NOTE: Seguito di Fade to black, come avevo preannunciato è una specie di side story più che seguito, su Kojiro e Jun che mi piacevano tanto insieme… è una coppia che deriva da una storia che è una What if…? (Cosa sarebbe successo se Tsubasa avesse avuto un incidente grave da lasciarlo paralizzato?), quindi di conseguenza anche questa lo è, potrebbe essere: Cosa sarebbe successo se, dopo il cambiamento di vita di Tsubasa costretto a lasciare il calcio, Hyuga e Misugi fossero finiti insieme? Non lo ritengo propriamente un AU poiché l’ambientazione rimane quella dell’autore, è solo la conseguenza alla precedente storia. In questo senso è What if…?. It’s all right?
Spiego un po’ come ci sono finiti insieme Hyuga e Misugi per chi non avesse letto Fade to black… certi eventi riescono a cambiare la vita e le persone, quindi anche i rispettivi rapporti, ecco come si sono avvicinati Jun e Kojiro abitanti nella stessa città. Per stare vicino a Tsubasa in un momento così critico si riscoprono in questo ulteriore inaspettato cambiamento di loro stessi. Scatta così qualcosa. Posto che come persone si compensano in un modo pazzesco e che me ne sono accorta scrivendo (non avevo progettato di farli finire insieme…), penso che così, per una ‘scusa’ simile, potrebbe funzionare, ma chissà… per ora siamo solo all’inizio!
Premetto che è una storia di soli 3 capitoli.
Prendetela per quello che è, il seguito di una What if…? già improbabile di per sé, come poteva finire se non in modo altrettanto assurdo?
Bene, il tono di questo seguito sarà decisamente più tranquillo, leggero e divertente rispetto a Fade to black molto drammatico ed angoscioso!
A cambio di POV metto i titoli e gli autori delle canzoni che fanno da colonna sonora al momento.
Vi auguro buona lettura come sempre!
Baci Akane
DEDICHE: La dedico a tutte le coppie più insolite che si sono formate e che resistono perché si amano veramente! (ma come sono romantica!)
RINGRAZIAMENTI: ringrazio chi mi aiuta muovendo le mie dita mentre scrivo, potrebbe definirsi istinto, potrebbe definirsi ispirazione speciale venuta da nulla di vivo, potrebbe definirsi in qualunque modo…ma c’è ed è ciò che mi fa muovere di vita propria i personaggi che utilizzo.



IL PRINCIPE E LA TIGRE
jun e kojiro

CAPITOLO I:
UNA STORIA CHE FA RIDERE

/Our House - Electric President/
“Sapevo che avrebbe tardato, so che non è per qualche impegno improvviso, è solo che si deve decidere a venire qua! È così difficile per lui accettare questa nostra relazione! Ci vediamo quasi regolarmente ormai da qualche mese ma ogni giorno è una fatica e spesso sta settimane senza farsi vivo … quando lo vado a cercare a casa si arrabbia dicendo che non dobbiamo stare appiccicati, è un tipo faticoso!
Eppure sapevo ogni cosa, Hyuga è un’eterna sfida non solo nel calcio. È un tipo selvatico che si lega difficilmente agli altri, i suoi amici si contano su una mano ed è sicuramente merito degli altri se c’è quel rapporto fra loro … se si lascerebbe fare a lui starebbe solo! Non so se è più per orgoglio o per diffidenza, penso entrambi ma sono sicuro che finché si tratta d’amicizia è più disposto rispetto ad una relazione sentimentale come quella che cerchiamo di far sviluppare. 
Ha il terrore, non di me, dei sentimenti perché sono i sentimenti che un tempo l’hanno ‘rammollito’, come direbbe lui … ed ha paura di ricascarci. È la sua rabbia che lo rende grande, se comincia a provare amore si addolcirebbe automaticamente. Questo è quello che crede lui, però … dipende da tante altre cose, in realtà: incide molto il suo desiderio di primeggiare, il modo d’affrontare le sfide, l’intensità dei sentimenti con cui affronta le cose ... lui può rimanere combattivo anche amando qualcuno, senza provare più la sua rabbia primaria.
È un impresa fargli capire certe cose, però. È vissuto in questo modo ed ora io chi sono per cambiarlo?
Già … solo uno che vuole provare a stare con lui.
Mi scelgo le sfide più grandi!
Bussano alla porta della stanza così mi giro nella speranza che sia lui ma rimango deluso quando mi vedo una cameriera che timidamente annuncia l’arrivo ‘del mio amico’. Io sorrido spontaneamente felice perché finalmente è arrivato, lei arrossisce mantenendo la testa bassa, così sgattaiola via subito senza lasciarmi il tempo di dirle di farlo entrare. Figurarsi se entrava di sua iniziativa, non è tipo, detesta stare in questa villa, si sente a disagio ed è comprensibile, alla fine usciamo e andiamo a fare due passi ma sarebbe così comodo stare qua, avremmo intimità … del resto casa sua è piccola e piena di fratelli e sorelle suoi.
Sospiro, non è facile, lui preferisce stare fuori casa anche perché così abbiamo poca possibilità di lasciarci andare, ci limitiamo ad approfondire il nostro rapporto così poco approfondito in tutti questi anni … così ha tempo di adattarsi a questa novità talmente radicale da mandarlo in caos spesso.
Mi alzo dalla scrivania su cui stavo studiando ed esco dalla camera, scendo le scale con il mio solito portamento inculcatomi sin da piccolo, pacato e, immagino, elegante. Appena fatto qualche passo lungo il corridoio mi fermo perché ho già la visuale di lui in piedi davanti alla finestra a parete che si affaccia sul grande giardino che circonda la villa, non si siede mai, tiene sempre le braccia conserte come ora, volto basso e sguardo alto in un’eterna sfida, ha un’aria fiera e chiusa, è così difficile penetrarlo in questi momenti … però mi piace anche per questo, ha il suo fascino e sono bravo ad ammettere ciò che è giusto, non ho difficoltà in questo, invece lui si.
Però è anche divertente per questo, vedere i suoi sforzi impacciati per conoscermi e farsi conoscere, stare insieme e far funzionare questo ‘qualcosa’, come lo chiama lui, che è nato in un periodo forte e difficile, straziante oserei dire.
A proposito di questo, chissà Tsubasa come sta … con Taro sicuramente bene. Diversamente da prima, un altro ‘bene’ ma sono certo che la felicità che ha ora non l’avrebbe potuta avere prima seguendo solo il suo adorato calcio. Me ne rendo conto io perché anche se sto superando la mia malattia ho dovuto pensarci seriamente, pensavo di doverlo abbandonare definitivamente ed invece ce la sto facendo, mi sembra strano ed ancora non oso dirlo. Si tratta di aspettare, per me si tratta solo di aspettare se il miracolo accadrà veramente o no, ma per aiutarlo, questo miracolo, non devo nemmeno vedere il calcio. È dura, specie ricordando i momenti passati, pensando che ora dovrebbe mancare poco al mio ritorno, alla mia riscossa … la voglia di buttarmici di nuovo è tanta ma potrei rovinare tutto e devo trattenermi.
Spesso fare la cosa giusta è proprio ciò che per noi non lo è, funziona così, l’ho capito. Tsubasa l’ha capito, anche se per lui è ancora più diverso,Hyuga penso che l’abbia capito anche lui, pur bruciandogli altamente.
Non sono tipo da fare rumore per farmi sentire, semplicemente lo chiamo con voce leggera, per non farlo sussultare, lo detesterebbe.
- Hyuga? –
Come previsto non viene preso di sorpresa e prontamente, col suo solito modo scorbutico, dice:
- No, mia nonna! – 
Prontamente rispondo senza farmi prendere da nessuna mortificazione, non sono tipo:
- Ho dubbi sulla sua natura sessuale, allora … sicuro che non sia tuo nonno? –
Sbuffa:
- Chi vuoi! – 
- Si mantiene comunque bene, vorrei conoscerne il segreto! – 
- Tu puoi sempre ricorrere alla chirurgia plastica, visti i soldi che ti ritrovi!-
Lo dice avvicinandosi a me con quella sua espressione tipicamente antipatica, come ciò che dice. Mi dà fastidio sentirlo da chiunque, anche se non lo dimostro, da lui no, lui mi sta bene, mi fa ridere.
- Hai mangiato pane e simpatia? –
- Ringrazia che ho mangiato, altrimenti sarei peggio! -
Il modo brusco e serio in cui lo dice mi fa morire ogni volta, solo lui riesce a parlare in questo modo dicendo battute … le considera cose serie e questo fa ridere di più.
Scuoto la testa facendo un mezzo sorriso decidendo che è meglio lasciargli l’ultima parola, tanto lui ci tiene mentre io non me ne faccio nulla!
- Allora, cosa ti aggrada fare? – 
Va bene, lo faccio a posta, lo stuzzico volentieri, è una piccola vendetta perché lui è ancora così rigido nei miei confronti. So che detesta quando parlo così infatti come immaginavo rotea gli occhi fino a guardarmi di nuovo schifato:
- Che smetti di parlare così!-
Mi avvicino a lui con aria maliziosa, lui si irrigidisce ma non indietreggia, non lo farebbe mai.
- Solo questo? –
Apre la bocca e prende respiro a pieni polmoni, sembra cercare una risposta che non lo comprometta e sembra anche trovarla, ma è poco convincente quando dice:
- Andiamo a fare un giro, qua soffoco! – 
Alzo un sopracciglio, mi dà sempre così tante occasioni di presa in giro …
- Eppure è bello grande! –
Mi lancia uno sguardo che sembra seccato, vuole solo uscire per respirare un po’ di aria fresca, per tornare in pieno controllo di sé … si, come se lui fosse un tipo controllato!
Sorrido lasciandolo ‘andare’ per questa volta, come tutte le altre. Ho un carattere particolare, lo ammetto … non so come definirmi, non mi piace definirmi ma devo dire che mi piace tormentare certe persone, qualcuno direbbe che lo faccio perché mi sento superiore a loro e quindi ci godo ad umiliarli, io non la vedo così anche se non lo so bene con certezza, potrebbe essere qualsiasi cosa in effetti. Fatto sta che so quando fermarmi a seconda di cosa voglio ottenere in dato momento con data persona, so come divertirmi senza esagerare e fare confusione.
Infilo disinvolto la mano sotto il suo braccio dai muscoli perennemente in tensione, si accentuano quando sentono il contatto con me, quando mi avvolgo con delicatezza al suo arto si rilassa anche se rimane in allerta. È un tipo incorreggibile, non cambierà mai il suo lato ‘sul chi vive’!
- Andiamo, dai … -
Sospira grato della mia scelta e ci avviamo verso l’uscita, quando varchiamo la soglia non serve che lui faccia nulla, glielo leggo ancor prima che esprima la sua volontà in alcun modo, mi stacco da lui e lo faccio andare avanti, non è tipo da seguire qualcuno anche se non si rende conto che in realtà sono gli altri a condurre il gioco. Basta conoscerlo ed essere un po’ furbi, io sto imparando a conoscerlo in questi mesi e capisco come sia importante lasciargli l’illusione di essere il ‘capo’ pur in realtà non essendolo.
È vitale per lui, lo so. Deve lavorare ancora molto su di lui, è una tigre che fatica ad accettare la realtà e che va avanti solo su convinzioni storiche come: ‘è la rabbia che mi rende forte ed invincibile!’
Giusto.
Fin’ora, però.
Ora cambiano le cose.
Quel suo maestro l’ha reso quello che è e non lo rinnego, lo ringrazio perché se è così interessante ed affascinante è grazie a tutto quello che è, interamente, ma un po’ gli ha impedito di crescere e maturare con la testa.
Crede che se matura con essa, il suo rendimento fisico ne risente ma non funziona così, ci penso spesso perché ne sono fermamente convinto ed inoltre è una mia mania analizzare gli altri, mi diverte e mi riesce molto bene!
Penso che sia proprio una storia che fa ridere, con così tante sfumature da essere irreali!”

/It’s my life – Bon Jovi/
“ Non è facile averci a che fare, non sembrerebbe dall’esterno, senza conoscerlo bene. Sembra proprio un tipo mansueto, maturo, gentile, a modo … un principe, insomma. Questo magari ti spinge a conoscerlo bene e quando lo fai capisci che persona è!
Uno che in un modo o nell’altro riesce sempre ad avere ragione e a farti passare per idiota, hai sempre l’idea che ti prenda per il culo anche se in apparenza non è così, rimani con qualcosa che non torna anche quando hai tu l’ultima parola e conduci il gioco.
È solo un’impressione quella di capitanare qualcosa con lui nei paraggi!
Pensa di fregarmi come vuole ma mi rendo conto di tutto … è solo che non so come affrontarlo!
È un tipo disarmante, fosse chiunque lo prenderei a pugni e lo insulterei ma con lui non ci riesco, provoca un sacco di reazioni, mi viene voglia di strozzarlo e quando ci provo mi smonto, non so come fa, quale diavolo sia il suo segreto ma mi fa impazzire ed alla fin fine non so come trattarlo! 
Mi sento così scemo!
Mi trovo sempre a chiedermi perché sono finito in questo casino, insomma vivevo la mia vita tranquillo da brutto e cattivo, poi arriva la tragedia di Tsubasa che cambia il mondo, o per lo meno noi ed i nostri rapporti … tanto che qualcosa non mi torna quando mi trovo a baciarlo solo perché piange. Misugi che piange è di per sé un evento ma non si spiega come mi sia trovato a baciarlo, è stato assurdo. Come è stato assurdo che lui abbia preso l’iniziativa e mi abbia baciato la seconda volta. Non lo facevo così intraprendente fuori da un campo di calcio, insomma lui è tipo che dirige la squadra sia dentro che fuori dal gioco, però sembrava mite nelle relazioni sociali, invece non è così.
È più tosto di quel che pensassi … così tosto che mi ha fatto venir voglia di dirgli ‘si’ quando ha detto che era il caso di approfondire la nostra conoscenza superficiale fino a quel momento, per vedere se potevamo arrivare ad un altro rapporto diverso da quella conoscenza superficiale a cui ci eravamo limitati fino a quel momento.
L’avevo visto sempre come troppo diverso da me, lontano, un riccone snob, saccente, viziato che gli riesce tutto! Io la notte e lui il giorno, insomma … poi non so proprio perché diavolo ho voluto accettare questa sfida assurda. Improvvisamente mi piaceva il giorno pur io essendo notte!
È una storia così assurda … fa ridere!
Sono restio a vederlo troppo spesso, ci vediamo di più ormai da qualche mese, parliamo, insomma ‘approfondiamo’ come concordato e … ogni tanto finisce che … ci si bacia ed il solo pensarlo mi dà fastidio, mi imbarazza, dannazione. Questi stupidi sentimentalismi da femminuccia saranno la mia rovina, ne sono sempre più convinto, ecco perché ogni tanto preferisco stargli lontano … peccato che in quei momenti è lui che viene da me a cercarmi, naturale che litighiamo se non mi lascia il mio spazio!
Ci sono molti modi per intrappolare una tigre: imporle una relazione fissa, tirargli fuori i sentimenti, farla diventare mentalmente altruista … non voglio diventare come lui, non lo critico e nemmeno lo mal giudico, ora ho capito chi è ma di Misugi basta e avanza uno!
Serve un Hyuga in circolazione!
Già, so che stando con lui cambierei inevitabilmente ma non sapendo esattamente come, la cosa non mi va, sono in netto contrasto con tutto questo, non si tratta di indecisione, non penso … lo definirei più … bè, non so ma sicuramente non è indecisione!
Voglio solo capire il migliore approccio con lui che mi permetta di non cambiare da come sono, che mi consenta di non rammollirmi come è successo in passato, insomma!
Penso che ce la farò, ce l’ho sempre fatta in un modo o nell’altro, sono già caduto, non succederà più!
Improvvisamente Misugi, che non è un tipo da stare troppo in silenzio se non gli fa direttamente comodo o la situazione lo richiede per qualche motivo, parla e la sua voce, ora che la sento dopo alcuni lunghi minuti di silenzio, mi mancava. Che assurdità!
- Ripensavo a quella volta in cui qualche anno fa ci siamo scontrati in campo … l’unica occasione che abbiamo avuto. -
- E … ? – Lo spingo a proseguire, detta così non significa nulla la sua frase!
- … e mi sono sempre chiesto cosa ti avesse bloccato a quel modo … ora col senno di poi potrei capirlo ma a quel tempo mi sembrò strano … ero preparato a sentirmi scaraventato a terra mentre mi appoggiavo a te. –
Ha ripreso con una nota di pazienza, gliela metto a dura prova ma non lo faccio a posta, mi viene naturale, poi ha proseguito con la sua solita sfumatura pacata nella voce, qualcosa che sto imparando ad apprezzare dal fatto di Tsubasa. Eppure non ho intenzione di scoprirmi più del necessario, che gli importa di cosa mi è preso a quel tempo? Eravamo più ragazzini di ora!
Riprendo a forza quella parte della mia vita e con disappunto cerco di deviare, non mi piace quel ricordo mentre mi stuzzica sapere un’altra cosa, riguardo quella volta.
- Tu perché lo facesti? –
È una cosa che mi sono sempre chiesto, era un brutto periodo in cui mi stavo riscoprendo sempre più debole e ‘tenero’, qualcosa di insopportabile per me, poi arrivò lui e mi fece scattare la goccia che traboccò dal vaso l’intera acqua. Lui appoggiandosi a me tirò fuori un lato che non credevo di avere, mi sentii in colpa pensando di avergli provocato l’attacco, mi spiazzai e mi fermai a vederlo, come se quel contatto e la sua sofferenza mi toccarono nel profondo. Non mi spiegai mai perché mi fermai a quel modo, normalmente non l’avrei mai fatto e quando arrivò il maestro Kira per tirarmi fuori da quella melma me la presi a morte con Misugi che mi aveva rivelato così disgustosamente gentile!
- Era l’ultima risorsa che mi rimaneva per fermarti e dare una possibilità in più alla mia squadra. Non pensavo che avrei avuto ragione! –
Mi stupisce, lo dice sicuro e tranquillo, senza una virgola di colpa nella voce. Dopo tutto quello che è successo fra di noi e il carattere che pensavo avesse mi aspettavo un po’ di riguardo, invece sembra ne vada fiero!
- Sei uno stronzo anche tu, eh? – 
Infatti glielo dico e lui prontamente risponde senza problema alcuno:
- Te ne accorgi ora? – 
Si, è uno dei pochi che mi spiazza ancora!
- Si, perché non si nota subito… - 
- Sono solo un subdolo aristocratico! – 
Mentre lo dice sorride, questo mi muove qualcosa dentro così bruscamente preferisco tagliare corto:
- Già! – Sputo con aria disgustata a terra pensando alla categoria degli aristocratici … tutti uguali, lui non fa eccezione … o mi sbaglio? Questo lato ‘subdolo’, come dice lui, mi stupisce e mi piace.
- Allora tu non rispondi? – 
Sussulto, non se ne era dimenticato, non mi piace proprio parlare di quel periodo però mi ci sento come costretto, non me lo chiede per curiosità, per prendermi in giro o perché me lo ordina, lo chiede e basta, per saperlo. Ed è lui a farlo, questo mi spinge a rispondergli, per come siamo ora non mi andrebbe di dirgli: ‘fatti i fatti tuoi’ come andrebbe detto.
- Io non lo so, è per quello che caddi in crisi … in qualche modo mi ero spento e tu fosti quello che indirettamente me ne fece rendere conto una volta per tutte. Anche se a dirmelo brutalmente fu il maestro Kira … -
L’ho detto e non mi sento una stupida femminuccia che fa ammissioni indegne, sto facendo progressi!
- Mi devi qualcosa, allora! – 
Questa poi! Mi mancava!
Ma chi è Misugi?
- E con ciò? – 
Ribatto scorbuticamente, mi ci manca pure questa e sono così occupato a cercare di capire cosa si nasconda dietro questo faccino da principe per bene, che non noto che si guarda intorno con discrezione per assicurarsi che non ci sia nessuno.
- Riscuoto ora il mio tributo! – 
Cosa?
- Te lo do io il tributo! – 
Sbotto secco svelto guardandolo in volto, ha un espressione poco raccomandabile per uno come lui … capissi cosa significa ‘uno come lui’, cioè come in effetti SIA lui!
- Non disturbarti, me lo prendo io! – 
E’ … veloce! Si avvicina aggraziato quasi senza farsi notare, silenzioso come una folata di vento posa le labbra sulle mie.
Dannazione, l’ha fatto di nuovo! Odio quando mi bacia di sorpresa … preferisco decidere io quando farlo, così posso prepararmi, non è un gioco per me! Mi irrigidisco mentre sento la sua lingua che mi chiede il permesso di un maggiore contatto con la mia, così dopo essermi fatto accarezzare – torturare – le labbra serrate, gli concedo l’approfondimento aprendole alle sue, ne approfitta subito e non capisco se è lui o sono io ma alla fine le lingue si incontrano e quel che dovrei dire, fare o pensare va tutto nel cesso perché non capisco nulla!
Stiamo un po’ a lottare per la supremazia poi si stacca e ci concediamo una tregua, sorride con quel suo modo indecifrabile, ha dei lineamenti delicati, quasi femminili, per questo piace molto a tutti, ora mi metto anche a guardare il suo viso e pensare se sia bello o brutto! Sono messo male!
Credo che mi veda stranito ed in qualche modo in difficoltà, quindi mi chiede candido:
- Che c’è? – 
Come se non lo sapesse!
- Non ci sono ancora abituato! – 
Lo dico fuori dai denti, non ho ancora molti timori con lui, dico ciò che penso anche riguardo me stesso, mi viene naturale. Spinge alla confidenza!
- Se è per questo non ti ci abituerai mai! – 
Torno a guardarlo dritto negli occhi. Cosa significa?
- E tu invece ci sei abituato? – 
Accentua il sorriso enigmatico:
- Io sono migliore di te! Non l’hai capito? – 
Lo fisso serio cercando di capire che gli passi per la testa, perché cambi in questi modi in alcuni momenti, se sia serio o se scherzi … insomma, per capire qualcosa, ma non è chiaro così esasperato esclamo:
- Si, sei proprio uno stronzo! – 
- Ma aristocratico! – 
Ora il sorriso è più da scherzo.
- Sempre stronzo rimani! – 
Ecco la mia conclusione e sono sicuramente sollevato dall’aver scoperto questo nuovo lato di Misugi … lo sento più vicino a me, non di un altro pianeta. Come dire … più avvicinabile!
Dopo di questo si libera in una risata sincera e liberatoria, penso rida di me ma mi piace perché gli si illumina tutto il viso ed anche se è pallido di natura è più solare e gli dona questa espressione.
In un istante lo penso: proprio con un principe dovevo mettermi?
Che ne sarà di me?
Che razza di storia!”


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