CAPITOLO XXIII:
COME SULLE MONTAGNE RUSSE

Derek si ritrovò Stiles addormentato fra le braccia nonostante l'orgasmo e l'acqua della doccia che ancora li ricopriva.
Incredulo che fosse successo davvero, lo prese fra le braccia e con una delicatezza insospettata, fece attenzione a non svegliarlo.
Chiuse il rubinetto della doccia e rimase ad osservarlo convinto di stare sognando.
Come fa ad addormentarsi dopo un orgasmo?” Però in realtà era più comune di quanto si poteva pensare, subito dopo il completo svuotamento di ogni piacere, mancavano le forze per un istante e se si era stanchi come Stiles, veniva da dormire subito.
Derek lo alzò e lo portò in camera stendendolo sul letto, poi gli mise un asciugamano addosso e lo coprì.
Dopo di questo si asciugò a sua volta e senza smettere di fissarlo torvo e poco convinto, cominciò a riattivare la mente.
E' riuscito a non rispondermi!” L'ultima volta si era portato dei vestiti di ricambio, aveva indossato quelli lasciando lì quelli vecchi. Stiles glieli aveva lavati e messi nel cassetto consapevole che ormai quella era prassi.
Dovrei portare tutto il mio borsone qua, a questo punto...”
Pensò distrattamente vestendosi. Al termine 'vestiti' si ricordò della sensazione che aveva avuto prima che Stiles lo interrompesse. Prese quelli del ragazzo da terra e li annusò trovando conferma dei suoi precedenti sospetti.
Era con Jackson. È lui il kanima! Ma perchè diavolo non me lo dice? Di certo non gli interessa che muoia! Non è mica Lydia! Sarà Scott fissato come al solito col fare la cosa giusta... non so cosa stanno combinando e come pensano di cavarsela, e soprattutto cosa diavolo pensano di fare, ma tanto non riusciranno ad uscirne da soli. Non esiste una soluzione. Ormai Jackson ha una sola destinazione ed è l'aldilà! Posso anche lasciargli fare come gli pare, tanto lo so che verranno a chiedermi aiuto. Non hanno scelta.”
A quel pensiero si chinò su Stiles e gli strofinò il naso sulla tempia come un lupo col suo padrone.
I lupi non avevano padroni, però il senso di quel gesto lo ricordò molto. Così come il senso di molte altre cose che Derek faceva con Stiles.
Stiles era una sorta di padrone, per lui. Però non lo comandava, anche se comunque in qualche modo, se voleva, poteva fargli fare un certo tipo di cose.
Come prima. Gli aveva impedito di focalizzarsi sulla sua rabbia e sul sapere cosa aveva fatto tutto il giorno.
Alla fine quando erano insieme Derek latrava ordini, Stiles si lamentava, ma poi lo accontentava fra mille domande e agonie. Però lo aiutava sempre.
Il punto era che lo faceva perchè in realtà voleva.
Stiles aveva un potere particolare, su di lui.
Si trovava a difenderlo e a mettere in pericolo la propria stessa vita spesso e volentieri, contro i propri programmi.
Con Peter l'aveva fatto senza esitare ed anche col kanima in piscina.
Poi era finita che era stato Stiles ad aiutarlo.
Derek sospirò e si alzò andandosene. L'avrebbe lasciato fare, per quella volta.
Tanto era destinato a chiedergli aiuto, non avevano scelta.
Derek, turbato dal proprio strano sistema passivo, tornato al rifugio si mise ad allenarsi furiosamente sfogando quel nervoso provocato dal proprio strano comportamento.
Si sentiva molto possessivo con Stiles, troppo, e l'idea di essere il suo animaletto, era sempre più insita. Questo lo mandava su tutte le furie, ma poi non poteva non tornare da lui ogni notte e addormentarsi appoggiando la testa su di lui per sentire i battiti regolari e rilassanti del suo cuore.
Era imbarazzante, ma erano le notti migliori, quelle che faceva con lui.
Era tranquillo perchè così nessuno poteva arrivare a lui e fargli del male.
Voleva proteggerlo, era inconcepibile l'idea che qualcuno potesse ferirlo e si arrabbiava con Scott che lo coinvolgeva così tanto in tutti i suoi affari pericolosi. Scott era un licantropo. Non si faceva male. Non correva seri pericoli.
Stiles era un umano, li correva.
Se fosse stato lui al posto di Scott, l'avrebbe escluso categoricamente da tutto. Come poi cercava effettivamente di fare.
Si limitava a dormire con lui la notte. Solo quello e basta.
E ad incontrarlo casualmente a scuola ogni tanto, quando ci andava per altri motivi.
Come tenerlo d'occhio.
Però se poteva si occupava da solo o con altri mezzi del raggiungimento dei propri scopi. Anche se spesso quegli scopi erano proteggerlo o vendicarlo.
Certo, a volte non aveva scelta che coinvolgerlo. Non lo faceva apposta. Lui in realtà cercava Scott, ma cercare Scott era sempre come cercare Stiles ed finiva che si occupava lui di Derek.
Poi c'era stata la piscina. L'aveva cercato lui per sapere cosa era successo in officina. Avrebbe potuto aspettare la notte, ma aveva avuto come un istinto.
Cercarlo a scuola.
Non aspettarlo a casa.
Col senno di poi era stata una fortuna, se non fosse venuto il kanima l'avrebbe ucciso perchè era là per lui.
Poi le cose si erano messe in modo che Stiles l'aveva aiutato, ma quella era prassi. Quando facevano qualcosa insieme era matematico che andasse così.
Protezione ed aiuto vicendevoli.
Stava andando sempre più in una sola direzione.
Quella di chi non poteva più fare a meno uno dell'altro.

Quella stessa notte, Derek sentì rientrare Stiles a casa, era quasi mattina, ormai. Aveva passato quasi tutta la notte fuori con Scott a coprire i suoi casini, non sapeva cosa stavano combinando, ma li aspettava al varco.
Si raddrizzò e cercò di fare attenzione, ma era lontano e per quanto forte fosse, non riusciva a percepire bene ogni cosa. Così uscì dal rifugio ed andò da lui, si nascose in un angolo sicuro fuori casa sua ed aspettò di percepire meglio quello che agitava Stiles.
Lo sguardo torvo e seccato.
Sicuramente, come sempre, quello che poteva andare storto ci è andato!”
Pensò decidendo di lasciarlo ai suoi guai per il resto delle ore che rimanevano della notte.
Stava per tornarsene al rifugio, quando lo sentì stare effettivamente male. Non era proprio agitato, arrabbiato o con un diavolo per capello.
Più che altro stava male.
Un senso di colpa oppressivo e schiacciante. Derek non sapeva che era per suo padre ed i guai che stava correndo.
Non gli piacque quel che sentì, così imprecando si decise ad entrare in camera sua. Lo trovò seduto sul letto a strofinarsi la testa con le mani e poi coprirsi il viso con gli stessi gesti ripetuti e nervosi.
Ricurvo su sé stesso, non lo sentì arrivare, solo quando si sedette sul balcone della finestra aperta, se ne accorse.
Stiles alzò il capo e lo guardò senza spaventarsi, non imprecò e non fece nessuna espressione.
Era davvero teso e abbattuto, era chiaro che avesse un gran brutto problema.
Derek voleva che fosse lui ad aprirsi ed in caso a chiedergli aiuto, specie che lo facesse per Jackson, ma doveva sbrigarsi prima di esagerare coi guai che, per fare da soli, stavano combinando.
Stiles tornò ad abbassare lo sguardo e alzò una mano per fermarlo in partenza.
- Non è nottata! - Esclamò, si sentiva massacrato e davvero senza forze.
Anche prima aveva dormito pochissimo, appena Derek se ne era andato si era svegliato sentendosi solo. Era stata come una strana ansia. Quasi paura.
Nel non vedere Derek era corso subito nel bosco dove Scott ed Allison stavano facendo la guardia, poi aveva trovato il furgone aperto e Jackson sparito.
Erano stati costretti ad andare da suo padre alla centrale dove avevano trovato Jackson col suo, di padre. L'avvocato.
Così era scattata la denuncia per rapimento da parte di Jackson per loro ed era stata diramata un'ordinanza restrittiva nei loro confronti. Questo aveva evitato a Stiles e Scott di dire tutto al signor Stilinski, però alla fine cosa aveva potuto dirgli? Nulla.
Uno scherzo. Una ragazzata.
Questo aveva messo nei guai l'uomo ed incrinato notevolmente il rapporto con lui.
Stiles si stese nel letto sentendosi talmente stanco da non avere nemmeno fame.
Aveva mangiato un panino e mezzo gelato in due giorni, aveva dormito forse un'ora. Forse.
Poi era corso come un matto a destra e sinistra per due notti ed una giornata. Probabilmente anche più.
Stava perdendo peso, oltre che il sonno.
Anche se si metteva lì d'impegno a volte non riusciva a dormire.
A momenti doveva tornare a scuola e pensare a qualcosa con Scott ed Allison per fermare Jackson.
Senza chiedere aiuto a Derek.
Perchè non potevano?
Lui voleva solo farsi aiutare, era stanco, non ne poteva più.
Appena si mise giù cercando di chiudere gli occhi, ignorando l'insistente presenza silenziosa di Derek, si rigirò una decina di volte ed il sonno non arrivò. Così imprecando seccato contro tutti i mille pensieri che aveva, primo fra tutti suo padre, continuò a rigirarsi sotto le lenzuola peggiorando la situazione.
Fino a che qualcosa lo fermò dall'ennesimo giro.
Si scontrò con un affare solido che silenzioso era scivolato nel letto con lui.
Derek lo circondò con le braccia e gli impedì di muoversi ancora.
A quel punto Stiles si calmò impercettibilmente.
Le sue braccia forti gli tolsero un po' d'ansia e paura.
Paura?
Sì, paura.
Stiles non ne aveva quasi mai anche se di motivi per averne non mancavano.
Eppure ultimamente cominciava ad averne.
Quando era solo.
Non quando era nei pericoli effettivi. Quando affrontava cose rischiose. Solo quando era solo a casa.
L'assenza di Derek lo metteva non solo a disagio e gli toglieva il sonno, ma gli metteva paura.
Non gliene avrebbe mai parlato.
Derek non gli chiese nulla, ma Stiles non voleva dormire. Quando prima si era addormentato, lui se ne era andato subito.
Così rimase vigile contro di lui con un braccio intorno alla sua vita.
- Perchè hai morso Jackson? - Chiese alla fine come ammettendo che era lui. - Sentivi il richiamo del lupo? -
Derek capì che era veramente lui, cosa che ormai già sapeva, e che in qualche modo il test aveva fallito. Poi pensò alla risposta.
- In effetti no, non lo volevo trasformare per questo, oltre che per il carattere di merda. Lo odiavo, non lo volevo nel branco! - Stiles ridacchiò rilassandosi. Ovviamente lo odiava perchè Jackson lo trattava male, però non glielo disse.
- Ma non sentivi nulla di particolare? - Chiese provando a capire cosa fosse successo.
- Sì, c'era qualcosa ma era strano, incerto... non riuscivo a capire. Per questo non volevo trasformarlo, poi ho pensato che al massimo sarebbe morto e la cosa di sicuro non mi sarebbe dispiaciuta. Speravo morisse, lo ammetto. - Derek non era come Scott. Però non era nemmeno un vero assassino, dopotutto. Solo che era un grigio. Scott era Bianco e probabilmente Peter era stato nero.
Derek era solo grigio.
Spesso rosso. Ma mai bianco o nero.
- Non avresti dovuto morderlo. - Concluse capendo che il processo di trasformazione in lupo aveva subito degli intoppi.
- No, non dovevo... - Derek cominciò a provare anche del rimorso per averlo fatto, come che si sentisse in colpa o responsabile. Stiles non glielo aveva detto però indirettamente l'aveva fatto ed era d'accordo. Dopotutto non si poteva rischiare con certe cose. Se l'istinto di lupo ti diceva qualcosa di così poco chiaro, non si poteva provare lo stesso e vedere come andava, non si poteva.
Però l'aveva fatto e sicuramente aveva molte cose da imparare ancora, anche se era un alpha non era un vero alpha di quelli che sapevano cosa fare in ogni situazione, che non esitavano e che avevano risposte e forze necessarie per tutto.
Però ci si era trovato in quella situazione ed era sempre stato solo. Sua madre era morta sei anni fa ed il grande esempio che era stata per lui, era scemato via via.
Era diventato un omega, in pratica, perchè sua sorella Laura era rimasta lì ad indagare e lui aveva cercato di dimenticare e farsi una vita lontano.
Questo non l'aveva aiutato sotto nessun aspetto ed ora in tanti ne pagavano le conseguenze.
Specie perchè un vero alpha doveva capire chi era meglio trasformare e chi no.
Una ragione in più per ucciderlo!”
Si disse quindi baciando sovrappensiero la fronte a Stiles senza rendersene nemmeno conto. Questo svegliò di colpo il ragazzo quasi nel dormiveglia e lo guardò sorpreso. Derek non se ne accorse e rimase immerso nei propri pensieri.
Stiles non parlò di suo padre, di quella notte, di Jackson e di qualunque altra cosa.
Derek non esternò le proprie preoccupazioni e le convinzioni maturate. Tanto meno le proprie intenzioni di lì in poi.
Devo spingerli a chiedermi aiuto. Dirò ad Erika ed Isaac di guadagnarsi la loro fiducia, di Scott e di Stiles. Perchè tanto è inutile, per quanto vorrei che Stiles ne rimanesse fuori, Scott lo coinvolgerà sempre. Oltretutto è il solo che può convincere Scott di qualcosa. Se convinco Scott, ma non Stiles, Scott non ci viene. E viceversa. Sono in simbiosi questi due. Devo per forza convincere tutti e due. Se quei due se li ingraziano, magari ottengo risultati positivi!”
Perchè affrontarli a viso aperto era troppo per un lupo comunque maledettamente solitario come lui.


Erika a quanto pareva era riuscita a conquistarsi anche troppo la fiducia di Stiles.
Quando Scott l'aveva portata da lui, nel suo rifugio, avvelenata da quel maledetto kanima, Stiles si era dimostrato molto preoccupato.
Derek comunque l'aveva aiutata a guarire e lei, nel delirio della sofferenza, appoggiata a Stiles l'aveva guardato amorevole e speranzosa e gli aveva detto una frase stucchevole da futuri innamorati.
- Sei un bravo Batman. - Qualcosa che si riferiva ad un loro dialogo. Decisamente poco piacevole per Derek.
Lo fissò male mentre la sorreggeva e con lo sguardo confuso di Stiles che non capiva perchè lo guardasse come per sbranarlo, si alzò e cambiò 'stanza' lasciandolo lì con Erika mentre cercava di guarire dopo il suo trattamento.
Scott, ottusamente, lo seguì pensando al lato pratico di quel gran casino che ora, evidentemente, era arrivato ad un punto tale da non saper proprio più dove sbattere la testa.
Quando si era deciso a chiedergli aiuto, Derek si era sentito maledettamente bene. Almeno ora avrebbe potuto controllare meglio Stiles e proteggerlo apertamente. A modo suo, ovviamente.
Ammesso a viso aperto che il kanima era Jackson, Scott aveva detto che sarebbe entrato nel branco di Derek momentaneamente e che l'avrebbero fermato insieme.
Però aveva precisato che si sarebbe fatto a modo suo, cioè senza ucciderlo.
Dovevano solo catturarlo ed impedirgli di uccidere e far del male agli altri. Non sapeva come, ma un modo lo dovevano trovare.
Quando Stiles li raggiunse dopo aver detto che Erika era crollata e che dormiva, ma che sembrava stare meglio, Derek lo guardò feroce ed affilato come se non avesse appena ottenuto quello che voleva da giorni.
Si limitò a tornare a Scott.
- E che sistema suggerisci? - Come se Stiles non esistesse proprio. Questi lo guardò sorpreso. Che aveva fatto ora?
- Chiederò qualche consiglio al dottore Deaton... - Derek continuò a fissarlo seccato in attesa di qualcosa di più concreto e non del solito 'vado ed improvviso'.
Scott si rese conto che doveva dirgli altro, altro che al momento non sapeva. Così guardò Stiles in attesa che tirasse fuori delle idee decisive. Era lui quello dei piani, di solito.
A quel punto Stiles capì che cosa stava succedendo, dopo aver pensato peste e corna di Derek.
- Ah, collaboreremo alla fine! Ci siamo decisi! Era ora! - Gli scappò. Derek voleva sorridere vittorioso, ma era ancora troppo arrabbiato con lui. E geloso.
- Sì ma non c'è un piano, lui vuole che seguiamo il suo piano e lui non ha un piano! -
Scott alzò gli occhi al cielo capendo che Derek era arrabbiato con Stiles per qualcosa e che quindi se la prendeva con lui.
- Il piano c'è! Chiedere aiuto al Dottore! - Derek sospirò e scosse la testa insofferente.
- E' un pochino vago... - Disse Stiles senza voler compiacere Derek di proposito. Che infatti non si compiacque. Anche se era strano che non gli desse contro per partito preso come sempre.
- Ehi, finchè non parlo con lui non posso fare un piano! E poi perchè non tirate fuori qualcosa anche voi? -
- Sei tu che hai detto che si fa a modo tuo! - Rispose Derek sempre sul sentiero di guerra. Stiles guardò Scott.
- A modo tuo? Come se i piani fossero tuoi! - solitamente era lui quello dei piani, infatti.
Scott fece la faccia da 'non essere pignolo' sperando che l'atmosfera si distendesse. Cosa che non avvenne.
- Devo parlare col dottore per prima cosa. -
- Facciamo che intanto tieni d'occhio Jackson e vedi che non faccia cavolate. - Disse Stiles che ovviamente non poteva stare mentalmente inattivo sul serio. Scott annuì.
- Quando ho parlato col dottore, ci risentiamo. - Disse a Derek.
- Domani sera ci vediamo da lui! - Il più grande era decisamente meno impaziente. Gli dava un giorno, era anche magnanimo. Scott sospirò, alzò le mani in segno di 'ok' e riassunse paziente.
- Terrò d'occhio Jackson, parlerò col dottore e poi ci vediamo domani sera da lui per provare a capire cosa possiamo fare col kanima! - Ed infine aggiunse: - Voi... - Stiles e Derek lo guardarono in attesa che finisse la frase, erano le stesse espressioni solo che il lupo era più feroce. Scosse il capo e li scacciò con la mano andandosene. - Risolvete qualunque cosa abbiate da risolvere! -
Che gran suggerimento!”
Pensò Stiles vedendo che Scott se ne andava davvero.