FORSE ANCORA POESIA

3° Capitolo

Questo capitolo è tutto interamente di Javier e Hari.
Non volevo chiaramente che andasse così ma... così è venuto e adesso che l'ho finito mi rendo conto che sono troppo belli insieme.
Davvero fantastici.
Dedicata come sempre a Saga e Kanon per il loro compleanno e ad Aphro' per i consigli dati.
In questo capitolo in special modo ^__^.
Buona lettura.
\Hari|
All'inizio sembra un sogno.
Di quelli belli intendo, o perlomeno inoffensivi.
Mi sveglio alle sette, mio fratello si è già alzato, scuotendo la testa vado in bagno e  poi torno a letto, sperando di riuscire ad addormentarmi di nuovo almeno per un'oretta, ed infatti.... crollo di colpo!!
Iniziando a sognare.
Sogno la Grecia e il tempo in cui ero felice, quando mio
fratello non era in prigione e noi eravamo insieme nella casa che la mamma e papà ci avevano lasciato .
Ma poi il sogno sfuma nei colori densi e vischiosi della notte.
Di quelle nere, senza luna ne stelle.
La casa non è più quella confortevole della mamma ma è quella terribile di mio zio.
La mia stanza minuscola, uno sgabuzzino senza finestra, dove per aprire la porta dovevi chiudere il letto pieghevole.
L'odore è quello della mia paura, della mia disperazione per una
situazione che non aveva via d'uscita.
Il suo ghigno mi perseguita così come la sua voce che mi insulta.
Solo.
Mio fratello mi ha lasciato solo.
Non si difendeva, non accusava il vero colpevole e lasciava che tutti lo credessero un assassino.
E che mi insultassero come suo fratello.
Mi sveglio di soprassalto, il pianto in gola e la paura di trovarmi in quella misera
stanza.
Invece sono qui, nella camera dell'albergo di Alex e di Niki, con la finestra che dà sul lago e le sue acque verdissime che mi salutano.
Sospiro di sollievo e torno a distendermi chiudendo gli occhi.
La mente ancora in subbuglio.
Alexander ha riaperto vecchie ferite che  mai si cicatrizzeranno del tutto.
Eppure io ho davvero perdonato, così come so di esserlo stato a mia volta.
Perchè mai, in cinque anni, sono andato a trovarlo, nemmeno una volta sola.
Troppo rancore.
Ha passato cinque anni la dentro da solo, senza nessuno accanto, senza suo fratello che, anche se credeva nella sua innocenza ,lo odiava perché si prendeva le colpe di un “amico”.
Un figlio di puttana che, come ringraziamento, non andava nemmeno a vedere come stava.
Non gli diceva nemmeno “grazie”.
Mi metto a sedere sul letto passandomi una mano tra i
capelli.
Guardo l'ora...le otto e mezza.
Tanto vale che mi alzo...non si sa mai che riprendo questo sogno, una volta mi basta e mi avanza.
Vado nel bagno e mi faccio la doccia...ieri sera poi ero troppo stanco per farla.
Ed è mentre l'acqua mi accarezza il volto alzato verso l'alto che i ricordi tornano, prepotenti.
Quando Harish è uscito di prigione.
L'avvocato mi aveva
chiamato tre giorni prima per comunicarmi la sua scarcerazione.
Janish aveva confessato, schiacciato dal rimorso.
Disse proprio così.
Avrei voluto schiacciarlo io, non il rimorso.
Dopo cinque anni di inferno si faceva schiacciare, quel verme.
Tutti questi pensieri mi passarono per la testa in un secondo, ma all'avvocato non dissi nulla.
Silenzio
assoluto.
E' stato lui che, avendo forse intuito la situazione, disse una cosa che aprì la mia coscienza facendomi capire che io, di mio fratello, non sapevo nulla...ma pretendevo di giudicarlo lo stesso, dall'alto del mio dolore.
E della mia arroganza:
<< Sono trent'anni che faccio l'avvocato difensore e ne ho viste tante, mi creda.
Ma come suo fratello... gli dico solo una cosa, poi lei è libero di fare tutto quello che vuole: quando ho chiesto ad Harish perché non accusava quell'uomo mi rispose con una frase che mi fece capire quanta differenza c'era tra
noi:
“ non sarò io a puntare il dito contro di lui, non lo aiuterei così. Deve essere lui a capire quello che ha fatto.
Altrimenti la prigione non gli servirà a nulla.
Comunque io non vendo un amico, nemmeno per la mia libertà.”
Questo mi disse suo fratello, e io allora presi la decisione di non chiedergli nessuna parcella.
Il minimo che potevo fare per lui.>>
Così andai a prenderlo quando lo liberarono.
Lottai fino all'ultimo per non farmi vedere ne sentire.
Ma le parole dell'avvocato risuonavano in me, chiare e precise.
E mi spingevano da lui.
Ci andai e rimasi nascosto, osservai il suo volto quando usciva da quelle mura maledette, il suo pallore, la sua magrezza.
E lo zaino sgangherato che aveva su una spalla.
Lo
vidi che si guardava attorno per un attimo, vidi le sue spalle piegarsi quando capì che non c'ero...e allora uscii dal mio nascondiglio, gli corsi incontro pronto a colpirlo... invece mi rifugiai nelle sue braccia e piansi tutte le lacrime che non avevo versato.
Nemmeno sotto gli insulti di mio zio.
Tra le braccia di colui che credevo mi avesse dimenticato.
Finisco la doccia con calma, chissà dov'è andato Harish?
Probabilmente con Alex, da qualche parte attorno al lago.
Scendo in sala per fare colazione ed è li che vedo gli altri.
Ci sono tutti, Niki, Angelo, Milos e Mika che è davvero notevole.
Devo ammettere che non ho mai visto nessuno bello come lui...eppure i miei occhi sono calamitati immediatamente da Javier.
Splendido anche con un paio di jeans e una camicia nera.
Il cuore torna a battere all'impazzata...e che diamine, non sono un adolescente!!
Devo darmi una regolata!!!
Tutti i miei buoni propositi si infrangono davanti al suo sorriso luminoso appena mi vede.
Sono cotto, irrimediabilmente.
Spero solo di non rendermi troppo ridicolo!

\Javier\
Ci siamo tutti, nemmeno ci fossimo dati appuntamento.
Mancano soltanto Alex e Harish...ma questo è normale, visto il tempo che devono recuperare.
E Hari...probabilmente dorme ancora e si alzerà tardi...in fondo ha vent'anni e a quell'età...<< Hari...siamo qui...>>
la voce squillante di Niki interrompe le mie elucubrazioni mattutine, così mi volto e lo vedo... e il cuore ha un tuffo.
Non posso fare a meno di sorridergli.
C'è qualcosa in lui che muove il mio profondo.
Non sono uno che ci prova con tutti.
Mai avuto nessuno, non ho tempo da perdere con relazioni
più o meno serie.
Quando ci ho provato mi è bastato per tutta la vita.
Così ho sempre pensato.
Perché allora il cuore va in gola e la mia bocca si apre in un sorriso?
Qui mi sa che devo tirare fuori tutto il mio autocontrollo...e il sorrisino che Nikolas mi lancia mi fa capire che se non mi sbrigo tutto l'albergo se ne accorgerà.
Visto anche l'occhiata maliziosa che Mika e Milos mi lanciano.
Accidenti anche agli amici perspicaci !!
Si siede con noi e, prontamente, Milos lo fa sedere accanto a lui...di fronte a me.
Niki va a prendergli la colazione e torna dopo due minuti con un vassoio pieno di ogni ben di Dio.
C'è caffé, panna, latte, pane, burro, marmellata, brioche....e perfino dei biscotti.
Credo che se aveva più tempo gli portava un'intera pasticceria.
Hari spalanca gli occhi, sorridendo incredulo ma Niki lo ferma prima che
possa protestare:
<< non devi mica mangiare proprio tutto... non conoscendo i tuoi gusti ti ho messo tutto quello che era disponibile ma tu mangia quello che ti senti...>>
<< per fortuna che  non conosce i tuoi gusti...altrimenti saresti stato spacciato:  ti riempiva di quello che a te piace di più fino a farti scoppiare...>>
questo è Angelo e io non posso fare a meno di ridere...anche se maschero il tutto dietro a un colpo di tosse.
Niki mi guarda di traverso per un attimo, sospettoso ma io faccio l'indifferente, prendendo ancora una fetta di
pane e imburrandola con molta cura.
Hari ringrazia a mezza voce tutta quella gentilezza, probabilmente non ci è abituato, da quello che Alex mi ha raccontato la sua vita non deve essere stata molto felice.
I genitori morti quando aveva 13 anni, il fratello in prigione innocente, uno zio bastardo che approfittava di lui... è normale che adesso tutti  noi lo riempiamo di attenzioni.
Perfino Angelo lo guarda senza quella indifferenza che riserva a tutti quelli che  non sono Mika e i suoi amici della fattoria.
Terminata la colazione Nikolas e Milos ci
salutano.
Oggi è sabato, giornata di verdure.
Nikolas deve andare alla fattoria di Anna e Paolo per comperarle fresche per il fine settimana e Milos lo accompagna.
Mika e Angelo spariscono con un mezzo sorriso malizioso...dicono che hanno un appuntamento da qualche parte... così io e Hari ci troviamo soli.
Qui il tutto puzza di complotto.
Forse Niki e Milos davvero hanno bisogno di andare alla fattoria ma gli altri due... un
appuntamento!!!
Ma va... scuoto la testa impercettibilmente e mi volto con un mezzo sorriso verso Hari che mi sta guardando, attento.
<< Io non conosco bene il lago e la zona attorno ad esso ma questa parte l'ho esplorata abbastanza.
Se ti va possiamo andare a fare una passeggiata ed arrivare fino al boschetto che c'è laggiù...>>
indico con la mano la parte a nord-est e subito mi rendo conto di quello che ho detto...gli ho proposto una passeggiata noi due da soli.
Una sorta di appuntamento.
Lui abbassa la testa e dice un “si” quasi di slancio, per paura che io cambi idea.
Almeno questa è la mia impressione.
Gli ho data un appuntamento, e va bene.
Con questo?
Mi piace, non sono un ragazzino che non riesce a tenere a bada gli ormoni impazziti.
Faremo questa passeggiata e non dovrà certo difendersi da me,
accidenti.
Mi volto verso la porta e mi avvio con decisione, quando mi volto per vedere se mi ha seguito lo vedo che mi osserva attento, scrutandomi.
Sento i suoi occhi che non tralasciano un solo pezzetto della mia persona e... sospiro, piano.
Sarà mooolto difficile tenere a bada quella parte di me che ho messo a dormire e che sembra si sia risvegliata tutta in una volta!!
<< Non ho mai visto un posto così bello. Un giorno mi piacerebbe davvero arrivare lassù...sulle cime più alte delle Alpi...>>
con la mani indica le montagne più lontane da noi e mi scappa un' altro sorriso, da quando lo conosco ho sorriso molto più che nel resto della mia vita.
Le sparate di Niki e Milos non sono valide chiaramente.
Mi intenerisce molto, mi sorprende e ...mi piace.
E in questo momento, mentre il suo profilo osserva attento le montagne che si specchiano nel lago io decido di dirglielo.
Senza prima fermarmi e riflettere, ponderare attentamente e scegliere la soluzione migliore.
Agisco d'istinto, stanco forse di essere sempre controllato, sempre così preciso.
Puntiglioso quasi.
E solo.
Ci incammino nel bosco e, appena giungo al mio luogo preferito ,mi fermo, sedendomi su alcune radici alquanto grandi, sembrano in effetti degli scalini naturali, fatti apposta per far riposare, un po' la gente..
Si siede accanto a me, un po' rosso in viso e non certo per la camminata appena fatta.
Istintivamente alzo una
mano e gli tolgo alcuni ciuffi di capelli ribelli che gli velano lo sguardo, lui apre maggiormente gli occhi e mi fissa, attonito.
Ma non toglie la mia mano che si sofferma sul suo volto.
Lo conosco da meno di ventiquattro ore.
Non mi è mai successa una cosa del genere nella mia vita.
Abbasso la mano e, sempre guardandolo, gli dico:
<< ti piace questo bosco allora?>>
lui fa un cenno affermativo con il capo, e io continuo, a voce bassa:
<< Non sono il tipo che fa questo genere di cose, voglio che tu lo sappia>>
Avvicino ulteriormente il mio viso al suo, i suoi occhi brillano come se fossero illuminati da una luce interiore che li fa risplendere:
<< nemmeno io ...>>
la sua voce è ancora più bassa della mia...e mi fa correre dei brividi lungo la schiena:
<< E non sono nemmeno quello che va da
un'avventura ad un'altra>>
Di nuovo la sua voce bassa e penetrante:
<< non amo le avventure >>
i brividi salgono lungo le spalle e le braccia, ma la mia voce è irriconoscibile perfino alle mie orecchie:
<< Ma in tè c'è qualcosa che mi colpisce...>>
i nostri profili si sfiorano, piano,
<< mi intenerisci
...>>
anche le bocche si sfiorano
<<e mi piaci>>
Ed è lui ad annullare la distanza che c'è fra noi unendo le nostre labbra.
Bocca contro bocca mentre chiudiamo gli occhi, lasciando che le mani salgano ad accarezzare le spalle.
Ci stacchiamo un attimo, i suoi occhi sono così profondi da annullare quello che resta della mia ragione.
<< Tu non mi
intenerisci...>>
mormora lui sulla mia bocca
<< mi fai impazzire ...semplicemente.>>
vi posa le labbra brevemente
<< anche senza muovere un solo muscolo >>
sorrido prima di baciarlo di nuovo e mi prendo l'ultima parola:
<<  Allora vedrò di muoverlo...così andremo oltre...>>
Non sono completamente io quello che dice una cosa del genere, e che sta baciando con passione un ragazzo più giovane, all'aperto.
In un bosco.
Ma mentre apriamo le nostre bocche e lasciamo che le lingue si incontrino mando al diavolo la voce che mi dice se sono per caso impazzito.
Lo stringo a me così forte da poter contare  tutte le sue ossa e sento che fa altrettanto.
Se fosse possibile mi stringerebbe ancora di più.
Non so
se questo è il vero Javier ma non me ne importa nulla.
In questo momento non me ne importa assolutamente nulla.

\Hari\
Sono in estasi e spero di rimanerci il più a lungo possibile.
E'  stato il mio primo bacio, se vogliamo essere pignoli è stato anche il primo uomo per cui ho provato interesse.
In assoluto.
Quando gareggiava prima dell'incidente
era uno spettacolo.
Un' tutt'uno con il fioretto, una cosa sola.
La linea del corpo, l'eleganza dei movimento.
La bellezza dello stile.
Unico.
Rimanevo incollato allo schermo  senza fiatare, senza perdermi un solo istante delle sue gare.
E mi sembravano sempre poche.
Ho provato
anche a fare fioretto o scherma ma non ero tagliato per questo sport.
Mi piaceva sia come fiorettista che come uomo.
E quando l'ho avuto davanti... ah...che momento indimenticabile.
Non sono rimasto assolutamente deluso.
Anzi, superava la mia più rosea aspettativa.
Nonostante l'incidente e le sue limitazioni fisiche non aveva perso la sua classe e la sua bellezza innegabile.
Lui è stato il motivo per cui nessuno mi è mai interessato.
Non ho mai guardato nessuno due volte di seguito.
Maschio o femmina che sia.
E adesso che sono tra le sue braccia e che lui è tra le mie...adesso so che il mio tempo non è stato buttato via.
Non è stato vano.
Valeva la pena aspettarlo per farsi baciare così da lui.
E per baciarlo a mia
volta.
Ci separiamo senza fiato.
Mi bacia le palpebre, piano piano.
Appoggia la bocca sulla tempia, sullo zigomo per poi tornare sulle labbra che apro di nuovo, assetato.
Assetato di lui.
Se non fossimo all'aperto lo stenderei sotto di me... Dio... sto per impazzire.
E' come andare a fuoco.
Mi faccio accarezzare dalla sua lingua soffocando un singhiozzo mentre prendo il sopravvento guidando il bacio a modo mio.
Devastante.
Quello che provo per lui è devastante.
Si stacca da me con forza, mi tiene a debita distanza e respira con affanno, cercando di ricomporsi.
Io invece non riesco assolutamente a darmi un contegno.
Sento la testa pesante e le membra deboli.
Mi sembra di avere la febbre...e forse è proprio così..
Vorrei continuare ma lui non me lo permette, senza dubbio è il più forte dei due perché se dipendesse da me ...
<< Hari...è meglio se ci fermiamo. Adesso.
Fra un attimo non potrò più farlo, non ne sarò in grado...>>
Ha il respiro affannato e i suoi occhi...i suoi occhi sembrano bruciare.
All'improvviso sento il calore del sole su di me.
E mi rendo conto che siamo all'aperto.
Chiudo gli occhi per un breve momento e respiro, piano.
Cercando di calmarmi.
Santo cielo... mi sembra di essere un adolescente.
Mi dà un' ultimo bacio sulle labbra e poi si alza, con un'eleganza innata in lui.
Osservo avido ogni suo movimento.
Non riesco a staccare i miei
occhi dai suoi.
E dalla sua mano che si tende per aiutarmi a fare altrettanto.
Mano che io afferro prontamente.
Per un attimo il calore del suo palmo contro il mio mi dà le vertigini.
Se qualcuno mi avesse raccontato sensazioni del genere...bè, probabilmente avrei pensato che ha letto troppi romanzetti rosa.
Peccato che io non li abbia mai nemmeno sfiorati.
Rientriamo in
albergo senza incontrare nessuno dei suoi amici.
E nemmeno Alex e mio fratello sono tornati.
Una parte di me si chiede dove accidenti siano finiti ma è la più piccola e viene messa a tacere prontamente.
Vorrei che mi portasse in un luogo dove poter continuare, con calma, quello che abbiamo iniziato nel bosco ma lui si dirige verso le sdraie che sono dall'altra parte, quella che dà sulle montagne, e, scegliendone due un po' appartate, si stende sopra.
La mia delusione è così evidente che alza un sopracciglio e mi osserva, attento.
Io scuoto leggermente la testa e mi sdraio su quella accanto alla sua.
<< e' meglio se ci prendiamo un po' di tempo per conoscerci meglio Hari, prima di ...approfondire la nostra conoscenza.
Io sono un uomo molto difficile e altrettanto complicato , potrei ferirti anche senza averne l'intenzione...>>
chiaramente ha ragione, anche se non per il motivo che lui immagina.
<< Non sono abituato a riflettere molto, quando lo faccio combino solo guai.
Agisco d'impulso e non torno mai indietro.
Quindi, in questo senso, hai ragione tu:è meglio se rifletti bene prima di...andare avanti con me.>>
Il suo sorriso taglia il sole a metà.
Gli ho appena detto di riflettere bene?
Sono rincretinito per caso?
<< Non ho avuto davvero nessuno prima di te, ma ho conosciuto un ragazzo che aveva la tua età, alle ultime
olimpiadi.
Lui si è dichiarato subito innamorato di me>>
una fitta mi attraversa il cuore, improvvisa.
Accidenti.. sono geloso anche.
<< Una sera soltanto ho ceduto e gli ho dato un bacio.
Una volta sola. E da quella è cominciato il tormento.>>
Se potessi, se soltanto potessi ,l'avrei già strozzato con le mie mani sto
tizio.
<< Quando mi sono stufato perchè la sua gelosia era diventata paranoia bella e buona ...abbiamo litigato.
E di brutto.
Molto brutto Hari>>
Sento i brividi lungo la schiena e guardo la sua gamba.
Lui fa cenno di si con la testa e conclude:
<< si, l'incidente in cui ho perso la possibilità di continuare a tirare di fioretto è stata la conseguenza di
questa ...litigata.>>
lo fermo di slancio, non c'è bisogno che continui a ricordare questo coglione...
<< basta Javier, non dire altro.
Ho capito... ma io>>
Non mi fa terminare, si tende verso di me e appoggia una mano sulla mia bocca...accarezzandola.
E io faccio fatica a seguire quello che mi dice, già nel pallone:
<< Non mi fa più soffrire parlare
di lui, davvero.
Te l'ho detto perchè tu capisca una cosa: Io ho un carattere davvero difficile  e quello che mi è successo non mi ha aiutato di sicuro a ...migliorarlo, diciamo.
Anzi, l'ha peggiorato ulteriormente...e io non voglio che tu soffra per questo.
Non cerco soltanto una scopata con te, questo deve essere chiaro>>
ha parlato a voce bassissima ma è come se avesse urlato.
Prendo la sua mano che è ancora sulla mia bocca e ci appoggio sopra le
labbra.
E al diavolo se c'è chi ci guarda.
E così gli rispondo, sulla sua mano:
<< Non voglio solo una scopata da te, questo mi è molto chiaro.
Anche io sono difficile, molto.
E mio fratello ne sa qualcosa.
Con il mio orgoglio e la mia irruenza potrei comprare mezzo mondo.
Ma so che adesso voglio te, in ogni modo possibile ed immaginabile.
Io ti conosco da tanto tempo Javier...e non ti lascerò andare via così semplicemente...>>
Mi accarezza ulteriormente... dolce, forte, eccitante da morire:
<< Non c'è niente di semplice in te... neanche io ti lascerò andare via così...stai tranquillo.
Troveremo una soluzione...>>
E in questo momento un bacio ci starebbe così bene...se non fosse che Niki e Milos hanno
deciso che, evidentemente, il tempo che siamo stati da soli è più che sufficiente e arrivano da noi.
In quarta.
Sospiro, frustrato, ma lui scuote la testa e si prepara alle loro battute, mentre io stacco i contatti per rivivere mentalmente tutta questa meravigliosa mattinata che sta giungendo al termine.

|Javier\
Arrivano, decisi a metterci a disagio, lo leggo nei loro occhi.
E dietro di loro ecco gli altri due, Mika e
Angelo.
Beh...in un certo senso  è un bene che siano qui adesso.
Altrimenti la tentazione di chiudermi in camera con Hari sarebbe diventata troppo forte.
Non è che adesso è scemata ma, di sicuro, loro la raffredderanno molto presto!
<< Ecco dove siete andati a finire... se non vi trovavo qui andavo a cercare in camera...>>
<< Milos...>>
la mia voce
è minacciosa ma il mio sguardo la smentisce perchè, in effetti, questo pensiero ha attraversato la mia mente...e non solo la mia.
<< Non dargli retta, io lo avrei portato dove c'è quel boschetto laggiù.
Gli alberi sono così fitti che coprono ogni cosa agli sguardi dei curiosi...>>
Guardo Hari in tempo per vedere una piccola luce che gli attraversa lo sguardo.
Luce che non passa inosservata a nessuno di quei quattro impiccioni:
<< Mi sa che l'hanno
scoperto da soli sai Niki...>>
mormora Mika mentre si siede vicino a me, mettendosi comodo e fissandomi candidamente...per quanto candido possa essere Mika chiaramente.
<< Dici?...>>
mormora malizioso quell'altro, così decido di farla finita e mi alzo per rientrare in albergo...
<< Vado a vedere se il pranzo è pronto...ho una certa fame>>
accidenti...ho parlato di fame?
<< immagino, vuoi qualche consiglio su come... soddisfarla?>>
Mika... dovevo aspettarmelo, ho abbassato la guardia per un momento...e lui ne ha approfittato, e non è l'unico
<< non credo che abbia bisogno dei tuoi consigli sai?
Forse è Hari che ne ha bisogno...>>
Niki conclude l'opera e a queste parole Hari si alza di scatto, seguendomi a ruota.
Non si sa mai che decidano di darli...questi famosi
consigli.
Sento che Angelo dice di finirla con queste cazzate e, nonostante tutto, mi scappa un sorriso.
Sono unici, e per fortuna aggiungo.
<<Ma ...fanno sempre così?>>
Scuoto la testa mentre il sorriso non si spegne, anzi...
<< tranquillo, quando c'è qualcuno come te danno il peggio...>>
mi guarda incuriosito:
<< Come me?>>
<< Si, giovane come te...bello come te.>>
Mi volto per osservarlo :
<< e che ha attirato la mia...attenzione.
Come te>>
<<Siete matti tutti quanti, per questo andate d’accordo...>>
Ma la voce trema leggermente e...non è certo per
l'ilarità.
Quella è sparita con le mie ultime parole.
Così com'è sparita la mia.