FOLLIA

Capitolo 3
PACE

“uscirò
Porterò anche oggi
La mia affabile gabbia in città
Incontrerò
Pochi o molti visi
Conosciuti e lontani,
Come abbracci
Su cartolina illustrata”

I capelli setosi di Fabien ricadono davanti al viso, spargendosi sulla superficie fredda del banco.
Si allunga cercando di leggere di nascosto il quaderno della sua vicina di posto, boccoli violetti le ricoprono il volto e i profondi occhi neri sono nascosti ora da un oceano di malinconia e sofferenza, quelle poesie ,
Strane,
Inquietanti quasi,
Sono l’unico modo in cui Shadè Amiel comunica con l’esterno, l’unico modo in cui il suo ostinato silenzio nei confronti del mondo si spezza.
Il silenzio dell’anima, del cuore, il silenzio di chi non vive nel mondo ma se n’è creato uno suo.
O forse non ha nessun mondo.
Una mano bianca, sottile, si alza affondando nei capelli e sparendo un attimo in quella massa di ricci.
Incantato il ragazzo segue quel gesto, come se ne dipendesse la sua stessa vita… è strano come quando si ama qualcuno tutti i suoi gesti acquistino una luce particolare, un valore che altrimenti non avrebbero.
E in fondo è così anche per la gente, noi non la vediamo, in realtà non vediamo nessuna delle persone che ci circonda…solo quando incominciamo a volergli bene allora iniziamo anche a capirle e allora esistono.
Per noi esistono.
La sua anima.
Completamente silenziosa. Shadè potrebbe quasi sentire il vuoto, come una pesante cappa di piombo.
Non spera più nulla.
Non vuole più nulla.
Solo un po’ di pace. Un po’ di pace dentro. Vede Fabien che si sporge per leggere ciò che ha scritto, ma non le importa, gli occhi rimangono vacui, la voce continua a non voler uscire,
se parlasse si potrebbe frantumare.
Quando non dici nulla perché se solo apri bocca scoppieresti a piangere.
E non ti fermeresti più.
Vorrebbe solo un po’ di pace.
Un po’ di pace.
Vede gli occhi adoranti di Fabien, e la sua voglia di aiutarla, di amarla, la vede ma non può fare nulla. Tutte quelle cazzate sulla scelta, sul fatto che ognuno può decidere come affrontare i problemi e come vivere…sono appunto solo questo: cazzate.
Lei non ha scelta.
Lei non ha mai avuto nessuna scelta. Per Shadè la libertà non esiste.
La voce della professoressa, come una presenza estranea, irritante, in quel vuoto che la circonda e la penetra.
“Shadè…i tuoi voti sono un disastro…parli raramente e quando lo fai dici cose senza senso…vorrei che tu da oggi studiassi con Fabien”
E le mani che si contraggono un attimo, uniche testimonianze del disagio che le è scoppiato dentro.
E il ragazzo se ne accorge.
Per un attimo è come se un punteruolo gli si conficcasse nel cuore. Lei non lo vuole. Ma lei non vuole nessuno a parte suo fratello. Getta la testa indietro scrollando i suoi lunghi capelli castani, l’invidia di tutte le ragazze, invidia che maschera la voglia di affondarci le mani e sentirli su di se. Ma lui non vuole nessuna. Lui vuole solo Shadè. Con un intensità quasi dolorosa. Non saprebbe neppure dire perché, che cosa l’ha fatto innamorare così? In questo modo così assoluto?
È una sciocchezza.
Tutti l’hanno liquidata così. Ma lui non da retta a nessuno, solo al suo cuore…e forse soffrirà ma almeno avrà tentato.
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Gli studenti affollano i corridoi… il suo spazio… la sua testa.
La testa.
Come una campana di vetro, vetro completamente nero.
I capelli tinti, i vestiti stravaganti, il sorriso finto.
E il vuoto dietro a tutto questo.
Deve muoversi, trovare Alistair e tornare a casa, finita una tortura ne inizia un'altra, una mano si posa su di lei all’improvviso e qualcosa dentro di lei si spezza. Dentro di lei. I ricordi implacabili la sommergono, piegandola, si porta le braccia a coprire il volto, ripiegandosi su se stessa, gli occhi spalancati e terrorizzati, gli occhi di qualcuno che, li, non c’è. E l’urlo soffocato, abortito in gola, silenzioso e terribile. Fabien la guarda sconvolto, ma cosa diavolo sta' succedendo, perché Shadè si comporta così? Non sopporta la vista della paura sul suo bel volto e questa è più che paura. È terrore puro. Cerca di avvicinarsi, abbracciarla, fare qualcosa per lei, lui voleva solo mettersi d’accordo per lo studio non certo farle del male! Poi una voce gelida lo blocca e due braccia si avvolgono protettive attorno a Shadè. Alistair.
È arrivato come se fosse stato richiamato dal grido silenzioso della sorella, è arrivato e l’ha sottratta alla vista degli altri, passandole una mano lungo la schiena, calmandola.
Lo sente mormorare rassicurante “ ci sono io, non preoccuparti, ci sono io qui” e Shadè, che si era ritratta spaventata da Fabien, si aggrappa a suo fratello, come se avesse solo lui in tutta la terra e il ragazzo la stringe con identica disperazione.
Fabien sente le lacrime affacciarglisi agli occhi, è così triste quella scena, loro due abbracciati, come due naufraghi, un abbraccio che non è neanche un abbraccio ma un volersi fondere uno nell’altro.
E la voce sommessa che mormora : “Non lasciarmi” gli si strige il cuore. Così piccola. “ mai” la risposta che le sussurra all’orecchio Alistair “mai”.
La prende in braccio, continuando a mormorare parole rassicuranti nel suo orecchio allontanandosi tra la folla che li osserva incuriosita, lasciando Fabien da solo con un mare di dubbi e preoccupazioni. Che cos’è successo? È stata la sua mano, il suo tocco a scatenare una reazione così? Non era mai successo prima. D’altronde nessuno ha mai cercato di toccare Shadè… o piuttosto nessuno c’è mai riuscito. Lei sfugge fra le mani come un gatto. E l’interrogativo che rimbomba nella sua testa.
La certezza.
“Scoprirò cosa ti è successo Shadè, riuscirò ad aiutarti.”