CAPITOLO 15
PATHETIQUE SONATA

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Perché non siete qui,
tutti quanti,
a spingere il mio carro che non va?
In mezzo a questo niente strano,
da deserto indiano,
qui vi vorrei.
V.Negrini
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Che fine hanno fatto?
I loro sogni, i loro bisogni, i loro desideri...
Si sono persi dietro lo scintillio del sole morente, del sole che tinge questo mondo distrutto di rosso e arancio, e sembra che voglia purificarlo in un certo senso.
Immergerlo in un mare di fuoco per cauterizzare la ferita che gli uomini hanno aperto, per cercare di salvare qualcosa, se si può, di tutto quello che questa follia ha provocato.
Ed è questa luce intensa che entra adesso dalla finestra di Jhoann.
Illumina i capelli biondi del ragazzo, accendendoli di mille bagliori dorati che si spargono per la stanza.
Bagnano il letto candido dove è adagiato Alistair, lavato, vestito e con un bel the caldo nello stomaco.
E ora Jhoann si lascia cadere su una sedia sospirando, se nn avesse avuto Syren accanto che lo ha aiutato a trasportarlo a casa e gli ha detto cosa fare sarebbe impazzito.
Il sapere cosa è successo, immaginarlo almeno, è gia abbastanza per lui, come può sentirsi adesso Alistair?
Questo si chiede, domanda ossessiva che ritorna incessante a tormentare le pieghe della sua anima.
Si sono parlati, detti di tutto, eppure Alistair ha sempre evitato l'argomento che lo stava uccidendo lentamente, ha sempre piegato il discorso su Jhoann e la sua vita.
E nonostante tutto si dimostrava comprensivo, soffriva per lui e rideva con lui, ma perché?
E come se Syren gli legga nel pensiero la sua voce si alza, un tono quasi di rimprovero.
"smettila"
sorride amaro, nn può pensare di nascondere qualcosa a quei due, lo conoscono meglio di quanto si conosca lui stesso.
E le mani, lente, le mani di Syren corrono a sfiorargli il viso, le tempie, dolci, così dolce come solo Syren è capace di essere.
Se l'era dimenticato, Jhoann, com'è essere scandagliato dal ragazzo dai capelli pazzi.
Il volto pallido si avvicina al suo, con gli occhi castani decisi che sembrano bruciare.
"adesso devi solo pensare a cosa fare per farlo sentire meglio...chiaro? Non recriminare nulla. Quello che ti ha dato... lo ha fatto perché era l'unico modo per salvarsi. E io lo so bene"
sussurrata, quest'ultima frase.
E Jhoann semplicemente riprende a piangere, silenzioso stavolta, e si aggrappa al collo di Syren, per ricevere un pò di calore ed essere poi in grado di darlo al ragazzo che ama con tutta l'anima.
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Solo il niente che a volte invade l'anima, una bambola vuota che ha ricevuto negli occhi l'immagine di un mondo distrutto.
Shadè.
E Fabien che non sa cosa fare, che si sente un pò spezzare dentro perché quella è la ragazza che ama dannazione, e nessuno può permettersi di ridurla così! Ma adesso lo furia non serve a niente.
Adesso il tramonto sta scendendo su quella città, dipingendola di eternità, quasi voglia imprimersi nella mente tutto l'orrore degli uomini e contemporaneamente dargli un altra possibilità.
La cambia con gesti lenti, infiniti, mentre il cuore scoppia e lui non regge più, non ce la fa a vederla così, non ce la fa e non sa cosa fare.
Ha solo 17 anni per l'amore del cielo cosa volete che faccia?
I capelli castani scivolano sul volto, ombreggiandolo e cedendo all'oscurità il posto della luce arancio del sole che prima vi era riflessa.
Poi il nulla.
Ed è così *dolce* adesso lasciarsi andare tra le maglie del sonno, lasciarsi incastrare come un aquila che si abitua prima o poi a scorrazzare come una gallina, e non tenta nemmeno più di volare.
Dormono abbracciati e non si sono detti una parola, ogni suono sarebbe inutile, ogni pensiero inadeguato.
Per un attimo l'ha pensato, Fabien, ha pensato a Jhoann e alla disperazione che deve provare, che in fondo è simile alla sua.
E solo quando non sente più il calore del corpo di Shadè si scrolla il sonno di dosso e va a cercarla.
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Buio.
Buio nella mente e nell'anima, vede solo quello, percepisce solo quello.
Niente ormai potrebbe infrangerlo, niente la ricondurrebbe indietro.
Si perde in un sussurro fatto di malinconia e di struggente disperazione.
Ed è quasi inconsciamente che si alza dal letto, che si scioglie dall'abbraccio caldo di fabien per seguire una musica che improvvisa si è alzata a saturare l'aria.
Una musica come se qualcuno la chiamasse.
I piedi tremano mentre la segue e trova lo strano fratello di Fabien seduto al piano che suona note inventate e segue uno spartito che è solo nella sua testa.
Non si muove nemmeno quando lei gli si siede accanto, osservando il piano, solamente le mani si bloccano e la guarda.
Per un secondo, ma è come se in quell'attimo scorgesse tutto, tutto quello che lei ha nascosto, tutta la sua pena, tutta la sua anima.
E poi comincia a suonare.
Ma non a suonare in modo normale, a sviscerare la musica con paziente dolcezza, a scomporre la 'Patetica' di Beethoven e lentamente, in sussurri di note cristallizzate nella stanza, ridargliela.
Come se tutta la musica del mondo possa riunirsi li, in quella melodia che sembra scritta per lei, e non solo la musica ma tutta la poesia, il modo in cui Syren chiude gli occhi mentre suona, l'espressione di Fabien quando li vede, le parole.
C'e tutto li dentro e Syren è soltanto colui che con pazienza la guida a scoprirlo e a svegliare la sua mente, la sua fantasia.
E anche Fabien capisce cosa fare, improvvisamente, e sa che Syren ha scelto il modo più indolore per parlare ad entrambi, ha scelto di dirglielo suonando.
Gli si avvicina da dietro e, tenero, la abbraccia.
Le posa la testa sulla spalla e le mani sulla vita, la abbraccia come a salvarla, come a dire che anche se annegherà lui troverà sempre un modo per tirarla su.
Ed è in quest'attimo perfetto, scritto sulle note di una stanza ricolma di musica, che Syren continua a suonare e a dettare il ritmo di quella strana follia.
Strana ma dolce, così dolce da poter morire solo a pronunciarla, solamente a *pensarla* una follia così.
Solo a pensarla..