Silence Wisphers

 

 

Il corpo sottile ma allo stesso tempo muscoloso del ragazzo è disteso sulla dura e fredda capsula di rigenerazione chiamata cold-sleep, è appoggiato sul gomito e la testa a sua volta sulla mano mentre le gambe sono lasciate cadere giù a penzoloni.

Lo sguardo sembra perso ad osservare i lineamenti del biondo sotto di lui. Un vetro li separa.

Non lo può nemmeno toccare, questo è il massimo della vicinanza e per Mikael è una cosa insopportabile.

L'espressione del viso è indifferente, estranea, non è seccata come la maggior parte delle volte e nemmeno arrabbiata, semplicemente inespressiva, distante...questo è segno per chi gli sta intorno che sta riflettendo o ricordando, non lo fa spesso dal momento che lo si vede solo con smorfie di rabbia o ghigni malefici e di esaltazione, ma appunto per questo quando lo fa deve essere lasciato in pace, tutti gli stanno alla larga soprattutto perchè sanno che se viene interrotto in quegli attimi arde tutto, solo Raphael sapeva sempre come prenderlo quando faceva così.

Non c'è bisogno di dire che lo conosceva meglio di ogni altra persona.

Ma parlare di Raphael al passato è una cosa troppo triste e forse è per questo che da quando si è addormentato, nessuno parla più di lui.

Per paura, probabilmente, paura di essere costretti ad accettare che non è più fra loro e che potrebbe non risvegliarsi più.

Il bell'angelo dell'aria potrebbe riposare dentro quella specie di bara trasparente per l'eternità e nessuno può farci nulla, assolutamente nulla.

Ora dipende solo da Raphael e non esiste nessuna cura che possa aiutarlo.

Vivere in questo modo è dura per chi gli vuole bene e tutto ciò sta diventando una situazione insostenibile.

E' come se Raphael fosse onnipresente, ma non lui, la sua essenza che viene percepita da tutti.

Per tutti è così, ma non per Mikael.

Con la mente rivede i momenti dell'ultima battaglia che l'ha visto impegnato a combattere con il Salvatore e Uriel, lontano dal suo amico, lontano da Raphael; per la prima volta ha combattuto una guerra senza Raphael ed è stato strano, come battersi non al pieno delle proprie possibilità, ha saputo di non aver reso al massimo, se ne è reso conto benissimo, ma in ogni cosa che faceva la testa volava a lui, a Raphael di cui non sentiva più l'aura, come poteva dedicarsi pienamente alla lotta se non c'era più una persona importante come lui?

Non è importante vincere se non c'è nessuno con cui esultare e vantarsi...e l'unico con cui poteva fare questo era sempre stato Raphael, nessun altro.

In quei momenti, quando sembrava essere sparito, aveva sentito chiaramente una parte di se staccarsi dalla battaglia per andare a cercarlo senza però trovarlo...come avrebbe voluto piantare tutto lì per correre alla sua dimora dove doveva essere e vedere che cavolo era successo; ma non poteva farlo, anche li avevano bisogno di lui e non aveva nemmeno avuto tempo di tormentarsi decentemente sul fatto che magari Raphael aveva bisogno di lui e lui non era là ad aiutarlo...tutti lo tenevano così impegnato.

Appena parlato con Lucifero avrebbe voluto Raphy vicino a lui, come durante la prima grande guerra universale, ma lui non c'era, allora l'unico desiderio era stato andare a dirglielo appena finita la guerra ma quando era andato da lui aveva trovato solo Barbiel a spiegargli che si era sacrificato per lei e che ora dormiva nel Cold-sleep.

Attendere sarebbe stata l'unica cosa da fare.

Gli aveva fatto promettere di aspettarlo fino al suo risveglio, allora avrebbero continuato la loro litigata.

Quanto era stupido...questa aveva pensato quella volta...Raphael era proprio stupido, certo che l'avrebbe aspettato, si doveva ancora vantare del suo successo, continuare a litigare, prenderlo in giro...ma poi litigare per cosa? Già non se ne ricorda più, uno dei soliti motivi futili probabilmente.

Ma di sicuro non avrebbe aspettato così buono con le mani in mano a fissarlo, passare ogni maledetto giorno della sua esistenza nella sua stanza di 'riposo' non era fra i suoi programmi, si sarebbe sfogato sugli altri, non poteva mica stare senza rompere le scatole e provocare risse e casini per chissà quanto tempo!

E così ha fatto, la promessa continua a mantenerla, ogni giorno va a trovarlo per qualche oretta e sta con lui, gli racconta che combina, i guai in cui si caccia, i soliti casini del cielo che anche se a lui non gliene importa nulla magari a Raphy possono interessare, gli dice quel che gli passa per al testa, o magari sta anche zitto e lo guarda e basta  come sta facendo ora. Poi per il resto delle ore che non passa lì va al confine ad uccidere i soliti demoni che tentano di entrare e come sempre quando fa così, porta dei souvenires al biondo, glieli ha messi nella stanza del cold-sleep dove è pieno zeppo di quelle schifezze assurde che il rosso trova tanto carine e piacevoli da tenere come ricordo!

Contro i demoni si sfoga per tutto quello che vorrebbe fare con Raphy ed invece non può, per tutto quello che è costretto a reprimere(cosa che per lui è inaccettabile).

Prima di venire da lui, anche oggi Mikael era andato a far fuori un po' di esseri demoniaci, e subito finito per bene è andato a fare un salto dal suo amico ancora prima di passare da casa sua a farsi una doccia. Sembra instancabile ma la forza la trova pensando a quello che deve fare, in questo caso vedere Raphael.

Non vuole fargli mancare nulla.

Il pensiero ora gli si sposta a Barbiel, si è sacrificato per lei, avrebbe potuto morire, ma lui sapeva che non sarebbe morto, sapeva cosa sarebbe successo. A fior di labbra dice ad alta voce, lentamente con la sua voce roca e penetrante:

- Ti dovevi riscattare, vero? Per tutti i guai che hanno causato i tuoi capricci con le donne, con Sara. Era il tuo modo di chiedere scusa a tutti, a Barbiel la donna della quale ti fidi di più al mondo, provi affetto e stima, come una sorella, siete insieme a lavorare dall'inizio dei tempi, lei conosce te e tu conosci lei meglio di chiunque altro, quando è stata rapita sapevi che si sarebbe liberata da sola e l'hai aspettata per continuare e decidere le tue mosse. Ed è proprio per questo rapporto qua che non potrai mai innamorarti di lei, non è così? Lo so, ti conosco ancora più di quanto conosca me stesso, non affannarti a rispondermi maniaco, infatti la mia teoria è confermata col fatto che non sei mai andato a letto con Barbiel, non l'hai nemmeno baciata. Non avresti mai potuto. Credevi di potermi nascondere qualcosa? A me di te non sfugge nulla!

Era naturale che ti sacrificassi per colei di cui ti fidi e ammiri, per la tua sorella anche se non di sangue.

Poi dovevi chiedere scusa anche a me, no? La tua spina nel fianco, ti smaschero sempre, non riesci a fare nulla di nascosto da me. Dovevi scusarti perchè per Sara per un momento ti eri dimenticato di ogni cosa, di te, di me, del nostro rapporto, sei stato tu quella volta a consolarmi a causa di Lucifero, mi dicesti che ero scemo e che per non farmi dimenticare da mio fratello dovevo diventare forte, che era solo l'inizio, che nessuno poteva stare nel cuore di Lucifero, e che non ero solo, lui sarebbe stato sempre con me...per Sara ti eri dimenticato di quella promessa e ti stavi comportando come me, cieco non volevi vedere e  ascoltare nessuno...ma ti sei riscattato completamente. Ora devi svegliarti e dirmi che ho ragione...anzi non c'è bisogno che ti affanni perchè so che ho ragione che è tutto come dico io! Ma svegliati lo stesso, però!-

Si interrompe e sta in silenzio a lungo, ha parlato molto piano, con brevi pause in mezzo alle frasi, questa volta non ha fretta, non ora, non per lui, Raphael ha bisogno di calma e dormiente com'è per ascoltare e capire quello che gli si dice può fare fatica. Inoltre gli sembra di parlare a se stesso, di far prendere forma ai suoi pensieri, per lui non è facile farlo, perchè non lo fa mai, parla poco e quando lo fa è scorbutico e acido, incazzato e agitato.  Ma le parole che gli vengono dal cuore sono difficili da far uscire, solitamente era Raphy a dirle per lui, lo capiva fino a quel punto, ora non c'è lui a farlo al posto suo.

Ma tanto non ha fretta.

- La cosa strana è che non capisco i miei sentimenti per te.-

Non si fa problemi nemmeno ora a dire le cose come stanno. Sente che non è un normale rapporto di amicizia la loro, li lega qualcosa di diverso, di più...ma cosa sia esattamente vorrebbe che fosse Raphael a dirlo, a decifrarlo, lui è decisamente più bravo.

- Basta, ora vado, devo ripulirmi e riposare, sono stanco, ho combattuto contro demoni tutto il giorno. Ciao chirurgo maniaco da strapazzo!-

Detto ciò con uno dei suoi soliti ghigni nel volto si alza dalla comoda posizione lasciando libero il cold-sleep e se ne va dalla stanza buia.

Non è preoccupato. Sa che si risveglierà e tornerà a sorridergli sornione chiamandolo come sempre Mika-chan e facendolo arrabbiare. Lo sa e basta, non importa come. Non è triste e nemmeno il fantasma di se stesso come la maggior parte delle persone che vivono lì dentro al servizio del capo delle Virtù.

Ha fiducia anche se quella parola suona strana rivolta a Mikael.

Non ha mai avuto paura e non l'avrà nemmeno ora.

 

*è un bel posto questo dove sto, la cima di una grande montagna, dove il

vento spira forte e trapassa il mio corpo, lo sento penetrare in ogni angolo, in ogni parte di me.

D'altronde ormai non ho più un corpo, è solo la mia parte astrale che si trova qui, in questa proiezione dei miei desideri.

Si perché so che non è altro che questo, un luogo tranquillo dove posso recuperare le mie forze, recuperare me stesso.

La sola compagnia, oltre al vento, è la voce di Mikael. Nn mi arrivano tutte le frase complete, ma il suono, a votle calmo e gentile, altre arrabbiato e stizzito, e attraverso questo posso riuscire a capire il senso del discorso, lasciando cadere la mente nella sua, il desiderio, l'emozione, la nostalgia. Nostalgia di lui, nostalgia delle sue sparate megalomani, del suo modo di starmi vicino, del suo sguardo puro. Mi metteva a disagio all'inizio, non riuscivo a mentire quando mi guardava così, io che sono un bugiardo ormai da tempo, io che ho smesso di credere alla purezza da quando ho incontrato Belial.

Ho smesso di credere in un Dio misericordioso, ho smesso di credere alla nostra missione.

Ed era questo che più mi faceva male, la morte di ogni ideale, la morte di ogni certezza, se nulla aveva un senso io per che cosa lottavo? Per che cosa vivevo? Poi Mikael mi ha tirato fuori dal mio nulla, come un fuoco inestinguibile, mi ha mostrato la mia fragilità, ma era una fragilità che solo accanto a lui potevo accettare.

Solo se lui mi fosse stato sempre accanto.

In ogni istante della mia vita trascorso da allora, ho sempre lottato per proteggerlo in un certo senso, ho sempre lottato perché lui non scoprisse cosa stava facendo suo fratello, perché lui non cambiasse mai. Abbiamo sempre avuto bisogno uno dell'altro.

E allora perché mi trovo in questa situazione?

Mi scuoto un attimo lasciandomi cadere nel vento, sorrido, gioco con lui, non ho un corpo ma è come se potessi sentire l'aria fredda accarezzarmi la pelle.

So dove sono.

Questo è un luogo dove le anime vivono o muoiono.

Il punto precedente a quello del non ritorno.

E io cosa voglio fare?

È colpa mia.

Lo so.

Io e la mia stupida paura.

Si perché lo so, so che in fondo ho fatto questo per paura, una paura spasmodica che lui mi lasciasse.

Gli avvenimenti si susseguivano con una tale fretta...lo sentivo, sentiva che stava cambiando, che mi stava abbandonando e non lo sopportavo. Odiavo Setsuna che me lo stava portando via e lo odiavo ancora di più perché aveva l'amore di Sara oltre che la sua ammirazione.

Ho rapito Sara, l'ho lasciata da sola, tutto per avere qualcuno vicino.

Qualcuno che mi ricordasse lui.

Lei aveva le sue stesse parole sincere, il suo stesso sguardo.

Ero come impazzito e solo Mikael l'ha capito, ne sono sicuro, lui ha capito tutto solo guardandomi, ha capito le mie paure e la mia anima nera, l'ha capita e con  una sola frase mi ha riportato indietro.

Pronunciata con il suo solito candore, l'espressione concentrata e seria, bellissima.

Cosa farò adesso?

Tutto è nelle mie mani.

È giunto il momento di svegliarsi? Sono abbastanza forte da poter affrontare il suo sguardo? Il corpo reggerà? Lo voglio vedere.

Con tutto me stesso.

Mikael.

Sentimi.

Restami sempre accanto.*

 

 

 

Il tempo intorno trascorre, ma per loro sembra essersi fermato, per Raphael dormiente e per Mikael che gli parla seduto a terra con la schiena appoggiata alla specie di bara di metallo e vetro, al cold sleep dove sta disteso con gli occhi chiusi il suo amico. Sono passati altri giorni, alcuni interminabili, altri volati veloci, ma sono passati, e da parte del biondo in bilico tra il game over or continue non c'è stato nessun cambiamento, la volontà di Raphael sembra lontana anni luce, irraggiungibile eppure così vicina.

Oggi l'anima di Mikael è malinconica, ricorda immagini e parole lontane ma in fondo non troppo, scene nitide e precise accadute durante l'ultima battaglia per la prima volta insieme a Lucifero e non contro; rivelazioni che l'avrebbero dovuto far sentire sollevato e felice, ma che invece lo fanno sentire ancora peggio.

Parla piano, a se stesso. Ma parla perchè vuole far sapere a Raphael ciò che ha dentro, perchè si sente di farlo e basta, senza motivazioni particolari.

- Lo odio. Preferisco odiarlo, voglio odiarlo...voglio ardere dal desiderio di ucciderlo per tanto odio che provo per lui. Invece non è così. Non lo odio....non ce la faccio...prima ci riuscivo, andava meglio prima in un certo senso, ora mi ha rivoluzionato ogni cosa, ciò che ho sempre creduto, che lui mi ha fatto credere non è vero, ma allora cosa è vero? A cosa devo credere? Cosa significavano quelle parole? E' da un po' che me lo chiedo, sai Raphael? Ma ogni volta che inizio a pensare preferisco fare altro che mi tenga occupato, così litigo e combatto...in questi giorni i demoni mi sono stati di grande aiuto.

Prima lo odiavo...in corpo aveva il mio sangue, possedeva l'altra mia parte, la mia preziosissima parte che mi ha rubato e che ha portato con se all'inferno. Mi aveva tradito...aveva tradito me senza un briciolo di titubanza, mi aveva calpestato, non mi aveva mai considerato alla sua altezza...ero cresciuto con questa convinzione che lui stesso aveva creato, invece ora mi viene a dire tutto l'incontrario...come devo interpretare il suo comportamento, ora? Quella volta in cui impazzii sei stato tu ad aiutarmi e a dirmi che dovevo fare, Raphael, ma ora che tu non puoi parlarmi e non puoi far nulla se non esserci con la tua presenza inerme e tradurre per me il comportamento di mio fratello, che devo fare io? Se non ci sei tu ad aiutarmi io devo stare da solo a pensare a lui? Prima potevo semplicemente odiarlo e negare la realtà che diceva che lo amavo, ma ora che ho gli occhi aperti e le sue nuove parole nella mente che devo fare? Non riesco più ad odiarlo come vorrei, come dovrei, come desidero...maledizione, mi detesto per questo.

Sai che mi ha detto? Che non sono più un cucciolo che lo seguiva e che pendeva da lui, sono diventato grande, un altro, sono cresciuto, ora posso farcela, posso battermi con lui...ora sono suo nemico...non lo ero mai stato, per lui ero sempre stato meno di nulla, non mi considerava niente, adesso quando ci rincontreremo saremo nemici, ho raggiunto il mio obiettivo...le persone che sono sue nemiche sono coloro che lui ama. Mi ha anche detto che tutte quelle volte lui è stato costretto ad essere freddo e scostante, non poteva fare altro...perchè? Potevi benissimo essere te stesso...hai rovinato tutto allora e lo hai fatto di nuovo adesso.

Lucifero, brutto bastardo che devo fare con te? E' tutta colpa tua, maledetto! Perchè ora hai preso ad amarmi tanto da considerarmi tuo nemico? Perchè all'epoca fingevi con tutti? Con me? Solo per farmi crescere? Per farmi maturare e diventare quello che volevi tu? Come sono ora ti soddisfo invece? Pare di si. Perchè te ne sei andato senza di me?

Hai fatto si che ti riconoscessi per quello che sei in realtà.

Sei tornato mio fratello, mio gemello in un istante in mezzo alla guerra e te ne sei andato via da me di nuovo come quella volta, mi hai lascito di nuovo solo col desiderio di riaverti, di rivederti. Il salvatore mi ha fatto capire che amandoti fino ad impazzire ero arrivato ad odiarti, ma non era odio, era solo amore, ed ora che so che anche per te è così te ne vai e non stai con me.

Se l'unico modo che ho per essere tuo fratello è combattere contro di te, fare quello che attendo da sempre,  allora che sia...fatti vedere...ti aspetterò...raccolgo la tua sfida, fratello mio.

Ti ho capito, dopo secoli probabilmente che non ci riuscivo, dopo secoli che non ti ho mai compreso ora ce l'ho fatta. E sai una cosa? Non sono solo, non mi sento solo anche se tu non ci sei accanto a me fisicamente, so che la tua mente, una parte, lo è...e poi c'è un altra persona speciale che mi starà sempre accanto qualunque cosa accada e succeda, io decida di fare lui sarà sempre con me dalla mia parte. Non so se sia mio amico o di più, me lo dirà lui quando aprirà gli occhi dal suo coma e mi guarderà sornione e furbo.

Raphael, risvegliati, io sono qui e non ti lascerò mai.-

Senza nemmeno rendersene conto parlando a ruota libera senza controllo ha iniziato rivolgendosi a Raphael, proseguendo invece ha continuato con Lucifero per poi finire nuovamente con l'arcangelo.

Questa per Mikael è stata la prima volta dopo l'ultima battaglia ad essersi guardato dentro fino in fondo...le cose con suo fratello è come se si fossero sistemate e per lui aver ammesso di amarlo e non di odiarlo è la cosa più grande ed importante che potesse fare...tuttavia questo gli ha permesso di essere ancora più sincero con se stesso anche riguardo Rapahel, preferisce non farsi più domande, le ultime le ha sprecate per Lucifero, non ne farà più.

Avrebbe atteso e basta.

Avrebbe atteso accanto alla persona per lui così importante da svelargli persino il mistero dei suoi sentimenti per il fratello.

Avrebbe atteso che questa persona importante riaprisse gli occhi dall'oblio in cui è momentaneamente caduto.

Avrebbe atteso tranquillo e rilassato dopo essersi sfogato sugli altri.

Avrebbe atteso rimanendo se stesso senza farsi seghe mentali o timori assurdi che non ha mai avuto per nulla e mai avrà.

Avrebbe atteso facendo l'unica cosa che può fare per lui.

Sussurrando nell'anima della sua persona speciale.

Sussurrando cose che nessuno potrà mai capire e sentire.

Sussurrando silenziosamente ciò che il cuore gli fa dire.

 

*freddo.

Freddo e basta.

Dov'è il luogo dove sono stato fin'ora? Il luogo creato coi miei pensieri, il mio nulla personale che come un refolo di aria fresca mi avvolgeva incessante, il luogo dove le anime riposano.

Ora c'è solo il freddo che mi avvolge, e una sensazione come...di risucchio.

E la tua voce.

Mi accompagna, calda, passionale come sempre.

Hai parlato tanto ma alla fin fine era una dichiarazione no?

Devo svegliarmi per te.

Devo scuotermi da questo torpore che sa di morte e disperazione e riprendere in mano la mia vita, sarà difficile, sarà dura, ma posso farcela.

Con te accanto si.

E così un dolore indicibile mi trapassa e io chiudo gli occhi, li chiudo e poi li spalanco rendendomi conto di una cosa....se sento dolore significa che ho un corpo.

E se ho un corpo significa che mi sono svegliato.

*

 

La porta scorrevole di metallo si aprì facendo entrare un ragazzo piuttosto basso riempito di oggetti strani, faceva una gran confusione ma lui sembrava non badarci, come se fosse fiero di aver ridato anche quel giorno un po' di vita a quel posto estremamente silenzioso e lugubre per alcuni, con brontolii vari buttò a terra ammassati su altre cose, ciò che teneva in mano. Si guardò intorno, era buio ma  vedeva quel che bastava per constatare che ogni suo regalo fatto nel corso di tutto quel tempo in cui Raphael dormiva beato e indisturbato(su questo ci sarebbe da discutere...)era ancora lì dove lui l'aveva lasciata. I suoi souvenir rallegravano ancora di più il posto. Orgogliosissimo di queste sue idee geniali e convinto che al suo risveglio il biondo avrebbe gradito, Mikael si diresse verso quella sottospecie di bara di cristallo, così lui la definiva, in realtà altro non era che il cold-sleep dove era posto il corpo privo di sensi dell'amico. Ormai il pavimento era pieno zeppo dei suoi graziosi oggetti, tutti ricordi di demoni vari che aveva ucciso al confine, e muoversi in mezzo a quel casino era come fare una corsa ad ostacoli; poichè non c'era posto da nessuna parte si sedette, senza pensarci troppo, sopra la 'bara'. Si distese comodamente a pancia in giù, incrociò i piedi e le braccia, posò la testa sulle mani  fissando con il suo solito sguardo di sfida il volto sottostante, lasciando vuota la mente come faceva di solito, iniziò con un dito a tracciare attraverso il vetro i lineamenti rilassati di Raphael ancora addormentato. Effettivamente non si poteva dire che fosse brutto...ma questo non glielo avrebbe mai detto...poi si sarebbe montato troppo la testa, ci mancava solo quello. Cominciò a riflettere sul compagno, non a lui come persona che lo conosceva a memoria ormai, bensì al suo aspetto. Poi il pensiero, chissà per quale connessione di idee, andò al tempo che aveva passato, anzi che avevano passato, così. Con Raphy dentro al cold-sleep a ronfare della grossa(così amava parlare del caro amico) e Mikael a fare la sua solita vita. Ovvero combattere giù al confine, portare qualche pezzo di demone al delicato arcangelo dell'aria e fermarsi per un paio di ore lì con lui a chiaccherare senza ricevere risposta. A fare come se fosse ancora sveglio. Gli sembrava sempre di poterlo sentire con i suoi commenti ironici sarcastici dei quali lui non capiva mai il senso. Si arrabbiava sempre quando accadeva, eppure gli piacevano. Gli piacevano moltissimo. Gli mancavano, ora che non li aveva più gli mancavano. Ma mai aveva dubitato che Raphael si sarebbe svegliato. Anche se era una possibilità su cento, lui sapeva che avrebbe riaperto gli occhi e tutto sarebbe ricominciato da dove era stato interrotto...quella famosa litigata....che nemmeno si ricordava più su chi e cosa era. L'importante è che fosse una litigata!

Era da molto tempo che andava così il tempo. Volava. Senza chiedere il permesso a nessuno. Sapeva ben poco di quel che accadeva all'esterno, sia nel cielo, che all'inferno che nell'Hassiah, ma poco importava. Lui andava dritto nella sua strana. Con un tono poco gentile e molto sgarbato, schietto insomma, Mikael disse:

- e muoviti angelo sessuomane ad aprire quei cavolo di occhi!-

detto questo sistemò meglio la testa sulle sue braccia per poi in pochi attimi trovarsi bello che addormentato. Come un vero angioletto!

 

La prima cosa che vide Raphael appena sveglio, fu il buio.

Avvolgeva tutto e per un attimo strinse gli occhi, bruciavano, non per la troppa luce ma perché era da tanto che non venivano usati.

E il dolore di essere di nuovo dentro un corpo era soffocante.

Si abituò piano piano alla vita e la prima cosa che vide fu Mikael addormentato sopra il cold-sleep. Lo guardò quasi con foga, si riappropriò dei suoi capelli rossi, della pelle bianca, dei lineamenti rilassati, (giusto quando dormiva) e persino dell'orrendo drago blu tatuato sul viso.

Gia...era valsa la pena svegliarsi se nn altro per questo.

Si ma adesso come faceva a uscire di li?

Si sentiva un pò soffocare, dopo essere stato in luoghi dove l'aria regnava sovrana trovarsi in una bara di vetro era un tantino claustrofobico.

Premette il pulsante che azionò il congegno di apertura, il vetro scivolò via lasciando che il corpo di Mikael cadesse sul suo, scomposto.

Per fortuna che era leggero!

Trattene un gemito di dolore all'impatto improvviso, dolore subito affogato quando risentì la pelle morbida contro la sua e i sottili fili rossi solleticargli il collo.

Quelle sensazioni...le sensazioni che solo un corpo può dare, quelle gli erano mancate. Aveva sempre sentito la presenza di Mikael accanto, costante, quasi un richiamo alla vita, lo teneva ancorato a quel mondo, gli faceva dimenticare la disperazione provata quando aveva trasportato il corpo di Barbiel fra le braccia, e aveva gridato al vento di salvarla.

Lo strinse forte, godendo il contatto con quel corpo docile, addormentato, sapendo che così lo avrebbe svegliato e desiderando con tutta l'anima risentire la sua voce, le sue chiacchiere senza senso e la fiducia incondizionata che gli portava.

Non era mai stato di nessuno, nessuno aveva mai potuto catturare il suo cuore, nessuna delle donne con cui era stato.

Dopo Belial aveva giurato di nn essere più di nessuno, eppure Sara e Barbiel erano state molto vicine a catturarlo.

Ma era solo Mikael che l'aveva incatenato a se, giorno dopo giorno, senza che neppure se ne accorgesse all'inizio.

E quando se n'era reso conto....beh ormai era troppo tardi no?

 

Una sensazione di vento. Non aveva senso, ma era questo che Mikael sentì nel sonno. Gli sembrava che il vento a lui familiare, quel vento, lo abbracciasse. Sapeva di non trovarsi più sulla fredda e scomoda bara di vetro di prima bensì in un posto decisamente più comodo e gradevole. Un posto che aveva sognato e voluto da tempo. Da quando si era reso conto stando silenziosamente accanto a Rapheal di volergli bene. Come un flash il pensiero gli attraversò la mente mezza addormentata.

Si era svegliato.

Immediatamente aprì gli occhi e si rese conto di non essersi sbagliato. Si trovava in un certo senso veramente in mezzo all'aria a lui conosciuto...si trovava fra le braccia di Raphael...Raphael sveglio. Forse era assurdo ma odorava di vento...questo fu l'unico pensiero coerente di Mikael trovandosi a stretto contatto col suo corpo. Alzò la testa e trovò due occhi azzurri fissare i suoi. Si era dimenticato di quanto chiari fossero in certi momenti, quando si svegliava era uno di quei momenti. Aprì la bocca per dire qualcosa ma sorprendentemente non ne uscì nulla...rimase senza parole e senza fiato. Ogni cosa era strana in quell'attimo tanto desiderato, ogni reazione si era immaginato al suo risveglio, tutte tranne questa....il nulla più assoluto albergava nella sua mente che non dava più comandi per ogni possibile mossa. Stava fermo come paralizzato ad aspettare che fosse l'altro a fare qualcosa al posto suo. Era felice. Ma era da così tanto tempo che non provava una felicità del genere che ora poteva solo starsene così. In risposta al suo silenzio due dita presero a passare leggere dietro al suo collo facendogli accapponare la pelle. Brividi in tutto il corpo. Solo Raphael sarebbe stato capace di farlo sentire così...così...indescrivibilmente bene. Solo lui. Si perse con sguardo beato a fissare il bel volto altrettanto rilassato di Raphael che senza dire nulla gli sorrise. Vedere Mikael così calmo e mansueto era decisamente strano...insolito. effettivamente quell'angelo aveva dei poteri piuttosto grandi considerando cosa riusciva a fare con il rosso.

Ma ecco che decidendo di svegliarsi, Mikael, afferrandosi alle spalle del biondo, coi suoi modi poco eleganti e aggraziati si tirò più su fino ad arrivare a pochi cm dal suo volto e con un sorriso che somigliava più a un ghigno disse:

- Sei mio.-

e lo baciò.

 

Il suo sapore era un qualcosa di inebriante, bruciava, bruciava i pensieri, il corpo, ogni terminazione nervosa sembrava concentrata in quell'unico atto atteso da secoli.

Persino il vento e il fuoco sembrarono unirsi, li potevano sentire, ruggire di desiderio e spirare di piacere, così inscindibilmente legati da perdersi uno nell'altro.

Gli afferrò il viso, scivolando con le mani nei capelli e attirandolo maggiormente contro di se, perfetto.

Un attimo da incorniciare e proteggere come il tesoro più prezioso, tempestarlo di cure e attenzioni e nn lasciarselo sfuggire mai più.

Si staccarono a fatica e Raphael dovette fare uno sforzo considerevole su se stesso per non continuare a baciare quella pelle candida e calda, per nn lasciarsi ancora bruciare da lui, ma aveva dei doveri nei confronti di Barbiel.

E poi sinceramente cominciava ad odiare quella stanza e quella sottospecie di bara! Lo scostò delicatamente alzandosi a sedere e stirando tutti i muscoli intorpiditi, sentiva di nuovo l'energia fluire in lui, potente, incontrollata, come una tempesta di fuoco.

Mise i piedi per terra sotto lo sguardo attento di Mikael e immediatamente inciampò su un qualcosa di grosso e scivoloso, ma che cavolo era? Al buio nn vedeva per niente ma sembravano pezzi di carne, ossa, detriti vari... ma chi aveva messo li quella roba?

Cercò di arrivare, con molta fatica, all'interruttore della luce, e una volta illuminati si rivelarono essere quello che aveva intuito.

Pezzi di braccio, ossa, corni, pietre....sangue su tutto.... lanciò uno sguardo ironico a Mikael, quella era roba sua ne era certo.

Solo lui poteva avere il cattivo gusto di riempirgli la stanza di tutti quelli che lui chiamava 'trofei', magari con la convinzione di rallegrare l'ambiente!

"hai preso la mia stanza per un bidone dell'immondizia Mikachan?"

gli rispose uno sguardo assolutamente stupido

"ma perché guarda che carini che sono!"

senza nemmeno prendersi la briga di rispondere con un gesto del braccio spazzò via tutta quella roba guardando la stanza soddisfatto e commentando

"adesso sono ancora più carini"

si alzò un ringhio rumoroso seguito da una serie di insulti incomprensibili che il bel biondo ignorò bellamente.

Come sempre.

 -FINE-