CAPITOLO 33:
FINCHE’ NON CROLLO

“Passare tutta la notte sveglia non è uno scherzo per nessuno, tanto meno per me.
Ma le parole di Genzo mi hanno fatto riflettere a forza. Uff, l’avevo preso coi piedi sto concorso, tanto che non avevo detto a nessuno che lo stavo facendo ed ero arrivata alle finali. È iniziato per gioco, per mettermi alla prova, l’ho presa così alla leggera che ora ne subisco le conseguenze….ben mi sta, così imparo a fare le cose senza pensare.
Ora devo andare alla finale e non ho la più pallida idea di che cosa ballare…certo è che non posso andare là con una canzone a caso e improvvisare…anzi, no, il problema non è improvvisare, ma trovare la canzone giusta….e non è facile!
Dagli auricolari del lettore cd escono le note malinconiche di Elisa, una cantante italiana che canta meglio in inglese. Sono poche le sue canzoni che mi piacciono, ma Sleeping in your hand è fra queste. Poi specchia il mio stato attuale. Uff, mi sento frustrata perché ho fatto tutto col culo ed ora mi trovo costretta a fare con la testa…odio queste cose! E che faccio ora? Certamente non posso ballare una di queste…sgrunt…ho voglia di Jun…non gli ho dato uno straccio di spiegazione, domani ormai è il grande giorno e ho mentito a tutti per andarci da sola…si sente trascurato di sicuro!
Sciolgo le mani che avevo intrecciato intorno alle mie ginocchia, con un gesto distratto mi tiro indietro i capelli ove le dita rimangono ingarbugliate…sono sciolti per modo di dire, dovrei farmi una doccia ristoratrice e dormire…ma non prima di aver trovato la mia canzone.
Mi alzo sbuffando visibilmente seccata. Non la troverò se continuo così. Ho passato tre giorni a riflettere in questo modo e non è servito a nulla…è proprio una stupidaggine. Andrà a finire che non ci vado, tanto non ho mai pensato di vincere….ma solo di divertirmi a partecipare per la prima volta ad un concorso! Però…mi guardo allo specchio alla penombra della luce dell’abat jour, capelli a parte e i soliti chili dovuti ai litri di nutella che ingurgito, il mio stile mi piace, e anche i miei occhi, anzi no, lo sguardo….e la mia bocca che si incurva in un sorriso raramente. La pelle chiara tipica tedesca è liscia...e non ho nemmeno un brufolo…cosa essenziale per me! Insomma, non sono bella ma io mi piaccio, è stato un mio difetto da sempre…sono vanitosa da far schifo, tanto da deformare la realtà…ma so come diventare interessante e come farmi guardare…basta mostrare le gambe…che sono il mio punto forte insieme al seno…porto le mani sotto di essi e misuro la loro circonferenza…si…sono troppo grandi e fastidiose, fortuna che non ballo danza classica! Il top corto e nero mi fascia il torace lasciandomi scoperto un pezzo di bulbo etilico(mi pare si chiami così sta roba che spunta!)ma le gambe…che fighe che sono! Sti pantaloni a vita bassa col cavallo che arriva alle ginocchia non rende giustizia…me li tolgo e rimango in mutande. Così va meglio…cazzo, sono un po’ pelosa a dire il vero…meglio che provveda subito a rasarmi in vista di domani!
Il miracolo succede e dopo aver compiuto la missione mi pettino i capelli ingrovigliati che diventano crespi e per aria…ommerda, e ora che faccio per domarli? Mi giro intorno e becco in un angolo il cappellino che l’ultima volta ha dimenticato Michael…è di quelli larghi e abbondanti con la visiera piccola e larga. Nero di velluto a costine…no, a lui non si addice, secondo me a me sta bene. Lo indosso e sistematolo in modo da coprirmi gli occhi perennemente aggressivi mi fisso soddisfatta….un immagine mitica! Slip neri, top nero, capellino nero…e il resto pelle bianca…spicca molto…i capelli dai mille colori, poi, che si incespugliano in modo impressionante alla candy candy…sono uno spettacolo.
Riprendo gli auricolari e sento che canzone è venuta nel mio cd misto.
Gackt…Hoshi no suna, così si chiama questa canzone così triste…ma che voce….brrr…da orgasmo!
È su questi brividi che mi decido…si, ho voglia di Jun! Non c’è niente da fare!
Esco così come sono con il lettore cd in mano, il cappellino, gambe e braccia nude, scalza.
Al diavolo, riflettere non fa per me…figuriamoci…se mi viene in mente dormendo bene, altrimenti scelgo una a caso e via! Chissenefrega! I momenti di serietà se ne sono andati da un po’ con la venuta del mio narcisismo!
Apro la porta senza bussare, non è tardi, dai…ma so che potrei trovarlo anche nudo…e non mi tratterrei dal violentarlo! Lo so!
Anche se non l’abbiamo ancora fatto non è detto che prima o poi non mi arrestino per violenza carnale!
Infilo la testa e lo cerco con gli occhi coperti dalla visiera.
Una volta trovato lo squadro da capo a piedi. È abbassato a 90 ° e mi offre una bellissima visione del suo fondoschiena meraviglioso con solo su i boxer per la notte…ultimamente lo vedo solo in questa tenuta graditissima…rimanendo così mi guarda, stava cercando qualcosa.
- non muoverti, ti prego…-
e così dicendo entro sbattendo la porta distrattamente…poi con un salto acrobatico mi catapulto dietro di lui e appiattisco il mio corpo al suo…ah, questa si che è una sensazione appagante! Senti che muscoli…non avrà fatto calcio per tutta la vita ma quello che ha fatto gli è bastato per avere un fisico invidiabile! Appoggio la guancia alla sua schiena e le mani vagano vittoriose sul suo busto…per arrivare al sedere che palpo con vigore e piacere. Questo si che mi sta bene!
Lui si drizza di scatto…è più forte di lui, farlo sbilanciare è così difficile!
Devo ballare sensualmente più spesso!
Ohhh…ma che bello, i Metallica…Turn the page…ma tu senti che speldore…si, si sono tutti messi d’accordo qua…ok, è andata, lo violento!
- Astrid, mollami, che fai?-
gli lancio un occhiata quando lui si gira cercando di essere seccato dalla mia irruzione…poi non so se è per il mio sguardo o per la mia tenuta ma arrossisce e si ammutolisce…ma no, io volevo che si scigliesse, non che si chiudesse ancora di più…dai, apri quelle gambe che ti faccio vedere io un po’ di paradiso!
Mi metto a ridere mentre inizio ad accarezzarlo mollando la fonte della mia musica sul comodino…ora viene tutto dalla mia mente malata!
Infilo le mani sotto la canottiera ed esploro il suo torace e il suo ventre.
Si si, questo mi fa togliere ogni pensiero su domani…domani? Perché? Che succede domani? Nulla!
- Astrid, ma sei impazzita? Che vuoi così d’improvviso?-
gli poso le labbra sulle sue mordicchiandogliele…
- mi sei mancato, avevo fame! -
questa mia esclamazione non pensata gli fa spalancare gli occhi…cazzo, è troppo bello...ma guardalo!
Fisico a parte ha un viso indimenticabile…che colpaccio che ho fatto!
Con quegli occhi rosso autunno…e i capelli uguali agli occhi. Gli sono cresciuti ancora ma ha scalato la frangia che gli copre un po’ il volto…e le sue sopracciglia! Io le amo, hanno una forma particolare…anzi, si dice taglio…ma sono così sexy che gliele leccherei tutte e subito!
Gli sto praticamente saltando addosso e lui cerca di oppormi resistenza…povero illuso!
- oh, ma Jun, dai, guarda, non vuoi anche tu?-
così dicendo, sempre con il cervello disinserito, mi tolgo anche il top mostrando il semplicissimo reggiseno nero che a stento trattiene queste due cose ingombranti. Poi mi ricordo di aver depilato le gambe così alzo una appoggiandola alla sua spalla.
- hai visto? Mi sono rasata…non ti vien voglia di leccarmi un po’?-
sgrana ancor più gli occhi, deglutisce…manca solo che mi spogli del tutto e poi siamo a posto!
Sta zitto un lungo attimo in cui cerca addirittura di riflettere…ma come fa ad essere così serio e controllato anche in questi momenti? Riusciremo mai a farlo?
- Jun, sono stata distante in questi ultimi tempi, ma da ora non sarà più così…dai, su, prendimi!-
dicendo una frase tanto equivoca di proposito, con un sorriso furbo gli salto sulle braccia e lui mi prende. Allaccio le gambe intorno alla sua vita e stritolo il suo collo ficcandogli la faccio nel morbido del mio petto.
Ops, forse così non respira!
Risultato?
Io col culo a terra e lui in piedi che boccheggia alla finestra aperta…ma così gli viene un colpo!
- vabbè, vabbè…hai vinto, ora smettila. Non buttarti giù che mi servi vivo!-
borbotto delusa ma allo stesso tempo convinta e divertita.
Lui richiude la finestra e si gira…sembra che il colore gli stia tornando abbastanza normale…avevo temuto di ucciderlo!
E la canottiera quando gliel’ho sfilata?
Alzo le spalle e mi rialzo sedendomi nel letto comoda….anzi, meglio dire mi distendo. Lui mi guarda sconsolato…sembra si sia arreso ad avermi qua tutta la notte…ma a guardarci così sembriamo due fidanzati che hanno appena fatto sesso! Entrambi più nudi che vestiti! Rido di gusto a questo pensiero per poi rabbuiarmi scocciata…cazzo, ma non è successo in realtà! Uff!
Lui si stupisce per tutte le espressioni che riesco a fare in due secondi.
Poi la musica che esce ancora dagli auricolari attira la mia attenzione. La riconosco, mi piace molto anche questa!
Li afferro e me ne metto uno, poi tiro per un braccio Jun e lo faccio stendere di fronte a me, e gli do l’altro.
- è Halleluja di Jeff Bukley…bella, no?-
dopo aver sentito qualche nostalgica nota e la sua calda voce che canta malinconico, Jun sospira profondamente stanco e confuso.
- Astrid…puoi dirmi che diavolo ti è preso?-
io lo fisso smarrita:
- perché?-
un gocciolone si forma sulla sua testa che scuote.
Mah, chissà cosa intendeva!
Appoggio la testa su una mano e l’altra la poso nuovamente sul torace del mio ragazzo. Che bello dirlo. Accarezzo distratta facendomi improvvisamente seria…merito della canzone forse, ma credo di essere romantica e docile…o forse è solo merito di Jun…altro che Jeff Buckley!
Diamo i meriti a chi li merita!
Percorro il dito sulla sua cicatrice, quella all’altezza del cuore, ne ha diverse altre anche ai lati dei polmoni, ma quella che risalta di più è questa del suo ultimo intervento mal riuscito.
Si rilassa anche lui e mi fissa come solo lui sa fare.
Mi fa sentire bella, non solo interessante!
- Jun…-
- mmm?-
- come ti sei sentito?-
alza un sopracciglio ma sembra decifrarmi subito.
- dopo l’operazione?-
- si, non ti ho mai chiesto niente ma ora voglio sapere.-
sulle mie stranezze e lunaticherie non discute mai. Andiamo d’accordo per questo io e lui!
- è difficile, sai? Spiegarlo intendo. Come si può esprimere a parole un senso di rabbia e impotenza insieme? All’inizio è sempre così. Ti arrabbi col mondo e mandi a fanculo i medici che hanno mandato a loro volta a puttane il tuo futuro.
Non sai che fare della tua vita e ti senti inutile senza quella cosa che dava senso alla tua vita. Ero nato per giocare a calcio…e non potevo. –
Si interrompe pensieroso, cerca le parole. Poi sfumato riprende:
- non si gioca più. Non ci sono vie d’uscita. Non ci sono condizioni, non si può contrattare. Non ci sono più pochi minuti di partita. non c’è più nulla. Crescendo cambia tutto…tutto finisce…tutto ti crolla.
Prima io sapevo che avevo questa malattia ma giocavo lo stesso qualche minuto trasgredendo spesso agli ordini del dottore…potevo farlo, sapevo i miei limiti e anche se li superavo e rischiavo grosso non me ne importava…ma crescendo l’incoscienza dei bambini svanisce e non puoi più scherzare con queste cose. È arrivata l’operazione che mi ha rovinato tutto…sai, è stata la fine.
Io avevo un sogno e avevo anche le capacità di realizzarlo…ma non i mezzi. È brutto non avere un corpo adatto al tuo potenziale e al tuo destino. Ora sono abituato al mio cuore e se ne avessi un altro forse sarei smarrito…ma non oso immaginare come sarebbe la mia vita se avessi potuto portare avanti il mio sogno del calcio…come giocatore.-
Si interrompe e porta un dito all’auricolare che sta nel suo orecchio…
- questa canzone è molto bella…-
- è la malinconica These arms of mine di Otis Redding. Non è da me una canzone simile, deve esserci finita per sbaglio…ma alla fine l’ascolto spesso.-
rispondo per poi rielaborare le sue parole…che tristezza…sia la canzone che quello che lui ha passato.
Come fa ad essere così?
- Jun…ma tu come hai vissuto?-
mi guarda stupito per la domanda che mi è nata dal cuore. Non lo guardo con pietà o compassione ma sincero dispiacere…mi sento un verme…io così forte e a ‘posto’…e non ho mai combinato nulla di particolare nella mia vita! Poi arriva lui che è una specie di Dio pur non avendone il corpo e i mezzi.
- che vuoi che ti dica…non è che una mattina ti svegli e decidi di vivere…vivi e basta. Le cose sono due…o smetti di vivere e muori perché non sopporti una situazione simile, oppure ti rimbocchi le maniche e guardi ciò che ti rimane…puoi scegliere, certo…ma alla fine non si sceglie mai in queste situazioni…vieni scelto tu. Il giorno dopo ti svegli e vedi che il mondo che pensavi ti fosse crollato era in realtà ancora là intero e beffardo continuava! Che facevo? Volevo scegliere di farla finita, ma non ho avuto tempo e ancora prima che me e rendessi conto era già tutto deciso. Mi sono trovato nel mondo del calcio dall’altra parte….a dover digerire a forza ciò che non mi piaceva…come ho vissuto? Come ho potuto vivere? Non si gioca più…e non sai se quello che fai è vivere ma in qualche modo arrivi a fine giornata e parli con la tua compagna di viaggio con naturalezza…la morte non mi ha mai abbandonato ma sono io ad abbandonarla spesso. -
sono riflessioni a ruota libere che mi fanno sentire una cacca…stringo le labbra sentendo delle emozioni troppo forti…ma perché io sono con lui? Cioè…è assurdo, che assortimento è? Lui si merita di più…guarda me…io ho tutti i mezzi e le possibilità per prendermi quel che voglio e diventare qualcuno con ciò che so fare…ballare….ma non ho mai avuto il coraggio di sfidarmi…sono stata immersa nella pigrizia e nella razionalità che sono una comune anche se mi atteggiavo a dura…sono solo una come le altre che dice di saper volare ma in realtà fa finta…mentre lui non ha le ali ma vola…vola più in alto di tutti…credo di provare un sentimento troppo grande per lui…ignobilmente grande…chiudo gli occhi mentre sento che le sue dita prendono a giocherellare coi miei capelli morbidi.
- Cosa succede?-
sento la sua voce in un sussurro che mi chiede che mi sia preso…ancora diversa…ma sono forse schizofrenica? Probabile.
- Jun…sei il più grande e bello che io abbia mai visto…hai vinto tutte le sfide e sei al vertice…non so che dire se non che non sono nemmeno la tua ombra…-
manie di depressione e sottovalutazione. Non so se si dice proprio così ma rende l’idea. Non mi piace essere così, non spacco il mondo.
- non si tratta di questo…sai quante volte ho avuto la tentazione di mollare tutto, mi sentivo stanco e debole, volevo rinunciare a tutto. Ma si deve solo cercare dentro e trovare quella forza interiore e tirarla fuori di peso…scoprire quel motivo per cui valga la pena non mollare. Ma sai, non importa quanto tu fortemente voglia cadere a faccia in giù perché vedi andare tutto nel pantano. L’importante è che finchè tutto non viene giù, le luci continuano a splendere, le gambe non si fermano, la bocca continua parlare, le ossa sono intere…e il mio cuore batte…finchè il tetto non mi crolla addosso…ed io sono intero…non cadrò, starò in piedi…perché in quei momenti nessuno potrebbe battermi. È tutto qua…non c’è nessun segreto per volare ed essere degli Dei…devo saper vincere le cose che stanno nella mia vita, senza guardare a quello che non ho avuto…insomma, non siamo più bambini capricciosi e viziati. I giochi sono finiti, ora inizia il bello dove posso essere il più grande fra tutti.-
?mi trovo a trattenere il respiro…mi ha totalmente sciolto…cazzo…è grande…lui è riuscito dove io stessa e un sacco di altra gente ha fallito…mi ha trovato il motivo, la canzone…la vittoria…si…ha trovato il senso!
Domani vincerò. Ne sono sicura. Ha citato le esatte parole di una canzone che mi piace un sacco e come ho fatto a non capirlo prima? Ci voleva lui che inconsciamente mi dicesse tutto?
Lo abbraccio d’istinto stretto stretto e non lo mollo più, lo costringo a stendersi sulla schiena e a cingermi a sua volta la schiena con le mani. Poi mormoro solo un semplice e sottile:
- grazie…-
non so se lui capisce…cioè, nonostante sia molto intelligente non legge nel pensiero…credo…ma non importa, lui non dice niente e copre entrambi con il lenzuolo chiudendo la luce. Mi posa dolce un bacio sul capo e sussurra solo:
- buonanotte…-
se avrebbe voluto sarei stata sua anche stanotte…ma i suoi sesti sensi non sbagliano mai…io lo amo. Credo proprio di amarlo di brutto…un giorno glielo dirò spiegandogli che anche se sono sempre stata convinta di non essere capace di amare un ragazzo così, ora ci riesco.
Per ora buonanotte a tutti, domani devo andare a vincere un concorso!
- come da elenco ora tocca alla signorina Astrid Schennenberg(cognome a caso, non mi ricordo quale fosse)-
la voce nasale mi chiama inespressiva…io mi alzo dalla mia sedia e faccio gli scalini salendo sul grande palco spazioso che ho a mia disposizione. Ottimo pavimento per danzare e questa luce è perfetta.
Mi fermo al centro e mi sistemo il cappellino di Michael che indossavo ieri sera, ho i lunghi capelli multicolore raccolti dentro e devo dire che ci stanno a stento. Al collo una cravatta lasciata molla, la camicia bianca larga che copre il top attillato con un teschio disegnato sopra. Una catena lunga che scende anch’essa dal collo e dei pantaloni neri coi tasconi e il cavallo bassissimo, sono molto larghi ma non dovrebbero perdersi per strada…tanto sono tenuti su dalle bretelle che ho sotto i vestiti. Le mani stringono due bacchette di legno fregate da una batteria. Sono scalza. Il viso non è truccato, così sembro un maschio senza ombra di dubbio…il mio scopo…vedo i giudici guardarsi sconcertati. Ognuno ha qualcuno con se io non ho nessuno.
- traccia numero 18, Till i collapse di Eminem-
la canzone parte con due sole note che si alternano, uno strumento su uno sfondo di un quartiere malfamato dove gocce in lontananza cadono su scale metalliche. Poi si aggiunge il piano, anche lì solo pochissime note…per poi sospendere il tutto e…la sua voce che rappando arriva bassa e penetrante, quasi arrabbiata…ed io che inizio a muovermi con lui…con altre note e strumenti forti e incisivi arrivano. È un ritmo subito notevole e cresce all’istante…ed urla con la batteria e le mani che battono il tempo. Scuoto le bacchette sopra la mia testa e il mio corpo ondeggia per poi correre intorno al palco e fare tanti cerchi veloci. Poi le giro coi palmi aperti e faccio diverse capriole, infine le ficco nei tasconi dei pantaloni e con la mente traduco le parole che lui dice:
‘Certe volte ti senti stanco,
ti senti debole,
quando ti senti debole,
vorresti solo rinunciare.
Ma devi cercare dentro di te,
trovare quella forza interiore
e tirarla fuori
e scoprire quel motivo
per cui valga la pena non mollare
e per non essere un codardo
non importa quanto fortemente tu voglia
solo cadere a faccia in giù…
e crollare’
è proprio così, come dice lui…cazzo…che roba…questo si che spacca. Al ritornello dove lui dichiara :
‘Finchè il tetto non verrà giù
Finchè le luci non si spegneranno
Finchè le mie gambe non cederanno
Non posso chiudere la bocca.
Finchè il fumo non si diraderà
E il mio sballo non passerà
Strapperò questa roba
Finchè le mie ossa non crolleranno’
io esplodo con mosse che mi partono spontanee e tiro via il cappello rivelando i miei lunghi capelli che ondulati volano creando disegni incitati dal mio corpo veloce.
Poi ripenso a Jun…lui non ha il corpo per prendersi quel che vuole ma si è preso ben altro, lui è grande e non ha mai mollato anche quando aveva bisogno di farlo. Lui nessuno l’ha vinto…io sono diversa. Io il corpo ce l’ho per ballare questa mia musica. Mi tolgo la camicia rivelando la canottiera nera. Non sono più legata come tutti gli uomini comuni sono. Prendo in mano la catena che ho al collo e comincio a girarla e a giocarci creando suoni e invisibilità pericolose. Se mi sfugge sono tutti fregati…è così il gioco…ho nelle mie mani tutto ciò che voglio. Sono caricata e mi diverto come una pazza. Perché io posso, io voglio e a me nessuno mi ignora e mi cancella. Aggressiva come la canzone vuole ricordo Jun ieri sera e le sue parole finali che coincidono con il finale della canzone:
‘Finchè il tetto
Il tetto non verrà giù
Finchè le mie gambe
Non cederanno sotto di me
Non cadrò,
starò in piedi,
nessuno potrebbe battermi.’
Io e lui siamo più uguali di quanto pensassi. Io sono forte. Io sono imbattibile e questa vittoria la dedico a lui che mi ha tirato fuori tutto ciò.
Con un salto mortale mi lego la catena alle mani…sono solo io l’unica. E basta. Guardate voi tutti che mi schernite e che pensate che io sia pazza…guardate…io sono capace di liberarmi…e butto via le catene…e anche di volare…da terra che sono a fare delle mosse veloci sulla schiena, con uno scatto salto facendo poi leva col piede su una parete…atterro sulle mani e mi spingo ancora più in su…ed infine io so volare…guarda qua…nessuno potrebbe battermi!
Io non crollo e il tetto del mondo è ancora alto…
Io non cedo e vinco.”