AMORE O AMICIZIA

CAPITOLO VIII:

REGALO DI CONSOLAZIONE

/ The little things give you away – Linkin Park /
L’incontro era ormai terminato e tutte le aspettative del popolare ragazzo ottuso che si era fatto prima di salire sul ring, erano pietosamente crollate con la fine dell’incontro, quando l’albitro aveva decretato il suo KO e quindi la vittoria di Andry.
Bruciore.
Era quello che provava in quel momento, alla fine di tutto, da solo nel proprio spogliatoio.
Aveva molte ferite nonostante le protezioni che aveva avuto per il viso vista la sua categoria, il campioncino ci era andato giù pesante tutte le volte che l’aveva colpito ed alla fine era andato letteralmente al tappeto.
Eppure quel che a lui bruciava e dava più fastidio tanto da rendere ogni istante insopportabile, non erano i dolori fisici bensì quelli del proprio animo.
Si sentiva ferito a partire dall’orgoglio per poi proseguire nel caotico mondo interiore che era decisamente più indefinito del suo orgoglio!
Lo bruciava aver perso anche se ad un certo punto si era sentito una schifezza tanto da gettare la spugna. Sapveva di averlo fatto, lo sapeva perfettamente ed era successo perché, nonostante tutto ciò che si era detto e di cui era stato sicuro fino ad un attimo prima, là, in mezzo a quei pugni, nulla si stava avverando.
Si era reso perfettamente conto dell’inutilità di quello scontro ed una volta che lui capisce il non senso di qualcosa smette di lottare, smette di farlo semplicemente. Se non ha una vera ragione per fare qualcosa non la fa ed anche se all’inizio aveva pensato di averla, poi, al momento dei fatti, si era reso conto di aver torto e tutto era finito.
Tutto.
La voglia di combattere, di vincere, di prenderlo a pugni, di… di ogni cosa tranne che di una.
Una sola voglia assurda era giunta in lui infilandosi come un serpente dannato.
Una voglia proprio incomprensibile e inappropriata, inspiegabile.
La voglia di toccarlo e farsi toccare da lui, ma non con dei pugni, bensì con carezze.
Una voglia precisa e definita, al contrario del motivo per cui l’aveva proprio in mezzo al loro incontro di boxe!
Così impulsivo come era sempre stato aveva smesso di combattere perché non era più quello che voleva ed ora… ora era lì, nello spogliatoio da solo, dopo aver cacciato tutti malamente con un umore nero.
Era lì ed aveva perso.
Il bel viso pieno di lividi e qualche segno da cui fuoriusciva del sangue come il labbro spaccato ed il naso, era anche coperto di sudore come il resto del corpo lucido e stanco, i muscoli ormai rilassati e ancora a torso nudo manteneva le fasce alle mani libere dai guantoni.
Seduto su una panca, piegato in avanti ed appoggiato coi gomiti alle ginocchia, lasciava a penzoloni le mani e la testa coi ricci capelli castano rossi tutti sugli occhi, legati ancora per pochissime ciocche, ormai. Gli occhi dal particolare colore erano abbassati a guardare il pavimento e nella stanza solo il suo respiro pesante ed infastidito si sentiva.
Era giù.
Per la prima volta in vita sua Anthony era solo e semplicemente giù.
Nemmeno Nicole era riuscita a tirarlo su.
Il loro dialogo avuto solo pochi minuti prima aveva avuto una piega inaspettata…
/- Mi dispiace che hai perso… -
- Figurati io… -
- Ma sei stato tu a perdere! –
- Grazie, me ne ero accorto! –
- Idiota! Intendevo: non è che è stato Andry a vincere ma tu a perdere… è diverso, lo capisci o ti faccio un disegnino? –
- … -
- Tony? –
- Si, lo capisco. –
- E quindi? –
- Non lo vedi? –
- Si che lo vedo: ti brucia! Ma non è questo che voglio sapere. –
- Cosa allora? –
- Perché hai smesso di combattere ad un certo punto… -
- Perché… Nicole, devo dirti la verità. Mi sono stupito io per primo… Vedi, io ero partito agguerrito e sicuro, con una buona motivazione per battermi con lui: tu!
Cioè ero certo che chi di noi avesse vinto si sarebbe conquistato il diritto di corteggiarti, di uscire con te, di prendersi il tuo cuore… -
- Testa di rapa! Come te lo devo dire? Passerò l’eternità a rifiutare sia te che l’altra testa di melanzana? –
- No, non serve. L’ho capito. Su quel ring. Ecco perché mi sono fermato dal colpirlo. Non sapevo più per cosa combattere, perché dovevo ridurlo in poltiglia. Non combattevo più per te, capisci? –
- Alleluia! –
- Si, ma non sapevo più per cosa altro… -
- Per te stesso! –
- No, io non lo volevo coperto di lividi. Non per me. La mia volontà in realtà era… era un'altra. –
- Cioè? –
- Volevo accarezzarlo e toccarlo in… in altro modo. E che lui facesse altrettanto con me. –
- Oh. –
- Già. –
- Quindi tu… -
- Esatto… mi sono reso conto di non essere più innamorato di te perché… cazzo, è difficile dirlo. Bé, mi sto innamorando di lui! –
- Cazzo lo dico io. Merda, non so cosa dirti. Cioè, non è una brutta notizia, no? Finalmente il sale in zucca ti è tornato e siamo solo amici come volevo. È una bella notizia. –
- E l’altra? –
- Anche l’altra. Dai, su, non è mica tragico innamorarsi. Finché lo eri di me eri felice ed ora che lo sei di un'altra persona non più? Mi brucia dirlo ma innamorarsi è una bella cosa, no? –
- Si, ma di un altro ragazzo è sempre bello? –
- … -
- Ecco, appunto. Ho bisogno di pensare, ti chiedo di lasciarmi solo per un po’. –
- Devi curare le ferite, lavarti e andare a casa a dormire, non pensare, non subito, o farai disastri perché non sei abituato a farlo. E poi ti ripeto, per me non è grave! –
- Lo dice una che si concia come lo spirito di Halloween! Ovvio che per te tutto è normale! –
- Allora devi capire cosa sia PER TE normale, Anthony. Ma non hai una pistola puntata alla tempia, sei libero di pensarla come vuoi e soprattutto di prendertela comoda! –
- Grazie del consiglio… -
- Si, ora me ne vado. Non faccio entrare nessuno ma tu datti una mossa, non fare le ragnatele, bambino puzzone! –
- Ora sì che mi sento meglio, strega! –
- Non ho dubbi! - /
Poi semplicemente se ne era andata via lasciandolo solo nella stanza.
Era vero, aveva perfettamente ragione, in fondo era come diceva lei.
Che c’era di male a provare certe cose?
Nulla… inoltre parlando con lei aveva fatto lui stesso chiarezza, eppure… eppure quel senso di bruciore lo divorava ancora, insieme a quel caos che lo incupiva.
Cosa c’era che non andava?
Andry.
Andry l’aveva comunque battuto, non aveva avuto riguardi, non aveva pensato che invece di prenderlo a pugni avrebbe voluto baciarlo. Non aveva pensato nulla di tutto quello. L’aveva ridotto al KO.
Ecco cosa c’era.
Per Andry non era la stessa cosa.
Dunque tutto quel ragionamento e quel capirsi era stato ugualmente inutile.
Era inaccettabile, per lui, venir rifiutato ancor prima di essersi dichiarato.
Con Nicole era diverso, al di là di lei i suoi rapporti erano sempre andati a gonfie vele.
Ora sembrava essersi rovinato tutto a quel modo.
Era veramente terribile ed insopportabile.
Fu il cigolio della porta che si apriva che lo interruppe dai suoi lugubri e infastiditi pensieri, mentre alzò la testa per guardare chi fosse entrato, iniziò subito a lamentarsi scocciato:
- Chi diavolo è? Avevo detto che non volevo nessu –
Ma la voce gli morì in gola grazie alla sorpresa di trovarsi davanti proprio i due occhi azzurri a cui stava pensando con violenta intensità.
Il bel viso tenebroso di Andry si trovava a qualche metro da lui, in piedi. Aveva qualche livido ed era già pulito e vestito, non aveva perso tempo. Non parlò nemmeno per dire che era lui o giustificare la sua presenza ma lo fece Anthony stesso dopo essersi ripreso col batticuore che comunque andava a mille.
Si sentiva un ragazzino.
- Che sei venuto a fare? – Chiese sgarbato distogliendo lo sguardo da lui ed afferrando l’asciugamano abbandonato accanto a lui, lo strinse senza saper cosa fare di esso ma quando udì la sua risposta parve subito saperlo!
- A vedere la faccia del perdente. – Lo disse senza peli sulla lingua e monocorde come suo solito, per questo si beccò il famoso asciugamano sulla faccia, tirato istintivamente da Anthony infuriato.
- L’hai fatto, ora vattene! – In realtà era contento di vederlo ma lo stato d’animo era così combattuto ed in subbuglio da non capire lui stesso cosa voleva veramente. Si sentiva in imbarazzo a guardarlo, aveva capito che gli piaceva, non era uno scherzo. Sapeva inoltre che l’altro non lo ricambiava, visto come l’aveva ridotto… quindi era comunque inutile interagire con lui, fare l’amico come normalmente faceva… del resto anche fare il rivale, ormai, era così privo di senso…
- Sicuro? – Disse invece il moro togliendosi il telo e continuando a tenerlo in mano. Rimase lì fermo per un attimo senza muoversi, lo guardò soltanto e notò tutto il disagio interiore e il malessere che Anthony provava. Lo captò subito in quanto egli era il classico libro sempre aperto.
Lo invidiava… a volte sarebbe stato comodo essere come lui e risparmiarsi spiegazioni e parole inutili…
Gli dispiacque, capì che non capiva a sua volta e dunque fraintendeva il suo volere ed i suoi gesti. Gli dispiacque molto quindi si mosse ignorando il: - Si! – ringhiato dell’altro ancora seduto che si imponeva di non guardarlo. In compenso lui lo faceva: era un bellissimo ragazzo, a modo suo. Anzi, il classico bel ragazzo e conciato a quel modo lo era ancora di più, con quel ché di selvaggio era semplicemente da mangiare!
Lo voleva, era semplice e chiaro.
Arrivò a lui con passi lenti ma decisi e prendendo i lembi dell’asciugamano fra le due mani, lo portò intorno al collo di Anthony che finalmente si decise ad alzare gli occhi dorati sui suoi. Stupore e domanda nello sguardo.
Cosa voleva?
Non lo capiva ma vide e sentì come lo circondava con il proprio panno senza mollare le estremità, avvicinandosi così tanto a lui, così lentamente… sentiva il suo profumo fresco di bagnoschiuma e vedeva i capelli ancora bagnati per la doccia appena fatta che gli ricadevano ordinati intorno al viso e sulla fronte. Era bello… Dio, se lo era. Lo era come il David di Michelangelo.
- Ho una cosa da darti. – Disse poi in un sussurro a quella vicinanza, chinato su di lui immobile e teso che cominciava ad andare ancor di più in caos.
- C-che? – Balbettò a fatica il ragazzo inghiottendo a vuoto. La bocca si fece improvvisamente secca e quasi quasi pensò che i battiti cardiaci si sarebbero uditi anche fuori.
Eppure nonostante fosse in quello stato e certamente non profumasse, Andry sorrise compiaciuto e soddisfatto. Un sorriso di netto apprezzamento. Questo cancellò del tutto i pensieri da Anthony.
- Il regalo di consolazione. – Lo disse ma fu solo colpa della mente ormai scollegata del compagno, se non fu compreso a fondo il significato di quell’avvertimento.
Ecco perché, quando finalmente annullò totalmente la distanza fra loro, Anthony sgranò gli occhi al colmo della sorpresa, dimenticando ogni cosa, anche come si baciava.
Come poteva essere?
Non era la prima volta che lo faceva, perfino con lui… ed ora… ora si trovava come un novellino con gli ormoni in subbuglio a chiedersi: ‘mi sta baciando, che diavolo devo fare?’
Chiedersi proprio quello.
Quando sentì le labbra carnose posarsi sulle sue più sottili i sensi avvamparono in lui contemporaneamente appannandogli il dolore per i brutti colpi ricevuti, quando poi sentì la lingua che cercava la sua trovandola presto, probabilmente qualche altra funzione vitale gli saltò.
Non reagì subito, dapprincipio lasciò che Andry gestisse quel bacio, che giocasse da solo con la sua lingua e che creassero quella sorta di secondo round ma dopo un attimo di intontimento, tutto quel che provò in quello scambio di sapori lo fece tornare, come uno shock per qualcosa di troppo bello e perfetto. E rispose a tutto con un certo trasporto, alzandosi e portando a sua volta le mani sul volto dell’altro, attirandolo ancor di più a sé facendo combaciare i loro corpi eccitati. Rendendo più elettrizzante quel nuovo ‘incontro’ sensuale.
Ecco, si disse, era proprio questo quello che durante la gara avrebbe voluto fare. Solo questo.
Quando si staccarono dopo un momento interminabile, ancora fronte contro fronte e coi respiri affannati, Anthony disse serio:
- Bé? Tutto qui il regalo di consolazione? Questo è l’antipasto, no? –
Ci volle solo un attimo ad Andry per capire che si era ripreso alla grande e che era tornato in sé. Proprio il ragazzo che la prima volta l’aveva colpito a quel modo… non sorriso, non sarebbe stato da lui, ma l’avvolse alla vita con le sue braccia forti, facendogli sentire esattamente ciò in cui consisteva il regalo in realtà!
No, Anthony non arrossì ma fece quel che l’altro non era capace di fare, sorridere, e lo fece con aria furba e compiaciuta allo stesso tempo, pieno di malizia.
- Ah ecco, così va meglio! –
Tanto a che servivano le parole? Se c’era lui…
Alla domanda: nemici o amici? Finalmente avrebbe saputo cosa rispondere.
Amanti, no?
Dopo cosa accadde?
Ovvio… ripresero a baciarsi, come tutti gli altri momenti successivi della loro storia!

FINE