EPILOGO:
OGNUNO PER LA PROPRIA STRADA

E poi semplicemente così, camminare abbracciati con la persona che per te conta di più, muovere i propri passi a fatica facendosi forza per arrivare a destinazione, in un posto tranquillo e sicuro a riposarsi.
Non badare al proprio dolore ma fare unicamente attenzione a quello dell’altro. L’altro che lo si abbraccia, lo si sostiene e lo si sente al punto da mettere completamente da parte noi stessi.
Al punto che non importa se tu non ce la fai più perché lui sta bene e tutto il resto svanisce.
Una volta arrivati alla Thousand Sunny insieme a tutto il gruppo di Yoel e Nail che camminavano abbracciati sostenendosi, la ragazza mollò Nail per lasciarlo di nuovo alle brave mani del medico di bordo della ciurma che ormai, più o meno consapevolmente, non odiava più.
Giunti davanti alla nave i ragazzi guardarono in alto, sull’albero maestro, e quando videro la bandiera si impietrirono raggelandosi.
- Pirati…? – Dissero increduli non sapendo come dover reagire di preciso dopo tutto quello.
Yoel guardò Chopper trasformato nella sua robusta forma mezza umana risalire a bordo portandosi Nail sulla spalla che non opponeva resistenza poiché ancora malconcio. Anche lei non stava bene, aveva subito diversi colpi e oltre a quelli, la ferita al fianco per la sparatoria del giorno prima si era riaperta e probabilmente infettata. Nemmeno l’antidolorifico bastava più. Eppure a parte il suo pessimo colorito particolarmente pallido, le occhiaie, gli occhi arrossati e il sudore che si confondeva con lo sporco, il sangue ed i lividi della sua battaglia, non volle mostrare segni di sofferenza. Non ci pensò minimamente e con sforzo si mantenne quella di sempre.
Quindi guardò i suoi amici che coperti di lividi leggeri confronto a quelli suoi e di Nail, l’osservavano di rimando aspettando sue indicazioni.
Posò i suoi occhi dal colore diverso in quelli normali degli altri, poi con seria convinzione ed una forza quasi dolce nella voce, un contrasto che non furono sicuri di percepire davvero, disse loro:
- Non tutti i pirati sono dei bastardi. Ho fatto fatica a capirlo ma ci sono riuscita sulla mia pelle. Ci possiamo fidare di questi. Sembrano matti ma… non so come dire… hanno dei valori… hanno un cuore… - Così dicendo si voltò dando loro le spalle per tornare a guardare quei valorosi personaggi che risalivano a loro volta sulla propria nave con un sacco a testa di bottino. Sperando che nessuno di essi la guardasse per poter finalmente fare un espressione sofferente e di sforzo per il dolore che provava. La testa le girava vorticosamente e mettendosi una mano sulla lesione laterale si accorse che la benda era imbevuta del suo sangue, si guardò la mano scarlatta ed emise un imprecazione mista a lamento.
Ecco qua, questo è il mio limite. Recuperato loro non ho più nulla che mi tenga in piedi…”
Pensò confusamente con fastidio verso sé stessa e la sua debolezza. Lo pensò e poi scivolò giù come se le avessero tagliato i fili, senza forze, senza volontà, senza più nulla che la reggesse.
Sentì vagamente delle voci concitate chiamarla e due braccia forti trattenerla prima di farla finire contro il terreno. Si sentì tirare su e avvolgere da quella presa forte e decisa e dall’odore capì di chi si trattava. Aprì solo il mezzo occhio sano per poterlo osservare e da lì, con la nebbiolina davanti a sé che le impediva di vedere bene, disse a mezza voce con fatica mentre sentiva che la stava trasportando sulla nave:
- Grazie Zoro… mi sono sbagliata su di te. Mi chiedevo perché ti fossi unito a loro mollando la giusta strada. Ma ho capito che spesso la strada giusta è proprio quella che sembra sbagliata. –
Non ne fu sicura ma credette quasi di vedere sul suo viso sempre serio e deciso l’ombra di un sorriso, quindi le spiegò fra i respiri affaticati che lei ed il suo gruppo al tempo in cui lui era solo un cacciatore di taglie e di pirati, lo ammiravano tantissimo ma che poi con la sua unione alla ciurma di Rufy se la erano presa con lui sentendosi in un certo senso traditi.
- Basta uno sguardo per capire le persone. È successo con te ed è successo anche con lui. Ho guardato Rufy, quando mi ha salvato la vita, ed ho compreso che la mia vita sarebbe stata sua. Semplicemente questo. E poi… non ho mai dato la caccia ai pirati perché li odiavo ma per diventare forte. Con Rufy ho capito che lo sarei diventato standogli accanto e non combattendolo. – Si interruppe facendole assorbire quelle parole mentre lei ormai teneva gli occhi chiusi e la testa contro la sua spalla, troppo stanca per tendere anche solo mezzo muscolo. Era bello sentirlo parlare in quel modo, sembrava ispirato. Da lui trapelava in ogni forma tutto l’amore che aveva per quella ciurma e specialmente per il suo capitano.
Un capitano che aveva chiamato e che tutti coloro che avevano udito la sua voce non avevano potuto non rispondere.
Dal suo comportamento nella grotta aveva capito che era speciale, come tutti loro. Non era intervenuto nonostante avrebbe potuto poiché nettamente superiore a tutti. E aveva impedito anche ai suoi uomini di fare altrettanto.
Quel ragazzo aveva un rispetto profondo per coloro che dimostravano coraggio e volontà. Come non lo si poteva ricambiare?
La ragazza a quel punto sorrise debolmente rilassata, quindi concluse in un sussurro:
- Sono contenta di avervi incontrato. Grazie. Se tornerò davvero alla vita sarà anche merito vostro. –
Il sorriso di risposta dello spadaccino si accentuò in uno non molto duro ma semplicemente felice per l’esito di quella storia.
- Grazie a te per averci regalato una giornata alternativa! – Questo uscì con una certa ironia per alleggerire la situazione e anche di questo, Yoel, gli fu grata.
Non dissero altro e quando lui la ripose in un altro lettino libero nell’infermeria di Chopper, accanto a Nail che ormai stava decisamente meglio e la guardava allarmato ed interrogativo, Zoro si alzò dritto ed esitando solo un istante lo guardò dritto negli occhi, quegli occhi intelligenti, svegli e per nulla pieni di astio come avrebbe pensato di trovare.
Quello era decisamente diverso dagli altri. Certo, o non sarebbe mai riuscito ad uscirne vivo da quella brutta storia.
- E’ una ragazza in gamba. Solo un po’ troppo orgogliosa e testarda. Abbi cura di lei. –
Nail si rilassò sorridendo gentilmente e radioso, quindi si chinò leggermente in segno di ringraziamento e senza fare domande o dire qualcosa, lo lasciò andare.
Non seppe come mai ma si sentì di dire quella frase. Come se, sotto sotto dentro di sé, si sentiva un po’ responsabile di quella ragazza che l’aveva idolatrato per quel periodo della sua vita in cui si era fatto un nome indipendente da quello della ciurma di Cappello di Paglia.
Non si diede spiegazioni, semplicemente si inorgoglì di sapere che da qualche parte era sorta una specie di banda in suo onore che cercava di seguire le sue orme di cacciatore di taglie… o di pirati, che dir si volesse!

Il gruppo di Nail e Yoel con loro davanti a tutti era a terra, in cima alla scogliera, davanti al mare e a quella nave chiamata Thousand Sunny dalla bandiera decisamente buffa e poco spaventosa. Rivolti verso di essa guardavano uno ad uno i personaggi che sopra, in fila davanti al parapetto, chi seduto sopra chi invece semplicemente in piedi o appoggiato, li osservavano di rimando.
Avevano tutti delle espressioni fiere e felici, un sorriso ed una luce nello sguardo che mai si sarebbe potuta dimenticare.
Non erano semplicemente forti e speciali.
Loro erano i migliori e non era un impressione dopo le loro azioni, tanto meno una visione sul loro futuro. Era un dato di fatto, una certezza che solo chi era simile a loro avrebbe potuto capirlo.
Nail e Yoel alzarono per primi il braccio in segno di saluto e con un sorriso sorprendente da parte della ragazza furono imitati dagli altri che fecero per tutti un gran casino, pieni di entusiasmo, di urla e di fischi.
E di ‘grazie’.
Proprio come guardarsi in uno specchio Rufy ed i suoi fecero altrettanto, chi sbracciandosi mentre la nave si allontanava lentamente, chi gridava, chi sorrideva e basta e chi diceva ‘alla prossima’.
Perché una ‘prossima’, quando due gruppi sono così simili nell’animo, ci sarà di sicuro.
- Proprio dei ragazzi in gamba, non trovate? – Disse Rufy quando furono abbastanza lontani da non essere più visti e sentiti.
- Già… - Fecero eco gli altri che ancora non si muovevano.
- Li incontreremo di sicuro… magari proprio per mare! –
- E allora… avanti, ciurma! ALLA PROSSIMA AVVENTURA! – Gridò il capitano esercitando un salto acrobatico sul ponte della nave fra le risa dei suoi compagni.
Verso l’orizzonte, incontro ad una nuova avventura incredibile.

- Yoel? – Chiese Nail senza ancora staccare gli occhi da quella nave sempre più piccola.
- Mm? – Mugugnò la mora con le mani sprofondate nelle tasche dei nuovi vestiti puliti, non più maschili e larghi.
- Che dici, prendiamo anche noi il largo? – Lo chiese con una tale tranquillità e pacatezza che non ci si chiese se scherzasse o se fosse fuso. Sembrava davvero la cosa più naturale del mondo.
- Perché? – Fece lei senza guardarlo ancora.
- Come perché? Dobbiamo seguire la via del maestro… ora che è un pirata mi sembra ovvio imbarcarci, no? –
- Effettivamente… -
- E poi abbiamo un tesoro sparso nel mare da recuperare! –
A questo Yoel si riscosse distogliendo gli occhi dall’orizzonte cristallino dove i gabbiani volavano creando danze affascinanti ed il sole si alzava caldo. Era una bella giornata, di quelle che non si dimenticano facilmente, che si ricordano a lungo e non per la loro bellezza ma per ciò che è accaduto.
- Forza ciurma di balordi! Dobbiamo rubare una nave, metterci una bandiera nera col teschio, inventarci un nome e salpare! – Sbottò con un entusiasmo che non le avevano visto ancora, alzando il pugno al cielo e ammiccando decisa ai suoi amici che, in risposta, fecero altrettanto gridando di gioia cominciando a correre a recuperare le proprie cose.
- Perché rubarla? – Chiese Nail incamminandosi con più calma con lei.
- Come perché? Siamo dei pirati, no? – Rispose con un tono ovvio Yoel.
- Vedo che ti adatti in fretta, eh? E tutto il tuo odio per i pirati? – La domanda sorse spontanea in mezzo all’ironia distesa.
- Ah… tutto sprecato! Bisogna imboccare la giusta via! – Disse allora con maggior convinzione ed una luce viva nello sguardo.
- Che spesso è proprio quella più sbagliata! – La conclusione di Nail fu perfetta, in aggiunta si sarebbe potuto udire solo una risata cristallina ed un ringraziamento interiore per il semplice fatto di essere viva.
Il primo ringraziamento per sé stessa.
Il primo di una lunga serie.
- Ehi, chi fa il capitano? – Chiese la ragazza ricordandosi solo ora del piccolo particolare.
- Tu, ovvio! – Rispose prontamente l’altro con l’aria più logica della Terra.
- Peggio per voi! – Questa volta non si oppose ma assecondò con una certa felicità innegabile, segno che era davvero cambiata.

E così il mare, da quel giorno, fu arricchito anch’esso come un po’ tutti i protagonisti di quella storia.
Chi ne fu di tesori, chi di entusiasmo ed obiettivi, chi di vita, chi di sentimenti e chi… di pirati in più!

FINE