NOTE: il periodo d’ambientazione è qualche tempo prima di Chicago Fire. Antonio Dawson appena promosso alla Buoncostume si ritrova faccia a faccia per la prima volta seriamente al detective Hank Voight. Attenzione, la fic non fa parte della serie che ho scritto fino ad ora, chiamata ‘Il ghepardo e la iena’, ma comunque fa riferimento ad una fic che ho scritto lì, ovvero quella sul primissimo incontro dei due, quando Antonio faceva parte di una gang ed Hank era appena entrato nell’Antigang, la fic si chiama ‘La persona più forte’. Insomma, avevo quest’idea in testa ed originariamente non doveva andare come poi l’ho fatta andare, però alla fine mi sono lasciata andare ed ho tenuto tutto così, decidendo di fare un ‘fuori copione’. Spero che piaccia. È divisa in 3, anche se l’ultimo è più corto. Metto un capitolo a settimana circa. Buona lettura. Baci Akane

OPERAZIONE CONGIUNTA

1. BUONCOSTUME E ANTIGANG



L’operazione si sarebbe svolta fra due unità del ventunesimo.
Si trattava di qualcosa di grosso e delicato che riguardava un giro di prostituzione gestito da una gang che spacciava droga.
Una volta realizzato il giro di questa banda che si mascherava per una normale gang come le altre, venne naturale coinvolgere anche la buoncostume.
Fu così che Antonio si ritrovò davanti Hank dopo una vita, probabilmente.
Quando Antonio era diventato poliziotto nel suo distretto l’aveva incrociato diverse volte, ma non si erano mai incontrati davvero.
Poi piano piano la fama di Hank si era fatta sentire e Antonio l’aveva evitato di proposito, mentre la delusione si faceva strada bruciante in lui.
Aveva un bel ricordo di quel poliziotto appena promosso nell’antigang che cercava di aiutarlo. Arruolarsi nella polizia era stata una sorta di conseguenza, quell’uomo in qualche modo l’aveva aiutato, alla fine. Voleva diventare uno che faceva qualcosa per la gente disperata di strada come lui, perciò aveva perseguito quella via ed era diventato poliziotto.
Ritrovarsi per caso nel suo stesso distretto era stato bello, in un primo momento.
Con entusiasmo ed emozione, una stupida emozione, aveva voluto incontrarlo e dirgli grazie, poi però aveva deciso di aspettare di diventare qualcosa di più di un poliziotto di pattuglia, affinché lui fosse più fiero di lui. Hank l’aveva riconosciuto? Se l’era sempre chiesto, non aveva mai osato chiederglielo.
Poi lentamente rimanendo lì e facendo il suo lavoro gli erano arrivate voci, sempre più voci, una peggiore dell’altra.
Che fosse corrotto, che usasse metodi illegali, che usasse la legge per farsi i propri comodi.
Bruciore, un bruciore inumano ed una voglia di cancellare la sua conoscenza,  quello che l’aveva legato a lui.
Così di proposito non l’aveva voluto più incontrare nemmeno una volta promosso alla buoncostume. Gli avevano chiesto dove poteva andare, dopo essersi presto distinto nel suo lavoro.
Quale unità?
Sul piatto era stato messo Antigang e Buoncostume in particolare, lui aveva scelto Buoncostume.
Non avrebbe mai potuto lavorare nell’Antigang con lui. Mai. Non dopo aver saputo tutto.

Quel giorno si ritrovò per le mani un caso e durante l’indagine era saltato fuori il nome di quella gang che controllava il giro di prostituzione che aveva lui per le mani, un breve approfondimento l’aveva portato all’indagine in corso dell’unità relativa.
Quella di Hank Voight, che nel frattempo si era fatto strada conquistando gradi.
Fu quel giorno che si rividero davvero, che i loro occhi si ritrovarono uno davanti all’altro. Nonostante probabilmente si erano comunque visti lo stesso.
Il caos tutt’intorno, telefoni che suonavano, voci che davano comunicazioni e lanciavano ordini, cassetti che si aprivano e si chiudevano, sedie che grattavano per terra, porte che sbattevano e poi i loro occhi piantati uno nell’altro.
Antonio sapendo che l’antigang lavorava a quel caso aveva sperato ardentemente che non c’entrasse Hank Voight, ma lui era lì ora. Lui ad aver risposto alla richiesta di quel caso.
I suoi occhi si piantarono su quelli di Antonio e lo trapassarono, non fecero una piega, ma lo penetrarono e lo passarono ai raggi X. Antonio si sentì denudato e a disagio, ma contrasse la mascella e strinse i pugni. Sapeva che era corrotto, lo dicevano tutti. Però era anche la persona che aveva provato ad aiutarlo quando era nei guai. Molti sentimenti contrastanti esplosero in lui in quel momento ed in un nano secondo dovette decidere se dirgli qualcosa a proposito o far finta di nulla.
Secondi troppo brevi.
“Vediamo come va alla fine…”
Si disse velocemente, sperando ardentemente di essere smentito e realizzare che era a posto e che tutti gli altri si sbagliavano.
- Allora state dietro a questi qua? - Chiese Antonio andando al sodo, cercando di riprendersi e ricordarsi le cose importanti e pratiche. Per un momento credette che Hank gli facesse un cenno per fargli capire che si ricordava di lui e che era fiero, ma non era ancora convinto di volerlo. Se era corrotto non voleva nulla da lui, questa era la verità.
La delusione poteva essere peggio di qualunque altra cosa.
Hank annuì.
- Sì, ci sto dietro da mesi, adesso le indagini hanno avuto un’escalation. Che avessero anche un giro di prostituzione in mano non lo sapevamo prima di ora, ma in questo caso possiamo tentare un’operazione. -
Hank però andando subito al sodo gli dimostrò che forse non si ricordava oppure se se lo ricordava, non gliene fregava poi così tanto evidentemente.
Antonio pensò che fosse meglio così.
- Di che genere? Infiltrare una donna nel giro non è facile come sembra, ma si può provare… - Hank annuì ascoltando il suo parere, poi però lo fermò piegando la testa di lato, aggrottò la fronte e lo guardò circospetto, come se lo valutasse.
- Dì un po’… - Disse poi pensieroso. Antonio si irrigidì sentendosi a disagio a quello sguardo così particolare.
- Cosa? - Si fermò senza realizzare subito a cosa pensava.
- Di dove sei? Portoricano? - Antonio si strinse nelle spalle aggrottandosi spaesato da quella improvvisa domanda.
- Sì, perché? -
- Perché loro trattano coi protettori delle prostitute, non con loro direttamente. E quasi tutti i protettori sono ispanici, latini, sudamericani. Hanno una specie di predilezione! - Antonio si fermò un istante, l’aveva colto completamente impreparato, come ritrovarsi la palla perfetta in piena area al primo minuto di gioco.
Preso in contropiede, Antonio reagì senza rifletterci troppo:
- Beh, sarebbe una grossa occasione… -
- Non ti conoscono, non sei del nostro giro, per cui non dovresti avere problemi. -
In un attimo realizzarono che parlavano la stessa lingua, che si capivano, che avevano una predisposizione naturale per i rischi.
Antonio annuì mentre la sua testa si attivava sul serio, preferendo interagire con lui per lavoro e non per altro. Seppellire il passato era la cosa migliore.
- Sono già andato sotto copertura, non mi faccio problemi a tornarci, so gestire le situazioni. - Rispose Antonio come se dovesse vendersi meglio.
Hank a quel punto gli scappò un sorta di sorrisino a mezz’aria, quasi invisibile.
- Sì, questo lo so. - Malizia? Antonio si fermò, stava per chiedergli spiegazioni, ma poi vennero interrotti da altri colleghi di Hank che arrivarono con altre informazioni su avvistamenti, così si distrassero dai loro sguardi e cominciarono a discutere con tutti su come introdursi ed agire.

Ci misero poco ad organizzare tutto, fu così che Antonio microfonato e seguito a distanza da Hank e soci, si introdusse ad uno della banda che cercavano di fermare da tempo.
Quella era la loro grande occasione, lo sapevano tutti.
- Sei sicuro che questo detective così giovane e fresco di promozione sia in grado di gestire una cosa così importante? - Chiese il collega seduto vicino ad Hank. Questi lo ignorò completamente senza staccare lo sguardo penetrante dalla figura di Antonio che andava spavaldo con l’aggancio.
- Lo stiamo per scoprire. - Disse rauco.
- Come lo stiamo per scoprire? Pensavo che lo conoscessi! Stiamo affidando ad uno qualunque un’operazione molto importante! - Gli fece notare l’altro. Hank sospirò seccato e lo zittì con un gesto sbrigativo della mano.
Avevano perso il contatto visivo, perciò dovevano concentrarsi solo su quel che sentivano.

Antonio entrò in quella che era la loro base degli affari, venne introdotto ad uno dei referenti, sicuramente non il capo in persona.
Aveva detto d’avere un affare da proporgli, si era creato un’identità credibile con dei precedenti di un certo tipo, adescamento, aggressione, rapina.
I tirapiedi della banda erano giovani disadattati raccolti dal solito quartiere, ma facevano tutti capo ad alcuni giovani più grandi che gestivano gli affari in modo più serio. Grazie a questo sistema infatti si stavano ingrandendo.
Lo scopo era convincere i referenti, che erano un via di mezzo fra i ragazzini manovalanza e il capo che sicuramente era quello più adulto che manovrava le cose.
Una volta nel giro, avrebbe trovato il modo di attirare l’attenzione ed arrivare al gran capo e raccogliere prove schiaccianti per sgominare tutto il traffico.
Antonio era sicuro di sé e spavaldo, stava per introdursi come affarista e portare nel giro altre nuove ragazze, quando il giovane di probabilmente poco più di venti anni, lo guardò con aria critica, fissandolo da capo a piedi come se invece che un socio, fosse merce.
Antonio si sentì passato ai Raggi X e capì immediatamente il tipo di sguardo che gli aveva lanciato.
- Ti ha mandato Chiko? - Chiese subito come se aspettasse qualcuno di particolare. Antonio non aveva la minima idea di chi fosse e cosa intendesse, ma ovviamente come sempre cavalcò l’onda e seguendo l’intuizione del momento, stette al gioco.
- Sì, mi ha detto di venire qua per un lavoro. - La mise giù vaga per vedere di cosa si trattava.
Hank, dalla macchina, si raddrizzò attento e cupo.
- Attieniti al piano, Dawson! - Disse comunicando con la trasmittente nell’orecchio.
Ma lui, ovviamente, proseguì per la sua strada che in quel momento era improvvisazione pura.
Il ragazzo annuì compiaciuto.
- Sembri esperto del mestiere, ci sai fare? Mi aveva detto che sarebbe stato uno adatto a qualunque richiesta e fascia, ora capisco cosa intendeva! - Esclamò girandogli intorno con occhio critico, ma compiaciuto.
Antonio si sentiva in vetrina, stava davvero succedendo quello che pensava?
Che fare? Tornare al piano e vendergli delle ragazze con la clausola di dover essere lui il tramite fra le trattative e prendere una percentuale, oppure vendere sé stesso?
- Dawson, non farlo. - Disse Hank ancora, questa volta più deciso.
- Beh, che mi dici? Non mi ha spiegato molto Chiko, mi ha detto di venire e basta! - Il ragazzo a quel punto gli piazzò la mano nel pacco e lo palpeggiò a fondo per capire come era messo là sotto, Antonio saltò e si irrigidì istintivamente, gli afferrò il polso e stava per tirargli un pugno, mentre Hank non capiva se doveva intervenire o cosa, perché non vedeva da fuori.
- Devo testare la merce, ma vedo che sei messo bene anche in quel senso! - Con questo lo lasciò con sollievo di Antonio che stava mandando tutto a quel paese.
- Ok, vogliamo parlare di affari oppure vuoi testare la profondità della mia gola? - Chiese per far capire che succedeva, come per intendere di stare in guardia. Hank imprecò alzando gli occhi al cielo, sapeva bene delle molestie che aveva ricevuto da ragazzo, quando aveva cercato di tirarli via dalla strada.
Era felice che poi se la fosse cavato da solo, però non voleva questo per lui ora, anche se non era parte della sua vita, non lo conosceva e non sapeva nulla di lui. Sapeva quel che bastava. Veniva dai bassi fondi e si era messo in piedi, era un ispirazione che sperava di trasmettere anche ad Erin.
Sarebbe stato come ripulirla bene dalla droga e qualche anno dopo metterla in un giro di spacciatori sotto copertura.
- Ti sai anche difendere, mi sembra… meglio per tutti. - Disse a quel punto il ragazzo lasciandolo andare, annuì ancora compiaciuto ed infine si decise.
- Abbiamo delle richieste che sto cercando di soddisfare, non è facile trovare la persona giusta per questo genere. Ho dei clienti uomini che vogliono dei giovani come te, non minorenni, non bambini. Giovani. Se ci stai, puoi avere molti clienti. Ci dividiamo la paga, noi ci assicuriamo che tu torni interno e ti mandiamo i clienti, il pagamento viene fatto direttamente a noi così tu non incorrerai mai in guai legali. Noi poi paghiamo quello che ti spetta. È una società. - Spiegò alla sua maniera come se fosse conveniente per tutti.
Antonio rise sarcastico.
- E fammi indovinare, la percentuale maggiore va a voi, ovviamente. - L’altro non si scompose, si accese una sigaretta e senza nemmeno confermare, alzò il mento.
- Ci stai? - Antonio ci pensò. Entrare nei panni di una prostituta era tutta un’altra cosa. Sospirò, alzò gli occhi al cielo e annuì. Il rischio si era alzato di molto, ma alla fine valeva la pena, ne era sicuro.
Hank non disse nulla, scosse il capo già furioso, ma rimase in ascolto del resto della conversazione che spiegava le modalità tecniche.

Una volta tornati in centrale, Hank mandò via tutti gli altri dicendo di aspettarlo di sopra, trattenne Antonio per un braccio e lo spinse contro una parete del garage dove organizzavano le missioni e portavano i prigionieri.
Lo puntò col dito e gli si piazzò davanti a poca distanza, Hank era furioso ed Antonio improvvisamente realizzò quanto affascinante fosse in quel momento. Si diede dell’idiota, ma alzò le mani e cercò di difendersi facendo il sostenuto.
- Senti, so che non era questo il piano, ma ho dovuto improvvisare! -
- E se dopo è arrivato quello che aspettavano ed ha mangiato la foglia? - Antonio allargò le braccia sminuendo la cosa.
- Mi chiederà spiegazioni ed io mi inventerò qualcosa. -
Hank picchiò il palmo della mano contro il muro a pochi centimetri dal suo viso, senza intimidirlo davvero. Al contrario riuscì a piacergli anche di più.
- Ascolta, io so come funziona quel mondo. E lo sai anche tu. - Silenzio. Ecco come spegnere Hank Voight. - Fidati, so come rigirarli. Dobbiamo solo reggere il gioco finché non arriviamo al capo, registriamo le trattative e li facciamo fuori. - La mise giù semplice, ma Hank era ancora esasperato, aveva  ancora una gran voglia di ucciderlo perché si era appena messo in una situazione davvero brutta.
- Non è così semplice, li prendiamo a trattativa conclusa, deve esserci lo scambio di soldi per la merce! In questo caso tu sei la merce, quando loro consumano i clienti non pagano te! Pagano loro! Come li becchiamo se tu non sei presente al momento del pagamento? -
- Beh, ma i miei nuovi capi devono pagare anche me! - Antonio era esasperante, sembrava avere risposte per tutto, ma Hank non la vedeva così facile come la voleva far sembrare lui.
- Dawson, dobbiamo registrare tutta l’operazione completa. Il cliente che paga per la prestazione e loro che pagano chi ha dato la prestazione. A quel punto la trattativa è completa e noi possiamo intervenire. Capisci cosa significa questo? - Antonio alzò le spalle come se fosse ovvio fin dall’inizio.
- Ma certo, ci deve essere il giro di soldi, l’ho capito. - Hank scosse il capo esasperato.
- Il cliente paga una parte prima ed una parte dopo. Nel mentre consuma. - Solo a quel punto Antonio realizzò cosa significava ed imprecò guardando di lato sentendosi improvvisamente nella merda, tornato indietro nel tempo a quando faceva il corriere per quella gang che spacciava droga. A quando il capo banda lo usava come sfogatoio e gli faceva di tutto.
Aveva giurato di non subire più quel genere di cose, era diventato forte, aveva imparato la boxe, aveva fatto palestra, si era iscritto coi soldi di Hank di quella sera, quando gli aveva detto di andarsene dalla città e di uscirne.
Ed ora doveva tornare in quel mondo perché non aveva riflettuto prima di agire, come sempre?
- Ok, lascia stare. Sparisci dalla circolazione. Troveremo un altro da infiltrare e questa volta come cliente davvero. Queste cose si fanno così nell’antigang, Antonio. - Antonio rimase colpito dal tono più basso con cui aveva parlato ma soprattutto dal fatto che l’avesse chiamato per nome.
Così si girò di scatto capendo improvvisamente che non voleva chiamarsi fuori, non ne voleva sapere. Voleva andare fino in fondo, anche se non aveva bene idea del motivo.
- Ti conoscono? Qualcuno di quelli là ha mai avuto a che fare con te? - Chiese impetuoso come se avesse un’illuminazione.
Hank non capendo subito dove volesse andare a parare di preciso, rispose:
- No, non ancora. - Antonio annuì battendo le mani come se fosse ovvio.
- Lo farai tu. - Hank lo fissò senza capire. - Il cliente! Vai e mi richiedi. Sarai disposto a pagare benissimo perché sei esigente, vuoi delle pratiche particolari, loro per i soldi che proporrai ti faranno passare avanti a qualunque altro cliente. Faremo finta di fare quello che dobbiamo, poi concludiamo l’affare insieme davanti a loro e quando loro pagano me, il gioco è fatto. -
Per Antonio era facile, una passeggiata. Ed improvvisamente eccitante e divertente.
Farlo con lui era tutta un’altra cosa, sicuramente molto meglio.
Hank rimase di sasso alla velocità di progettazione e di cambiamento di programma e fu anche esterrefatto dalla soluzione effettivamente perfetta.
Se non per il dettaglio che quel ragazzo lo disturbava parecchio, non capiva perché.
Aveva cercato di aiutarlo quando era nella gang, non aveva mai creduto di riuscirci e l’aveva pagato per andarsene, sperando che ne uscisse. Non l’aveva più visto in giro e si era chiesto se fosse morto o se ce l’avesse fatta, fino a quando l’aveva visto in polizia ed era rimasto incredibilmente felice. Felice come non era mai stato.
Ed era sempre stato felice di incrociarlo, così felice che aveva dovuto mascherare con fatica il sentimento dietro all’indifferenza.
Non l’aveva mai lasciato indifferente, in realtà. Mai. Dal primo istante.
Quella voglia di aiutare lui, proprio lui fra tanti. Forse aveva visto la sua luce, una luce che cercavano di spegnere. Ed ora era lì davanti a lui, quella luce, che brillava in modo incredibile.
Bello, maledettamente bello, si disse.
Non seppe confutare quel piano, così anche se titubante, accettò.
Era azzardato introdurne due della polizia, però sicuramente era più sicuro così per Antonio.
Gli diede una pacca sul braccio tutto entusiasta.
- Vedrai che andrà bene. - Disse sicuro. Hank lo voleva sperare, ma nella sua esperienza c’era sempre qualcosa che non andava.