BOOOOMMMM!!!!

CAPITOLO 4: GELOSIA


Gli allenamenti presto furono nel pieno del loro ritmo e diverse partite e combinazioni erano già state effettuate. Puntavano molto chiaramente alla combinazione Rukawa-Hiragi, gli allenatori li mettevano sempre insieme nel gioco, negli esercizi e nelle squadre. I due si trovavano molto bene insieme, sia nel basket che nella compagnia.
Non parlavano e anche se non erano fatti proprio della stessa pasta, il loro gioco era molto simile. Forse il biondo era più riflessivo del moro, gli piaceva analizzare chi suscitava il suo interesse ed era per questo che era portato per il ruolo di point guard. Trovava strategie vincenti e riusciva a valorizzare i punti forti dei suoi compagni…specie quelli di Akane eppure al tempo stesso riusciva sempre a ragionare con freddezza e logica inoppugnabili. Non si scaldava mai e non perdeva mai la testa come l’amico. A parte eccezioni in cui lo stesso ‘amico’ gli faceva perdere le staffe e lo prendeva a pugni!
Ma su Hitonari si sarebbe potuto parlare molto a lungo. Analizzare Rukawa era decisamente più difficile, non bastava dire che era freddo, silenzioso e dormiglione. Amava il basket più di ogni altra cosa e la passione la tirava fuori solo in campo. Fuori da esso era come un automa che voleva essere lasciato in pace. Non rifletteva e non ragionava, troppo faticoso, forse, ma andava d’istinto. Se uno non gli piaceva a pelle lo prendeva a pugni….ovviamente questo accadeva se il tipo in questione l’aveva disturbato. Era molto forte fisicamente e abilissimo con la palla in mano. Il miglior giocatore del suo distretto senza dubbio. Lo accomunava ad Hitonari che anche il biondo lo era del suo distretto. Insieme ad Akane….anche se quest’ultimo era ancora grezzo e decisamente troppo istintivo. Aveva comunque fatto passi da gigante.
Rukawa e Hiragi non si somigliavano proprio platealmente ma in alcuni particolari, come il gioco, i movimenti in campo puliti, precisi e fini…sempre vincenti. Nell’affrontare la vita invece si differenziavano. Paragonandoli a degli animali Rukawa senza dubbio sarebbe stato un volpino o un gatto, mentre Hiragi sarebbe stato un aquila reale o un falco. Lui volava in alto. Sempre. Ma costantemente accompagnato dal compagno di squadra e di vita, Tachibana, senza di lui non ce l’avrebbe fatta. Lui faceva molto caso ai dettagli della vita, delle persone, delle situazioni. Rukawa probabilmente era un vincente perché agiva affinché le cose si mettessero come voleva lui e a suo favore. Non parlava ma agiva. Anche se decisamente era piuttosto complicato. Eppure non quanto Hanamichi. Il volpino pareva non sopportare il casino e gli esibizionisti, era per questo, forse, che lui e il rossino finivano per litigare e pestarsi spesso e volentieri.
Loro due avevano un rapporto molto più intricato. Sia nel campo che nella vita non volevano avere nulla a che fare con l’altro. Però dentro sapevano di non poterne fare a meno. C’era qualcosa che li legava chiaramente…quel qualcosa che loro negavano tanto accanitamente, eppure Kaede l’aveva capito. Era un tipo sveglio e intuitivo…ma capirlo non comportava l’accettarlo. Era inevitabile, ogni volta il rossino finiva per entrare come un ciclone nella sua vita. Ma pareva non toccarlo.
Mentre fra Hitonari e Akane le cose andavano bene da molto tempo e stavano insieme già da quasi due anni, fra Kaede e Hanamichi le cose non andavano altrettanto.

Era la fine di un allenamento serale, poi sarebbero andati a cenare e infine a riposare. Era l’ultimo quarto di partita d’allenamento. La squadra la solita. Akane, Hitonari, Kaede e Hanamichi insieme. Evidentemente era una squadra che piaceva molto agli allenatori. Il biondo aveva appena lanciato all’attacco Rukawa costringendolo a giocare con Hanamichi…questo dopo una bellissima giocata di Akane e Hitonari collegata al volpino. Mentre seguivano quest’ultimo i due giocatori del Kouzu si trovarono vicini a fissarlo pensierosi. Aveva veramente un gran bel gioco, un altissimo livello tecnico e preparatorio. Sapeva il fatto suo e ogni azione non aveva bisogno di essere ben ponderata perché ormai il suo corpo si muoveva da solo dopo aver memorizzato ogni mossa da fare. Avrebbe potuto chiudere gli occhi e finire vincendo ugualmente. Era bello da vedere. Affascinante. Eppure…eppure ad Akane qualcosa stonava. Diede voce al suo pensiero asciugandosi il mento con la maglia:
- Lui è fortissimo ma non mette un briciolo di passione nelle sue giocate-
dopo aver assorbito le sue parole, Hitonari si perse in quel canestro perfetto con cambio di mano all’ultimo momento. Il suo volto rimase intatto nonostante le gocce di sudore che gli imperlavano la pelle.

- Guarda che non hai capito nulla di lui. Non è affatto così….è tutto il contrario invece.-
questo provocò in Akane una forte gelosia, incontaminata, chiara e pura gelosia. Era facile da capirlo e lui non era bugiardo con se stesso.
Si incupì chiaramente non importandogli nulla se il compagno l’avesse visto.
Ma Hitonari non lo notò. Quando l’allenatore disse di andare a lavarsi e poi in mensa a mangiare, uscì insieme a Rukawa. Non si guardarono e non si dissero nulla ma quello, Akane ne era sicuro, era il loro modo di comunicare.
Che diavolo significava che non era come diceva? E da quando si sbagliava? Poteva almeno spiegargli! Quello là era tutto fuorché passionale! Ne era convinto. Lo infastidiva. Lo infastidiva troppo. Quel rapporto a pelle che avevano quei due era materia di rabbia da parte sua.
Ringhiò fra i denti qualcosa di incomprensibile mentre usciva dal campo. Aveva voglia di prendere a pugni qualcuno. Non notò che contemporaneamente arrivava di corsa Sakuragi con l’intento di arrivare primo di Rukawa a farsi la doccia. In quello, ognuno concentrati su loro stessi e sui loro pensieri egocentrici, si scontrarono. Un grosso botto si udì e loro finirono culo a terra.
Si fissarono in cagnesco e insieme dissero:
- idiota, sta attento!-
facilmente si immaginò come finì. Akane pieno di voglia di sfogarsi e di prendere a pugni qualcuno, Hanamichi che ce l’aveva sempre questa voglia…ecco che la rissa iniziò.
Chi li fermava poi questi carroarmati? Se li avessero beccati gli allenatori li avrebbero sbattuti fuori. Qualcuno che era lì provò a bloccarli ma erano troppo presi…e si sapeva…solo due persone potevano fermarli.
Furono chiamati subito. Rukawa e Hiragi.
Hiragi trattenne Tachibana bloccandolo per le braccia e Rukawa con un calcio fermò il rossino.
- idiota!-
freddi e spregevoli lo dissero all’unisono. Questo imbestialì ancor di più il moro che si alzò strattonando il braccio dalla presa. Non disse altro, non sbraitò insulti stravaganti da spaccone. Non sputò a terra. Se ne andò e basta.
Questo era strano.

A cena non si presentò Akane, si era dileguato in camera intenzionato a piantare il muso a lungo…quanto sarebbe durato?
Hanamichi non sembrò essersela presa, ma forse qualcosa stava cominciando a fiutare.
Al tavolino di Hitonari, Harumoto, Arada, Gaku, Takaiwa e Naruse(l’anatroccolo e il moicano erano andati per conto loro), un posto era vuoto. Quello di Akane il casinista. Ma fu riempito presto da Rukawa che fuggiva dal caos che regnava nel suo tavolo causato dal rosso.
- posso?-
chiese in direzione del biondo. Lui annuì.
- non c’è il tuo amico?-
non glielo chiese perché gli interessasse realmente, ma solo per circostanza o per sapere se sarebbe tornato.
- no…è in camera, dice che non vuole scendere.-
uno del suo tavolo intervenne, un gigante biondo e sorridente:
- e non gli hai chiesto perché o rimasto con lui?-
- quando fa così è impossibile parlargli.-
e il discorso morì così. Si capiva che Hitonari non voleva parlarne.
Seduti accanto non si dissero altro finchè non arrivò il proprietario del posto ormai occupato a chiedere cibo. Effettivamente pareva strano che potesse saltare la cena.
Un aura nera bruciò le loro schiene e questo li costrinse a voltarsi. Lo videro. Arrabbiato come non mai stava Akane Tachibana, in piedi col suo vassoio pieno zeppo di cibo. Squadrava prima il suo ragazzo, poi l’impostore al suo fianco. Infine stringendo il vassoio, disse con voce bassa:
- lo sapevo…-
poi appoggiò il vassoio sul tavolo, afferrò per il colletto Rukawa che non capiva cosa avesse da rumoreggiare così tanto, e gli diede una testata in modo da non ribaltare cibi e bevande dietro di lui. Il cibo era sacro.
Infine ignorando totalmente Hitonari riprese il suo vassoio e fece per tornare in camera. Ovviamente non avrebbe potuto passarla così liscia…figurarsi. Colpire senza motivo Rukawa e rimanere intatti! Ricevette dall’interessato un notevole pugno di risposta sull’occhio. Il vassoio gli cadde a terra suscitando la sua definitiva ira. Ricambiò con un calcio volante, finì in piedi su uno dei tavoli. Tutti li guardavano…e solo un demente cronico rideva di gusto. Un rossino.
Non poteva passarla liscia. Gli aveva fregato il posto in soli due giorni di ritiro…metaforicamente e letteralmente….aveva osato sedere vicino al suo Hitonari…e mangiare al suo posto…e giocare in coppia con lui…e ricevere quella frase…e quegli sguardi così attenti…no, non ci vedeva più. Dall’altra parte stava Rukawa che non capiva affatto che diavolo avesse contro di lui. Nemmeno si ricordava chi fosse…certo, era il tipo che solitamente stava appiccicato al biondo. Uhmmme allora? Che voleva da lui? Non glielo chiese, si limitò a prenderlo per una gamba, strattonarlo fino a farlo cadere a terra con un botto sordo e a lanciargli un occhiata gelida di disapprovazione.
Ancora risate fastidiose dal tipo fastidioso. Akane non sapeva chi picchiare per primo. Dal suo punto di vista erano gli altri in torto e lui aveva tutto il diritto di fare il casino che stava facendo. Fu veloce ad insultare Hanamichi. Gli puntò il dito contro e gridò:
- cosa cazzo ridi brutta scimmia pelosa!-
forse voleva dire spelacchiata…” pensò Ryota accanto all’insultato. E anche lì era prevedibile…sia Mitsui che Ryota lo tennero fermo per impedirgli di spaccare la faccia a quell’incosciente che aveva le palle girate. Nessuno poteva insultare il genio e uscirne illesi. Questo pensava fermamente Hanamichi. Ma a calmare gli animi arrivò Hitonari. Non era venuto subito sperando che la smettesse da solo ma sapeva che quell’idiota esagerava sempre e non c’era nulla da fare!
Si alzò e afferrò Akane per la schiena della maglia, lo trascinò a forza davanti a Rukawa che guardava lontanamente seccato, gli chinò il capo di forza per scusarsi:
- scusalo…avrà le sue cose!-
e lo portò fuori dalla mensa lasciando la cena a metà e il cesso che aveva fatto quel testone.
- ehi, e a me niente scuse? Sono stato offeso anche io….io sono…-
non udì altro da quell’insistente rossino che scalmanato si agitava ancora.
Lo portò in camera e chiuse la porta a chiave per evitare che potesse uscire e combinare altri guai. Poi lo lasciò a terra e si mise a fissarlo piantando le mani ai fianchi. Lo sguardo era gelido e faceva fuoriuscire da quelle iridi nocciola tutto il suo disappunto che lo colpivano come aghi e coltelli. Odiava quando lo fissava così. Non parlava, non lo picchiava, non faceva nulla. Lo guardava e basta…ma comunicava molto, eccome!
Si mise seduto lì dov’era a gambe e braccia incrociate. Poi fissò lo sguardo a terra e non lo alzò più. Proprio come un bambino capriccioso!
- allora?-
- allora cosa?-
- parla, che hai?-
- io?! E che dovrei avere? Nulla, sto benissimo come sempre…cosa vuoi che abbia?-
Hitonari sbuffò spazientito. Ma perché doveva fare il geloso? Lo aveva capito subito…ma era così assurdo che aveva ignorato questo aspetto sperando che rinsavisse. Di cosa poteva essere geloso?
- guarda che è solo basket…-
Akane fu colpito…semplici parole insignificanti per altri…come poteva una frase simile chiarire l’equivoco, l’incazzatura e calmare l’animo in subbuglio? Poteva. Solo lui poteva riuscirci. Era come se si leggessero sempre nel pensiero. Un legame indissolubile anche contro la loro volontà. Erano incredibili.
- non capisco di che parli.-
lo capiva invece ma voleva far finta di nulla per mantenere la sua faccia tosta.
- lo sai invece! Non fare il mona e parla!-
- mona!? Sarei pure mona?-
si alzò di scatto sempre più indignato, anche se sapeva che non lo era più come prima.
Gli si piazzò davanti con l’espressione del viso arrabbiata che sembrava più comica che altro. Merito di quel livido all’occhio?
- non devi essere geloso, scemo!-
- e la finiamo di insultare? E poi io non sono geloso ma se preferisci giocare con quel tipo là va pu-
fu interrotto dalle mani di Hitonari che gli presero l’elastico dei pantaloni alla vita e lo attirarono a se, il busto all’indietro e gli occhi spalancati…quando sentì che le sue labbra fredde e sottili si posarono sulle sue per finire il discorso coi fatti. Non aveva motivo di essere geloso e gliel’avrebbe dimostrato.
Fu un bacio di quelli che non si dimenticavano…e che facevano momentaneamente dimenticare ogni pensiero.
Hitonari spinse Akane sul letto e si stese sopra di lui con decisione. Si staccò dalle labbra e mormorò roco:
- non mi interessa lui….mi interessi tu, idiota!-
e proseguì assaggiandogli la pelle sul mento e sul collo, le mani andarono sotto la maglietta accarezzandogli coi palmi il petto che si alzava e abbassava con respiri profondi.
Premette il bacino contro il suo e sempre con la bocca sulla pelle calda continuò:
- lo senti?-
spalancò ancor di più gli occhi se possibile…sentendo…certo, lo sentiva eccome…quello non poteva essere certo una finta. A livello di desiderio e voglia c’era completamente dentro…e ricambiato pure. Si dimenticò di essere arrabbiato con lui…geloso…indignato…eccetera…voleva solo prendersi ciò che era suo. Quando faceva così Hitonari era decisamente irresistibile…l’avrebbe lasciato fare…e chisseneimportava del resto? Se poteva avere una conferma simile…
Hitonari fece l’attivo per tutta la notte sorprendendolo ancora di più.
Si unirono almeno 2 volte e la terza era in atto. Che avessero avuto una crisi d’astinenza?
Una cosa era certa…Hitonari sapeva convincere le persone…eccome se lo sapeva!

Fra loro le cose sembravano sistemate….sembravano…ma il testardo Akane doveva ancora realizzare bene ogni cosa la mattina successiva. Riguardo gli altri due…Hanamichi finalmente cominciava a sentire un certo qualcosa che non gli stava più bene nei confronti del volpino. E questo perché alla cena l’aveva mollato per sedersi vicino al calmo biondo playmakar…era come un tradimento….preferire uno così a lui…si disse circa queste parole mentre seccato si lavava sotto la doccia della camera. Era andato prima del compagno odiato di stanza giusto per fargli un dispetto. Aveva già fatto la doccia ma sapeva che dopo la rissa, Rukawa avrebbe voluto farne un'altra…e per ripicca aveva occupato il bagno.
Non rifletteva mai il rossino e quando lo facevano erano guai…ma ora forse era sul punto di farlo. Che sarebbe successo, poi? Se lui sarebbe diventato geloso sarebbe stato da tremare!
Fu su queste considerazioni inconscie che la porta del bagno si aprì.
Rukawa era tornato e voleva lavarsi come previsto…