FIORE NELL'ACQUA

V° CAPITOLO


Gli sembra triste Udine ora.
Insopportabilmente triste, con la sua esplosione di colori e il cielo troppo azzurro.
Con il calore di lui addosso e il desiderio pazzesco di corrergli dietro e continuare quello che avevano iniziato.
La lingua di Mikael intrecciata alla sua,
le sue mani morbide,
il suo sguardo terrorizzato,
stringe i pugni spasmodicamente, conficcandosi le unghie nella carne.
Non può finire così.
Non può.
Lo capisce, capisce per quanto è possibile, quello che ha passato ma…ne è innamorato.
Semplicemente.
E sa che la cosa è reciproca.
Non farà lo stesso errore due volte, ha lasciato andare Claude in Inghilterra senza dirgli nulla per trattenerlo, forse sarebbe partito lo stesso o forse no ma stavolta non vuole lasciare perdere, sarebbe così facile e così dolce lasciarsi andare, chiudersi di nuovo in se escludendo tutti, ma non sarebbe giusto. Anche Mikael lo vuole, l’ha viso chiaramente.
Nel suo cuore che batteva impazzito, nel calore del suo corpo stretto a lui.
Non gli permetterà di negare tutto e tornare come prima.
Come potrebbe? Anche solo pensare di non vederlo più…
Solo per lui e per Charity la mattina si alza ancora, ha il suo sogno e per anni credeva che gli sarebbe bastato, fino a quando Mika, involontariamente, gli aveva mostrato la parte più chiusa e intima del suo cuore. Aveva dato un senso a tutto.
Senza di lui…
senza il suo calore, senza le sue mani, senza il suo silenzio, senza le sue parole, senza il suo sguardo, senza la sua anima…
non può immaginarlo. China la testa posandola sul muretto del castello, “ non puoi farmi questo. Non puoi farmi innamorare e poi scappare da me” un pensiero limpido tanto forte che per un attimo teme di averlo detto ad alta voce.
Si insinua nella sua anima, lacerandola, portando con se mille dubbi, mille insicurezze.
Per ora aspetterà, non può fare altro.
Gli lascerà il tempo di guardare in se stesso.
Ma non troppo.
Non vuole che ricostruisca le sue barriere escludendolo, le ha appena infrante ed il rumore è stato così improvviso ed assordante da stordire Mikael. Da farlo impazzire quasi.
Si raddrizza guardando la sera che piano scende nella città, avvolgendola, riempendo di mille bagliori l’oscurità, bagliori come anime sospese nel tempo e nell’eternità, guide ingannevoli per viaggiatori incauti.
Quando finisce la notte e incomincia la malinconia?
Ora è di nuovo solo, solo con la sua inesistente famiglia e con la paura di perdere tutto.
Perché non può salire anche lui in mezzo alle stelle ed affondare nella notte come una lama?
Perché deve fargli tutto così male?
E lui in che posizione si trova?
Nelle parti di un ragazzino patetico che gioca ad essere forte ferendo gli altri?
La sua risoluzione è ancora salda ma è amara.
Quanto è amara.

Buoi assoluto.
Fuori e dentro di lui.
Lame di luce cercano di filtrare dalle persiane chiuse creando ombre inquietanti nella stanza ma il ragazzo seduto per terra non se ne accorge.
Ha le ginocchia contro il petto, le braccia quasi avvinghiate alle sue gambe e la testa appoggiata sopra, con i capelli che gli coprono il viso.
Mikael è completamente estraneo a quello che sta succedendo attorno a lui.
Non sa più da quante ore è lui, accovacciato per terra, la schiena appoggiata al muro e la mente piena di Niki.
Credeva di avere tutto sotto controllo.
Pensava veramente di potersi concedere qualcosa di quel corpo meraviglioso senza sconvolgere i suoi sensi.
Senza coinvolgere anche il suo cuore.
Era sicuro che i suoi muri avrebbero retto bene, nessuno era mai riuscito ad abbatterli… e non è che non ci avevano mai provato.
\ Il suo calore \
Niki li aveva addirittura polverizzati, penetrando con facilità nel suo cuore che ancora sanguinava.
\ Le sue mani nei capelli \
Niki non vuole soltanto la sua passione, lo sa.
Vuole anche lui.
Vuole tutto… anima e corpo. Pensieri, sentimenti, gioia e dolore.
Tutto.
\ I suoi fianchi che ondeggiano sopra di lui \
Così come gli dà tutto se stesso, senza riserve né incertezze.
Ma lui non può. Cosa dargli?
Ferite ancora aperte?
Piaghe che pulsano, senza rimarginarsi?
Continuamente aperte, giorno dopo giorno, da coloro che dovrebbero amarlo e proteggerlo.
\ la lingua che danza selvaggia nella sua bocca \
Scuote la testa con disperazione mentre le ore scivolano via e la notte lo avvolge, clemente e misericordiosa.
Notte che protegge,
notte che lenisce.
E nasconde.
Notte amica, madre e amante.
Notte che non ti tradisce. Mai.
\ E lui ovunque, nella pelle, nelle ossa, nel sangue, nei nervi. \
Stava per fare l’amore con lui li, su quel muretto.
E sa, con mostruosa certezza, che sarebbe stato un’emozione sconvolgente.
Sente la sua eccitazione salire, implacabile.
E lui stringe le gambe convulsamente.
E aspetta.
Aspetta di rimettere insieme i cocci di se stesso.
Solo.
Ancora una volta.
Ma adesso per sua volontà.
Solo sua.
Il suono della sveglia nella stanza accanto lo sorprende.
Stefan.
Allora sono le sei e mezza… si riscuote dal suo torpore guardandosi attorno.
Che ci fa li, come… come se fosse stato sconfitto?
Non è da lui, lui non si è mai arreso… anche quando lo hanno spezzato.
Si rialza a fatica, il corpo che protesta per la posizione assurda tenuta troppo a lungo.
Va in bagno un attimo prima di suo fratello e si guarda allo specchio…” Dio…sono spaventoso”.
Sul viso sono visibili tutti i segni di quella terribile notte.
Se lo vedrebbe Nikolas adesso… “ Niki…”pensa con dolore.
E’ vero, ti amo…ma non posso dirtelo, non ancora… perdonami, ti prego…”.
Apre l’acqua della doccia e si infila dentro con gratitudine per far si che ogni traccia del suo tormento sparisca.
Deve tornare a scuola, lui non può farsi sconfiggere di nuovo dai suoi genitori, né da Nikolas, non ancora, non finchè avrà vita.
Quando ritorna in camera il suo cellulare lo guarda beffardo dalla sua scrivania.
C’è un messaggio di Niki.
Lo legge con l’anima in subbuglio.
Non potrai fuggire per sempre.
Noi non lo meritiamo.”
Niki, la sua voce, il calore dei suoi occhi, il suo sorriso… che voglia di sentirlo.
Una volta, una volta soltanto.
Lo chiama e aspetta… aspetta quella voce profonda e calma, il suo nome pronunciato da lui.
- Pronto Mika… lo so che sei tu, parlami ti prego… Mika…-
ma lui chiude la comunicazione lentamente, assaporando fino in fondo il piacere di ascoltarlo e lacrime assurde si affacciano nei suoi occhi,
Non ancora Niki… aspettami però… non lasciarmi affondare da solo.”

Ha quasi potuto sentire il suo respiro, gli entra nell’anima, graffiandola fino a farla sanguinare.
Non può resistere senza di lui, ha deciso che avrebbe aspettato ma non può resistere senza di lui.
Ha deciso che avrebbe aspettato ma com’è difficile!
Non vederlo per paura di frantumarlo, non sentirlo, non parlare con lui…è incredibile come Mikael riesca a capirlo, a penetrare nei suoi silenzi, a comprendere cosa c’è dietro le parole, dietro di tutto.
La passione con cui affronta le prove di teatro, con cui fa ogni cosa, il suo calore inebriante, il modo con cui riflette sulle cose.
Le sue mani, i suoi occhi… è puro desiderio, qualcosa che va oltre a tutto ciò che esiste.
La sete di lui, del suo corpo, della sua anima… lo ama.
E che Dio mi aiuti “ prega affondando le mani nei capelli folti, pettinandoli con le dita, fino a quando altre mani prendono il suo posto e il calore rassicurante di Char lo avvolge, gli accarezza i capelli, snodandoli, tirandoli piano, per una volta senza parlare.
Senza respirare quasi.
Appoggia la schiena al suo petto e prendendole una mano se la porta alle labbra, sussurrando :
- non ce la faccio più -, la sente fremere, probabilmente per la voglia di andare da Mikael e strozzarlo con le sue mani… conoscendola non chiede altro.
- Perché non vai da lui?- …” e lo picchi così rinsavisce? “
Conclude fra se la sorella.
<Andare da lui...non so se...-
- Beh… lo so io! Anzi non capisco come tu possa stare qui a non fare nulla! Io sarei già impazzita!
Si stacca da lei affacciandosi alla finestra, riempendosi gli occhi della luce cristallina e pulita dell’alba, del vento freddo che ripulisce la città.
- Lo farei impazzire ora
con quel tono particolare che significa: basta così-
E Charity esce dalla stanza rimbrottando qualcosa sulla stupidità degli uomini (escluso il suo Fede, ovviamente ),
lasciando Niki in contempalzione dell’alba.
Ovviamente Mikael a scuola lo evita accuratamente, a teatro non lo guarda nemmeno, completamente indifferente, sfoderando tutto il suo autocontrollo e nonostante non possa sopportarlo Charity non può fare a meno di ammirarlo… avesse lei un controllo così su se stessa quando vede Fede!
L’unico vero contatto che ha con lui sono quelle telefonate.
Sempre in silenzio.
Non si preoccupa di nascondere il numero, Niki sa benissimo che è Mika, lo sente respirare, morire dalla voglia di parlargli… ma si trattiene.
Lui e il suo maledetto auotocontrollo.
E non riesce a sopportarlo, come una tempesta che si alza in lui, nella sua anima… perchè diavolo deve reprimersi così?
Perché non gli permette di aiutarlo?
Cosa pensa che sia… una bambolina che fa quello che Mika vuole?
Non si è mai preoccupato per lui, per quello che prova, del fatto che così gli sta spezzando il cuore, si preoccupa solo di non affondare.
Vorrebbe ridurre tutto a una cosa fisica.
Vorrebbe avere tutto sotto controllo.
Impossibile.
Così quando il cellulare suona per l’ennesima volta mostrando sul display il numero di Mikael, Nikolas afferra il telefonino, apre la comunicazione e dice deciso:
- Aspettami, sto arrivando -.
Esce di casa come una furia, non è mai stato da Mika ma una volta il ragazzo gli aveva rivelato svogliatamente la via.
E Niki ha un’ottima memoria, soprattutto è incazzato, si è stufato di aspettare –.

- Aspettami, sto arrivando.-
non è possibile, sta arrivando! Cosa farà adesso?
-Maledizione! Accidenti Niki… che cazzo mi combini?-
urla quasi, sommerso dalla rabbia per una situazione che gli sta sfuggendo di mano, dal dolore per una ferita che non si è ancora rimarginata, dall’impotenza perché sa bene che non può farci nulla.
Conosce Nikolas, il fuoco che cova sotto la cenere…come può essersi dimenticato della calma ingannevole di quegli occhi verdi?
sta arrivando, fra poco sarà qui…” e, a dispetto di ogni ragionamento, di ogni logica… una felicità dirompente si fa strada in lui.
E’ riuscito a non vederlo, a non cercarlo.
A teatro ha tenuto a bada il suo istinto che gli urlava di guardarlo, di parlargli… di abbracciarlo.
E tutto questo lo ha quasi ucciso.
Lo vedrò… lo vedrò di nuovo”
e il suo corpo si prepara a quest’incontro.
L’adrenalina che corre più veloce, il sangue che accelera la sua corsa nelle vene… il cuore che sembra scoppiare da un momento all’altro.
No! Non adesso, non qui… non in questa casa.”
Troppi ricordi dolorosi sono legati a quelle quattro mura… come può farlo entrare li adesso?
Esce così com’è, senza prendersi una giacca, senza niente.
Troppo sconvolto per ragionare ancora:
Nella mente un unico pensiero: “ devo fermarlo” .
Ma Nikolas è stato veloce, più veloce dei suoi pensieri.
Non arriva nemmeno alla fine della strada che vede una furia dagli occhi verdi più accesi che mai fissarlo, furibondo.
Si ferma a un metro da lui, le mani strette a pugno, i capelli spettinati gettati dietro le spalle, il respiro affannato.
Alcune gocce di sudore bagnano la sua fronte e scivolano lungo le tempie fino alla gota morbida e calda.
Dio, come gli è mancato.
Ma non riesce a formulare nessun’altro pensiero …Nikolas lo afferra per le braccia e lo sbatte contro il muro, letteralmente.
Lo trascina in una piccolo portico inchiodandolo contro di lui in una morsa d’acciaio .
- Niki,,, ma cosa ti prende?-
- Cosa mi prende? Mi stai chiedendo cosa mi prende?-
Si rende conto di urlare e abbassa la voce, il respiro affannoso.
- Ventun telefonate mute in una settimana… sentire il tuo respiro, sapere che eri al di là di quel cazzo di telefonino e non poterti parlare.
E mi dici cosa mi prende? Ieri mi hai trattato da appestato mentre io morivo dalla voglia di guardarti una volta negli occhi.
Una volta soltanto.
Avrei capito cosa provavi veramente.
Come puoi chiedermi cosa mi prende?-
Il respiro sta tornando normale ma non la sua eccitazione… che cresce attimo dopo attimo.
Così come quella di Mikael.
Sente il suo corpo che risponde lentamente alle sollecitazioni che Nikolas gli sta dando.
I fianchi premuti contro i suoi, i toraci incollati, i visi a un centimetro di distanza.
Il desiderio di baciarlo è così forte da toglierli ogni capacità di ragionare.
Tira fuori un filo di voce, non sa neanche lui come…
- Niki… ascoltami…-
- Ascolta tu!-
Tuona Nikolas deciso:
- Sono stufo di aspettare. Stufo di essere evitato come se fosse un appestato! Stufo di fare il ragazzo docile e comprensivo… io voglio-
e calca la voce su quest’ultima parola mentre una mano corre ad afferrargli i capelli \ Dio… la loro morbidezza \
- essere guardato di nuovo da te. Voglio affondare di nuovo nei tuoi occhi e sentirmi rinascere.
Voglio parlarti, e ridere, e scherzare…
Ti voglio Mika, dimmi che non mi vuoi e io me ne andrò, non mi vedrai mai più.
Dimmelo, avanti…-
Mikael si sente morire, come può dirgli una cosa del genere?
Come può dirgli che non lo vuole se in questi sette giorni lo ha sognato OGNI notte?
E, per la prima volta in vita sua, sente la sua voce che implora qualcuno.
- Ti prego…-
Vede gli occhi di Nikolas farsi ancora più profondi, riconosce la passione che sale dalla profondità di quegli abissi e geme, piano … adesso si che è perso, definitivamente perso.
- Ti prego cosa? Dimmelo Mika… cosa vuoi da me …lascia i suoi capelli per scendere sul viso in una lenta carezza.
Mikael si sente bruciare sotto quel tocco morbido, sensuale.
Arriva sulle labbra e si ferma, accarezzandole.
- Apri la bocca…-
la sua voce è poco più di un sussurro,
- No…-
riesce a tirare fuori un respiro ma sa che è pura utopia resistere… quella carezza, quanto l’ha desiderata?
E Nikolas infila il dito fra quelle labbra, cerca la sua lingua, la sfiora e si ritrae, gli occhi che non lasciano un secondo i suoi.
- vuoi davvero rinunciare a tutto questo?-
Sono in mezzo alla strada, protetti da un irrisorio portico, con la gente che passa a pochi metri da loro… completamente persi in un mare di sensualità.
Mikael singhiozza, il corpo che urla un sollievo che solo Nikolas può dargli.
Sente che si muove piano contro di lui e il piacere arriva, inesorabile… frustrandogli l’inguine.
Niki alza un ginocchio fino a sfiorargli la sua erezione, lo schiaccia quasi, ormai senza più controllo.
C’è soltanto il desiderio di lui che picchia forte dentro il suo corpo, nelle ossa, nella carne.
Deve fargli capire che non possono fare a meno l’uno dell’altro.
Non più.
E il gemito profondo che esce dalla gola di Mikael gli fa perdere la ragione.
Si avvicina al suo orecchio, mordendogli il lobo,
- lo senti Mika? Senti quello che c’è fra noi?-
Ma Mikael non riesce a respirare né a ragionare.
Afferra con i denti il dito che gli sta tormentando la lingua e lo succhia con frenesia mentre il ginocchio di Nikolas lo sta facendo impazzire.
Si muove velocemente su e giù, sempre più veloce, sempre più… in una danza violenta e selvaggia… forse dovrebbe fermarlo, forse… ma il piacere esplode facendolo gridare, affondando con la bocca in quella mano che si è aperta per soffocare il suo urlo.
Viene quasi con sollievo… il suo universo frantumato in piccolissimi coriandoli, insieme alle sue certezze.
Le sue assurde certezze.
Per un attimo il tempo è sospeso… quasi annullato.
Per un momento non esistono che loro nell’intero pianeta.
- Non puoi negare a te stesso quello che provi per me… non te lo permetterò, così come non ti permetterò di evitarmi… hai capito dannato testone?-
Gli accarezza il viso con una dolcezza incredibile.
- Cocciuto, insopportabile meraviglioso testone… io ti amo.-
e Mikael sente le sue labbra posarsi sulla guancia in un bacio dolcissimo così diverso dalla passione bruciante di un attimo fa.
Vorrebbe rispondergli ma non ce la fa.
Non riesce nemmeno a formulare un pensiero coerente.
Nikolas, dopo uno sguardo tenerissimo, privo del furore e della rabbia di poco prima se ne va.
Se ne va lasciandolo li contro il muro, mentre scivola lentamente a terra, con i calzoni bagnati come un adolescente.
Ed è proprio così che si sente, un adolescente idiota.
MOLTO idiota.
Niki… Niki… cosa devo fare adesso? Cosa?-