*Eccoci qua! Le cose si complicano, dalla Sacra Luce Madre (inventata da me perchè non sono la più ferrata sulla cultura di Shannara e dei druidi) Allanon ha scoperto una dolorosa verità. E' convinto che il suo destino è l'oscurità e sebbene non capisca come mai abbiano permesso la sua resuscitazione, decide di accettare il proprio destino e agire di conseguenza usando bene il tempo che gli resta prima di perdere sé stesso. Ovviamente lui e Will hanno idee diverse sia di come va usato quel tempo sia sull'interpretazione della rivelazione della Luce. La strada che devono percorrere sembra senza uscita. Buona lettura. Baci Akane*

9. STRADA SENZA USCITA



"Come stiamo finendo il tempo a disposizione
Dovremmo guardare alla luce Perché questo sia il giorno in cui moriamo
Questo potrebbe essere il combattimento finale"
/Never take me alive - I was a lion/

Wil si riprese poco dopo come se riemergesse da una lunga nuotata, aprì gli occhi di scatto portando in avanti il busto, in un attimo si ritrovò seduto.
Quando lo vide il cuore si quietò quasi immediatamente.
Allanon stava bene.
- Cosa è successo? - Chiese Wil rivolto al druido che cercava nei libri qualcosa che potesse aiutarlo o che gli dicesse dell’avvenuta dei signori oscuri.
- Ho fallito una prova, ora ne pagheremo tutti le conseguenze. - Disse brusco e secco senza guardarlo. Wil si mise in piedi un po’ barcollante.
- Io che morivo ero la tua prova? - Chiese raggiungendolo. Allanon intento in un libro lo ignorava, così Wil esasperato lo prese e lo scagliò. - E smettila! - gridò arrabbiato. Allanon lo fissò gelido.
- No, smettila tu di andare sempre contro le mie decisioni! Dovevi lasciarmi dove ero, ora pagherai anche tu un prezzo, non solo io! -
A Wil mancava un pezzo importante perciò non capiva tutto il suo allarme e la sua ira funesta. Allanon tornò ai suoi libri, ma Wil li calciò stizzito, ora voleva sapere, era ora che condividesse tutto.
- È il destino che ha scelto, me lo hai detto tu! Cosa ti ha detto... chiunque ti stava parlando? - Allanon cercò un altro libro, ma era così agitato ed arrabbiato che non capiva nemmeno la propria lingua, era inutile, tutto inutile.
Può essere il destino di un druido diventare oscuro? Per Bandon era stato così, ma era stato così praticamente da subito, non aveva passato trecento anni al servizio del bene. Poteva davvero essere così?
Evidentemente poteva.
- È meglio se non lo sai. Ma ora abbiamo del lavoro da fare. Tu e Mareth. Non so quanto tempo ho per addestrarvi. -
- Ma cosa abbiamo risvegliato? Devi dirmi qualcosa o non farò niente! - Allanon alzò gli occhi al cielo e scagliò lui stesso il libro a terra fra le rovine e lo fissò rovente.
- E allora perché mi hai inseguito? Perché non sei tornato alla tua vita? Perché non vuoi mai fare quello che ti dico ma mi insegui? Avevi una grande occasione, due anzi! E prima mi hai resuscitato, poi mi hai seguito fin qua! Cosa vuoi, Wil? - Wil spalancò le braccia furioso, non ci stava ad essere rimproverato da lui dopo tutto quello che era successo e ricordava troppo bene l’altro Allanon che gli diceva che lo desiderava ed era legato a lui.
Non avrebbe mollato, mai.
- Voglio te! Tutti quanti me l’hanno fatto dire! Il fottuto destino, un maledetto Albero, l’altro Allanon ed ora tu! E voglio che vi prendiate la responsabilità delle vostre maledette azioni! L’avete voluto voi! Questa è la mia verità! Amo te e voglio te, ma non sono un cagnolino che esegue, sono una persona senziente! Cosa diavolo sta succedendo, io lo devo sapere! Qual è il prezzo, che prova hai fallito, a cosa dobbiamo prepararci? - Wil non avrebbe mollato perché lui non mollava mai ed Allanon era stanco e sicuro di non avere tempo e di aver sbagliato  tutto ed essere il prossimo nemico, sarebbe diventato ciò che aveva sempre odiato e combattuto e quello sembrava essere il suo maledetto destino, come poteva essere?
- Vi dovete preparare per il prossimo signore oscuro. - Wil capì subito cosa stonava e si rabbuiò calando la voce.
- Perché ‘vi’? Anche tu... -
Allanon sospirò pesantemente raddrizzandosi come se emettesse una sentenza di morte. La propria. Ed in effetti era così.
Abbandonò le braccia lungo i fianchi e ad occhi chiusi disse penetrante:
- Io vi preparerò finché posso. - Wil si aggrottò ed Allanon aprì gli occhi deciso. - Il prossimo signore oscuro sarò io. - Fu come se una montagna gli franasse addosso tutta in una volta.
Il silenzio rimbombò fra di loro in quella che ora sembrava una cripta e non una gloriosa fortezza druidica.
“Tieni su la testa, ragazzo. Ognuno abbraccia il proprio destino e scappare da esso non può portare a niente di buono. Sii saggio, Allanon. Almeno finché riuscirai ad esserlo. Sii saggio e fa quello che devi fare.”
- Come.. come può questo essere il tuo destino? Tu sei buono! Se eri destinato a questo ti avrebbero lasciato morto! Non ha senso, hai capito male, di sicuro loro non... - Wil si riprese dallo shock ribellandosi come aveva sempre fatto a tutto quello che non gli era andato bene, ma questa volta non c’era niente a cui ribellarsi.
- Non so perché, è così e basta. Ognuno abbraccia il proprio destino. Pensavo che non vi fosse il senso nel male, evidentemente c’è. Io non ne ho idea, ma è questa la risposta. Non si scappa dal proprio destino, io ci avevo provato. Sentivo che avrei caduto rimanendo in vita, ma non posso fermarmi, posso solo essere fermato. Da te e Mareth. Andiamo, ora, dobbiamo trovarla. -
Allanon, pugni stretti lungo i fianchi, fece per superarlo ed uscire da lì dove si sentiva soffocare, dove non poteva credere d’aver appreso la cosa più terribile.
Ma Wil lo afferrò per le braccia, lo strattonò, lo girò verso di sé e lo obbligò a guardarlo con le lacrime agli occhi.
- Io ti conosco, sei buono, hai sacrificato te stesso per l’umanità e nessuno ha mai capito come hai potuto, ma l’hai fatto. Non potresti mai cadere e distruggerla, mai! È una prova anche questa, ma non diventerai chi dici! È impossibile! - Allanon venne colpito dal suo sentimento di disperazione, scosse il capo mentre perdeva la rabbia che l’aveva tenuto in piedi fino a quel momento ed anche il panico.
Rimaneva il vuoto e la disperazione, tanto simile a quella di Wil e forse peggiore.
- È perché ti amo e non riesco a rinunciare a te per il bene superiore come ho sempre fatto. - Wil così capì ogni cosa e si sentì le gambe piegare, ma rimase appeso alle braccia possenti di Allanon, aggrappato al suo corpo.
- Dovevi uccidermi. Ti saresti liberato dal tuo futuro male uccidendomi. È colpa mia! - Allanon chiuse gli occhi e scosse la testa cercando di rimanere calmo, ma non era facile.
- No, non sei tu. È impossibile che la Sacra Luce Madre mi chieda di uccidere uno Shannara, specie se è buono e non rappresenta una minaccia. Era un modo per far capire a me quale era il mio destino, perché era questa la mia domanda. Me l’hanno mostrato. Non ho potuto ucciderti, ma se ci fossi riuscito sarei diventato subito malvagio. Ora... così... è solo un lento decadimento, ma inevitabile. Ora che lo so e che non posso sottrarmi perché, evidentemente, ognuno ha il proprio destino da compiere, voi compirete il vostro. Il tempo che mi resta lo userò per aiutarvi come posso. Andiamo. - Allanon tentò ancora di uscire e liberarsi da lui, ma Wil si appese al suo collo mentre le lacrime rigavano copiose le sue guance in un pianto pieno di singhiozzi e dolore, incapace di accettare l’inaccettabile.
Solo allora Allanon lo cinse e si arrese al proprio stesso pianto ingoiato in modo sovrumano.
Wil lo sentì mentre se lo stringeva forte con disperazione e sentì nascondere il suo viso contro il proprio collo, sentì il calore delle sue lacrime bagnargli la pelle.
- La cosa di cui ho sempre avuto più paura è esattamente quella che mi accadrà. Forse lo sentivo da sempre. Ed ora non mi resta che accettarla, ma come si può accettare una cosa simile, consapevole che nemmeno la morte me lo può impedire? - Quando si abbandonò al proprio pianto e liberò la propria disperazione, fu come se qualcosa vibrasse dentro di lui. Anche Wil lo sentì e lo strinse più forte che poteva.
- Non ci crederò mai, mai. Possono dire quello che vogliono, capito? Ma io so che non succederà mai e non chiedermi come lo so, ma sono uno Shannara e così come ho accettato il mio destino, so che tu non sarai il prossimo signore oscuro. Credete tutti in quello che volete, lo farò anche io. -
Abbandonarsi a quel pianto, alla sua fede ed alle sue braccia, fu così dolce che si sentì puro come non lo era mai stato.

Wil montava il cavallo che aveva rubato e che non avrebbe mai restituito, Allanon era sul proprio e cavalcavano silenziosi, ognuno perso nei propri pensieri torvi e tempestosi. Accettare il proprio destino a volte era solo una parola, riuscirci era tutt’altro.
Mano a mano che proseguivano nella direzione in cui avevano individuato Mareth tramite un incantesimo sulla mappa, o meglio avevano fatto l’incantesimo per ricongiungere lo Shannara alle sue pietre magiche e di conseguenza a Mareth, entrambi avevano i loro problemi nel gestire quanto stava accadendo.
Allanon non sapeva come vivere serenamente i suoi ultimi attimi di vita, mentre Wil ripensava alle parole che gli aveva riferito dalla Luce Madre. Era sicuro che avesse interpretato male.
“Liberati e abbraccia il tuo destino non significa un bel niente! Si sveglia ed io sto morendo e lui deve decidere se salvarmi o meno, consapevole che se mi lascia morire è un atto oscuro che lo condanna, mentre è convinto che comunque rimanendo con me si trasformerebbe lo stesso nel male. Sembra una strada senza uscita, come dice lui. Il suo destino era solo uno, sembra così, ok. Ma perché ‘liberati’? Come possono permettere che un druido diventi oscuro se questi è riuscito a fermarsi in tempo?”
Wil si crogiolò in quelle considerazioni fino a che decisero di fermarsi nel villaggio che incontrarono per strada, essendo da ore in viaggio avevano bisogno di riposare sia loro che i cavalli.
Avrebbero approfittato per mangiare e riposare, poi avrebbero controllato nella mappa la posizione di Mareth con le pietre, sperando in un suo non allontanamento.
Giunsero nel villaggio al trotto, si fermarono e poi proseguirono a piedi fra le case di umani, era molto simile a Valle d’Ombra dove Wil era cresciuto con la sua famiglia, di villaggi umani così ce ne erano molti.
- Non ti ucciderò mai! Tu mi vuoi addestrare per questo, ma è follia! - Allanon ignorò le sue parole.
- Dopo aver recuperato Mareth e le pietre magiche, recupereremo la spada di Shannara. - Disse deciso Allanon fingendo di aver fatto pace col proprio destino. Wil non si sarebbe mai fatto ingannare.
- E nemmeno Mareth ucciderà mai suo padre! Ma insieme a Cogline troveremo una soluzione! - Allanon scosse il capo stanco.
- Sì, uccidermi subito! Però non è una buona scelta perché sarebbe un atto giusto solo uccidere una persona malvagia, io non lo sono ancora. Per questo quando mi sono lasciato morire sono stato riportato in vita. - Wil ascoltava ma rimaneva della sua idea.
Giunsero così ad una locanda dove decisero di soggiornare un paio di ore, affidarono i cavalli allo stalliere che si occupò di loro ed entrarono sedendosi ad un tavolo, chiesero del cibo e si nutrirono e per tutto il tempo Wil insistette sulle sue elucubrazioni come se Allanon non gli stesse insegnando come uccidere i druidi.
- Non pensi a quel ‘liberati’? Liberati da cosa? Come può essere prepararsi a diventare cattivo ed essere ucciso una liberazione? Io sono sicuro che hai capito male! -
- Ha anche detto abbraccia il tuo destino e mi ritrovo te davanti che muori! Se ti lascio morire divento subito oscuro, se ti lascio vivere lo divento col tempo. Cosa c’è di difficile da interpretare in questo? - Wil fece il broncio e scosse il capo battendo la mano sul tavolo infervorato.
 - Spiegami quel ‘liberati’! -
- Era un tranello per la mia prova, ma era una prova che non potevo superare in nessuno modo, dovevo solo capirlo da solo. -
Wil continuò a negare convintissimo di essere nella ragione e alzandosi con Allanon si diressero dall’oste a chiedere una camera.
- La sera giunge in fretta, è meglio dormire qua, ripartiremo domani mattina presto. -
- Quel liberati invece ha senso! Devi capire in che senso! Ora come ora accettare il tuo destino significa metterti in catene perché devi accettare di diventare qualcosa che non vuoi e non hai scelta, che liberazione è? -
Wil continuò con la tiritera fino alla camera dove Allanon, esasperato, gli indicò di zittirsi con uno stizzito gesto della mano.
- Ti prego, se hai ragione il tempo ce lo dirà, per il momento non cambia che dobbiamo trovare Mareth, Cogline, le pietre e la spada. - Concluse secco.
Wil ricacciò fuori il broncio, voleva ribattere ma decise di dargli qualche minuto di tregua. Vedendo che finalmente stava zitto, Allanon iniziò a togliersi un po’ di strati di vestiti per prepararsi per la notte.
Si tolse il soprabito lungo fino ai piedi, la maglia e si tolse la cintura, infine decise di rimanere coi pantaloni e la maglia senza maniche aderenti, poi si stese sul letto matrimoniale.
Fato volle che disponibile ci fosse solo una camera doppia matrimoniale, Wil lo realizzò solo quando lo vide stendersi nell’unico letto della camera e la voglia di ribattere e bisticciare passò in secondo piano quando lo vide in quelle condizioni: pochi vestiti addosso ed aderenti, steso con le mani dietro la nuca e totalmente alla sua mercede.
Wil piegò il capo di lato e fece un’aria d’apprezzamento iniziando a spogliarsi rimanendo in boxer.
- Piantala di compiacerti. - Brontolò Allanon ad occhi chiusi.
- E tu di scappare. Non riesci nemmeno a guardarmi. - Allanon sospirò stufo delle sue polemiche, Wil si stese accanto a lui e si mise sul fianco, la testa appoggiata alla mano mentre se lo mangiava con gli occhi. Il suo profilo deciso, il torace pronunciato, gli addominali scolpiti e non che poi dalla cintura in giù fosse meno bello. Dopo aver tolto il famoso coperchio non riusciva più a rimetterlo sopra e non poteva che vederlo con gli occhi liberi dalla patina avuta prima.
- Wil... - Lo ammonì ancora Allanon.
- Che c’è? - Chiese divertito.
- Non riesco a dormire se non la smetti. - Continuò Allanon senza muoversi e nemmeno aprire gli occhi.
- Ma di fare cosa? - Insistette sempre divertito Wil. Allanon sospirò, ma si ostinò a non aprire gli occhi.
- Divorarmi con gli occhi! Calma gli ormoni! - Wil alzò le spalle per nulla intenzionato a smettere,  felice che il druido lo sentisse e lo leggesse così bene. Peggio per lui.
- Non posso, ho troppo in testa la nostra notte insieme. - Allanon sollevò gli occhi al cielo aprendoli erroneamente. - Ed anche tu, altrimenti mi guarderesti. -
- Non è così! - Ma non lo guardava, fissava il soffitto arrabbiato; Wil si avvicinò a lui.
- Allora guardami. - Silenzio, fermo. - Allanon, se non hai problemi con quello che è successo, guardami! - Ma Allanon sentiva di non poterlo fare, non con la sera calata su di loro come una coperta intima a ridestare ogni istinto difficile da domare.
Wil non si sarebbe dato per vinto e decise di spingere un po’. Si mise così a cavalcioni su di lui e si chinò in avanti obbligandolo a guardarlo. Gli occhi di Allanon dovettero incrociarsi coi suoi, scese a guardare il suo corpo sottile e candido, senza vestiti se non per i pantaloncini che separavano i loro bacini. Questi ed i pantaloni aderenti di Allanon il quale istintivamente spostò le mani da sotto la nuca per prenderlo per i fianchi. L’idea era di spingerlo via, ma rimase con le mani lì a tenerlo a sé.
Il contatto fu peggio dello sguardo, si morse il labbro cercando di contenere quell’ondata di eccitazione, ma non fu possibile e Wil si chinò su di lui appoggiandosi al suo petto, poi malizioso disse con le labbra vicino alle sue.
- Ma senti un po’ chi mi dà ragione... -
- Io non ti sto dando ragione. -
- Non parlo della tua bocca. - Alludeva alla sua erezione che iniziava a reagire e Wil si strofinò su di lui, sul suo corpo ed in particolare sull’inguine. Entrambi si eccitarono sempre più, le bocche schiuse ansimanti, ben presto fu impossibile trattenersi anche per il druido che chiuse gli occhi abbandonandosi.
- Se questa è la tua strada e cadi per colpa mia, almeno prendiamoci qualche piccola soddisfazione. Tanto questo non cambierà il tuo destino, no? - Mormorò Wil malizioso sul suo orecchio che finì per leccare e succhiare.
Allanon risalì con le mani e lo carezzò sulla schiena liscia attirandolo di più a sé, gli prese la nuca e fece per girare la testa e baciarlo, ma in un ultimo istante afferrò i capelli e se lo tirò via spingendolo giù di lato con un controllo che sinceramente non sapeva nemmeno lui come aveva trovato.
- Non sappiamo esattamente cosa succederebbe se ci mettessimo davvero insieme cedendo a questo sentimento. -
Wil era eccitato per il gesto brusco e a modo suo caldo e ancor peggio per le erezioni stuzzicate in quel modo. Aveva ancora la sensazione del suo corpo addosso e sotto le mani, voleva riprendere ma decise di torturarlo ancora fino a che non avrebbe ceduto.
- Quando sei stato con Pyria non è successo nulla. -
- È nata Mareth! - Rimbeccò Allanon girandosi dall’altra parte e dandogli la schiena. Wil rimase a fissarlo mentre la mano scese a toccarsi il membro ormai duro. Farlo con lui vicino era eccitante comunque.
Allanon capì cosa faceva e chiuse il collegamento emotivo e mentale con lui, nonostante questo fu difficile contenere la propria eccitazione sapendo cosa faceva Wil accanto a sé.
- Voglio dire, non ti sei trasformato in un druido oscuro. -
- Perché sono riuscito ad allontanarla. I druidi devono anteporre il bene del mondo al proprio o a quello di qualcun altro che amano. -
Wil capì il sottinteso e colpito dal bellissimo messaggio romantico, sempre con una mano sotto i pantaloncini, si protese verso di lui ed appoggiò la fronte sulla sua schiena ambia piena di segni druidici.
- Con me non riusciresti mai a farlo. Se cedessi come hai ceduto con Pyria, poi non potresti più smettere e metteresti me e l’amore per me davanti a qualunque altra cosa. È lì la caduta del druido. - Allanon non ribatté, era vero.
Ma non parlò perché al contatto della sua fronte con la propria schiena con la consapevolezza di cosa faceva la sua mano, la propria scese a fare altrettanto.
I due si zittirono e sospirando vennero quasi insieme.
Entrambi sapevano che Allanon avrebbe ceduto, la differenza era che Wil era convinto che quel ‘liberati e abbraccia il tuo destino’ non era quello che pensava Allanon.
Ma presto avrebbero scoperto chi aveva ragione.