CAPITOLO XXII:
LA GRANDE PENSATA

- Ciip, ciricip? – (Ciao Uccello Scalciante, come stai?)
- Cicip! Ciiiiiiip cip? – (Ciao! Io bene e tu?)
- Cip, ciiip! Ciricip cicip? – (Anche io, grazie! Hai visto che bella giornata?)
- Cicip. Ciiiip Ciricippi Ciciciip? – (Certo! Ma tu hai visto stanotte dentro questa finestra?)
- Ciiiiiiiiiip cicip! Ciriciricippi! – (Si li seguo ogni sera! Finalmente si sono decisi a farci vedere qualcosa!)
- Ci! Cicippucci ciricioppi, ciiiiip! – (Hai ragione! Però era il rosso a rallentare le cose, era proprio testardo!)
- Cip, ciiiippi cicciò! – (Si, il biondo si faceva monaco se doveva aspettare ancora!)
- Ciricip cicip? Ciccicicciù! – (Comunque ieri sera si è riscattato bene. Eh? Proprio un gran bello spettacolo!)
- Ciiiippy, cicioppi cicciù! – (Chissà oggi, sono proprio curioso di vedere quando si sveglieranno!)
- Ciiippucci, cirici! Cicoci? – (Però, dormono tanto sti ragazzi! Li svegliamo noi?)
- Ciucci cicip, ciiipporippo! – (Sarà un impresa, ma proviamoci lo stesso!)
- Ciiiiiimocci cicucciroci ciiisacocci cippi cippicippi, ciiiiiiricicciù… - (Canzone patriottica irlandese, non chiedetemi di tradurla… passi l’uccellese ma l’irlandese proprio no! N.d.Aka)
In quel momento in cui la melodia dei due amabili fringuelli appostati sul ramo fuori dalla finestra della camera dei due ragazzi è al culmine, una scarpa colpisce l’albero facendo cadere due frutti proprio in testa alle piccole creaturine ficcanaso e rompiscatole che cantavano rapiti ed esaltati la loro canzone da Sanremo Uccellese!
- CIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP, CIPIPICì! – (AHI, CHE MODI QUEL ROSSO!)
- Ciiiippucoci, cippocci cicciò! - (è vero, non sembra affatto umano, è troppo cattivo!)
- Cippi, ciiiii ciucci cici! – (Già, è così basso che potrebbe essere un puffo rosso!)
- Cippi, cip cicippocci! – (Si, la penso anche io così!)
A quel punto dalla stanza si leva un ringhio alla Gattuso alquanto minaccioso:
- MA LA PIANTATE DI ROMPERE I COGLIONI ALL’ALBA, UCCELLI DEL CAVOLO? MA ANDATE A CAGARE! – Come sempre la finezza non è nata con lui…
- Cip ciriciricip! – (Proprio intrattabile!)
Questo il commento di Uccello Scalciante e Piuma Focosa prima di volare via a zampe levate.
Ok, dopo gli uccellini ficcanaso è il nostro turno di curiosare!
Entriamo silenziosamente senza farci sentire dal rosso, si potrebbe rischiare la vita.
Neanche a dirlo ormai sono tutti e due svegli, chissà per merito di chi, e alla bellezza delle 12.15 cominciano a sentire i morsi della fame, nonostante tutto rimangono imperterriti nel letto, pigramente abbracciati.
Mikael sta tracciando con le dita segni leggeri sul petto di Raphael lasciandogli solo per questo una serie di brividi piacevoli da risveglio, dopo un po’ di questi gesti pensierosi e quasi distratti, il rosso sostituisce le labbra e la lingua alla mano. Come seguisse una scia di pensiero tutta sua oppure uno dei suoi soliti istinti.
Magari semplicemente vuole farlo, assaggiarlo dopo una notte come quella e sentire il sapore che il suo ragazzo ha… come se non l’avesse assaggiato abbastanza!
Lentamente scende lungo il suo petto ben delineato e piacevole alla vista e al tatto e quando arriva alle lenzuole le scosta per continuare la sua esplorazione.
È un momento appagante anche solo per quelle coccole leggere che si concedono e Raphael, con le sue carezze sensuali e dolci al tempo stesso sulla schiena, non è da meno. A sua volta sale sul collo e poi sulla nuca fino a raggiungere le ciocche corte e spettinate di quel colore della passione che lo caratterizza, ci giocherella un po’ pensando che un risveglio simile l’aveva solo sognato e che dopo tutto il tempo d’attesa, probabilmente non l’avrebbe più lasciato andare!
Pensiero che sfugge quando Mikael arriva all’inguine facendogli emettere respiri più che profondi.
Il ragazzo sopra di lui che ha nella mente e nella pelle, impressi a fuoco, le sensazioni provate la sera prima, sembra magicamente non avere una vera e propria fretta, merito forse del buon sonno appena fatto; quindi con calma prende un leggero contatto col suo membro già facilmente eccitato grazie ad una serie di fattori facilmente identificabili. Senza bruciare le tappe prolunga quel momento iniziale facendosi desiderare sempre di più e dopo aver deciso che l’attesa è finita, continua l’operazione con il resto della bocca aumentando l’intensità, il piacere, il desiderio e l’eccitazione.
Molteplici sensazioni si susseguono irrefrenabili in loro e come una scarica elettrica Raphael non resiste più incurvando la schiena e venendo con un gemito roco soffocato dalla bocca di Mikael salita subito sulla sua a baciarlo.
È solo un istante ma dopo il bacio gli occhi di quest'ultimo sembrano assumere una strana luce e fra le iridi verde chiaro, Raphael si chiede a cosa pensi mentre separandosi dalle sue labbra lo fissa così vicino. Uno sguardo molto intenso che fa rabbrividire il biondo per l’ennesima volta.
Non è da lui, quando mi guarda così lo violenterei!”
Così pensando cerca di domare l’istinto di cambiare le posizioni e riprendere l’azione interrotta, ma a mettere la parola fine è il termine di quel breve momento di sguardi. Quello del rosso torna subito sadico, prepotente e tendente al rabbioso per partito preso… con l’aggiunta di una buona dose di soddisfazione.
Già… forse sta solo cercando di recuperare tutto il tempo perduto a non capire un tubo dei suoi sentimenti per il cugino!
Il gorgoglio proveniente dai loro stomaci non è comunque certo una cosa trascurabile, infatti li distrae del tutto costringendoli a dar retta alla loro fame esagerata.

Mikael e Raphael scendono dopo una mezz'ora abbondante, giusto in tempo per decidere insieme agli altri cosa pranzare, ma vedendo arrivare il rosso con una scarpa si ed una no, impossibilitati a non farsi i fatti propri, chiedono che fine ha fatto l'altra ricevendo in risposta solo il grugnito di uno a caso. Lo stesso che poi si dirige direttamente all'esterno alla ricerca dell'anfibio lanciato.
Gli amici, ormai abituati ai suoi modi, guardano Raphael che spiega subito con naturalezza, come fosse la cosa più normale possibile:
- C'erano due uccelli che stridevano stonati fuori dalla nostra finestra, dopo averci svegliato Mikachan... -
- ...gli ha mollato la sua scarpa! - Termina Mikako conoscendo il cugino facilmente incazzoso ed esagerato.
- MERDA! - Ma di chi può essere questa imprecazione?
- Chissà cosa ha combinato ora... - Sussurra sempre la rossa scuotendo la testa mentre gli altri la precedono in giardino per vedere cosa è successo. Una volta fuori vedono il rosso ai piedi dell'albero, che confronto a lui sembra un gigante, e con sguardo di chi vorrebbe dargli fuoco, brontola parole incomprensibili.
- Mi è rimasta la scarpa impigliata nel ramo! - Ovviamente gli altri dietro di lui trattengono a stento una risata... bè, non tutti, c'è chi non si trattiene affatto come Akane che preferisce ridere sguaiatamente alla faccia della demenza e della sfiga del gemello!
- Arrampicati e prendila! - Fa in tono logico Hitonari non trovando molto divertente la sua idiozia.
- Chi, io?! - Dice l'altro scandalizzato... lui che fa quelle sciocchezze da bambini?! Quando mai!
- No, mia nonna che ha 80 anni! - Risponde Arashi sgarbata.
- 79, prego! - La puntualizzazione della simpatica vecchietta arriva dall'interno e Arashi si affretta a correggersi.
- Io non l'ho mai fatto e non lo farò certo adesso! - Mikael è stizzito e l'intenzione di rischiare l'osso del collo per fare la scimmia, non c'è proprio.
- C'è sempre una prima volta! - La calma fatta persona si chiama Mikako anche quel giorno... ma il cugino la incenerisce ribadendo la sua ferrea intenzione:
- Non faccio la scimmia! - Quando tutti stanno per dirgli di dire addio alla sua scarpa, l'esibizionista Arashi decide di dare al fratello maggiore una lezione di quelle storiche e spintonandolo in parte prorompe con una certa aria sadica:
- Ah, fatti da parte, bamboccio! Ci vado io! Sai quante volte l'ho scalato, questo alberello da quattro soldi! - L'albero non è da quattro soldi, ha un altezza non indifferente ma non è nemmeno un mostro impossibile... il fatto è che se c'è l'occasione di superare il fratello, lei non si tira assolutamente indietro.
- Non avevamo dubbi! - Fanno in coro gli altri mettendosi ben in posizione per non perdersi la scena. Solo una prepara il cellulare... Mikako:
- Sono pronta a chiamare l'ambulanza! - La rossa la prende in giro ma in realtà sa che è effettivamente l'unica in grado di arrampicarsi su un albero... è l'unica che non è ancora cresciuta!
No... non l'unica... solo una dei tanti. La differenza è che lei è la più incosciente!”
Quindi ignorando le mille allusioni sul suo lato scimmiesco, eccola là davanti all'albero a guardarlo con aria di sfida. Per lei nulla è impossibile e l'avrebbe dimostrato una volta di più.
Sopo un attimo di contemplazione per studiare il percorso da prendere, eccola sputarsi sui palmi, fregarsi le mani ed attaccarsi all'ampio tronco nodoso dove presto si arriva ai rami. Una volta giunta a quel punto è molto facile continuare a salire ed in meno di due minuti è al punto della scarpa, vittoriosa e ghignante. La luce nei suoi occhi verdi fa divertire tutti raggruppati sotto di lei dietro a Genzo pronto a farle da cuscino in caso le cose vadano male.
Afferrata la scarpa del fratello, gliela butta in testa mirando bene e dopo essersi assicurata di averlo colpito e aver ricevuto un consueto: - BESTIA! - in ringraziamento, senza preoccuparsi di rispondergli comincia a scendere spedita, più veloce di come è salita.
Vederla da sotto sembra veramente una scimmia agilissima ma ciò che apprezza maggiormente il suo ragazzo da quello posizione, è, logicamente, il suo sedere di cui può avere un'ottima visione!
Non è arrivata del tutto alla base che proprio uno degli ultimi rami in cui è aggrappata, si rompe facendola cadere come una pera matura fra le braccia di Genzo, pronto e sicuro di come le cosa sarebbero finite.
Bè... pronto, certo... ma non preparato fino in fondo al dolce peso della fanciulla che, salvata dalla culata storica, fa perdere l'equilibrio al povero moro che non facendocela a stare dritto finisce per cadere all'indietro su Taro. Taro che non si aspettava assolutamente di dover reggere entrambi, non può che afferrarsi a Mikako per non andare giù anche lui. Mikako, non serve dirlo, non ha tutta questa forza quindi sentendosi spintonata imprevedibilmente cerca appoggio in Akane che, mezzo addormentato nonostante l'ora tarda (lui è sempre addormentato) non capisce come ma si trova semplicemente ad appendersi ai pantaloni di Hitonari. Hitonari per non rimanere in mutande preferisce seguire il proprio indumento tirandosi dietro il gemello Raphael che è forte, si, ma non così tanto da tenerli tutti e precipita irrimediabilmente giù sull'erba. Certo, lui cerca speranzoso il braccio di Mikael per non franare giù insieme agli altri tonti, ma non c'è niente da fare. Proprio dove doveva esserci il rossino trova il vuoto poiché lui, con ottimi riflessi, si sposta all'ultimo momento senza capire cosa accidenti stia succedendo, agendo solo d'istinto come suo solito!
Il tonfo è sordo e alla fine di tutto quel domino pazzesco, l'unico in piedi davanti a tutti è proprio il proprietario della scarpa sull'albero che, con la stessa in mano, rimane con un sopracciglio alzato a guardare quel che rimane dei suoi compagni di vacanze.
Segue un momento di imprecazioni, urla, tirate e calci in cui le vittime cercano di capire se siano vivi o morti e di chi sia il piede che hanno in faccia o dove sia la propria mano; dopo essersi sgarbugliati, con una fatica notevole ed un nervoso da paura, fanno appena in tempo a guardare l'unico intatto, il colpevole che capito cosa è successo... scoppia a ridere sguaiatamente come un demente!
Risultato?
Mikael, su cui si sono vendicati tutti e 7, appeso al ramo dell'albero in mutande mentre gli altri pranzano!

Il pomeriggio per loro giunge alla bellezza delle 14.30, visto che hanno mangiato solo mezz’ora prima, e per passare il resto della giornata optano per un paio d’ore ai campetti pubblici. È nel lasso di tempo che li vede ancora in casa a superare l’abbiocco del dopo pranzo, che discutono su cosa fare, calcio o basket.
- Io voto per una partita a calcio. – Sostiene Genzo con fare serafico e deciso.
- Perché a calcio e non a basket? – Ribatte quindi Akane che se fosse per lui abolirebbe tutti gli altri sport per tenere solo il suo.
- E perché no, invece? Non sei forse capace di giocare a calcio? – Risponde il provocatorio moro abituato ai modi di Hyuga in Giappone.
- Certo che non ne è capace, nessuno di loro ne è capace! Tu e Taro li battereste in un attimo! – Non serve certo dire che questa, fiera più che mai del suo ragazzo, è Arashi la cui si è innamorata perdutamente di lui proprio vedendolo giocare a calcio.
- Io che vengo battuto? Ma non diciamo cagate! – Sbraita Mikael inviperito sentendosi chiamato in causa.
Parla il grande atleta... ma se suona la batteria e non ha mai alzato un dito se non per fare a pugni!”
Pensano tutti insieme senza osare proferire parola a riguardo.
- Appunto, non dire cazzate, sorella! – Continua sprezzante ed offeso il gemello del rosso spalleggiando quest’ultimo.
- Perchè, sareste capaci di farmi un goal? Io dico di no. – Genzo... il subdolo, furbo ed acuto Genzo... nonché presuntuoso e provocatorio. Era certo che non sarebbe rimasto in silenzio mentre si discuteva se esisteva ancora qualcuno in grado di violare la sua adorata porta.
Anche con dei profani lui l’avrebbe difesa con la serietà e la sbruffonaggine che metteva in ogni sfida.
- Io dico di si! – Risponde al volo Akane sicuro di sé troppo infervorato per non abboccare al volo all’amo.
Tutte le provocazioni erano sempre per lui e per Mikael, ovvio.
Non mi farò mai mettere sotto da nessuno, solo da Hitonari ma lui per un altro motivo...”
Pensa quindi il moro dai capelli scompigliati riferendosi al fatto che Hitonari normalmente è la partre attiva a letto.
- E saresti pronto a scommetterlo? – Il portiere prosegue per quella strada mantenendo dalla sua parte il volante che decide la direzione.
A fregare gli altri due è l’aria strafottente che usa, quella che da bambino aveva vita natural durante e che crescendo è andata via in poche occasioni.
In fondo gli mancavano le memorabili sfide con Hyuga, ora finalmente può di nuovo mettersi in gioco dopo un sacco che non lo fa più. Si annoia se non fa cose simili...
Akane guarda la mano tesa del ragazzo di sua sorella e pensandoci solo un attimo, un nano secondo velocissimo, la prende stringendola con decisione.
Eh eh... hai firmato la tua contanna, bello mio!”
Pensa sadica Arashi che ridacchia divertita dalla scena, pregustandosi il seguito.
- Che cosa si scommette? – Chiede Taro divertito a sua volta.
- Che io, Hitonari, Mikael e Raphael riusciamo a fargli un goal ciascuno! – Sbotta sempre più deciso Akane incrociando le braccia sul petto.
- Ed io che non riuscite a farmi mezzo goal. – Afferma tranquillo e sicuro di sé il bel tenebroso.
- Ehi, un momento! Non decidere per noi! – Interviene stizzito Raphael che non ha assolutamente voglia di affannarsi e finire in disordine per una sfida suicida.
- Appunto, tirami fuori! Io non sono pazzo. – Fa a sua volta freddamente Hitonari la cui consapevolezza verso le capacità sia del cugino che dell’amico sono troppo limpide.
- Uffa, e va bene! Tu Mikachan ci stai? – Dice seccato Akane verso il gemello.
- Oppure hai paura di me? – Lo zampino di Genzo, sempre quello subdolo e meschino di prima, è determinante infatti il rosso ci casca con tutte le scarpe come l’altro suo degno compare:
- Io paura di te!? Ma per favore! Certo che ci sto, avevate qualche dubbio? –
- No! – Termina lo sfidante con uno dei suoi sorrisetti enigmatici.
- Ma Genzo, tu sei avvantaggiato, giochi in Nazionale e sei il famoso portiere paratutto... – Li porta immediatamente alla realtà Mikako con calma e serietà. Se non ci fosse lei dove finirebbero?
Se lo chiede sempre ma l’unica a farlo è proprio lei!
- Sono loro che l’hanno voluto! – Va Arashi in difesa del suo fidanzato, c’era da aspettarselo del resto.
- Bè, vorrà dire che non userò le mani per parare, ok? – Risponde ancor più saccente di sempre l’accusato di spavalderia.
- Tu sei troppo buono, Genzo! Dovevi fregartene, sono loro che sono stupidi! – Logica inoppugnabile, non ha mica tutti i torti...
- Così mi diverto di più anche io. – Ecco dove voleva andare a parare con quell’uscita, solo ora si capisce e mentre tutti lo fissano con tanto d’occhi per capire quanto sia serio, Taro scuote la testa pensando che è sempre il solito.
A volte sembra tornare indietro nel tempo e smettere di crescere.
- Quanto scommettete? – Chiede la bionda pregustandosi la sua vittoria.
- Direi di non scommettere soldi. – Dice Genzo smettendo di fare lo spaccamondo solo perché si parla di calcio.
Effettivamente sono tutti ricchi, a parte Taro che è un essere comune.
- Sono d’accordo. – Ribattono in coro i due fratelli che per una volta non sono infastiditi di essere dalla stessa parte.
- Mmm... vediamo... chi perde va nella toilet delle donne e, assicurandosi che ci sia gente dentro, fa uno streap teas! –
Eppure la mente malefica questa volta, a sorpresa di tutti, è Mikako. L’angelo dolcissimo e celestiale che mai oserebbe fare cattiverie gratuite o avere pensieri sconci.
Che gran bugia... i pensieri sconci li ha eccome... su Taro. Solo che sono romantici lo stesso!
Gli sguardi che riceve sono di chi pensa che sia matta ma qualcuno forse, essendo matto più di lei, ha il coraggio di rispondere impuslivamente:
- Certo che ci sto! – Mikael e Akane non hanno mica paura di qualcosa... convinti come sono di vincere.
Per Genzo è più facile accettare visto che lui è sì veramente sicuro di farcela. Non si spoglierebbe mai davanti a nessun’altro che alla sua ragazza, ma tanto è certo che quella sorte non toccherà a lui.
Quindi arriva presto anche il suo sì e prima di uscire si muniscono di tutto l’occorrente, consistente in uno stereo a pile e nel CD con la canzone di '9 settimane e mezzo'.
Nessuno li avrebbe mai fermati, gli unici non convinti sono Raphael e Hitonari, consapevoli che a perdere saranno quei debosciati dei loro ragazzi.
Stanotte lo lascio in bianco!”
È infatti il loro pensiero comune, seccati di dover condividere il loro corpo con sconosciuti solo per la loro stupidità.