NOTE: non era in programma nessuna fanfic su loro due, però per tirare su il morale di una mia amica ho cercato alcune foto del bel Beckham che può stare simpatico o antipatico, ma sul fatto che sia splendido non si può sindacare! Bene... fra quelle c'era la foto di sotto e me ne sono innamorata, l'ispirazione è partita al galoppo ed ho creato ciò! Karl non ha tutti quei tatuaggi e soprattutti i suoi capelli sono diversi, però se fosse in carne ed ossa non posso non immaginarmelo sotto queste fantastiche e sexy vesti. Così questa posa mi ha catturato ed io ho scritto. Quindi vi metto anche la foto di quello che potrebbe benissimo essere Genzo, trattasi di un attore giapponese, Takeshi Kaneshiro. 
Della canzone che ho scelto non ho trovato il midi quindi ne metto un altro di sottofondo, ma la mia scelta autentica la lascio. Spero intanto di trovarlo.

Detto ciò buona, buonissima e meravigliosa lettura!
Baci Akane
DEDICHE: a tutti gli amanti di questa coppia ed in special modo a Slanif!
RINGRAZIAMENTI: a chiunque leggerà e commenterà.

GHIACCIO CALDO

david/karltakeshi/genzo

/Strict Machine – Goldfrapp/
Fa troppo caldo oggi.
Dov’è finita la rigida temperatura della Germania?
Come si fa a concentrarsi negli allenamenti in queste condizioni?
Dopo tutti questi anni che vivo qua mi sono abituato al clima freddo e quando vengono giornate così afose faccio una considerevole fatica a non sciogliermi in una pozzanghera!
Anche se il sole è ancora alto per questa volta finirò prima gli allenamenti, tanto più che è domenica e non sono costretto a farli. Sono anche da solo, non ho un gran stimolo a continuare, in fondo.
Quest’estate mi farà morire molto prima del previsto!
-Uff! – Sbuffo mentre mi asciugo il sudore che cola dalla mia fronte imperlando tutta la pelle del viso e del collo, mi tolgo il cappellino e sventolandomi con i lembi della maglietta che mi sta fin troppo attillata, soppeso l’idea di farmi subito una doccia con quella di fare un bel tuffo in piscina.
Oggi è giornata da nuoto!
Quasi quasi… non è mica una cattiva idea!
Bè, ma non da solo.
Ovviamente!
Mi metto il costume, prendo un asciugamano e vado a vedere che combina Karl, così lo trascino in piscina con me.
Aveva detto che oggi non potevamo vederci perché aveva degli impegni ma non riesco proprio ad immaginare quali possano essere questi impegni più importanti di me!
Andrò a controllare, sicuramente non mi dirà di no con questo caldo.
Lui è un ghiacciolo, si sarà già sciolto.
Meglio che vada in suo soccorso prima che evapori completamente.
All’idea di passare il resto della giornata con lui quando sembrava non potessimo vederci, mi sento decisamente più brillante ed in forma. È proprio una buona idea vederlo!
È l’unico amico che ho qua, come possiamo stare separati?
Lo trascino ovunque ed il più delle volte ci alleniamo insieme ma oggi aveva da fare… gli farò capire che non c’è nulla più importante di me!
È una persona strana… è restia a cedere al nostro rapporto, a lasciarsi andare. È chiaro che siamo molto legati ed intimi ma ha ancora quel muro fra me e lui nonostante sia da molto che ci conosciamo.
Io sono un tipo testardo che ottiene sempre quello che vuole in un modo o nell’altro, ma lui non è da meno… quando dice no è no!
E sì che si capisce fin troppo bene che vorrebbe cedere… a qualunque cosa potrebbe succedere fra noi.
Una volta col costume addosso, dei pantaloncini blu scuro attillati che lasciano poco all’immaginazione, e dei jeans tagliati al ginocchio con una canottiera nera, mi avvio col borsone dell’asciugamano in spalla. Casa sua è a due passi, non ci impiegherò molto ad arrivarci.
Karl, Karl… che devo fare con te?
Come lo butto giù quel muro?
Forse non mi impegno abbastanza… ho paura di cosa posso trovarci dietro?
Penso di conoscerlo ma si può conoscere davvero uno che sta sempre al di là di un muro dalla nascita?
Però vorrei fare il passo successivo, consolidare quel che siamo, approfondire… quest’amicizia non mi basta più.
Devo portarlo sulla via della perdizione, una volta che ci camminerà con me non vorrà più tornare indietro e sarà grandioso, me lo sento!
Come previsto arrivo subito da lui. Abita con sua madre e sua sorella in una casa modesta, ha sempre qualcosa che non va e che cade a pezzi però ha un giardino ed è in un posto abbastanza tranquillo. Sono riusciti a finire in un quartiere dove tutti si fanno i fatti propri, cosa non rara qua in Germania.
Io invece vivo da solo già da un po’. Appena ho fatto i 18 anni Mikami mi ha lasciato la casa che per me solo è piuttosto grande, ma sono abituato alla villa che avevo in Giappone e questa non è nulla a confronto.
Penso che andando avanti così convincerò Karl a trasferirsi da me, so che sente il bisogno della sua indipendenza ed ora che siamo entrambi in una squadra che milita nel professionismo possiamo permettercelo.
Siamo giovani ma siamo chiamate le nuove promesse prodigio del calcio tedesco, anche se io sono giapponese. Ho una strada che mi si apre sempre più ed è la stessa che sta percorrendo lui. Ne sono più che felice.
È un buon periodo, le cose stanno andando bene ed io non trovo più di che lamentarmi.
Solo che lui potrebbe smetterla di stare così… così… ehi, ma quella meraviglia inginocchiata in quell’angolo del giardino, di schiena, a torso nudo, con indosso solo dei jeans che stanno come una seconda pelle, chi è?
Rimango fermo sul cancello mentre non emetto nemmeno un respiro minimo.
Mi concentro puntando gli occhi scuri dal tipico taglio a mandorla su quella figura poco distante che silenziosa e china traffica con non so sa bene cosa, sotto il sole cocente.
La sua pelle normalmente è chiarissima ma con queste giornate di sole comincia a prendere colore, ma lo riconosco dalla schiena. Senza ombra di dubbio è la sua.
Karl… ma che bel regalo!
I capelli biondi dal tipico taglio sono particolarmente in disordine e la pelle è lucida ed imperlata di sudore. Però lo spettacolo migliore è quel fondoschiena che da questa parte si vede perfettamente.
È particolarmente meraviglioso!
Il sole lo illumina in modo spettacolare e ogni volta che muove le braccia i muscoli sulla schiena guizzano.
Non so che lavoro stia facendo ma spero duri a lungo.
Piego la testa di lato scolpendomi la mia tipica espressione d’enigma… bè, enigma un corno! È chiaro che apprezzo la visione!
Oh, Karl, non muoverti, per favore. Non alzarti, non accorgerti di me… continua pure a lavorare!
Mi lecco le labbra secche, ho bisogno di bere un po’ d’acuqa fresca. Anzi, no, ho bisogno di quel tuffo in piscina di cui parlavo prima!
Ha la vita stretta e le spalle larghe, ogni cosa al posto giusto, tutto così ben sviluppato… come ci starebbero bene un paio di tatuaggi in quella schiena!
- Ahh… - Sospiro spontaneamente immaginando il resto che ho visto molte volte negli spogliatoi e mi mordo il labbro inferiore. Vorrei mordere lui.
A questo punto non può non notarmi, quindi rimanendo di schiena rispetto a me, si drizza in ginocchio così com’è, non del tutto alzato me nemmeno completamente appoggiato sui talloni, quindi appoggia una mano sull’erba di lato e con l’altra si tiene all’aggeggio che sta aggiustando davanti a sé. Solo ora noto che è una moto.
E quella da dove viene?
Ma viene presto oscurata dalla sua magnifica posizione e dal suo sguardo che gelido si posa su di me.
Anche visto così è fantastico.
È come un invito a raggiungerlo!
La zona lombare è incurvata in modo da risaltare di più la curva del suo sedere sodo e perfetto stretto nei jeans da cui spunta l’elastico dei boxer. Sono bianchi.
Ha le gambe piegate leggermente divaricate e le mani sporche di olio di motore. Quante cose si possono immaginare in questo momento!
Inghiotto di nuovo a vuoto, ho la bocca sempre più asciutta e mi sento stupidamente affannato.
I suoi capelli sono spettinati anche sulla fronte, gli stanno meglio di sempre.
Le goccioline di sudore gli corrono sulla pelle disegnando i muscoli tesi al punto giusto e le linee naturali del suo corpo.
Sembra sempre un ghiaccio, certo… ma un ghiaccio caldo. Molto caldo.
Che si sta sciogliendo!
- Genzo! – Mi saluta pronunciando il mio nome e mi sembra che sia ancora più sexy del solito mentre la sua inclinazione si mantiene scostante e non fa una piega.
Come lo dice bene il mio nome!
- Ciao… - Lascio andare di peso il borsone a terra e muovo dei passi in trance. Ho la voce roca.
Non fa ancora nulla, non torna al suo lavoro, non si alza, non si gira. Mi guarda di sbieco in quel modo con le sopracciglia appena alzate con l’interrogativo nei lineamenti normalmente gelidi. Ora mi pare tutto incandescente, però!
- Che ci fai qua? – Mi fermo a pochi metri da lui, non oso avvicinarmi oltre o potrei saltargli addosso.
Già, che ci faccio qua?
Bella domanda… improvvisamente ho dimenticato tutto!
- Bè… - Comincio sperando che mi esca qualcosa ma le corde vocali si atrofizzano e non dico altro, quindi lui molla la moto davanti a sé, che sta su da sola, e si raddrizza ancora di più girandosi ulteriormente verso di me. Non serve che parli. Non fa espressioni particolari ma si capisce subito cosa pensa. Per lo meno per me è così… forse non è vero che anche con me è al di là di un muro. Ho imparato a decifrare tutti i suoi silenzi, le sue distanze e le sue non espressioni.
Non penso che dirà qualcosa finché non gli darò una risposta, quindi è meglio che parli.
- Sei solo in casa? – Che cosa c’entra?
Karl sembra stupito della domanda, suo malgrado risponde:
- Si. – Poi aggiunge sempre neutro: - Ti avevo detto che avevo da fare… - Non è stizzito o seccato ed anche se lo fosse non me ne importerebbe. Avevo voglia di vederlo… ah già, ecco la risposta alla sua domanda. Ora ricordo!
- Avevo voglia di vederti lo stesso… fa troppo caldo per… per… - Fare qualunque cosa che non sia saltarti addosso?
Sono diventato un maniaco!
Sarà colpa di questa ondata di caldo o degli ormoni in subbuglio o magari del fatto che lui è dannatamente sexy in quella sua freddezza composta. Ed è anche molto bello.
Per non parlare del fatto che lo desidero da tempo… tutto questo rispetto per lui e per i suoi tempi quando l’ho sviluppato?
No, non sono io se mantengo a lungo tutta questa pazienza, no?
Arriva anche il punto in cui mi prendo quello che voglio e lo faccio a modo mio!
Alza le spalle e torna a girarsi visto che non continuo la frase. Non chiede delucidazioni, pensa che se voglio dargliele gliele do, lui intanto continua per la sua strada dritto senza distrazioni. Qualunque cosa accadda lui non devia mai. È sempre uno tutto d’un pezzo!
Però doveva per forza stare a torso nudo, dannazione?
Vediamo per quanto rimarrai così impassibile, mio caro!
Se non vuoi stringere i rapporti ti obbligherò io. Dopo di questo dubito che non sarai tu stesso interessato alle mie argomentazioni,
Sono certo che non scapperai ancora!
E pensando ciò la mia espressione d’apprezzamento ed imbarazzo insieme si accentua diventando completamente maliziosa e piena di desiderio.
Con due falcate annulla la distanza che c’è fra noi ed inginocchiandomi a mia volta dietro di lui che traffica con la moto (e Karl che traffica con la moto è già di per sé un immagine piuttosto eccitante…), combacio le gambe attorno alle sue, il bacino contro il suo meraviglioso fondoschiena alto e sodo e il petto con la sua schiena. A separarci solo un sottile strato di stoffa rappresentato dalla mia canottiera. Presto anche quello se ne andrà a quel paese insieme al mio autocontrollo!
Sento che si tende completamente trattenendo il respiro ma prima che dica o faccia qualcosa, le mie mani si infilano fra i suoi fianchi, sotto le sue braccia e arrivano sul ventre, risalgono sui capezzoli e lì cominciano a tormentarlo con una certa esperienza che in questi anni mi sono fatto senza di lui.
- Ma che… - Mormora con un filo di voce completamente shockato.
Il sorrisino si accentua e poso le labbra sul suo orecchio mentre con gli occhi scruto il suo profilo deciso che quasi boccheggia.
- Cosa stai facendo che non puoi stare con me? – Questo appare più come un invito a far sesso che altro e penso che sia esattamente questo.
Se qualcuno passa e ci vede… o se sua madre o sua sorella tornano… sono vaghi pensieri che mi sfiorano la testa, ma che rimangono vaghi.
Quindi noto con piacere che ancora non respira più e che i suoi battiti sono aumentati sotto le mie dita senza pietà. La temperatura della sua pelle sudata si alza ulteriormente, diventa bollente e le mani si staccano dal motore che ha davanti. Molla tutti gli attrezzi e rimangono a mezz’aria.
Ho fatto bene a venire, non mi sarei mai potuto perdere questo!
I corpi che combaciano creando questo contatto elettrizzante mi mandano in delirio scollegandomi del tutto il cervello, come se ce lo avessi mai collegato.
Lo volevo da troppo tempo, non avrebbe mai dovuto lasciarmi sul filo spinato così tanto.
- Doveva essere una sorpresa. – Eppure riesce anche a trovare la lucidità di rispondere. Risulta metallico anche se non c’era la minima traccia di fiato fra le sue parole. Non è che si sforza di essere così, lui non sa altro che quel modo di essere. Però non significa che non provi o non senta nulla!
Secondo me se ora le mie mani scendono languidamente sulla cintura dei jeans, come stanno facendo, e gli slacciano il bottone tirando giù la cerniera, lui non oppone resistenza.
E se le infilo sotto i suoi boxer così stretti, come i suoi pantaloni, cominciando a massaggiare con impudenza la sua parte intima, lui non si lamenterà.
Poi se aggiungo la mia lingua che gli lecca il collo e l’orecchio, decisamente finisce per godere.
Riempie il petto con quanto più fiato riesce mentre il mio trattamento diventa sempre più profondo ed insistente, quindi noto con piacere che pur lui non sappia cosa fare di preciso, lo so bene, piega di lato la testa per darmi un miglior accesso a questa sua parte superiore di cui la mia bocca si sta occupando.
Incurva la schiena appoggiandosi completamente contro di me, quindi quando la sua erezione diventa sempre più evidente e le sue labbra sono morse per trattenere le proprie sensazioni, sono le sue mani ad artigliarsi alle mie e a strattonarle via con forza. Interrompo stralunato e sconvolto l’assaggio del suo sapore al collo e sento appena la sua voce che dice le fatidiche parole:
- No. – Però è roco e pieno di desiderio, proprio come me.
Il suo corpo non mente.
Lo vuole quanto me è solo che la sua coscienza è più sviluppata della mia, evidentemente. Non lo so.
Però gli ho dato tutto il tempo che voleva, è ora di restituire il dovuto e di prendermi ciò che mi spetta.
Non sono mai stato bravo ad aspettare!
- E perché? – Però è una domanda retorica a cui non serve una risposta, visto che anche se me la darebbe non l’ascolterei nemmeno.
Sono altrettanto brusco e secco, quindi mettendoci la sua stessa forza mi sposto di lato con abilità per spingerlo giù, steso sull’erba sotto di me. Lo ricopro subito fermando le gambe con le mie, quindi con un braccio lo tengo contro il terreno, mentre l’altra mano mi slaccio i jeans liberando il membro che comincia già a reagire, faccio altrettanto col suo già eccitato in precedenza, dopo di ché premo il bacino sul suo e lascio che le nostre intimità si strofinino a contatto diretto mandando in delirio i nostri cervelli.
Non penso che a questo punto si possa ragionare e sa che se parlerebbe non servirebbe a nulla.
Per farmi smettere dovrà prendermi a pugni e non so sa gli va abbastanza…
Ho un aria risoluta e ci metto una forza discreta per tenerlo sotto di me, lui mi guarda come se fossi un criminale e finalmente dimostra un espressione diversa dalla normale da robot. Quanto è eccitante anche così.
È contrariato, non vuole, non si sente pronto, è anche shockato dal mio gesto di forza, lo costringerò a fare quello che non vuole?
Oh, no, mio caro… il punto è che lo vuoi anche tu ed ora te lo dimostro!
Mentre il bacino lavora con successo sul suo, gli fermo il viso fra le mani e senza esitazione, dopo averlo guardato da vicino ed essermi riempito dei suoi occhi azzurri liquidi in contrasto con sé stesso e con me, mi approprio delle sue labbra, le premo sulle mie e chiudendo gli occhi non respiro più sentendo quanto morbide e umide sono. Gliele apro subito e non oppone una gran resistenza anche se non è del tutto arrendevole.
Questa situazione è ancor più eccitante di quel che pensavo e mi immaginavo. Questa leggera opposizione che mi dà è ancor migliore di tutti i sogni erotici che mi facevo su di lui.
Vuole ma non vuole. È una contraddizione vivente… e mentre con la bocca e la lingua cerca di non accettarmi lottando con vigore contro di me, sono le sue mani ed il suo sesso a contraddirlo. Le mani viaggiano sulla schiena premendomi contro di lui, stringendomi e carezzandomi, quindi finiscono fra i miei corti capelli neri tutti mossi e fa in modo da non farmi andare via insieme al suo sesso che si eccita ancora di più.
Brividi e scariche mi attraversano in continuazione, non capisco più nulla, vado a fuoco e mi sciolgo contro questo ghiaccio caldo che mi desidera ma tenta di respingermi. Si tradisce da solo ed io non posso che aiutarlo stringendolo a me e tenendomelo ancorato addosso.
Il bacio diventa tale quando smette di cercare di respingermi e apre maggiormente la bocca per accogliermi fino in fondo e giocare con la mia lingua come in un vortice che ci trasporta in un'altra dimensione. Ci dimentichiamo di ogni cosa, tutto sparisce e ci fondiamo in un solo piacere senza fare sesso. Solo strofinandoci l’uno sull’altro, toccandoci, abbracciandoci, premendoci e avendoci.
Non servono approfondimenti con le mani, né con la bocca.
Basta questo contatto coi bacini, questo spingerci l’uno contro l’altro come se lo stessimo facendo, andare su e giù col corpo con sempre più frenesia e finalmente, mentre sono solo le nostre lingue che si leccano e si succhiano senza pudore alcuno, veniamo insieme violentemente e senza il minimo controllo. Veniamo improvvisamente sbalzati fuori dai nostri corpi e ci troviamo insieme altrove, mentre ci tendiamo e separando le nostre labbra che comunque sono l’una sull’altra, tremiamo attraversati da scariche sempre più forti e deleterie. Fino all’ultima che ci toglie ogni forza, facendoci crollare senza il minimo contatto con noi stessi e con la realtà.
Sfiniti come se avessimo fatto sesso completo finisco per appoggiarmi completamente sopra di lui, affondando il viso sull’incavo del suo collo. Sento il suo sapore che si infila fra le mie labbra schiuse, è buono, non so di cosa sa però vorrei assaggiarlo ancora.
I sensi lentamente cominciano a tornare in noi e dopo il gusto è il tatto a darmi coscienza. Mi sta cingendo con le sue braccia.
Si è finalmente arreso.
Allora arriva l’olfatto. Respiriamo a fatica coi battiti del cuore completamente irregolari.
La vista la lascio riposare, non voglio aprire gli occhi, sto troppo bene così.
Stringendo a me tutto questo bellissimo momento in cui è stato finalmente mio e l’ha voluto nonostante cercasse di opporsi.
Eri pronto, fidati di me.
Lo eri o non avrei mai insistito.
Ora non mi scappi più.
- Non ce la facevo più. – Dico ansimante con un filo di voce. Gli solletico la pelle infatti rabbrividisce e concedendomi un sospiro di resa, almeno credo che sia di resa, risponde mantenendo in apparenza il suo solito tono distinto e staccato:
- Me ne sono accorto. – Sembra mi disapprovi e non sia d’accordo, ma ora so che in realtà non è così.
Sapevo che prima o poi avrei vinto!
- Siamo appena all’inizio, ora non mi scapperai più! – Credo sia una minaccia ma è in senso buono. So che non devo giustificarmi e che mi capisce, infatti scuote la testa e scendendo con le mani sul mio fonscoschiena, lasciandole leggere, ribatte laconico facendomi sorridere:
- Sarai la mia rovina. – Quindi senza pensarci oltre, con una contentezza che mi esplode dentro fino a schizzare in ogni particella di me stesso, mi alzo sulle braccia e torno a cercare le sue labbra che mi concede subito, senza la minima lotta, rcambiando immediatamente la mia lingua che lo accarezza e lo esplora più lentamente.
Quello era il suo si.
Era ora!
- A proposito... e la moto? Non mi sembri tipo da moto lo sai? -
- Non è per me... - Risponde con aria indifferente mentre entrambi spostiamo gli occhi sul meraviglioso motore qua sopra di noi.
- No? - Sono ancora più curioso... si è messo a fare il meccanico, ora? - E per chi? - La risposta giusta proprio non mi passa per l'anticamera del cervello, così quando me lo dice rimango di sasso. Cosa unica e rara, lo ammetto!
- Per te. - Si ferma, sembra che non ci sia bisogno di dire altro, per lui. Dannazione, ma è serio?
- Cosa? - Esclamo incredulo puntando immediatamente i miei occhi sui suoi azzurri e fermi. Non ha la minima emozione mentre dice una cosa simile ma io so che non è come sembra. Non è vero che non ne prova. Mi tiro su sulle braccia per vederlo meglio, quindi visto che non risponde ancora pensando che posso leggergli nel pensiero, mi siedo del tutto allargando le gambe ancora avvolte nei jeans slacciati, il resto è tornato a posto. - Ma dici sul serio? -
Finalmente si decide a parlarmi: - Sembro uno che scherza? -
- No, in effetti no! - Lo dico subito senza nemmeno pensarci, quindi mi riprendo realizzando cosa ha detto e con un sorriso compiaciuto che mi illumina il viso, continuo: - Allora è per me la moto! Ma come l'hai avuta? -
- Era di mio padre ma non la usa da molto, la stavo sistemando per dartela. - Bè, si vede che non è nuova ma l'ha restaurata proprio bene... non avrei mai detto... Karl che aggiusta una moto per regalarmela... questa sì che è una grande giornata! - Però ti sei rovinato la sorpresa. - E la cosa non gli piace.
- Eh, lo sai come sono fatto... suvvia! Però che dolce! Grazie! - Senza più contenermi affatto l'abbraccio più di slancio e finisco per stenderlo di nuovo, gli stampo un bacio semplicissimo sulla guancia e lo sento inebetito e spaesato, non sa che fare. - A questo punto dovresti ricambiare l'abbraccio e dire prego! - Gli suggerisco... penso che la nostra relazione sarà sempre più... come dire...
- Ah! - E fa quel che gli ho detto appoggiando leggero le mani sulla mia schiena ancora coperta dalla canottiera. - Prego! - Il ghigno di divertimento si dipinge sulle mie labbra.
Comica! Ecco il termine che cercavo!
Sarà comica, la nostra storia!
Ma l'importante è che sarà!


FINE