CAPITOLO III:
NON FUNZIONERA’

Poteva passare le giornate a chiedersi cosa ci fosse di sbagliato in Danny e  non riuscire a rispondersi senza sapere che lui si stava facendo le stesse domande.
Entrambi convinti di avere la ragione dalla loro, non si sarebbero mai trovati a nessun punto d’incontro andando avanti in quel modo.
Ma quando fu il turno di Steve di sentire la stessa paura atroce che aveva provato Danny quando lui era caduto rompendosi il braccio, non si spaventò per quella in sé come era successo all’altro.
Non pensò minimamente che quel sentimento fosse troppo forte e che fosse precipitoso, se lo visse a pieno senza esitare.
Del resto l’evenienza che Danny si ammalasse di chissà quale maledettissimo virus mortale, aveva sbaragliato ogni altro pensiero. Tutto quello che gli era interessato era stato solo lui, salvarlo, sapere cosa aveva e vederlo stare bene.
L’idea di perderlo veramente l’aveva terrorizzato ed era diventato matto per un secondo, ma quando poi avevano trovato di cosa si trattava e l’avevano salvato, si era sentito talmente sollevato che non era rimasto impressionato per ciò che aveva provato e per le sue reazioni.
Quindi si era sentito quasi ammazzato quando, venendo a trovarlo durante il caso, l’aveva trovato con Rachel addormentata sotto il suo braccio che la cingeva dolcemente.
Danny l’aveva sentito perché lui lo sentiva sempre anche se non diceva nulla, quindi l’aveva guardato con un’aria colpevole e col segno di far silenzio gli aveva fatto capire che non ne avrebbero certo parlato ora.
Steve era rimasto rigido come un manico di scopa, incredulo a fissare la scena che seppe definire solo agghiacciante.
E di ghiaccio era stato il modo in cui si era sentito.
Come diavolo poteva fargli questo senza nemmeno parlarne prima?
Come poteva… dopo tutto quello che aveva fatto per lui, quello che erano, quello che provava, quello che facevano, quello che era impazzito prima di saperlo salvo… come poteva, dopo quello che provava per lui, tornare con la sua ex moglie?
Trovò la forza di girarsi ed uscire senza aggiungere nulla solo per la voglia di nascondersi e spaccare qualcosa. Non era piangere quello che voleva fare, solo spaccare la faccia a Danny ma non poteva visto che era malato e ancora convalescente. Dannazione, come poteva fargli quello?
Come?
Senza dirgli niente.
Senza…
Ritrovatosi forse per miracolo solo in macchina, prima di realizzare che doveva mettere in moto ed andarsene passarono due minuti lunghissimi durante i quali per poco non ruppe il volante.
Voleva poter uccidere Danny, era l’unica cosa che voleva.
Sapeva che per lui era difficile lasciarsi andare nella loro relazione ma non poteva comunque ritirarsi così senza prima dirglielo, non poteva, era inaccettabile almeno quanto il fatto di essere stato messo da parte per un’altra donna.
Il bruciore che provò in quel momento non lo dimenticò più.

“E mi dice con quella faccia da schiaffi che siamo diventati intimi, in quel modo zuccheroso, solo perché mi sta dicendo che sta con Rachel? Ma io lo spacco!”
Però quando gli aprì le braccia per circondarlo solo lui poté capire il senso di quel gesto, un senso che per chiunque altro non esisteva.
Ma dannazione, erano in ufficio, poco più in là c’erano tutti gli altri, poteva spiegargli come potevano parlare ed essere sinceri in un momento simile?
Del resto se quello gli piombava lì, lui l’affrontava lì.
L’aveva guardato con aria colpevole e al tempo stesso faccia tosta, quindi con quel suo sorriso da damerino che nascondevano delle scuse di cui si vergognava perché comunque non avrebbe mai ammesso di aver sbagliato, non aveva potuto far altro che accettare le sue non spiegazioni che comunque non avrebbe potuto dargli lì e prendersi quell’abbraccio di Giuda.
Non poteva accusarlo di essere un traditore o cose simili, era da un po’ di giorni che lo evitava in privato, che evadeva i loro contatti speciali, ma da lì a pensare che ci stava riprovando con la sua ex moglie ce ne passava.
Ancora ci ripensava, ancora la rabbia saliva, ma poi lo guardò proprio lì davanti a lui mentre ammetteva che erano diventati molto intimi e che avrebbe dovuto parlargliene prima e si spense. Voleva solo andarsene a casa e portarselo dietro e farglielo dire chiaramente senza usare parole comode in codice per non farsi capire dagli altri.
Riusciva a dirgli che erano intimi guardandolo dritto negli occhi e sorridendogli a quel modo da essere preso a pugni e poi gli allargava le braccia notando quanto male ci fosse rimasto per essere stato messo in parte in quel modo.
Ma come riuscì a ricambiare l’abbraccio e sorridere shockato incapace di prenderlo veramente a pugni come si sarebbe meritato?
Steve non aveva mai ricevuto vere e proprie delusioni in campo sentimentale, era sempre stato il primo a lasciare ed il primo a non legarsi, com’era possibile che con Danny le cose si fossero invertite? Alla fine era stato il primo a legarsi ed il primo ad essere lasciato.
Di conseguenza era un po’ la prima volta che la viveva, quella sofferenza maledetta, e non avrebbe mai immaginato che sarebbe stata così.
Mai.
Come camminare in un incubo e scoprire che non era ancora finito quando pensavi di essere sveglio.
La voglia di parlarne come si doveva da soli a casa gli rimase per mesi poiché dopo di questo tutto andò veloce e completamente fuori dal suo controllo.

Non poteva dire di essere stato corretto con lui, lo sapeva di non esserlo stato, ma alla fine aveva dovuto agire così perché se gliene avesse parlato Steve non glielo avrebbe mai permesso.
Aveva quella maledetta capacità di fargli fare quello che voleva e mandarlo in tilt, non considerava mai quello che voleva lui, andava per la sua strada portandoselo dietro e quando era in sua compagnia non riusciva veramente più a ragionare da solo e a fare quello che voleva.
O meglio ragionava sì, capiva fin troppo bene quello che andava o non andava, ma c’era da dire che poi la volontà di Steve in qualche modo inglobava la sua.
Non era sicuro che mettersi seriamente con lui fosse veramente la cosa più saggia ed anzi ne era convinto, quindi l’unica in grado di rimetterlo sulla giusta strada era la sola donna che dopotutto aveva veramente amato, Rachel, che riusciva sempre a capirlo e a suscitare dell’interesse da parte sua in qualche modo.
Non avrebbe voluto pugnalare Steve a quel modo, ma per fare la cosa veramente giusta c’era solo quello: farlo e basta, prima di parlargliene.
Era brutto ed orrendo ma con lui quelli erano gli unici mezzi.
Voleva ancora aspirare ad una vita normale, voleva -doveva- provarci anche se sapeva che quello che aveva provato con lui non l’avrebbe provato con nessuno, pur se trattenuto fino allo spasmo e con ogni forza per non perdere il controllo, cosa che detestava.
Sistemata la causa della loro interruzione, uno dei criminali che avevano cercato proprio quel giorno collegati al caso del padre di Steve, Danny provò a parlargli da solo consapevole che era giusto dopo tutto, quindi quando gli si presentò a casa sua, lo vide già sulla via dell’isterismo. Ogni volta che si occupava di quel caso usciva completamente di testa, erano le volte in cui aveva maggiormente bisogno di lui… vacillò nel vederlo aggirarsi per casa in quello stato, forse affrontare ora quell’argomento non era l’ideale.
Quando Steve lo vide era già dentro da qualche istante. Ormai Danny non bussava più, entrava direttamente.
Lo sguardo solitamente espressivo ma sostenuto appena lo vide subì un brusco cambiamento repentino e da allucinato divenne subito isterico. Per un momento l’altro temette seriamente che lo picchiasse e si preparò al pugno che era consapevole di meritare. In ogni caso aveva le sue ragioni per aver agito in quel modo e lui poteva capirlo o no, condividerlo o no, la questione non cambiava.
In poco gli fu davanti ma non alzò le mani se non per puntargli il dito contro e fissarlo con gli occhi arrossati che non sapevano se piangere, infuriarsi oppure chiudersi per lo scarso sonno.
- Tu hai idea di che cosa mi hai fatto, vero? - Danny si irrigidì.
Sapeva che non si era comportato bene e che l’avrebbe presa male, ma in quel momento sentì in via empatica tutto il suo subbuglio interiore e non seppe cosa dire. Di nuovo l’istinto di abbracciarlo e scusarsi e cambiare di nuovo tutto, ma doveva ricordare a sé stesso che se aveva agito in quel modo c’era un motivo preciso e che andava bene, doveva ricordarselo.
- Mi dispiace, Steve, so che è stato un colpo basso ma se te ne avessi parlato prima non mi avresti lasciato agire liberamente. Io devo provare questa cosa prima di… - Stava per dire prima di arrendersi a lui e mettersi seriamente insieme, però si bloccò rendendosi conto che non erano certo i preamboli per una relazione seria con sua moglie.
Steve parve capirlo lo stesso quindi scuotendo la testa deciso e a scatti disse gesticolando come uno schizzato, alzando la voce iracondo:
- Tu sai che non funzionerà! Lo sai e ci vuoi provare lo stesso! - Danny non sapeva proprio cosa dire perché aveva schifosamente ragione e proprio come aveva saputo prima di cominciare quel litigio, si stava avverando tutto per filo e per segno. Steve in disaccordo gli stava facendo cambiare idea piegandolo alla sua volontà.
E dire che lui non aveva problemi in quel senso, era sempre stato un tipo deciso e testardo dalle idee chiare, uno incrollabile… però l’unica persona sulla faccia della Terra in grado di fargli cambiare idea doveva incontrarla lui?
- Steve, avevamo cominciato dicendo niente obblighi di alcun tipo, facciamo quello che vogliamo quando vogliamo, punto e basta. Te lo ricordi? Non puoi farmi una scenata se ora io prendo un’altra strada. Lo sapevi che avevo problemi in questa relazione perché tu annulli tutta la mia capacità di raziocinio e mi mandi fuori di testa facendomi fare quello che vuoi e questo per me è inaccettabile perché devo mantenere il controllo di me e della situazione e con te non ci riesco! Fammi provare a tornare me stesso! Non posso continuare così! - Alla fine aveva cominciato dicendo tutto quello che gli era passato per la testa e Steve stesso che già sapeva continuò a scuotere il capo furiosamente e deluso al tempo stesso, lo fissava come se fosse un traditore ma quando gli ripeté il discorso sugli obblighi che non c’erano, fu come se si staccasse la spina e sospirando stanco fece il gesto di mandarlo a quel paese.
- Sai che ti dico, Danny? Fai pure quello che vuoi, allora. Tanto lo sai che fai quello che dico io solo perché lo vuoi anche tu, è solo che sei un idiota e non ti va di ammetterlo, per partito preso. Per uno stupidissimo partito preso. Ma tornerai da me perché con lei fallirà come le altre volte. Adesso fottiti e lasciami in pace! -
Dopo di questo, dandogli la schiena, se ne andò in un’altra stanza sbattendo la porta intenzionato a lasciarlo fuori dalla sua vita privata e a non parlare più di quell’argomento bruciante.
La delusione ed il dolore che stava provando non avrebbe più permesso di scalfirlo tanto in futuro.
Una volta gli era più che sufficiente.
Danny poteva anche andare al diavolo.


Danny ci sarebbe anche andato, ma solo per seguire Steve.
Alla notizia che Rachel era incinta e che stava tornando a casa, quella vera nel New Jersey, lasciando quella dannatissima isola per allontanarsi da Stan, aveva naturalmente detto che sarebbe venuta con lei visto che il bambino, aveva dato per scontato, era suo.
Però quando si trovò ad un bivio non ebbe dubbi.
Rachel era all’aeroporto quando l’aveva chiamato per ricordargli della loro piccola fuga dove lui doveva accompagnarle, mentre lui era in auto che correva a rotta di collo alla ricerca di Steve ricercato da tutte le forze dell’ordine delle Hawaii, nei guai fino al collo.
Dicendo che avrebbe fatto in tempo la lasciò all’aeroporto ad aspettarlo intanto che si prodigava come un forsennato per trovare il suo collega.
Fu allora, fu esattamente in quel preciso momento, quando l’ebbe davanti in manette con l’accusa di omicidio verso niente meno che il Governatore, che Danny prese la sua decisione senza rendersene conto, senza sapere che il destino aveva in realtà già scelto al suo posto solo per sostenere la sua decisione dando a Stan la paternità della gravidanza di Rachel.
- Ti tirerò fuori da lì, mi hai capito Steve? Devi solo resistere, ti tirerò fuori io! - Disse poi al compagno mentre lo fissava attraverso il vetro dell’auto dove l’avevano chiuso dopo averlo catturato apparentemente con le mani nel sacco.
Di nuovo i suoi occhi non li avrebbe mai potuti dimenticare. Mai.
Il modo in cui lo guardavano senza poter comunicare liberamente, il modo in cui gli dissero chiaramente non un grazie od un sapevo che ci saresti stato, ma solo un ‘non lasciarmi mai più, mi sei rimasto solo tu’.
Danny si sentì morire nel vederlo portare via e rimasto solo lì, non si rese conto di aver completamente cancellato Rachel dalla propria mente.
Come se in realtà non l’avesse mai sostituita a Steve.
Nel momento in cui giurò di tirarlo fuori e aiutarlo, aveva fatto inconsciamente e senza rendersene conto la sua scelta, una scelta un po’ impropria visto che alla fin fine non aveva mai avuto la seria intenzione di lasciarlo veramente. Per lui comunque sarebbe stato impensabile e comunque non avrebbe mai lasciato lo stesso l’isola visto che poi Rachel non era incinta di lui ma di Stan e che decidendo di riprovarci con lui avrebbe di nuovo fatto retromarcia lasciando Danny.
I giorni passati da solo a chiedersi come tirare fuori il suo compagno di prigione e come trovare le prove a suo favore furono alternati a quelli in cui si autodistruggeva mentre si chiedeva cosa ci fosse di sbagliato in lui e perché non potesse in ogni caso aspirare ad una vita normale, quella che cercava di scegliersi da tantissimo tempo e che ogni volta andava in fumo in qualche modo.
Non era umanamente possibile venir scelti a quel modo dal destino o dagli eventi o da chissà cosa muoveva tutto.
Danny era convinto che qualcosa non andasse e depresso all’idea di non poterci fare niente e di non riuscire nemmeno ad aiutare la persona con cui, a quanto pareva, era l’unica con cui poteva -e voleva- stare, arrivò inaspettatamente il momento della svolta decisiva.
Una svolta che aveva tardato anche troppo a verificarsi ma che finalmente era arrivata.
Del resto un solo giorno di più in quelle condizioni e sarebbe finito davvero sotto terra.