CAPITOLO XII:
NELLA SUA TESTA

Derek contrasse la mascella e respirò a fondo prima di reagire. O per lo meno cercava di farlo.
Si era appena lavato e stava cercando dei vestiti da indossare, aveva radunato le cose da casa sua, ora piantonata dalla polizia perchè era ancora ricercato, e le aveva messe in macchina e la macchina l'aveva nascosta.
Ora con l'arrivo di Peter avevano trovato un altro rifugio momentaneo.
Finalmente si era potuto darsi una lavata dopo gli eventi dell'altra notte.
Peter lo stava fissando pungente ed insistente, con quel suo sguardo sottile, penetrante e languido. Sembrava alludesse sempre a mille cose, una più malefica dell'altra.
- Devi aiutare Scott. - Disse osservando compiaciuto la sua ampia schiena nuda dove la triplice spirale faceva sfoggio di sé.
- Perchè?! Non è mica uno di noi ancora! - Ruggì privo di gentilezza, tutto l'opposto di Peter che era estremamente calmo e controllato.
Si mise dei jeans aderenti e cercò una maglia nervoso.
- No, ma voglio spingerlo a diventarlo, quindi lo aiuterai a liberarsi dei suoi bagagli e dei suoi pesi. - Derek lo sapeva, ovviamente. Però sperava non glielo avesse chiesto.
Chiuse gli occhi a scosse il capo.
- Mi dispiace che non vuoi, magari ti sei affezionato, ma è necessario o non batteremo mai gli Argent senza Scott. -
Derek inghiottì e sussultò quando trovò la maglia di Stiles, quella che aveva tenuto sei anni fa. La lasciò subito andare come fosse contaminata e si prese un'altra infilandola in fretta, poi si voltò.
Sapeva che era inutile provare a mentirgli, sentiva tutto quello che gli si agitava dentro. Però ugualmente non sapeva come gestirlo.
- Non me ne importa niente di loro! Però non sono un assassino! Essere predatori non significa essere assassini! -
Peter sospirò e chiuse gli occhi continuando a mantenersi calmo.
- Sapevo che tua madre ti aveva messo dentro quest'idea. Nemmeno io sono un assassino, però ci sono dei mali necessari per raggiungere degli scopi giusti. - Derek assottigliò lo sguardo e Peter non si lasciò turbare dalla minaccia burrascosa che lo stava fissando.
- Non mi piacciono i tuoi metodi e lo sai! - Peter in due secondi gli fu davanti a prenderlo per il collo usando gli artigli che lo ferirono superficialmente.
Lo spinse contro il muro e lo bloccò in un soffio, poi, sempre pacato e freddo, sussurrò piano.
- Discuti gli ordini del tuo alpha? - Derek sapeva cosa succedeva se lo faceva. Prese respiro e chiuse gli occhi aspettando che si decidesse a fargli qualunque cosa avesse in mente.
Era odioso per lui rassegnarsi così a qualcosa, in vita sua non l'aveva mai fatto. O quasi.
- No. - Mormorò solo. Peter soddisfatto osservò il suo volto contratto, ma non dalla paura. Stava cercando spasmodicamente di trattenersi.
- Un po' sei spaventato, ma un po'... - Peter era confuso perchè in Derek si agitavano mille sentimenti contrastanti ed erano uno più violento dell'altro. Sembrava stesse combattendo una dura guerra dentro di sé.
- Ti sento confuso, Derek... - Disse sorpreso nel realizzarlo. Così lo lasciò andare capendo che non serviva minacciarlo. Fece un passo indietro e ritirò gli artigli, Derek si massaggiò il collo e aprì gli occhi fissandolo torvo.
- Lo sono! Torni in questo modo dopo tutto questo tempo... non so cosa pensare! -
- Ti ho spiegato tutto. E non è questo che ti confonde tanto. - Peter si era sempre divertito con lui, a spiarlo, a manovrarlo, ad infilarsi nella sua mente e a fargli fare quello che voleva. Da ragazzino era stato facile, ora di meno.
Derek era da sempre il suo passatempo preferito.
Il rapporto che aveva con lui era molto particolare, difficile da spiegarlo anche per lui. Però una cosa era autentica. La sua volontà d'averlo dalla propria parte a prescindere. Negli anni aveva sempre usato dei sistemi poco puliti, però il risultato era sempre quello che contava.
- Non so di cosa parli! - Disse Derek cercando di soddisfarlo abbastanza da lasciarlo in pace.
- Io penso di sì... ma se vuoi tenerti il tuo piccolo caos apocalittico fai pure. Ho cose più importanti a cui pensare. - Era raro che Derek riuscisse a nascondergli qualcosa, quando aveva voluto, in passato, era sempre riuscito a leggergli dentro. Ora non ci riusciva. Un po' doveva ancora riprendersi dalla paralisi di sei anni, un po' Derek era davvero un gran caos.
- Se devo ucciderli lo farò. Inizierò dal più insulso! - Anticipò Derek. Non voleva che gli chiedesse di Stiles. Se gli avesse ordinato di cominciare dal più affezionato a Scott, avrebbe capito che il proprio caos conduceva a lui.
Peter annuì.
- Ti aiuterò e mi occuperò di Lidia. La bella Lidia ha una capacità incredibile che nemmeno lei conosce. - Derek alzò lo sguardo sul suo per capire di cosa parlava. - Nessuno ne ha idea. - Aggiunse con un sorrisino misterioso.
- Di che si tratta? - Peter inarcò le sopracciglia divertendosi a giocare con lui.
- Se si mostrerà lo scoprirete. - Sperava non ci fosse mai bisogno di scoprire il suo dono, però lei era il suo piano di riserva nel caso non ce l'avesse fatta, per cui doveva occuparsi di lei nel modo che diceva lui. Un modo che Derek non avrebbe mai saputo.
Derek sospirò e scrollò le spalle stizzito.
- Fa quello che ti pare! Vado ad occuparmi di quell'insulso di Jackson! - Disse per potersene andare in fretta.
Aveva quasi varcato la soglia quando Peter lo nominò con un sorrisino ironico.
- Hai ragione, Jackson è proprio un insulso. E del tutto inutile fra l'altro. Non ci sono paragoni con quel Stiles... - Derek si fermò e irrigidì del tutto il proprio corpo, perfino il suo viso.
Peter non lo vedeva ma lo sentì e fu sufficiente.
Sogghignò sibillino.
- Cosa vuoi dire? - Chiese cercando di non avere reazioni particolari.
- Niente, solo che per essere un umano è piuttosto intelligente. Scott deve molto a lui. Vorrei che fosse lui ad ucciderlo in effetti... sarebbe significativo. Scott deve uccidere Stiles ed Allison per potersi unire a noi. Noi lo aiuteremo con Jackson e Lidia. - Per questo gli stava bene che iniziasse con Jackson.
Derek si voltò di scatto e con aria battagliera che proprio non poteva controllare, disse impetuoso:
- Scott non li ucciderà mai, ti stai solo illudendo! -
Peter piegò la testa di lato senza scomporsi, sempre con quell'aria sorniona.
- Beh, in quel caso vorrà dire che ce ne occuperemo noi. - Derek si stava controllando a fatica, non voleva esporsi, non voleva far capire che c'era qualcosa con Stiles. Però era cosciente che ormai Peter l'aveva capito.
- Vuoi avere l'onore di occuparti di Stiles? Visto che hai già cominciato a modo tuo... - Derek aveva avuto il timore che lui se ne fosse in qualche modo accorto; prima di pensare a qualcosa, a qualsiasi cosa, gli fu davanti e lo spinse precipitoso, Peter indietreggiò ma non cadde nemmeno, sembrava divertirsi per cui non reagì.
- Cosa vuoi insinuare? - Ringhiò.
- Pensi che non me ne sia accorto che stavi per dare la vita per Stiles in ospedale? Pensavi che fossi il nemico, sapevi che ero l'alpha e che non avevi speranze contro di me e mi hai attaccato e poi trascinato in quella stanza per permettergli di scappare. Pensavi ti avrei ucciso, Derek. - Derek non sapeva cosa dire per non dargli più conferma di quel che già sapeva. Però c'era poco da fare. L'aveva capito. Lo sapeva.
Ora immaginare cosa avrebbe fatto era impossibile. Il cuore cominciò a martellargli mentre si detestava amaramente per essere riuscito a provare una cosa simile per un'altra persona.
L'ultima volta era stato disastroso, gli era valso la famiglia!
Peter mosse un passo verso di lui fino a sfiorarlo, non lo toccò ma si fece vedere chiaramente da lui in tutta la sua gelida malvagità.
- E' per lui tutto questo caos? -
A questo punto Derek poteva fare solo una cosa.
- Non te ne importa cos'è! Tanto farai quello che ti pare lo stesso, no? - Gli bruciava ammetterlo davanti a lui, per cui tanto valeva tenere quella linea. Comunque Peter avrebbe fatto di testa sua.
Convinto che sorridesse malefico e glielo confermasse, Peter gli mise una mano sulla guancia. Derek si scostò di riflesso, odiava il suo contatto.
- Mi dispiace che questa sia l'idea che hai di me. A me tu stai a cuore. La tua felicità. È sempre stato così. - Derek si ricordò dolorosamente della prima ragazza che aveva amato e che per colpa sua aveva contribuito ad uccidere senza volerlo.
Non glielo aveva mai perdonato però si era preso le proprie responsabilità.
- Allora lascia perdere Stiles! - Disse alla fine decidendosi. Tanto questo equivaleva ad un 'uccidilo', perchè se Peter aveva la certezza che per lui qualcuno era importante, poi trovava il modo di distruggerlo.
Peter lesse in lui quell'amara convinzione e fece un'espressione falsa tipica sua.
- E' davvero orribile l'idea che hai di me, ripeto. - Disse ancora, calmo. - Ti dimostrerò che ho a cuore la tua felicità risparmiandolo. - Derek contrasse la fronte sorpreso.
- Lo ucciderai lo stesso. - Disse duramente. Peter sorrise e non rispose, dopo di che semplicemente uscì senza dire nulla di più.
Derek aveva consegnato Stiles a suo zio, ma tanto era segnato dall'inizio. Aveva fatto il possibile per Stiles, però di più non poteva.
Rimase un attimo fermo nella stanza quasi del tutto vuota a riflettere sulla questione.
Doveva uccidere Jackson, o almeno questo gli aveva ordinato suo zio.
Non voleva diventare un assassino, però non poteva nemmeno disobbedire al suo alpha.
Però, in effetti, un sistema per evitare di diventare come lui c'era.
Togliersi di mezzo e lasciare che se la vedessero gli altri.
Si stava arrendendo?
No, si stava solo momentaneamente togliendo dalle scene. In questo modo Peter forse sarebbe diventato matto per trovarlo, avrebbe messo da parte il piano 'uccidiamo gli amici di Scott' e si sarebbe scontrato da solo con gli Argent per poterlo recuperare.
Tanto da solo Peter non poteva farcela, se Derek veniva preso dagli Argent era obbligato a trovarlo e nel trovarlo si sarebbe scontrato proprio con loro. Le due fazioni si sarebbero fatte fuori da sole e lui, con un po' di fortuna chiamata Scott -e Stiles- ne sarebbe uscito vivo.
Derek si ricordò di una conversazione con Stiles in cui gli aveva detto che i nuovi cellulari avevano tutti il GPS, ma quello che gli aveva prestato lui era vecchio e dubitava ci fosse.
Doveva solo farsi catturare dagli Argent con in tasca un telefono col GPS, Stiles l'avrebbe trovato come aveva trovato la provenienza di quel SMS. Stiles ci sarebbe arrivato, ci arrivava a quelle cose, era lui quello che usava il cervello, quello che ragionava.
Suo zio aveva ragione. Era l'intelligente. Senza di lui Scott sarebbe finito male molto spesso.
Bene, ma come si faceva catturare dagli Argent?
Era una mossa rischiosa, ma poteva resistere alle torture.
Doveva fingere di uccidere Jackson, se l'avesse portato da qualche parte per ucciderlo, Scott sarebbe arrivato puntuale per salvarlo perchè si stava prodigando come un matto per salvarli tutti.
Se fingeva di ucciderlo, Scott sarebbe arrivato. Lui aveva il cellulare col GPS che faceva al caso suo.
Ora restava solo la parte in cui si faceva catturare dagli Argent.
Doveva trovare un posto tenuto d'occhio da loro.
Un posto dove veniva cercato regolarmente, dove gli tendevano trappole perchè estremamente ovvio. Il posto più ovvio e più stupido.
In un lampo gli venne in mente anche quello.
Casa sua, la sua vecchia casa bruciata dove aveva abitato fino a giorni prima, era perfetta.
Se portava Jackson lì con quella di ammazzarlo, Scott sarebbe arrivato, gli avrebbe potuto prendere il telefono, poi sarebbero arrivati gli Argent e Scott si sarebbe occupato di quell'insulso di Jackson mentre lui andava incontro agli Argent fingendo di distrarli.
Il piano c'era.
Sperava solo che Stiles l'avesse cercato. Che avesse capito che il telefono di Scott ce l'aveva lui perchè voleva essere trovato. Nel frattempo gli Argent e Peter si sarebbero distrutti a vicenda.
Era la sola cosa possibile.
La sola speranza arrivato a quel punto.
Era meschino lasciare che suo zio finisse in quel modo, ma era molto forte, se la sarebbe potuta cavare. Oltretutto era un alpha incontrollato, un vero assassino. Poteva dire che si stava vendicando di tutti quelli coinvolti nell'incendio che aveva ammazzato la sua famiglia e l'aveva ridotto immobile per 6 anni, ma a conti fatti voleva che Scott uccidesse i suoi amici solo per unirsi al suo branco. Era anche pronto ad ucciderli lui al posto di Scott.
Era fuori controllo lo stesso nonostante le attenuanti.
Se poteva credere che aveva ucciso sua sorella Laura per sbaglio perchè non aveva ancora il controllo di sé, ora quel controllo l'aveva e stava agendo lo stesso da pazzo.
Doveva fermarlo in qualche modo.
Comunque erano due forze che si equivalevano, Peter e Argent. Cioè Peter da solo. Peter col branco era diverso.
Chiunque avesse vinto gli sarebbe andato relativamente bene.
Per lui contava non diventare l'assassino in cui voleva trasformarlo Peter. Contava non dover ammazzare Stiles. Contava riuscire a distrarre Peter dall'ucciderlo.
Contava Stiles.
A quel punto le cose stavano così.


- Non possiamo lasciarlo a sé stesso? Non puoi farlo per me?! - Aveva implorato Stiles quando Scott gli aveva detto che Derek era stato preso dagli Argent ed aveva cominciato a diventare matto a cercare un modo per aiutarlo.
Scott ovviamente non aveva nemmeno preso seriamente in considerazione la cosa. Sapeva che lo diceva perchè si sentiva un ragazzo umiliato e scaricato dalla persona che gli piaceva, però sapeva anche che se l'avesse davvero lasciato a sé stesso, poi Stiles ci sarebbe stato male.
Scott però non riusciva ad elaborare un piano decente degno di quel nome, non aveva idea di come fare per aiutarlo e trovarlo, aveva solo il desiderio di farlo perchè in quel momento, all'arrivo degli Argent, lui era andato incontro al gruppo di cacciatori per distrarli e permettere a lui e a Jackson di scappare.
In estremo le sue azioni avevano parlato per lui.
E poi anche Stiles voleva salvare Derek, era solo troppo stupido e testardo per ammetterlo.
Peccato che da solo non ci sarebbe mai potuto riuscire!
- E comunque cosa diavolo cerchi? - Chiese infatti vedendo che continuava a cercare impazzito qualcosa.
- Il mio telefono! -
- Ti sarà caduto da Derek?! -
- Ho solo quello e non ho soldi per un altro! Devo trovarlo! -
Il resto della conversazione andò avanti in loop, Stiles staccò letteralmente metà del proprio cervello per attivare i ragionamenti che era incapace di fermare.
L'ha preso Derek!”
Fu un pensiero fugace, poi si chiese perchè mai avesse dovuto prenderlo e a quello le parole di Scott gli risposero. 'Sembrava come che fosse pronto!'
Derek sapeva che sarebbero arrivati gli Argent. Logico visto che tengono d'occhio la sua proprietà. Cosa gli è saltato in mente di portare Jackson lì per ucciderlo? Persino uno stupido come lui non lo farebbe! Scappa da casa sua da quando la polizia lo cerca!”
No, si rispose Stiles in macchina mentre andavano a scuola.
Derek sapeva esattamente cosa stava per succedere, era stato lui a provocare quel casino.
Derek voleva essere preso dagli Argent!”
Concluse alla fine.
Si rifiutava di rendere partecipe Scott per non metterlo sulla giusta strada.
Aveva ancora molto risentimento per lui, voleva fare da solo?
Che lo facesse!
Era venuto in casa sua apposta per dirglielo. Di uscirne, che non aveva più bisogno di lui, che ora aveva Peter, uno più forte di lui. Gli aveva detto che lui era inutile e che non c'entrava nulla. Di starne fuori.
Bene, che si facesse aiutare dal suo adorato zio psicopatico!
Era solo un idiota, non meritava il suo aiuto.
L'unico, a quanto pare, che avesse davvero capito cosa aveva fatto Derek e come aiutarlo era proprio lui, come previsto.
Se rintracciava il GPS del telefono di Scott, trovava Derek. E lui sapeva come rintracciarlo.
Ha portato Jackson a casa sua sapendo che Scott sarebbe arrivato e gli avrebbe potuto prendere il telefono. E che subito dopo sarebbero arrivati gli Argent. Si è fatto prendere di proposito. Ma che diavolo ha in testa? Gli piacciono le torture? Se vuole morire è quello il modo. No che non vuole morie, non si sarebbe preso il telefono di Scott. Che diavolo ha in mente?”
Fu durante una conversazione con Scott che ci arrivò e fu come una stilettata, in qualche strano modo.
Un pugno allo stomaco.
Aveva passato la giornata a rimuginarci e a convincersi che si meritasse il suo odio. Che dovesse cavarsela da solo. Che aveva Peter!
E poi la risposta era arrivata.
Era arrivata tardi?
Derek vuole che Peter per trovarlo affronti gli Argent da solo e che i due si facciano fuori a vicenda! E nel frattempo noi andiamo da lui e lo tiriamo fuori. È questo che vuole. Sa che Peter non ha scelta se gli Argent lo rapiscono. Li deve affrontare da solo. E da solo non ce la farebbe. È stato maledettamente intelligente per essere uno stupido integrale!”
Stiles in un primo momento ne fu anche ammirato, poi cominciò a sentire un'insolita euforia.
Non era davvero dalla parte di Peter.
Poi l'angoscia.
Non è mai stato contro di me.”
E il pugno allo stomaco.
Vuoi vedere che voleva proteggermi e fare l'eroe solitario? Peter vuole uccidere tutti gli amici di Scott, me compreso, e voleva obbligare Derek a fare altrettanto, gli avrà detto di uccidermi. Oh mio Dio e si è fatto prendere per non farlo!? No no frena Stiles, stai esagerando. Non gli importa un cavolo di me. Si era solo divertito, ricordi? Quello che prova sentimenti e attenzioni per qualcuno?! Ma andiamo! Voleva solo liberarsi degli Argent e di quello psicopatico di suo zio, farli scontrare da soli era la mossa effettivamente più intelligente! È perfetto! Io non c'entro nulla. Continuo ad essere inutile ed insulso per lui. Resta uno stronzo. Voleva cavarsela da solo?! Che se la cavi da solo!”
Ma quella sensazione di star sbagliando tutto, tutto. Dall'inizio alla fine. Non ne voleva sapere di andarsene.
Era da quando Scott gli aveva detto di Derek che si obbligava a reagire così. Era come se si ignorasse da solo.
Stava male, la testa ed il cuore gli gridavano delle cose che lui non voleva proprio ascoltare perchè erano cose a favore di Derek e Derek non meritava niente. Era stato malissimo per colpa sua, l'aveva ferito come nessuno mai in vita sua. Ed oltretutto non gli importava. Si era solo divertito. Non gli aveva mai detto cosa volesse davvero.
Però era un convincersi che fosse così. Era un convincersi che si meritasse tutto quello che gli stesse succedendo. Per non cadere in basso nell'aiutarlo per l'ennesima volta.
Derek era un ingrato maledetto.
Era sempre stato un ingrato.
Stiles lo aveva aiutato quante volte? E lui alla fine si era divertito, l'aveva umiliato e poi ferito.
Il ricordo di quanto aveva pianto per lui gli bruciava.
Non aveva potuto ascoltare quella vocina che gli diceva di aiutarlo lo stesso. Non poteva.
Per tutto il giorno si era ripetuto quelle cose senza possibilità di uscirne. Per tutto il giorno aveva continuato a rifiutarsi di ascoltare la parte interiore di sé.
Concentrato sull'aiutare Scott, sempre lui che cercava a sua volta di salvare i suoi amici.
Era stata la cosa giusta da fare.
E poi c'era il ballo.
Per qualche strano motivo Lidia aveva scelto di andarci con lui, era stato grandioso. Doveva gioire di quello. Così poteva tenerla d'occhio ed assicurarsi che Peter non la uccidesse.
Dopo aver elaborato il piano finale di Derek, grazie ad una conversazione con Scott, si era sentito idiota, ma ancora aveva ostinatamente osato ignorare quel senso di colpa, quell'angoscia, quel dolore lancinante allo stomaco.
Se l'era comunque voluta Derek.
Se la meritava.
Voleva Peter?
Peter non stava facendo nulla! Girava ancora intorno a tutti loro per ucciderli!
Peter non stava combattendo da solo contro gli Argent.
Derek era un'idiota e lui aveva Lidia.
Gli aveva detto che non gli serviva, che non era utile.
Non era gay, aveva per le mani la ragazza più bella e popolare della scuola.
Persa ancora per Jackson.

I fatti si susseguirono veloci, ad un certo punto.
Totalmente fuori dal suo controllo.
Così tanto che quando, nel cercare Lidia uscita a cercare a sua volta Jackson, l'aveva vista assalita da Peter, un Peter che decisamente non stava affrontando da solo gli Argent come da Derek sperato, agì totalmente d'istinto e lo fece ad un livello tale che, successivamente, ripensandoci, realizzò quanto detto da Derek quel giorno.
'Sei attratto dal lato selvaggio della vita.'
A tu per tu con gli occhi feroci di Peter in procinto di ucciderlo, Stiles se ne rese conto. E non si mosse di un millimetro. Rimase a fissare quegli occhi di morte, senza nemmeno battere ciglio.