CAPITOLO XVII:
PERCHE’ FERMARSI?

È notte inoltrata e si sono tutti ritirati nelle proprie camere, in tutta la villa c’è un silenzio quasi innaturale ma questo non sembra infastidire Mikael e Raphael ancora svegli. Nelle pareti della loro stanza del tutto al buio, si riflettono le flebili luci delle candele del rosso, esse disegnano molteplici arabeschi affascinanti mentre dalla finestra aperta entrano i mille rumori notturni che aiutano un atmosfera suggestiva.
Mikael è una creatura strana, conoscendolo di primo impatto, ma anche andando più in profondità, sembra una persona priva di tatto, insensibile, rude e grezza, certamente un immagine lontana dall’uomo che ama l’arte ed ogni sera accende candele per la stanza buia. In realtà si tratta di una persona strana ed estremamente artistica, ha passioni forti che ama dimostrare a modo suo: queste sue passioni si riducono a tutto ciò che è sadico, duro, forte, bruciante, assordante come il fuoco, il sangue, il metallo, il genere vampiresco, le catastrofi naturali, la morte e tutte cose su questo genere.
Ma tornando alla stanza non c’è un filo di vento e nemmeno il caldo è eccessivo, l’atmosfera irlandese, seppure estiva, non è famosa per il caldo soffocante, questa sera si sta bene, sa di magia.
I due ragazzi sono seduti a terra, uno di fronte all’altro con le schiene appoggiate nei rispettivi letti sistemati parallelamente nella stanza, le famose candele danno dei colori caldi alla loro pelle.
Stanno ricordando lo scherzo fatto solo pochi giorni prima a Mikako e Raphael dice calmo:
- L’idea del vampiro è stata geniale e considerando che viene da te mi stupisce non poco…io non ci avrei mai pensato, hai improvvisato, no? Come ti è venuta?-
Mikael non raccoglie la sottile frecciatina e contento per se e per l’ammissione della buona idea, tira fuori dal comodino lì accanto un libro intitolato ‘Intervista col vampiro’, di Anne Rice. Ha un’aria profondamente soddisfatta e con il medesimo tono risponde:
- L’hai letto anche tu, no? Io leggo poco ma fra quel poco che ho letto è uno dei miei libri preferiti! È scritto bene e valorizza il mondo gotico dei vampiri come mai nessuno, affascina…anche gli altri sono belli, specie Scelti dalle tenebre dove il mio preferito, Lestat, si racconta, ma siccome l’ho perso mi sono portato questo. Lestat è il classico mio tipo, malvagio, duro, forte, odioso, indomabile, pieno di odio e amore allo stesso tempo.-
Finisce che ne parla con fare più rapito di come ha iniziato il discorso, ma le candele aiutano ed è come se il biondo lo incitasse a continuare, con quello sguardo attento alle sue labbra e alla luce che brilla nei suoi occhi verdi.
Ci sono poche cose che prendono veramente Mikael, ma per queste lui si trasforma e diventa irriconoscibile.
- Immaginavo che ti piacesse lui, ti assomiglia sotto alcuni aspetti…quel tipo di malvagità apparente che in realtà è tutta personale, non si tratta di malvagità o pericolosità, ma solo di un modo di vedere e approciarsi al mondo.-
Lasciò un attimo di sospensione fra questa frase e il resto:
- Io preferisco Louis: profondo, dilaniato fra bene e male, pieno di rispetto per la vita e di amore, l’unica cosa che odia è se stesso e il suo essere vampiro. Un personaggio molto triste e intrigante. -
Rimangono un attimo in silenzio, Mikael riflette sul fatto di assomigliare un po’ a Lestat e prova ad immaginare se anche Raphael somiglia a Louis…a lui non sembra affatto profondo e riflessivo…quel donnaiolo incallito ha amore solo per il sesso! Anche se non è solo così. A volte, raramente e solo quando serve veramente, sa tirare fuori quel suo lato penetrante, serio e intimo.
Così viene distratto da queste riflessioni che tiene per se:
- Quel è il punto che ti piace di più? A me questo…-
Per Raphael è strano conversare di libri e letteratura con lui, normalmente lo fa con Mikako, ma considerando il genere e l’argomento, i vampiri, è tutto giustificato. Prende il libro dalle mani dell’altro e inizia a sfogliarlo, scorre veloce le righe con gli occhi ed infine trova la parte che cercava, con voce sfumata inizia a leggere il punto:
- ‘Si’ Mormorai: ‘Questo è il male supremo, che noi possiamo giungere persino ad amarci, tu ed io. E chi altro ci offrirebbe una briciola di amore, una briciola di compassione o misericordia? Chi altro, conoscendoci come ci conosciamo, potrebbe fare qualcosa di diversa dal distruggerci? Eppure noi possiamo amarci. -
Un pezzo molto intenso e significativo, più che altro delle parole scelte sicuramente non a caso, che illustrano un modo di pensare che calzerebbe a pennello per altre certe persone, come se rispondesse a delle domande che si sono posti loro stessi prima di quel momento.
Raphael alza gli occhi dal libro puntandoli sull’amico, la sua espressione è molto pensierosa e non si capisce cosa gli passi per la mente. Di norma è un libro aperto ma in certi momenti è come se si chiudesse per non far capire ad anima viva gli importanti sviluppi dei suoi ragionamenti. Lì è un mistero.
Infine senza cambiare aria, prende il libro a sua volta e ne cerca un’altra parte con movimenti lenti:
- è bella anche l’introduzione, l’hai mai letta? Più che altro è una visione completa del mondo che tanto mi affascina.-
Senza attendere oltre apre la copertina e cerca le righe giuste, e con lo stesso tono usato allo scherzo con Mikako, basso e penetrante, legge:
- Il vampiro ci racconta le angosce e le perversità cui è costretto per un eternità pesante, calato su di lui dopo un solo lunghissimo morso e della quale mai più potrà liberarsi. Una condanna ad essere ogni notte carnefice, a cercare le proprie vittime al buio, ad essere compagno solo del terrore e del sangue.-
Non alza lo sguardo, rimangono entrambi in silenzio a riflettere sulla triste e angosciante esistenza dei vampiri, come sarebbe essere come loro, poi Mikael riprende a sfogliare il libro e continua a parlare con quel tono che s di uno che sta capendo qualcosa mentre parla di altro che centra relativamente. Forse c’è qualcosa nell’aria:
- Mi è piaciuto molto anche quando Lestat ha trasformato Louis in vampiro. In particolare questo: “ ‘Ascolta, tieni gli occhi bene aperti’ Mi sussurrò Lestat con le labbra contro il mio collo, ricordo che il movimento delle sue labbra mi fece rizzare i peli in tutto il corpo, trasmettendomi una scossa paragonabile ad un orgasmo.-
Continua a scrutare le righe appena lette sperando di scoprire un’altra ragione per non alzare gli occhi su quelli di Raphael che sanno lo stanno fissando impunemente, ma non vi trova più alcun interesse.
Sta scattando qualcosa nell’altro che lo guarda, non gli basta più fissarlo ed osservarlo, Mikael, al momento così serio e concentrato per qualcosa che gli piace molto, un ambiente, una vita, uno stile che lo caratterizzano dalla punta dei capelli a quella dei piedi, gli appare sensuale e seducente. Irresistibile.
Si avvicina lentamente e circondandogli le gambe e la vita con le sue, si incastra magistralmente a lui, come se gli si fosse seduto sopra. Mikael non capisce ma qualcosa gli impedisce di muoversi, forse il suo stesso istinto che ha sempre ascoltato. O forse il fatto che lui non scapperebbe mai da nulla, specie da Raphael, per cui lo lascia fare, non c’è sicuramente pericolo, finchè non gli fa male non ha motivo per chiedergli cosa fa o cosa vuole.
Si guardano negli occhi senza fare espressioni particolari, hanno entrambi un solenne mistero nello sguardo e nei volti. Il biondo alza una mano e scostandogli la frangia dalla fronte e dalla faccia, gli tocca delicatamente il naso, gli sfiora la bocca, va sulla guancia, sul collo e sulla nuca. Il rosso è immobile, prova i primi istinti di piacere e ancora il vuoto nella mente alla domanda:

“Anche se gli dicessi di smettere, che scusa gli direi? In effetti non fa nulla di male, mi piace quello che fa…anche se non so cosa sia…ma…”


Molta confusione e nel dubbio rimane fermo e in silenzio. Sentendosi afferrare dolcemente i capelli dietro pensa che il tutto stia giungendo ad una sua fine e con rammarico ma curiosità non vede l’ora di assistere alla mossa successiva.
Nota il colore delle iridi del compagno sopra di lui, cambiare impercettibilmente, sotto la luce fioca delle candele, e diventare da azzurri a blu, sa che probabilmente anche i suoi fanno la stessa cosa…da verde chiaro ora saranno sicuramente verde smeraldo.
Raphael avvicina il viso al suo lento ed impercettibile, ma inesorabile finchè non arriva alle sue labbra morbide, calde ed invitanti.
Le accarezza con le sue, come il tocco di due ali leggere, continua la magia con la punta della lingua finchè la bocca stessa che sta carezzando, non si schiude lasciandogli libero accesso, così completa il viaggio scivolando in essa sensuale e languido.
Velluto, è questo che sente appena si toccano, gli sembra di vedere la sua anima: velluto rosso vivo. Medesima sensazione per Mikael che è come se vedesse il velluto blu oltremare dell’animo dell’altro.
Danzano entrambe le loro lingue mescolando quelle sensazioni e quelle immagini che si sovrappongono veloci insieme al pensiero di come muoversi, cosa fare…e poi cosa importa, basta non smettere poiché è bello e non fa male a nessuno.
Ancora un motivo per finire non c’è.
Quando Raphael cresce il proprio desiderio e l’idea di ‘mangiarselo’ lo invade, vorrebbe di più, quando la voglia si soddisfa questa si ingigantisce e vorrebbe decisamente ancora, insaziabile follia. Lui così scende sul collo assaggiando quella parte, succhiando un po’ sulla giugulare. Si muove da esperto, lui, le sue mani immerse nei rossi capelli che spostano da un lato il capo del ragazzo sotto di lui, la sua lingua che gioca con la pelle accaldata che incontra sul suo cammino, la sensualità di cui è padrone.
Tutto il contrario dell’inesperienza anche se non totale, di Mikael che sta fermo e si lascia fare, un po’ in trance, del tutto in confusione, senza capire più nulla, dove sia, cosa stia facendo, se sia veramente ora di smetterla e perché. Gli occhi semi aperti, le labbra ancora dischiuse, il respiro corto e il piacere crescente.
I suoi istinti che si risvegliano.
I suoi istinti, per la prima volta, da domare.

“Ok, non so perché bloccarlo, ma non so nemmeno perché lasciarlo andare avanti…che senso ha tutto questo? È solo desiderio fisico? È in astinenza da troppo tempo ed ora si sfoga con me? Cosa vuole lui, da me…ed io? Cosa voglio? Cosa penso di fare?
In un attimo torna in se e il controllo si impadronisce di lui, bruscamente e incupito di molto lo respinge staccandolo dal suo collo, subito una sensazione nostalgica, di nudità, dispiacere e contrarietà, ma va avanti:
- No, io non…ho sonno…si, ho sonno, vado a letto…-
Balbetta qualcosa del genere ancora profondamente scosso, la fronte corrugata e i punti di domanda in testa che aumentano.
Raphael rimane un attimo male, stralunato lo fissa come a chiedersi se fa sul serio, l’eccitazione fra le sue gambe cominciava a farsi sentire e strofinandosi il viso con le mani fatica a tornare in se, vorrebbe circa violentarlo.
Eppure con un angolo del suo cervello, quello non invaso dagli ormoni impazziti, lo capisce:  

“Non è ancora pronto…ma io non ce la facevo più ad aspettare…”


Cos’ pensando non proferisce parola, lo lascia libero ed ancora tutti e due ansanti si posizionano nel proprio letto, il biondo si toglie la canottiera rimanendo a torso nudo a dormire, si stende e lo vede voltarsi subito dall’altra parte, dopo aver chiuse le candele veloce.
Quella notte Mikael non avrebbe chiuso occhio.
Povero Raphael, proprio di uno così doveva innamorarsi?
Ce la farà a far capire a Mikael quelle due cosette trascurabili che ancora gli sfuggono?
Lo vedremo le prossime volte, ora andiamo da qualcuno che di questi problemi non ha affatto…anzi!