CAPITOLO VI:
UNICA NATURALE CONCLUSIONE

/Izzi/
- Vittoriaaaa!!! – Grida Tai saltando per tutto il salotto, salendo quindi anche sul divano, sulle poltroncine, sulle sedie, sul tavolo e sulle spalle di Matt e TK.
Il solito esagerato…
- Sono grande! Ho battuto Izzi, ma vi rendete conto? Izzi! Il mago del computer e dei videogame! Sono unico, inimitabile, immenso! – Alla faccia della modestia!
Le risate generali accolgono la sua felicità mentre la voce calda dal tono realista e saccente di Matt, si leva fra tutti riportandolo bruscamente alla realtà:
- Certo, come no… hai perso perché Mimi ha distratto Izzi altrimenti non l’avresti mai e poi mai battuto! Renditi conto della realtà e dei tuoi limiti, testone! – Tai si ferma e lo guarda considerando la sua frase, poi alza le spalle e risponde schietto:
- Bè, una vittoria è pur sempre una vittoria! Qualunque sia il motivo lui ha perso ed io l’ho battuto! – Ecco fatto, lo sapevo!
Gli altri ridono ancora più forte tenendosi la pancia mentre lui riprende a fare acrobazie esagerate.
Vorrei proprio che inciampasse prendendo uno spigolo in piena fronte!
Che figuraccia che ho fatto… non per aver perso ma per essermi fatto distrarre da Mimi… per essere caduto nella trappola come un pesce lesso… del resto dovevo immaginarlo che l’avrebbe aiutato, quei due sono quasi un tutt’uno da quando lei si è ristabilita in Giappone!
Distolgo lo sguardo da lui per posarlo fugace su di lei che seduta ancora accanto a me ride di gusto con le lacrime agli occhi. È davvero bella.
Oggi sembra che splenda.
Sarà che la festa di inaugurazione del suo nuovo appartamento determina un passo importante per lei, ma è luminosa.
Vestita così, poi… ha un abitino tutto corto e scollato, non da sera ma comunque molto provocante… molto da lei… la sua scollatura dimostra quanto il suo corpo sia ormai cresciuto bene, anche troppo. Non è più una bambina e nemmeno una ragazzina. Inghiotto… quel filo di trucco le dona ed anche i capelli parzialmente raccolti.
E guarda le sue gambe accavallate… sembrano così lunghe e lisce… chissà se lo sono veramente…
Le battute non si sprecano e con l’anticamera del cervello li sento andare anche sul pesante… bè, è Tai principalmente che ci va, ma gli altri non sono innocenti!
Comunque non li noto.
Mi manda in caos la mano di Mimi che si posa innocentemente sulla mia gamba. Quel punto mi pare vada a fuoco.
È passato un bel po’ di tempo da quella volta in cui l’ho consolata e le ho tenuto la mano, ora ha un appartamento suo e lavora e sembra stia veramente bene, ma a me non è passata nessuna cotta, anzi!
- Scusami per il brutto scherzo ma Tai mi ha fatto pena così ho pensato che per una volta avrei potuto provare ad aiutarlo! Comunque non pensavo che ci sarei riuscita e che ti saresti distratto… ricordo che nessuno ti distoglieva dal tuo computer, da piccolo! – Eh già, ma allora non avevo maturato certe parti del mio carattere. Ora la mia priorità non è il mondo informatico ma bensì una certa persona reale…
Mi torna alla mente, come in un rewind improvviso, tutta la scena di prima e mi pare di risentire la sua mano scivolarmi intorno al braccio e tirarmi verso di sé per poi ricevere il suo bacio sulla guancia. Sono rimasto rigido come una sogliola e rosso come un gambero.
Se ci ripenso… per un momento è stato il buio più totale, ho scollegato tutti i neuroni e ho dimenticato perfino di chiamarmi Izzi. Mi sono svegliato con l’urlo di Tai.
Al pensiero torno rosso e tachicardico!
Che momenti drammatici!
Vorrei solo avere veramente qualche potere per far tornare indietro il tempo… poi lo fermerei e caccerei tutti via per poter stare solo con lei e quel suo bacio che seppur ingannevole è pur sempre un bacio, come dice anche Tai sulla sua vittoria fasulla!
Dopo un paio di minuti in cui la guardo e non favello ma balbetto un nulla di fatto, i ragazzi smettono di ridacchiare e spintonarmi, quindi viene proposto un brindisi.
Si preparano i bicchieri e non so bene come ma è Tai che agguanta lo spumante cominciando ad agitarlo prima di poter essere fermato ed istruito.
- Ok, riparatevi che sicuramente ne combina una delle sue! – Avverte Matt sostenuto subito da Kari:
- Si, sarà meglio nascondersi. Come minimo lo fa esplodere! – Quindi si allontanano davvero mentre due mani mi bloccano impedendomi di muovermi. Che succede?
Qualcuno si è nascosto dietro di me… cercando di capire chi è mentre il disastro vivente è alle prese col tappo, sento la sua voce familiare mentre preme il viso sulla mia schiena. Ed io trattengo il fiato.
- Izzi, ti prego, coprimi! – Ma ride divertita ed io non ho il cuore di lasciarla a sé stessa, infatti prima che prenda una contromisura anche per me il botto arriva susseguito da un rumore sospetto e… dalla sensazione di bagnato che mi schizza addosso.
Ecco fatto.
Il mio buon cuore fesso ed innamorato ha fatto sì che a prendere la fregatura fossi proprio io.
Grande, Izzi!
Innamorato ed idiota!
Proprio così si fa!
Le risate di nuovo mi assordano mentre mi rendo conto che sono completamente bagnato di spumante… se non avesse agitato quella bottiglia, forse le cose sarebbero diverse ma lui è Tai, che si può pretendere?
Sono zuppo!
Mimi esce dal suo nascondiglio, che sarei io, e totalmente asciutta mi osserva ridendo come gli altri.
- Sei il mio eroe! – Dice scherzando, anche se non so fino a che punto, quindi passandomi il dito sulla guancia, gesto che mi immobilizza di nuovo, se lo mette in bocca.
- Oh, è ottimo! – Commenta quindi allegramente. Io preferisco non dire nulla lasciando che il resto della bevanda venga versata nei bicchieri di tutti.
Dannazione, possibile che ci rimetta sempre io in qualche modo?
Certo, per lei posso anche sacrificarmi, ma penserà che sono un buffone. Non è così, non sono Tai!
Mi preoccupo un po’ mentre ci raggruppiamo tutti vicini con facce soddisfatte e felici. È una bella serata ed un buon momento, posso mettere da parte le supposizioni su ciò che pensa lei di me.
Mi si stringe accanto anche se sono strafondo, quindi alziamo i bicchieri pieni e lasciandole uno sguardo di sottecchi la vedo splendere ancora di più se possibile.
Quei brutti giorni sono solo ricordi lontani e a questo mi sento sollevare come non pensavo potesse accadermi.
È bello.
È davvero bello.
- Dai Mimi, fa un discorso! – La esorta Tai, il festaiolo che tenderà a comandare sempre e comunque. Non ci dà fastidio, lo conosciamo ed in un certo senso saremmo persi senza di lui. A Digiworld è stato così… solo quando eravamo uniti e lui ci guidava col suo istinto, noi superavamo tutto stando bene.
Ognuno di noi ha avuto un ruolo che ha mantenuto anche qua, sulla Terra, ed è bello perché rimaniamo uniti lo stesso dopo tutto questo tempo.
La vediamo alzare il suo bicchiere pieno di spumante dove le bollicine salgono veloci. L’attenzione si sposta su di lei e sul suo sorriso che non mostra incertezze, dubbi o maschere. È limpido come lo ricordavamo.
Quindi senza nemmeno il minimo timore o imbarazzo, parla liberamente. È serena e felice.
- Grazie a tutti per essermi rimasti vicini e non avermi mollata. Per avermi sostenuta ed aiutata ad arrivare al punto in cui sono. Senza di voi sarei stata persa. Ma un grazie speciale vorrei farlo a Izzi che da quando quel giorno mi ha incontrata per caso all’aeroporto, sono stata la sua rovina, probabilmente. Grazie per non avermi mai voltato le spalle ed avere sempre così tanta pazienza con me. – Dicendolo sposta lo sguardo su di me ed io faccio altrettanto, siamo vicini ed in questo momento in cui ci assorbiamo l’un l’altro sembra come se gli altri sparissero.
Ora capisco perché nei romanzi quando due innamorati si guardano così, vengono scritte certe sciocchezze… perché succedono veramente.
Credo che sia la prima volta che le provo così intensamente.
È tutto vero.
Mi ritrovo a sorridere ebete mentre la guardo in viso. Forse dovrei dire qualcosa ma non mi esce nulla, così rimango in silenzio. Alla fine interrompiamo il contatto visivo ma è ora che me ne rendo conto.
Ho veramente instaurato un rapporto speciale con lei e forse non me ne sono nemmeno accorto, troppo occupato a sperarci per capire che lo stavo vivendo anche in realtà.
Mi sembra di essere già ubriaco ancora prima di bere, però quando lo facciamo il liquido non mi aiuta affatto, anzi… mi sembra di non aver bevuto nulla.
Sospiro.
O sono così cotto che non noto la differenza dell’alcool oppure non saprei proprio…
Bere ed essere innamorato, per me, è esattamente la stessa cosa. Ubriacandomi non potrei finire peggio di come mi sento.
Con le classiche farfalle allo stomaco.
Dopo il brindisi Mimi si rivolge a me puntando la mia camicia strafonda di spumante appiccicoso che emana un certo odore.
- E’ meglio che faccio qualcosa per quella povera camicia, non puoi stare con quella roba addosso! E poi vorrai lavarti… Tai ha lasciato proprio il segno, eh? –
- Quando mai non lo fa? – Commenta ironico Matt.
- Bene ragazzi, allora noi togliamo il disturbo, è tardi ed abbiamo fatto abbastanza casino… non vorremmo che i vicini venissero a lamentarsi! – Ecco, questa si chiama scusa beùma e buona. Una scusa mal fatta e buttata troppo sfacciatamente.
Tutti si fermano a guardare Tai sorpresi che proprio lui insista per finire una festa così presto… non è nemmeno l’alba!
- Ma no, rimanete quanto volete… a me fa piacere! – Ribatte Mimi verso Tai che a sua volta guarda me facendomi capire al volo il suo piano.
A volte non so se averlo come complice è un bene o un male.
Ad ogni modo è lui che mi è toccato ed è inutile lamentarmi!
- No, no… non se ne parla… è veramente tardi e non vogliamo che ti fai una brutta fama nel tuo nuovo palazzo! – Ma meno banale non può essere?
- Bè, però… - Fortuna che lei è ingenua e ci casca in pieno, infatti non insiste più.
- Si, è vero, per una volta ha ragione… - Lo sostengono subito gli altri dopo aver capito cosa ha in mente.
- Tu occupati pure della camicia di Izzi mentre lui si ripulisce, noi ce ne andiamo portandoci dietro il nostro casino. –
- Si, si… fate con comodo. –
- Appunto. Grazie della serata bellissima Mimi… ci sentiamo, allora! –
- Si… grazie ragazzi… ci vediamo, eh? –
Alla fine li lascia andare via e sembra che scappino come anguille. Si affrettano all’uscita agitando le mani e sorridendo contenti. Che razza di amici che ho… ora se ne staranno dietro alla porta a cercare di capire cosa succede fra noi.
Non erano d’accordo perché siamo venuti insieme, ma si sono capiti subito!
Quando ci troviamo effettivamente soli, le mille maledizioni che mi vengono in mente per loro non mi bastano… e poi non credo alle maledizioni, è inutile mandarle.
Sospiro… ormai sono in barca, tanto vale rimanerci ed anzi darmi da fare per remare.
Mi giro verso di lei e vedo che fa altrettanto, quindi l’uno davanti all’altro ci osserviamo con circostanza, un po’ imbarazzati inizialmente.
Come lo interpreto questo?
- Bè… vuoi darmi la camicia? Non ho dei vestiti da darti per il cambio ma te la lavo e asciugo subito… -
Ok, forse è meglio iniziare con le maledizioni!

/Mimi/
Lo vedo arrossire violentemente mentre comincia docile e diligente a slacciarsi la camicia davanti a me. Potrei sforzarmi di capirlo se prima, vedendo sempre più il suo petto nudo, non mi sento andare le guance a fuoco in una sua perfetta imitazione.
Ottimo, Mimi, ora che siete entrambi nel pallone cosa pensi di fare?
Finalmente mi dà l’indumento tutto bagnato ed appiccicoso nonché puzzolente di spumante, quindi gli stacco gli occhi di dosso per evitare ulteriori imbarazzi e tossicchiando per ritrovare un tono normale di voce, mi giro dicendogli frettolosa:
- Il bagno è lì, sciacquati pure e fa con calma, io mi occupo di questa! –
Così senza pensare affatto, sforzandomi con tutta me stessa di non farlo, scappo con sollievo in cucina dove tengo anche la lavatrice, che non stava nel bagno, e di conseguenza i detersivi.
Faccio forza su me stessa concentrandomi su quel che faccio, ma in fondo non ci metto poi tanto impegno.
Per lavare una camicia a mano non ci vogliono chissà quali sforzi… la mia mente se ne va presto per i fatti suoi, come è solita fare in ogni istante della mia vita.
Perché ho sempre la mania di avere la testa fra le nuvole?
Anche Izzi in fondo mi somiglia un po’ in questo senso, ma lui ha la testa sempre nel mondo dell’informatica e dei computers, non certo come me in qualche sogno ad occhi aperti.
Che strano… ci somigliamo eppure siamo diversi. Io odio quegli aggeggi elettronici anche se ho imparato ad usarli, naturalmente, mentre lui sembra ne sia dipendente. Però quando è con me si sforza di non pensare a quelle cose, sa che non mi piace essere ignorata e mi dedica tutte le sue attenzioni.
O forse è solo gentilezza, chissà…
Mi torna in mente quella volta che gli ho chiesto cosa era lui per me, è stata la prima che me lo sono domandata ma non sono mai riuscita a darmi risposta. Ci siamo uniti molto, è stato il mio principale punto d’appoggio e non me ne capacito visto che fra tutti io sono sempre stata legatissima a Sora.
Si, lei la sento però istintivamente scrivo sempre per prima a Izzi, lui è il primo ad aiutarmi e a farsi in quattro per me, mi ascolta nei miei piagnistei, è disposto a stare con me per delle ore… mi ha aiutato molto con la casa, mi è stato vicino in tutti i modi.
Come potrò mai ringraziarlo a sufficienza?
È stato prezioso e lo è tutt’ora, non posso immaginare cosa sarebbe stato di me se quel giorno all’aeroporto non l’avessi incontrato.
Ero disperata per Michael e non pensavo di fare assolutamente nulla. È stato il vederlo che mi ha spronato a muovere qualche passo.
Ora se penso al mio ex non mi fa alcun effetto se non una normale malinconia. Penso che la proverò per sempre, ma chissà.
Però se dovessi scegliere di parlare con lui oppure passare un pomeriggio con Izzi, sceglierei senza dubbio quest’ultimo.
Non so cosa sono io per lui e perché mi stia così vicino, però è una persona importante per me ed è inutile negarlo.
Penso che sia qualcosa che va oltre l’amicizia. Amicizia è ciò che mi lega a Tai e agli altri ma con Izzi è decisamente diverso.
Non me lo sono mai detta e lui è sempre stato molto discreto, però c’è sempre stato.
Finisco di lavare il suo indumento e quindi strizzandolo per bene lo metto vicino ad un termos elettronico che riscalda abbastanza da asciugare questa leggera stoffa entro un po’ di tempo.
Nonostante la stagione calda, mi trovo costretta ad utilizzare questa stufetta, o Izzi non potrà più andarsene.
Anche se… bè, avrebbe potuto andarsene rimanendo con lo spumante addosso. Questa mia insistenza nel fare qualcosa per lui non è da me. Certo, era tutto bagnato di alcolico però non abita lontano da qua e non fa freddo… io non ho nulla da dargli per il cambio e lavando la sua camicia lo costringo a rimanere qua finché non si asciuga.
Lo ammetto, ho avuto un comportamento strano.
Esco dalla cucina per mettere a posto il salotto dove si è svolta la festa e trovo Izzi già attivo in quel senso. Sta sistemando in perfetto silenzio, assorto anche lui fra i suoi pensieri proprio come me. È a torso nudo e si muove con naturalezza, come se si fosse già dimenticato del suo stato. Chissà a cosa sta pensando per non sentirsi più a disagio… vorrei saperlo.
Ha un aria strana, quasi dolce. Mi fermo sullo stipite della porta ad osservarlo con insistenza, catturando i suoi particolari che normalmente non noto. Sta diventando un uomo interessante. Non ha la bellezza lampante di Matt o quella un po’ selvaggia di Tai, o magari quella da bravo ragazzo di TK, però non lo trovo brutto. È un tipo. È ordinato e semplice, senza pretese. Ha comunque un bel fisico, non fa palestra o sport, si vede, però non ha molto da invidiare a tanti altri ragazzi. Le sue spalle sono comunque larghe al punto giusto e le braccia sembrano forti abbastanza da saper stringere una ragazza e farla sentire bene. Deve essere liscia la sua pelle, mi piacerebbe sentirlo e toccarlo… magari è anche caldo. Quando si gira verso di me per entrare in cucina con una borsa piena di spazzatura, si ferma sorpreso guardandomi ed è qua, incrociando il mio sguardo, che arrossisce in modo delizioso e vivace.
Sorrido spontanea ammirando i suoi occhi scuri che non sanno dove guardare, se i miei occhi a sua volta, qualche altra parte del mio viso non più imbarazzato oppure… oppure dove?
Per la prima volta penso di aver fatto bene a vestirmi così. Non mi soffermo mai troppo su ciò che indosso, penso sempre che qualunque cosa che ho nell’armadio vada bene, tanto è tutto sullo stesso genere, ma ora che lo sento in questo stato per me mi sento al settimo cielo e solo perché è merito mio.
Allora gli faccio anche io un certo effetto.
Sorrido lieve a mio agio, mi sono calmata in fretta, devo dire.
Del resto lui è Izzi, di cosa dovrei sentirmi a disagio?
Tendo le mani per prendere la borsa della spazzatura mentre non stacco lo sguardo dal suo viso imbarazzato. È così carino, ora…
- Vuoi darmi? – Chiedo quindi capendo che sta andando un po’ in caos.
Oh, come vorrei mangiarmelo di baci… è tenero quanto un cucciolo…
- S-si... grazie… - Borbotta con un filo di voce come se si scusasse di aver preso certe iniziative. Vorrei tranquillizzarlo, mi dispiace che stia così anche se, come ho già detto, mi piace al tempo stesso. Perché è così per me.
Lui mi tende la borsa ed io la prendo sfiorando volontariamente le sue mani. Sono calde, lo immaginavo.
Quando ho messo al suo posto anche la spazzatura, torno da lui notando che continua a non stare fermo, quindi mi avvicino e circondandogli disinvolta il braccio con le mie mani, lo tiro verso il divano dicendo sicura:
- Avanti, mettiti comodo, non voglio farti lavorare. Sei un ospite, in fondo… farò io dopo… - Si, ma dopo che cosa?
Mica questo bel momento può finire…
Lo realizzo mentre lo sento docilmente farsi condurre a sedere. Altro che cucciolo.
Sentendo meglio il calore che emana attraverso questo contatto più sfacciato, capisco che Izzi è un ragazzo e che mi piace.
Semplicemente questo, non c’è molto altro da aggiungere.
Non ci giro troppo intorno, non mi piace perdere tempo dietro a teorie e paranoie, non sono da me.
- Si ma… - Inizia a lamentarsi, ma non prosegue non trovando null’altro da dire.
Così rimanendo in piedi separo le mani da lui, a malincuore.
- Che ne dici di un tè?- Bè, è sempre l’ora del tè…
Si stringe nelle spalle non sapendo bene cosa dire e cosa fare, quindi fa un cenno d’assenso con la testa.
Credo sia nel pallone più completo… sicuramente non si sente a suo agio ma è compito mio mettercelo.
Con un sorrisino furbo che lui non vede preparo il tè che è pronto in breve, così torno da lui con due tazze fumanti, una per me ed una per lui. Glielo porgo così senza troppe cerimonie e lui lo prende lieto che non sia troppo formale.
Quindi mi accomodo accanto a lui sprofondando nel comodo divano che, con orgoglio, posso dire è proprio di casa mia!
Cominciamo a sorseggiare il liquido bollente, ma poi lo appoggio nel tavolino davanti a noi dimenticandolo presto.
Rimango a guardarlo sfacciata senza perdermi un suo solo movimento, siamo seduti abbastanza vicini da creare un certo batticuore. Sento l’emozione in me quindi immagino che lui sia in uno stato ben peggiore del mio.
Sa che lo fisso ma non osa ricambiare, tiene lo sguardo fisso nella tazza in ceramica che stringe con entrambe le mani. Certo, la guarda ma non fa nulla. Lo vedo emozionato anche lui, non sa che fare, come agire, come porsi, cosa pensare… forse non capisce nemmeno cosa voglia io da lui, perché faccia così… o forse sa molto bene ogni cosa ma non osa per chissà quale motivo.
Izzi Izzi… quante volte devo dirti che pensare e riflettere va bene fino ad un certo punto e solo in certe situazioni?
Tai al tuo posto mi sarebbe già saltato addosso. Cioè non Tai in persona ma uno col suo carattere. Perfino Matt penso che a quest’ora ci avrebbe provato… tu invece te ne stai lì rigido e muto e non ti azzardi ad alzare lo sguardo sul mio.
Senti che ti sto fissando e che ti sono di proposito vicino, non vedi come ti provoco?
Quando prima ti ho baciato sulla guancia per gioco ho pensato che non era male la sensazione delle mie labbra sulla tua pelle… e mi sono immaginata a rifarlo senza lo scherzo di mezzo. Non mi è sembrato un idea così insolita e folle.
Perché tu invece ti crei tutti questi problemi?
Potrei fare tante cose, ora… potrei mettere fine a questo silenzio pesante ed imbarazzante che dice più di mille discorsi, ma in questo caso metterei fine anche alla magica atmosfera che si è creata. Se parlassi ora so che non succederebbe più nulla fra noi, lo so molto bene.
Vorrei solo che mi baciassi.
Che mettessi giù quella tazza, che ti girassi verso di me e che mi baciassi.
Possibile che non lo farai mai?
Aspetti un permesso?
Una manna dal cielo?
Izzi, non sono abbastanza carina, per te?
No, da come NON mi guarda, direi che non è questo il problema ma proprio il contrario.
Forse lo intimidisco perché gli piaccio troppo…
Bè, mio caro, se è questo il nodo della questione e tu pensi di non essere in qualche modo alla mia altezza, ti sbagli di grosso ed ora ti dimostro esattamente cosa voglio.
Senza aprire bocca e far fuori uscire una sola sillaba che sarebbe inutile, gli prendo la tazza calda dalle mani e la poso con noncuranza accanto alla mia, poi appoggio una mano sulle sue che lascia a mezz’aria con sorpresa mentre con l’altra gli giro il volto verso di me, appoggiandola sulla sua guancia. Questo contatto timoroso da parte sua e rilassato da parte mia, è molto morbido e dolce. Mi piace toccarlo, proprio come immaginavo.
Quando finalmente ho i suoi profondi occhi neri sui miei, una sensazione meravigliosa mi pervade donandomi un calore maggiore che ero sicura avrei provato. L’emozione si espande dall’interno portandosi ad ogni mia particella, sento il cuore che mi va all’impazzata e nonostante non è la prima volta che faccio una cosa simile, mi sento veramente come se lo fosse.
Avrei mille cose da dirgli che mi vengono in testa, però preferisco trattenere il fiato osservando il suo viso da più vicino, sembra teso ma non si perde un mio solo dettaglio, si imprime a fuoco i miei particolari e mi fa sentire amata, non solo ammirata. Capisco tutto ciò che prova per me attraverso questo suo sguardo quasi impaurito, per la grandezza di ciò che sente.
Bè, ora davvero non è più il caso di dire nulla… rimane solo una cosa e sarà perfetta.
Avvicino il viso al suo che rimane ancora immobile, quindi annullata la distanza fra noi poso leggera le labbra sulle sue appena schiuse. Sta ancora fermo ed io mi assaporo questo semplice contatto.
Potrei dire e fare molte cose ma questa è la sola che riassume tutto.
Quindi prendendo ancora l’iniziativa gli apro le labbra con le mie e senza vergogna o titubanza, infilo la mia lingua a cercare la sua. Una volta trovata non ci separiamo e lui, finalmente, reagisce venendomi incontro, assaggiandomi a sua volta con tenerezza e approfondendo questo nostro primo bacio.
Il primo di una lunga serie, spero.
Quando mi sento andare totalmente a fuoco e il respiro continua a non tornare facendomi girare la testa fino a dimenticare ogni cosa che mi circonda, capisco che era la cosa giusta e che questo che ci lega, qualunque nome abbia, è uguale per entrambi e puro.
Oh, non so come andranno avanti le cose, quanto durerà e se è veramente una buona idea, ma so che era questa la risposta alla domanda ‘cosa provo per te?’. Questa e nessun altra.
In un solo istante ogni dolore, lacrima e sofferenza dei mesi passati viene cancellata.
Valeva la pena di viverla per poi stare così bene.
Se non fossi stata male ora non starei così, fra le sue braccia che finalmente timide mi circondano.
Che sensazione provi a stringermi, Izzi?
La stessa che provo io a stare contro di te e sentire il tuo calore?
Che bello… come sto bene.
Grazie di esserci Izzi e di non avermi mai abbandonato.
Grazie davvero di essere quello che sei e di avermi dato così tanto.
Grazie perché continuerai ed il bello inizia solo ora.
Ti voglio bene.


...TUTTO IL RESTO è STORIA!
FINE!