CAPITOLO XI:
DIETRO ALLE SCELTE

Era stato logico. Quello che gli aveva detto Peter era stato credibile e logico, per cui alla fine Derek aveva voluto convincersi che fosse vero, che fosse così. Che non aveva ucciso sua sorella Laura di proposito. Che non l'aveva fatto apposta, che l'aveva fatto preso dall'ipnosi, che era ancora privo di coscienza, che non l'aveva riconosciuta.
E poi ci aveva creduto per sopravvivere.
Di norma preferiva morire che abbassare la testa, però aveva assurdamente pensato che forse, se resisteva, visto che non era completamente solo come le altre volte, magari questa volta poteva farcela in un secondo momento.
Con Scott e Stiles.
Stiles... cosa mai poteva fare? Nulla!
Era un umano!
Però aveva pensato anche a lui ed in effetti non l'aveva forse fatto anche per lui?
Per poterlo rivedere, per impedire a Peter di ammazzare anche lui.
La prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata uccidere gli amici di Scott per spingerlo ad unirsi a lui. Matematico.
Il primo da uccidere era di certo Stiles.
Derek aveva pensato a tutte queste cose, mentre si era trovato ad abbassare il capo e ad unirsi a suo zio.
Perchè doveva essere così sbagliato farlo?
Sentiva dentro che non andava, che non era giusto, lo sentiva proprio nel profondo.


Naturalmente Stiles provò un gran sollievo nel sapere che Derek era vivo, ci rimase male quando seppe da Scott che si era unito a suo zio, l'alpha che aveva la fissa di uccidere gli amici di Scott.
Era andato a casa come un automa obbligandosi a non reagire in modo avventato, non sapeva cosa pensare. Era stato così male, prima, che sapere che Derek si era unito a quello gli toglieva il fiato, non aveva idea di come dovesse sentirsi.
Era vivo.
Dopo aver pensato che fosse morto poteva avere un po' di sollievo nel saperlo vivo.
Però cosa gli era successo?
Forse quell'essere lo stava controllando?
Doveva capire.
Da solo a casa si trovò quasi ad impazzire, si rigirava nel letto con l'angoscia che lo attanagliava dall'interno e all'ennesima fitta allo stomaco, Stiles si alzò ed andò in bagno a vomitare.
Prima l'angoscia per Derek morto ed ora perchè era passato dalla parte di quel mostro.
Allora cos'era? Cos'era in realtà?
Buono o cattivo?
Strinse i bordi del water e contrasse la mascella ed i muscoli, stava così male che non ce la faceva più.
Perchè doveva stare così?
Derek non era affar suo, si era servito di loro per i suoi comodi ed ora che aveva trovato qualcuno di più forte, li scaricava. Zio e nipote, alpha e beta, si sarebbero vendicati degli Argent, era una guerra loro, a lui e a Scott non apparteneva più. O meglio la teoria era questa, in pratica volevano Scott e se volevano Scott, Stiles non poteva uscirne.
Stava per piangere, voleva piangere e gridare ma si obbligava a non farlo. In un estremo tentativo si alzò e si sciacquò la bocca. La sentiva amara, era orribile il sapore che gli era rimasto, ma forse era il giusto modo di sentirsi.
Acido.
Amaro.
Sgradevole.
Derek alla fine aveva scelto la parte da cui stare. Non era lui, non aveva scelto lui.
Però mi ha salvato la vita. Si è buttato addosso a lui sapendo che non l'avrebbe mai potuto battere. L'ha fatto per proteggermi.”
Stiles si lavò i denti e tornò a sciacquarsi la bocca ed il viso, lo fece ripetutamente fino a che gli occhi smisero di pungere e la gola di contrarsi con altri conati di vomito.
Stare così male per una persona... come poteva?
Non se lo meritava.
Però mi ha salvato, qualcosa dovrà pur significare, no?”
Stiles non poteva non pensarci. Quando tornò in camera con questo stato d'animo combattuto, si paralizzò vedendo la figura alla finestra. La luce era scarsa, da fuori i lampioni e la luna mostravano poco e nulla, però lo riconobbe subito. Lui, il suo contorno, i suoi capelli spettinati, le sue spalle larghe. La propria maglia addosso sotto la giacca.
Respira Stiles. “
In un momento non poteva muoversi, in un momento aveva perso l'uso delle gambe, le ginocchia gli avrebbero ceduto di lì a poco.
Stiles cercò disperatamente i suoi occhi, ma era ancora buio, non li vedeva. Aveva bisogno di vederli brillare in quel modo inquietante. Aveva bisogno...
E voleva parlare, dirgli qualcosa, riempirlo di domande.
Però gli tornò alla mente il momento in cui aveva creduto stesse morendo per lui, il momento in cui l'aveva pianto.
Era vivo.
Era lì.
Inghiottì a vuoto e scosse il capo ritrovandosi con ancora la voglia di piangere e vomitare, però sorprese sé stesso e mosse tutti i passi che riuscì. Fu più veloce di quel che avrebbe potuto pensare.
O forse Derek gli venne incontro.
Lo abbracciò.
Le sue braccia erano abbastanza forti da reggerlo, lo tennero e l'alzarono sentendolo che scivolava giù privo di forze.
Nascose il viso contro il collo.
- Stai bene... - Derek sapeva che Scott gli aveva raccontato tutto, sapeva che ne aveva pensate di tutti i tipi e sapeva che quella reazione spontanea era tanto splendida quanto evidente. Stiles si stava prendendo da lui e nel momento peggiore.
Non poteva permetterlo.
Doveva allontanarlo.
Perchè era venuto allora?
Avrebbe dovuto sparire e basta.
Se fosse sparito avrebbe potuto pensare che era obbligato a seguire Peter, ma che in realtà lo faceva per proteggerlo. Doveva pensare che fosse davvero dalla parte di Peter, che lo stava scaricando, che non lo voleva più.
Derek doveva assicurarsi che Stiles lo odiasse al punto da starne fuori.
Però il suo corpo esile fra le braccia era così abbandonato a lui, tremava ed aveva un bisogno immenso di certezze.
Non andava bene così, doveva separarsene, doveva andarsene, doveva...
Gli prese il viso fra le mani e lo baciò.
No dannazione, no! Derek, non così!”
Però la propria bocca era incapace di separarsi da quella di Stiles, la sua bocca così dolce e morbida. La lingua si intrecciò alla sua, si prese il suo sapore, possedette ogni cosa di lui, ogni centimetro, l'assorbì mentre lo stomaco gli dava una strana sensazione di vuoto.
Era impossibile. Non sarebbe finita bene.
Doveva proteggerlo, doveva fare ciò che era giusto.
Scivolò con le mani sui suoi fianchi, sotto la maglia, la sua pelle liscia e calda. Stiles sussultò al tocco e si aggrappò alla giacca. Lo desiderava al punto da annullare ogni ragionamento logico e tipica caratteristica di sé.
Niente domande. Niente parole. Niente rifiuti logici.
Solo la sua bocca, lui, il suo corpo.
Derek gli stava per togliere la maglietta quando si ricordò del primo pensiero avuto nel baciare Stiles.
Era un ragazzino, doveva aspettare diventasse almeno maggiorenne, non aveva idea di che cosa stava per fare, era troppo piccolo per saperlo di già.
Si spaventò. Significava che lo desiderava al punto da far violenza su sé stesso e ricordarsi che non poteva?
Se era a quel punto doveva essere in grado di proteggerlo e c'era solo un modo. Strinse gli occhi, prese respiro, prese il suo respiro, e lo spinse via allontanandolo da sé. Stiles ancora non si reggeva sulle gambe per la paura e la sorpresa e l'enorme emozione, quindi fece per cadere e Derek lo riprese per le braccia e lo sedette sul letto con una delicatezza inaspettata.
Stiles lo guardava smarrito.
- Cosa diavolo è successo? - Chiese cercando di riprendersi, stringeva il lenzuolo sotto di sé, doveva riprendere le forze.
Derek si ripeteva di farlo come un mantra.
Fallo e basta. Fallo.”
Era teso come una corda di violino, non gli piaceva quello che stava per fare e non voleva proprio farlo.
Ma doveva.
Allora indurì lo sguardo e muovendosi verso la finestra, mormorò basso e penetrante, incisivo, scandendo bene.
- Sono venuto a dirti che sto bene, ma che ora ho trovato chi mi potrà aiutare nella mia vendetta. Io e mio zio abbiamo lo stesso obiettivo. Vendicheremo la nostra famiglia. - lo stava convincendo? Doveva essere più stronzo ma era difficile dopo averlo baciato.
- Mi stai dicendo che ci lascerete in pace? - Chiese incerto. Non sapeva nemmeno Stiles cosa sperare. Non voleva che Derek uscisse dalla sua vita, ma erano di mondi completamente diversi, prima o poi sarebbe successo.
- No, ti sto dicendo che Peter cercherà di prendersi Scott in tutti i modi, ci serve per la nostra vendetta. Dobbiamo essere tutti e tre. E toglierà di mezzo il suo branco attuale, i suoi amici. Tutti. Quindi... - parlare nell'ombra della stanza era più facile, Stiles era umano, non sentiva il proprio cuore impazzito. Non voleva ma doveva.
- Quindi sei venuto a dirmi che ci ucciderai. Che mi ucciderai? - Derek voleva gridare che non l'avrebbe mai fatto, che avrebbe dato la vita per lui, prima era stato disposto a darla, non era morto perchè Peter non aveva voluto.
- Sono venuto a dirti che dovete guardarvi le spalle, perchè faremo quello che va fatto. Ad ogni costo. -
Derek mise una mano alla finestra e strinse, Stiles vide il gesto, non gli sfuggì e si mise a scuotere il capo scombussolato, incredulo. Non sapeva come dovesse prenderla.
- E me lo dici baciandomi? - Derek doveva andarsene, doveva andarsene subito, ma i suoi piedi erano piantati lì nella sua camera.
- Te lo dico come mi pare! - Ruggì. Stiles si alzò stizzito e gli andò davanti, Derek fece per andarsene, ma il ragazzo gli prese la giacca e lo trattenne con un ultimo scatto di forza disperata ed ostinata.
- Mi hai salvato la vita là dentro! Sapevi che saresti morto! Se sei vivo è perchè ti sei unito a lui... ti sei unito a lui per non morire, non perchè sei dalla sua parte! -
Così non andava bene. Doveva proteggerlo. Doveva proteggerlo a tutti i costi.
Chiuse gli occhi, contrasse la mascella e strinse la bocca, poi gli prese il collo con una mano ma non strinse, gli tolse momentaneamente il fiato e la parola. Stiles si paralizzò, non si sarebbe comunque mosso da lì.
Era stato disposto a morire per lui, prima.
La cosa ancora sconvolgeva entrambi.
Quando erano arrivati a quel punto?
- Se non ne stai fuori finirai male, ragazzino! Devi smetterla di intrometterti! Tu non c'entri niente in questa storia! Esci! Pianta quella calamità del tuo amico e vattene! Lascialo a sé stesso! Lui è un lupo, è forte, se la caverà, tu non sei nessuno, sei debole e non c'entri nulla! Esci e vattene! Stanne fuori una volta per tutte! O ti ritroverai con il collo tagliato. - Ora li sentiva i suoi artigli sul collo che premevano sulla pelle sensibile. Stiles sussultò rabbrividendo. Non gli stava facendo male, voleva solo spaventarlo, ma vedeva bene i suoi occhi. La speranza che ci credesse. La preghiera.
Credimi e vattene.”
- Non abbandonerò mai Scott! Ormai ci sono dentro che ti piaccia o no e se vuoi stare dalla parte di tuo zio per comodità, fai quello che devi fare! Tanto sapevo che ci stavi solo usando. - Poi alla fine, con dolore, aggiunse: - Che mi stavi usando. - Si sentiva così?
Derek se lo chiese.
Forse era meglio che lo credesse. Il cuore di Stiles batteva così forte per il dolore. Doveva ferirlo. Doveva fargli credere che l'aveva solo usato.
- Stavo aspettando dei veri aiuti. Ora che li ho non mi servi più. Mi interessa solo Scott. - Era la cosa peggiore che gli avrebbe potuto dire visto che aveva già i complessi di non essere stato lui la prima scelta. Di non essere mai lui quello che serviva. Che cercava. Il compagno di Derek. Era Scott il compagno di Derek. Era Scott il lupo, lui solo un umano.
- Un passatempo... - Mormorò con amarezza.
Era perfetto, si disse Derek.
Così andava bene.
L'avrebbe odiato.
Doveva odiarlo.
Avvicinò le labbra al suo orecchio e fingendosi viscido e maledetto, mormorò.
- Un passatempo... - Stiles andò in pezzi, Derek si odiò più di prima, ma si lasciarono andare insieme.
In un soffio in camera non c'era più nessuno. In un soffio era tutto finito, una stupida illusione quella di essere importante per lui, di non essere davvero una seconda scelta od una scelta di riflesso.
Una stupida illusione durata qualche giorno.
Lui non contava, lui era il peso, lui era scaricabile, lui era un passatempo, lui non serviva più.
Se quella era la scelta di Derek, che se la tenesse.
Sapeva che era complicato.
Si buttò nel letto e soffocò il viso contro il cuscino trattenendo un urlo. Voleva piangere ma si sentiva stupido.
Usato.
Eppure poteva dimenticare che Derek era stato pronto a togliersi la vita per lui?
- Un passatempo...- Si ripeté amaro.
Non lo voleva. Non lo voleva e basta.
Peter lo voleva morto e Derek ora era con Peter. Stop.
Il resto erano stupide cose che voleva vedere lui.
Cose che non c'erano.


Dopo di questo Stiles si decise a confidarsi con Scott da cima a fondo. Sapeva che non era proprio il momento adatto, ma non ce la faceva più a tenersi tutto dentro, era ormai impossibile. Specie perchè era uno abituato a dirgli sempre tutto e a condividere persino la cosa più insignificante.
Scott aveva già capito e poi aveva trovato conferma da quel dialogo con Derek, però era contento che finalmente Stiles si confidasse. Era una cosa importante perché lui si aggrappava a Stiles per tutto e gli diceva ogni cosa.
Stiles aveva in mano la sua vita, se voleva poteva farlo a pezzi in tanti modi diversi.
Non solo perchè conosceva il suo punto debole, ma perchè sapeva il suo segreto.
Si fidava più di Stiles che di sé stesso.
- Allora sei gay? - Chiese alla fine del suo racconto stile cascata del Niagara. Aveva parlato sparando mille parole al secondo come una mitragliatrice e non si era fermato.
Scott alla fine, fermo sulla propria poltrona in camera, gli aveva detto questo.
Stiles si fermò finalmente e lo guardò stralunato.
- Sono gay? - Gli chiese confuso e stridulo. Scott sgranò gli occhi incredulo che glielo chiedesse a lui.
- Te lo sto domandando io... -
- Ma non lo so! Mi piace Derek! Oh mio Dio, mi piace Derek! Ecco, l'ho detto! Forse era meglio dire che mi piacciono i ragazzi e quindi lui è un bel ragazzo ed è questo che mi piace! Lui dice che mi piace il lato selvaggio della vita, mi piace il pericolo... - Aveva di nuovo ripreso a parlare un sacco e Scott di nuovo si stava perdendo metà delle cose.
- Cosa c'entra il pericolo? - Infatti si era perso.
Stiles sospirò spazientito continuando a gesticolare con quella sua aria da 'è ovvio!'
- Quando c'è del pericolo invece che scappare ci corro incontro! -
- E con Derek? -
- Derek è il pericolo numero uno! -
- Il numero uno è Peter... - lo riportò bruscamente alla realtà e Stiles arricciò la bocca scontento che qualcuno prendesse lo scettro di più pericoloso a Derek. - Senti, sono contento che ti piace Derek... -
- Io no! - Rispose brusco.
- Però ora come ora è primario capire da che parte sta! - Stiles batté le palpebre un paio di volte pensando d'aver capito male.
- Pronto?! Si è schierato con Peter, no? -
Scott sospirò e si prese il viso fra le mani.
- Ma poco prima hai detto che stava dando la vita per te... e poi ha un qualcosa con te, dici che ti bacia... -
- Si divertiva, era un passatempo e basta! I lupi non hanno distinzione di sesso, dominano per natura ed il sesso è uno dei mezzi che hanno per dominare! - Stiles riusciva ancora a ragionare, era una cosa che gli veniva automatica quando era troppo nel caos. Cercava di usare il cervello a scapito dell'istinto.
- Però vorrebbe farmi entrare nel branco ma non mi ha mica mai sedotto col sesso! -
- Certo, tu stai con Allison! Non funzionerebbe con te! Se ti vivisezionano il cervello viene fuori solo lei! - A questo il viso di Scott puntuale fece l'aria ebete consueta e Stiles sospirò spazientito buttandosi nel letto dell'amico.
- Dai... però non vuole che tu entri nel suo branco. Non usava il sesso per dominarti... secondo me gli piaci. Ha rischiato grosso contro Peter per te. Mi ha chiesto aiuto per aiutare a far fuori l'alpha perchè da solo non ce la poteva fare e che fa quando lo trova? Ci va contro da solo! Era per farti scappare! Non è una questione di divertimento o dominazione come dici tu! - Stiles ora voleva soffocare, era ancora più confuso di prima.
- No, allora perchè è venuto a farmi quella sparata? A dirmi di stargli alla larga che ora avrebbe cercato di uccidermi? Che aveva un nuovo aiuto? Non conto niente per lui. - Scott era scoraggiato quanto Stiles.
Da un lato capiva Stiles ed il suo rifiuto di fidarsi di lui. Non era facile fidarsi di Derek. Lui subiva il suo fascino, ma quando usava il cervello sapeva che era un pessimo elemento e che era meglio stargli alla larga. Obiettivamente non sapeva cosa dirgli.
- Credo che comunque possiamo fare solo una cosa. - Stiles alzò la testa dal cuscino dove premeva la faccia e lo guardò in attesa del resto. - Derek ha fatto una scelta, per qualunque motivo l'abbia presa, dobbiamo rispettarla. Abbiamo un'altra priorità. Peter vuole che uccido i miei amici e si servirà anche di Derek per farlo. Peter è più forte di Derek. Può costringerlo ora che è nel suo branco. E può costringere me perchè abbiamo la connessione. Lui è il mio creatore. - Scott aveva avuto tempo tutta la notte per pensarci ed ora che era mattina era ancora più sicuro di quello che diceva.
Stiles tornò a soffocarsi. Capirlo almeno sarebbe stato un passo per mettersi il cuore in pace, però Scott aveva ragione: qualunque cosa ci fosse dietro, Derek era dalla parte sbagliata, ora. Non c'era altro da vedere.
E poi non era stato dolce quando gli aveva detto che lui non contava nulla, di starne fuori, che era inutile e che non serviva a nessuno.
- Mi ha solo usato. - Ripeté contro il cuscino demoralizzato, si sentiva così idiota. Aveva rivoluzionato sé stesso, si era fatto un sacco di domande sull'essere gay e cose così ed ora?
Ora se ne usciva in quel modo.
Con che coraggio?
A lui non importava davvero.
Scott notò le sue parole ed il suo stato che rasentava la disperazione, non sapeva ancora come aiutarlo ma voleva.
- Allora sei gay? - Tornò alla domanda iniziale e Stiles alzò le spalle.
- Non lo so, non trovo attraenti tutti. Starei ore a baciare Derek ma... ma non te o Danny o Jackson! Beh Danny magari... - Disse fuori dal suo controllo. Scott lo fissò corrugato credendo d'aver capito male e Stiles alzò di scatto la testa con un altro pensiero che gli passava fugace per la testa.
- Jackson! - Scott impallidì.
- Ti piace proprio lui?! -
Stiles si mise seduto allarmato.
- No idiota! Jackson ora è mira degli Argent! E sarà mira pure di Peter! - Scott inarcò le sopracciglia. - Ragiona... - cosa per cui di solito l'addetto era proprio Stiles. - Chi era quella notte a scuola che Peter voleva spingerti ad uccidere? - Scott sgranò gli occhi capendo, seppure col consueto secondo treno.
- Tu, Allison, Lidia e Jackson! -
- E gli Argent cercano di capire se l'altro beta sia Jackson! -
- E' quello più in pericolo! -
I due a quel punto si alzarono e corsero in macchina di Stiles a rotta di collo con una missione da compiere. Salvare quel piantagrane inutile di Jackson!