GLI OSTACOLI DEL CUORE

CAPITOLO 8:

CREDERCI
 
/ My name is ... - Eminem/
 
- Ehi donna! -
- Bulma! Mi chiamo Bulma! Prova a dirlo! Pronuncia ... B ... U ... dai, su, con me! B ... -
Disse con fare da maestrina saccente la donna avvicinandosi all'uomo che le stava davanti guardandola seccato con un'espressione alienata. Non l'avrebbe mai detto, per principio ... chiamarla per nome sarebbe stato intimo, lui non aveva niente a che fare con nessuno di loro!
Certo a volte capitava che chiamasse per nome qualcuno ma probabilmente non pensava a quel che faceva. Preferiva mantenere le distanze. Lei insisteva troppo con la storia del nome, era ovvio che lui per controbilanciare quella seccante ragazza facesse l'opposto.
Bulma gli andò davanti e gli mise le dita ai lati della bocca per muovergliela, fu buffa la sua faccia quando fu messa in posa per la B, tanto che lei stessa rise divertita provocando così un ulteriore irritazione al principe dei Sayan che, tirando i muscoli del corpo pensò giusto di colpirla con un pugno!
- Smettila! Ti chiamo come mi pare! -
Lei tolse le mani dal suo viso per metterle ai fianchi:
- Eh no, mio caro! - Esordì cominciando a perdere la poca pazienza che aveva: - In questo caso hai torto, io ho un nome e desidero essere chiamata con quello! Che ne dici se ti chiamassi 'scimmione'? Quando c'era la luna piena e avevi la coda ti trasformavi in scimmione, sarebbe corretto ... perchè no? Al posto di Vegeta, 'scimmione'! Ti piacerebbe? O 'uomo'! Sei un uomo, tecnicamente è corretto! Tanto più che Vegeta significa vegetale ed un nome meno azzeccato per te non poteva esserci, è troppo generico 'vegetale', tutt'al più sei un broccolo, una testa di rapa, un cavolo ... ma 'vegetale' è così generico che non significa nulla, non ha senso! -
L'interruppe non potendo più ascoltare quelle che per lui erano proprio cavolate! Fece un passo indietro per non farsi più toccare in quel modo sciocco e sbottò truce:
- Taci! Sarà meglio Bulma! Che diavolo significherà? 'Stupida donna', probabilmente! -
- Mutandine! -
Lo disse con orgoglio, premendo a fondo su quella parola, poi si godette l'espressione di Vegeta imbarazzata che rimase senza parole. Sembrava fiera del significato del suo nome ... quello sì che era una cosa da nascondere, altro che Vegeta! Si disse così guardandola male, poi si riprese e continuò sempre scocciato:
- Bè, puoi chiamarmi come diavolo vuoi, non me ne importa! Lo fai comunque ... quando diventi isterica mi dici 'brutto scimmione'! Se dovessi offendermi saresti già morta! -
Esasperata lei alzò le braccia e gli occhi al cielo poi le fece cadere lungo i fianchi scrollando le spalle:
- Santo cielo, Vegeta ... andiamo a letto insieme, questo significherà ALMENO che puoi chiamarmi per nome? O devo riuscire a batterti in battaglia? -
Rifletté solo dopo che, comunque, Vegeta non chiamava Gaku col suo nome bensì con quello sayan ... bè, sempre di un nome si trattava, perchè Goku era Kaaroth ed invece lei era 'donna'? Ok, lo diceva sprezzante uguale però era snervante!
- No, non significa niente, te l'ho detto un sacco di volte, non hai più diritti di altri! -
- Ma se hai più riguardi per chi stai per uccidere! Gli dici: 'esprimi il tuo ultimo desiderio!' - Disse imitandolo alla perfezione con una vociona grossa e dura, poi tornò normale, ovvero femminile e irritante (per Vegeta): - A me non me lo hai mai detto, nemmeno quando entri e rischi di uccidermi veramente ... se ti prende qualche raptus in quei momenti io sono fregata ed ammetti che non sarebbe così insolito un tuo raptus! -
Quando era di buon umore parlava molto ma lo faceva anche quando era arrabbiata. In effetti era strano se fosse stata in silenzio, una volta ogni tanto!
Aveva una considerazione non molto positiva di lei, del resto non erano pochi i mal di testa che gli faceva venire ...
- Insomma, BULMA! Possiamo andare avanti o staremo a discutere di queste sciocchezze per sempre? -
Tagliò corto lui, lei esultò dentro di sé, aveva vinto una delle tante battaglie verbali ... certo, in quelle fisiche (qualunque tipo fossero, anche quelle fatte sul letto) non spuntava mai ma al momento si accontentava.
- Dimmi, VEGETA, posso esserti utile? -
Disse quindi sorridendo. Lui sbuffò ma andò avanti, era già mentalmente stanco di parlare con lei.
- Ho fame! Fammi qualcosa da mangiare! -
Lei sospirò e cominciando a seccarsi di nuovo disse:
- Quante volte te lo devo dire? Non sono la tua serva, devi chiedermi se mi va, non 'fammi'! -
Ancora uno sbuffo, l'ennesimo.
- Mi fai o mi arrangio? -
Era difficile vivere con lei ma era reciproco, alla fine lei si arrese e si diresse al frigo della cucina, lo aprì e prese il piatto della carne, era già pronto e sghiacciato per lui, quella montagna di bistecche grosse gli sarebbero bastate, sperava ... certo era costoso, Vegeta ... mangiava un sacco!
Quando si mise a cuocere, l'odore salì profumando la stanza di quello che normalmente sarebbe considerato buono ... normalmente, ma non in quell'occasione specifica.
- C'è solo quello? -
Disse lui antipaticamente sedendosi al tavolo. Lei si voltò di scatto guardandolo come se fosse un alieno facendogli pensare di aver detto chissà cosa.
- Che c'è? Ho tanta fame! -
In realtà non fu quello a provocarle quella reazione. La reazione dello stomaco che si stringeva sempre più contorcendosi, fino a creare una netta nausea inspiegabile.
Impallidì e continuando a guardarlo negli occhi, senza però vederlo veramente, si mise la mano allo stomaco.
- Cavolo, se non c'è nient'altro mi accontento ... -
Continuò non capendo. Dopo di quello lei non resistette e corse al bagno a rigettare.
Fu decisamente sgradevole, insopportabile e prosciugante.
Non sentì la reazione del sayan:
- Che esagerata ... non pensavo di aver detto una cosa tanto orrenda! -
Quando non ebbe più nulla da buttare fuori, rimase alcuni minuti seduta nel tappeto davanti alla tazza del water mentre faceva andare lo sciacquone. Aveva le lacrime agli occhi per lo sforzo e uno sguardo vacuo.
"Di nuovo ... cosa significherà? Sarà una semplice influenza ... in fondo che dovrebbe essere?"
Liquidò tutto così, peccato che lei aveva così tante nozioni scientifiche in testa che rovistando fra le varie possibilità, non riusciva proprio a scartare, come invece avrebbe voluto, l'ipotesi della gravidanza!
- Non diciamo idiozie! Perchè dovrei esserlo? Anche se non abbiamo mai usato precauzioni perchè quello scemo non sa nemmeno cosa sono, è assurdo, è troppo facile ... lo cacciavo prima che venisse! Certo, a parte una volta ... quell'unica volta in cielo, dopo uno dei litigi più duri ... là ho voluto farlo fino in fondo! No, non sarà! Ok, i tempi coinciderebbero, ho avuto un'altra nausea che isolata non mi ha detto nulla! Oddio, no. Non può essere! -
Si alzò di scatto impaurita, questo le provocò il giramento di testa, si appoggiò al muro, poi col panico che cresceva chiamò a gran voce Vegeta che accorse seccato, quando la vide con quell'espressione sconvolta si chiese che fosse mai successo ancora. Lei si aggrappò alle sue spalle forti e cercando di scuoterlo, senza riuscirci, disse a voce piuttosto alta:
- Vegeta, c'è la possibilità che io aspetti un bambino! -
Lo sparò così come l'aveva appreso, era un ipotesi, un'idea probabile ma nulla di certo. Certo lui era il colpevole e doveva penare da subito quanto lei.
Tuttavia se avesse conosciuto la sua reazione, probabilmente, non l'avrebbe mai detto ... probabilmente l'avrebbe tenuto nascosto o forse semplicemente non si sarebbe mai aspettata nulla, come avrebbe dovuto fare.
- Sarebbe mio? -
Una reazione da uomo, in fin dei conti. Troppo. Sia terrestre sia sayan facevano tutti la stessa cosa. Per lei uno schiaffo sarebbe stato più gradito, fu quello che gli tirò già arrabbiata, poi isterica gridò:
- Brutto scimmione! Con quanti vuoi che sia andata a letto negli ultimi tempi? Con mio nonno?  -
La reazione di Vegeta?
Shock!
 
/Breaking the habit - Linkin Park/
"Sono andato ad allenarmi. Quando mi ha chiesto di dire qualcosa, l'unica a cui sono riuscito a pensare è stato:
- Vado ad allenarmi! - 
Sapevo che si sarebbe infuriata ma non l'ho nemmeno sentita. Sono semplicemente andato ... del resto non ho da chiedere permessi, io!  Ho bisogno di pensare, credo che ci vada un po' di ragionamento a questo punto. Anche se non ne ho mai avuto bisogno. Io so già cosa voglio: diventare super sayan e battere Kaaroth, nient'altro ... il resto è di contorno, sono sciocchezze, mi concedo qualche divertimento con lei perchè ormai è fisiologico e posso permettermelo, non rischio la vita se me lo concedo.
Un figlio è diverso, una famiglia lo è ... rischio di non raggiungere il mio scopo, con una cosa simile.
Io DEVO raggiungerlo. Vivo solo per questo. Non mi interessano i figli, non so che farmene, non mi sono utili, non so nemmeno cosa significhi averne uno, cosa devo farci se lei è incinta? Cavoli suoi, non è colpa mia! Anche se lo fosse sono cose che capitano, è assurdo fermarsi solo per questo!
Andrò avanti come ho sempre fatto.
Dopo aver dato a fondo alle mie forze nella solita stanza, dopo aver superato ogni oggetto d'allenamento, dopo non aver più nulla da provare perchè riesco come fosse una passeggiata in tutto, mi fermo seccato in mezzo alla stanza, stringo i pugni e giro la testa guardando la capsula circostante. Sono seccato.
Altamente seccato.
Il mio umore è terribilmente peggiorato nell'ultima ora.
E' solo colpa sua e del fatto che non sono sudato nemmeno un po', nemmeno affaticato!
Non può più darmi niente questo posto.
- Non servirà a nulla! Sto solo perdendo tempo ormai! - 
Credo sia arrivato il momento di andarmene, è solo un fatto psicologico ormai. La forza ce l'ho, è mia, non è quello il problema, ho raggiunto il massimo che potevo raggiungere in questo posto.
Niente qua mi è più utile anzi ... comincia ad essere peggio.
Mi sto stufando!
Ripenso a tutto il tempo che ho passato qua, dall'inizio fino ad ora sono certamente migliorato, anche il mio lato di uomo lo è ... di sayan. Ho conosciuto piaceri che era mio diritto concedermi e prendermi ma ora è giunto il momento di andare ulteriormente avanti, il passo successivo per raggiungere Kaaroth.
- Basta cazzeggiare! - 
I ricordi consumano un guerriero, rischiano di aprire delle ferite chiuse e di impedire di andare avanti nel proprio futuro. Se rimango qua solo perchè forse sono padre e perchè voglio ancora far sesso, non diventerò mai più forte.  Non posso rimanere fermo solo per questi motivi, se la cosa giusta è andarmene per concentrarmi e raggiungere lo stato psicologico giusto, è quello che faro. 
Ne ho passate molte, non posso fermarmi e accontentarmi, devo agognare ed ottenere sempre più. Una famiglia mi deteriorebbe.
Mi lacererebbe, mi appesantirebbe come fin'ora l'hanno fatto un sacco di cose. Io devo odiare, odiare e provare rabbia, sempre di più, fino a che non esploderò, fino a che non mi divorerò da solo e la forza mi ingloberà, mi fonderò con essa. Devo concentrarmi solo su quello, qua ci sono troppe distrazioni.
Quella Bulma dà tutto per scontato, non sono più al sicuro nemmeno qui dentro, ci entra quando vuole, dice che è casa sua! 
E' convinta che rimarrò qua per sempre ma non va bene, non va più bene, io glielo avevo detto, è lei che si è sempre illusa, ora sono solo fatti suoi! Come ho ricominciato appena arrivato sulla Terra, cambiando vita, lo posso rifare di nuovo.
Non voglio essere quello che viene scelto dalle battaglie, devo essere sempre e solo quello che sceglie anche se capisco che dentro sono io quello confuso.
Perchè sono rimasto qua per troppo tempo in attesa di arrivare allo stato che volevo ed intanto mi sono fatto mangiare momenti preziosi da questi insulsi umani, ho fatto un sacco di cose inutili, ho ripreso a vivere quasi come niente fosse ... mi sono rammollito. Ogni notte di sesso ora la vedo solo come una sconfitta, la sento così perchè alla fine anche se stavo bene in quei momenti e mi sentivo potente, non mi ha aiutato a diventare super sayan, sono ancora solo Vegeta.
Kaaroth è ancora irraggiungibile, per me.
A questo pensiero tiro un calcio potente al computer centrale di questa stanza, comincia ad andare in corto circuito con delle scariche elettriche che mi raggiungono, non mi fanno effetto, comincio veramente a stufarmi, mi sento fregato e solo da una stupida donna!
Ho perso tempo!
- Dannazione! - 
Non so per cosa valga la pena combattere, o perché devo urlare ed infuriarmi, non so nemmeno perché istigo, a volte so che dico ciò che non ho intenzione di dire, ho imboccato questa strada perchè era l'unica possibile per rafforzarmi eppure ora, solo ora, dopo tutto mi rendo conto che non è stata quella giusta. Mi sono liberato da alcuni vizi, mi sono anche divertito, certo mi sono rafforzato ma ... l'odio non mi divorato, l'odio è scemato ed è solo colpa sua.
Il culmine l'ha raggiunto ora, con ... questa storia del bambino!
Che sia mio figlio non ha importanza, non ha alcun significato, l'avesse se potesse aiutarmi a raggiungere il mio scopo, non potrà, sarà solo un peso ... così che lei faccia quel che vuole, farò altrettanto io!
Devo pensare a me, devo prendere la strada giusta, la vera strada giusta!
Ancora un moto di rabbia e affondo con forza cieca il pugno in quel che ormai è un ammasso di rottami, il fumo esce e mi avvolge, è un istante, realizzo che in questo giorno mi libererò di un sacco di cose inutili ed è qua che il computer esplode coinvolgendomi.
Se mi ferisco o mi faccio vedere malmesso per una stupidaggine simile mi curerebbe, mi impedirebbe di andarmene e di fare quel che devo. 
Non ho da rendere conto a nessuno!
Aggrappandomi a quest'idea della cura che mi rallenterebbe solamente, faccio uno scatto ed esco da quel che rimane della capsula, più resistente della volta scorsa in cui è esplosa.
Chiudo saldamente la porta dietro di me, mi colpisce l'aria fresca e la respiro, mentre cerco di riprendere di nuovo fiato mi rendo conto che qua soffrirei ancor di più, perchè non raggiungerei i miei scopi, solo per colpa sua. Starei peggio di prima.
Non mi sono rimaste altre possibilità.
Non voglio stare fermo. 
Quando diventerò un super sayan lo sapranno tutti, farò in modo che non passerà inosservato, tutti avranno bisogno di me e se ne accorgeranno a costo di farli fuori uno per uno. Io sarò diventato così forte che nessuno potrà combattermi, nessuno mi umilierà più. Nessuno.
Questo è l'unico modo in cui la mia storia finirà!"
 
Vegeta spiccò il volo e se ne andò definitivamente da quella casa, lontano da Bulma e da suo figlio.
 
/Call me when you're sober - Evanescence/
Quando Bulma andò a controllare cos'era successo e chiedere a Vegeta cosa pensava di fare riguardo la probabile gravidanza, non lo trovò.
Non le volle molto per capirlo.
Se ne era andato e sentire dentro di sé che l'aveva fatto con l'intenzione di non tornare più e scappare a quelle responsabilità, le fece male.
Nonostante lei fosse Bulma, una donna molto forte ed incrollabile, le fece molto male realizzare che se ne era andato sapendo che sarebbe diventato padre.
Un male che fu subito divorato dall'ira.
"Non venire a piangere da me, quando non riuscirai a superare Goku, quando ti sentirai solo, quando verrai sconfitto e non saprai più come fare per andare avanti e sentirti forte. Non venire proprio a piangere da me rivendicando diritti su tuo figlio!
Se mi amassi saresti qui con me.
Se mi amassi non me lo diresti, se mi amassi scapparesti come hai sempre fatto ma solo metaforicamente.
Se mi amassi non scapperesti realmente.
Mi vuoi questo è appurato, vieni sempre a cercarmi di notte, però non vuoi amarmi, ti imponi di non farlo.
Non ne sei capace?
Sciocchezze, si ama ed è una capacità innata! Non la spieghi, la fai e basta.
Non sai far a meno di me ma nemmeno del cavolo di orgoglio, allora deciditi.
Ti ho fatto molte volte questo discorso fino a litigare ... alla fine hai deciso. Lottare da solo per essere più forte.
Perchè non capisci che lottare per qualcuno rafforza ancor di più?
Perchè?
Devo lasciarti andare, farti cadere, perchè così succederà questo, così, senza amore, senza nessuno.
Perderai tutto e forse quando sarai solo e sconfitto e ti chiederai cosa fare, potrai ricordare tu stesso questi momenti e dirti che se avessi fatto un'altra scelta, qualcosa sarebbe diverso.
D'altro canto a quelle condizioni non potevo io stessa continuare a cederti. Con la tua negazione ai sentimenti, a me ormai non basta solo il corpo, non è solo una cosa fisica.
Non è facile nemmeno per me, quando ho appreso la possibilità della gravidanza sono andata nel panico perchè sapevo che a lui non sarebbe mai interessato. Con un bambino io voglio l'amore, se lui non vuole darmelo c'era comunque qualcosa da cambiare.
Già ... alla fine stavamo solo ingannando noi stessi e sono stanca della menzogna.
Mi guardo la pancia ancora piatta fasciata da uno dei miei abiti stretti e corti e me l'accarezzo, ho un'aria non più arrabbiata, sospiro sconfitta.
- Sei arrivato tardi, piccolo ... hai deciso le cose ma non nel meglio che potessi sperare. - 
Esco da questo posto pieno di lui, del suo odore e della sua rabbia, lui sa solo odiare, è convinto di questo ma sicuramente continuando così finirà per star male, sempre più male ... fino ad umiliarsi veramente.
Starai male, Vegeta, e vorrei ripeterti convinta che non ti accetterò quando verrai a piangere da me. Ma sono stufa delle menzogne.
Non potrà mai funzionare in questo modo fra noi ... eppure sono riuscita a provare del sentimento lo stesso, perchè l'ho visto e nonostante tutti i suoi mille difetti so cos'ha dentro, so che vale, so che se mi amasse sarebbe qua con me, ora ha deciso e se ne è andato.
E' finita.
Va bene, sono grande e l'accetto, non è un problema crescere questa creatura, se ci sarà, da sola.
Va bene così.
Non posso comunque prendermi la colpa se il nostro rapporto è andato così, sono anche stanca di provare vergogna per essere solo un corpo, per te.
Deve essere stancante perdere al tuo stesso gioco.
Un gioco di odio verso tutto e tutti, in cui ciò che conta è la sola forza, niente debolezza ed ora nemmeno più distrazioni, tutto ciò che mi consideravi.
Si, ormai era diventato stancante.
Non posso dire che tu sia odiato anche da me anche se mi hai logorata fino a questo punto.
Sai, vorrei piangere ma in fondo stare con te mi ha rafforzata ancor di più.
In fondo devo ringraziarti per questo, tuttavia non mi meraviglia che tu sia sfinito, non ce la facevi più a star qui, vero?
Allenarti, avere il piacere fisico con me, vivere come un uomo normale ... era umiliante visto che ormai stavi dimenticando il tuo sacro odio.
Ora è il tuo odio ad odiarti, se ti abbandona perchè non gli piaci più non diventerai mai forte come vuoi, vero?
Ecco perchè sei finito a rincorrere lui e a scappare dalla vita normale, colei che ti renderebbe felice.
Non puoi recitare la parte della vittima stavolta, è stata tutta colpa tua, ti sei cercato ogni cosa.
Come non potrai farlo quando starai male. 
Chissà allora cosa farai? Sarai in te, ragionerai da sobrio ... spero che non mi chiami, ti dirò che è finita.
Tu ti chiederai: 'Come ho potuto bruciare il paradiso? Come ho potuto?' Ed io potrò divertirmi a risponderti con la tua stessa crudeltà: 'Non sei mai stato mio.'
Lo ripeto per convincermene.
Se mi amassi saresti qui con me.
Non mentirmi dicendomi, quando tornerai, che mi amavi e che sbagliavi. Dovrò dirti:
'Prendi le tue cose. Ho deciso per te.'
Sorrido entrando nella vasca e immergendomi nell'acqua calda, mi accarezzo il ventre immaginando quando sarà gonfio, poi un nodo sale alla gola, dopo aver immaginato tutta la scena che so non sarà mai. Vado sotto l'acqua con la testa, così almeno non si noteranno le mie lacrime.
Vorrei dire queste cose quando lo rivedrò, ma so che non sarà così.
So che l'accoglierò e gli farò tenere in braccio suo figlio.
So anche che invece di sentirmi sciocca, umiliata e stupida, mi sentirò felice e più forte di prima.
Però ora mi sembra così irraggiungibile, quel giorno ... "
 
/We believe - Good Charlotte/
Quella notte ci fu una donna che pianse a lungo, come poche volte le era capitato. 
Fu una notte in cui il mondo le parve cambiato solo per il fatto che era stata lasciata nonostante razionalmente sapesse che quello, era un passo inevitabile.
Non era una donna di molta fede eppure chiese a Dio perché.
Perchè suo figlio sarebbe stato come morto per suo padre, perchè sarebbe cresciuto senza di lui magari proprio nel suo odio.
Pensò di piangere per lui, per la creaturina che sarebbe nata, credette di non dormire nulla per questo figlio ma fu solo illusione, poichè in realtà piangeva per sé stessa e per aver perso l'uomo che amava.
L'indomani sarebbe stato solo un altro giorno di lavoro, i suoi amici, presto, avrebbero solo combattuto un'altra guerra contro dei nuovi cattivi che avrebbero dimostrato che non c'era nessun riguardo per la vita.
Ci sarebbe stato da chiedersi come mai tutti gli uomini ignari o consapevoli di uno dei soliti disastri mondiali, dormivano lo stesso sereni, vivevano e stavano bene.
In realtà lei voleva solo una cosa in quel momento.
Che le cose, anche per lei, andassero nel modo giusto.
Ci credeva ma non bastava che ci credesse solo lei.
Serviva che ci credesse anche lui, l'interessato alla sua preghiera.
Per realizzare i miracoli serviva la fede di almeno due persone.
Dovevano crederci insieme e tutto si sarebbe sistemato.
A quel punto non le rimaneva altro che questo.
Crederci.
Crederci veramente, con tutta sé stessa. Credere che quelle lacrime non erano inutili, che ogni tanto l'egoismo serviva, che si poteva star meglio dopo uno sfogo, che certe persone stavano meglio separate, che la vita era assurda se riusciva a far innamorare due persone di mondi letteralmente diversi.
Credere che nonostante la diversità fossero uguali nel modo di amare, un modo tanto umano quanto sayan.
Credere che prima o poi l'avrebbe lasciato andare, quell'amore represso e nascosto, che si fossero rivisti e che lui avrebbe capito, gli sbagli sarebbero stati perdonati e tutto sarebbe andato a posto.
Credere che l'indomani lei sarebbe stata bene e non avrebbe sentito la sua mancanza, avrebbe ripreso la sua forza e, nonostante sapesse perchè lui se ne era andato visto che era ancora l'unica a capirlo veramente, si sarebbe innamorata ancora di qualcun'altro.
Credere che anche lui l'amava.
Credere che erano giusti l'uno per l'altro.
Credere in quel loro strano amore fatto pieno di ostacoli, quegli ostacoli posti proprio intorno al cuore.
Credere che un giorno quei labirinti sarebbero stati buttati giù proprio per quel loro amore in cui credevano ciecamente.

Bulma non leggeva nel futuro, dalla sua aveva solo la fede nei suoi sentimenti di ragazza romantica.
Questo era ciò che pensava.
Non considerava che, in realtà, dalla sua aveva anche colui che, in un futuro ormai non molto lontano, sarebbe diventato una delle persone da Vegeta più amate.
L'altra sarebbe stata proprio lei.
 
FINE