CAPITOLO XVII:
SOLITI PROBLEMI DI COMUNICAZIONE



Per entrambi ammettere qualcosa era difficile, avevano dei caratteri estremamente orgogliosi, però Stiles era quello più in grado di scendere a certi compromessi pur di ottenere un buon risultato.
Derek non aveva proprio idea di che cosa fossero i compromessi.
O si faceva a modo suo o non si faceva nulla.

'Vieni subito a casa di Isaac!'
Gli aveva scritto Derek.
Stiles gli aveva risposto subito.
'Non sono uno schiavo!'
E poco dopo gli aveva telefonato Scott spiegandogli la situazione che si faceva sempre più critica.
Scott per telefono gli disse che Isaac aveva un immediato bisogno di aiuto e che a breve l'avrebbe avuto anche lui stesso.
- Che significa? -
L'impazienza tuonante di Derek si era fatta risentire subito. Infatti aveva preso il telefono di Scott e gli aveva spiegato sbrigativo e seccato a modo suo.
- Senti, c'è la luna piena e Scott non è ancora un asso nel controllarsi! Gli serve qualcuno che lo fermi quando la luna sarà alta! - Si riferiva alla luna piena.
- E tu che diavolo hai da fare?! Sei lì con lui, no? Cioè dopo scuola arrivi e te lo porti via come una furia perchè lui e solo lui può aiutarti, a me non mi caghi ed ora che vuoi da me? Arrangiati! - Ecco la gelosia. Stiles non pensava minimamente di essere geloso. Solo giusto. Maledettamente giusto.
Derek non aveva la solita pazienza -che già era scarsa- per gestirlo.
- Sono cose da lupi, Stiles! Tu non lo sei, dannazione! Quante volte te lo devo dire? -
- Ah allora se è così arrangiati anche adesso! - Aveva messo giù il telefono.
Poi Scott aveva richiamato e Stiles aveva tirato su per insultarlo, però la voce dell'amico l'aveva fermato alla decima offesa.
- Stiles, io a momenti non ce la farò più e Isaac è in prigione... ricordi il piccolo problema della luna piena? Se io faticherò pensa un po' Isaac! Ne avevamo parlato! -
- Pensavo che l'aveste risolta! Cosa avete fatto, scusa? - Scott sospirò perdendo la pazienza.
- No, eravamo a casa sua a controllare che la polizia non trovasse il movente per l'uccisione di suo padre! -
Stiles si era brevemente perso.
- Io sono uno solo, o vedo di te o di Isaac! E poi comunque se arrivo e lui si trasforma, che diavolo faccio?! -
- Chiama Allison e dille di venire qua da Isaac, mi incatenerà lei. Intanto tu e Derek andate da Isaac, lo liberate prima che si trasformi e lo portate via! -
Non era un piano complicato, per questo ci erano arrivati anche loro che di solito non ragionavano, agivano e basta.
- Io e Derek cosa dobbiamo fare scusa? No, io ti incateno come sempre, Derek si arrangia per Isaac! -
- Oddio Stiles, può mai entrare da solo in una stazione di polizia e far evadere come niente un sospettato di omicidio?! -
Scott aveva ragione. Se c'era uno che sapeva come far evadere qualcuno senza farsi notare, era proprio Stiles.
Sentendo la bella insinuazione che Derek era fondamentalmente un inutile essere incapace, si decise ad accettare.


Derek era in macchina con lui e dal primo istante in cui ci aveva messo piede lì dentro, Stiles aveva cominciato a lamentarsi.
- Sempre come dici tu, tutto come dici tu, no? Io non ti servo, io sono inutile, io non sono un lupo... però alla fine sono sempre io quello che cerchi! O per risolvere qualche casino o per avere un bell'orgasmo! Quando ammetterai che servo anche io sarà troppo tardi! -
- Perchè tu devi sempre discutere nei momenti sbagliati? - Rispose seccato e ringhiante Derek, stentava a non dargli un pugno in faccia.
- E tu perchè vieni solo quando ti fa comodo, prendi quello che ti fa comodo e come ti fa comodo?! Perchè?! Chi credi che io sia? -
Derek scosse il capo, con lui era impossibile venire a capo di qualcosa.
- Chiedo l'aiuto di Scott perchè è un lupo, non perchè mi piace più di te! Ci sono cose che può fare solo lui, mentre altre, come questa, le puoi fare solo tu! -
- Ognuno i suoi ruoli, vuoi dire? -
- Sì! Ognuno i suoi ruoli! E comunque non sei un lupo, non sei del branco! -
- Però nemmeno Scott è del tuo branco! -
- Se volesse entrarci sarebbe il benvenuto! -
Stiles si chiuse in un sorprendente mutismo offeso e geloso. Come osava essere così insensibile?
Quando fermò la macchina dopo qualche istante di prezioso silenzio, Derek lo fissò in attesa. Stiles voleva rifiutargli il suo aiuto, ma quando lo vide scendere da solo lo fermò.
- Ehi ehi ehi, cosa pensi di fare? -
- Visto che non mi aiuti vado e faccio fuori tutti così sono sicuro di salvare Isaac! - Stiles scosse il capo e sospirò decidendo di rimandare le loro solite discussioni.
Non gli importa niente di me. Vuole avere solo un po' di piacere fisico. Stop. Per il resto sono utile per i miei piani!”
Piani che comunque aveva sempre per ogni situazione.
Infatti anche ora tirò fuori quello che ci voleva.
Nell'ufficio di suo padre c'era in una cassettina la chiave della prigione. Bisognava andare là e prenderla.
Così Derek capendo che era una cosa che poteva certamente fare solo Stiles, dicendo che avrebbe distratto lei la poliziotta al ricevimento, fece per uscire.
Stiles tornò a fermarlo, era la seconda volta che lo prendeva per il braccio, per quanto i contatti con lui gli piacevano, cominciava a seccarlo. Infatti lo guardò impaziente e Stiles capì ricapitolando.
Forse aveva esagerato in qualche momento.
Non gli era ben chiaro, ma pareva particolarmente spazientito.
- Come la distrarrai? - In effetti aveva un certo timore. Non certo quello che di primo acchito sarebbe potuto sembrare.
- Io entro... e la distraggo! - Rispose Derek rendendosi conto che, come al solito, non ci aveva pensato molto. Era tipico suo buttarsi a capofitto.
- E come? Con un bel pugno in faccia? - Aveva il solito coraggio da incosciente, lo provocava e ne era anche piuttosto felice. Sentiva il suo nervoso crescere ad ogni cosa che diceva, ma questo non lo fermava. Ormai erano oltre la fase 'se non mi lasci in pace o se non fai quello che dico ti uccido'. Stiles non aveva mai avuto veramente paura di lui. Ora men che meno.
- Parlandole imbecille! -
- Va bene, d'accordo, fammi un esempio! Come romperai il ghiaccio? - Questo sapeva tanto di gelosia!
Derek a quel punto rimase in silenzio e lo fissò senza saper cosa dire.
Fu uno scambio di sguardi molto eloquente. Derek effettivamente non aveva idee e Stiles pensò che, sempre effettivamente, uno sguardo del genere poteva distrarre chiunque. Ma non glielo avrebbe mai detto.
- Silenzio di tomba... si dovrebbe funzionare! Altre idee per caso? - Disse ironico perchè non sapeva proprio come ci si fermava in tempo.
Derek davvero non ne poteva più delle sue beccate, non gli andava bene nulla.
Era davvero stufo.
- Magari posso dare a te un pugno in faccia! - una risposta che si era proprio cercato.
Stiles non aggiunse più nulla e fece il broncio rendendosi conto che comunque anche un solo sguardo di Derek bastava veramente a distrarre qualcuno. Specie una donna.
Infatti, dentro, provò un fastidio immenso.
Fastidio che si ingigantì quando, dalla porta, lo vide flirtare con la poliziotta sfoderando un sorriso splendido.
Già... quello poteva bastare.
La donna infatti cancellò immediatamente il mondo intero, impossibile notare qualunque altra cosa in quel momento, con uno come lui che sorrideva in quel modo da infarto, davanti a lui.
Allora il bastardo sa anche corteggiare e sorridere come tutti! Perchè con me non lo fa mai?”
Passando oltre senza essere visto, si rispose da solo. “Forse perchè non mi corteggia, in realtà!”
Non fu una conclusione gloriosa ed alla fine, seccato, si concentrò sulla missione.
Prendere le chiavi e liberare Isaac prima che si trasformasse, sperando non fosse tardi.

Derek stava pure riuscendo a pensare che se solo avesse voluto, avrebbe potuto avere qualunque donna desiderava. Solo per un passatempo era fattibile. Magari poteva anche riuscire ad innamorarsi.
Escluse subito l'idea, la sua vita sarebbe comunque sempre stata un disastro.
Anche per un divertimento passeggero non provava lo stesso istinto che provava verso Stiles.
Stava pensando fugacemente proprio questo, quando sentì l'allarme scattare e capì che Stiles era nei guai. Tanto per cambiare.
Non pensò un secondo di più a cosa fare e come, con un colpo veloce fece svenire la donna per poi correre oltre il corridoio, verso le celle.
Quando arrivò, il poliziotto cacciatore arrivato per uccidere Isaac che probabilmente aveva aggredito Stiles, era fuori combattimento. Stiles era a terra contro il muro e Isaac trasformato da lupo mannaro era in piedi. Aveva appena messo fuori combattimento l'uomo quando Derek per prima cosa distrusse la siringa col veleno. Isaac si girò e lo guardò, lo ignorò, poi guardò Stiles indifeso per terra. Lo vide mettersi in posizione d'attacco per aggredirlo e Derek si mise davanti con un salto ruggendogli contro con le sole zanne e gli occhi rossi. Non fece altro.
Solo quello.
Isaac si raggomitolò spaventato in un angolo e si coprì la testa tornando subito normale.
Stiles, senza parole, guardò Derek. Sorpreso dal gesto e da quanto visto.
- Come hai fatto? - Avrebbe voluto chiedergli perchè, ma forse così salvava di più la faccia. Già era certo che sentisse il suo stupido batticuore.
L'aveva di nuovo protetto.
Poi si corresse. Lo facevano a vicenda, a modo loro. Quando serviva, nei momenti importanti.
- Sono l'alpha. - Rispose fiero Derek fissandolo in piedi poco davanti a lui.
Stiles era ancora a bocca aperta, più che per quella risposta scontata da signore della notte, per il fatto che l'aveva salvato e protetto.
Litigavano, non sapevano comunicare e non si capivano mai.
Però quando serviva davvero c'erano uno per l'altro, nei momenti critici, quelli che contavano. Facevano quello che potevano. Spesso l'essenziale.
Così Stiles si riscosse sentendo la macchina della polizia in arrivo.
- Andate, stanno per arrivare! - Derek non aveva certamente dubbi che Stiles fosse sempre pronto ad aiutarlo.
Per questo quando ne necessitava e non poteva fare da solo o con Scott, chiamava Stiles.
Era vero che risultava una specie di ultima spiaggia, ma non lo era davvero.
Era il suo modo per proteggerlo.
Stiles era umano, non un lupo, però c'erano cose che poteva fare solo lui.
A conti fatti, era così: non poteva tenerlo fuori dalla sua vita.
Forse il punto è che non voglio, però non voglio nemmeno che finisca male.”
Per lui questo fu il massimo dell'ammissione.


Derek dovette occuparsi di Isaac, era trasformato da poco e a fatica era riuscito a domarlo nel pieno della luna piena. Era il suo alpha, quindi doveva occuparsene lui.
Adesso Isaac era un fuggitivo, per cui doveva nasconderlo.
Dopo averlo sistemato nel suo rifugio e avergli mostrato la doccia perfettamente funzionante e avergli dato anche qualcosa da mangiare, gli disse che si sarebbe occupato di lui e che sarebbe vissuto lì.
Quando lo vide crollare sul letto, si appuntò mentalmente di tirarne fuori un altro per lui.
Non fu comunque per questo che andò da Stiles.
Era ormai un rito.
Non era vero che la sua doccia non aveva l'acqua. Ce l'aveva. E si procurava da mangiare, non era uno spiantato.
La sua famiglia gli aveva lasciato un'eredità cospicua che utilizzava per mantenere il proprio stomaco e la macchina, il resto si arrangiava come capitava.
Sgusciò in camera di Stiles come sempre.
Non gli serviva una doccia e nemmeno del cibo.
Però quella notte non aveva un letto visto che era occupato da Isaac.

I battiti di Stiles erano tranquilli, in un primo momento pensò dormisse per cui si tolse la giacca per infilarsi a letto con lui silenziosamente.
Stiles però, appena sentì un fruscio ormai a lui familiare, si alzò e si mise a sedere rimanendo sempre sul letto, tirò i piedi sotto di sé e lo guardò in attesa.
Lo stava aspettando.
Derek rimase un istante basito.
Stava diventando uno schema?
Beh, se se lo aspettava non doveva tirare fuori ogni volta delle stupide scuse.
Stiles voleva disperatamente chiedergli come giustificava a sé stesso tutte le sue incursioni. Non era stupido, sapeva che erano scuse.
Però non aveva più voglia di litigare e discutere con lui.
Era davvero stanco, per quello.
- Cosa ti serve? - Derek decise di usare la stupida scusa che si era preparato, ma nel dirla si sentì davvero stupido perchè capì che Stiles aveva capito.
Dal giorno dopo non si sarebbe più dato pena per giustificarsi.
- Il mio letto è occupato da Isaac! -
- Come sta? -
Derek si sfilò anche la maglia, ma si tenne i jeans, si sedette sul letto e Stiles gli aprì le coperte.
Sembrava un altro. Derek era shockato, non lo riconosceva. Era mansueto e quasi dolce, dov'era quello snervante che lo riempiva di domande e lo stuzzicava in ogni modo?
- Dorme. È sfinito. -
- Lo credo... ora... dovrà fare il fuggitivo? -
Derek non era molto interessato a quel cambio di vita del suo beta, lui lo faceva da anni.
Alzò le spalle e si stese per poi rialzarsi e togliersi anche i jeans infastidito.
Stiles si stese sul fianco e Derek, soddisfatto e comodo, si mise accanto a lui coprendosi e ponendo un braccio dietro la nuca.
Sospirò rilassato.
Stava bene. Stiles non gli faceva una qualche stupida guerra, lo stava aiutando e basta. Era estremamente piacevole, quel momento.
Si sistemò meglio anche lui per guardarlo pur rimanendo steso di fianco, il braccio sotto la testa, lo sguardo perso sul suo profilo affilato.
Lo trovava bello ogni volta che lo guardava. Non osava toccarlo anche se voleva, sarebbe stato un tocco diverso. Più intimo delle altre volte e non sapeva se era pronto.
- Cosa ti succede? Oggi eri accanito contro di me! - Disse Derek voltando la testa per guardarlo, gli sguardi tornarono ad incatenarsi come quella sera in macchina.
In quello il cuore di Stiles accelerò, Derek lo sentì e cercò di capire perchè.
- Sono i tuoi occhi. - Ora Derek si era perso.
- Cosa centrano? -
- Non hai sentito il mio cambio di battiti cardiaci ora? - Sapeva che Derek sentiva tutto di lui e sapeva quali erano le domande che si poneva. Cominciava a capirlo. Era bello.
Derek, stupito, rimase a guardarlo in attesa.
- Comunque non è facile avere a che fare con te, tu non ti apri ed io sono abituato a sapere tutto da chi ho accanto. Cioè so tutto di Scott. L'unico con cui sto tanto. E quando facciamo qualcosa insieme e tu non ti spieghi... a me manda in bestia non sapere perchè lo fai o cosa ti passa per la testa. Vorrei sapere tutto. So che è stupido, ma sono fatto così. -
Derek accettava la spiegazione che gli stava dando, gli faceva capire meglio quel ragazzino che aveva steso accanto, cosa che di norma non succedeva.
- Ed ora invece? Come ti sei reso conto che stressi l'anima? - Non era comunque mai gentile, a Stiles non era quello a dare veramente fastidio quanto il non sapere tutto di lui. Più gli piaceva qualcosa o qualcuno, più ne voleva sapere.
- Ora... beh, ho visto che nei momenti giusti ci sei. Che ti sto a cuore in qualche modo. Non ti spieghi e non ti esprimi, però credo di non essere uno qualunque. Mi faccio bastare quei piccoli gesti. -
- Salvarti la vita è un piccolo gesto? - Stiles strinse le labbra indispettito.
- Stai rovinando tutto! - Derek ridacchiò e accettò la tregua tacita che gli stava proponendo.
Infatti alzò il braccio che teneva fra loro due, lo mise oltre Stiles, lo agganciò e lo tirò a sé con sorpresa del ragazzo. Dopo di questo lo baciò con una delicatezza magnetica che gli tolse il fiato.
Stiles si sciolse contro di lui rilassandosi e accettando quel gesto, quel bacio.
Poi il giorno dopo si sarebbero di nuovo presi a parole, però a volte potevano essere umani, per quanto Derek poteva esserlo.
Forse lo diventa quando prova qualcosa per qualcuno!”
Poi se ne rese conto.
Questo però vorrebbe dire che prova qualcosa per me.”
Dopo il bacio, Derek si girò verso Stiles, cambiò posizione, si mise a pancia in giù e agganciò l'altro braccio intorno a Stiles ed alla sua vita, l'attirò a sé e nascose il viso contro il suo collo.
Di lì a poco stava dormendo.
Alla fine Stiles si era sbilanciato ed aveva fatto la parte del più tenero nella speranza che anche Derek facesse qualcosa. Come sempre non era bravo con le parole, ma a gesti andava più che bene.
Poteva farselo bastare.
Era comunque molto più di quello che molti potevano avere da lui.