CAPITOLO IV:
ME LO MERITO
 
Certamente il primo impulso che ebbe una volta davanti a lui fu quello di abbracciarlo ma subito dopo venne quello di sparargli, quindi si trovò a sbraitargli contro infuriato sulla questione di ‘ma che problemi hai? Scappare di prigione? Sei fuori di testa? Facendoti ferire a morte, per di più!’ e cose simili.
Poi si erano messi a litigare come al solito, come ai vecchi tempi, solo alcune settimane in realtà, ed in breve si erano ritrovati, sempre come ai tempi sopra citati, in macchina insieme diretti in qualche luogo per risolvere la situazione.
Non dopo aver litigato sulla questione di ‘no, tu stai qua e non ti muovi, è pericoloso se vai in giro, sei di nuovo, tanto per cambiare, ricercato dal mondo intero!’ che poi aveva, tanto per cambiare, vinto Steve con quella che ‘sei mai riuscito a farmi fare qualcosa che volevi?’.
Punto debole per l’altro che dovette ammetterlo apertamente che ovviamente no, non ci era mai riuscito ma comunque era suo dovere provarci.
Era per questo che aveva provato -a quel punto poteva dire solo così- a lasciarlo.
Certo era anche che per lasciare qualcuno dovevi prima starci insieme e Danny era convinto di non aver mai fatto quel fatidico passo, non era ancora così suicida da mettersi con Steve.
Ma ora?
Le cose erano decisamente cambiate o forse erano sempre come prima con l’unica variante che rimaneva solo una strada da percorrere, quella che poi volevano entrambi.
Steso sul sedile retrostante dell’auto, Steve non tardò a fargli il terzo grado sul motivo per cui non era partito con Rachel per ricominciare la loro zuccherosa seconda vita.
Non furono le domande insistenti a destabilizzarlo ma i suoi occhi e glielo disse.
- Piantala di guardarmi così! - Ci riusciva anche attraverso lo specchietto retrovisore mentre quello era steso e lui guidava.
Non era soggezione o inquisizione ma un leggergli dentro e sbaragliarlo, snudarlo e poi farlo a pezzi.
Gli dispiaceva aver fallito il suo tentativo di rinascita, significava che nemmeno sforzandosi poteva seguire la strada obiettivamente giusta.
Ma lo sguardo di Steve, dopo che si fece raccontare brevemente la situazione, ovvero che Rachel era tornata con Stan perché il bambino non era suo ma dell’altro, non gli si staccò un secondo e Danny per tutto il tempo della guida aveva avuto la tentazione fortissima di mollare tutto, fermare l’auto, andare dietro e farsi abbracciare.
Era amareggiato, aveva fatto un tale casino, rivoluzionato vite, dato false speranze a sua figlia, litigato brutalmente con Steve e poi… e poi, dopotutto, aveva avuto ragione lui sul fallimento.
Non era uno sguardo da ‘avevo ragione’, per questo gli faceva male e non fastidio.
Quanto lo devastava quando lo guardava in quel modo.
In silenzio arrivarono alla destinazione designata e fecero il colloquio con un uomo che poté raccontargli qualcosa di utile per il proprio caso e quindi su suo padre, quindi concluso con lui e tornati in auto di nuovo per il passo successivo, Danny questa volta deviò con l’impellente bisogno di stare solo con lui come si doveva, in santa pace e non a guidare per le vie della città dovendo fare attenzione che la polizia non vedesse Steve.
Fermatosi in un luogo sicuro, fuori città, dove non passava nessuno ed erano isolati dal resto del mondo, Steve lo guardò stupito scendere dall’auto e andare dietro, salire a sua volta e in pieno stile impulsivo assolutamente non da lui, prendergli il viso fra le mani e baciarlo quasi con un bisogno impellente.
Erano cose da Steve, si disse, ma non aveva importanza. Ne aveva avuto una voglia matta ed ormai era così idiota trattenersi…
Poi avrebbero potuto passare l’inferno di nuovo, fallire in quella indagine e non trovare prove per scagionarlo e quindi far fare all’altro il fuggitivo a vita. Doveva cogliere quei momenti quando arrivavano, non poteva più farsi sfuggire niente dalle dita, niente. Era stufo di perdere quel che voleva e di illudersi che ciò che aveva andava bene.
Se non era Steve non andava affatto bene e dopo aver rischiato di perderlo tutte quelle volte poteva smettere di fare lo stupido in quel modo scappando spaventato.
Spaventato da cosa?
Da una cosa troppo grande ed ingestibile?
Che male poteva esserci? La volevano in due, ERANO in due e questo era bene che se lo ricordasse, dannazione, prima di fare lo Steve della situazione e scegliere da solo per tutti.
Senza accorgersene aveva fatto come lui. Per lo meno il diritto di voto doveva darglielo ma questa volta diede per scontato che gli andasse bene ed in ogni caso se pur non fosse stato d’accordo non avrebbe potuto che prendersi la sua bocca e farla sua.
Steve senza fiato e senza parole, ancora scosso per ciò che aveva ascoltato da quell’uomo che sapeva fin troppe cose su suo padre, si ritrovò le sue labbra sopra e nel momento in cui le sentì fu come se un nodo si sciogliesse, la medesima sensazione che provava Danny.
Era come se tutto si districasse.
Avrebbe voluto mandarlo un po’ a quel paese visto quello che gli aveva fatto patire, ma come poteva immaginare che quando si innamorava diventava così patetico e dipendente dall’altro?
Aveva pensato di essere quello forte che gestiva tutto ed invece gestiva il novanta percento della sua vita e di quella degli altri se non quando si arrivava in campo sentimentale. E con sentimentale intendeva sentimenti davvero seri.
Gli faceva ancora male l’addome quando si muoveva, respirava e stava pure fermo, Victor per aiutarlo e farlo evadere l’aveva quasi ucciso ma se per patire quello ora poteva stare lì a baciare Danny poteva anche azzardare l’ipotesi che ne fosse valsa la pena.
Alzato lentamente una mano, si decise a toccarlo e prendendolo per la spalla risalì fino al collo e alla nuca dove affondò le dita fra i capelli biondi come sempre ordinatamente pettinati all’indietro. Attirandolo ulteriormente a sé mentre le lingue si fondevano come non avessero mai smesso, con l’altra corse sulla camicia a cercare qualcosa che sconvolgentemente non c’era. La sua cravatta.
Dopo qualche minuto di apnea si separarono e contrariato riuscì anche a dire:
- Mi manca la tua cravatta! - Danny inarcò le sopracciglia sorpreso e scettico, era di certo una stronzata…
- Se l’hai sempre odiata… - Mormorò quasi sulle sue labbra.
- Mi manca da togliere… - Danny sorrise divertito.
- Ora è chiaro… ti piace togliermela… - Steve fece altrettanto e rilassato come da settimane non era più si impresse la sua espressione serena e contenta, anzi, luminosa, da quella vicinanza ubriacante, quindi sospirando si fece brevemente serio.
Era stato un vero inferno in prigione, era stato uno schifo completo poterlo vedere solo attraverso un vetro, avere tutte le ragioni e non riuscire a provarle, lasciare un pezzo di merda a piede libero mentre lui che era innocente trovarsi così dietro le sbarre.
Era stato talmente infernale da non poter paragonare il modo in cui si sentiva ora, insieme a lui, così tranquillo dopo averlo baciato e compreso che sarebbe finalmente stato suo.
Non c’era bisogno di dirselo, ormai era così e finalmente potevano anche viversela a modo loro.
- Me lo merito. - Disse infine seguendo quel suo pensiero apparentemente egoistico e strano. Danny lo capì subito e sorridendo appena se lo prese e l’attirò a sé di nuovo con delicatezza consapevole di dover fare attenzione per non fargli male.
- Sta finendo. Vedrai che andrà bene. - Steve non ricordava di essersi mai sentito meglio nell’abbandonarsi alle dolcezze di qualcuno e aggrappandosi a lui si tenne stretto sia alla sua spalla che alle sue parole.
Ora si cominciava a risalire, finalmente.
 
Fu la sensazione più strana che avesse mai provato e la sentì quando mise piede in casa sua.
Dopo settimane in prigione poteva anche essere normale ma l’idea di casa l’ebbe quando si girò e vide con sé Danny che l’aveva accompagnato.
Dopo aver visto quei filmati poco chiari su suo padre ed essersi oscurato brevemente, aveva bisogno di distrarsi e a quanto pareva il suo compagno aveva l’intenzione di aiutarlo.
Fu Danny a battere le mani e a chiedergli cosa volesse fare per primo da vero uomo libero.
Steve qualche idea gli venne in quel momento e fissandolo con quel suo sguardo malizioso fin troppo comunicativo, lo fece sentire a disagio. Sembrava dire che voleva farsi lui e Danny non era così stupido da non capirlo.
- Secondo me dovresti trovare il modo di lavarti! - Lo precedette immaginando che le docce in prigione dovessero essere state discutibili e non intendendo toccarlo prima di una lavata seria.
- Ho ancora la ferita al ventre, non posso bagnarla. - Disse Steve ricordandosi le raccomandazioni del dottore.
Ricordandoselo Danny fece una faccia strana e guardandogli l’addome chiese:
- Dove ti ha pugnalato? - Chiese non ricordando bene il posto preciso.
Steve si slacciò la camicia hawaiana che gli aveva prestato il dottore e gli mostrò la fasciatura ancora intatta proprio nella parte più bassa del suo ventre.
- Cavolo, un po’ più in basso e ti rendeva impotente! Ammesso che non l’abbia fatto comunque! - Disse spontaneo immaginando che per un po’ sarebbe stato fuori uso!
Steve sgranò gli occhi e schifato disse:
- Non dire queste stronzate! Sono a postissimo, dannazione! Se vuoi te lo dimostro! - Insinuare che era sessualmente inattivo era peggio di una bestemmia per lui e Danny che lo sapeva perfettamente si mise a ridere fingendo di ignorarlo per dirigersi al bagno, di certo non gli serviva una mano per lavarsi ma se doveva fare attenzione a non toccare la ferita e certi movimenti non poteva farli, si sarebbe sacrificato.
- Non voglio che ti si riaprano i punti, sei stato sbudellato, Steve! - Nel senso più letterale del termine.
L’altro però parve non sentirci in quel lato e seguendolo in bagno continuò a lamentarsi seriamente convinto di quel che diceva:
- Non ho assolutamente problemi a scopare, piantala di insinuare che sia inutilizzabile perché altrimenti… - Ma Danny stufo di quel discorso idiota si girò e non lo fece finire, infatti mettendosi dietro di lui lo prese per i fianchi e cominciò a muovere il suo bacino avanti ed indietro come se stesse facendo sesso, questo provocò non poche stilettate alla ferita ricucita di Steve che imprecò:
- Ok ok, ho capito, piantala! - Borbottò seccato mentre Danny si decise a mollarlo sorridendo soddisfatto.
Dopo la dimostrazione pratica si crogiolò nella sua ragione andandogli davanti:
- E’ bello sentirtelo dire, sai? Non che per un po’ non puoi fare certe cose, ma che ho ragione. È davvero soave, come suono. E comunque non credere che se sei fuori uso non si possa fare nulla… - A quello una luce maliziosa si accese nel suo sguardo mentre lo fissava avvicinandosi, era davvero indisponente e la sua convinzione che se lui non c’era il mondo crollava era davvero ridicola.
Steve si fermò stupito e non riuscì a dire nulla prima che Danny gli slacciasse i pantaloni facendosi strada con la mano nella parte inferiore del suo corpo. Non si stavano toccando se non per quello e nemmeno dopo un bacio, ma non si fermò muovendosi nel suo inguine con decisione, il discorso sospeso in quelle settimane stava riprendendo egregiamente senza il minimo problema perché non gli faceva senso toccare un altro corpo maschile, come aveva invece avuto paura all’inizio. Era stato quello, fra l’altro, a spingerlo a provare altre strade. La paura che poi non riuscisse ad aggiungere il lato fisico con Steve che gli piaceva come persona e come uomo.
Ora, dopo tutto quello che avevano passato, poteva dire di aver trovato tutte le sue molte risposte alle altrettante domande e se Danny intendeva solo dargli una piccola lezione, Steve decise che sarebbe stato tutt’altro. Infatti prendendolo per le braccia con decisione, sentendo l’eccitazione funzionare a pieno ritmo con gran sollievo, lo spinse contro il lavandino e inginocchiandosi piano per sovrastare testardamente le fitte di dolore al ventre, trafficando coi suoi jeans disse guardandolo dal basso:
- Non preoccuparti che molte cose si possono fare lo stesso anche se non posso spingerti come meriti! - A Danny piaceva quando parlava in quel modo, era suo dovere riprenderlo ma gli piaceva e ci provò nella speranza di riuscire a dire qualcosa di sensato…
- Come sempre parli in modo inappropriato. È questo il modo per dire che non riesci a fare sesso ma che puoi fare altro? Cioè, ‘non posso spingerti come meriti’? - Fece imitandolo, ma poi la voce gli morì in gola quando si sentì libero sull’inguine e poi poco dopo la sua lingua che stuzzicava la punta della propria erezione mentre la sua mano se la lavorava con impeto.
Si prese al lavandino a cui era appoggiato e smise finalmente di blaterare, con gran gioia di Steve che poté godersi meglio il suo assaggio meritato.
Il suo sospiro di piacere gli diede la spinta a proseguire e avvolgendolo completamente nelle labbra cominciò a muoversi e succhiare con sicurezza, facendosi sentire sempre di più in un aumento vertiginoso d’eccitazione.
Consapevole che comunque per un po’ quello sarebbe stato il massimo che avrebbero potuto avere, decise che non si sarebbe trattenuto e quando sentì le mani di Danny chiudersi sulle sue spalle e poi risalire sulla sua nuca per chiedere di più e attirare a sé la sua testa, Steve l’accontentò portandolo al culmine del suo godimento che arrivò insieme alla sua voce immersa nel piacere.
Adorava la sua voce, il suo tono, il modo in cui l’usava… era la prima cosa che gli era piaciuta di lui, quel suo modo di parlare e non ciò che diceva. Se lo ripetevano sempre. Steve aveva l’espressione e lo sguardo, Danny il tono e la voce.
Quando raggiunse l’orgasmo, il compagno era abbastanza sconvolto da non aver capito il luogo ed il modo in cui era successo ma quando lo vide rialzarsi, capì e se ne imbarazzò.
Era di certo una delle cose che lui non sarebbe mai stato disposto a fare. Steve si pulì la bocca con malizia e raggiunto il suo viso gli ebbe pure la faccia tosta di porgersi a lui per baciarlo, suo malgrado, sia pure comunque irrigidito ed imbarazzato, Danny non riuscì a rifiutarlo.
Com’era possibile che niente di quel che facevano lo impressionava come si sarebbe aspettato?
Per lui che era alla sua prima esperienza omosessuale trovarsi in un mondo simile e destreggiarsi più o meno a suo agio, era davvero strano ma non poteva dopotutto che assecondare gli eventi stessi.
Avvoltolo, se lo strinse a sé cercando di non usare troppa forza per non fargli male in basso, quindi decidendo che avrebbe come minimo potuto ricambiare, pensò che per ora si sarebbe potuto accontentare della sua mano.
Danny aveva altri modi di fare, prendere o lasciare.
Steve si accontentò beatamente consapevole che era anche tanto quello che gli stava dando, quindi appoggiando la fronte alla sua smisero di baciarsi per dare a Danny la giusta concentrazione per muoversi con la mano sul suo inguine. Nell’attesa gli slacciò i bottoni della camicia dopo averla tirata fuori dai jeans ormai aperti e finito il proprio lavoro andò in un oblio completo quando sentì la propria eccitazione salire fra le dita del compagno che aumentò intensità e velocità. Fece scivolare le braccia fra i suoi fianchi, sotto la camicia aperta, quindi a diretto contatto con la sua pelle calda l’abbracciò affondando le unghie nella sua schiena. Riconfermò ciò che già sapeva.
Danny era basso ma aveva tutte le cose al punto giusto e su questo non ci pioveva…
Quando venne avevano gli sguardi agganciati e così vicini che si mescolavano i respiri, un soffio per baciarsi di nuovo ma stare così, fronte contro fronte, occhi negli occhi a guardarsi e sentirsi e basta fu appagante e bello, diverso da sempre, diverso da qualunque altra cosa.
Era come realizzare che l’incubo era finito e che ora cominciava la vera vita, quella che entrambi volevano veramente e che nessuno avrebbe più osato contrastare.
Prima teso e tremante e poi rilassato e sfinito come se avesse percorso i mille metri, Steve si sentì come Danny poco prima ed uniti nelle medesime identiche sensazioni, si strinsero l’uno all’altro nascondendo i visi a loro stessi che si abbandonarono a quell’abbraccio conclusivo che seppe di dolcezza nonostante loro non erano tipi del genere.
 
Tolta la benda con cura cercando di non fargli male in alcun modo, Danny fece una notevole fatica a non farsi riaccendere dall’istinto di saltargli addosso. Steve era nudo e stava entrando nella doccia per lavarsi a pezzi, doveva stare molto attento a non bagnare la ferita quindi aveva bisogno di una mano per certe cose, di conseguenza oltre a farsi togliere la benda da lui, Steve gli chiese se poteva passargli la parte posteriore del corpo con l’acqua e poi con la spugna che al davanti ci avrebbe pensato lui.
Quando non sentì nulla da parte dell’altro si girò per vedere se era tutto a posto e non poté non nascondere un ghigno soddisfatto. Danny stava contemplando molto concentrato il suo sedere ed era chiaro che stava gradendo.
- Pensi di riuscirci senza saltarmi addosso? Non posso fare movimenti bruschi o non guarisco più. - Ed improvvisamente non poteva più farne!
- Certo, quando fa comodo a te non puoi farne, no? Ma ti senti? - Steve sorrise vedendo che si era ripreso quindi tornando a dargli le spalle gli porse il manico della doccia che avrebbe dovuto gestire con cura in modo che l’acqua non gli giungesse davanti.
Danny finalmente in sé fece il suo dovere e lo fece parlando per non tornare a sentirsi come una scolaretta alle prese col suo primo nudo maschile.
- Quanto ci metterà a cicatrizzarsi? - Chiese per puro interessamento senza secondi fini dietro.
- Il dottore ha detto un paio di giorni, è ancora presto, è fresco, me l’ha fatto appena stamattina… - Si fermò realizzando quante cose erano cambiate in un giorno solo, quante ne avevano fatte e ricordandosi anche che probabilmente stava già per arrivare l’alba.
Con l’acqua che scorreva sul suo corpo robusto e forte si sentì addosso tutta la stanchezza di quelle ventiquattro ore più i giorni di prigione precedenti, quindi sospirando stanco aggiunse: - sembra davvero impossibile… ieri sera dormivo in una maledetta cella claustrofobica e stanotte invece nel mio letto. Con te. - Che Danny si sarebbe fermato era indiscutibile.
L’altro sorrise consapevole delle pene che aveva patito trovando a suo modo tenera quella considerazione, gli dispiaceva aver fatto così poco per lui, alla fine l’aveva aiutato molto di più il suo vecchio capo Seal in un giorno che lui in tutto quel tempo.
Giunto con la spugna al suo fondoschiena Danny si distrasse non sapendo improvvisamente più cosa dire e decidendo che non avrebbe detto nulla, si tirò su in fretta prima di cedere alla tentazione di toccarlo con le mani. Era quasi una barzelletta… si trovò a ridacchiare fra sé e sé attirando infatti l’attenzione di Steve che intanto aveva finito di insaponarsi davanti.
- Che ridi? - Chiese infatti girando la testa a metà e ridandogli il manico della doccia per sciacquarlo.
- Niente… pensavo che è ridicolo che prima di addentrarmi effettivamente in questo mondo non provavo desideri irresistibili verso il tuo corpo mentre ora che l’ho assaggiato un po’ mi risulta quasi impossibile non toccarti. È come se fossi stato miope ed ora avessi messo gli occhiali e ci vedessi bene. -
Steve ridacchiò capendo cosa intendeva, per lui era stato diverso ma poteva immaginare visto che lo conosceva.
- Io ci ho sempre visto bene, invece! - Asserì spaccone, Danny lo spinse scherzando:
- Smettila di tirartela! - Lo intimò, quindi Steve come se non gli avesse detto nulla proseguì col suo solito piglio deciso e sicuro di sé:
- Ho sempre pensato che qualche colpo te l’avrei dato volentieri! - Nella sua solita volgarità che gli riservava solo in privato poiché non si addiceva ad un capitano Seal e ad un capo squadra, espresse comunque qualcosa che interessò a Danny non per una questione di narcisismo ma per pura curiosità.
Com’era successo per Steve? Era proprio curioso di saperlo…
- Modestamente è l’effetto che faccio a molte persone! - Che poi i colpi in questione potessero essere intesi in molti sensi era irrilevante!
Steve rise non trovando nient‘altro da aggiungere ad un discorso fin troppo chiaro:
- Modesto, sciacqua bene perché poi i residui di bagnoschiuma mi fanno prurito! -
Danny inarcò scettico le sopracciglia.
- Povero, il ninja Seal superuomo impavido ha la pelle delicata! - E Danny che cercava di fare in fretta per evitare di nuovo gli istinti di approfondire la sensazione della sua pelle sotto le mani…
Del resto se lo voleva lui…
Senza sentire la sua risposta l’accontentò accompagnando al getto della doccia che spostava sulla schiena, anche la sua mano che cominciò oltre che a sciacquarlo bene anche ad accarezzarlo.
Sapeva che era inevitabile.
Aveva qualche tatuaggio posto nel punto giusto, gli donavano, Steve era un tipo da tatuaggi. Per il resto la sua muscolatura era forse anche aumentata in quel periodo in prigione e stava decisamente meglio di prima. Era deleterio, così liscio e piacevole al tatto… morbido… sodo…
Si trovò a mordersi il labbro e a trattenere il fiato quando arrivò sul fatidico fondoschiena e non poteva vedere come Steve ghignava sadicamente contento mentre aspettava che facesse i suoi comodi.
Avrebbe potuto sentirsi come un padre se non ci fosse stato di mezzo ben altro e Danny ad un certo punto provò l’irrefrenabile istinto di penetrarlo.
Esattamente quello.
Si bloccò non poco shockato da quella voglia e capendo come funzionava quando desideravi una persona in ogni senso, gli porse il manico in modo che continuasse a sciacquarsi da solo sul davanti e nel momento in cui ebbe le mani libere, le riposizionò nella sua parte migliore e stringendo i suoi glutei come avrebbe voluto fare prima, fece sorridere Steve che si beò della sua intraprendenza.
Danny era una persona che cercava di controllarsi sempre e fare le cose giuste e per bene ma che in realtà cedeva alla pressione che si auto imponeva, di conseguenza bastava poco per fargli fare certe cose interessanti.
Quando sentì le sue labbra sulla propria schiena, come se bevesse dalla sua pelle, si ricoprì di brividi di piacere accompagnati da quelli portati dalle sue dita che sembravano gradire il suo didietro.
Chiuso il rubinetto e finita la doccia, Steve si girò fra le sue stesse braccia e guardandolo con malizia lo sfidò a proseguire, ma quando al piano di sotto il pendolo rintoccò le tre di notte, improvvisamente l’incantesimo si spezzò e sebbene i loro sguardi volessero solo proseguire, si resero conto che erano davvero troppo stanchi per andare oltre ancora e che a breve si sarebbero dovuti svegliare e riattivare.
- Penso che non sia il momento per un miliardo di motivi… - Li avrebbe anche elencati tutti se Steve non si fosse mosso uscendo dalla doccia in strano accordo con lui.
Aveva ragione, i muscoli gli dolevano nonostante l’egregia cura del suo compagno e comunque aveva un bisogno fisico oltre che mentale di dormire come si doveva.
Rivestito e sistemato per la notte, diede a Danny dei vestiti per la notte ed una volta che furono stesi entrambi in camera, ci volle poco per sentire gli occhi pesanti.
Prima di lasciarsi andare Steve si girò verso il compagno e trovatolo rivolto verso la parte esterna capì che l’aveva fatto per non guardarlo e non avere di nuovo la tentazione di fare altro.
Soddisfatto di tutte quelle voglie che cercava costantemente di contenere e che prima o poi sarebbero esplose tanto bene che mai, gli si attaccò per dietro e cingendogli la vita con il braccio di sopra, gli baciò leggero la spalla, quindi con un mugugno indistinto che doveva essere un buonanotte, si addormentò con quella gioia che da settimane non sapeva più che sensazione desse.
Meravigliosa.