DISCLAMAIRS: i personaggi non sono miei ma degli aventi diritti, scrivo per puro divertimento!
NOTE: la fic si colloca fra la settima e l'ottava stagione, quando Dean e Castiel sono al Purgatorio. Tutti sapevamo che avrei scritto qualcosa su quel pezzo così come tutti sapete che farò un seguito su quando tornano su perchè la nuova serie non sarà niente di speciale a livello di trama ma almeno accontentano noi fan dello slash Destiel mettendoci tante cose belle e ghiotte fra quei due! Qua Dean e Castiel si sono appena ritrovati e chi ha visto le puntate sa quanto tutto ciò sia vero. Dean è diventato matto per trovare Castiel ed ha fatto anche un patto con un vampiro che ha promesso di aiutarlo ad uscire. Poi, quando si ritrovano, Castiel continua a dire che non uscirà con lui ma Dean non ci sente ed insiste dicendo che invece se ne andranno sulla Terra insieme. E dice pure che senza di lui non può andarsene e che ha bisogno di lui. Insomma, un sacco di cose dolci e bellissime. Buona lettura. Baci Akane

PURGATORIO





/Silent lucidity - Queensryche/ 

Ritrovarlo fu una specie di sogno splendido nell'incubo peggiore.

Un incubo che andava avanti da non poteva nemmeno capire quanto... come scorreva il tempo lì sotto?
Quante lotte, quanti segni passati, quanti sbagli irrimediabili aveva fatto pur di trovarlo?
Dannazione, si era alleato con un vampiro che gli aveva promesso una via di fuga dal Purgatorio, pur di trovarlo.
Ed ora... ora era lì.
Gli bastava fosse vivo.
Era tutto ciò che ormai contava.
Poi quando aveva capito cosa aveva fatto e perchè era sparito, ovvero per proteggerlo attirando su di sé i Leviatani, aveva provato l'irrefrenabile impulso di picchiarlo, perchè doveva sempre sacrificarsi per lui?
Non serviva proteggerlo sempre... non serviva, dannazione, se poi doveva ridursi nel peggio del peggio.
Era tornato in sé, la consapevolezza l'aveva paralizzato un attimo. Felice o scontento? Difficile dirlo.
Però non aveva potuto trattenersi la sparata del secolo 'ho bisogno di te' e tutte le altre smancerie che gli aveva detto per convincerlo a restare insieme.
Una volta ripartiti insieme per una via d'uscita, si era dato dell'idiota.
“Per amore arrivo a questi livelli? Sdolcinato come un idiota?”
Si era fatto questa domanda senza venirne a capo, poi aveva maledetto e benedetto insieme la presenza della loro guida.
Il vampiro non si fidava di Castiel ma si faceva gli affari suoi, Dean al momento era al capolinea e non intendeva mettere a posto nessuno, la gente doveva farsi gli affari suoi. Voleva fare quello che voleva e basta.
Ed ora doveva parlare con Castiel e capire... capire cosa si ricordava e cosa ne pensava... e se volesse continuare.
Era follia, forse... erano in uno stato di pericolo mai visto e pensava al suo rapporto intimo con Castiel.
Forse qualcosa in lui non andava... anzi, sicuramente.
Ma non gliene fregava proprio... doveva assolutamente parlare con lui, doveva o non poteva combattere lucidamente.

Nessuno dei due era ridotto bene. Castiel non era mai stato tanto sciupato e trascurato, addirittura la barba lunga... non che normalmente fosse tanto più curato ma di sicuro a quei livelli non era mai arrivato.
Dean era fisicamente a pezzi ma non gli interessava più molto, perchè almeno l'aveva ritrovato. Si sentiva anche piuttosto felice, ad essere onesto.
Era riuscito a scherzare sul suo aspetto trasandato, però c'era poco da stare allegri... aveva praticamente perso i suoi poteri.
“Ma poi non me ne frega un cazzo dei suoi poteri...”
Pensò stizzito Dean approfittando di un momento di avanscoperta del loro compagno di viaggio.
A quel punto doveva approfittare di ogni istante, sarebbe sempre potuto essere l'ultimo.
- Dov'è il tuo amico? - chiese Castiel accucciandosi contro l'albero sotto cui si riparavano.
- A fare ricognizione. Non gli piacciono gli angeli e preferisce tenere pulita la zona! - Rispose Dean sedendosi a terra anche lui. - E poi non è mio amico, solo un collaboratore! -
C
astiel non rispose alla frase preferendo cambiare argomento.
- L'unica nota positiva è che qua non fa né caldo né freddo! - Dean si sorprese di sentirglielo dire e lo fissò come fosse matto!
- Da quando senti il caldo od il freddo? -
C
astiel alzò finalmente gli occhi azzurri su quelli castani di Dean. Solo allora notò quanto male stesse davvero.
- Sono praticamente un uomo ormai. Ho l'empatia e percepisco le cose ma come poteri effettivi sono quasi svaniti... - l'empatia comprendeva il sentire ciò che provavano gli altri e il captare le preghiere altrui a sé rivolte.
D
ean si morse il labbro e sospirò guardandosi intorno a disagio. Era tutto così buio e silenzioso...
- Odio il buio... ma se accendiamo un fuoco ci individuano ancora prima! - Castiel si strinse nelle spalle sedendosi a sua volta.
- Non mi dà fastidio... dovremmo continuare a muoverci...- 
- Con questo buio è un suicidio! E poi non so tu ma io non dormo da quando siamo scesi qua e sono stremato! - Ammetterlo era un segno di debolezza ma non voleva che Castiel corresse  altri pericoli spostandosi di notte. C'era una taglia altissima sulla sua testa perchè era un angelo e non uno qualunque, quello che prima si era ingoiato tutte le anime del Purgatorio liberando i Leviatani per poi riportarli indietro. Era quello più desiderato fra i due.
- Lo so. Ti sentivo... - mormorò calmo guardandolo di nuovo negli occhi. Dean si imbarazzò ma ormai era stanco per arrossire.
- Sentivi tutto quello che ti dicevo? - Chiese sforzandosi di non essere troppo ansioso. 
- Tutto. Ma non potevo rispondenti anche se era tutto quello che volevo! -
Q
uesta volta arrossì lo stesso e si maledì distogliendo lo sguardo.
- E... - tossì e si schiarì la voce. Era ora di parlarne. - non hai niente da dire a proposito? -
C
astiel non sembrava sicuro di aver capito ciò che intendeva ed infatti chiese.
- Parli di quando mi pregavi di venire da te o di quando mi parlavi dei tuoi sentimenti? -
D
ean voleva dargli una testata... già era stato difficile parlare di sé da solo sapendo che Castiel lo sentiva, ora ripetere tutto era atroce...
- Di quello che provo, è ovvio! Ormai sei qua, di cosa dovremmo parlare? -
- Non lo so, passavi tutte le notti a parlarmi! - Castiel era sempre calmo e Dean sempre più insofferente. Perché doveva essere così? E soprattutto perché doveva esserne innamorato? Non una donna, non un uomo ma un angelo! 
D
annazione! 
- Dai Cas! Non farmi ripetere tutto! È atroce! - Castiel era chiaro che non capiva bene. Dean si spostò avvicinandosi per non essere sentito da chissà chi.
- Allora... cosa dici? -
C
astiel continuava ad osservarlo con quell'aria indecifrabile di sempre. Eppure ne era dipendente!
- Cosa vuoi sapere di preciso? - la domanda del secolo! Dean sbuffò ed alzò gli occhi al cielo. 
- Cazzo Castiel! Perché mi torturi? - Castiel continuava a non capirlo... - cosa diavolo provi per me? - Disse alla fine esasperato! Castiel sbatté gli occhi un paio di volte.
- Oh... intendi quello! - 
- Si quello! - Per Dean mettersi a nudo era tragico, stava proprio male! 
- Anche per me tu sei più importante di tutti. Non esiste più niente al mondo che venga prima di te! Questo cosa significa? - Dean non sapeva se ridere o gridare...
- Mi stai chiedendo cosa provi? Cas ne ho abbastanza a capire me! Come puoi chiedermelo? -
C
astiel sembrò dispiaciuto o per lo meno in difficoltà. Dean si calmò.
- Io non so come voi umani chiamate queste cose che provo. Per questo te le spiego. Dean io darei la vita per te ogni istante! -
D
ean era paralizzato. Non osava essere felice ma lo era... era una cosa fantastica quella che stava succedendo... forse l'unica da un sacco di tempo. Castiel stava bene e lo ricambiava. Poteva rilassarsi per una volta? 
- E... - si avvicinò ancora a lui fino a toccarlo col fianco. - ti ricordi cosa mi facevi quando eri fuori di testa? - ora non era più imbarazzato. Era rilassato ed eccitato.
C
astiel fece mente locale sempre senza distogliere lo sguardo. Non era imbarazzato ma confuso.
- Come lo definite voi? - Dean era anche divertito.
- Sesso... e se ci sono dei sentimenti si chiama fare l'amore. Solo che eri così fuori che non so come considerarlo. Ricordi qualcosa? - la voce bassa e suadente. 
- Tutto... - i visi sempre più vicini. 
- E ti piaceva? - le voci sussurri impercettibili.
- Non ho mai fatto una cosa più bella... - Dean provò un calore che non sentiva da tempo. Da quando aveva fatto l'amore con lui.
- Allora se lo rifaccio non mi rifiuti... - Castiel fece di nuovo l'espressione di chi non capiva bene.
- Perché dovrei? Non ti rifiuterò mai... -
D
ean non ci vide più. Era ora di prendersi un po' di piacere dopo tanti, troppi dolori.
Non sapeva come poteva arrivare a pensare a quello in una situazione simile, ma riavere Castiel, il suo Castiel così come l'aveva lasciato mesi e mesi indietro, prima che impazzisse e sparisse e litigasse con lui... riaverlo fu il colpo di grazia.
Si era reso conto di provare qualcosa di serio per lui quando si erano separati per la questione del tradimento, quando Castiel era morto, o per tutti era stato tale, aveva avuto molto tempo per pensare ed il suo sentimento d'amore si era trasformato in rabbia per permettergli di sopravvivere alla sua scomparsa. Però di quello si trattava.
Quando era tornato si era sentito felice, semplicemente felice. Ed in colpa, perchè poi Castiel aveva fatto un casino assurdo ed ora doveva rimediare. Rimediato, era diventato matto. Diventato matto l'aveva sedotto e ci era finito a letto.
Ora era consapevole di esserne innamorato, a quel punto solo un idiota non l'avrebbe capito, era anche fisicamente attratto da lui ed eccitato come non pensava sarebbe potuto essere.
E Castiel era di nuovo in sé.
E con lui.
E lo ricambiava.
Le labbra erano screpolate, il sapore amaro eppure nonostante questo fu il bacio più bello che si trovarono a scambiarsi.
Dean lo gestì al contrario di quanto fatto mesi prima, quando si era trovato Castiel fuori dal controllo.
Ora era lì e lo stava facendo lui, l'angelo sembrava si fosse dimenticato come si faceva e Dean capì che l'avrebbe preso lui, quella volta.
La bellezza di Castiel, il vero Castiel, era proprio quella.
La sua purezza. Una purezza tale da darsi completamente in ogni sua forma alla persona che amava.
A Dean ormai si stava dando da molto tempo in tutti i modi e solo ora stava arrivando quello ultimo e definitivo. L'ultima parte di Castiel che mancava era quella corporea e materiale.
Le azioni avvenute sotto follia non le poteva considerare, dopotutto.
Gli mise una mano sulla guancia ruvida per la barba, l'accarezzò col pollice e poi gli aprì meglio le labbra per avere un accesso più completo alla sua bocca.
Era strano baciarlo perchè pur lo vedesse come un uomo non lo considerava come tale, per lui Castiel non era una cosa precisa e definita, sapeva solo che era sopra le parti e che anche se aveva sbagliato lo amava lo stesso perchè aveva rimediato ad ogni cosa.
Il bacio divenne presto più profondo, Castiel era un po' impacciato ma si lasciava trasportare da un Dean che di baci ne era effettivamente esperto.
Il calore che il ragazzo sentiva dentro cominciò quasi subito, era una specie di fuoco ma crebbe a dismisura mano a mano che il contatto con Castiel aumentava.
Fu assoluto quando lo prese con entrambe le mani sul viso e gli si sedette sopra a cavalcioni.
Smisero di baciarsi, Dean lo guardò a quella vicinanza ubriacante, pochi millimetri per riavere le sue labbra. Si respirarono senza distogliere gli occhi gli uni dagli altri, come ipnotizzati.
Le mani si intrufolarono lente sotto al suo impermeabile rovinato e sporco e glielo fece scivolare giù lungo le braccia, Castiel se lo tolse restando poi inerme.
Aveva i ricordi di quando era pazzo ma erano più come dei sogni.
Ora era più in balia della realtà, una realtà che trovava fantastica ogni secondo che passava.
Cominciò a provare uno strano calore quando le dita di Dean andarono sulla sua camicia sdrucita e sporca a slacciargli i bottoni che restavano. Sotto era liscio e pulito. Castiel continuava a guardarlo senza fare niente, le mani sul terreno, ai lati.
La camicia rimase arrotolata sui polsi e Dean decise di togliersi la propria maglia.
C'era un silenzio innaturale in quel posto ora così buio, si vedevano a stento ma si bastavano. I loro occhi brillavano dall'emozione e Dean era sicuro, ora, di ciò che stava facendo. Mano a mano che andava avanti si sentiva sempre più intraprendente, conscio che era ciò che aveva sempre aspettato e che poteva essere un dono da cogliere al volo prima di vederselo sfuggire dalle dita per sempre, come al solito. Perchè Castiel in qualche modo volava sempre via da lui... ed ora erano in quel posto pericoloso in mezzo a dei mostri che tentavano di ucciderli costantemente.
Eppure c'era una purezza, in un certo senso.
Erano tutte anime bestiali che erano lì per espiare e non c'era fondamentalmente il capo dei cattivi ed il capo dei buoni, non c'erano sostanziali fazioni, ognuno agiva per conto proprio.
Castiel aveva cominciato a riflettere seriamente sul suo futuro.
Se era finito lì sotto era un segno.
Le labbra di Dean sul suo collo lo distrassero ma tornò con concentrazione sulle sue idee... era al Purgatorio per espiare. Non era giusto andarsene. Aveva sbagliato, ferito ed ucciso i suoi simili, aveva fatto tanto di quel male quando era fuori dal suo controllo... per non parlare dell'accordo con Crowley... doveva espiare in qualche modo e non era convinto che stanare i Leviatani dalla Terra poteva essere stato sufficiente.
Dean insisteva per portarselo via ma lui non era certo fosse la cosa giusta.
Però era riscaldato dal suo desiderio di salvarlo.
Significava che l'aveva perdonato e non poteva pensare a niente di meglio.
Le sue labbra e la sua lingua l'assaggiavano cercando le parti sensibili, fu così che si soffermò sui suoi capezzoli e scendendo lo spinse giù col busto, stendendolo. Averlo così passivo sotto le mani quando prima era sempre stato sorprendentemente attivo era strano ma gli piaceva.
Raggiunse i suoi pantaloni che aprì, Castiel tornò presente e abbassò lo sguardo corrucciato, cercava di capire cosa stesse per fare ora. Ricordava che glielo aveva fatto molte volte ma cosa aveva provato, in realtà?
Aprì la bocca e soffocò un sospiro molto lungo, quando le sua lingua gli leccò l'erezione dovette premersi una mano sulla bocca per non gemere ma poi Dean cominciò a muoversi in modo consistente e veloce su di lui.
Quello era il piacere carnale?
Alla fine non riuscì a trattenere i gemiti e sperò di non essere sentito da nessuno. Dean proseguì dritto per la sua strada e fu assurdo sentirlo venire e non avere alcun liquido imbarazzante da sputare fuori.
L'orgasmo di Castiel consisteva in fiotti di luce.
Fortunatamente venne nella sua bocca e non illuminò a giorno proprio nulla.
Le volte precedenti Castiel era sempre venuto dentro di lui, mentre avevano fatto l'amore, quindi non aveva mai notato questo particolare.
Era strano.
Significava che gli aveva sempre dato dell'energia pura? In effetti, ripensandoci stordito, aveva sempre provato una forza in più in quei momenti...
Castiel si alzò sui gomiti senza capire cosa fosse successo e perchè si fosse fermato.
Dopo un piacere intenso da impazzire e dopo essersi seriamente sconnesso con sé e col mondo, Dean aveva smesso.
- Bé? - Dean tornò a lui e sorrise malizioso.
- Ehi! Potresti anche fare tu qualcosa, no? Eri così attivo sulla Terra! - Disse scherzando. Castiel si morse il labbro in difficoltà e decise di usare quei ricordi che non capiva.
Quelle volte anche lui gli aveva fatto quella stessa cosa sulle sue parti intime.
Lo prese e lo alzò in ginocchio davanti a sé, con gesti quasi meccanici e studiati al tempo stesso gli aprì i jeans usurati e glieli abbassò insieme ai boxer. A Dean faceva strano perchè non era la loro prima volta, a conti fatti, però si sentiva come se lo fosse. Forse per l'impaccio con cui Castiel faceva tutto...
Si strofinò le labbra e decise di vedere come sarebbe andato avanti ma non se ne pentì molto perchè la sua bocca l'avvolse senza imbarazzo. Del resto non sapeva che quelle cose fra comuni mortali erano spesso motivo di vergogna se fatte fra ragazzi. Bè, anche fra uomo e donna ma in quel caso venivano considerate come più normali.
Lui stesso con dei ragazzi al di là di Castiel non l'avrebbe fatto. L'idea lo faceva rabbrividire ma venne distratto dall'angelo che proseguiva su quella via e sorrise divertito.
- Stringi di più le labbra... - Castiel eseguì automaticamente e quando lo sentì farsi più duro capì che doveva essere un buon segno. - Più veloce... - Dean cominciò a muovere il bacino contro la sua bocca e a tenergli la testa per fargli capire cosa volesse e Castiel si eccitò sentendolo così virile in un certo senso. O meglio, non aveva idea che quel calore nelle parti basse era eccitazione e che quell'eccitazione era dovuta alla virilità di Dean, però era comunque bello e continuò cercando di non deluderlo.
Andò ad istinto ed il suo istinto, aiutato dal ragazzo, non fece cilecca per una volta.
Quando il ragazzo sentì che stava per venire lo staccò con prepotenza e l'altro lo guardò senza capire perchè l'avesse fatto, così sospirando spiegò rauco abbassandosi per parlargli all'orecchio e, di tanto in tanto, leccarglielo:
- Bisogna andare per gradi... - Ma Castiel ancora non capì di cosa parlasse e Dean non se ne curò molto. Gli percorse il corpo con le labbra ed arrivò alla sua apertura, fra le gambe che alzò. Gliela leccò e Castiel sospirò quando inserì un dito ed iniziò a muoverlo con lentezza crescente.
Tornò a gemere e lo fece anche quando mise il secondo dito.
Per lui che non sentiva il dolore e che comunque aveva un'altissima soglia, era solo piacevole tutto quello.
Dean se ne rese conto quando continuò a gemere anche col terzo dito e capì che poteva pure passare la notte a prepararlo e metterci tutto il braccio dentro che per lui sarebbe stato sempre bello.
Sogghignò all'idea di certi esperimenti e decise di prendersi il proprio piacere.
Aveva aspettato tanto, troppo.
Era vero che aveva avuto degli splendidi orgasmi con il Castiel senza catene angeliche, ma ora era il reale Castiel. Doveva essere diverso. Specie perchè per la prima volta faceva lui l'attivo.
Si alzò sulle ginocchia e lo prese per i fianchi, gli avvolse le gambe attorno alla propria vita e senza troppi fronzoli ed esitazioni entrò.
Come da lui previsto Castiel non si contrasse poiché non provava dolore e fu quanto mai piacevole poter darci dentro da subito senza riguardi.
Socchiuse gli occhi per vedere la sua espressione e si eccitò ulteriormente, era abbandonato al godimento puro, non aveva idea che quelle cose fossero così belle e le stava provando davvero per la prima volta.
Gettò la testa indietro e cominciò a gemere nei movimenti sempre più intensi e penetranti. Il ritmo crebbe di prepotenza e Castiel si unì a lui nei sospiri rochi. La sua voce restava così sensuale e profonda che lo fece rabbrividire, dalla nuca in giù lungo la schiena e poi sul suo basso ventre, ovunque le scosse si sparsero e tutto aumentò fuori misura e senza controllo.
Poteva essere l'ultima volta visto lo stato pericoloso in cui erano, viaggiavano con un vampiro nel purgatorio fra mostri che tentavano di ammazzarli e leviatani che volevano Castiel a tutti i costi. Come potevano pensare di farcela?
Decise di non farne conto e di evitare per un momento tutte le angosce, era la prima volta che stava bene dopotutto.
E tutto crebbe a dismisura.
E al diavolo, anche se è l'ultima prima della nostra vera fine, almeno sarà una fine fottutamente piacevole, per una volta! Ma come è vero che sono Dean lo salvo questo cataclisma naturale!”
Castiel l'aveva aiutato tanto, sempre, a tutti i costi. Aveva sacrificato ogni cosa, persino sé stesso e la sua fede, oltre che i suoi simili. Aveva sbagliato ed era caduto, ma si era meritato la redenzione. Ed ora, in un modo anomalo ma giusto, gliela stava dando.
La pace non sarebbe potuta essere più giusta e pura.
La serenità li invase dentro come un'onda che si espandeva sulla via dell'eternità, senza fine il piacere contagiò ogni particella e la mente scordò il posto in cui erano, i pericoli e cancellò il passato.
Il benessere li rigenerò e Castiel stesso, riempito del piacere di Dean, lo trasformò in energia. Fu come toccare la sua anima.
Tremarono entrambi e a Dean si formarono le parole 'amore' nella mente, ma giurò a sé stesso di dirgliele quando e se si sarebbero salvati da quella maledetta situazione.
Come avere nuova linfa vitale nelle vene, Dean uscì da Castiel e si stese a terra ma per la prima volta non sfinito. Visto che Castiel restava fermo accanto sotto probabile shock, se lo tirò sopra trovando divertente quello che ormai era il suo compagno.
- Ehi... - Lo chiamò con la sua solita scarsa gentilezza. Castiel lo guardò.
- Sì? - Fece l'angelo come se fosse tutto di nuovo normale.
- Come ti senti? - Non era uno che amava parlare delle prestazioni sessuali appena avute però gli piaceva comunque la gratificazione, aveva un certo ego da nutrire.
Castiel non sapeva che domanda fosse e rispose letterale ed ovvio:
- Bene. - Dean, deluso, lo occhieggiò.
- Tutto qua? - La testa di Castiel era adagiata sulla sua spalla, l'alzò per guardarlo e capire cosa volesse dire.
- Cosa si dice in questi casi? - Ecco le sue solite domande che rovinavano tutto! Dean sbuffò spazientito.
- Che è stato bello, che ne so... se lo vuoi rifare... cosa provi... - Castiel continuò a non smentirsi naturalmente.
- Certo che è stato bello... è stato incredibile... e spero potremo rifarlo anche se non ne sono certo visto i pericoli che corriamo. Potremmo morire ogni istante e comunque quando uscirai di qua io... - Dean sbuffò imbestialito.
- Smettila! Perchè devi rovinare tutto? Uscirai con me, quante volte te lo devo dire? E scoperemo tante di quelle volte che... -
- Scoperemo? - Chiese senza capire. Dean scosse il capo e si spompò finendo anche per ridacchiare.
- Fare sesso, quello che abbiamo fatto adesso... -
- Non era amore con i sentimenti? - Castiel non capiva più. Dean trattenne il fiato. Forse era più sveglio e presente di quel che a volte sembrava.
- Ci sono sentimenti? - Chiese provocandolo divertito.
- Certo. Tu mi hai detto che sono importante ed io ho confermato la stessa cosa. Non sono sentimenti, questi? - Dean glielo stava per dire, improvvisamente. Che lo amava. Ma si morse la lingua e si trattenne. Glielo avrebbe detto sulla Terra.
- Sì... - Ammise solo. Restava strano di base quel rapporto con lui e fare quelle cose, non erano proprio naturali ma forse era così perchè Castiel era strano di suo. Ormai si era anche abituato a quei suoi modi a volte meccanici a volte infantili. Del resto se ne era innamorato, non poteva farne a meno. Qualunque modo andava bene pur di poterlo vivere quanto più poteva.
Era stata la cosa più bella da anni e intendeva tenersela anche se era poco spontanea. Si sarebbe abituato.
Sperò di riuscirci, poi Castiel lo sorprese perchè lo faceva sempre e prima di mettersi giù -non a riposare perchè lui non ne aveva comunque bisogno ma a vegliare su Dean che avrebbe dormito un po' per la prima volta da quando era lì sotto- lo ringraziò di tutto con un bacio dolce e leggero. Dean rimase spiazzato, poi decise di riprenderselo e approfondire con un sorrisino malizioso per mostrargli come si faceva. Castiel stava imparando in fretta, si sarebbero abituati a vicenda a quella nuova situazione.
- Grazie per avermi perdonato. - Disse alla fine sistemandosi sulla sua spalla come prima. Dean strinse gli occhi.
Era sempre lui, sempre il suo Castiel puro e non aveva idea di quanto fosse vero quel pensiero.
Solo quando l'avrebbe visto rinunciare alla salvezza per espiare le sue colpe lì sotto, l'avrebbe capito. Ma a quel punto la sua mente, spezzata dal dolore per non aver potuto salvare il suo Castiel, gli avrebbe modificato i ricordi per dimenticare la rinuncia alla vita per l'espiazione. Perchè non poteva essere un pensiero sopportabile che il suo compagno preferiva fare ammenda in purgatorio piuttosto che vivere con lui sulla Terra.
Ma questa sarebbe stata una situazione che, in ogni caso, avrebbero risolto una volta che si sarebbero ritrovati.
Perchè con loro era sempre così.
In un modo o nell'altro si ritrovavano sempre e sarebbe stato così per sempre.

FINE