CAPITOLO XII:
DOVEVA MIGLIORARE
 
Aiutami a sopravvivere qui,
Da solo, non ricordare, ricorda.
Mettimi a dormire angelo malvagio
Apri le tue ali angelo malvagio
Io sono un credente,
Nulla poteva essere peggio,
Tutti questi amici immaginari,
Nascondono il tradimento”

- Evil angel – Breaking Benjamin -
http://www.youtube.com/watch?v=PHTSRA1RrSs

Si lasciò cullare da un delicato torpore per un tempo a lui infinito, quando si svegliò gli pareva d’aver solo sognato delle dolci braccia cingerlo e prendersi cura di lui.
Quando aprì gli occhi fu grato all’acqua calda in cui era immerso ma lo fu meno al piede che lo sosteneva spingendolo per il ventre in modo da non farlo scivolare sotto.
Per un momento, prima di svegliarsi veramente, intrappolato fra il dormiveglia e il sonno profondo, aveva creduto di essere tornato da Rufy. Per un momento.
Poi la realtà era tornato a schiaffeggiarlo in pieno viso e insofferente si era rivoltato spostandogli malamente il piede di dosso, non serviva offenderlo verbalmente, era chiaro dal suo sguardo.
Solo in un secondo momento se ne rese conto.
La propria vista era a metà, non possedeva più la visione della parte sinistra del mondo. Sgranando quello rimasto, si toccò l’occhio ferito e sentì la benda, solo quando ne fu fisicamente cosciente sentì una stilettata sulla palpebra.
- Cosa… - Non fece in tempo a dirlo, Mihawk gli rispose apparentemente freddo.
- Ti ho ferito all’occhio, non ci vedrai più. - Non era come dire che gli aveva tranciato un dito, era ben diverso, ben più grave, eppure non pareva tanto preoccupato. Non necessitava nemmeno di una scusa. Per lui era chiaro il motivo.
Dopo qualche istante in cui Zoro aveva avuto l’istinto di dargli un calcio nei bassi fondi -a sua portata- si rese conto di cosa quello significava e dalle tenebre del suo sguardo si aprì una luce inquietante di sadismo. Era gioia quella che vi leggeva?
Mihawk esitò per la prima volta, cosa aveva da essere tanto contento? Forse l’aveva tagliato troppo a fondo e gli era partito un po’ di cervello…
Sempre ammesso che l’avesse, in ogni caso…
- Cos’hai da sorridere tanto? - Zoro si sistemò nella vasca, di fronte a lui; non era né grande né piccola, ci stavano comodamente insieme senza doversi sfiorare per forza. Oltretutto era una delle sensazioni più piacevoli degli ultimi tempi… di fatica ne aveva fatta mica poca…
- Hai usato la tua spada e mi hai ferito seriamente. Hai usato una mossa anche piuttosto pesante, non sei andato per niente leggero. Per essere uno che se ne sbatte del proprio avversario e che non lo considera usando un semplice pugnale e non attaccando nemmeno, ne hai fatte di cose! - Lo stava schernendo per fargli dire quello che voleva, ovvero che era migliorato. Gli era sembrato, prima di svenire, che gli facesse una specie di complimento ma come poteva essere?
Il vapore dell’acqua calda saliva condensando tutt’intorno, creava nuvolette umide che davano un’atmosfera più intima di quel che avrebbero voluto, ma i due uomini parevano immuni a quello.
Mihawk capì dove voleva andare a parare e a quel punto c’era poco da negare. Gli diede il contentino a modo suo, con la sua solita saccenza:
- Sì, niente male ragazzino… mi hai stupito. Del resto se non avessi visto qualcosa di decente in te, un margine di miglioramento, non ti avrei mai preso come allievo, ti pare? Non avrei mai e poi mai perso il mio tempo in modo tanto insulso. - Era ovvio, però sentirselo finalmente dire era davvero soddisfacente e Zoro si sentì molto contento di essersi tolto quello sfizio. Era giusto, dannazione.
Per una volta era giusto che qualcosa andasse nel verso giusto.
- Sono sulla buona strada, dunque. - Che era diverso dal dire che stava andando bene e Mihawk gradì il suo realismo ed il suo saper stare al proprio posto.
- Adesso passerai tutto l’autunno ad abituarti a vedere con un solo occhio ed il resto a cercare di raggiungere il prossimo obiettivo. -
Zoro sapeva bene qual’era, non certo la Tecnica del Mare. Lo disse subito come se già fosse il suo pensiero fisso:
- Spingerti a duellare seriamente con me dall’inizio. - Perché fin’ora, con tanto duro lavoro, era solo riuscito a fargli fare seriamente nel finale, c’era differenza.
Mihawk gradì vedere che non avrebbe dovuto perdere tempo a fargli capire il suo livello e a metterlo a posto. Ad ogni modo era convinto che non avrebbe mai potuto raggiungere quel livello, ma già ora era migliorato molto e poteva ritenersi contento.
- Sto ancora pensando a cosa mi viene in cambio se poi riesco nell’impresa di renderti uno spadaccino decente! - Adorava maltrattarlo verbalmente e psicologicamente, era un modo per non annoiarsi, in fondo.
Zoro non ci fece caso, ormai non lo notava nemmeno… erano solo i suoi soliti scatti di megalomania conditi con pessimi tentativi di provarci con lui. Non capiva perché ci provasse con tanto impegno, talvolta, forse era solo un altro metodo per svagarsi. Probabilmente non faceva sesso da tanto ed allora visto che c’era, voleva approfittarne.
In ogni caso non gli importava, lui andava dritto per la sua strada e non si distraeva.
- L’estasi di aver messo al mondo un nuovo grande spadaccino. - Uso di termini più inappropriato non avrebbe potuto praticare, però alla fine lo disse e non poté rimangiarselo. Mihawk ne approfittò subito e con un sorrisino malefico dei suoi che non arrivava agli occhi freddi, allungò di nuovo il piede posizionandolo in mezzo alle sue gambe, a schiacciare -ma senza fargli male- il suo inguine fino a quel momento a riposo. Come da molto tempo ormai.
Zoro glielo prese immediatamente ma ormai si era ‘appollaiato’ sul suo ‘nido’ e non sembrava ci fosse verso di spostarlo.
- Toglilo subito! - Borbottò brusco e minaccioso, l’euforia di aver raggiunto uno dei suoi obiettivi era già bella che andata.
Mihawk in risposta parlò in perfetta linea con la sua espressione maliziosa e maligna:
- Mi prendevo l’estasi… - Il ragazzo si accorse di essersi infognato da solo e arrossendo si morse il labbro in difficoltà. In realtà non poteva dire che fosse facile rifiutarlo, era da oltre un anno che non faceva sesso con nessuno e che non aveva veri contatti. Qualche volta Mihawk lo metteva a dura prova e lui in quanto uomo, in astinenza per giunta, reagiva com’era normale, ma non voleva andare oltre un certo limite. Amava troppo Rufy per andare con qualcun altro solo per puro sfogo ormonale. Poteva farlo da solo con la propria mano, non serviva l’aiuto di nessuno.
Oltretutto per quanto quel tipo fosse un bell’uomo, affascinante ed intrigante e sicuramente ci sapesse fare sessualmente parlando, non voleva perché era fondamentalmente insopportabile per la maggior parte del tempo, quando non gli insegnava la spada. Di conseguenza il piacere di un orgasmo non bastava a sopportarlo.
Quell’uomo vedeva le persone come formiche, insetti o rane e si riteneva l’unico falco dell’esistenza umana, di conseguenza non era effettivamente una persona degna di quel certo tipo di attenzioni.
Però il suo piede aveva cominciato a muoversi contro l'inguine e la sua erezione a reagire involontariamente. Sapeva che sarebbe bastato poco, era da troppo che lo lasciava a ‘riposo’.
- Piantala, dannazione… - Ringhiò a denti stretti. Era la cosa più difficile che gli fosse capitata. Resistere. In quel momento in cui gli mancava Rufy da morire, poi, era davvero difficile. Sarebbe stato un attimo, così piacevole arrendersi a Mihawk, farsi possedere da lui, farsi scaldare da un momento di sesso puro fine a sé stesso e poter immaginare d’avere Rufy fra le braccia… facile e normale, quasi… ma quando pensò al suo compagno venne prima di decidere il da farsi. C’era poco da decidere.
Aveva una voglia matta di fare l’amore con Rufy che bastava il solo nominarlo mentre qualcuno lo sfiorava là sotto, che l'orgasmo arrivava indecentemente.
La ritenne una debolezza, una sconfitta, un’umiliazione e fissando l’altro trionfante con sguardo feroce, senza proferire parola, si alzò di scatto dalla vasca finendo però per barcollare con un forte ed improvviso giramento di testa che lo fece finire di nuovo giù.
Su Mihawk.
Non se l’era aspettato nemmeno lui ma con prontezza di riflessi lo prese subito e scivolando con le mani sul suo corpo se lo sistemò sopra in modo da averlo a cavalcioni, poi lo tenne a sé circondandogli con forza la vita, scivolò con le mani sui suoi glutei. Gli occhi incatenati nel suo, magnetici, penetranti, erotici.
Erotici?
Prima di pensarlo le dita di Mihawk stavano già lavorando sulla sua apertura e nell’acqua era talmente facile entrargli dentro con le dita che ci mise un istante a muoversi come voleva. Con gran piacere, in effetti.
- Ora che hai un solo occhio devi abituarti, come ti dicevo prima. Ti girerà la testa per un bel po’ e dovrai sviluppare molto più gli altri sensi, l’unico occhio rimasto si acuirà per poi indebolirsi, potresti anche ritrovarti cieco, un giorno. Dovrai cambiare completamente abitudini e sviluppare egregiamente i tuoi riflessi. Se un colpo ti arriva da sinistra sei fregato… non puoi muoverti come ti pare, per un po’ sarà uno strazio… - Zoro apprezzò la spiegazione da maestro ma non il trattamento da amante.
O meglio non a livello teorico, in quello pratico gli piacque ed anche troppo, nonostante lo facesse contro la sua volontà.
Ok, non si era opposto molto.
Quasi per niente.
Ma appena aveva sentito le sue dita dentro, dopo quell’orgasmo imprevedibile, era stato più che istintivo fermarsi e lasciarlo continuare.
Come poteva fare?
Razionalmente sapeva che non andava bene e razionalmente nemmeno voleva, ma il proprio corpo non rispondeva affatto ai comandi.
Fu tragico gemere fino a mordergli la spalla per zittirsi da solo, si odiava da solo, non si sopportava a godere in quel modo per un uomo che non era Rufy ed il pensare costantemente al suo compagno non l’aiutava di certo.
Era dannatamente complicato!
Quando alla fine con l’altra mano tornò sulla sua erezione, sul davanti, schiacciata fra i loro due corpi uno sull’altro, per Zoro non ci fu di nuovo scampo e stringendo gli occhi si aggrappò di nuovo al pensiero del suo ragazzo per porre presto fine a quella splendida tortura, ma pur sempre tortura.
Non era Mihawk che voleva, era solo un mezzo per tornare ad avere piacere, era solo un tramite e niente più.
Era Rufy che voleva, Rufy… ma Rufy non poteva averlo e non l’avrebbe avuto per un altro anno.
Si poteva resistere in quello stato?
Nel chiederselo ebbe il secondo orgasmo e scosso da esso, ansimante e con i denti e le unghie affondate sulla sua spalla nuda e forte, Zoro si scusò scontento.
Sono un buono a nulla… se la mia volontà vale così poco non sono ancora degno di Rufy… devo lavorare ancora molto, molto ma molto di più!”
Fu così che accettò la sua ulteriore permanenza lì, decidendo che non si sarebbe più lamentato della distanza col suo compagno nemmeno con sé stesso.
Se non sapeva resistere fisicamente, se non sapeva tenere a bada nemmeno i suoi istinti profondi e basici, non era degno di lui.
Ce l’aveva fatta fino a quel momento ma poi il fattore uomo, come in molti lo chiamavano, aveva avuto la meglio sulla sua forza mentale e non c’era stato verso.
Doveva migliorare. Non andava bene così.
Con un ‘merda’ borbottato a denti stretti, si alzò in piedi, seppure barcollante, ed uscì dal bagno termale.
Al diavolo!”
In realtà era tutto uno schifo.
Non avrebbe nemmeno più visto come prima, doveva ricominciare da capo riguardo i suoi sensi e le sue abitudini, rifare i propri riflessi, rifare la maggior parte delle cose. Era molto lontano dal traguardo, l’aver raggiunto un minimo obiettivo gli aveva fatto calare troppo la guardia. Non esisteva che qualcuno lo costringesse a qualcosa che non voleva, era un debole, ecco cos’era.
Era solo un debole.
Per la fine di quell’addestramento sarebbe dovuto riuscire a rifiutare Mihawk con assoluta decisione.
 
Quando il giorno dopo Zoro si presentò a colazione come di norma per cominciare un nuovo allenamento, Mihawk rise schernendolo.
- Cosa vorresti fare tu in quelle condizioni? - Zoro fissandolo peggio che mai anche se con un solo occhio, grugnì:
- Allenarmi, dannazione! Sono qua per questo! Anche se ho un occhio in meno-AHIO! - Si lamentò seccato per aver sbattuto il mignolo del piede sulla gamba del tavolo. Come diavolo aveva fatto? Quel tavolo era lì da sempre!
Cacciando il broncio abbassò il capo per vedere come mai ci avesse stupidamente sbattuto contro e con suo sommo fastidio si trovò a barcollare ulteriormente e lottare contro un giramento di testa particolarmente forte, che per poco non lo fece cadere del tutto. Appoggiatosi al tavolo fulminò ancora Mihawk perché stava osando ridere ancor più di gusto. Quanto lo odiava.
- Che diavolo hai, si può sapere? Solo perché barcollo un po’ per uno stupido occhio non significa che non possa fare niente! -
- Davvero? Vuoi farmi divertire ancora, sì? - Fece ironico appoggiando il mento alla mano e inclinando aristocratico il capo.
Zoro sbuffò.
- Niente divertimento! Voglio solo fare il mio dovere! - Mihawk aveva immaginato qualcosa del genere ma non aveva pensato che la sua testardaggine sfiorasse tali livelli.
- Come vuoi, vedrai tu stesso cosa vuol dire stare con un occhio solo! -
La ferita come minimo doveva chiudersi, era ancora troppo fresco e lasciargli fare di testa sua era ridicolo ma non era uno che perdeva tempo a convincere qualcuno a badare a sé stesso. Lui non era un baby-sitter.
 
Quando si ritrovarono in giardino -finchè le belle giornate duravano ne approfittavano- il maestro gli indicò di cominciare coi soliti esercizi per il fisico e Zoro lo guardò male capendo che ci stava andando leggero.
- Cos’è, si torna indietro? Queste cose le abbiamo fatte l’anno scorso, hai visto che non me ne servono! - L’altro ghignò saccente.
- Falli. - L’allievo, sia pure di malavoglia, cominciò con il correre intorno all’isola ma appena fece i primi metri si trovò subito a cadere, dopo aver fatto un buffissimo giro da acrobata. Imprecò seccato, si tirò su e facendo testardamente finta di niente riprese la corsa.
La stessa scena si ripeté un paio di volte prima che l’allievo tornasse indietro proseguendo con gli addominali. Usava un albero a cui si appendeva per farli a testa in giù. Fu davvero sganasciante vederlo impedito… non riusciva nemmeno a tirarsi sul ramo, infatti.
Dopo molti tentativi tentò con altre cose ma non andarono a buon fine, nessuna di esse furono portate degnamente a termine e dopo aver raccolto una vagonata di figuracce, era arrivata Perona a ficcargli un po’ di sale in zucca.
- Senti, testaccia vuota, non puoi fare le cose che facevi prima allo stesso modo, devi abituarti! E poi la ferita è troppo fresca, rischia che si riapra! Per una volta che quello ti dà del tempo prenditelo, idiota! - Zoro avrebbe voluto chiederle cosa avesse tanto da sbraitarle contro… insomma, cosa le importava a lei che combinava?
Ma si tenne per sé l’osservazione non volendo sentire ancora la sua fastidiosa voce.
Piantando il broncio si avvicinò stanco senza aver fatto niente e con le braccia conserte fissò Mihawk che aspettava paziente e divertito. Sembrava molto diverso da un anno prima… molto più partecipe e insopportabile, se possibile!
- Cosa diavolo posso fare? -
- Vuoi dire a parte riposare e aspettare che almeno si rimargini l’occhio? - La benda era ancora a coprirlo poiché, chiaramente, non era chiuso il taglio.
- Mmh! -
- Direi che puoi meditare e camminare liberamente sia per luoghi aperti che chiusi. -
- Camminare. - Fece Zoro rimastoci male.
- Sì, camminare. - L’altro invece era snob.
- Semplicemente camminare! - Invece lui era sempre più scettico e brusco. Che diavolo diceva, quello?
- Sì, semplicemente camminare, che c’è, pensi che sia troppo difficile? Credi di poterlo fare? - Rispose prendendolo in giro con la sua solita classe che a Zoro andava sempre di traverso, buzzurro com’era lui.
Per un momento pensò a Sanji, quel cuoco da strapazzo si sarebbe sentito egregiamente con uno così. O magari l’avrebbe ucciso molto prima, chi lo poteva sapere… troppo uguali, forse!
Comunque odiosi allo stesso modo. Anzi. Mihawk di più.
- Sì che posso farlo, mi sembrava poco, dannazione! - Si lamentò tanto per cambiare, Mihawk lo liquidò in poco…
- Prima percorri gli spazi senza sbattere e tremolare in modo imbarazzante, poi ne riparliamo. -
- Mi prendi proprio per uno stupido, tu! - Brontolò alla fine decidendo di lasciarlo perdere e dimostrargli da subito quanto si sbagliasse.
Quando cominciò, tornò a riavvolgere il nastro di prima quando correndo si era messo a cadere ogni due metri.
Stesso discorso ora.
- Al diavolo! - Grugnì.
Così ad ogni caduta. Molte.
Mihawk rimase a ridacchiare in disparte e ad osservarlo, era la cosa più divertente che gli fosse mai capitata di vedere e pensava proprio che al mondo non potesse esserci niente capace di farlo ridere di più.
Shanks forse, ma Shanks era diverso…
Pensando a lui gli venne naturalmente una gran voglia di vederlo, proprio un dramma visto che al momento non aveva idea di dove fosse quello svitato.
Sbuffando tornò al comico Zoro. Molto meglio lui.
 
Ovviamente non fu facile come si aspettava ed alla fine aveva rinunciato al giro intero dell’isola preferendo un po’ di meditazione. Era davvero faticoso camminare senza cadere.
Finché si trattava di farlo fuori era un conto ma quando si addentrava nel castello era anche peggio!
Con tutti gli angoli ciechi finiva sempre per sbattere di continuo e tutta la parte sinistra del suo corpo gridava vendetta.
Non se ne capacitava, in realtà, perché ormai conosceva il castello piuttosto bene e pensava di aver memorizzato tutto… come mai invece sembrava vi camminasse per la prima volta?
Fu Perona a spiegarglielo poiché Mihawk era misteriosamente sparito qualche giorno per delle commissioni personali.
- Non hai più le misure, devi riprenderle. Si è sballato tutto. Il senso dello spazio è completamente distorto, ormai. Vedere con due occhi è tutt’altra cosa che con uno. A parte il discorso sugli altri sensi che si acuiranno e sui riflessi che devi imparare a sviluppare, lo spazio ora come ora ti apparirà del tutto differente da prima e sarà così finchè non riprendi le misure. Per questo quell’uomo ti ha detto di camminare sia dentro che fuori, perché solo così, sbattendoci contro, riesci a riprenderle. Una volta che le avrai andrà meglio. - Ora Zoro si sentiva meglio, almeno una buona notizia. Insomma, la prospettiva di tornare alla pseudo normalità c’era. Ovviamente non sarebbe stato come prima ma se era una questione di riprendere le misure e abituarsi, poteva farlo.
Qualche giorno dopo Mihawk ancora non tornava e Zoro non sapendo medicarsi da solo e volendo guarire per bene -nei limiti del possibile- chiese a Perona di dargli una mano. In fondo si era un po’ calmata da quando il padrone di casa era andato via. Forse era lui che la innervosiva tanto. Quando non c’era era molto più sopportabile e tranquilla, molto meno petulante.
Di sfuggita, mentre lo medicava togliendogli la benda, pensò che doveva piacerle Mihawk e non se ne curò oltre.
Non era completamente idiota, le cose le capiva ad un certo punto, solo che non trovavano il suo interesse. Era diverso.
Altre volte era invece ottuso e dovevano spiegargli tutto per bene, dipendeva dai momenti e dai casi.
Seduti l’uno davanti all’altra la vide fare una faccia strana. Oddio, non che lei fosse molto espressiva. Perona aveva un viso strano, proprio da bambola, di conseguenza sembrava avesse sempre le stesse facce. La scrutò con cura da quella vicinanza cercando di capire se dovesse preoccuparsi o meno. In fondo in quel periodo aveva da pensare solo al suo occhio…
- Com’è? - Chiese alla fine.
- Non male. Puoi stare senza la benda, così si cicatrizzerà meglio. Ti rimarrà un gran bel segno verticale. - Poi esitò sempre con un’aria un po’ indecifrabile, quasi malinconica in un certo senso… - Non potrai comunque mai aprirlo, lo sai? - Quando ci provò di riflesso si rese conto che la palpebra era incollata.
- Coma mai? - Chiese girandosi verso lo specchio. Mentre si guardava vedendo l’occhio sinistro chiuso attraversato in verticale da un segno praticamente perfetto, tutto rosso ed ancora gonfio, la sentì spiegargli:
- Era troppo profondo, per far sì che il taglio si chiudesse la pelle si è rimarginata in questo modo facendo come da punto di cucitrice… per poterlo aprire ti servirebbe un’operazione, credo, e ad ogni modo ormai penso sia tardi, dovevi farlo subito. Se… se ti fa impressione puoi usare una di quelle ridicole bende da pirata! - Non era sicura che gli piacesse ma provando ad immaginarlo con una di esse sopra lo ritenne piuttosto adatto, era un po’ il suo stile a giudicare dalla bandana e dai tre orecchini al lobo.
Un tipo oltremodo interessante, nel complesso.
Zoro ascoltato tutto con attenzione, alzò le spalle fregandosene di quelle cose.
- Non ha importanza! - Disse infatti sminuendo e sfiorandosi il taglio che vedeva per la prima volta. - Mi fa prurito! -
- E’ normale, ti sta guarendo! - Detto quello Zoro cominciò a tranquillizzarsi. Poteva anche essere una sfida interessante, tutto sommato. Essere pratico come prima solo con un occhio richiedeva una forza generica superiore, si sarebbe rafforzato molto di più.
Pensandolo si rasserenò e senza nemmeno ringraziarla per le cure, si stese nel letto e si mise a dormire.
Se quello si ostinava a non tornare che stesse pure via, per qualche giorno non era certo indispensabile!
E poi finchè non si abituava non voleva allenarlo ancora, di conseguenza c’era ben poco da fare.
Camminare aveva camminato e conosceva di nuovo tutti gli spazi a memoria, non sbatteva più e non cadeva più. Meditare, poi, anche quello in abbondanza… allora dormiva, al diavolo anche quell'uomo che spariva così!
Quando fu nel dormiveglia sentì la ragazza seduta probabilmente accanto al letto.
- Zoro, ma cosa pensi di quell’uomo? - Zoro capì, svegliandosi dal piacevole torpore in cui era appena caduto, che non si era sbagliato.
- Che è odioso. - Liquidò in fretta senza bisogno di pensarci. Era facile rispondere a quella domanda.
Non la vide sorridere contenta.
- E cosa pensi di me? - Questa domanda lo destabilizzò, non capì infatti cosa c’entrasse con l'infatuazione della ragazza per Mihawk. Suo malgrado rispose senza rifletterci troppo…
- Che quando non c’è Mihawk sei sopportabile! - Le buone maniere non gliele aveva mai insegnate nessuno… Perona capì che normalmente la reputava insopportabile ma non era idiota, l’aveva capito da sola. Non sapeva comunque essere diversamente, in certi momenti il sangue le andava al cervello e basta.
- Il solito maleducato! - Esclamò comunque vagamente seccata ma non isterica. Zoro non lo capì ma non ribatté, non gli interessava.
Era comico che si considerasse sveglio riguardo certe cose e che fosse convinto di aver capito che lei aveva un debole per Mihawk quando invece l’aveva proprio per lui.
Sembrava lui stesso una barzelletta, il più delle volte!
Perona ridacchiò. Era proprio buffo quel ragazzo!