Another  Brick In The Wall

CAPITOLO III

Senza dire una sola parola Paolo sparisce in una delle camere e
comincia a riempire un borsone di biancheria che prende da un armadio... suppongo almeno che si possa definire tale.
Il porco lo segue tenendosi la mano sul naso che continua a perdere sangue, gridando frasi sconclusionate che vorrebbero essere minacce senza rendersi conto di quanto è grottesco.
Paolo non si scompone, senza nemmeno guardarlo parla con totale indifferenza, come se lui non contasse nulla.
<< Forse ti interessa sapere che sei diventato padre....o nonno...>> finisce con la poca biancheria e, dopo un attimo di esitazioni ci mette dentro i pochi libri e quaderni che sono sulla scrivania, un portaritratti con la foto di una donna con una bambina in braccio e qualche peluche spelacchiato.
Tutto qua... quella ragazzina non ha altro.
Sento la rabbia montare dentro come una furia gelida.
Anche lei era tenuta prigioniera da colui che doveva salvarla, proteggerla, amarla.
Mi ripeto che non sono affari miei, che non devo ficcare il naso in cosa che non mi riguardano, la voce di questo essere ripugnante è di nuovo sicura adesso... spavalda quasi.
<< Io sono ancora suo padre, per legge ho la tutela di mia figlia e del... bambino>>piccola esitazione che fa fermare Paolo e guardarlo come se fosse improvvisamente impazzito << Questo è un rapimento e se non me le riportate io...>>
Non aspetto altro, prima che Paolo intervenga la mia mano si è già "appoggiata" sulla guancia di questo stronzo che non sa quando è il momento di tacere e quando quello di parlare.
Il viso scatta all'indietro immediatamente mentre il labbro si taglia e il sangue comincia ad uscire anche da li...
Lo sguardo che Paolo mi lancia è sorpreso...ma dura una frazione di secondo, torna a guardare con una serietà sconcertante il livido che compare sulla guancia e scatta anche lui con un pugno micidiale allo stomaco, che lo manda a finire contro la parete.
Si avvicina lentamente, lo afferra per il colletto della camicia pulita e stirata e avvicina il viso contro il suo...credo che al posto del porco mi sognerei quegli occhi di ghiaccio per tutto il resto della mia vita...così come la sua voce, bassa, dura... d'acciaio.
<< Nessuno sa che siamo qui e quelli che ci hanno visto salire non vedono, non sentono e non parlano... e io ho almeno trenta persone che giureranno che ero con loro in questo preciso istante...posso ammazzarti e nessuno mai si volterà indietro...nemmeno di un secondo.>>
Affonda ancora con facilità con il pugno nel ventre tremolante di quel bastardo che ha perso tutta la sua boria...
<< O potrei lasciarti nelle mani del mio amico... ha un conto in sospeso con i porci del tuo stampo...>> mi avvicino ulteriormente con le mani che prudono...tanta è la voglia di prenderlo a pugni fino a non avere più forze...uno per ogni volta che ha toccato sua figlia.
<< Mi limiterò a darti un'altra possibilità.... e non so nemmeno io il perchè...ascoltami bene, non lo ripeterò due volte: Se tu verrai a cercarla, se tu al toccherai ancora con un dito...uno soltanto... io tornerò e ti ammazzerò. Te lo giuro>>
Un brivido di freddo mi attraversa... cazzo, quest'uomo ha ghiaccio nelle vene...
<< Avvierò le pratiche legali e diventerò il suo tutore... non ostacolarmi in nessun modo... mi hai capito?>>
Fa cenno di si con al testa mentre cerca di imbastire qualche scusa, fra le lacrime.
Che schifo, non ha un briciolo di dignità.
Paolo lo lascia improvvisamente, come se si fosse scottato... si passa le mani più volte sui pantaloni mentre indietreggia, schifato.
Ce ne andiamo senza voltarci indietro, lasciandolo che piange.
Per tutto questo tempo nessuno si è fatto vivo.
Nessuno è venuto a vedere che stava succedendo.
Nemmeno uno.
E improvviso mi viene in mente il volto malizioso dello svedese.
Mika... la voglia di vederlo è dettata soltanto dallo schifo che mi ha lasciato questo essere chiamato azzardatamente uomo.
E' solo per questo... l'eccitazione non c'entra assolutamente nulla.
Quando arriviamo a casa mi sono stancato delle chiacchiere di
Paolo... e questa potrebbe essere il primo tentativo di battuta in assoluto della mia vita!
Infatti quell'uomo che ha minacciato di morte senza battere ciglio un'altra persona ( va beh...chiamarla persona è un'esagerazione) è stato in silenzio per tutta la strada, lo sguardo assorto e il viso completamente chiuso.
Non credevo che potessi esserci qualcuno che mi batteva in questo!
Così ho avuto modo di pensare a Mika, a quello svedese dagli occhi penetranti e dalle mani lunghe, affusolate... e le unghie tipiche di chi lavora la terra.
Sono sicuro che non sempre mette i guanti perchè probabilmente ama passare le dita nella terra scura e profumata, sentire la pianta sui polpastrelli, sull'epidermide sensibile.

E la cosa mi sta eccitando.
Il pensiero delle sue mani sta provocando reazioni allarmanti in me... e questo mi da un fastidio enorme.
Non voglio provare nulla del genere per nessuno.
In questi anni che ho passato per la strada, lontano dal giudice e dalle sue luride mani non ho toccato nessuno, ne uomo ne donna.
Almeno fino a quando mi sono disintossicato.
Cosa che non è ancora avvenuta.
Quando avevo voglia di fare sesso, quando mi tirava e nessun pensiero al mondo bastava ad accontentarmi... mi facevo fare un pompino da cosiddetti "amici ", definiti da loro tali, che condividevano con me il ponte, a volte una stanza.
Disperati che per poche lire erano disposti a tutto... o anche gratis, con l'illusione che erano loro a scegliere me.
Chiaramente non li toccavo e non mi facevo toccare.

Pura e semplice funzione fisiologica.
Nient'altro.
E' la prima volta che mi eccito pensando a una parte del corpo di qualsiasi essere umano.
Uomo o donna non ha importanza.
Non per me almeno.
Scendo con rabbia dalla macchina e mi scontro proprio con la "causa" dei miei pensieri ... irritanti!
Eccolo li, abbassato sulle ginocchia che sta piantando i roseti.
Sembra non essersi reso conto che sono arrivato... i capelli lunghi sono legati in una coda morbida che cade su una spalla mentre i vestiti da lavoro, lisi e consunti, fasciano quel corpo incredibile.
Mi ha sentito, altrochè.
Vuol fare l'indifferente ma le spalle si sono irrigidite e, per un attimo, le mani si sono fermate.
Un sorrisetto sarcastico affiora sulle mie labbra...forse posso divertirmi un po' con lui e sfogarmi... perchè no in fondo?
Questo non implica mica un coinvolgimento mentale... ne altre menate romantiche, no?
Si alza lentamente in piedi passandosi l'avambraccio sul viso per togliere dei fili dorati che gli danno fastidio evidentemente, poi si volta e ci guarda, un sorriso pigro sul volto.
Si allunga con soddisfazione facendo rilassare i muscoli provati dalla posizione scomoda mentre i suoi occhi non lasciano i miei nemmeno per un secondo.
<< Mika... sei già all'opera?>> ecco, quest'uomo è un camaleonte... già cambiato umore e faccia... adesso è rilassato, malizioso oserei dire se non fosse grottesca questa parola rivolta a uno come lui.
Eppure, mentre ci guarda il suo sorriso è quasi... sornione.
Se non l'ho steso seduta stante è perchè non aspetta una risposta, si volta immediatamente e si dirige verso la casa patronale, dicendo con tono sarcastico:
<< Vado a disinfettarmi... non vorrei essermi beccato qualche cosa...>>
...come fa uno a fare a pugni con un essere del genere?
Rimango li per un attimo, cercando di capire che sta pensando quell'accidenti di svedese.
Nulla... cazzo!
Sembra che non pensi assolutamente a nulla, afferra un'altro roseto e si china di nuovo per ripetere l'operazione di poco prima...sembra un chirurgo che sta effettuando un'operazione molto delicata.
Mi lascia li, con lo spettacolo del suo fondoschiena che si china su quei pantaloni scandalosi per la salute degli altri e il dubbio che stia cercando di fare con me uno di quei giochini pericolosi... per la sua salute almeno.
Non sa con chi ha a che fare questo tizio... non ne ha idea assolutamente.
La sua voce mi giunge mentre decido di entrare e seguire l'esempio di Paolo, quando ormai l'ho mandato affanculo...mentalmente, una decina
di volte.
Ed è bassa, particolare... quasi divertita.
<< Avrei bisogno del tuo aiuto con la serra.
E' un lavoro delicato e particolare e tu...mi sembri il più portato...>>
Calca un po' su quest'ultima parola mentre sento il sangue che affluisce in un luogo del mio corpo che dovrebbe stare tranquillo... almeno secondo i miei piani!
E io odio che qualcuno me li mandi a monte!
Sopratutto un biondo slavato troppo impertinente per i miei gusti!
Grugnisco qualche cosa e entro in casa, con la sensazione che lui abbia vinto... per questa volta almeno!

L'acqua sfiora il mio corpo accaldato.
Non avevo bisogno di una doccia, non fisicamente almeno.
Ma il pensiero che sono stato a contatto con quell'animale mi fa accapponare la pelle.
All'inizio passo la spugna quasi con accanimento sulla pelle, arrossandola all'inverosimile...poi mi calmo lentamente e lascio che l'acqua tiepida porti via la schiuma e i cattivi pensieri.
Sorrido tra me a questa parola: "cattivi pensieri!...certo che sono cattivi.
Ci mancherebbe altro.
Come dovrebbero essere rivolti a quell'uomo?
Cattivi, terribili, distruttivi.
Ma devo essere io a dirigerli e non il contrario, non devono essere loro ad avere il controllo su di me.
Adesso si che va bene...passo le mani lentamente sulla pelle...ohhhh che meraviglia.
Certo che se fossero le mani dello svedese queste... mi ermo di botto, come se avessero chiuso improvvisamente l'acqua, aprendo quella gelida.
Ma che cazzo sto pensando?
Le sue mani candide, lggermente callose.
Le mani di uno che lavora la terra.
E quel sedere perfetto.
Ecco.
Mi sto eccitando di nuovo pensando a lui.
Tutto questo deve finire.
E deve finire al più presto.
Un leggero rumore mi fa irrigidire per un attimo... c'è qualcuno che mi sta guardando.
Anzi...che mi sta spiando.
Sento un respiro lieve e il primo istinto è quello di andare là e spaccargli la faccia... per fortuna che non lo faccio.
E lui, lo svedese.
Mika.
Come lo so?
Lo specchio mi rimanda la sua immagine e per un attimo sento il sangue affluirmi in un unico posto del mio corpo... un posto che dovrebbe starsene tranquillo, cazzo!
Appunto.
Decido allora di stare al suo gioco dirigendolo a modo mio però.
Faccio scivolare le mani sul mio corpo accarezzandolo...crede di conoscere solo lui certi giochetti?
Anche io ne so qualche cosa... il resto lo faccio fare al mio istinto che agisce senza problemi facendomi eccitare ulteriormente... e facendo eccitare anche il ragazzo sulla porta che rimane a guardarmi con la bocca socchiusa e la lingua che esce per lambirla... ok, adesso andiamo sul pesante.
Porto al spugna piena di schiuma sul mio cazzo semieretto e inizio a lavarlo meticolosamente.
Chiaramente l'eccitazione va a mille ma la cosa mi va bene stavolta, fa il mio gioco.
Sento i suoi passi sul parket lucido del corridoio e una porta che si apre e si chiude contemporaneamente ... il ragazzo ha deciso che ne ha abbastanza probabilmente.
Lascio erompere la mia risata, libera, nell'aria.
Però mi ha stupito...credevo che sarebbe venuto qui per terminare il mio lavoro, evidentemente ha pensato che è troppo presto.
Oppure ha qualcosa in mente.
Per quel che lo conosco opterei per questa seconda soluzione... e al mio amico là sotto ci penso io.
Per la prima volta in vita mia termino questo "lavoro" con sollievo, con eccitazione... venendo con un grido soffocato nella mano che mi mordo a sangue.
Uno pari Svedese mio... non sai con chi ti sei messo...non ne hai la più pallida idea.