, si volta e vede una ragazza dai capelli rossi e con la faccia d'angelo; l'esatto opposto di quella che stava urlando assomigliando ad un diavoletto. Solo in quel momento si rendono conto del contrasto dei capelli e degli occhi coi lineamenti chiaramente eurasiatici. Non sono comuni tipe così, non per la bellezza che in fin dei conti è relativa, non sono miss mondo, ma per l’insolito aspetto. Mentre la osservano avvicinarsi ad Arashi, la benedicono mentalmente: avevano proprio temuto il peggio.
- Pezzo d'imbecille, cosa credevi di fare, eh? - Le dice Mikako con sguardo severo.
- Bè, non sei mica mia madre, se io decido di venire a dir di tutto a dei perfetti sconosciuti che si rivelano ignoranti ed cafoni, sono liberissima di farlo e tu non hai diritto di fermarmi. Per ulteriori spiegazioni rivolgiti al mio avvocato! - Questo lo spara tutto d'un fiato, Mikako sta per ribattere quando Hyuga si piazza davanti ad Arashi e dice con tono seccato tendente all'arrabbiato:
- Senti bella, chi ti credi di essere per venire qui, interromperci nel bel mezzo degli allenamenti, gridare di tutto al nostro capitano ed infine insultarci così? Ma lo sai che sei fra dei civili? -
- Senti tesoro, io sono nata libera e per tanto posso dire quello che ritengo giusto. Non sarà di certo uno sbruffone come te a dirmi quello che devo fare! COMPRENDI? - Di primo impatto verrebbe da dire ‘da che pulpito’, ma il ragazzo, ferito nel suo orgoglio, risponde:
- Tesoro lo dici a tua mamma che ti ha fatto nascere libera, e dato che lo sei tornatene di tua spontanea volontà ai tuoi insulsi allenamenti! E NON ROMPERE I COGLIONI A NESSUNO! - Gli occhi di Arashi da verdi diventano di un grigio spaventoso, come la sua espressione che viene attraversata da un lampo pericoloso.
Con uno scatto scaglia le due palle che ha in mano in modo da farle finire una fra le braccia di Mikako (quella da basket) e l'altra fra quelle di Genzo (quella da calcio). Gli sguardi allbiti non si sprecano!

A tutto ciò segue un:
- STRONZO! - E un pugno colpisce l'occhio di Hiyuga facendolo quasi cadere a terra per la sorpresa. Ora, nota chiarificatrice: la ragazza dal caratteraccio non riesce a far vacillare un colosso come la tigre per la forza non molto femminile che essa ha, ma bensì per il gesto inaspettato… nessuno avrebbe previsto una reazione del genere da una mezza Giapponese… che fosse una yankee? Si spiegherebbero molte cose, anche il colore dei capelli e degli occhi.
Le facce dei ragazzi impallidiscono violentemente: tutti fanno un passo indietro tranne uno.
La reazione di Hiyuga non si fa attendere, infatti sta per colpirla a sua volta quando una mano afferra saldamente il pugno già chiuso: è Genzo, l'unico ad aver mantenuto il suo solito sangue freddo.
La palla cade a terra, il cappellino calato sugli occhi, il viso rivolto verso il basso nasconde la sua espressione, la mano libera è sprofondata nella tasca dei pantaloni d’allenamento e i muscoli visibili sono tesi e non indifferenti.

È solo la sua solita posizione.
Hyuga sposta lo sguardo su di lui senza mutare l'espressione alterata.
”Non posso accettarlo: colpito da una ragazza! NO!”
A quel punto Jun Misugi si fa largo posizionandosi vicino al portiere, poi dice in tono calmo, di superiorità, di sfida, quasi, tipici suoi:
- Kojiro Hyuga, hai forse intenzione di colpire una ragazza? - Questi lo guarda incazzandosi sempre di più, la tensione è salita in campo ma la situazione che sarebbe potuta diventare più critica viene presto risolta, come sempre, dal capitano: Tsubasa, piazzatosi in mezzo ad Arashi e Hiyuga con uno sguardo estremamente serio e un tono che non ammette repliche, dice guardando negli occhi il ragazzo dall'invidiabile abbronzatura:
- Ok, adesso basta! Genzo, mollalo pure. Hyuga datti una calmata, come ha detto Misugi non è il caso di picchiare una ragazza e soprattutto non intrometterti più in questioni stupide come queste! - Poi voltandosi verso Arashi: - E a te chiedo scusa se in qualche modo ho offeso te o il tuo sport. Spero che questo sciocco episodio non significhi niente e che riusciremo a diventare tutti amici! - Infine voltandosi verso gli altri: - E CON QUESTO RIPRENDIAMO GLI ALLENAMENTI! DI CORSA! -

Tsubasa normalmente è un pacifista amico di tutti, tiene alla serenità del gruppo e per evitare spiacevoli episodi a volte toglie anche la sua ‘maschera’ di eterno bravo ragazzo felice del mondo.
Hyuga sputa a terra, poi si gira e si allontana, pian piano anche il restodella squadra torna all'attività di poco prima lamentandosi che il divertimento sia già finito.

Prima di andarsene, Mikako si sofferma con l'intenzione di fermare Tsubasa e chiedergli scusa del trambusto, peccato che al posto del capitano della Nazionale si imbatte in Misaki!
- Devo farti i miei complimenti: ho visto la presa di prima, quando hai afferrato la palla tirata da Tsubasa. L'hai presa con fermezza senza indietreggiare di un passo: solo Genzo ci riesce, ormai! - Mikako presa alla sprovvista da quella visione celestiale così improvvisa che sembra averla cercata di proposito, rimane a guardarlo con espressione da pesce lesso, poi ringraziando il cielo si riprende in fretta e risponde sorridente nello stesso modo del ragazzo:
- Grazie, ma anche tu hai un buon tiro, sai? E' da un po' che ti seguo, mi piace il tuo modo di giocare, la tua intesa con Tsubasa Ozora... -
- Ma sai che anch'io ti conosco? Si, perchè è da un po' che ti seguo, un giorno ho letto un articolo su una tua partita e così quando mi capitava ho iniziato ad osservarti… ora so un po’ di cose su di te. Sei Mikako Derwent, e conosco anche la tua amica. Siete famose nel mondo del basket; tutti sanno chi è Arashi Derwent, il suo nome nel basket è famoso quanto quello di Tsubasa nel calcio. Siete cugine e avete origini Europee, Irlandesi per la precisione. Il tuo ruolo è seconda guardia e lei è il playmaker, nonché capitano della Nazionale Giovanile. Insieme formate la coppia d'oro del basket femminile. Inoltre due dei vostri fratelli lo sono del basket maschile: Hitonari e Akane Derwent. Gli altri vostri fratelli sono molto conosciuti negli altri sport, due dei quali nel mondo della musica: Raphael e Mikael Derwent. In generale anche tutta la vostra famiglia è famosa sia nello sport che nell'arte. Ho sbagliato qualcosa? - Termina Taro sorridendo. Lei inizialmente rimane a bocca aperta, alla faccia del ‘sapere qualcosa su di lei’… sa quasi vita morte e miracoli!

Sorride deliziata dopo un primo momento di stupore, quindi per non essere da meno ribatte:
- E tu sei Taro Misaki, centrocampista e numero 11 della Nazionale Giovanile di Calcio, perfetto in tutto quello che fai, grande senso del gioco, tecnica pulita e magnifica. Tu e tuo padre girate il mondo a causa del suo lavoro: pittore. È anche per questo che hai un gioco così particolare, hai preso e fatto tue le varie tecniche degli altri paesi. Il numero 10 è il famoso Tsubasa Ozora registra della Nazionale, anche lui grande promessa del calcio, gioco impeccabile e, soprattutto, come per te, si vede che amate il calcio; tu e lui formate la mitica ed insuperabile coppia d'oro del calcio giovanile. Quello che ora sta di fronte ad Arashi è il numero 1, il Super Grate Goal Keeper: il famoso ed imbattibile portiere la cui tecnica è stata raffinata in Europa e precisamente in Germania, è il mitico Genzo Wakabayashi. Quello che ha ricevuto il pugno è Kojiro Hyuga, numero 9 e attaccante, nonché attaccabrighe della Nazionale Giovanile e capitano del Toho. Gioca sempre di potenza.
Quello che prima ha chiesto se voleva picchiare una ragazza è Jun Misugi: centrocampista e regista insieme a Tsubasa, capitano della Musashi, grande genio del calcio e aiuto allenatore. E' soprannominato Principe del Calcio e Campione di Vetro per via della sua malattia cardiaca.
Quel ragazzo là è Hikaru Matsuyama: numero 12 e difensore, capitano della Furano, uno dei migliori per controllo di palla e ottimo regista all'occorrenza.
Poi ci sono i gemelli Tachibana, Jito, Sano, Sawada, Wakashimatsu... -
E la litania continua con il resto dei componenti della nazionale!

Da rimanere senza parole... se lui sapeva qualcosa sulla rossa, lei si può sicuramente dire che ha fatto una vera e propria tesi di laurea!

Nel frattempo Genzo si è posizionato di fronte ad Arashi e la sta fissando con occhi seri, indecifrabili. Improvvisamente cambia e si trasforma in uno sguardo di sfida, non certo rivolto a lei, quello è semplicemente il suo modo di fare, è sempre così.
Si decide a togliersi il cappellino lasciando liberi dei bellissimi capelli neri e mossi e rivelando un incredibile sguardo altrettanto nero e profondo.
"Wow! che occhi verdi!! " Pensa lui guardandola.
A quel punto alla ragazza viene un colpo e il suo cuore smette quasi di battere:
"E' lui! Questa visione celestiale è la stessa del sogno! Ma quale sarà la sua identità? Effettivamente mi pare di averlo già visto, il suo volto non mi è affatto nuovo... mm..."
- Complimenti, hai carattere e spirito combattivo da vendere; proprio come quando giochi!
Sei Arashi Derwent, vero? - Le dice il bel portiere con voce di chi sa il fatto suo. Lei, rimanendo di stucco, risponde con un filo di voce:
- S-si ma... tu come fai a ... -
- A conoscerti? Non avevo mai avuto modo di vederti bene in viso, non seguo molto il basket, ma sei famosa nel tuo sport, sai? Se nel calcio si parla sempre di Tsubasa e di me, nel basket si parla sempre di te e della tua compagna e cugina... non lo sapevi? - Chiede con stupore. Arashi rimasta senza parole non si ferma e preferisce aprire la bocca senza sapere cosa ne sarebbe uscito:
- Davvero? Ma chi è Tsubasa? E soprattutto chi sei tu? -
"Possibile che non ci conosca con tutta la pubblicità che ci fanno i giornalisti? Che strana ragazza! Ovunque andiamo ci riconoscono sempre tutti, invece lei no."
Mentre Genzo la guarda sempre più sorpreso, lei rimane incantata davanti a quella visione celestiale che le sta per rivelare la tanto attesa identità:
- Dunque, Tsubasa è il numero 10, quello che hai insultato prima perché aveva calciato la palla. Io sono Genzo Wakabayashi: portiere e numero 1 della Nazionale di Calcio... ma davvero non conoscevi nessuno? Fanno a tutti una testa così con la storia che siamo il nuovo futuro del calcio giapponese... ma tu veramente non... -
Arashi in adorazione risponde distrattamente:
- No... cioè, io non seguo televisione, giornali e robe varie, perciò sono sempre disinformata. È Mikako quella che sa tutto su tutti... -
Genzo, aggrottando la fronte, pensa sempre più disorientato:
"Questa ragazza mi sfugge... non riesco ad inquadrarla! " Come invece è solito fare con chiunque.
In suo aiuto arriva Mikako che notando il rossore e lo sguardo perso dell'amica, capisce subito cosa le stia succedendo e decide di portarla via prima che combini qualcos'altro.
Agitandole una mano davanti al viso, dice:
-Arashi... ci sei? Se mi senti batti un colpo! -

Al suo silenzio pensa sconsolata: "Secondo me non sa neanche di essere su questa Terra, ora... deve essere persa negli occhioni neri di Wakabayashi! Meglio trascinarla via di forza, è completamente andata!"
Mentre lei decide il da farsi, Genzo è tornato serio ed ha ripreso a guardare Arashi.
- Ok, allora noi andiamo, abbiamo disturbato abbastanza per oggi! Scusala, è un po' particolare... cerca di capirla! Ti salutiamo, Wakabayashi! - E detto questo prende per le spalle un Arashi ancora assente e la conduce nel loro campo insieme alla loro palla.
Il portiere continua a seguirla con gli occhi constatando quanto siano belli quei lunghi riccioli biondi raccolti in una coda e quanto sia ancora più bello il suo fondoschiena sul quale si sofferma particolarmente con uno strano sorrisetto dipinto sulle labbra.
- Capisco che il sedere di quella ragazza sia più interessante degli allenamenti, ma cerca di sopportare e di tornare fra noi al più presto, Wakabayashi! -
Questa frecciatina viene da Matsuyama, il quale avendo osservato tutta la scena da lontano gli dà una pacca amichevole sulla schiena e una strizzatina d'occhio maliziosa per poi tornare fra gli altri ad allenarsi.
Genzo, per nulla imbarazzato e con un sorrisetto malizioso, si mette nuovamente il cappellino in testa calandoselo con un gesto secco, infine prende la palla che aveva lasciato cadere prima e si dirige verso la porta.



Tornando alle 2 ragazze, vediamo Mikako alle prese con Arashi che, svegliatasi dallo stato catatonico in cui si trovava, ha cominciato a parlare come un fiume in piena dicendo che quel ragazzo, Genzo Wakabayashi, il portiere della Nazionale di Calcio, è il ragazzo dei suoi sogni, letteralmente!
L’ha trovato e a lei non pare vero.
- Ma ti fermi un momento? Voglio dirti che finalmente ho parlato con Taro Misaki e ho scoperto che anche lui mi segue da tempo: ha detto che gli piaccio come giocatrice... non è magnifico? Ora devo solo far sì che io gli piaccia personalmente poi sono a posto! - sorvolando su ciò che intende con ‘a posto’.
- WOW! Sono contenta per te! Ora che abbiamo tutte e due degli obiettivi precisi e realizzabili dobbiamo metterci sotto! FORZA MIKA! - Forse la vede come una partita facilissima da giocare...
Dopo un po' di silenzio in cui Arashi aspetta invano la risposta dell'amica, dice spazientita:
- Guarda che tu devi rispondere: forza Arashi! -
- Ah, davvero? -
- Certo, su, avanti, io torno a dire "forza Mika!" e tu rispondi "forza Arashi!" Pronta? -
- Se ci tieni! -
Prendendolo per un si, la bionda grida:
- FORZA MIKA! -
E la rossa alzando le spalle:
- FORZA ARA! -
Arashi si gira e guardandola malissimo, ringhia:
- Come hai osato storpiare il mio nome? Sai che lo odio! -
- Certo che lo so, l'ho fatto apposta!! - Afferma col sorriso sulle labbra.
- Pezzo di cretina! - Dice sempre ringhiando l'altra.
Proprio in quel momento due palle da basket si schiantano sulle loro teste.
E' il loro allenatore che, dopo essere tornato da una riunione, le trova in disparte a confabulare allegramente.
- Come fate ad essere il capitano e il vice della Nazionale se disertate sempre gli allenamenti? - Chiede infervorato.
- Perchè siamo le più brave della squadra e senza di noi sareste persi! Comunque, noi non siamo niente confronto ai nostri fratelli, parlo di Akane e Hitonari, loro sì che disertano sempre, altroché noi! - Afferma con gran faccia tosta il capitano in questione. Mikako prima che possa continuare le tappo la bocca e dice fra i denti:
- E' meglio tacere... guarda la sua faccia, è paonazzo! - Per un miracolo assurdo questa volta Arashi ascolta l'amica e tace.
- Ci scusi, arriviamo subito mister! - Dice Mikako sfoderando uno dei suoi irresistibili sorrisi maestosi e avviandosi in campo insieme alla cugina.


Così anche gli allenamenti mattutini finiscono e negli spogliatoi della Nazionale Maschile di Calcio si fanno discussioni accese:
- Si può sapere cosa ti è preso oggi con la Derwent? La stavi per picchiare sul serio, vero? L'avresti fatto, ti conosco abbastanza! Una ragazza per quanto aggressiva e offensiva sia, rimane sempre tale. Stavi per passare il limite! - Afferma Genzo piuttosto alterato.
- Parla il perfetto! Tu non ti saresti incazzato se una così ti avesse dato un pugno insultandoti? E poi non ti devo spiegazioni. Ti arrabbi così perchè ho offeso la tua bella? - Risponde un altrettanto infuriato Hyuga avvicinandosi pericolosamente al portiere che, non da meno, lo prende per il bavero.
- Fatti i cazzi tuoi anche tu, allora! Io mi arrabbio quanto voglio e per tutti i motivi che voglio, capito?! - Senza rendersi conto che era la stessa cosa che diceva la tigre.
- Oh! Dunque ci ho azzeccato! Ti piace un'indiavolata come quella... che gusti. Stai attento a non essere sbranato quando lo fate. -
STOCK! Genzo, arrivato al limite, gli molla un pugno e, dal momento che fra lui e Arashi c'è un po' di differenza di forza, Hyuga questa volta finisce a terra. E' già il secondo di quella giornata e sempre nullo stesso punto: il risultato è un bell'occhio nero e gonfio su un Kojiro Hyuga alquanto accecato dalla rabbia.
Si alza velocemente e gli ritorna il colpo sullo zigomo sinistro.
Genzo, sempre più alterato, sta per reagire nuovamente, quando fra di loro si intromette Matsuyama, uno dei pochi in grado di fermare quei due carro armati quando cominciano a litigare così. Guarda prima l'uno poi l'altro con sguardo serio e determinato, poi dice deciso:
- Io direi che è ora di smetterla! Sembrate due bambini! E' possibile che l'unico modo che avete per parlare è di litigare e arrivare sempre alle mani? -
Genzo, tornando calmo e riacquistando il suo leggendario sangue freddo, dice:
- Si, scusa, non so cosa mi sia successo... anche tu Hyuga, non avevo il diritto di accusarti così. - Termina quasi con sforzo non essendo abituato a scusarsi con il ragazzo.
- Figurati... anch'io ho esagerato alla fine... - Concede Kojiro un po' più calmo anche lui.
Finite le scuse Hikaru sorride ad entrambi imitato dal resto della squadra, non sarebbe stato dal capitano della Furano permettere un litigio simile nella squadra. Sono sempre stati molto affiatati, come Nazionale, anche se ovviamente i caratteri esageratamente forti e irascibili di Wakabayashi e di Hyuga finiscono spesso per scontrarsi, la cosa finisce ugualmente subito.
La tensione si è sciolta ed ora tutti tornano a ridere e scherzare come al solito.