CAPITOLO II:
GELOSIA

/Walk on the wild side – Vanessa Paradis/
Mi sistemo gli occhiali da vista sulla testa e mi assicuro di essere in ordine, poi varco la soglia dell'ufficio dove normalmente Smoker dovrebbe stare e mi blocco appena arrivo dentro fra il consueto odore di fumo che vive al posto dell'aria pulita. Ormai non è più puzza, ci sono abituata.
Ad ogni modo quel che vedo non può che lasciarmi a dir poco infastidita eppure non sono capace di reagire subito, rimango inebetita e sconvolta a guardare.
Seduta sulla scrivania davanti a Smoker, attaccata a lui quasi, c'è la signorina Hina senza la consueta giacca sulle spalle, ha le lunghe e bellissime gambe accavallate proprio sotto il suo naso e piegata com'è in avanti sicuramente gli da una visione del suo davanzale che poteva risparmiarsi, lui non eviterà certamente di guardare…
Contraggo la mascella e indurisco la mia espressione, credo che se fossi una con dei poteri particolari spruzzerei raggi corrosivi con gli occhi!
Me ne rendo conto mentre livida di rabbia tossisco forte per farmi sentire ed interrompere questa scena nauseabonda. Non vedo bene l'espressione di Smoker, da qui, ma vedo come lei gli pianta quelle due enormi cose in faccia.
Ma non è possibile che sia così sfacciata!
E lui non fa nulla, sta lì e... e che cavolo fa?
Perché non capisco cosa fa?
Se non fossi una che segue le regole anche mentre va in bagno, ora piazzerei una scenata da panico, ma non è da me così mi metto sull'attenti ed aspetto gli ordini.
- Oh, guardiamarina Tashigi! - Dice lei, come a dire 'ci sei anche tu?'
Io sto in silenzio ed aspetto che mi diano gli ordini per cui mi hanno fatto chiamare, nel frattempo vorrei solo poter gridare qualcosa ed andarmene. Vorrei proprio.
È uno stato pietoso quando ci si rende conto di essere davvero una donna!
Se potessi evitare qualcosa nella mia vita è questo.
Vorrei essere un uomo.
A volte davvero lo vorrei... tante cose per me sarebbero diverse e più agevoli. A partire da quando mi batto con qualcuno con la spada.
Mi vedono donna e non fanno sul serio.
Oh dannazione!
Smoker si alza e lascia le sue tet... ehm... Hina, l'aggira come niente fosse e seminando la solita scia grigiastra dietro di sé mi viene davanti, poi guardandomi diretto come suo solito parla bruscamente:
- Abbiamo un nuovo incarico. Prepara gli uomini e la nave. Partiamo. -
Per un momento cancello il mio stato e mi dimentico che vorrei solo conficcarlo con la mia lama per essere un comune uomo che guarda sempre le stesse cose nelle donne, e con speranza gli chiedo sempre rimanendo diligente ed al mio posto:
- Cappello di paglia, Signore? -
- No, non ancora. - E quando dice le cose con quel tono serioso, non ammette repliche. È frustrante per tutti non poter dedicarci liberamente a quel che desideriamo entrambi... e mi rendo conto che questo pensiero può andar bene per più sensi.
Contraggo di nuovo la mascella, credo che lui lo noti e mi lancia un'occhiata più penetrante del solito, quella di quando mi da della stupida ragazzina capricciosa o qualcosa di simile. Detesto quando lo fa, cerco sempre di essere all'altezza dei suoi canoni ma mi rendo conto di non esserlo mai realmente. O forse questa è solo una mia impressione, chissà.
- Sai benissimo perché. -
Sospiro. Pensa io sia così di cattivo umore per questo... certo, anche, ma non sicuramente del tutto. Attualmente al primo posto nel mio libro nero c'è quella donna che sembra superarmi in tutto e per tutto anche se è una donna come me. Ed io che riesco anche a sentirmi inferiore per questa mia condizione fisica, a volte... guarda lei e dimmi se è inferiore a qualcuno!
Esce sicurezza da ogni sua cellula.
- Come comanda, Signore. Tolgo il disturbo e vi lascio riprendere da dove ho interrotto! - Quest'uscita va da sola senza che l'abbia pensata o voluta pronunciare, ma è solo dopo averla detta che mi mordo la lingua. Cavolo, cosa mi salta in mente di dire?
Prima di ricevere risposta mi giro e sgattaiolo via in fretta, lo sento borbottare nervoso un:
- Ma che diavolo dici? - Mentre la risata della signorina Hina si leva da in fondo alla stanza. Quella sa benissimo quanto mi irriti!
Spero di essermi allontanata abbastanza da non sentirli più; certo, non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello che possa uscire ed urlarmi qualcosa dietro per le insinuazioni limpide che ho fatto. Non è tipo, vero? Del resto è vero quel che ho detto, li ho chiaramente interrotti.
Se lui ha scelto lei che stia con lei tranquillamente.
Non sono una sciocca ingenua e sprovveduta anche se a volte lo sembro, Smoker può stare con chi vuole, io vado al mio posto.
Però è mentre mi allontano che sento la sua vociona tuonarmi alle spalle:
- Ehi! - Dice solo questo ma mi basta per raggelarmi all'istante. Sono coraggiosa e forte ma fino ad un certo punto. Quando riconosco la mia ora mi rimangono normalmente due opportunità: o lottare anche se non ho speranze oppure impietrirmi ed attendere inerme la mia ora. A volte mi sorprendo con una terza che però sul momento non mi sovviene. Rimango ferma di spalle e sento la sua presenza minacciosa che mi copre con la sua ombra ed il suo fumo, per una volta mi sembra così pesante... e così affascinante!”

E questa da dove esce?
Ma è lei ad averlo detto o forse una sua sosia?
D'istinto esco dall'ufficio vincendo l'impulso di strappare le corde vocali a quella sottospecie di strega che ridacchia... perché ha capito cosa intendeva con quella frase ed io invece no?
Solo una cosa è certa, mi da un fastidio immenso, qualunque cosa abbia insinuato!
Quindi la chiamo con un solo 'ehi', forte e corposo, Tashigi si ferma subito ed ancora di schiena la raggiungo sovrastandola con la mia altezza.
Stringo i sigari coi denti per evitare di stringere qualcos'altro, poi aspetto che si giri, non mi basta certo la sua nuca.
- Sto parlando con te! - Ribatto sempre più brusco ed impaziente, il fastidio cresce in me e so che appena aprirà bocca potrei esplodere, siccome non sono tipo da trattenermi mai. Appunto, forse dovrei lasciarla andare.
Tuttavia lei si gira dettando da sola la scena successiva.
È dritta con la testa alzata e gli occhi diretti sui miei, ha le palle sta ragazza ma io l'ho sempre detto.
Trattengo a stento un ghigno e le parlo senza mutare il mio tono:
- Cosa significa quello che hai detto? -
Lei sta un attimo in silenzio, poi prende un respiro capendo che voglio una risposta e me la da con decisione e coraggio:
- Era chiaro che vi ho interrotto su qualcosa di privato, quindi volevo scusarmi e togliere il disturbo! - Un ringhio, credo che quello che esce dalla mia gola sia un ringhio oppure un latrato. Allora avevo capito bene... sta insinuando che io e quella là stiamo insieme. Potrei ucciderla solo per questo.
Se c'è una persona che non sopporto è proprio Hina, mi è sempre stata fra le scatole, dannazione... e lei ora pensa che stiamo insieme!
Prendo i sigari fra l'indice ed il pollice, stringo quasi fino a spegnerli e soffio fuori tutto il fumo e qualcosa in più, questo è quando cerco di trattenermi... io che cerco di trattenermi... proprio bella!
- Che diavolo stai dicendo?! - Sbotto quindi, la vena comincia a pulsarmi sulla tempia.
Da dove arriva questo fastidio? Quel è la sua origine reale?
- Non ha importanza, davvero! - Sembra convinta anche mentre dice questo eppure sa tanto di menzogna, è come un odore che emana diverso dal solito. Normalmente il suo odore è piacevole perché sa di ingenua onestà ma ora è diverso... ora sa di... di cosa sa? Che odore è?
- Cosa!? - Urlo quasi e lei inghiotte a vuoto, suo malgrado ribatte:
- Se lei e la signorina Hina state insieme. -
Eppure la luce che le è passata negli occhi era come un piccolo e breve lampo... ora sono lucidi.
Pensa di ingannarmi davvero così?
È veramente così ingenua?
- Razza di stupida! - Mi esce spontaneo anche questo, poi, come mio solito, esplodo.
Butto a terra i sigari, l'afferro per il braccio e con forza e poca gentilezza la trascino in camera mia poco distante da dove ci troviamo noi. Non posso crederci che lei pensi che sto con quella là... e perchè?
Perché se c'è una persona che mi eccita non è quella strega bionda.
Sbatto la porta dietro di noi e lei contro di essa, gli occhiali le cadono ma non vengono nemmeno notati, le sfilo la spada che ha attaccata alla cintura, la lascio a terra e l'afferro con violenza, quasi, poi è un attimo solo quello in cui la guardo in viso, il suo bel viso dai lineamenti semplici e femminili, è sorpresa ma non spaventata. Ecco perché mi piace, perché è ingenua ma ha le palle.
Infine la bacio.
Sono le mie labbra contro le sue a mettere fine a questo stupido equivoco e ad iniziare qualcos'altro.
Con decisione violo le sue labbra e lasciando la gentilezza e la delicatezza per i più deboli, supero con la lingua la soglia della sua bocca dopo averla divorata. Incontro la sua lingua che inebetita si lascia fare, è totalmente alla mia mercè e questo contribuisce a farmi andare su di giri ancor di più.
Dopo aver giocato con veemenza con lei, la sua bocca e la sua lingua, mi stacco. È rossa ed ha il fiatone, gli occhi ancora più lucidi ed il caos alberga in lei.
Questo è odore di confusione però quello di prima... quello di prima è rimasto.
È paura.
Lei non può aver paura.
Di cosa?
Non è una donna qualunque.
- Pensi ancora che io e quella là stiamo insieme? - Non sono un tipo da spiegazioni, avrei potuto dirgli a parole che si sbagliava ma le dimostrazioni sono sempre la cosa migliore, per me.
Boccheggia mentre sento che se tolgo le mani cade lunga distesa, quindi mantengo la mia presa mentre non distolgo lo sguardo dal suo.
La penetro cercando di capire cosa le passi per la testa, non so perché ma in questo momento mi interessa.
Devo capire se l'ho convinta.
- I-io n-n-non so... - Come 'non so'. Cosa c'è da sapere? Non è chiaro?
Forse posso essere più semplice e farle capire chi desidero.
Detto fatto non ci sto molto a pensarci su, non sarebbe da me, non so come si fa, so sempre subito cosa voglio fare e come.
Non c'è mai tempo da perdere, specie in certe discussioni insulse.
Quindi faccio passare le mani alla sua vita e nel mentre appoggio la bocca sul suo collo, glielo sfioro, la apro e insieme ai bottoni della camicia che le slaccio dal basso, la mia lingua arriva sulla sua pelle liscia e profumata; so che questo punto è particolarmente sensibile, pulsa con eccitazione. È immobile e mi lascia fare. Se non volesse reagirebbe, ha sempre fatto così, non è davvero una stupida, non sempre.
Le mie dita arrivano sulla pelle del suo ventre, è morbida ma vado subito su, la libero dal reggiseno che la stringeva troppo e la sensazione che provo al tatto sentendo i suoi seni mi toglie addirittura il fiato.
Li stringo con vigore e bisogno, successivamente mi dedico ai suoi capezzoli che tormento facendoli diventare subito duri, poi la mia lingua non ce la fa più e scende giù. La clavicola ed infine sostituisco le dita.
Lecco subito pienamente questa parte così invitante e ben presto anche quel po’ di ragione che avevo mi svanisce, l’istinto prende del tutto il sopravvento e succhio con desiderio ciò che posso avere in bocca.
Come ho potuto aspettare tanto?
Solo perché era una mia sottoposta?
Perché pensavo fosse più interessata a quello spadaccino?
O perché sono un coglione e basta?
Chissà, forse sono solo uno che vuole fare le cose quando dice lui. Bè, questo era il momento, l’ho deciso io.
Però senza rendermene conto è lei a stendermi.
Mi stende quando tremante alza le mani e le appoggia sul mio collo e poi sulla mia nuca, immerge le dita fra i miei capelli e questo mi fa capire la sua risposta.
Ne vuole ancora.
Il sorrisino di soddisfazione, più simile ad un ghigno che altro, si forma sulle mie labbra mentre si staccano dal suo seno solo un istante e sulla sua pelle mormoro con voce roca e bassa:
- Ora hai capito chi è che mi eccita davvero? –
Dalla sua gola esce un piccolo sospiro che cerca di trattenere, questo dovrebbe essere un ‘si’, immagino. Niente da fare, questo ghigno compiaciuto rimarrà ancora a lungo quindi riprendo per bene la mia attività accompagnandomi con le mani che l’afferrano per i fianchi e l’alzano di peso facendole circondare le gambe intorno alla mia vita. Mi raddrizzo mentre mi cinge la testa con le sue braccia premendomela sul suo petto che succhio avido, con poca lucidità la conduco sul letto e sento lontanamente i vestiti ancora attaccati a noi che, per quanto possono, ci infastidiscono, quindi rimedio subito anche a questo ed in pochi gesti mi libero anche di ciò che rimaneva.
Passo sul resto del suo corpo e trovandola completamente nelle mie mani non posso più trattenermi oltre, risalgo sulla sua bocca e mentre torno a divorargliela giocando con passione con la sua lingua, vado in mezzo alle sue gambe che divarico il necessario per infilare le dita nella sua intimità e prepararla. Vorrei semplicemente entrare in lei così, subito, ma anche questo marchiarla prima dell’atto principale, mi eccita.
Sembra una timida ragazzina alla sua prima volta e probabilmente è proprio quello che è; questo odore di innocenza, in un certo senso, mi fa impazzire sempre di più.
Davvero non è consapevole dell’effetto che ha sugli uomini?
Non so fino a che punto arriva ma so che la voglio e la voglio ora… e queste sue carezze esplorative che mi lascia sulla schiena e sul mio corpo, certo non mi aiutano ad andarci piano.
Voglio di più.”

Non capisco come siamo arrivati a questo punto, onestamente, è andato tutto così in fretta che sono ancora frastornata.
Davvero sono con Smoker?
Davvero sto facendo l’amore con lui?
Credo di essere in camera sua e credo che la mia spada sia vicino alla porta, per terra. Per una volta può stare là.
Poi credo che… ah… che queste siano le sue dita che si insinuano in me. Questa è una piccola parte di lui che entra, un assaggio, no?
Non si fermerà qua, vero?
Non pensavo nemmeno lontanamente di finire così, non ero preparata, ero convinta che sarebbe andata diversamente… e poi lo vedevo sempre come il mio superiore. Non so, davvero, però come mi ha detto, sicuramente non è Hina che desidera.
Un breve lampo di gioia mi attraversa il viso, un lampo che lui non nota visto che continua a baciarmi.
Questo suo corpo solcato da cicatrici vecchie è incredibile. Non pensavo che cambiasse così tanto il guardarlo e poi il toccarlo.
Lo accarezzo leggera per paura di esagerare e mi rendo conto di essere troppo audace quando per sbaglio sfioro la sua parte intima e qua mi blocco immobile incapace di andare oltre. Forse gli piacerebbe, forse…
Ma prima che io possa diventare più intraprendente lascia la mia bocca e scende svelto lì dove erano le sue dita e con velocità ed esperienza, le sostituisce con la lingua.
Un lungo gemito mi esce e non trattengo più le mie mani che tornano a cercare le sue spalle e la sua nuca… è così terribile. Così piacevole.
Potrebbe accadere il finimondo e non me ne importerebbe in questo momento.
Lo desideravo fino a questo punto?
Lo volevo così?
Il fatto che sia andata così in fretta forse mi aiuta, ho pochi ragionamenti alle spalle… così pochi che non riesco nemmeno a ricordarmeli.
Cosa c’è da pensare in momenti simili?
Il piacere mi prende completamente insieme alla sua bocca sulla mia femminilità ed io gli facilito la strada mettendomi in una posizione a lui più comoda. Continuo a sospirare e mi fermo quando si stacca lasciandomi smarrita e sospesa, quasi scoperta e vuota. È solo un istante ma la mancanza che sento subito mi divora immediatamente, così quando torna a coprirmi col suo corpo, l’abbraccio immediatamente. Lo sento premere su di me, i seni sul suo petto scolpito, i ventri attaccati e poi i bacini e le nostre parti intime prendono confidenza strofinandosi, mi mordicchia il labbro inferiore che succhia ed ecco. Così, veloce e deciso, con una sicurezza che non potrei vedere che su di lui, senza un rimpianto nemmeno, scivola in me prima con la punta, io mi stacco dal suo viso e stringo gli occhi premendo la nuca sul materasso. Affondo le unghie nella sua schiena quando entra completamente, rimane fermo mentre mi lascia un po’ di tempo, guarda le lacrime che mi si affacciano conferme di ciò che già sapeva. Per me lui è il primo e non vorrei fosse diversamente.
Però il fiato non torna subito e questo dolore lacerante iniziale mi strappa dal mio corpo per un attimo.
È quando inizia a muoversi ed appoggia le labbra sul mio collo, tutto ciò che gli porgo in questo momento, che io alzo la testa e le cerco. Una volta trovate le lascio sulle mie così semplicemente, bocca contro bocca, semiaperte ed ansimanti.
Continuo a stringerlo a me e lui non si allontana, i suoi movimenti in me sono sempre più veloce e profondi, così pian piano al dolore si accompagna il piacere, la consapevolezza che quanto stiamo facendo sia magnifico e i sentimenti che mi trasportano verso di lui, trasformano queste lacrime in felicità.
Sono contenta, davvero, e non conosco altro modo che questo.
Spero che non sia un momento.
Spero che non sia un ripiego.
Spero che non sia un rimpianto.
Spero che non sia una dimostrazione fine a sé stessa.
Spero che non sia un impulso fisico maschile.
Spero che invece sia convinzione, desiderio, sentimento, voglia di me e non solo del mio corpo. Che sia qualcosa di vero e reale e che sia anche altre volte.
Ancora e ancora e ancora.
Perché se questo è solo l’inizio, allora voglio proprio esserci nel proseguo.”

Mi sento avvolgere dalla sua parte intima nella mia così dura ed eccitata e quasi mi sembra di morire mentre trovo appena un sollievo insperato. Però è inaudito che si possa continuare a viaggiare su una frequenza simile solo aumentando il movimento in lei, lasciando che questa sorta di massaggio unico mi inglobi in lei. Come se per una volta fosse qualcun altro a divorarmi e non l’opposto.
Questa volta nessun potere di mezzo.
Questa volta solo due corpi che vogliono stare insieme, aversi, prendersi e possedersi.
È estasi pura questo muovermi in lei, prendo presto un ritmo che va in crescendo e lontanamente sento il resto di me stesso sul suo corpo, le mie labbra sulle sue e le sue unghie nella mia carne. Non mi molla, mi tiene stretto a sé e mi trasmette il suo odore, un profumo innocente che impregnerà questo mio che non credo possa essere davvero piacevole, dopotutto.
Rimango in lei e mi muovo sempre di più, non posso ancora smettere, ne voglio di più.
È un piacere sempre crescente, l’unico modo di provare sollievo; eppure ce ne vuole di più, non ci si può fermare ancora, è qualcosa che va oltre le forze di qualsiasi uomo.
Qualcosa che solo una donna può trasmettere ad un uomo, lui da solo non potrà mai trovare un simile piacere.
Uno stato fisico ma anche intimo e mentale tale da portare alla stessa sensazione di quando mi dissolgo in fumo. Solo che la mia attuale concentrazione totale in lei e nel suo corpo e in questa nostra unione basica, mi tiene ancorato in questo posto in cui sto davvero da Dio.
Non potrei volere altro e per questo momento, lungo o breve che sia, mi dimentico di tutto, anche di avere un dannato potere ed una dannata missione per me stesso.
Mi dimentico le mie domande, il mio marciume ed i miei guai personali. Guai con la mia coscienza, con la mia testa, con la mia anima… se ne ho mai avuta una.
Dimentico tutto in questo momento e mentre vado sempre più veloce inarcando la schiena e separandomi dal suo viso, ecco che raggiungo quell’apice tendendomi completamente e tremando come mai mi era successo.
Raggiungo l’orgasmo e l’idea di svuotarmi in lei non è poi così stupida o sporca ma semplicemente l’unica degna conclusione per questo momento.
Un momento che per dannati come me è un regalo che potrebbe anche non ripetersi più, ma poi chissà.
Sono abituato a prendermi tutto quel che voglio quando lo voglio e se posso, soprattutto, non me lo lascio sfuggire.
Lei non scapperà più.
Poco ma sicuro.
Perché non è come me.
Non è fumo.
Lei è un ancora ed è la mia ancora.
Lei è quella che mi terrà su questo mondo e che mi impedirà di buttarmi via ancora.
Perché è l’unica con le palle per riuscirci.
Mi accascio su Tashigi sfinito e col fiatone, i nostri corpi umidi e pulsanti sono caldi avvolti l’uno sull’altro, non mi lascia e non sente nessun peso. Con lontana coscienza sento le sue mani accarezzarmi la schiena, come se non se ne rendesse nemmeno conto.
È ora che ne ho la totale consapevolezza.
È riuscita a stendermi.
Il ghigno mi compare mentre apro gli occhi velati ancora di piacere, lo sente quindi mi chiede:
- Cosa c’è? – Anche lei ha la voce roca. È eccitante, dannazione… è una piccola scarica che mi ridà improvvisamente tutte le forze e le energie appena scaricate.
- Mi hai steso. – Anche se sono pronto a rialzarmi e ricominciare.
Ovvio.
Sta in silenzio rendendosi conto che è vero e smette di carezzarmi, quindi alzo la testa per vedere la sua espressione, istintivamente, senza accorgermi che di nuovo sto facendo qualcosa per interesse verso qualcuno.
Quando i miei occhi si posano sul suo viso accaldato è rossa e inebetita, penso che questa sia un espressione di sorpresa e di gioia… ma in fondo che ne so, non mi è mica mai capitato di sentirmi così!
Però devo ammettere che non mi dispiace…
Oh, cavolo… ma che sto dicendo?
Ho bisogno di fumare!
Senza aggiungere nulla mi alzo sui gomiti e lasciandola sotto di me mi allungo sul comodino dove c’è una scorta di sigari, ne prendo due e li accendo. La sensazione dolciastra mi riempie la bocca ed i polmoni di cui sono già pregni per un motivo o per l’altro, poi mi sposto sulla schiena accanto a lei.
Mi guarda, sembra essersi ripresa quindi si sposta sul fianco e si appoggia su di me mentre con un dito, distrattamente e senza accorgersene, mi sfiora il petto su cui sta.
Questo è il momento in cui si pensa con lucidità a cosa si è fatto… ma onestamente a cosa diavolo dovrei pensare?
Tanto ho solo fatto ciò che volevo, che ragionamenti ci vanno?
Soffio una nuvola di fumo che sale sul soffitto, entrambi la guardiamo immersi nei nostri pensieri e mentre al suo dito si aggiungono i suoi piedi tiepidi che senza volerlo si appoggiano contro la mia gamba, la mia espressione cambia lentamente.
Oh, al diavolo… altro che stanco e sfinito… ne ho ancora voglia, io!
Così senza dire nulla mi lascio i sigari fra le labbra e con fare brusco e deciso prendo questa sua mano e la porto al mio inguine.
Ecco fatto, ora va meglio!
E anche questa sua espressione di totale imbarazzo e stupore la gradisco decisamente.
Oh… che bello!”

FINE