18. SEI MOLTO IMPORTANTE




"Esplodendo in un cielo rosso sangue Una lenta frana E il mondo che ci lasciamo alle spalle È quanto basta per perdere la testa Scomparire e non tornare più… Quando cado a terra Parlando con il cuore in mano Capisco che non ha alcun senso Tu sei il mio porto di scalo Spari e mi lasci scorticato Adesso so che sei incredibile Perché l’unica cosa che mi serve È l’amore che respiri Metti le tue labbra sulle mie E potrò vivere sott’acqua Sott’acqua, sott’acqua Sott’acqua"
/Underwater - Mika/


Trovarono una carrozza e chiesero di dirigersi a Lament, la città vicino, dove c’era Connor.
Con loro non c’era nessuno, così si sedettero nel sedile di legno, uno accanto all’altro.
Zazie in quel momento si ricordò della promessa che aveva fatto a sé stesso.
Quando l’avrebbe rivisto l’avrebbe baciato perché non si poteva lasciar andare il presente, la cosa più preziosa.
Però quello era il momento migliore?
Zazie si voltò verso un Lag pensieroso.
“Potrebbe anche essere l’unico…”
Pensò tragico e negativo come suo solito.
Arrossì pensando a come si dava un bacio sulla bocca a qualcuno, non ne aveva mai dati, non sapeva nemmeno bene come si faceva.
Cioè teoricamente sì, ma non l’aveva mai fatto.
E dunque? Si voltava, afferrava Lag per la faccia e gli stampava la bocca sulla sua?
Non aveva avuto problemi a riconoscere in lui il suo unico momento felice, perciò chi se ne importava anche se era un ragazzo e solitamente si baciavano le ragazze?
“E poi è così carino che starebbe bene anche come ragazza!”
Pensò come se avesse senso.
Zazie stava un po’ sragionando, ma alla fine fu Lag ad interrompere il momento.
- Senti Zazie, perché non mi dici cosa è successo di preciso? -
- Eh? - Chiese senza capire a cosa si riferisse, soprappensiero.
- Sì, con Gauche… - Zazie tornò ad infastidirsi. Parlava sempre di lui. Parlava sempre e solo di lui. Aveva solo lui in testa!
Chi poteva sapere se lo ricambiava? Magari lo respingeva!
- Quello non è Gauche. Quello è Noir! - Lag non capì subito e lo guardò interrogativo.
- Ma è la stessa persona. - Zazie sospirò spazientito e si voltò di più verso di lui.
- No! quello con cui abbiamo a che fare ora è Noir! Noir! Gauche Suede non farebbe mai quello che fa Noir! Non colpirebbe altri Bee, non ruberebbe le lettere! Non risveglierebbe degli enormi Cabernet gaichu! - Lag lo guardò sconvolto.
- È quello che ho visto io nella grotta a Blue Notes Blues! - Esclamò. Zazie si ricordò di quello che era andato a fare.
- Cosa hai scoperto? -
Lag non ebbe problemi a dirglielo, così gli raccontò di come era andato a risvegliare un gaichu embrionale.
Zazie scosse il capo.
- Non capisco cosa abbiano in mente… - Brontolò Zazie col broncio.
- Ma quindi ti ha colpito con un proiettile? - Zazie alzò le spalle.
- Non dormivo perché ero stanco, sai? - Rispose sgarbato, infastidito che si interessasse sempre tanto di Gauche.
- Lo so… - Disse Lag pensando a come ottenere le informazioni senza infastidirlo ancora. Sospirò e guardò dispiaciuto a terra. - Quando ti ho visto privo di sensi in quel posto mi è venuto un colpo. Non ti svegliavi e stavo morendo di preoccupazione. - Disse piano. Questo funse da calmante a Zazie che lo guardò più schiarito di prima.
- Sto bene, era solo uno stupido proiettile del cuore. Niente di che. - Improvvisamente quello che gli aveva fatto Noir non era nulla di grave, pur di non far preoccupare Lag.
- Davvero? - Chiese tornando ad alzare gli occhi.
Così si trovarono a guardarsi seduti vicini, spalla contro spalla. Zazie sorrise.
- Davvero. - Poi sospirò e si fece serio. - Noir mi ha sparato, mi ha tramortito e rubato le lettere, non c’è niente da dire. Quando l’ho chiamato Gauche Suede mi ha afferrato, ha avuto una reazione, ma quando gli ho detto che tu l’avresti riportato indietro, lui non ha fatto nulla. Se ne è solo andato. - Concluse raccontandogli quel poco. Evitò di dirgli che il gelo di quel ragazzo l’aveva impressionato.
Gli occhi di Lag si riempirono di lacrime alla fiducia cieca di Zazie, una fiducia che in quel frangente non gli aveva mai dimostrato. Gl aveva sempre detto di non fare troppo affidamento su quella missione, che poteva anche andare tutto male. Ed ora era lì a crederci.
Il calore che sentì lo ricaricò di una forza ed una voglia senza pari.
- Grazie di credere in me, Zazie. Per me è molto importante. - Poi vedendolo serio nel ricambiare il suo sguardo, un po’ imbarazzato aggiunse: - Tu lo sei. - Si morse il labbro facendosi forza, andando fino in fondo, per far sì che Zazie si fidasse sempre di lui come in quel momento. Doveva averlo dalla sua parte per riuscire in quell’impresa. - Sei molto importante. - Aggiunse impacciato non sapendo come spiegare quello che provava. Sapeva sempre parlare bene di sentimenti ed ora, di quelli, non ne era proprio in grado. Proprio per nulla.
Zazie e la sua felicità nel sapere che provava la stessa cosa, fecero il resto.
Lo trovò adorabilmente impacciato, sorrise e sicuro di sé si protese e lo baciò.
Semplicemente appoggiò le labbra sulle sue, senza toccarlo con niente altro che le sue labbra. Un bacio dolce, leggero, semplice, caldo.
Le mani abbandonate giù, non la capacità di toccarsi, di muoversi.
Lag avvampò, Zazie si rilassò felice.
- Le cose belle esistono. - Ripeté le parole di Jiggy che gli erano sempre risuonate nella testa sin da piccolo.
In quel momento sperò di incontrarlo di nuovo per potergli dire che quel giorno, quelle parole, l’avevano salvato in più di un modo.
“Spero di poterlo ringraziare.”
Lag guardò Zazie sentendosi mollo, completamente privo di forze. Che effetto strano gli stava facendo. Si sfiorò le labbra da solo, dove poco prima c’erano state quelle di Zazie.
- Anche tu sei molto importante. Lo sei in questo modo. - Zazie ripeté le sue impacciate e tenere parole, poi appoggiò la testa all’indietro, la nuca sullo schienale di legno della carrozza che si muoveva. Lag fece la stessa cosa.
- Ce la faremo tutti insieme. - Disse poi tornando a respirare e riallacciandosi ai discorsi di prima, come se quel piccolo bacio fosse una meravigliosa parentesi. La più importante.
Dopo di quello, Zazie tornò all’argomento preferito di Lag, rassegnandosi a parlarne ancora e ancora.
- Hai scritto la lettera per il proiettile che gli devi sparare? - Chiese. Lag lo prese e glielo mostrò avvicinandosi di nuovo a lui. Zazie lo prese e lo guardò.
- Sì, prima di andare da Pierce. -
- Sul serio? Bravo, ce l’hai fatta! - Zazie sorrise entusiasta, cambiando completamente modi e tono. Non era mai stato così positivo. Lag, spaesato, fece la parte che solitamente faceva lui esprimendo il dubbio su fatto che potesse funzionare, così Zazie proseguì con la sua opera di incitamento, cosa che non aveva mai fatto perché solitamente sempre pessimista e negativo.
Però lì era diverso.
Lag l’avrebbe fatto comunque, perciò doveva fare in modo che lo facesse credendoci e che agisse sempre senza il minimo dubbio, per evitare che in quelli inciampasse e sbagliasse.
Non doveva esitare.
- Certo che lo raggiungerà! - disse sicuro di sé e maligno. - Altrimenti gli sparo un proiettile di malevolenza e lo deprimo di brutto! Gli devo ricambiare il favore! - Sbottò mettendola su un piano di scherzo, per sdrammatizzare. Lag cominciò a sentirsi meglio. Era bello che lui credesse tanto in sé. Era meraviglioso.
Parlarono di Reverse e dello scopo che potevano avere nel rubare le lettere e nel risvegliare un gaichu di quel genere, Lag tornò a preoccuparsi e Zazie a quel punto lo afferrò per il collo stritolandolo col braccio e strillando allegro gli disse di non pensare che tanto era inutile.
Lag per poco non soffocò, poi lui allentò la presa e gli lasciò un dolce bacio fugace sull’orecchio, dove mormorò un tenero:
- Ce la farai e basta. Vedrai. - Lag arrossì e si ammorbidì fra le sue braccia in quello che improvvisamente era diventato un abbraccio da dietro dove poter stare comodamente appoggiati e sentirsi al sicuro.
Adesso che ci credeva anche lui, non poteva certo sbagliare. Nella maniera più assoluta.

Si ricongiunsero con Connor il quale era perso dietro ad una bellissima ragazza che aveva visto una volta sola in un convento, si era arenato lì perché cercava di rivederla, così ogni giorno comprava biscotti da Sunny, un’altra ragazza che lavorava allo stesso convento, sperando di rivedere quella che gli piaceva.
Lag e Zazie inizialmente sottovalutarono la cosa, ma quando ad un certo punto videro che si trattava di Lode, la ragazza-dingo di Gauche-Noir, Lag capì che i sospetti erano veri.
Reverse aveva piani a Lament, stavano architettando qualcosa e visto che erano lì per indagare e scoprirne di più, il piccoletto partì in quarta per approfondire le ricerche e del tutto intenzionato ad infiltrarsi nel convento in questione, cominciò a spartire ordini a Zazie, irritandolo non poco.
I nervi di Zazie saltarono del tutto quando realizzò che era tutto fuoco e fiamme perché pensava che nel convento ci fosse anche Gauche insieme a Lode, la ragazza che non era diventata spirito, che avevano visto prendersi cura di lui nei suoi ricordi. Gauche l’aveva chiamata come il suo lupo, dimostrando d’avere ancora qualcosa di lui dentro di sé.
Le vene delle tempie iniziarono a battere forte. Zazie stava per esplodere.
- Quando si tratta del signor Gauche tu perdi la testa! ‘Va a chiedere istruzioni!’ un cavolo! - Ribatté seccato, con la gelosia salita a livelli esponenziali. Poi capì che comunque Lag sarebbe entrato in quel convento a fare ricerche lo stesso, perciò capì che era meglio aiutarlo invece che contrastarlo.
- ‘Ccidenti! E va bene! - Poi lo guardò esasperato, scocciato dal vederlo così preso da quel ormai ex bee. - Però tu come hai intenzione di infiltrarti? Quello è un monastero femminile! L’ingresso è vietato agli uomini! -
Lag a quel punto si fermò e guardò seccato il posto come se fosse un nemico, infine sbuffando si mise le mani ai fianchi, gonfiò il petto e sbottò:
- E va bene! Mi vestirò da donna! - Zazie per poco non si soffocò con la saliva nel sentirlo, poi lo guardò bene per capire se fosse serio. Constatato che lo era, scoppiò a ridere.
- Ma dai, ti farai beccare subito! Lag! Sarai ridi… - Ma Lag sparì e riapparve con dei vestiti femminili pagati ad una ragazza col bucato steso fuori da casa sua.
Lag, deciso ad andare fino in fondo, spinse Zazie in un vicolo cieco dove nessuno avrebbe potuto vederli e si spogliò. Zazie continuò a ripetere che sarebbe stato ridicolo mentre lo vedeva denudarsi. Ad un certo punto si fermò e si zittì.
Il piccoletto si voltò verso di lui facendo cadere la gonna sulle gambe.
- Beh? Sono davvero così tanto ridicolo? - Chiese consapevole che sicuramente non faceva una grande figura.
Quando mise a fuoco la faccia di Zazie, capì che non era rossa dal ridere, ma rossa dall’imbarazzo.
Stava facendo pensieri poco casti su di lui, Lag lo capì nell’immediato e allargando le braccia, disse:
- Zazie, ti sei incantato? - Zazie si riscosse e riprese colore. - Sto male? Non sono credibile? - l’altro tossì.
- Male non è il termine che userei, in effetti… - Lag non capiva.
- Insomma, sono tanto terribile? - Zazie sogghignò e gli mise il mantello rosso intorno alle spalle, allacciandoglielo sotto il mento, poi gli sollevò il cappuccio e gli sistemò i capelli in modo che gli coprissero il più possibile il viso.
- Terribile? Sei più carino di tante ragazze! - Lag lo guardò con i suoi occhi spalancati trattenendo il fiato.
- Non prendermi in giro, basta che sia passabile. - Zazie ammiccò prendendogli poi il viso fra le mani con decisione.
- Passabile? Sei molto più che passabile! - Infine avvicinò le labbra al suo orecchio dove sussurrò suadente: - Sei terribilmente carino! - Poi si corresse. - Anzi, carina! - Dopo di questo gli leccò il lobo con estrema malizia, senza resistere. Lag venne ricoperto da brividi e spalancando gli occhi si immobilizzò mentre il calore divampava a quel gesto. - Miao! - Miagolò scivolando sul viso per baciarlo sulle labbra, un po’ meglio di quanto aveva fatto sulla carrozza.
Lag rimase imbambolato fra un’emozione e l’altra non sapeva proprio come muoversi e che pensare. Solo che quando Zazie faceva così, lo scioglieva in una pozzangherina. Era così bello!
Zazie lo lasciò andare guardandolo insistentemente, con uno sguardo affiliato ed affamato, di chi si mangiava qualcuno.
- Sto davvero bene? - Chiese impacciato.
- Sei perfetto! - Poi lo tirò verso l’esterno mettendogli un cestino in mano con la pistola sparacuore dentro, coperta da un canovaccio. - Ora va. - Disse mentre lo faceva passare davanti a lui, lì gli diede una pacca sul sedere e con l’occhiolino, aggiunse: - Mia bella gattina! -
Lag avvampò come non mai e rigido come un pezzo di legno, si ritrovò spinto in mezzo alla stanza, con Zazie dietro l’angolo che lo guardava e rideva esterrefatto di quanto stesse bene.
Lag alla fine entrò nel convento e come detto da Zazie, fu così credibile che Sunny, la ragazza all’accoglienza, non dubitò mai delle sue sembianze.
Una volta visto entrare ed appurato che era maledettamente carino vestito da donna, Zazie andò da Connor dicendogli di tenere d’occhio il monastero perché era una sede di Reverse, si assicurò che facesse da guardia a Lag che era anche senza Niche, infine, per nulla convinto di lasciarlo lì, si rassegnò ad andare a Central, all’Alveare, a chiedere istruzioni.
Lasciare Lag in un covo di Reverse, da solo, non era un pensiero che lo tranquillizzava, Anzi. Lo detestava proprio, ma non poteva farci molto. Quando Lag si intestardiva su una cosa, non cambiava idea. Poteva solo assisterlo come poteva.