CAPITOLO XXV:
SICUREZZA

Derek non era convinto di coinvolgere Stiles, ma sapeva quanto inevitabile fosse. E a detta sia di Scott che del dottor Deaton, l'aiuto di Stiles sarebbe stato comunque essenziale.
Per cui alla fine si limitò ad accettare il piano così come era stato posto.
Almeno non l'aveva fatto Scott. I piani di Scott di solito non funzionavano... si sarebbe stupito di quanto poteva sbagliarsi. Solo che, in effetti, tendenzialmente, funzionavano meglio quelli di Stiles.
Stiles era un umano e forse era questa qualità che lo rendeva migliore dei lupi mannari sotto l'aspetto pratico ed organizzativo.
Tradotto: era molto intelligente ed astuto.
Per questo era una specie di membro del branco.
L'unico umano in un branco di licantropi.
Nella storia dei licantropi non si era mai verificato, a meno che non fosse un emissario, ma era chiaro che lui non lo fosse -per il momento-, per cui il fatto che fosse parte del branco e soprattutto che fosse accettato da Derek, la diceva molto lunga.
Aveva sorpreso molto i tre membri del branco effettivo. Scott non ne era rimasto molto sorpreso in effetti.
Sapeva perchè Derek l'aveva accettato. C'erano due motivi.
Uno era che Scott non collaborava mai a nulla senza Stiles. E due era che Derek e Stiles stavano insieme.
Si potevano definire come voleva, ma quello erano.
Dopo essersi riuniti tutti quanti insieme per l'ultima messa a punto del piano finale ponendo ogni dettaglio sul piatto, esposto con estrema cura e attenzione proprio da Stiles, si erano sciolti dandosi appuntamento a quella sera al rave per la cattura di Jackson e del suo burattinaio, chiunque esso fosse.
Stiles era un po' teso per la riuscita del piano e per il proprio ruolo.
Il dottore gli aveva detto che se non avrebbe creduto a sufficienza in quel che doveva fare con quella polvere, non avrebbe funzionato.
Era importante che invece funzionasse, perchè grazie a quello che lui doveva fare, Jackson sarebbe rimasto in trappola.
Scott gli aveva detto che sarebbe andato tutto bene, poi era andato dietro ad Isaac con la scusa di spiegargli alcune cose.
Era convinto che Isaac non fosse del tutto affidabile, per cui gli stava costantemente alle costole, ma era solo una scusa, per Stiles. Era attratto da lui in qualche modo.
Allison l'attraeva per il suo lato umano, era la sua ancora in quel mondo. Isaac l'attraeva per il suo lato licantropo, era la sua ancora al contrario, per l'altro mondo.
Allison lo riportava umano ed Isaac lo spingeva ad essere lupo.
Il contrasto era cominciato da poco, quella lotta estenuante sarebbe esplosa fra qualche tempo.
Stiles non voleva mettersi troppo in mezzo perchè Scott alla fine non si era intromesso molto nella sua con Derek.
Così si trovò comunque ad esprimere i propri dubbi in merito proprio a Derek.
- Perché lo vieni a dire a me? Che me ne frega? - Il solito tatto rude di Derek. Stiles scosse la testa mentre cucinava due bistecche belle grosse. Prevedeva di saltare la cena, per cui si erano detti di provvedere ora che avevano un po' di tempo.
Stiles si era limitato a fare quello che Derek aveva preteso... dopo la solita litigata!
'Se vuoi mangiare vattene a caccia e divora qualche topo! Che vuoi da me?'
'Non sono una bestia!'
'Come no?!'
'Se vuoi che vada a stomaco vuoto e che mi manchino le forze sul più bello, poi non piangere quando un cacciatore mi farà fuori!'
Così Stiles si era rassegnato a fare due bistecche di roast beef. Entrambe per Derek. Lui aveva lo stomaco chiuso.
Nel preparare, aveva esposto la propria teoria su Scott, Isaac ed Allison per distrarsi dal famoso piano che lo angosciava.
- Isaac è il tuo beta, no? - Era ovvio. Non per Derek. Continuava a fissarlo senza capire, appoggiato al tavolo preparato per due.
- Sì ma cosa significa? Può fare quello che vuole, cosa mi interessa di chi gli piace? - Stiles in quello si perse e lo fissò come avesse davanti la persona più insensibile del mondo.
- Derek, sei responsabile per lui... e poi pensavo che ti interessasse... a me interessa se Scott si caccia nei guai! - Derek sospirò spazientito alzando un sopracciglio, le braccia incrociate al petto.
- Sono responsabile per lui nei momenti difficili e nelle scelte che riguardano il branco... ognuno è libero di innamorarsi o di avere le sue esperienze! - Stiles pensò che forse era troppo inesperto come alpha, ma non lo disse per non offenderlo. Era capace di litigare di nuovo e non aveva voglia.
- Io credo che fra loro possa nascere qualcosa... ma perchè conosco Scott meglio di quanto si conosce lui stesso. Perchè dici che Isaac si sta prendendo per Scott? - Derek lo guardò sorpreso e con un sorrisino scettico gli chiese:
- Davvero me lo stai chiedendo? - Stiles chiuse il fornello e alzò gli occhi sui suoi senza capire. Scaldandosi pure per quel genere di espressioni che gli rivolgeva.
- Certo, perchè? -
Derek si avvicinò e lo guardò da vicino per capire se c'era o se ci faceva.
Davvero non aveva ancora capito quel concetto.
- Stiles, Isaac è il mio beta, l'hai detto tu. Riesco a percepire i sentimenti e le emozioni degli altri in generale, cosa pensi che senta dei miei beta? - Stiles si rese conto solo ora della propria stupidità. Di solito arrivava subito alle cose.
Ammaliato come sempre dal suo sguardo intenso e ravvicinato, trattenne il fiato cercando di tornare in sé con difficoltà.
- Sì hai ragione, non ci pensavo... - Poi batté le palpebre e distolse lo sguardo per tornare attivo e funzionale. Prese così il piatto di Derek e ci mise entrambe le bistecche mettendolo poi a tavola. Per sé prese un'insalata.
Derek lo guardò senza capire perchè quella divisione di cibo così sproporzionata, glielo stava per chiedere quando Stiles proseguì con le sue domande, sedendosi a tavola.
- Così hai sentito che Isaac prova qualcosa per Scott? -
- Non se ne rende coscientemente conto, ma presto lo capirà... - Stiles voleva approfondire quando Derek, prima di sedersi, prese un altro piatto e ci mise una delle due bistecche sopra, poi consegnò il piatto a Stiles che lo guardò corrucciato ed imbronciato.
Derek si sedette e come se non fosse successo niente, cominciò a tagliare la propria carne.
Stiles sospirò e gliela ridiede.
- Stiles! - Tuonò seccato Derek.
- Dai, non ho fame, mi basta l'insalata! - Derek voleva addentare il suo collo e fu molto chiara la sua intenzione quando contrasse la mascella e lo fissò minaccioso, ma Stiles alzò la forchetta davanti alla sua faccia senza il minimo timore.
- Senti, se vuoi che non vomito mentre spargo la polverina magica intorno al locale e che quindi funzioni come deve, lasciami la mia insalata e divorati la tua carne! A te per funzionare serve
cibo, a me no! Io sono troppo teso! Ho la sensazione che qualcosa andrà storto! - Con questo tornò alla sua verdura sperando di poter cambiare discorso. Derek però rimase a fissarlo mentre mangiava con smorfie continue. Non aveva fame nemmeno di insalata, ma sapeva che aveva mangiato poco.
- Stiles, perchè mangi poco ultimamente? - Stiles si soffocò con il boccone e tossendo ci impiegò un bel po' a non morire, poi paonazzo lo guardò convinto d'aver capito male. Ma Derek lo fissava ancora con convinzione.
- Davvero hai notato questo? - Negarlo era inutile, ormai aveva imparato che mentirgli era idiota.
- Certo! - Ruggì Derek offeso. - Perchè non mangi e non dormi? - Stiles innalzò il muro per difendersi, ma non fu un gran muro resistente.
- Cosa dici? Mangio e dormo, solo di meno... se non l'hai notato stiamo in una situazione di merda e... - Derek continuava a fissarlo aspettando la vera risposta. - Può succedere qualcosa di apocalittico da n momento all'altro, dipende tutto da noi, se riusciamo a sistemare il kanima e questo misterioso padrone e... insomma, cercano di uccidermi o no? Magari si sono rassegnati o magari no! - La questione sensibilizzava molto Derek perchè era uno dei suoi tormenti. Per questo faceva sempre attenzione a che non rimanesse solo. L'altra sera che era stato con Scott per parlare col dottore, aveva sperato che quello scapestrato rimanesse a casa a dormire. Quando era tornato l'aveva trovato lì, ma sveglio e pensieroso. Non gli aveva chiesto nulla, si era solo infilato nel letto e si era addormentato su di lui, come sempre.
Stiles non si era addormentato subito.
- Ci pensiamo noi a te, non ti farà nulla! - Con 'noi' intendeva tutto il branco, Scott compreso. L'ordine perentorio era stato di dare un occhio di riguardo a Stiles poiché era l'obiettivo del kanima. Insieme a tutti gli altri, chiaramente. Il kanima intanto aveva continuato ad uccidere, oltre che minacciare Stiles.
Questi sorrise ed abbassò compiaciuto ed imbarazzato lo sguardo.
- Lo so... -
Derek così si protese verso di lui.
- E allora?! - Poco paziente e poco dolce. Stiles arricciò la bocca, sapeva non avrebbe mollato, ma aveva sperato non se ne accorgesse. In realtà non ci sapeva che fare...
- Senti io... non so... ultimamente faccio fatica a dormire e non ho appetito, ok? Sono preoccupato per molte cose... - Derek sospirò, si alzò e si accucciò davanti a lui obbligandolo a guardarlo. Non sembrava nemmeno lui. Poi alzò il dito con l'artiglio e tornò ad essere perfettamente lui. Stiles inghiottì, ma non si fece indietro. Rimase a fissarlo senza esitare. Come gli piaceva quando faceva così.
- Cosa mi nascondi, Stiles? - La voce quasi ruggiva.
Stiles non era un lupo e tanto meno del suo branco, poi ci pensò meglio.
Era del suo branco. Collaborava come tutti. Anzi. Forse di più.
Beh, sicuramente di più.
Alla fine alzò gli occhi e li roteò maledicendosi, però parlò imbarazzato.
- Mi secca dirlo, ma se non dormo con te sto sveglio tutta la notte, ok? - Derek sbatté le palpebre più volte ritirando gli artigli e le minacce varie per le proprie sorprese.
- Davvero? - Stiles imprecò e continuò a fissare in alto, così l'altro gli prese il viso fra due dita e lo abbassò bruscamente obbligandolo a guardarlo.
- Sì, davvero... comunque non ho mai avuto molta fame, ora sono effettivamente in ansia per tutti questi casini e la prima cosa che mi si chiude è lo stomaco... - Derek capì che ora stava dicendo la verità e, ancora stupito della dolcezza di quella ammissione, chiese cercando di non essere intimidatorio. Cosa che comunque con lui non gli riusciva mai.
- E con me dormi? - Stiles spinse il labbro all'infuori in maniera infantile, si sentiva tanto scemo. Annuì e Derek fece un sorrisino orgoglioso. Era un po' narcisista, in effetti. Stiles non lo notò perchè non lo guardava. - Ti metto tranquillità? - Stiles si strinse nelle spalle.
- Sicuramente è il momento più sicuro della mia giornata. - Però a volte passavano insieme poche ore per notte... e spesso nemmeno quelle. Derek, nel realizzarlo gli alzò il mento dopo che gli era di nuovo sfuggito.
Così finalmente si guardarono e Stiles si calmò. Il suo cuore gli diede tregua e tolse il mal di testa a Derek che, sorridendo in modo indecifrabile in quel suo tipico caratteristico da sbruffone, si alzò e lo baciò.
Stiles sorpreso di quel gesto tanto semplice, si lasciò andare e si rilassò. Se fosse stato sempre così dolce e normale sarebbe stato così facile avere una relazione con lui. Ma forse, in quel caso, non gli sarebbe piaciuto a quei livelli.
A lui piaceva il lato selvaggio, no?
Il bacio fu meno frenetico e aggressivo di sempre ed il cuore di Stiles ora era sereno. Sicuro. Lo stomaco gli si aprì e tornò a provare della fame normale come da giorni non ne provava.
Derek lo sentì e soddisfatto si separò e scivolò con le labbra al suo orecchio.
- Allora la tua cura sono io... - Stiles arrossì e si imbarazzò al punto da spingerlo via con dei pugni al petto che non gli fecero mai male.
Derek rise e Stiles continuò ad insultarlo.
Però cenò con la carne e si sentì perfettamente pronto per tutto.
Sperava davvero andasse tutto bene.

- Ehi, occhi su Stiles! - Ruggì Derek prima di uscire con Erika, Isaac e Boyd per andare al rave dove si sarebbe svolto il piano.
I tre lo guardarono stupiti fino ad un certo punto.
- Dovrebbe evitare di giocare coi lupi cattivi... - Disse Erika seccata che Stiles avesse scelto Derek. Questi la guardò a dir poco intimidatorio e lei abbassò subito il capo.
- Però ha ragione! È un'operazione che facciamo in branco. Siamo lupi mannari, che ci fa lui con noi? - Rincarò Isaac il quale non aveva ben capito il significato dell'essere il beta di qualcuno. Derek consegnò il suo sguardo peggiore a lui.
- E' l'unico umano che fa parte di un branco di lupi! - Puntualizzò Boyd per farla più chiara.
Derek infine trucidò anche lui, sospirò e sbracciò secco per zittirlo.
- Ci serve! E comunque Scott non si muove senza Stiles! -
- Ci serve? Se dobbiamo fare da baby sitter non saprei proprio... - Gli occhi di Derek divennero rossi ed Erika si zittì mordendosi il labbro.
Non aggiunse altro, ma ormai era chiaro che Stiles era speciale per lui. Era il solo umano che accettava nel gruppo e la scusa che per avere Scott dovevano avere lui era, appunto, solo una scusa. Non c'entrava per nulla Scott.
Era semplicemente che Derek preferiva averlo vicino per proteggerlo meglio piuttosto che saperlo solo da qualche altra parte a combinare chissà cosa.
Stiles era Stiles, non c'erano discussioni.

La sospensione del padre di Stiles gli aveva dato un duro colpo, si sentiva responsabile in qualche modo ed aveva voglia di dirgli tutto e gridare al mondo di piantarla di dargli problemi.
Alla fine non poteva, per cui si limitò ad uno strano silenzio sospetto che preoccupò anche Scott.
Una volta al locale, ognuno aveva la sua parte da fare, per cui si separarono per cominciare.
Alla fine Stiles non solo riuscì a far funzionare la famosa polverina magica, come la chiamava lui, rivelando un'effettiva utilità se non altro in quello, ma alla fine fu la mente nel gestire Jackson versione kanima.
Erika e Isaac se ne resero conto in quel momento che erano con lui in attesa di capire che fare con lui. Aspettavano quello che lo manovrava, ma nessuno si faceva vivo, per cui si trovarono lì con Stiles in attesa di capire come gestirlo.
Quando il padrone si rivelò attraverso Jackson, fu Stiles a parlarci e ad interrogarlo con estrema prontezza e freddezza.
I due lupi se ne accorsero guardandolo conversare con lui a tu per tu.
Era un mostro feroce più forte di loro che erano lupi e si stava per riattivare, sicuramente a breve li avrebbe attaccati e c'era in aggiunta quel fantomatico burattinaio che parlava attraverso lui. C'era da avere paura per loro che, in effetti, erano spaventati. Ma Stiels era lì davanti a loro, accucciato, e fissava il mostro negli occhi e parlava con quell'entità attraverso la sua voce deformata ed inquietante. Faceva domande sensate, precise, sapeva perfettamente cosa stava facendo.
Loro sarebbero rimasti impietriti, incapaci di porre una sola utile domanda.
Quando purtroppo l'effetto paralizzante del farmaco che avevano iniettato nel kanima, svanì e questi scappò, ci fu un momento in cui Isaac ed Erika andarono dentro per cercarlo e Stiles uscì congiungendosi con Derek.
Un breve istante. Si aggiornarono e Stiles spiegò che Jackson era scappato.
Poi aveva scoperto che la polvere che aveva cosparso intorno all'edificio aveva funzionato, aveva bloccato i lupi e quindi, in teoria, ogni altra creatura sovrannaturale al suo interno.
Esultò come un bambino mentre Derek, accanto a lui, nascondeva il suo stupore.
Comunque più che per la polvere, era contento che Stiles fosse ancora vivo.
Dopo di quello sentì il richiamo di Scott che stava male e dovette occuparsi anche di lui.
Stiles era un po' frastornato. Non capiva come Derek potesse sentire Scott, ma era contento che fosse riuscito a far funzionare la polvere, significava che aveva delle qualità particolari. La cosa fu messa comunque subito da parte quando sentì la gente scappare e gridare. Qualcosa, dentro il locale, era successo. Qualcosa per colpa del kanima.
Doveva aver ucciso ancora.
Erano venuti per impedirlo e lui invece ce l'aveva fatta sotto ai loro occhi, per un istante il senso d'impotenza gli caricò dentro una rabbia cieca. Fu peggio quando vide Derek uscire portandosi in spalla Scott.
Scott privo di sensi, Scott che stava male. Scott.
Stiles si paralizzò lì sul posto, ma quando Derek lo chiamò col suo tipico ruggito perentorio, tornò in sé, pratico, veloce, operativo.
Corse alla sua macchina e l'aprì per permettergli di metterlo dentro.
- Che diavolo è successo? - Chiese agitato salendo al posto di guida mentre Derek saliva davanti con lui dopo aver sistemato Scott dietro.
- Argent! La madre di Allison cercava di ucciderlo! L'ho preso in tempo. Spero... - Lo spero finale non piacque a Stiles.
Derek, prima di andare via, ordinò ad Isaac ed Erika di andare via che ormai non potevano fare più niente.
- Dove lo porti? - Chiese poi a Stiles mentre guidava verso un posto preciso.
- Dal dottor Deaton, dove vuoi che lo porti? - Derek imprecò, aveva dei problemi di fiducia con lui, come con chiunque altro che non fosse del branco. Stiles ovviamente era un caso a parte.
- Non mi fido di lui! - Disse come sempre.
- Senti, non c'è nessun altro, ok? O lui o muore! Non ha una bella cera, è stato intossicato con un gas, hai detto... - Derek si zittì, alla fine non avevano davvero scelta. Stiles gli tirò il telefono e gli disse di chiamarlo, Derek imprecò, ma lo fece. Aveva ragione, aveva maledettamente ragione. Era la sola cosa.
- Non capisco perchè non ti piace! - Disse poi Stiles.
- Perchè sa tutto! Sa tutto e noi non sappiamo niente di lui! - Sbottò seccato Derek con una gran quantità di nervo da scaricare.
- Scott si fida e questo è sufficiente! - Per Derek no, ma al momento non avevano scelta.
Stiles non poteva negare che non avesse torto. Deaton sapeva tutto, ma di lui non si sapeva nulla. Non era normale.
Al di là di questo, non sapeva dove sbattere la testa al momento. Che scelta c'era?
- Il kanima ha ucciso, comunque! - Disse poi ricordandosi del piccolo particolare. Derek imprecò.
- Maledizione! - Arrivarono in quel momento e scesero, Stiles salì dietro per aiutare Derek a caricarselo in spalla e portarlo dentro. - Tu come stai? - Chiese sbrigativo come se la domanda fosse pertinente e gliela facesse spesso. Stiles per lo stupore si dimenticò di controllare che la testa di Scott non sbattesse ed infatti prese contro la portiera. Fortunatamente non era sveglio e non sentì nulla.
Derek aspettò una sua risposta prima di correre dentro e Stiles shockato del fatto che volesse proprio saperlo, disse che stava bene. Allora entrarono.
Deaton era accorso subito alla clinica veterinaria per Scott e si occupò subito di lui dopo essersi fatto dire con cosa l'aveva avvelenato.
Ovviamente strozzalupo.
Derek appariva sfinito mentre seduto aspettava che lo salvasse.
Stiles era più frenetico e fuori di sé dalla preoccupazione, camminava di continuo su e giù facendo cadere qualunque cosa sopraggiungesse nel suo cammino.
All'ennesima cosa investita, Deaton e Derek gli dissero di uscire sul retro a calmarsi. Deaton poi aggiunse con più calma che il suo amico sarebbe stato bene.
Rimasti soli, Derek guardò l'uomo salvare Scott e si calmò interiormente rendendosi conto che in ogni caso, per quanto misterioso fosse, era dalla loro parte. Non poteva che essere così, dopotutto. A quel punto pareva evidente.
Pensare d'avere qualcun altro dalla sua fu come sentirsi senza fili. Poté rilassarsi e la stanchezza ingigantì.
Erano anche un po' gli effetti dell'aconito inalato quando era entrato a salvare Scott. Si era un po' indebolito.
- Grazie per averlo portato da me. - Disse poi Deaton. Calmo e pacato. Comprensivo. Sapeva che per Derek era stato difficile, diffidente com'era. L'altro fece una strana espressione. Voleva dire 'merito di Stiles' ma poi gli sarebbe suonata troppo male.
Così evitò e basta.
Quando uscì dopo aver recuperato le forze, era comunque ancora stanco.
Stiles camminava ancora su e giù come una furia, cominciava a sentire il peso di tutti i problemi che si accumulavano uno dietro l'altro e Scott era la ciliegina. Poteva affrontare tutto ma non la perdita di Scott o Derek.
- Lo salverà. - Disse quest'ultimo colpito dal suo stato di panico. Stiles si fermò spaventato e Derek pensò che forse era la prima volta che lo vedeva così. Aveva abbassato le sue difese.
Stiles aveva appena parlato col kanima posseduto dal suo padrone e l'aveva fatto senza battere ciglio ed ora davanti al problema di Scott sembrava terrorizzato.
Derek si chiese se fosse stato così anche con lui, nel caso in cui gli fosse successa una cosa simile.
- E' una speranza o una certezza? No perchè qua abbiamo solo l'imbarazzo della scelta per cosa agitarci di più! Dovevamo fermarli ed hanno ucciso ancora, mio padre è stato sospeso per colpa mia ed io in risposta lascio a piede libero la somma dei suoi problemi. Che poi andiamo, in qualche modo sono sempre io, non c'entrano tutti questi mostri che spuntano, glieli tiro addosso io, io! Perchè io li attiro su di me e di conseguenza poi colpiscono lui. Sono un disastro come figlio e dovevamo fermarlo e non ci siamo riusciti e Scott è quasi morto... cosa dovremmo fare ora? Sperare? Io non ho più idee, le sto esaurendo! -
Derek, sorpreso dal suo scoppio, lo guardò senza sapere come fermare quel fiume umano di parole. Stava ancora camminando gesticolando con ampi gesti furibondi. Parlava come una mitragliatrice.
Non riusciva nemmeno a chiamarlo e a dirgli mezza parola e poi comunque non avrebbe saputo cosa dirgli.
Stiels stava cedendo alla pressione, ma non voleva che lo facesse, non l'aveva mai fatto. Aveva un suo modo di essere forte, di affrontare le cose. Un suo modo così particolare.
E gli piaceva.
Alla fine andò da lui e lo abbracciò senza fare altro.
Lo strinse e gli tolse la mobilità, Stiles si ritrovò senza forze a cedere a quella presa ferrea, il fiato sparito, il cuore per un momento fermo. Il cervello spento.
Derek non l'aveva mai fatto o forse sì, ma in casi così rari da sconvolgerlo.
Lo stava facendo. Era davvero a quel livello catastrofico?
Nascose il viso nel suo collo e chiuse gli occhi abbandonandosi a quel gesto così semplice, pieno e bello. Per una volta qualcosa di sorprendentemente normale.
Il senso di sicurezza che provava ogni volta che lo abbracciava tornò, la notte dormiva perchè aveva il suo braccio intorno al corpo. Non c'era altro.
- Troveremo una soluzione. Scott sta già bene. - Ma di fatto, rimaneva una cosa davvero impossibile, ai suoi occhi. Per cui cercò un po' di più sicurezza e alzò la testa verso la sua e senza guardarlo per non perdere il coraggio, lo baciò aggrappandosi alla sua maglia.
Derek l'accolse schiudendo le labbra e fu come un altro piccolo incantesimo.
Quel potere che aveva solo lui, a quanto pareva, continuava a funzionare.
La cura di Stiles era ancora Derek.
Non gli succederà niente, non lo permetterò mai!”
Pensò fra sé e sé furioso con qualunque cosa si fosse accanita contro Stiles. Odiava averlo così.
Odiava che stesse male. Odiava profondamente vederlo spaventato. Non poteva spaventarsi. Lui era Stiles. Non poteva. Era la sua caratteristica.
Anche se poi, forse, non era tanto il coraggio quanto l'incoscienza e l'impulsività.
Semplicemente Stiles non pensava prima di agire, si buttava istintivamente sulle cose a capofitto. Che poi spesso fossero rischiose e pericolose era un altro paio di maniche.
Ma non era proprio una questione di coraggio, si disse Stiles mentre si sentiva meglio nel baciare Derek. Il cuore si placò e tutto tornò a posto.
In qualche modo avrebbero fatto.