CAPITOLO XX:
QUESTIONE DI FIDUCIA



Non aveva idea del motivo per cui non glielo aveva voluto dire.
Coinvolgere Derek in quel caso sarebbe stato forse la cosa più intelligente.
O forse no.
Stiles era disorientato in merito, tutto stava nel capire cosa provasse per lui.
Se le sue precedenti intuizioni erano corrette ed il bel lupo si stava prendendo da Stiles, dirgli che si era trovato a tu per tu con un nuovo mostro che l'aveva paralizzato, aveva ucciso uno davanti ai suoi occhi e poi se ne era andato, significava scatenare la bestia. In senso letterale.
Il punto è che non era ancora chiaro cosa avesse visto, chi fosse, cosa fosse.
Sapevano che probabilmente c'era un mostro in circolazione e Scott ed Allison l'avevano intravisto. Sapevano anche che ammazzava le persone e che non era un lupo mannaro.
Stiles pensò che forse doveva dirglielo, ma alla fine decise che era meglio capire prima cosa fosse quel mostro. E magari chi.
Così non disse nulla a Derek, perchè forse avrebbe dato inutilmente di testa. Non serviva a niente, con Scott ed Allison avevano messo su questa specie di piano per scoprire di cosa si trattava.
Alla fine, se sarebbe servito, l'avrebbero coinvolto.

Quando Erika riferì a Derek che Stiles si era trovato a tu per tu con quel nuovo mostro, andò su tutte le furie perchè ovviamente aveva osato nascondergli una cosa tanto importante.
Vorrei sapere cosa pensa di fare senza di me!”
Pensò imbufalito pronto a trovarlo e a chiederglielo fino a fargli dire persino l'odore che aveva percepito.
Non era una questione 'personale', in effetti.
A lui 'personalmente' quel mostro non aveva fatto nulla, aveva ucciso il padre di Isaac, ma era un bastardo che se lo meritava, per cui fondamentalmente non aveva motivo di avercela con lui. Però sapere che Stiles l'aveva incontrato non gli piaceva. Voleva innanzitutto sapere come si erano svolti i fatti, se l'aveva minacciato o cosa di preciso gli aveva fatto. Poi voleva sapere tutto di quel mostro. Se era una minaccia per Stiles diventava di gran lunga un suo problema.
Così quella sera, sapendo che Stiles era alla partita di lacrosse, andò con Erika a scuola e fiutando il suo odore lo trovarono nell'edificio.
Derek mandò Erika a prenderlo, lo portarono in piscina.
Quando Stiles vide Derek capì cosa sarebbe successo di lì a poco.
Con Erika presente il dialogo fra i due era limitato, non poteva chiedergli 'ecco perchè mi evitavi!' e lui non poteva rispondergli 'non sono obbligato a renderti partecipe di tutto solo perchè dormi con me!'.
Per cui si scambiarono un'occhiata molto eloquente per poi fingere tutto normale.
Derek era seccato che non gli avesse detto una cosa simile e Stiles era infastidito che lui pretendesse da lui chissà cosa.
Alla fine gli raccontò tutto comunque, Derek non disse poi molto, sgonfiò solo una palla da basket con gli artigli dimostrandosi sulla via della furia. Per il resto si limitò a guardarlo facendo capire a Stiles tutto quello che lui voleva sapere.
Prima gli raccontò gli eventi, poi descrisse il mostro soffermandosi sugli occhi. Erika rimase basita dal fatto che Stiles lo capisse così alla perfezione pur senza il bisogno di parole.
Quando il mostro fece il suo trionfale ingresso proprio lì con loro, il primo logico istinto di Stiles fu mettersi dietro Derek. L'istante successivo Erika venne sbattuta contro il muro e messa fuori combattimento e il primo pensiero di Derek fu Stiles, infatti ignorò completamente Erika, si accucciò davanti a Stiles per proteggerlo e tirò fuori le zanne per difenderlo.
Una reazione del tutto automatica da parte di entrambi. Così come il resto.
Il mostro scese e fu veloce, tutto molto veloce, Derek spinse Stiles per allontanarlo e lo guardò un secondo per dirgli di scappare; era pronto ad attaccare quella nuova creatura simile ad un rettile gigante pur non sapendo niente di lui e della sua potenza, né tanto meno delle sue intenzioni.
Era pericoloso e lo sapeva, ma lì c'era Stiles. Non importava niente altro. Avrebbe combattuto fino a che non sarebbe stato al sicuro, poi in caso sarebbe scappato.
- Derek il tuo collo! - Esclamò Stiles contraddicendo come al solito il suo ordine di correre via. Il collo di Derek era stato graffiato da quel mostro e, come era accaduto a lui in precedenza, lo vide accasciarsi nel giro di pochi secondi.
Secondi nei quali Stiles gli andò subito dietro e lo sostenne avvolgendolo con un braccio, portandosi il suo intorno alle spalle e tenendoselo stretto.
- Ok... - Disse infatti capendo che toccava come al solito a lui aiutare Derek anche se era l'umano sfigato di turno,
Mi chiedo perchè sono sempre io che finisco in queste situazioni con lui!”
Pensò infatti il lupo, imbestialito per essere stato immobilizzato da quel mostro e per ritrovarsi a prendere l'aiuto proprio di Stiles.
Ovviamente a quel punto non aveva scelta, ma faceva sempre la parte di quello che si faceva aiutare da lui e non gli piaceva, non voleva essere quello che si faceva aiutare da lui. Voleva essere quello che lo proteggeva. Era venuto lì per quello, in un certo senso. Com'era possibile? Era lui il lupo mannaro, non Stiles!
Perchè sempre con Stiles? Perchè?
Che storia era quella?
Lui lo vedeva sempre in quelle condizioni pietose!
- Chiama Scott! - Disse allora mentre lo trascinava via dalla zona delle piscine. Stiles prese il telefono dalla tasca, ma nella foga del tenerlo a sé e nello scappare, il telefono gli cadde, Stiles si abbassò automaticamente per prenderlo e Derek non fece in tempo a chiamarlo per dirgli di non farlo, che ormai stava già facendo un tuffo in acqua.
Stiles si ritrovò così a dover scegliere fra il chiamare Scott ed il tuffarsi per salvare quel pero che sarebbe annegato.
Ovviamente non ci rifletté per molto.
Si tuffò.
Avevano un rapporto strano ed erano più le volte che litigavano, ma non esisteva certo che se quello avesse bisogno, lui non lo aiutava.
L'avrebbe aiutato sempre.
O quasi. Insomma, se pensava non se lo meritasse non è che si abbassava a tanto.
Ma in quel periodo era stato carino con lui, così si inabissò nella piscina e lo riportò a galla tenendoselo stretto, sempre con un braccio sopra le proprie spalle ed un altro intorno alla vita di Derek.
- Fammi uscire da qui! - Ruggì il lupo sentendosi fortemente umiliato per tutta quella maledetta situazione.
- Ti preoccupi di annegare? Hai notato quell'essere con quelle svariate file di denti affilati? - Esclamò Stiles polemico come al solito. Se c'era occasione di discutere, lui discuteva. E lo faceva anche se quell'occasione non c'era.
- E tu hai notato che sono paralizzato dal collo in giù in una piscina piena d'acqua? - Ribadì Derek per sottolineare la propria impotenza doppia. Non solo immobile, ma in acqua, pure. Sotto l'assedio di un mostro pericoloso. E lui doveva proteggere Stiles?
Bene!
- D'accordo, non lo vedo... - Stiles fece per portarlo fuori dalla piscina, ma dovettero fermarsi quando lo videro avvicinarsi di nuovo, così osservarono la bestia che rimase ferma senza entrare: li teneva solo d'occhio.
- Che sta aspettando? - si chiesero infatti sorpresi che non si tuffasse per finire il lavoro.
Stiles rafforzò la presa sul braccio di Derek che si teneva intorno al collo. Cercavano di rimanere focalizzati sulle priorità, ovvero rimanere a galla. Per questo evitavano i loro sguardi il più possibile. Erano troppo vicini per fissarsi, poi la concentrazione rischiava di andare a quel paese.
Derek era fortemente insofferente per essere nelle mani di Stiles e Stiles non sapeva in effetti come tirarsene fuori, cercava di usare la testa come sempre, ma era un po' complicato, specie perchè sentiva addosso il corpo di Derek che ogni notte lo faceva sospirare. Toccarlo in quel modo lo distraeva decisamente.
Per quanto ci pensasse, comunque, non trovava niente di meglio, così ad un certo punto trovò il telefono a bordo piscina. Il mostro si aggirava ancora nei dintorni, pronto ad attaccarli se fossero usciti, pareva per nulla intenzionato ad entrare.
- Senti, non credo di poter reggere ancora molto... - Derek capì che pensava di lasciarlo andare giù per prendere il telefono e chiamare Scott, ma ovviamente l'idea che poi potesse non tornare a riprenderlo non gli piaceva.
- Nonono non pensarci neanche! - Cominciò infatti a dire, convinto che Stiles volesse vendicarsi dei suoi modi discutibili.
- Puoi fidarti per una volta? - Stiles era indignato che Derek continuasse a non fidarsi nonostante tutto.
- No! - E fu peggio con quella risposta. Stiles lo fissò male ed indispettito puntualizzò, continuando a tenerlo per bene a sé.
- Sono io che ti tengo in vita, chiaro? L'hai notato? - Non che questo lo spingesse a calare le arie, ma sperava.
- Sì e quando la paralisi sparirà, chi combatterà contro quell'essere? - Stiles non ci poteva credere. Derek in realtà era abituato a pensare in termini di utilità e non sentimentali. In nessun altro senso poteva essere aiutato. Del resto fra loro di norma era così. Circa.
- Secondo te è per questo che ti tengo a galla? - Chiese infatti sconvolto Stiles non capacitandosi che dopo tutto quello che avevano passato insieme e che facevano a casa, fosse solo per quello e che lui pensava una cosa simile.
- Sì, se non ti fidi di me io non mi fido di te! Ma tu hai bisogno di me per sopravvivere, ecco perchè non mi fai andare a fondo! - Ribadì con forte convinzione Derek, spaventato più che altro dal non essere veramente utile. Non era per la paura di essere lasciato andare a fondo e quindi di morire. Era perchè non voleva non essere fondamentale per Stiles. Si sentiva maledettamente idiota e l'altro, davanti a quel discorso, si indignà. Come poteva pensare quelle cose? Come poteva pensare che dopo le notti passate insieme lui lo tenesse su perchè gli serviva? Il modo in cui lo guardò a quel punto tradusse tutto il suo stato d'animo incredulo, indignato e fuori dal seminato. Per questo, quindi, con stizza lo lasciò andare giù per nuotare verso il bordo e prendere il telefono.
Derek andò giù ed in tutto il tempo che rimase nell'acqua, la paura di non essere abbastanza importante per lui divenne un masso gigantesco che lo faceva affondare ancora di più. Il respiro gli mancava, guardava nell'acqua nella stupida speranza di vederlo riapparire, ma ad un certo punto tutto si offuscò. Anche le sue paure.
Non sono importante...”
Non riuscì a finire di pensarlo che le sue braccia lo afferrarono, lo abbracciarono e lo riportarono a galla.
L'ossigeno per un momento venne confuso con quell'assurda euforia di essere ancora fra le sue braccia.
Era quella la sensazione di stare bene con qualcuno, di essere felice di rivederlo, di sentirlo ancora.
Quella di essere salvato.
Per un momento si confuse con qualcosa di più, molto di più.
Si confuse con un altro tipo di salvezza, una più interiore.
Quando si riassestò si diede dello stupido.
- Dimmi che l'hai chiamato. - Stiles non rispose e capì che era stato inutile.
Il telefono del ragazzo era sul fondo della piscina, ma non perchè gli era caduto, bensì perchè, nel chiamarlo, Scott gli aveva messo subito giù dicendogli che non poteva parlare. Così Stiles, invece di richiamarlo subito, capendo che Derek era giù da troppo tempo, aveva fatto cadere l'apparecchio e si era immerso per salvarlo.
Non ci aveva mai pensato nemmeno di striscio a non farlo e a lasciarlo giù, ovviamente, ma quando si era sentito dire che lo aiutava solo per un tornaconto personale, si era ribellato. Gli aveva solo voluto dare una lezione.
Ora però chiaramente non l'avrebbe certo mollato.
Solo che le forze gli stavano mancando sempre più.
- Pensavo non tornassi. - Ammise Derek. Stiles si girò a guardarlo a quella solita vicinanza e lo fissò davvero male.
- Come potevi pensarlo? - Con un sottinteso bello grande.
- Magari il mostro si era allontanato e tu eri potuto scappare via... - Stiles voleva ributtarlo giù, ma si trattenne perchè in fondo, molto in fondo, ci teneva a lui.
- Sei uno stupido! - Disse alla fine senza aggiungere altro.
- Vuoi dire che mi aiuti perchè tieni a me? - I momenti perfetti per parlare di quelle cose. No, Derek non li coglieva mai. Al contrario era bravo a trovare quelli sbagliati.
Stiles ansimava, non ce la faceva più a tenerlo a galla e di certo non era in grado di ragionare sulle risposte. Se avesse parlato gli avrebbe detto qualcosa di imbarazzante esponendosi troppo e non era il caso. Non voleva. Però quel suo sguardo insistente non gli lasciò scelta.
- Se io fossi nella stessa tua situazione che faresti? - Alla fine se la cavò bene perchè Derek capì e non rispose.
Si limitò a sentirsi ancora più idiota.
Se provavano le stesse cose allora certi dialoghi erano inutili, ma nel loro caso, un caso in cui si fraintendevano sempre perchè diversissimi fra loro, era meglio parlarne e chiarire.
Non certo in quel momento, comunque.

Quando Scott arrivò a tirarli fuori dai guai, cioè letteralmente, stavano ormai andando a fondo. Stiles pur di non mollarlo e salvarsi da solo, era finito per andare giù con lui.
Questa fu la prova più grande di quanto tenesse a lui.
E la consapevolezza che forse non ce l'avrebbe fatta, che sarebbe potuto morire per colpa sua, mandò su tutte le furie Derek, impotente.
Quando vennero presi da Scott e tirati fuori dall'acqua, caddero uno vicino all'altro. In breve tornarono a respirare e guardandosi, Derek si rese conto che cominciava a muoversi. La prima cosa che fece, mentre Scott si occupava, o per lo meno tentava, del mostro, fu prendere il braccio di Stiles e scuoterlo per sapere se stava bene. Non fu molto gentile, però il ragazzo si svegliò e sventolò la mano.
- Sì sto bene... - Derek non ebbe modo di arrossire, ma l'avrebbe fatto in condizioni normali. Era imbarazzante. Invece non disse nulla, ma notò lo strano comportamento del mostro davanti al pezzo di vetro che teneva in mano Scott.
A quel punto gli fu chiaro di cosa si trattava.
Appena se ne fu andato, Scott corse ad aiutare Stiles mentre Derek si staccò subito da lui per andare da Erika che aveva totalmente dimenticato per tutto il tempo. Scott non voleva condividere la questione del bestiario con Derek, era ancora convinto che agissero uno contro l'altro visto che l'altro voleva trasformare gente innocente e per lui non era una buona idea.
Però Stiles ovviamente era più o meno nel mezzo. Tendenzialmente dalla parte di Scott, ma al momento giusto un collaboratore a pieno regime anche di Derek.
O meglio. Gli diceva quello che Derek voleva sapere, collaborava in vari modi, gli salvava la vita. Beh, le solite cose che faceva lui.
Non capiva bene da che parte dovesse stare, a Scott non raccontava tutto quello che faceva in camera con Derek, ma sapeva che comunque avevano qualcosa. Non era facile né parlarne né portarla avanti.

Quando si ritrovarono fuori dalla scuola per parlare del mostro, Derek disse loro di aver capito di che mostro si trattava.
Gli spiegò del kanima e della sua particolarità. Gli disse che era un mutaforma come loro ma come un errore della natura, al che Stiles, per alimentare la sua spiegazione, disse:
- Abominio. - Ricordandosi del loro dialogo dell'altra notte. Un abominio. Un errore della natura.
Derek lo guardò ricordandosi del momento specifico in cui ne avevano parlato e serio annuì.
Dopo di questo fece per andarsene, ma Scott lo fermò.
- Derek! Dobbiamo collaborare in questa storia! Dirlo agli Argent! -
Derek saltò su arrabbiato.
- Ti fidi di loro? -
- Nessuno si fida di nessuno! È questo il problema! E mentre noi siamo qui a litigare su chi sta da quale parte, là fuori c'è un mostro spaventoso più forte di noi che uccide le persone. E noi non ne sappiamo niente! - Rispose arrabbiato convinto della propria posizione. Al tempo stesso lo era l'altro che, voltandosi, fu prevenuto mentalmente da Stiles che sapeva perfettamente quale sarebbe stata ora la sua reazione.
- Io so una cosa! - Disse a denti stretti. - Lo troverò. - Poi si voltò e con sguardo omicida ed occhi rossi, furioso come poche volte lo era stato, concluse: - E lo ucciderò. - Stiles sospirò vedendolo andarsene.
- Prevedibile! - Scott scosse il capo non credendoci.
- Ucciderlo! Non sa nemmeno chi è! Cos'ha improvvisamente contro di lui? Pensavo che fosse del tipo 'finchè non mi tocca me ne tengo fuori!' -
Stiles provò a rispondere usando la logica.
- Ok, ma ha tentato di farlo proprio ora... -
- Non è che vi abbia attaccati direttamente. Vi teneva d'occhio. Non voleva che usciste. - Stiles si zittì. Come poteva dirgli che in realtà aveva messo in pericolo lui due volte e che quindi Derek era furioso per quello?
Alla fine lasciò perdere e disse di scoprire per conto loro l'identità di quel kanima. Oltre che quante più cose potevano venire a sapere di lui.

Stiles sapeva perfettamente chi si sarebbe trovato in camera, infatti portò un asciugamano in più anche per lui, visto che erano entrambi zuppi.
Derek stava misurando la stanza con grandi passi ma era ancora perfettamente vestito.
Suo padre era al piano di sotto e Stiles si preoccupò che potesse sentirlo, per cui per prima cosa gli disse di togliersi le scarpe, poi gli tirò l'asciugamano cercando di non appesantire il momento con dialoghi sentimentali. A quel punto certe cose erano chiare.
- Non devi accanirti. Sarà un ragazzo come noi che è stato morso ed è diventato questo errore della natura... probabilmente è da aiutare, non da uccidere. - Stiles non era molto orientato verso una scelta precisa, ma sapeva che Scott puntava a quello.
Derek lasciò perdere l'asciugamano a gli andò davanti, prese quello di Stiels e lo buttò a terra, poi prese lui e lo spinse contro la porta. Come di consueto.
Stiles ormai si aspettava quel gesto.
Era furioso e lo vedeva particolarmente agitato. I suoi occhi selvaggi erano capaci di sbranare qualcuno.
- Non devo essere accanito? Ha cercato di ucciderci! - Puntualizzò.
- Non ci ha toccato! Poteva entrare in acqua! -
- Ne aveva paura! -
- Ti risulta che il kanima abbia paura dell'acqua? - Stiles riusciva ancora a ragionare, ma soprattutto rispondeva a testa alta senza spaventarsi.
Derek si rese conto che poteva lasciarsi un po' andare solo con lui. Aveva bisogno di dirlo. Così che Stiles non pensasse ad aiutare quel mostro.
- Non so i dettagli e non mi interessano! Ti ha attaccato due volte! Per quel che mi riguarda ce la può avere con te! Voleva finire il lavoro di oggi. Può anche tornare a farlo! Lo ammazzerò! - Così era proprio chiaro se ancora c'erano dubbi. - Ci sono certi mostri che non vanno salvati. Non si può salvare tutti, dì al tuo amico. Questo è un assassino spietato e non ha scrupoli, chiaro? Non permetterò che arrivi a te una terza volta! - Stiles si sciolse definitivamente e sfoderò la sua faccia ebete di chi, profondamente sorpreso e colpito da quello che sentiva, non sapeva più gestirsi oltre.
- Mi chiedo dove nascondi tutta questa gentilezza! - Era una battuta per alleggerire, però era davvero colpito dalla sua reazione, era un legame. Era un vero legame, il loro.
A quel punto Derek gli fece capire dove la nascondeva avventandosi sulla sua bocca. Il bacio bruciò immediatamente, Stiles non riuscì più a ragionare e quando Derek scivolò sul suo orecchio e lo tirò coi denti senza fargli male, disse ancora arrabbiato.
- Nessuno può osare... - riferito al fargli del male. Stiels sentì un forte calore partire dal basso ventre, si espanse subito ovunque e gli tolse il respiro.
Poi scese con le labbra sul collo e leccò dalla clavicola fino al mento, il ragazzo gli porse sé stesso sperando di poter avere tutto, quella sera. L'eccitazione si fece strada e la sua bocca si mosse da sola parlandogli mentre le mani lo frugavano sotto i vestiti bagnati ed i denti giocavano con la sua pelle sensibile.
- Sono proprietà privata? - Derek annuì succhiando, faticava a non morderlo, aveva di nuovo l'istinto di farlo, ma non per trasformarlo bensì per dominarlo. Quella sera il desiderio di dominare Stiles fu qualcosa di inarrestabile, ma non poteva. Cercava di ricordarselo.
Che se ci teneva a lui, non poteva. Era un ragazzino, era un ragazzino.
Per i lupi non contavano quelle differenze ed infatti non era una questione morale. Era semplicemente che Stiles non aveva idea di che cosa stava facendo e per lui passare alla fase successiva era una cosa troppo intima, profonda, forte. Doveva farlo con qualcuno che sapeva cosa faceva.
- E mi morderesti? - Chiese ansimante Stiles tenendolo a sé, infilando le mani sotto la maglia bagnata.
- Sì che ti morderei... - Rispose istintivamente come che non desiderasse altro.
- Mi trasformeresti? - Derek lo voleva penetrare, lo voleva far suo in tutti i modi possibili, ma il terrore di trasformare una persona a cui teneva l'aveva segnato, per cui in realtà ne era spaventato anche se era una cosa che voleva fare da sempre. Era il suo istinto di lupo, dopotutto. Stava facendo una lotta interiore fra lato umano e lato selvaggio che in pochi sarebbero riusciti a sostenere. Però Stiles stava diventando troppo importante. Se fosse stato uno chiunque ci sarebbe andato a letto e l'avrebbe anche morso, se avesse voluto. Con altri non avrebbe avuto questo stesso riguardo. Ma lui era Stiles, era diverso.
- Se lo volessi davvero sì... - Gli aprì la cerniera della tuta rossa e gli alzò la maglietta sotto, strafonda. Poi scese sui capezzoli e glieli succhiò. Stiles si inarcò verso di lui tenendogli le mani sulla nuca.
- E se lo volessi davvero? - Lo voleva per poter essere parte di lui, per poterlo essere di più.
Derek non poteva anche se voleva.
Non poteva mordere Stiles, al di là delle esperienze precedenti.
Stiles non aveva il richiamo.
Per un momento fece fatica a ricordarselo. L'istinto di farlo fu davvero fortissimo, ma decise di tradurlo in voglia sessuale. Così si inginocchiò e si prese la sua erezione accontentandosi di quello.
Di spogliarlo e possederlo con la bocca. Stiles era comunque molto eccitato da quel suo assalirlo, per cui venne subito. Fu come se tramite quello trovasse la pace.
Non era il proprio stesso piacere quello che cercava, o meglio non nel modo classico. La gente aveva orgasmi per godere. Lui aveva quelli delle persone che desiderava. Tanto questa persona godeva per lui, tanto godeva lui stesso. Perchè era come dominarlo.
Trovò la pace e dopo essere risalito si trovò ansimante a guardarlo negli occhi, turbato e confuso.
- Non chiedermelo più. Non farlo... perchè la prossima volta lo faccio, ma tu non hai il richiamo del lupo. Non ti trasformeresti. Moriresti. E non potrei sopportarlo. - Solo ai suoi occhi grandi e stupiti si rese conto di quello che aveva detto, se ne vergognò e si voltò per andarsene, Stiles però lo raggiunse in fretta, lo cinse da dietro e lo fermò bacandogli la schiena. Poi gli tolse lentamente la maglia bagnata usando una nuova dolcezza, come se gli stesse chiedendo scusa a modo suo.
Dopo di questo lo tirò nel letto e si coprì con lui, lo lasciò rigirarsi su sé stesso fino ad abbracciargli la vita come usava fare solitamente. Appoggiò la testa sul suo stomaco e si avvolse su sé stesso e su Stiles.
A quel punto, rilassati entrambi, Stiles mormorò piano.
- Non te lo chiederò più. -