CAPITOLO II: 
L'ESTATE DELLA CONSAPEVOLEZZA
 
/Born slippy - Underwolrd/
Quando si dice che il tempo vola sembra si parli di un classico luogo comune, in realtà è così anche se non si capisce quanto vero sia finché non ci si ritrova risucchiati nel suo vortice.
Tu stai fermo e aspetti vivendo giorno dopo giorno ciò che ti succede e poi una mattina ti svegli e ti rendi conto che un anno è già passato e che anche se dodici mesi prima pensavi non saresti mai riuscito a sopportare tutta quell'attesa snervante, alla fine ce l'hai fatta e ci sei.
Ci sei.
Te lo ripeti senza rendertene conto a fondo finché non avrai la prova concreta davanti ai tuoi occhi che ti dirà che è davvero così.
L'anno passò così in fretta che quasi nemmeno parve trascorso.
Eppure nel frattempo di cose ne erano successe... specie a lei!
Quando qualche giorno dopo il suo arrivo in Sicilia, come ogni anno, lei e la sua famiglia si organizzò per andare a trovare gli amici e cugini di sempre per salutarli, una certa ansia cominciò a percorrerle il corpo e si ricordò della strana sensazione che l'aveva fatta tremare l'ultima sera della precedente estate, quando era stata con Alex.
"Cazzo, lo sto per rivedere... spero ci sia anche questa volta!
Oddio, ma non è presto per rivederlo così di botto? Non sono mica tanto pronta...
Si, pronta a che? Devo solo vederlo e salutarlo, mica devo farci chissà che! Sono la solita stupida!
Chissà se è ancora fidanzato..."
Mentre si faceva mille domande disfandole da sola, di nuovo una di quelle canzoni che tendeva ad associare alle persone le martellava nella mente ma questa volta una un po' più particolare, con un retrogusto suggestivo sulle prime note. Di quelle che quando iniziano ti lasciano col fiato sospeso per poi esplodere e farti prendere un colpo, ma comunque sempre ballare e muovere con allegria. Quell'anno rivedeva Alex con quello stato d'animo...
Quando varcò il consueto cancello di quella che era la dimora di una marea di persone che cominciarono a spuntare da ogni dove per venire felici a salutarli, cominciò a non respirare più per l'ansia di trovare fra tutti quei visi noti, il suo.
Quello più atteso.
Uno non bello ma nemmeno brutto, con un suo fascino, una sua bellezza che comunque catturava l'attenzione per un motivo o per l'altro... il più delle volte per i modi di fare e le trovate che sparava!
L'ansia era sempre più grande finché finalmente, cercando svelta con gli occhi verde chiaro fra tutti quelli scuri che la salutavano a turno non facendole capire più nulla, si fermò su un paio castano intenso che le fecero mancare un battito.
"Da quando è così fra noi? E' sempre stata una bella amicizia rilassante... non è mai stato così... così!"
Non sapendo nemmeno lei definire di preciso com'era ora, ci rinunciò trovandosi a squadrare veloce il resto del viso buffo, sorridente, dalla pelle scura, i capelli neri e il solito pizzetto sotto la bocca che ormai lo caratterizzava.
E i ricci selvaggi immancabili.
Ancora una massa incolta che non arrivava a livelli assurdi ed inguardabili ma comunque lo identificavano di certo.
- Eccoti qua! Pensavo fossi scappato vedendomi in circolazione! - Disse lei senza ragionare, volendo a tutti i costi dire qualcosa nell'immediato prima di trovarsi già senza parole per l'emozione.
Oh, dentro di sé era paralizzata ma con sua grande forza d'animo riuscì ancora una volta a non dare minimamente a vedere come si sentiva e come sempre deragliò il ragazzo davanti a sé che, ridendo, l'abbracciò di slancio con una gioia dentro che lo scosse in maniera evidente.
- Ciao! La tentazione di andarmene appena ti ho visto l'ho avuta, ma mi sono trattenuto per fare la mia consueta buona azione quotidiana! - Rispose lui continuando a stringerla esageratamente per farle male. Le tolse il fiato e lei picchiandolo amichevolmente sulla schiena ricambiò riuscendo a rispondere di rimando:
- Una in mezzo a mille cattive! - Così lui si staccò e sempre tenendola per le braccia ribatté ghignando:
- Ehi, ma così bene mi conosci tu? -
La risata di lei che rispondeva: - Non sai quanto! - gli fece notare una cosa immediatamente che per lui fu come un campanello. Un illuminazione dal cielo. Il regalo più bello che potessero fargli.
Aveva accarezzato il suo bel viso morbido con lo sguardo e constatando che era sempre come l'aveva lasciata, cioè con i capelli un po' più scalati e un po' più lunghi ma sempre ondulati sulle lunghezze bionde, gli occhi verde chiaro come lì se ne vedevano pochi e la sua pelle bianchissima, una cosa in più che le era brillata in bocca c'era.
E il suo sguardo l'aveva adocchiata immediatamente come avesse un radar.
Si illuminò e prendendole il viso fra le mani con decisione lo piegò verso la luce avvicinandole il proprio per vedere meglio, quindi esclamando stupito ed incredulo:
- Ma cos'hai lì? - la obbligò ad aprire la bocca!
Denise sapendo che cosa aveva visto, non potendo piegarsi in due dal ridere, aprì la bocca divertita e tirò fuori la lingua mostrando il piercing che aveva fatto durante l'anno. Una pallina in acciaio faceva mostra di sé al centro.
- Dai! Che roba! Bello è! Che figata... - Andò avanti in adorazione per molti minuti e quando lei faceva per chiudere la bocca, lui glielo impediva stringendo la presa delle mani ai lati delle labbra, in modo da riaprirgliele di forza.
Quel contatto durò a lungo poiché lui per guardarsi per bene tutte le angolazioni di quella che per lui era la cosa più meravigliosa possibile, la tenne lì mentre lei non voleva altro che ridere!
Solo dopo un bel po' la girò verso gli altri e in una specie di abbraccio un po' strano mostrò a tutti gli altri cos'aveva fatto. Infatti avevano cominciato a chiedersi cosa stessero combinando visto che lei gli mostrava la lingua e lui la guardava!
Mentre alcuni giovani, fra cui i fratelli di Alex, dissero entusiasti che era davvero bellissimo, gli adulti inorridirono con una smorfia, distogliendo subito lo sguardo alla vista del piercing.
Fra risate varie e domande di ogni sorta, lei per rispondere poté finalmente richiudere le labbra!
Certo non per questo lui le tose le mani dal viso. Fra una domanda e l'altra tornava a voltarle la testa a forza verso di lui per vedere di nuovo la pallina!
Con gli occhi che gli brillavano ascoltò le sue risposte solo con mezzo cervello poiché con il resto ascoltava i suoi ragionamenti poco casti!
"Che roba pazzesca! Ed io che ho sempre voluto far sesso con una che ha il piercing alla lingua! Dicono che sia bello sia baciarsi che farsi fare certi lavoretti su altre parti! Dai... non ne ho ancora trovata una che l'avesse! Non può essere che il Cielo mi manda proprio lei con l'orecchino lì! No!
Non posso farmela sfuggire! Assolutamente!"
Così pensando si dimenticò completamente di quella che ancora era la sua ragazza e che al momento era nella propria città a lavorare, a qualche kilometro da loro.
Per il resto della giornata non fecero altro che parlare del piercing fitto fitto, in mezzo ovviamente a risate, scherzi e dispetti.
L'argomento principale era sempre stato quello e Denise si era stupita di come in un attimo tutta la tensione si era sciolta. Ancora una volta la canzone che gli aveva associato aveva avuto ragione.
Dal fiato sospeso al casino!
Così ritrovata completamente la strada dell'amica d'infanzia che lo conosceva da ormai 23 anni, sciolta e spedita più che mai, senza attivare un secondo il cervello, tirò fuori l'affermazione del secolo.
Ciò che forse non avrebbe mai dovuto dire!
- Sai che hanno apprezzato il mio bel piercing? - Qua lui si accese ulteriormente di interesse, consapevole cosa volesse dire questo.
- Si? - Chiese con un certo allarme nella voce. Allora lei rispose maliziosa senza il minimo problema:
- Si... hanno detto che è eccitante baciare una che ce l'ha. Me l'hanno confermato! - Incassando alla perfezione il colpaccio che Alex ricevette, scherzando, ma nemmeno tanto, rispose in fretta con forse troppa esuberanza:
- Ah si? Voglio provare anche io! - Ma questa volta non osò fare davvero nulla.
A parte la gente che li circondavano che non era poca, pensò che non voleva succedesse senza che lei lo prendesse sul serio.
Gli aveva dato l'impronta di uno scherzo e lei aveva riso divertita, ma lui dentro di sé mentre si divorava dalla gelosia e dalla curiosità di sapere con chi avesse provato, cosa di preciso e se continuasse ancora, era stato dannatamente serio.
Solo che come lei la mania di mascherare certe cose di sé era ormai radicata.
Mentre Denise mascherava solo i propri sentimenti, il moro oltre a quelli lo faceva anche con tutto ciò che lo riguardava intimamente e seriamente.
Gli altri di Alex avevano sempre e solo visto la sua parte allegra, buffona, scherzosa e spensierata.
Non erano mai stati capaci di trovare una parte seria.
Denise era diversa.
Se necessitava la serietà lo era, se invece c'era da rilassarsi e scherzare ci stava senza problemi.
Si adattava bene ad ogni situazione a seconda di chi aveva accanto, ma non faceva mai assolutamente capire quando era tesa, quando gli piaceva qualcuno, quando pensava qualcosa di particolare... riusciva a rimanere impassibile e senza mai fare una piega, depistando chi aveva a che fare con lei.
Erano simili ma diversi.
Però la botta che prese il ragazzo quella volta constatando che aveva avuto qualcuno anche lei, lo svegliò di brutto rendendosi conto di quando egoista fosse a pretendere che mentre lui aveva la morosa fissa da un po' d'anni, lei non dovesse averne!

"Mi piace. Pensavo fosse una questione di semplice attrazione fisica. Lei risponde ai miei canoni con quelle curve che si ritrova... poi ha due occhi...
Ma non è così. Non è solo una questione di fisico e di sesso.
Quando mi ha detto chiaramente che era stata con qualcuno senza andare nei particolari, mi ha dato non solo un immenso fastidio ma mi ha fatto quasi stare male.
Una gelosia simile non l'ho mai provata nemmeno per la mia ragazza, anzi!
Ho provato una cosa tale da non saperla descrivere...
Denise è sempre stata l'amica che vedo ogni estate, quasi una sorella tanto era forte il legame. Ma dopo l'anno scorso che non la vedevo da moltissimo, mi sono reso conto che questa cosa sta crescendo e non dovrei permetterlo.
Non dovrei perché viviamo lontani, ci vediamo poco, io ho la ragazza e non lavoro ancora per poter studiare. Lei poi ha sempre detto che non si trasferirebbe mai qua perché anche se ama la Sicilia il suo cuore è friulano. Capisco cosa significhi. Io non sono ancorato qua ma ora che ho appena trovato quella che forse è la mia strada ed iniziato finalmente l'università, non posso mollare tutto per l'ennesima volta e andare là.
Perchè poi? Lei ha un altro e non ha mai dimostrato più di un affetto amichevole. Che senso avrebbe?
Sto pensando a qualcosa che non esiste. A lei non piaccio in quel modo ed io... io posso solo frenare questa cosa sul nascere.
Una cosa che ha tutta l'aria di essere seria.
Troppo seria.
E non voglio che mi prenda oltre.
Non voglio assolutamente perchè non sono capace di fare seriamente con niente e nessuno, specie le ragazze. Non lo sono mai stato, infatti sto con una tanto per starci poiché non ho problemi a tradirla se si presenta l'occasione. Non amo.
Se non amo faccio quel che voglio. Lei lo sa e se non le piace ha solo da andarsene.
Non la amo e non mi importa ma se ora comincio a provare qualcosa di serio per un altra, le cose si complicano.
Io non so esserlo, con la testa sulle spalle.
E comunque non esiste questo discorso perché per Denise non è di certo la stessa cosa.
Anche se mi piace sempre più da impazzire e vorrei fare sesso con lei sin dall'anno scorso (quest'anno poi con quel piercing è deleterio starle vicino...) devo fermare tutto qua e controllarmi. Rovinerei tutto.
Tutto quello che posso rovinare.
E quel tutto non è poco... rovinerei perfino lei perchè io non so trattare seriamente nessuno, il nostro bellissimo rapporto di complicità e amicizia, la vita che ho qua...
e complicherei la vita ad entrambi.
Comunque non c'è niente di cui discutere perché lei non prova la stessa cosa.
Io non voglio provare niente per nessuno se non affetto e amicizia. Attrazione fisica anche, perché no... non c'è niente di male in quello.
Ma stop.
Finisce tutto lì.
Ora non devo più toccarla. Assolutamente.
O non riesco più a staccarmene e sbaglierei tutto.
Se c'è una cosa che devo fare seriamente in vita mia, ora, è questo. 
Resistere."

Rimase a lungo, Alex, a pensare a quello che di primo impatto aveva capito subito di provare.
Non era un idiota che fingeva con sé stesso, solo che testardo si.
Testardo lo era e pieno di molti altri difetti come la paura.
Paura di fare sul serio con qualcuno e dover addirittura cambiare completamente due vite e forse anche di più.
Cercando di aggrapparsi alla cosa giusta, il resto dell'estate la vide pochissimo sfuggendole di proposito, stando molto di più con la sua ragazza per ricordarsi chi delle due fosse!
La coscienza che non aveva mai avuto si presentava improvvisamente ora e proprio in occasione delle vacanze di Denise.
Per lui tutta la durata di quei giorni di ferie furono una tortura e riuscì davvero bene a scappare da lei senza farsi trovare.
Solo una sera, l'ultima poiché poi sarebbe già tornata al nord a casa, sotto invito della sua famiglia si era trovato con tutta l'intera casinista tribù a cena là.
In quell'occasione aveva messo ogni residuo di volontà di sé stesso per non guardarle il seno e la lingua senza cadere in tentazione. Ma era stata ovviamente dura.
Comunque non aveva certo potuto toglierle la parola anche perché lei come faceva sempre, veniva a cercarlo per fare le solite chiacchierate e risate.
Era stato davvero molto bravo, lo doveva ammettere.
Non l'aveva toccata e aveva abbassato gli occhi sulla sua scollatura pochissime volte, per il resto si era obbligato a fissare solo i suoi bei occhi verdi.
Seppur in mezzo a un sacco di persone ed un considerevole numero di bambini che gli stavano in mezzo giocando proprio sulle loro gambe, erano riusciti a parlare ugualmente.
Di quel che avevano fatto durante l'anno, del lavoro, dello studio, delle varie strade che ormai stavano percorrendo... parlarono piuttosto seriamente, tutto sommato, anche se pur sempre a modo loro.
Lei non menzionò nessun uomo e lui non ebbe il coraggio di chiederle se stesse con qualcuno.
Di nuovo, nel parlare così bene con l'amica, aveva dimenticato Anna, la sua ragazza via anche quella sera.
- Allora, mi vieni a trovare quest’anno a Udine? –- Gli chiese lei a bruciapelo, sorrideva ma si capiva diceva sul serio. Il giovane si trovò spiazzato ancora una volta e chiedendosi come lo considerasse in realtà, si trovò a rispondere con sincerità ancora prima di realizzare che forse non avrebbe dovuto...
- E’ meglio di no… - Alla naturale domanda di Denise sul perché, poi aveva aggiunto con sincerità disarmante rendendosi conto di star dicendosi la verità per primo a sé stesso. Lo disse guardandola negli occhi serio e diretto. Un lampo che lei era certa non avergli mai visto in viso. - Ho paura di fare qualche sciocchezza con te. –
A quel punto lei rimase spiazzata dentro di sé mentre si chiedeva se avesse capito bene, ma mentre nella sua testa una banda intera suonava tutti gli strumenti non facendole capire più nulla, dall'esterno ancora una volta impassibile e come niente fosse, anzi con una certa serenità e tranquillità, rispose:
- Oh. Bè… allora quando non ne avrai più vieni! –
Cosa che deviò ulteriormente Alex che si chiese ancor più disorientato cosa pensasse e provasse lei per lui.
Non si sbilanciò più di così e dopo di quello non tornarono sull'argomento finendo per parlare solo di cavolate ad eccezione di un momento che sembrò strano ad entrambi, un momento in cui lui forse aveva finito per dimostrare una volta di più la propria gelosia anche se si era imposto di non farlo assolutamente.
Davanti ad un fratello minore che insisteva nel dire che a Denise piaceva l'altro fratello, un gran bel ragazzo, poiché l'aveva fotografato per conto di sua cugina, Alex aveva seccamente e bruscamente detto:
- Non dire cazzate, ha fotografato tanto anche me! – Fu lì che lei si sentì in dovere di spiegare anche perchè gli aveva fatto quella foto:
- E poi non è per me la foto che ho fatto a lui! - Al contrario di quelle ad Alex che erano per lei eccome!
A quello lui si tranquillizzò ma dopo si era trattenuto ancora di più per tutto il resto della serata gettandola in un turbine di idee alquanto precise ed azzeccate sul suo comportamento!
Eppure sapere ormai non bastava...
Non sarebbe servito a molto e l'anno dopo l'avrebbero capito quando si sarebbero trovati davanti alla serietà al posto dei giochi eterni.