AMORE O AMICIZIA

CAPITOLO V:
INCONTROLLATO

/Let's get it started – Black Eyed Peas/

Una gara continua.
Questo era la situazione nei giorni successivi al famoso fatto.
Una gara dove il premio conteso era Nicole.
Per Andry ed Anthony che si incontravano sempre, era maggiore il tempo in cui stavano insieme, era impossibile evitarsi nemmeno volendo.
E forse, a dirla tutta, erano proprio loro stessi a cercarsi per confrontarsi in continuazione, come se fosse più una specie di droga il fatto di gareggiare, beccarsi verbalmente, dimostrare di essere migliore dell'altro, vedere l'espressione altrui mentre acquistava la piccola vittoria momentanea... come se fosse impossibile far finta dell'inesistenza dell'altro.
Situata in mezzo ai due anche in classe, Nicole cercava disperatamente di isolarsi e la sua gara personale consisteva nel trattare nel peggior modo possibile entrambi, cercando di farli desistere da quel loro assurdo amore.
Non che le dispiacesse per i due, anzi, non le importava nulla se caproni simili si riducevano a quei livelli odiandosi fra di loro, tuttavia le dispiaceva per sé stessa perché il suo sogno di condurre una pacifica e felice vita studentesta esemplare (dal suo punto di vista) andava proprio nel 'cesso'!
Durante le ore scolastiche i due si prodigavano in continuazione in gentilezze sempre più frenetiche verso la fanciulla, tanto che mancava poco che respirassero loro per lei; dopo scuola, poi, entrambi l'affiancavano impettiti ed agguerriti per accompagnarla a casa, lasciandola con un certo dispiacere sul portone di casa mentre al posto dei saluti ricevevano un vagone di insulti poco femminili e ampiamente seccati.
Quando i due cavalieri ottusi rimanevano da soli, a quel punto, si trovavano sempre a guardarsi male in cagnesco per due abbondanti minuti e solo al termine di quello scambio costante e diretto di sguardi che la diceva lunga su ciò che pensavano, si voltavano le spalle e se ne andavano ognuno per la propria strada, in realtà comunque piuttosto vicini viste le abitazioni nello stesso quartiere.
Il rivedersi in palestra senza la principessa nera ed incazzosa era come un'inutile parentesi poiché si imponevano di non scontrarsi su nessun ring. Non erano del tutto andati di cervello, sapevano bene che se si fossero allenati insieme si sarebbero letteralmente distrutti a suon di pugni senza ottenere nulla a parte due o tre dolori lancinanti su ogni parte del corpo.
Così usando quel briciolo di intelligenza che rimaneva loro, evitavano lo scontro fisico in ogni modo possibile.
Dopo?
Bè, dopo si trovavano sempre magicamente sotto casa di Nicole ad aspettare che uscisse o arrivasse, insomma, per vederla e poterle parlare, consegnarle qualche regalo e trovare una soluzione geniale per acquistare punti ai suoi occhi.
Era ammirevole il loro insistere e non arrendersi davanti ad ogni 'no'. Considerando che ne ricevevano almeno cento al giorno non si poteva capire come mai, alla fine della giornata, non fossero depressi!
Questa era la situazione attuale di Anthony, Nicole ed Andry diversi giorni dopo le dichiarazioni serie.
Fino a quel giorno, quel pomeriggio tardo in palestra col sole che cominciava a scendere dipingendo di colori caldi i ragazzi a torso nudo che si allenavano ancora.
La voce che comunicò loro la svolta in quel triangolo amoroso, fu del proprietario della palestra che con dei moduli poggiati nel tavolino accanto all'ingresso, aveva annunciato a titolo informativo la data dell'inizio di una gara di boxe per la loro categoria.
Rimase impressa tutta l'atmosfera ed ogni particolare, ad esempio l'arancio che primeggiava sulla loro pelle lucida e madida di sudore, l'odore poco fresco a causa dei loro allenamenti, gli attrezzi abbandonati per ascoltare i particolari della gara e alcuni rumori esterni non ben definiti, probabilmente del traffico che avveniva nelle strade.
I due erano in parti diverse dell'ampia stanza ed ognuno con un proprio attrezo, come loro anche le reazioni furono diverse anche se il pensiero fu il medesimo:
Occasione perfetta!”
Poi però ad essere protagonista fu la risata prevedibilmente sguaiata e presuntuosa di Anthony che saltando sul ring a braccia aperte verso il cielo, con tutti i muscoli del bel corpo tesi per la felicità, aveva espresso il suo assenso con fare teatrale.
Al termine della risata in cui tutti si fermarono a guardarlo come se fosse un alieno, il ragazzo dai capelli castano rossi e ricci quasi disfatti, si fermò e girandosi direttamente verso Andry, fermo immobile dritto e rigido a guardarlo, totalmente composto rispetto all'altro, disse con arrocanza e seria convinzione:
- Ecco come ti batterò e mi prenderò Nicole! -
Il fatto che fosse un affermazione e non una richeista di sfida, lasciò tutti senza parole e incuriositi come non mai si chiesero cosa si fossero persi.
Andry asciugandosi un rivoletto di sudore dalla fronte con l'avambraccio, puntò gli occhi azzurri su quelli dorati e fiammeggianti di Anthony, il ragazzo in piedi sul ring la vide solo quando si guardarono in quel preciso istante.
Una luce d'eccitazione mai vista in quel controllato e cupo essere.
La luce nei suoi occhi e il sorrisino di chi si pregusta una vendicativa vittoria.
Lì accadde una cosa oggettivamente incredibile, quando il moro fece quell'espressione insolita e penetrante, lo spaccone e rumoroso rivale spense istantaneamente il proprio sorriso di sadismo e coi brividi che lo percorsero vedendo l'altro a pochi metri da lui con quel volto particolare, dal basso ventre qualcosa esplose inavvertitamente.
Tanto da farlo arrossire all'istante nonostante la sua abbronzatura e imbarazzarlo senza però poter distogliere lo sguardo.
Anthony si eccitò.
E la sensazione di aver franteso qualcosa dall'inizio di tutta la loro storia, lo investì come un treno.
Cos'è che ho sbagliato? Cosa ho capito male? Anzi, forse ... cosa non ho capito?”
Fu tutto lì quello che riuscì a pensare e quando il silenzio intorno a loro divenne pesante e gli altri ragazzi cominciarono stranamente a sentirsi di troppo, annunciarono il loro mite ed arrendevole 'fine allenamento' lasciandoli soli.

/ To build at home – The Cinematic Orchestra /
Quando si resero conto di essere soli, i due ragazzi, si scossero impercettibilmente come svegliandosi da un sogno strano e incredibilmente vero.
Fu un momento quasi faticoso ma sbattendo entrambi le palpebre, uno con maggiore espressività dell'altro si chiesero se non avessero esagerato ... già, ma a proposito di cosa?
I respiri che fecero tentarono di normalizzare il loro strano stato d'animo mentre per qualche arcano mistero, capirono di essere soli in quella palestra.
Ci volle molto ad Anthony prima di trovare il coraggio di parlare di nuovo.
Che diavolo volevo dire? Cosa DEVO dire? Porca merda, che mi succede? Io ... io ...” E mentre lo pensò realizzandolo per la prima volta, si sconvolse come non mai gli era accaduto in vita sua, chiedendosi se sarebbe riuscito a controllarsi. Lui da quando era nato non si era mai controllato, come si faceva?
... sono ... “
Inghiottì a vuoto e stringendo I pugni abbandonati lungo I fianchi l'osservò. Fece scivolare indiscreto gli occhi sgranati per lo stupore sul proprio stato d'animo e guardò come il sole al tramonto illuminava bene la pelle ancora imperlata, la pelle chiara che sembrava liscia rafforzata da quei muscoli perfetti ed allenati. Un corpo perfetto, oggettivamente bello e desiderabile.
Di nuovo quell'esplosione dentro, dal basso ventre, un tremore terribile interno che quasi non gli uscì, la tensione totale di ogni sua particella corporea. Come faceva a staccargli gli occhi di dosso?
... eccitato ... “
Però era faticoso dirselo, come lo era smettere di guardarlo. Non ci riusciva, era come se non potesse ... del resto lui lo provocava guardandolo a quel modo, perchè guardarlo così diretto e penetrante? Era chiaro che volesse da lui qualcosa. Chiaro come la luce del sole. Guardò anche il viso, lineamenti decisi che insieme ai capelli neri portati in quel modo gli davano un aria da tenebroso. Le labbra ben disegnate incurvate in un indecifrabile piega.
... da lui. “
Si videro le vene degli avambracci tanto che strinse I pugni sforzandosi di controllarsi e non fare qualcosa. Qualunque cosa fosse non doveva farla ... ma come fermarsi? Aveva sempre fatto tutto ed ora ... ora per quella risposta, per quell'atteggiamento, per quel qualcosa di strano gli piaceva. Andry gli piaceva e notava che era un bel ragazzo. E che qualcosa in lui o di ciò che aveva fatto lo eccitava.
Guardò poi I suoi occhi, di nuovo. Taglienti, ironici, maliziosi in quel momento. Azzurri e profondi.
I due non erano tanto distanti ma Anthony continuava a stare sopra il ring, a pochi centimetri dal bordo che lo separava da Andry a terra, posto in posa neutra a fissarlo in quel modo per lui indecente.
Eppure la voglia di annullare la distanza e di toccarlo era così grande ...
Si morse le labbra lasciando la propria espressione in una di sforzo e fatica che colpì l'altro, anche senza mostrarlo.
Ma se il tempo si sarebbe fermato veramente cosa sarebbe successo?
E se ... “
Non ebbe però il coraggio di continuare, come se dicendoselo anche solo col pensiero potesse annullarsi, qualunque cosa intendesse.
Fu il ragazzo sul ring, quindi, a lasciare che il suo carattere impulsivo ed indomabile prendesse il sopravvento. Non aveva mai pensato veramente di controllare l'incontrollabile.
Lui era lui, l'egocentrico narcisista per eccellenza. Qualunque cosa avrebbe fatto sarebbe andata bene, no?
Anthony mosse leggero dei passi come fosse in un sogno ovattato dove non percepisci a pieno I tuoi sensi e non sai cosa stai facendo finché non la fai.
Giungendo davanti alle corde imbottite e tirate, si accucciò trovandosi alla stessa altezza del suo viso, infine aggrappandosi con le mani alla prima ed alla seconda corda, senza pensarci meglio o fare espressioni particolarmente sconvolte ma solo una altrettanto indecifrabile, si sporse con la testa fra le corde avvicinando il volto al suo.
Così, senza riflessione alcuna, lasciando semplicemente che le cose accadessero in quell'atmosfera strana e suggestiva di tempo che si fermava, Anthony prese fino in fondo l'iniziativa cacciando ogni sorta di domanda, dicendosi che se ne era fatto già abbastanza e che anche senza risposte si poteva andare avanti lo stesso.
Perché lui era fatto così.
Come anche Andry, d'altra parte, era uno impavido che non si scostava nemmeno se il mondo gli crollava sulle spalle. Non esisteva cosa che non fosse alla sua portata, la fuga era per I vigliacchi.
Ecco perché quando il 'rivale' posò le labbra morbide sulle sue ancora chiuse in quel compiaciuto sorrisino, lo lasciò fare senza muoversi né respirare.
Accadde solo quello, un contatto di labbra che non si aprirono, non quella volta.
Non fu un vero bacio se non un tocco insolito e leggero ma desiderato.
Quando lo fecero poterono capire che l'avevano desiderato e che ciò che non tornava, quella strana sensazione, ora stava per raggiungerli e mettere I tasselli al posto giusto.
Solo questo ed insieme ai rumori esterni, il tramonto quasi del tutto passato e il silenzio assordante, si aggiunsero I loro respiri sospesi e I battiti dei cuori che andavano veloci, veloci e sempre più veloci.
Inspiegabilmente, come se stessero per affrontare un incontro di boxe e l'adrenalina li caricasse a mille.
Come se stessero per fare la cosa che più li esaltava e più piaceva ad entrambi.
Quando però si resero conto di dove sarebbero potuti arrivare, quando videro l'immagine netta e limpida di loro due abbracciati a baciarsi realmente e a fare l'amore proprio lì in quel ring di pugilato, spalancarono gli occhi e se prima avevano creduto di svegliarsi da un sonno, ora accadde realmente.
Si svegliarono e dimostrando shock completo, si staccarono rapidamente ansimanti e con così tanti pensieri vorticosi per la testa da non averne nemmeno uno.
Accaldati e pieni di desiderio ed eccitazione.
Se il tempo si sarebbe fermato veramente bloccandoli lì in quel luogo ... bè, sarebbe stato meglio non pensarci.
Preferirono così nonostante I loro caratteri particolari.