CAPITOLO XVIII:
BRACCIO DI FERRO



Stiles soffocò un urlo sentendo due mani prenderlo per i fianchi e spostarlo con poca gentilezza, in brevissimo si ritrovò a condividere il getto della doccia con lui.
- Derek, se ti serviva la doccia potevi anche aspettare il tuo turno! -
Stiles non aveva idea che la sua doccia funzionava benissimo. Non glielo avrebbe mai detto.
- Odio aspettare! - Rispose senza pensarci su molto.
Il giovane scosse il capo e si prese il manico spostandosi l'acqua su di sé, Derek non gradì molto e lo spinse nell'angolino contro le piastrelle spalmandoglisi sopra. L'intenzione era di prendersi l'acqua, ma ovviamente approfittò anche per paralizzarlo con lo sguardo, il suo tipico da lupo predatore. Stiles trattenne il fiato e sospirò sconfitto mordendosi il labbro inferiore in attesa che gli saltasse addosso. Cioè lo stava più o meno già facendo, ma voleva di più.
- Sei il solito prepotente. - Derek fece quella sottospecie di sorriso con le labbra schiuse, in procinto di baciarlo. Pochi millimetri a separarli.
Stiles continuava a non avere paura di lui. Ormai sarebbe stato impossibile.
- E a te piace! - l'altro non rispose, preferì aprire la bocca ed andargli incontro con la lingua.
Derek l'accolse e lo baciò mentre si strofinava languido col corpo sul suo.
Un nuovo passo in avanti. Nudi uno sull'altro.
Le mani di Stiles risalirono sulla schiena scivolosa, raggiunsero la nuca e presero i capelli dandogli la sensazione che volesse davvero tutto di lui.
Derek non aveva mai sentito un'attrazione simile provenire da un altra persona verso sé stesso.
Cominciò a strofinare il bacino sul suo, le erezioni una sull'altra, giocava in quel modo finchè si ritrovò a spingere come se lo stesse penetrando. Spingeva e scendeva strofinandosi sulla pelle sensibile dell'inguine, poi si ritirava e risaliva e via di nuovo in quel modo.
Stiles si perse la sua lingua ed il suo bacio per gemere a quella nuova cosa che lo mandava in estasi, così Derek bevve dal suo collo l'acqua che scendeva dall'alto.
Ora era bollente, ne voleva di più, molto di più.
Non gli bastava.
Affondò le unghie nel collo e scese sulle spalle, tornò a cingergli il collo e lo strinse a sé.
Ormai era completamente nelle sue mani, volta dopo volta lo era sempre di più e se iniziare era stato imbarazzante, ora era una necessità. Ne aveva proprio bisogno.
Se non si fosse deciso a farlo, l'avrebbe ucciso.
Quando raggiunse il massimo, Derek aveva appena preso la sua erezione in mano. Gli bastava ancora molto poco.
Sentì lo sperma scendere lungo le gambe di entrambi e Derek ritirò i denti dal suo collo su cui si erano appena appoggiati, poi sorrise schernendolo.
- Così ci mettiamo davvero poco... - Stiles capì cosa intendeva e gli morse l'orecchio indispettito.
- Mica hai finito... - Era un chiaro messaggio che Derek recepì fin troppo bene.
- Ci provi sempre... - Commentò ridacchiando. Se altri l'avessero visto ridere sarebbero rimasti sconvolti. Non erano risa di divertimento, ma era quanto di più vicino ci fosse.
- Finchè non lo farai! - Derek si sciolse e lo lasciò a sé appoggiandosi solo con una mano alle piastrelle, accanto alla testa di Stiles.
Con l'altra andò a completare il proprio piacere, vicino al suo orgasmo.
Intanto lo fissava provocatorio, invitante, con quelle sue sopracciglia inarcate che sembravano dire 'non vuoi favorire?'
Stiles si perse nello sguardo, ma poi guardò cosa stava facendo e scosse il capo imprecando sofferente.
- Perchè non lo vuoi fare? -
Lo sapeva, ma prima o poi l'avrebbe convinto a fare sesso sul serio.
- Perchè sei piccolo! - Disse senza pietà. Poteva anche avere l'orgasmo guardandolo e basta. Gli piaceva il contrasto della sua purezza con la mania di contestare tutto e tutti.
Era caparbio, ma non solo.
Era così attratto dal selvaggio.
Erano compatibili per questo?
Stiles continuò a lamentarsi e alla fine si inginocchiò; prima di sentirglielo prendere in bocca, concluse secco:
- Non sono piccolo per questo, però, eh? - Derek lasciò la propria erezione alla sua lingua, si appoggiò al muro anche con l'altra mano mentre davanti a lui, imprigionato, c'era Stiles accucciato giù.
Cominciò muovendo il bacino nella sua bocca, dopo che l'ebbe avvolto fra le labbra ogni altro pensiero razionale svanì e gli sfuggì l'impulso di rispondere quello che stava pensando.
- Sei perfetto per questo... - Aumentò le spinte e mentre Stiles stringeva con le labbra, risucchiava sempre più dimostrando che imparava in fretta, Derek trovò il suo massimo piacere.
Riuscì a togliersi dalla sua bocca e a finire da solo. Stiles trattenne il fiato shockato per un momento, Derek alzò gli occhi al cielo preparandosi ad una scenata isterica che gli avrebbe confermato che non poteva farlo ancora.
Però l'acqua lavò subito via tutto e Stiles, sorprendentemente, si alzò ritrovandosi fra le sue braccia, appoggiato alle piastrelle, ancora in quell'angolo come prima.
- Sono le prime volte che mi sconvolgono, poi mi abituo in fretta, ho un buono spirito di adattamento! - Commentò Stiles sorprendendo il compagno. Non era raro succedesse in effetti.
- E' presto lo stesso per il resto! -
Con questo prese il gel doccia e si insaponò.
- Ti basta questo?! Davvero ti basta questo e non ti serve il pacchetto completo? -
Derek capì che si riferiva anche a lui stesso e non solo a quello che facevano e sospirò scuotendo il capo.
- Non ti stuferai mai? - Non ne voleva parlare, non amava parlare di qualcosa che lo riguardava, anzi lo odiava.
- No. Non mi stuferò mai! Prima o poi mi risponderai! -
O vincerò!”
- Lo farò quando vorrò! -
- Dici che sono piccolo, è per questo che non lo fai. Non ti viene voglia. Cioè ti serve solo un piccolo sfogo fisiologico, ma non ti attraggo. Non mi trovi attraente! - Era la fissa che gli era venuta dal primo giorno che l'aveva visto nel bosco. Quando si era sentito attratto verso di lui e si era chiesto se gli altri lo trovassero attraente. Altri uomini.
Che, per trovarlo attraente, sarebbero dovuti essere gay ovviamente.
Stiles non si sentiva attraente, ma si chiedeva se magari gli altri lo vedessero in modo diverso, o se a qualcuno sarebbe potuto piacere anche in quel senso.
Sostanzialmente si chiedeva se a Derek piacesse, solo che come suo solito la prendeva molto larga.
A Derek quei discorsi non piacevano, finivano sempre male.
Si sciacquò in fretta e si pentì di essere venuto.
- Lo puoi anche dire, eh? Magari sei attratto da altre cose, non so, dalle donne... ma visto che io sono qua e che a te serve qualcuno ci vieni! -
Stiles non sapeva frenare la lingua e appena Derek ebbe finito, uscì dalla doccia prendendosi il suo asciugamano.
- Mi serve che mi lasci in pace! Non puoi semplicemente accettare quello che c'è e basta? - Sarebbe stato, appunto, troppo semplice per uno abituato a pensare e riflettere e capire le cose in anticipo in base ad intuizioni o a cose logiche.
Stiles che in realtà aveva finito la doccia da un pezzo, uscì a sua volta e trovandosi senza asciugamano grande, dovette accontentarsi di quello piccolo. Che non servì a molto.
Uscì ed andò in camera inseguendo l'altro che invece si asciugava bello e tranquillo.
- Lo puoi dire! Perchè non lo dici? Non lo vuoi fare perchè non ti attraggo! Però ti serve una mano per quello e così ne approfitti! - Stiles ora lo voleva sentire.
Derek non lo voleva dire, perchè non era così.
- Non è una questione di attrazione, per noi non è come per voi. È una questione animalesca, d'istinto. Siamo spinti verso alcune persone piuttosto che altre. Non è attrazione com'è per voi. Tu reputi bello qualcuno e arriva il desiderio, no? - Nemmeno per Derek era molto chiaro in effetti.
- No... non è che tutti quelli belli io... - Si morse la lingua rendendosi conto di quante cose stava dicendo, ma alla fine si mandò al diavolo e parlò. - Ok, penso di essere gay, ma non ne ho la certezza. Per ora sono attratto solo da te. Non è una questiona di trovare bello qualcuno e volerci fare qualcosa. È che... non so, con te ne ho voglia! - Arrossì e si passò le mani sul viso gocciolante.
- Per noi è una cosa più animalesca. Non c'è 'il mio tipo'. Non è che preferisco le donne formose o cose così. Toglitelo dalla testa. Posso essere attratto tanto da te, così piccolo e magro, quanto da una donna adulta e formosa. Non c'entra quello. - Derek era fortemente imbarazzato della cosa e lo mandava in bestia, però capiva che se non gli avesse dato qualche risposta, non avrebbe mollato!
- Ok. - Disse finalmente Stiles accettandolo. Ora ci capiva qualcosa in più.
- Non c'è un perchè tu! Smettila di chiederlo. - A quel punto Stiles starnutì e Derek gli lanciò l'asciugamano dopo averlo usato.
In seguito prese dei vestiti puliti che si era portato prevedendo la doccia e li indossò mentre Stiles si avvolgeva da solo nel telo.
- Ok. - Disse alla fine ripetendosi mentalmente le informazioni ricevute.
Stava per tentare di dirgli qualcosa su sé stesso quando da fuori la voce di suo padre che stava salendo lo raggiunse. Derek era in boxer, Stiles impallidì e veloce come un anguilla gli prese i vestiti, glieli mise in mano e lo spinse alla finestra mimando a voce di filare via in fretta.
Derek sentendo le sue accelerazioni cardiache pensò che gli stesse per venire un infarto, per cui se ne andò volentieri.
Reazioni isteriche non erano proprio il massimo per lui!
E poi poteva piantarla con quella conversazione atroce.

Derek comunque non aveva idea di cosa gli piacesse di Stiles, perchè lui. Aveva sempre agito d'istinto per cui non si fermava mai a riflettere. Ora era un problema dover tirare fuori improvvisamente delle risposte, per questo non ne voleva dare.
Perchè sprecare tempo a capire cosa gli piaceva e perchè?
Derek era spinto per qualche motivo verso Stiles. Non aveva importanza perchè.
Da un lato pensava che fosse la sua attrazione per il pericolo ed il selvaggio, erano compatibili. Lui era ciò che Stiles per natura era portato a cercare e volere.
Era più che soddisfacente.
Stiles aveva qualcosa nel modo in cui lo guardava, ogni volta.
Sentiva sempre più forte quello strano senso che lo spingeva verso di lui.
Tanto che quando trasformò Erika e vide l'eccellente risultato, le propose un'idea per farsi vedere da chi di dovere.
Doveva entrare nella sala mensa, davanti a tutti, farsi vedere per bene da Scott e Stiles e dopo aver attirato la loro attenzione uscire e salire in macchina con lui.
Erika pensò che così avrebbero tutti creduto che avesse un ragazzo bellissimo, per cui l'idea le piacque, era una rivincita interessante.
Naturalmente era appena trasformata e non percepiva bene le intenzioni degli altri, men che meno del suo alpha.
Derek si sentì vittorioso quando Scott e Stiles, usciti per seguirla, la videro salire con lui.
Derek li aspettava, li guardò e fece un sorriso smagliante in saluto, un sorriso che loro non gli avevano ancora visto.
Soddisfazione. Quello era il nome.
Stiles aveva avuto una botta di gelosia senza precedenti, l'aveva sentito nettamente scaldarsi, ma non dall'eccitazione bensì dalla rabbia e dal fastidio.
Si sentiva inferiore, Derek percepì quel sentimento mentre fissava la sua espressione sconvolta e senza parole.
Sconvolta era dire poco.

Stiles piombò direttamente da Derek senza aspettare che il lupo si degnasse di passare da casa sua, come ormai era consuetudine.
Trovò la sua tana sorprendentemente occupata da Isaac ed Erika, Erika se lo mangiò con gli occhi convinta che fosse lì per lei, Isaac non ci fece nemmeno caso.
Stiles puntò Derek col dito e gli andò davanti concitato.
- Dobbiamo parlare! -
Derek, sorpreso che fosse addirittura venuto a cercarlo, decise di rendergli la vita difficile.
- Io non credo proprio! - Appena lo disse si ritrovò la super sexy Erika, più simile ad una gatta che a un lupo, spingerlo con la sua camminata sensuale e la mano con gli artigli premuta sul suo petto.
Stiles si fermò e cominciò inevitabilmente ad indietreggiare inghiottendo a vuoto.
Derek lo guardò interessato.
Ma guarda, non è attratto da lei. È un lupo selvaggio ed una bomba sexy. E non è attratto da lei!” Poi si concentrò meglio e capì che la trovava molto bella, ma che non sperava gli saltasse addosso come quando era con lui.
Sorrise soddisfatto.
Era gay ed era suo.
Era bello avere una cosa solo sua al di là del branco.
- Derek! - Chiamò. Derek gli diede le spalle e fece col gesto di mandarlo via.
- Sono occupato! - Stava facendo delle domande ad Isaac ed Erika per capire chi, fra i suoi compagni, poteva essere dei loro sempre in base a quel che percepiva. In molti avevano il famoso richiamo.
Stiles venne ignobilmente scaricato, per questo si rinchiuse in camera sbarrando la finestra in modo che da fuori quel maledetto non potesse proprio entrare.
Servì a poco.
Derek entrò dalla porta di casa, dopo aver visto il padre uscire per un'emergenza in centrale.

Stiles era seduto al computer a cercare di trovare connesso Scott per poterci parlare tramite video chat, quando la porta si aprì, lui convinto che fosse suo padre nemmeno si voltò.
- Ti serve qualcosa, papà? - Ma la voce che parlò decisamente non era quella di suo padre.
Per poco non cadde dalla sedia nel sentirla e nel riconoscerla.
- Sì, che mi spieghi il comportamento di prima! -
Però si girò di scatto, si riprese subito e si accese come un gatto a cui pestavano la coda. Gli si rivoltò contro senza il minimo timore assoluto.
- Senti, sei tu che prima mi cerchi quando ti pare e quando sono io che ti devo parlare mi mandi via! Non sono al tuo servizio! Stai prendendo una brutta piega. -
Non c'è verso di intimidirlo, questo! Del resto è sopravvissuto ad un testa a testa con mio zio, la cosa è maledettamente sorprendente!”
Non aveva idea di quanto aveva sorpreso Peter proprio per quello.
- Sono pur qua, no? -
- E prima? Perchè prima non potevi? - Rispose Stiles allargando le braccia teatrale.
Derek strinse le labbra cercando la pazienza già persa. Cosa gli era venuto in mente di venire lì?
Gli era piaciuta la piazzata di gelosia.
- Ero occupato! -
- Con quella?! - 'quella' fu estremamente sprezzante e Derek si illuminò di interesse.
- Quella ha un nome, è una tua compagna di scuola. E c'era anche Isaac comunque! - Stiles sospirò stringendo le labbra come quando faceva i capricci per qualcosa che non voleva accettare.
- Erika. Perchè l'hai trasformata?! Si può sapere cosa stai combinando? Perchè trasformi a random un sacco di gente? -
Era logico volesse sapere quello, ma non l'aveva cercato per quel motivo, prima. Derek voleva divertirsi un po', così si sedette comodo nel suo letto, la schiena sulla spalliera, i piedi scalzi e le gambe comodamente sistemate piegate.
Era una posa rilassata e invitante. Stiles non sapeva perchè fosse invitante, ma lo era.
- E' solo questo che volevi sapere? - Chiese insinuando molte cose che Stiles colse bene. Arrossì e per questo reagì aizzandosi, rimanendo in piedi davanti al letto.
- Sì, cos'altro dovrebbe esserci? Prendi i miei compagni di scuola sfigati e li trasformi! Perchè? -
- Non è che ti stai chiedendo perchè non trasformo te, visto che sei sfigato anche tu? - La stoccata del tutto normale fece mettere di nuovo il broncio a Stiles che rispose subito a tono.
- Sei molto gentile come sempre. A me piace la mia vita da umano; strano, no? Vedendo tutti i problemi che tu e Scott avete da licantropi, non credo che sia male rimanere umano! - Derek si appoggiò in avanti sulle mani, verso di lui, e tutto proteso in quella posa che aveva del sensuale, forse per colpa del suo sguardo, rispose.
- Sai cosa ho sentito quando hai detto così? Il tuo cuore ha battuto forte... puoi anche mentire a te stesso, ma la verità è una! - Stiles rabbrividì ed impallidì riconoscendo le parole di Peter quando aveva cercato di trasformarlo.
- Sei proprio suo nipote! - Esclamò girandosi dall'altra parte, incapace di reggere lo sguardo per la prima volta, a disagio perchè aveva ragione. Voleva che lo trasformasse, che fosse Derek così da essere legato ulteriormente a lui, ma era una cosa tanto stupida che si vergognava.
- Di cosa parli? -
Stiles rispose prendendo tempo.
- Tuo zio mi ha detto la stessa cosa quando mi ha chiesto se volevo essere trasformato. - Derek impallidì, si tese tutto e avanzò nel letto verso di lui fissandogli pungente la schiena, ora era il suo cuore a subire accelerazioni.
- Quando? - La voce era seria, non più strafottente. Per cui Stiles si girò sorpreso che gli importasse davvero. Era molto serio.
- Quando è tornato, tu eri sparito e lui aveva morso Lidia, per cui mi ha preso affinchè trovassi te. Sapeva che ero il solo a poterti trovare... non so proprio perchè, comunque... - Derek aveva una serie di informazioni che non sapeva ordinare, assottigliò lo sguardo e lo fissò male, come fosse questione di vita o di morte, sembrava stesse per partire all'attacco ma non contro di lui, Stiles lo capì. Aveva detto qualcosa di sbagliato. In effetti non ne avevano mai parlato.
- Peter aveva capito di noi. - Dirlo fu come ammettere che c'era un 'noi' e per Stiels fu come ritrovarsi senza legamenti. Sospese il fiato ed il cuore stesso e con un'emozione fortissima, si sedette sul letto con lui senza però guardarlo, fissando in basso imbarazzato.
- Oh... non sapevo... e quindi lui credeva che tu mi avessi detto che piano avevi? - Derek alzò le spalle fissando per terra a sua volta.
- Penso di sì... cosa ha fatto poi? -
Stiles era ancora scosso e shockato dalla scoperta, voleva sapere come l'aveva scoperto, ma sapeva che non era il caso di fargli domande.
Così rispose e gli spiegò tutto concludendo col fatto principale:
- Così mi ha preso il polso e mi ha detto che per ricompensarmi poteva trasformarmi, se volevo. Però il morso poteva anche uccidermi. -
Derek alzò lo sguardo sul suo profilo, lo guardò intensamente e con voce profonda di chi non avrebbe mollato, chiese:
- E tu? - Stiles batté le palpebre spaesato della domanda, lo guardò e aprì le braccia con espressione ovvia.
- Non si nota che non sono un licantropo? Ho detto di no ovviamente! -
Derek mise una mano fra loro due e si protese per fissarlo meglio e percepire con attenzione ogni singolo battito e respiro, per capire cosa pensasse, cosa stesse dicendo.
- E ti ha detto che invece mentivi a te stesso e che lo volevi? - Stiles si intimidì, ipnotizzato da lui e dai suoi occhi così belli e così vicini. Non capiva perchè volesse tanto saperlo.
- E' quello che ha detto lui. - Come per dire 'non quello che è vero.'
- Stiles, non è per tutti trasformarsi. Tu non devi. - il giovane si stupì e si stizzì di quella risposta, era un'attenzione o un rifiuto?
- Perchè? Perchè ci sono destinati e sfigati? - Derek sapeva d'averci preso, prima. Così decise di snodare quel discorso una volta per tutte.
- Tutti hanno un loro ruolo preciso nell'universo. La natura non fa mai errori e se li fa, poi rimedia ed equilibra le cose. Per cui se tu sei così e non hai il richiamo del lupo, va bene come sei! -
Però si sentiva inadeguato, incompleto, indietro. Spesso si sentiva lontano, troppo lontano da loro. Da lui.
Abbassò gli occhi sulle proprie mani che stringeva, inghiottì, si sentiva tanto sciocco.
- Che ruolo è il mio? - Se lo chiedeva da un po', da quando lo sentiva lontano, ed ora che vedeva che trasformava altri e non lui era anche peggio.
- Non lo so, lo scoprirai. Però non sei un lupo. Se ti mordessi moriresti. - Stiles alzò lo sguardo e lo fissò senza timore nel suo, vicini, toccandosi nel profondo.
- Ti importa davvero o semplicemente pensi che ti rallenterei se fossi nel tuo branco? - Derek, a quel punto, con una spontaneità sconcertante lo guardò senza capire e rispose:
- Stiles, tu sei già nel mio branco! Anche se sei umano... non serve essere lupi. Tu ormai ci sei... come lo è Scott! - Stiles per un momento si era sentito al settimo cielo, poi era caduto drasticamente.
- Scott. - Disse deluso. Derek lo percepì senza capire perchè lo fosse.
- Sì, Scott. Non lo accetta ma lo è, finiamo sempre per collaborare. Non c'è una totale fiducia reciproca ma... insomma, siete un po' come parte del mio branco. E anche se non sei un lupo lo sei anche tu... - Stiles non sapeva se esserne euforico o deluso. Entrambi, in effetti. Da un lato era bello sapere di essere l'unico umano con quel privilegio, sapeva che era raro sentire una cosa simile dalla bocca di Derek, dall'altro però era triste sapere che era all'altezza di Scott e non qualcosa di più.
Non era quello che pensava.
Tornò a guardarsi le mani senza saper che dire per non passare per un idiota innamorato, così Derek, che sentiva il suo stato d'animo in subbuglio, gli alzò il viso con un dito sul mento, glielo girò verso di lui e lo baciò quasi con dolcezza. Fu lento e calmo, non sapeva metterci ancora del sentimento, ma era vicino. Si chiese se lo sentiva, se poteva risparmiargli di dirglielo.
Stiles si sciolse e capì che era comunque in una posizione privilegiata rispetto ad altri, o almeno gli piaceva pensarlo. Poteva andargli bene. Poteva farselo bastare.
Una cosa per volta. Piccola piccola.