A MOON APPAREAD IN THE NIGHTSKY

CAPITOLO VIII:

UN VERO SPRECO

/Niente di che/


Metto giù il telefono e sospiro, dopo un attimo di silenzio sia vocale che mentale mi stendo nel pavimento del mio appartamento. Mantengo le gambe piegate, appoggio la testa sulle mani e guardo assorto il soffitto.
Non sapevo proprio se telefonargli o no, per non distrarlo o dargli fastidio, è molto concentrato, l’umore instabile…e cosa avrei potuto dirgli, poi? Immagino benissimo in che condizioni è…mi ero ripromesso di non cedere e fare l’unica cosa che per lui sarebbe stata d’aiuto veramente…ma…andando avanti ho bisogno di benzina…avevo bisogno di sentire la sua voce…avevo bisogno di lui…e sono consapevole che è dura e lo sarà sempre più…ma sono cose che dobbiamo fare da soli, io da qua lui da là. Sono due imprese separate e dobbiamo farle a tutti i costi…però alla fine ho fatto quello che mi ero prefissato di non fare di già.
Gli ho telefonato…ed ora non capisco se sto meglio o peggio.
Io lo sapevo, per questo avevo deciso di non farlo.
Io semplicemente sapevo che poi sarebbe stato solo più difficile…ma non potevo non sentire la sua voce.
Non sono un fidanzato debole e sdolcinato…ho abbastanza forza per riuscirci da solo…e so che anche lui ce la farà.
È stata la nostra promessa.
Ma alla fine penso di essere solo umano, come lui. Ce la faremo ma qualche sgarro è d’obbligo.
Poi altrimenti mi vengono a dire che sono troppo severo con me stesso…bionico!
Sorrido…Akane andrebbe a nozze con questi discorsi strani, si inventerebbe chissà quali nomi ed epiteti per chiamarmi.
Lui ha tanta fantasia.
Però oggi l’ho sentito giù, si sforzava di essere il solito ma a me non mi inganna mica. Allungo una mano nel borsone accanto sgarfo pigramente e tiro fuori la sua maglia personalizzata che mi ha lasciato in cambio delle scarpe, delle mie maledette nike!
L’appoggio sovrappensiero sul mio petto che regolare si alza e si abbassa respirando.
Posso capirlo però.
Mi ci sono sentito molto volte così, non per gli stessi motivi, certo. Ma è successo.
Anche se ultimamente, con lui, con gli altri ragazzi sempre presenti…non accadeva più.
Io penso che in quell’impiccione ci sia una semplicità che sbalordisce. A guardarlo sembra il più complicato per i paragoni che fa, i suoi ragionamenti apparentemente sconnessi e senza senso, ma poi basta capire come funziona la sua testa…è più semplice di quanto sembri…ovvio. Non bisogna pensare in modo astruso, quando pensi ‘no, non può essere solo così’, bisogna fermarsi e realizzare che invece è proprio così, ‘è SOLO così!’.
Con me è diverso, io li faccio veramente i pensieri contorti, ma lui è semplice e prevedibile.
Ma forse lo dico io che ormai lo conosco meglio di me.
Dovrebbero essere tutti come lui.
Entrando nel suo cervello non si capisce d’impatto nulla, c’è solo un caos che porta ad un gran mal di testa, non approfondisce alcune cose, arriva frettolosamente alle sue conclusioni ed è parecchio egoista, però come ho già detto basta comprendere il suo meccanismo e non ti ci perdi.
È proprio come dice di essere, a parte che non ammetterà mai di essere gentile…si, è una gentilezza diversa. Impiccione forse è meglio che dispensa consigli e pareri a destra e a manca facendo del bene a modo suo.
È incredibile e assurdo.
Proprio un idiota!
Come quella ormai per me famosa volta.
Ero giù per l’intervista di mio fratello. Takuya ha sempre dimostrato di non aver capito nulla, ma forse ora è rinsavito un po’.
Quella volta avevo letto l’articolo dove parlava di me, lo faceva in un modo che mi ha veramente seccato, sembrava sapesse tutto solo lui, soprattutto cosa fosse meglio per me…in realtà era tutto il contrario.
Ancora ora mi da fastidio.
Poi lui è arrivato e appena mi ha visto ha subito capito che avevo qualcosa che non andava.
È sempre sembrato stupido, Akane, in realtà è acuto…accidenti se lo è!
‘niente di che’.
Dissi così.
Mi vergognavo io stesso di mostrare il mio vero stato d’animo o dare importanza ad una cosa simile…perché era quella che contava di più in quel momento.
Non volevo le parole di nessuno, tanto meno commenti compassionevoli.
Non era affatto nulla di che, ma volevo che lo fosse.
Non la deve aver bevuta, ma ad ogni modo a casa ho incontrato mio fratello che voleva convincermi a tornare a casa, trasferirmi all’Hayamazaki e a chiedere scusa a mio padre.
Non l’avrei mai fatto. Per lui era uno spreco di tempo.
Che stupido.
Migliorarmi, eh?
Perché aveva una mente a senso unico?
Vedeva solo il suo punto di vista, la sua via, le sue motivazioni…e degli altri?
Porco cane, a ripensarci finisco per arrabbiarmi di nuovo.
Allora ero solo deluso, abbattuto…ero in un perenne stato di depressione, sono stati i ragazzi della mia squadra con Akane in testa a tirarmici fuori.
Finalmente facevo quello che volevo contro tutto e tutti…e quelli che desideravo mi capissero, che avrebbero dovuto sostenermi non lo facevano, non ne erano in grado. Vedevano solo la loro verità e basta pretendendo dagli altri senza mai dare nulla se non giudizi.
Gli dissi che avevo trovato il modo per migliorarmi a modo mio, che l’unico tempo sprecato era stato quello passato dietro a loro. Ora come ora se mi dicesse quelle cose lo picchierei, ma allora…ero ancora succube, nonostante tutto.
Ne stavo uscendo ma era difficile e frustrante.
Mi chiusi in casa e passai un pomeriggio difficile.
Non feci nulla, non guardai nemmeno qualche partita di basket alla tv.
Ripensai a come mi avevano cresciuto, a quello che avevano cercato di trasmettermi, a tutti gli errori fatti…e al desiderio di essere capito invece…proprio da loro che avevano preferito voltarmi le spalle piuttosto che parlarmi.
Se non si fa come dicono loro si è tutti fregati. Fuori.
Gente che non volerà mai veramente.
Ne sono certo.
Spero che pian piano ora lo capiscano. Ho fatto di tutto, alla fine non ho mai rinunciato a farmi comprendere da mio padre e da mio fratello.
Penso che siamo ad un punto interessante.
Se non fosse per la squadra ora sarei tornato a casa, ma ho fatto una promessa e non li lascerò mai…
Passai ore in totale conflitto. Ero testardo e non sarei mai tornato indietro, ma non avrei chiesto aiuto a nessuno…fortuna che al mondo esistono impiccioni che si immischiano anche senza chiederlo. Non so cosa ha fatto Akane quella sera. Non lo so.
Ma quando mi ha telefonato ho capito che era dalle parti del ritiro di Takuya e che doveva avergli parlato. Non voglio sapere come l’ha trovato e cosa c’è dietro.
Non me l’ha detto che si vergognava, forse ha capito l’idiozia che aveva fatto visto che poi si è perso.
Mi ha telefonato dicendomi che era vicino ad una grande montagna, poi una serie di parole piene di lamentele ed un ordine…di venire a prenderlo…
Non era nulla di che, glielo avevo detto e mi sforzavo nonostante quel dolore inevitabile portato dalla solitudine, ma lui i cavoli suoi non se li è mai fatti…e ha capito il significato delle mie parole, dei miei silenzi…e il peso della solitudine…portandomela via, sostituendosi ad essa.

/e lui si sostituisce/


Volendo avrei anche potuto telefonare a mio fratello per confermare la mia ipotesi che quell’idiota fosse proprio là, ma non ce ne fu bisogno. Ero sicuro.
Non saprei perché ma ne ero certo. Ci incontrammo a metà strada…ovviamente stava per prendere la direzione sbagliata…lo chiamai come l’ho sempre chiamato:
‘idiota!’
Lui si è fermato e ancor prima di vedermi si è messo a sbraitarmi contro qualcosa capendo chiaramente che ero io.
Non sorridevo mai a quel tempo, non ancora.
Lui in compenso però era buffo.
‘cosa ci fai qua? Hai incontrato mio fratello?’
Gli dissi così, lui rispose che era lì per caso, imbarazzato per essere stato scoperto…una delle sue solite scuse astronomiche. Decisi di lasciar perdere.
Lo condussi a casa mia poiché rispetto alla sua, la mia era più vicino, del resto non sapevo dove fosse la sua.
Durante il ritorno non parlammo molto, ero ancora giù per conto mio e preferivo evitare discorsi facendo finta che tutto andasse a meraviglia. Lui parlava di sciocchezze come al solito, poi ricordo che si zittì di punto in bianco seguendo un filo dei suoi pensieri. Lo guardai stupito per il cambiamento e senza ricambiare lo sguardo, continuando a camminare tranquillo si fece serio e sicuro. Mi disse:
‘ una strada in salita ma fiorita è molto meglio di un’autostrada, no?’
Lì per lì pensai che era solo impazzito, ma a forza mi trovai ad entrare nella sua testa…e contro la mia volontà, senza farlo di proposito, lo capii.
E mi parve chiaro e semplice.
Aveva parlato con mio fratello, come immaginavo, e gli aveva detto probabilmente di lasciarmi in pace, dalla sua conclusione penso fosse stata una cosa simile. Rimarrà sempre un mistero quel loro colloquio, ma conoscendo entrambi sicuramente Takuya avrà detto che sbagliavo a fare di testa mia, che per puntare alle vette non bastava divertirsi nel basket, ma dovevo seguire le sue orme…e Akane gli avrà risposto che non aveva capito nulla. Fra i due Takuya è il meno sveglio anche se non sembra per l’aria matura che pare abbia.
Non è molto intelligente, ma quando si mette a riflettere e capisce le cose, non è poi tanto male…
Akane deve avergli fatto il discorso delle due strade. Percorrere quella già spianata da loro oppure un’altra più difficile ma che fa arrivare ugualmente? Con la differenza che è più divertente perché più ‘bella’?
Penso che sul momento mio fratello non l’abbia capito, ma poi si. Non c’è solo un modo per migliorarsi, mai.
E con lui, con Akane che si è messo a camminarmi a fianco, è diventato tutto diverso, la vita ha assunto un’altra ottica…direi che…si, mi ha insegnato a vivere.
Ora so ridere e dire la mia…non è più nel mio interesse chiudermi nel mio guscio di depressione continua e di tristezza.
Considerando la fissa di battermi è ovvio che non mi abbia mai mollato.
Quella sera…sospiro…è stata molto bella.
Siamo arrivati a casa, il mio umore era cambiato completamente…niente più malinconia.
Notai che era bagnato così lo feci asciugare bene e gli diedi altri vestiti. I miei sono diversi dai suoi, lui ha uno stile totalmente differente e con una delle mie tute sembrava ancora più divertente.
Poi si stravaccò nel mio letto dicendo che era parecchio stanco e affamato. Mi tormentò finchè non gli diedi qualcosa da mangiare, non avevo molto perchè come diceva mio fratello mangiavo solo schifezze…perché non sa come e cosa mangia quel fenomeno dalla gamba rotta!
Il fenomeno in questione si ingozzò, parlò ancora di qualche sciocchezza, io gli risposi…fu una serata di per se semplice, poi ci mettemmo a guardare una partita di basket alla tv…commentavamo insieme molto presi, lui faceva ben ridere con gli aggettivi e gli sbotti che aveva, io mi contenevo e sfornavo frasi più tecniche che lui prendeva in giro con la sua rozzezza.
Eravamo in contrasto, opposti, lo siamo sempre stati.
È stato bello per quello, un atmosfera…non so…da amici.
Fu lì che ci legammo, che arrivammo al punto di considerarci veri amici.
Poi si addormentò lì sul mio letto. Non sapevo che fare ai fatti…non avevo altri posti dove dormire…provai a svegliarlo ma fu impossibile così alzai le spalle e mi stesi a terra di fianco al letto all’occidentale del mio appartamento, ora occupato.
Pensando che sua madre l’avrebbe squartato per non averla avvertita ma che io non avrei mai telefonato per lui, mi addormentai…tanto dormivo spesso nel terrazzo, in quel cemento duro, ero abituato!
Che nostalgia, vorrei tornare a quel momento, vorrei lui fosse qua con me ora e non mi lasciasse solo…quella sera mi ha portato via per sempre la solitudine, definitivamente. E non mi ha più permesso di provarla. Un impresa non da poco.
Lo ringraziai prima di finire nel mondo dei sogni.
Se tornassi indietro glielo direi a voce…sono cambiato molto, per lui…ora mi guardo e cosa trovo?
Un’altra persona che aspetta il suo fidanzato lontano…sicuro che ce la farà…sicuro che farò del mio meglio per mantenere la promessa.
Mi alzo e faccio l’unica cosa che mi permette di stargli vicino, di sentirlo qua.
Prendo la palla da basket e vado in palestra ad allenarmi anche se non è ancora ora.
Potrei vivere solo di quella. Di basket e di Akane…e si, dai…di amici, quelli della mia squadra.
In effetti ora che lui non c’è, con quella di sentirlo accanto e stare meglio faccio solo quello. Basket.
E va bene così.
Devo migliorare la mia resistenza fisica.
Inizio una corsa moderata palleggiando in dribbling sugli alberi…io non lo farei, normalmente…mi metterei solo a correre semplicemente…ma questo non è più Hitonari Hiragi che fa solo le cose ragionate e meno esibizioniste.
Questo è Hitonari Hiragi, quello che fa quel che si sente contro tutto e tutti.
Per arrivare alla vetta con lui.

/standogli vicino/


Io sono sempre stato così, dimostro le cose a modo mio, gli altri difficilmente capiscono perché faccio cose così prive di senso…ma vado subito al punto, al cuore delle faccende…insomma, scovo immediatamente il problema e penso all’unica cosa che io posso fare per aiutare ai fatti…sono pratico, non è colpa mia.
Sono sempre stato così, questo si. Specie da quando il mio egocentrismo è scemato.
Ora per stargli vicino…non so quanto senso possa avere, agli occhi degli altri, giocare ossessionatamene a basket, per me ha senso eccome.
Arrivo in palestra convinto di trovarla vuota, ebbene il custode mi saluta come al solito e subito sento delle voci che fanno una discreta confusione. C’è già qualcuno.
Mi fermo sull’entrata larga con la palla sotto braccio e li guardo.
Sono i nuovi ragazzi, i due che a settembre faranno la prima nel Kouzu e che non so come si chiamano.(troverò loro un nome, dai…NdAka)
Sembra che vogliano darsi da fare per bene, ne sono contento…devo ancora capire il loro livello e le potenzialità, penso oggi mi dedicherò a studiarli…è ai fini della squadra, in fondo.
Uno dei due sta gridando esaltato come una persona di mia conoscenza, che ora andrà a canestro…salta…non ha una grande elevazione, deve avere qualche altra capacità, allora…poi però viene fermato subito dal suo amico che senza fare troppa scena fa volar via la palla.
Ecco, lui è notevole. Ha una capacità difensiva nettamente evidente.
Sfoggia un sorriso ironico e sarcastico.
È calmo, però sembra abbia una doppia faccia.
Sono due molto diversi da me ed Akane…anche il loro rapporto…loro sembrano amici di vecchia data!
L’altro esaltato è un vulcano, un tipico bambino capriccioso…mi sa che il mio giudizio iniziale almeno su di lui era sbagliato...lui assomiglia tanto ad Akane!
Sospiro per il casino che fa visto che ha perso lo scontro. Lo insulta e quell’altro lo lascia fare sorridendo inquietante.
Ah, è a posto, si capisce subito che tipo è, non c’è da preoccuparsi.
- ma dove diavolo ho sbagliato, allora? Perché mi blocchi sempre?-
Ma è evidente, perché non ci arriva?
- è semplice, non salti abbastanza…e se il tuo punto forte non è il salto devi sfruttare al massimo gli altri…quel tiro semplice l’avrebbe fermato chiunque!-
Mi guardano e appena realizzano che ero io il vulcano che mi stava per sbranare sorride saltellandomi intorno con le stelline negli occhi felice che io sia arrivato…
- Oh…il sommo Hiragi che mi da un suo parere…che bello…e dimmi, come posso fare?-
Pensavo se la sarebbe presa. Invece sento una punta di gelosia trapassarmi da parte del suo amico…oddio, che non mi mettano in mezzo nei loro giochini!
Alzo le spalle. È solo basket e lo capirà. Tutti sanno che io sto con Akane…ma forse loro la storia non la conoscono…meglio così.
Vado dentro e mi piazzo circa a metà area davanti al canestro.
- è facile da capire. Tutti hanno dei punti di forza e dei punti deboli. Devi compensare i punti deboli con quelli di forza. Non è mica difficile. Ora devi capire quali sono quelli in cui vai forte e lavorarci sopra…e contemporaneamente eliminare quelli di debolezza.-
Mi guarda a bocca aperta, non si aspettava parlassi così tanto…
- ti faccio un esempio…-
Mi metto in posizione palleggiando…
- io non ho una grande elevazione e la mia velocità è media, nella norma insomma…ma dalla mia ho la precisione dei passaggi e nei canestri…oltre alla mia testa..-
Intesa come arma per tecniche e schemi…
- ho agilità di altro tipo come questa mossa…-
Gli vado incontro e faccio una finta delle mie che spiazzano l’avversario, la faccio veloce tanto che non capisce nemmeno da che parte sono passato, mi vede dietro di se, non sono in una buona posizione di tiro e sbilanciato, ma mi basta uno sguardo, calibro il tipo di tiro e la forza necessaria e la palla va subito in canestro.
Rimangono entrambi a bocca aperta battendomi le mani.
Non mi fanno effetto ovviamente…e continuo la mia lezione.
- capito?-
Sono senza parole…stanno un attimo a fissarmi estasiati poi mi si avvicinano e supplichevole, il più casinaro, mi chiede:
- fammi un autografo, ti prego, sommo re del basket!-
Questo mi fa cadere un gocciolone sul capo…e al ragazzo un pugno in testa dall’amico.
Faccio finta di non sentire mentre quasi arrossisco.
Detesto queste cose.
Vado a riprendermi la palla ignorandolo, poi riprendo il mio discorso.
- allora, direi che potete darvi da fare ora!-
Freddino, a dire il vero…ma sarà un periodo lungo, con questi due.
- si si…dimmi cosa devo fare, dai!-
Guardo il rgazzino e in un nano secondo decido, per farlo calmare un po’ del sano sforzo è il meglio.
- per cominciare esercizi sui salti, così impari a farlo come si deve…poi vedremo il resto!-
Sembra deluso, non si aspettava una cosa simile.
Ma non mi importa, è essenziale anche questo, altrimenti tutti lo bloccano.
Gli indico cosa deve fare, poi vado dall’altro che sembra intenzionato ad unirsi a lui. Lo fermo.
- no, per te è un altro discorso. Non potrete fare gli stessi esercizi!-
Mi squadra fulminandomi…non gradisce essere separato dal suo amico. E non me ne potrebbe fregare di meno. Io faccio il mio dovere.
- tu hai un ottima difesa, da rafforzare per rendere invalicabile, certo. Ma prima ti vorrei vedere all’opera sui tiri…devo farmi una visione più completa di te. Sull’elevazione sei a posto.-
E in attimo metto a lavorare anche lui, lo seguo meglio dandogli la mia attenzione, alcune dritte e i ‘compiti’ in mia assenza. Quando io non ci sono devono fare queste cose. Ora che li ho sistemati sono tranquillo e posso iniziare coi miei esercizi.
Questo ragazzino dalla doppia personalità ipergeloso ha molto talento sia come difensore che come tiratore…ma più di tutto ha una gran capacità latente per le finte. Penso di poter far di lui un grande giocatore…sull’altro che salta sembrando una scimmia con del piombo al posto dei piedi…bè, mi riserverò.
Parte il mio allenamento e subito tutto sparisce, non c’è nessuno intorno a me, ma solo una persona che si allena con me, che mi provoca gridando che tanto mi batterà prima o poi. È per lui che do il massimo anche ora, che finisco per arrivare al canestro e avvitandomi su me stesso, cambio mano e butto la palla nel cerchio.
È solo per lui, grazie a lui che anche da lontano non mi lascia in pace.
Il mio mondo mi assorbe di nuovo finchè qualcosa non tornerà a portarmi alla realtà. Ma per ora va bene così.
Sono accanto a lui e respiro normalmente, sono sollevato e sento che potrei arrivare alla vetta anche subito, ma non voglio lasciare troppo indietro i miei compagni…non ancora, non eccessivamente.
Akane, vedrai quando mi incontrerai di nuovo…su un campo da basket…saranno cambiate molte cose…altre invece saranno uguali…e ci sarà da ridere…eccome.
Aspettami, io ti aspetterò là.