CAPITOLO XVI:
IL SALUTO

Se devo farlo
Voglio mettere me stesso accanto a te
Quindi lascia che te lo chieda
E' quello che vuoi?
E' quello che vuoi?
E io non penso
...
C'è una linea sottile tra amore e odio
...
Continuo a cercare il mio posto nel diario di Jane
Allora dimmi come dovrebbe essere
Disperato, striscerò
Aspettando così a lungo
Nessun amore, non c'è alcun amore
Morto per tutti
Che cosa sono diventato

- The diary of Jane – Breaking Benjamin -
normal: http://www.youtube.com/watch?v=DWaB4PXCwFU
acustic: http://www.youtube.com/watch?v=9kIUbZITNvs


Zoro capì che Drakul Mihawk voleva combattere con lui e se Drakul Mihawk voleva combattere con lui, non poteva rifiutare.
Però Rufy lo stava aspettando.
Lui aveva fatto tutto quello per Rufy, solo per lui. Il resto era diventato un contorno.
Decise che per una volta avrebbe messo da parte i propri capricci.
Rufy era più importante.
Zoro prese un respiro profondo, era un notevole sforzo andarsene così e rifiutare il duello che desiderava di più in assoluto, ma non ci poteva fare niente.
Un uomo doveva saper raccogliere le sfide giuste e rifiutare quelle sbagliate.
Ci sarebbe stato un altro tempo per Mihawk.
Gli bruciava, non lo nascondeva, ma era così.
Raccolse le proprie spade e ignorando il maestro fece per andare verso il castello a tirare su le proprie poche cose.
La lama lunga e nera di Mihawk gli sbarrò la strada, Zoro spostò gli occhi sui suoi, sottili.
- Non posso ora. -
Era orribile da parte sua ma aveva scelto Rufy.
- Io non ti farò andare via prima di questo duello. - Non capiva perchè lo facesse, sapeva solo che non poteva permetterselo.
Zoro cambiò direzione per potersene andare ed allora il fendente vibrò nell'aria.
Era la prima volta che Mihawk attaccava per primo ed in generale che attaccava.
Zoro saltò di lato, non voleva combattere.
Cercò di ignorarlo ma al secondo colpo dovette tiare fuori la spada e deviare il colpo. Lo scontro delle lame fece uscire le scintille.
Dopo aver parato il colpo saltò all'indietro sistemandosi bene davanti a lui. Corrugò la fronte.
- Non ho tempo per te! - Grugnì.
Mihawk roteò l'enorme spada in alto a dipingere un cerchio nel cielo e poi la spinse contro Zoro, la punta sul mento. Fermi. Non respiravano. Occhi negli occhi.
- Nella vita non troverai solo i duelli che gradisci! Ti troverai a doverne fare molti contro la tua volontà. Col tuo capitano in fin di vita che dipende da te e tu che non lo puoi raggiungere se non abbatti questo nemico. Impara un'ultima lezione, se ti riesce. -
Zoro ne aveva una gran voglia, voleva davvero restare ed impararne altre, però il tempo scorreva e non poteva trattenersi lì quanto voleva.
Combattere con Mihawk con fretta lo urtava, voleva poterlo fare con calma e godersi il momento ma l'incombenza di dover partire subito era enorme.
Rufy era più importante.
Sfilò anche le altre due spade e si mise la terza fra i denti, così si piegò sulle gambe e tirando indietro un braccio ebbe un pensiero.
Un pensiero folle e presuntuoso.
“Gli concederò un solo colpo. Userò una unica tecnica.”
Effettivamente ne aveva una nuova, dopo aver posseduto la pioggia ed il mare.
Voleva provare un nuovo colpo.
- Ti darò un solo colpo. Se ti batterò con questo bene, altrimenti me ne andrò lo stesso anche se il duello non è terminato. - Sarebbe stata la prima volta che veniva meno alle regole degli spadaccini. Mai lasciare un duello in sospeso.
Per Rufy l'avrebbe fatto.
Mihawk abbassò la spada e sorrise divertito dalla sua sfrontatezza. Gli piaceva.
Ovviamente era convinto di poterlo trattenere rispondendo al suo colpo con un altro colpo ed un altro ed un altro ancora.
E quando avrebbe ritenuto opportuno l'avrebbe ferito a fondo in modo da renderlo inoffensivo. Poi l'avrebbe imprigionato ed in seguito ci avrebbe pensato.
Era sicuro che il livello di Zoro non fosse ancora sufficiente.
- Se pensi che basti, fallo! -
Zoro respirò piano, si concentrò e l'aura azzurra del mare gli tornò intorno come un alone, Mihawk l'osservò stupito. Aveva già creato una tecnica nuova per il mare?
Non ci poteva nemmeno credere. Nessuno poteva perfezionare una tecnica appena imparata in così poco tempo.
Zoro cominciò ad indietreggiare lentamente, come prendesse la rincorsa.
Mihawk era anche curioso, non si muoveva ma era in posizione di difesa.
Zoro si fermò, prese un altro respiro ed aprì l'occhio, nel momento in cui lo fece scattò in alto. Fece un salto così alto e lungo che parve quasi camminare nel cielo, Mihawk non sapeva avesse una tale elevazione ma non si perse per quello, si perse perchè nel salto gli veniva incontro e con la sua aura gigantesca per un momento gli parve d'avere davanti un'onda. Un'onda come un cavallone. Un muro d'acqua che gli veniva incontro con tutta la forza e la furia del mare in tempesta.
Zoro ne era al centro con le braccia aperte, le spade sembravano più lunghe e più grandi di quanto non fossero. Quando fu sopra di lui scese in picchiata come l'onda si abbatteva sul fondale, dopo aver raggiunto il massimo punto d'altezza.
Zoro travolse Mihawk con una forza nuova che non aveva avuto altre volte e per poco non ne ebbe ragione.
Fu per la prontezza di riflessi di Mihawk che non lo trafisse. Parò il colpo all'ultimo dopo essersi buttato di lato e venir così ferito dalla terza lama.
Dopo, tutto si fermò. Il tempo si sospese, Zoro si voltò verso Mihawk per la prima volta a terra, nella sabbia, con un taglio, seppure leggero, sul fianco.
Si guardarono ansimanti, sorpresi. Nemmeno Zoro aveva pensato di farcela, non per lo meno di arrivare così vicino.
Rinfoderò due spade e ne tenne pronta solo una, si asciugò il sudore dalla fronte e dopo un tempo infinito in cui pensò a come congedarsi, semplicemente si chinò con reverenza e calmo disse.
- Maestro. - Esordì. Non si alzò, Mihawk si tirò su su un ginocchio, affondò la spada nella sabbia e capì che il duello si sospendeva.
- Non ritengo concluso l'addestramento e nemmeno questo duello. - Disse freddamente composto, il mento alto. Zoro aprì l'occhio e lo guardò tirandosi su.
- Tornerò per concludere entrambi. - Mihawk sapeva che non l'avrebbe fatto ma gli piacque credere che così sarebbe potuto essere.
- Ti aspetterò. - Rispose il maestro. L'allievo allora alzò la spada davanti al suo viso in segno di saluto solenne fra spadaccini.
- Grazie di tutto. - Mihawk annuì e non disse altro. Zoro poi si voltò e semplicemente se ne andò.


Se ne era andato da un paio d'ore, Mihawk era tornato in casa e guardava la data sul giornale odierno.
- Ma Perona! Che conti hai fatto? Non ci vogliono così tanti giorni per raggiungere l'Arcipelago da qua... - La ragazza fece un risolino dei suoi e rimase a guardare fuori dalla finestra, verso il mare.
- Quello zoticone sta facendo il giro dell'isola in barca per la terza volta. Non arriverà mai nemmeno a salpare! - Disse come se Mihawk non avesse proferito parola.
Mihawk si avvicinò a lei e guardò Zoro girare in tondo sull'acqua come un povero imbecille.
- La navigazione non è per lui. - Asserì. - Lo puoi accompagnare tu? - Perona sospirò come se dicesse 'cosa fareste senza di me'.
- Spero mi ricompenserai, dopo! - Mihawk non aveva ancora capito cosa volesse quella ragazza di preciso, ma aveva deciso di non indagare, la lasciava libera di fare ciò che voleva in cambio dei servigi che le chiedeva ogni tanto.
Collaboravano molto bene.
- Siamo pari. - Disse quando lei stava per andare via. Lei si fermò e non si voltò, però fece un'altra risatina e rispose frivola.
- Se aveste saputo d'avere il tempo necessario per un duello serio sarebbe finita male per lui. Perchè avresti fatto di tutto per non lasciarlo andare. A costo di ucciderlo. -
Mihawk non fece particolari pieghe, però aggiunse con un sorrisino enigmatico dei suoi.
- Dunque alla fine ti piaceva davvero... - Perona fece riecheggiare la sua risata nell'aria fino a che non se ne andò.
Mihawk rimase a guardare i due bisticciare e poi partire e fece un sorriso divertito.
Dopotutto quella ragazza sapeva il fatto suo.

Rimase un po' a guardare i due sparire oltre l'orizzonte e solo dopo una mezz'ora abbondante, si tolse l'indumento e si guardò il fianco, la ferita sanguinava ma non copiosamente. Era fiero di quella ferita, la prima che riceveva che non venisse da Shanks.
Sorrise.
Il suo allievo stava facendo progressi. Sperava davvero di poterlo affrontare, un giorno. Ancora una volta.
- Non dirmi che quel ragazzino è riuscito davvero a ferirti! Mi stupirebbe davvero! - La voce era familiare.
Mihawk non aveva nemmeno fatto in tempo a pensare 'ora sono di nuovo solo' che lui era tornato.
Stranamente silenzioso come non sapeva essere.
Alzò lo sguardo su Shanks che sorrideva come al solito.
Non lo vedeva da più di due anni, era contento di trovarlo proprio in quel momento, non lo poteva negare.
- Figurati... volevo solo dargli una spinta per credere di più in sé stesso... - ma questo forse era peggio di ammettere che era stato ferito in duello.
Shanks infatti rise e Mihawk cominciò a sentirsi meglio.
Si avvicinò e gli tolse la mano col fazzoletto con cui si asciugava il sangue, gli toccò il ventre e gli sfiorò la ferita.
Mihawk trattenne il fiato.
Gli era mancato il suo tocco. Un tocco che era suo, veramente suo.
Un tocco che non sarebbe stato rifiutato e non sarebbe finito con un nulla di fatto.
Sorrise malizioso e cominciò a slacciargli la camicia.
In effetti gli era mancato Shanks stesso, forse era stato per questo che aveva cercato in Zoro il suo sostituto. Ma alla fine non era mai stato lui quello che aveva voluto veramente.
- Sei qua per prenderti gioco di me o per renderti utile? - Disse suadente e accattivante.
Shanks ridacchiò ancora mentre scendeva con le dita sulla sua cintura e gliela apriva.
- Tutti e due... -
Mihawk solo con le labbra sulle sue poté capire perchè Zoro avesse preferito Rufy. Contro certe persone non c'era proprio confronto.
Nemmeno Zoro l'aveva con Shanks. Forse non l'avrebbe mai ammesso, però alla fine poteva anche dirselo.
Forse con Shanks non viveva una storia d'amore intensa e classica come Zoro e Rufy, però era la sua nota di colore nel proprio grigiore spento costante.
Il suo rosso.
Un rosso a cui non avrebbe mai rinunciato, dopotutto.
“Forse non sono poi così solo!”
No, non lo era.
Si tornava alla normalità.

E finalmente stava tornando anche Zoro, a quella normalità.
L'eccitazione era in una costante crescita e non poteva ignorarla, però la controllava abbastanza bene.
Stava per rivedere Rufy, non ci poteva credere.
Non osava nemmeno pensare a cosa significasse di preciso. Era importante. Era maledettamente importante.
E c'era.
Ripensò per un attimo a Mihawk. Il suo maestro. Un grande maestro senz'altro.
Non aveva mai capito cosa l'avesse mosso nei suoi confronti, però se non ci fosse stato Rufy, se non fosse nemmeno esistito, sicuramente le cose fra loro sarebbero potute andare diversamente.
Lo pensò con lucidità.
- Mi devi la vita, lo sai? - Fece Perona dopo un po' di silenzio fra i due.
- La devo al mio maestro, la vita. - Rispose laconico. La ragazza capì in quel momento che per Zoro non ci sarebbe in ogni caso mai stato spazio per nessun altro se non il capitano ed il maestro. Una battaglia persa in partenza, si disse.
Ma intanto gli aveva salvato la vita, Mihawk pur di non farlo andare via l'avrebbe ucciso. Lei lo sapeva.
Zoro tornò a pensare a Rufy.
Lo stava per rivedere. Aveva superato il peggio, qualunque cosa sarebbe successa ora, qualunque ostacolo o difficoltà sarebbe stata nulla a confronto dei due anni passati senza di lui.
Da lì le cose sarebbero potute andare solo in meglio.
Ce l'aveva fatta. Il duello con sé stesso, l'aveva vinto.

FINE