CAPITOLO XIV:
UN PICCOLO MINUSCOLO PASSO

Derek voleva solo andarsene e dimenticarlo, toglierselo dalla testa e magari anche torturarsi per essersi permesso di resistere alle torture di quei pazzi usando il suo pensiero.
Il pensiero di Stiles.
I suoi baci, i suoi grandi occhi ostinati e curiosi.
Quella sua grande voglia interiore di lui, quel fuoco, quell'attrazione.
Ce l'aveva a morte con quel piccolo stronzo.
Per cui davvero una volta sulla finestra era intenzionato ad andarsene e non tornare più.
Ma qualcosa trattenne la sua giacca, la stessa che qualche sera fa aveva cercato di trattenerlo. Lo stesso tocco.
Si fermò, ma rimase di schiena, contrasse la mascella e si irrigidì.
Aveva ammesso delle cose a sé stesso che non avrebbe mai e poi mai voluto. E per cosa?
Per non essere capito da lui?
- Derek ti prego... - Disse alla fine senza più gridare.
Solo in quell'istante avvertì il suo profumo. Un profumo maledettamente buono, di doccia appena fatta.
Chiuse gli occhi.
Aveva passato l'inferno in quelle torture ed aveva resistito pensando a Stiles. Come poteva essere stato più sciocco?
- Perchè? - Chiese duro. Era ferito. - Mi hai lasciato là. Potevi tirarmi fuori quando volevi. Sapevi come trovarmi. Eri il solo che poteva trovarmi ed io sapevo che tu ci saresti arrivato. Per questo non ho detto niente. Per non rischiare che Peter in qualche modo lo scoprisse. - Stiles si sentiva sempre peggio, Derek oltre al profumo sentì anche il suo cuore. Folle nel petto forse sarebbe scoppiato.
Ancora non gli bastava.
- Non andartene. - Derek ancora non si muoveva, ma non gli stava dando motivazioni per non andarsene.
- Perchè, Stiles? - Stiles a quel punto, seguì quell'istinto che gli faceva desiderare toccarlo in tutti i momenti ed i modi. Quel desiderio che superava la paura che doveva avere di lui. Nessuno osava mai nulla con lui. Nessuno voleva toccarlo. Spaventava tutti.
Stiles voleva sempre toccarlo, invece.
Gli prese la giacca dalle spalle e la fece scivolare giù lungo le braccia, una volta che fu tolta, la lasciò a terra. Dopo di questo infilò le mani, strusciò sul petto e lo cinse da dietro appoggiando la testa. Si sentiva sciocco ed imbarazzato e non sapeva cosa dire. Provava delle cose talmente grandi e nuove che non aveva idea di come nominarle.
Come si affrontavano?
Nemmeno Derek ne aveva idea. Ne era spaventato per tutte le brutte esperienze avute.
Quindi era normale fossero così uno verso l'altro, ma qualcuno doveva fare un passo in avanti.
Stiles, vergognandosi molto di sé, appoggiò tutto il corpo a lui. Quando Derek lo sentì addosso, chiuse gli occhi e aspirò quel suo profumo di doccia.
Era nudo e bagnato contro di lui.
Ma si rendeva conto di ciò che stava facendo?
- Scusami. Non osavo pensare che potessi fare qualcosa per me... non osavo perchè... beh, non lo so. Era più facile credere che fossi stronzo come eri sembrato... - Era la storia della sua vita.
- Nessuno va mai oltre le apparenze, con me. Per questo è meglio se resto solo. - Derek rimise una mano sul bordo della finestra e fece per salire, ma Stiles, con un moto di disperazione, tirò più deciso e lo girò, dopo di questo gli prese il viso fra le mani e lo baciò togliendosi il fiato e togliendolo a lui.
Non si sapeva spiegare. Parlava bene e tanto di qualunque cosa, ma di quella nello specifico era una tragedia. Non sapeva proprio dire niente di sensato. Non ne era capace.
Così fece come i lupi, si fece guidare dall'istinto.
Derek, cingendogli la vita sottile e nuda, rispose finalmente al bacio accettando le sue scuse. Poteva essere un buon inizio. Uno vero.
Era la prima sensazione bella da giorni. Forse era passato meno tempo di quello che era sembrato a lui o forse era stato davvero tanto.
Però la sua percezione glielo aveva reso infinito e terribile.
Incatenato da Kate che tentava prima di molestarlo e poi lo feriva.
Con Kate era stato un adolescente così come ora lo erano Scott ed Allison.
Però ora era cresciuto... cosa gli veniva in mente di farsela con un ragazzino come Stiles?
Avevano 5 o 6 anni di differenza, doveva essere impazzito, eppure non riusciva a ritirare la sua lingua dalla sua bocca. Era anche nudo, la pelle umida e calda dalla doccia appena fatta, quel profumo così naturale e buono.
Le sue labbra erano morbide. La lingua timida si faceva intraprendente e le mani dal viso erano scese sul collo e poi ancora lentamente giù fino alla vita. A quel punto si erano aggrappate alla parte inferiore della sua maglia ed avevano stretto. Si era fermato. Voleva togliergli la maglia ma non ne aveva il coraggio.
Non era possibile, Stiles aveva il coraggio di tutto... come mai con lui diventava così?
Non era timido quando doveva gridargli contro, insultarlo, riempirlo di domande ed irritarlo.
Derek smise di baciarlo, risalì sul suo viso e lo separò rimanendogli estremamente vicino. Lo guardò negli occhi, i suoi grandi occhi così umani e brillanti, pieni di un miliardo di cose diverse.
Non poteva, non poteva assolutamente.
Era piccolo.
Aveva sedici anni e mezzo. Era decisamente minorenne. Anche se sedici anni era considerata l'età della ragione e del consenso.
Perchè era così fortemente attratto da lui?
- Mi hai ferito così tanto che ti ho odiato al punto da volerti lasciare a te stesso. Avevi detto che te la cavavi da solo, che non ti servivo. Mi hai fatto così... così male... che non ci ho visto più. Ti chiedo scusa. - Detto da lui valeva come la prova più grande di tutte. Derek sapeva che Stiles piuttosto che chiedergli scusa si sarebbe sparato e buttato dalla finestra, ma se glielo diceva significava che voleva chiudere tutto e ricominciare.
Derek guardò i suoi occhi con quel modo magnetico, come avesse due calamite al posto di iridi argentee.
Poi guardò la sua bocca gonfia per il bacio appena dato e che ancora ne voleva.
Lo sentiva eccitato e caldo e molto emozionato.
Alla fine accennò ad una specie di piccolo sorriso accettando.
- Non volevo che finissi male. Solo perchè sei amico di Scott, Peter voleva ucciderti. Solo che in quel momento non potevo far altro che affidarmi a te. - Derek non diceva mai la parola 'fiducia' e affini, perchè vedeva che Stiles non si fidava per cui non voleva dare l'idea che invece lui si fidasse.
E poi in generale era davvero difficile che ci riuscisse.
Però finiva sempre per mettere la propria vita nelle sue mani.
Stiles però non ne poteva più. Lo guardava in quel modo, così vicino... ed era nudo davanti a lui. Non ce la faceva più ad aspettare. Lo desiderava il doppio di sempre ed ora veniva da un periodo dove aveva pensato di tutto, su di lui.
Ora era lì. Non potevano parlare di sentimenti e di prove, però erano lì e bastava.
Qualunque cosa fosse quella che avevano, andava bene esattamente come era.
Così Stiles ritrovò il suo fantomatico coraggio e gli alzò la maglia sfilandogliela da sopra. Derek alzò le braccia e l'aiutò, poi lo prese per i fianchi di nuovo e lo spinse di lato fino a raggiungere il letto dove l'adagiò dolcemente sopra. Gli si stese su e come le altre volte si concentrò sulla sua bocca, sulla sua lingua fino ad uscire languido fuori, sulla guancia, sull'orecchio, sul collo.
Lì, dopo averne assaggiato il sapore, sentire di nuovo quella sensazione, quella voglia matta di morderlo.
Non era un morderlo per farlo trasformare in un lupo, era un morderlo per farlo suo, per dominarlo in modo schiacciante. Ma sarebbe bastato il sesso.
Ma è solo dominazione? Voglio dominarlo nel mio lato di lupo. Ma io, Derek il ragazzo, cosa gli voglio fare? È sempre dominazione?”
Derek si rispose posando i denti sul suo fragile collo, il ragazzino piegò la testa di lato subito dandoglisi completamente e lui strisciò le mani sulle braccia mentre ansimava contro la sua pelle, fermo in quella posizione a contatto coi denti.
Risalì fino ai polsi e intrecciò le dita alle sue e strinse.
Stiles lo voleva, sentiva il suo cuore pulsare impazzito.
Voleva che lo trasformasse. Voleva essere come lui.
Nonostante tutto.
Per quale motivo lo voleva? Dopo aver visto tutti i guai del suo migliore amico, come poteva volerlo?
Quella parte gli sfuggiva e grazie al fatto che non lo capisse, ritirò i denti e scese sul suo petto, gli leccò i capezzoli e succhiò. La frenesia del morderlo si calmò e continuò ad accarezzarlo, si spostò di lato per poter spaziare come voleva. Una intrecciata alla sua, l'altra sul suo inguine dove finalmente gli regalò qualcosa che andava oltre i baci.
Si diceva che era davvero fuori di testa, però non poteva fermarsi.
Così poteva andare bene ancora.
Poteva.
E se non andava bene era uguale.
Stiles lo voleva, non lo stava costringendo.
A quel punto cominciò a muovere la mano sulla sua erezione stringendo, senza separare la bocca e la lingua dalla sua pelle, ogni centimetro che assaggiava si protendeva verso di lui, di nuovo l'istinto di morderlo quando Stiles si accese. L'eccitazione cresceva nella sua mano e lo vedeva spingergli contro col bacino mentre gemeva ed ansimava.
Cosa diavolo aveva quel ragazzino?
Perchè non aveva paura di lui?
Perchè non si voleva mai sottomettere?
Perchè gli andava contro a testa alta?
Derek era turbato da questo proprio istinto, ma fu distratto da Stiles e dalla sua esplosione di piacere. Raggiunse l'orgasmo come aveva sperato facesse. Una volta soddisfatto si sarebbe calmato.
Doveva riuscire a controllarsi.
Stiles si imbarazzò di nuovo e Derek tornò al suo viso e con la mano che gli aveva appena toccato l'inguine, solo guardandolo a quella vicinanza ubriacante, conscio che i propri occhi erano il suo punto debole, gli percorse le labbra con l'indice. Non si era sporcato del suo sperma, ma c'era il suo odore, l'odore del sesso, lo definivano.
L'odore che solitamente scatenava l'eccitazione più forte.
Stiles l'accolse nella bocca e lo succhiò sentendosi di nuovo perdere in un vortice da cui non poteva uscire.
In quel modo, più o meno, gli fece superare il trauma dell'orgasmo provocato da mani altrui.
Di solito era da solo, era diverso.
Desiderava ancora di più Derek, ma all'idea di fare lui certe cose era ancora bloccato. Derek era... Derek!
Era troppo per il momento.
Lo desiderava come non mai, però al tempo stesso pensare di fare lui si fermava automaticamente, andava nel panico.
A Derek andava bene, sorridendo malizioso a quella sua lotta interiore ormonale, continuò a muovergli il dito in bocca su e giù mimando proprio quello che ancora non avevano fatto, nel mentre andò al suo orecchio e dopo averlo leccato, mormorò:
- Sarai tu a farlo quando non ne potrai più... - Era una specie di previsione od una promessa?
Derek non lo sentiva pronto, quindi sapeva che anche se lo voleva non avrebbe fatto niente. Così andava bene. Non si doveva sforzare molto.
Dopo di questo ritirò il dito e sostituì la lingua, fuse le bocche di nuovo fino a scivolare nella morbidezza e in qualcosa di semplicemente bello e non più eccitante.
Derek per poco non si era tolto i pantaloni per soddisfarsi come si doveva, ma la consapevolezza che era piccolo, l'aveva fermato. Sarebbe stato snervante fermarsi sul più bello perchè non ne era in grado, molto peggio, in effetti.
Così almeno non cominciava nemmeno.
Quando si sentì a posto, si appoggiò con la testa sulla sua spalla, avvolse il braccio sul suo busto ed una gamba a quella di Stiles. Sentendolo rabbrividire, prese le coperte e le tirò sopra ad entrambi.
Dopo di questo, senza dire nulla e abbracciato a lui con la sua solita possessività, si addormentò.
Prima o poi di certo si sarebbe dovuto soddisfare come si doveva anche lui. Non ci pioveva proprio.
Per il momento andava bene così.
Quella specie di tregua, di pace personale.
Era comodo, Stiles.
Era morbido e caldo.
E non lo respingeva, finalmente.
Oltretutto era una persona.
Andava bene così. Se lo poteva far bastare.

Stiles era naturalmente scombussolato e confuso, però provava qualcosa per Derek e ora lui era lì, il resto non contava. Il resto poteva lasciarlo perdere.
Non sapeva cosa dirgli, come dirglielo né tanto meno quando. Non sapeva ancora come realizzare tutti i suoi desideri erotici, quindi era il caso di lasciare che le cose si calmassero, senza esagerare.
Era andato tutto troppo in fretta, da che era capitato quella serie di baci a che poi l'aveva scaricato facendolo stare malissimo. Ora quella resa dei conti e di nuovo insieme.
Senza poter parlare di ciò che provavano. Perchè Derek non l'avrebbe mai fatto e lui, se l'altro non cominciava per primo, non voleva esporsi risultando stupido.
Così si fece bastare quello, andava più che bene.

Il mattino Derek fece molto piano, si svegliò per primo e rimase a guardarlo dormire. Aveva i lineamenti del viso delicati, decisamente poco mascolini, forse era questo che gli piaceva. Non che gli interessasse molto la differenza sessuale, ma se lui era una persona virile, era normale essere attratto da un altro tipo di uomo.
Stiles era facile da dominare, possedere, avere. Però si ostinava a non cedere come per natura avrebbe dovuto fare.
Beh, alla fine non aveva fatto barriera poi molto.
Derek sogghignò, nel sonno Stiles si era girato verso di lui ed aveva messo la fronte contro il suo petto. Erano girati entrambi sui fianchi, uno di fronte all'altro.
Stiles voleva arrendersi a lui però pensava che Derek non lo volesse davvero. Aveva ancora paura fosse solo un passatempo, per cui cercava di non cedere per primo ma si limitava ad assecondarlo.
Direi perfetto!”
Per questo Derek si alzò silenzioso sfilandosi via da Stiles nel sonno, si rimise la maglietta e le scarpe che si era tolto la notte e se ne andò.

Stiles si svegliò e sentì subito il vuoto intorno a sé, aprì gli occhi di scatto e fece un tenero broncio scontento.
Immaginava sarebbe potuto succedere, però era seccante lo stesso.
Aveva fatto bene a non esporsi per primo. Non ne valeva la pena. Sicuramente per Derek era un divertimento e basta.
Stizzito per essere ancora solo, si preparò per andare da Lydia a vedere come stava. Era meglio controllarla e monitorarla. Non aveva reagito al morso di Peter però non significava che non potesse farlo tardivamente, che non potesse succederle lo stesso qualcosa.
Sì, si disse. Lydia. Doveva concentrarsi su di lei. Decisamente una cosa saggia.
Derek poteva andare a quel paese. Se voleva fare il lupo solitario, che si accomodasse.

Si sentiva comunque anche responsabile per quello che le era accaduto. L'aveva portata lui al ballo principalmente per proteggerla da Peter che girava per ammazzare gli amici di Scott, quindi si erano messi in quella situazione per quel motivo. Alla fine, proprio sotto la sua custodia, lei era stata aggredita e morsa da Peter.
Provava qualcosa di particolare, per lei. Era stata la ragazza su cui si era sempre concentrato con tanto ardore... fino all'arrivo di Derek, quando l'aveva mandato in confusione.
Ora pensava di essere gay, naturalmente, e probabilmente lo era. Però era comunque attratto da Derek.
Quindi Lydia?
Beh, gli stava a cuore. Le stava capitando qualcosa ed in un certo senso per colpa sua.
Questo era un fatto.
Così quando lei era sparita dopo quell'urlo lancinante, Stiles si era decisamente sentito in colpa perchè per la seconda volta le era successo qualcosa sotto la sua sorveglianza.
Era una pessima guardia del corpo.
Chiamato di gran carriera Scott per aiutarlo a cercarla, dovette arrendersi all'evidenza che di lei sembrava non esserci più traccia.
L'ansia lo prese. Era una pessima persona. Funzionava bene e riusciva ad essere utile ed efficace solo quando c'era di mezzo Derek. In quei casi era infallibile!
Pensare che fosse una questione ormonale lo fece abbattere di gran lunga.
Si ostinava a dire che la doveva trovare lui, però a conti fatti non ne era in grado. Si affidò a Scott, ma Scott pareva insufficiente.
Era un egoista che ragionava con gli ormoni, si ripeteva.
Lydia era nei guai fino al collo per colpa sua. Perchè non era mai stato in grado di aiutarla seriamente.
Era colpa sua. Era solo colpa sua.
Lei non c'entrava nulla con tutta quella storia... nulla...
- La pianti di frignare come un bambino?! - Lo riconobbe, ormai era abituato. Si voltò di scatto e cominciò a parlare sbracciando tutto agitato spiegandogli che Lydia non si era trasformata ma si era messa a gridare ed era scappata. Nuda. Ed ora non la si trovava. Ed era colpa sua perchè era lui che la stava sorvegliando per vedere se poi magari si sarebbe trasformata dopo.
E come la prima volta, le era capitato qualcosa proprio mentre lui la controllava.
Disse che era funzionale solo quando si trattava di lui, quando si trattava di lei non gli riusciva niente!
Derek si trovò a fare un'espressione davvero comica per i suoi canoni, inarcò le sopracciglia e irrigidì il collo fissandolo incredulo che potesse davvero dire tante cose.
- Stai dicendo che solo io ti sto tanto a cuore da essere efficace? - In pratica era così.
Stiles smise di parlare subito e si tappò la bocca decidendo che era il caso di evitarlo prima di esporsi troppo.
La cosa durò due secondi. Poi riprese a parlare col suo fervore.
- Sei il solito presuntuoso! Sto dicendo che quando non voglio aiutare, riesco ad essere utile, mentre quando voglio farlo non servo a nulla! - Erano nei pressi del bosco perchè Stiles la stava cercando incessantemente mentre Scott correva veloce più in dentro.
Stiles naturalmente non ci poteva andare dietro.
Derek, che evidentemente aveva trovato un rifugio nei paraggi, l'aveva probabilmente sentito.
- Tu comunque che ci fai qua? - Derek si strinse semplicistico nelle spalle.
- Io ci abito. - Stiles sgranò gli occhi e si guardò intorno. Fra alberi ed una strada poco più in là non è che ci fosse poi molto.
- Nel nulla? O ti sei deciso a vivere allo stato brado, come sono convinto tu faccia già? - La capacità di non parlare di quanto accaduto fra loro fu comoda ad entrambi.
Non sapevano cosa dire.
- Ho trovato un rifugio adatto da queste parti, è una specie di rimessa abbandonata... è nascosta e nessuno dovrebbe trovarmi. -
- Ma non ti stanno scagionando? - Derek annuì.
- Ma gli Argent mi cercheranno fino alla morte, devo tenere un profilo basso. - Come sempre rispondeva a tutte le sue domande anche se era una cosa che odiava fare di norma.
Stiles aggrottò le sopracciglia.
- Ma come, ora sei pur fuori!? - Derek cominciava ad irritarsi.
- Sì e non ci resterò molto! - Rispose secco.
- E che sei uscito a fare, scusa?! - Stiles voleva sempre sapere di lui tutto il possibile, c'era poco da fare, era così.
Di Derek gli importava comunque tutto.
- Abito vicino, ti ho detto, ed ho sentito la tua isteria! - Stiles aprì la bocca per ribattere l'ovvio, poi si rese conto che sarebbe stato imbarazzante e richiuse la bocca.
Aveva dimenticato Lydia in un istante e per questo si sarebbe sentito molto peggio dopo, però concentrato nuovamente solo su di lui, si avvicinò per vederlo meglio visto il buio della sera e lo scrutò chiedendosi cosa potesse dire a quel punto.
Gli venne in mente la notte insieme.
Derek fece un sorrisino perchè percepì quel netto cambio interiore e naturalmente quello era molto meglio dell'isteria.
- Ti faccio vedere dove sto, così se serve sapete dove trovarmi. -
Come se fosse essenziale, ovvio e non ci fossero altre priorità al momento.
Stiles si riscosse.
- Gli Argent sono in giro per cercare Lydia, sono convinti che si trasformerà. - Derek si voltò e si avviò.
- Allora è meglio sbrigarci. -
Si sarebbero di certo vendicati per la morte di Kate, che lei avesse fatto fuori la sua famiglia a loro poco importava.
Stiles affrettò il passo guardandosi nervoso intorno, non voleva che qualcuno lo vedesse andare via con Derek, non era una cosa molto saggia.
Quando arrivarono alla rimessa in un posto effettivamente piuttosto sicuro, Stiles aggrottò ancora le sopracciglia come che qualcosa non gli quadrasse.
- Ma questo posto... - Era vecchio, abbandonato e cadente, Derek stava ancora sistemando in modo da avere tutto quello che gli sarebbe potuto servire.
Aveva già portato le proprie cose che comprendevano vestiti e il necessario stretto per vivere.
Derek lo guardò in attesa che continuasse.
- E' vicino a casa mia! - Esclamò allora Stiles incredulo. Era sveglio ma a volte certi passaggi gli mancavano.
- Era il più adatto. - Disse solo. Evitò di aggiungere che l'aveva cercato apposta vicino a casa sua. Per poter andare da lui più spesso che poteva e assicurarsi che stesse bene.
Sarebbe stato sdolcinato.
Stiles capendo che non gli avrebbe spiegato i suoi giri mentali, decise di risparmiargli il solito terzo grado e si guardò intorno.
In un angolo c'era una specie di letto ed in un borsone i suoi effetti personali. C'era proprio poco e niente.
- Come ti lavi, scusa? Ma rifugi meno da senzatetto non te li puoi trovare? Mi fai una pena! - Disse senza frenare come sempre la sua lingua sarcastica. Derek indicò una porta ed un bagno che sicuramente era altrettanto terribile come il resto di quel posto. Stiles arricciò il naso schifato.
- Scende acqua? -
Derek sogghignò ed alzò le spalle.
- In caso verrò da te! - Disse poi malizioso. Stiles si voltò tornando a guardarlo per vedere se fosse serio, naturalmente non lo capì ma per partito preso credette che si stesse prendendo gioco di lui.
- Sei proprio una disperazione vivente, Derek! Ti laverai sotto acqua non acqua e dormirai in un letto non letto! Per caso mangerai cibo non cibo? Non è modo di vivere questo! Cosa ti costa vivere come si deve? Non c'è una regola per i bei tenebrosi lupi solitari! - Stiles si stava preoccupando per lui e Derek lo capì subito, infatti continuando col suo ghigno si avvicinò sinuoso, la camminata lenta ma sicura. Il ragazzo lo notò ed indietreggiò, ma Derek lo superò togliendogli il fiato solo in un gesto tanto insignificante.
Dopo di che si sedette su quello che non aveva il coraggio di chiamare letto.
- Vuoi sentire se è comodo? -
Il lupo stava pensando ad una cosa e ci era arrivato dopo il week end separato da lui passato a sistemarsi lì.
Stiles era stato soddisfatto da lui, ma non lui da Stiles.
Non ci avrebbe mai fatto sesso, era minorenne. Anche se nell'età della ragione. Poco contava che fosse piccolo se l'attraeva per qualche strana ed incomprensibile ragione. Però voleva a tutti i costi soddisfarsi un po' anche lui. Se lo meritava, dopotutto.
Non serviva parlarsi di nulla.
Ci si poteva semplicemente vedere per farlo, per godere non esisteva solo il sesso.
Finchè quella situazione era sufficiente, andava bene. Quando poi avrebbe avuto bisogno di più, si sarebbe trovato qualcun altro.