CAPITOLO XXVII:
BUIO TUTT'INTORNO

Matt scappò e Jackson versione kanima corsero fuori decidendo che ormai erano troppe persone in gioco per batterle tutte quante.
Scott e Derek stavano tornando da Stiles, dal signor Silinski e da sua madre quando si imbatté in Gerard. Aveva un piano, fargli credere che era dalla sua parte e che agiva secondo i suoi ordini e poi, alla fine, dargli il colpo di grazia e fregarlo. Ma affinchè avesse successo nessuno doveva sapere niente.
Quando ebbe quel dialogo con lui, Derek era dietro l'angolo e l'ascoltò.
Fu un duro colpo per lui sentire che Scott era entrato momentaneamente nel suo branco sotto ordine di Gerard.
Aveva cominciato a fidarsi di lui con molta fatica e poi alla fine era uno dei tanti che si serviva di lui e che lo tradiva.
Ci rimase male, si sentì perso per un secondo. Voleva spaccare tutto, ucciderli e sparire da lì fregandosene di ogni cosa, ma c'era una persona che sapeva l'avrebbe fermato.
Quando pensò a Stiles si ricordò che era ancora semi paralizzato a terra, stava correndo da lui per vedere come stava, l'unico pensiero importante in grado di farlo muovere e reagire, ma poi lo vide con suo padre che si svegliava e, acciaccato, vedeva del figlio.
Derek imprecò, si morse la bocca e sentendosi mancare nella parte profonda di sé, si voltò e se ne andò seccato senza dire nulla a Scott. Non una sola parola.
Poteva ucciderlo in quel momento.
Quando fu al rifugio, i suoi tre lupacchiotti stavano bene, aveva dovuto legarli per la luna piena che ancora non sapevano gestire, poi era arrivata Lydia ed aveva resuscitato suo zio Peter con l'aiuto di qualche incantesimo che l'aveva messo KO.
Il dottor Deaton, vecchio amico di sua madre, era arrivato ad aiutarlo e a dirgli di fidarsi di Scott e di andare da loro.
Fidarmi, eh?”
Pensò con amarezza mentre aggiornava rabbioso e a monosillabi Erika, Isaac e Boyd i quali non sapevano nulla di cosa era successo.
- E quindi? - Derek ne aveva abbastanza, voleva stare solo, voleva che tutti la smettessero di chiedergli cosa fare, volevano che la piantassero di soffocarlo e poi tradirlo.
E voleva poter stare con Stiles, non sapeva come stava e non poteva avvicinarlo.
- E quindi cosa? -
- Cosa facciamo? - Erano tutti e tre un po' persi ed un po' frustrati, gli leggeva negli occhi la mancanza di fiducia, stavano perdendo qualunque cosa avessero avuto per lui. Se mai legame si poteva dire, alla fine.
Derek, troppo inesperto e troppo preso da troppi problemi, non era stato in grado di essere un vero alpha ed ora non sapeva cosa fare per davvero.
Adesso aveva esaurito ogni idea ed ogni forza. Voleva solo chiudersi in sé stesso e magari sparire.
Prima però devo rivedere Stiles!”
Il nervoso crebbe a dismisura e scoppiò perchè era davvero al suo limite massimo.
- Cosa volete fare voi? Sono aperto a suggerimenti! Io non ho più idee! Tutto quello che potevo l'ho fatto e non è servito, dannazione! - I tre si guardarono stupiti e spaventati, poi Erika suggerì che, se avevano perso ed era finita, era il caso di andarsene da lì e scappare in un posto privo di kanima e di Argent.
Derek, sentendoselo proporre, rise amaro capendo perchè, comunque, non l'aveva fatto anche se era disperatamente quello che voleva.
- Se scappi ora, scappi per sempre! Dobbiamo rimanere e lottare per quel che abbiamo! -
- Ma cosa abbiamo qua, ormai? Niente! Non ci lega nulla qua! - Erika era molto risoluta, Boyd incerto e Isaac completamente perso. Gli serviva una guida che lui non sapeva essere. Derek non sapeva essere una guida nemmeno per sé stesso.
- Oltretutto è vero che non abbiamo più cartucce. Fra Argent e kanima noi... - Boyd cercava di ragionare, ma Derek scosse la testa, si voltò di schiena e tendendo tutti i muscoli domò a stento la voglia di sbranarli.
- Io sono scappato per tutta la vita, non lo farò più! Resterò qua ed in qualche modo proteggerò quelli che ho qua! -
- Chi?! Scott? Stiles? Non hai nulla, qua! - Derek si voltò verso Erika e fece per aggredirla, ma si trattenne a stento.
Era scattato al nome di Scott, ma voleva dire che Stiles era più che sufficiente.
- E' mio questo casino con Jackson! Io lo devo risolvere! -
- Non esiste un modo, non sai come, non... - Derek fulminò anche Boyd con occhi di fuoco.
- Fate quello che volete, io resterò e affronterò le mie responsabilità. Non scapperò! - Ruggì a denti stretti.
Non poteva lasciare Stiles in questo casino proprio ora.
Scott si poteva impiccare col suo Gerard, ma Stiles non c'entrava. L'avrebbe fatto uccidere.
Erika si prese Boyd per mano e se lo tirò via risoluta a convincerlo. Dovevano andarsene, non li legava nulla a lui, non era in grado di proteggerli. Parlava bene, ma la verità era che non aveva idea di che cosa faceva.
Isaac esitò e lo guardò sospirando, lo sguardo confuso, perso.
- Fai quello che vuoi, Isaac. Ora io... io non so dove sbattere la testa, ma non me ne andrò. Tu fa come vuoi! - Disse piano Derek, calmandosi un po' dalla furia pericolosa di prima.
La rabbia e poi la delusione. Ora doveva andare avanti, ma come?
Era solo.
E voleva poter vedere Stiles, voleva sapere se stava bene.
Era lui ormai la sua ragione per rimanere.
Con o senza responsabilità, senza Stiles, dopo il tradimento di Scott, se ne sarebbe andato con il branco per ricominciare da capo altrove.
Però lì c'era Stiles. Non poteva lasciarlo.
Quando fu solo, Derek imprecò e dando un calcio ad un vecchio ferro arrugginito che stava per terra, andò via anche lui.


Stiles non riusciva più a respirare bene. Stava cercando disperatamente un sacchetto dove farlo, sentiva la crisi di panico arrivare ed era talmente assurdo dover usare un maledetto sacchetto!
Perchè non aveva sacchetti?
E soprattutto perchè stava iper ventilando come un idiota?
Erano andati tutti in ospedale, ma siccome la sua paralisi era sparita e suo padre aveva mille cose da fare in centrale, era andato a casa da solo.
Non aveva ancora parlato con lui, appariva chiaro cosa era successo.
Chiaro per uno che non aveva visto niente di sovrannaturale verificarsi. L'aveva visto solo la madre di Scott.
Stiles pensò a loro, a come stavano andando e capì che non era il caso di chiamarlo per parlargli.
E dirgli cosa?
Sono agitato?
Cosa facciamo adesso?
Ho meno idee di prima?
Stiles non aveva idea di che cosa stesse facendo Scott, non gli aveva detto niente di lui e Gerard e del suo piano. Non sapeva che stava tradendo Derek né che lo facesse per finta.
Lo sentiva rigirarsi da solo in mezzo ad affari e piani poco loschi e lo sentiva lontano, distante. Non condivideva. Probabilmente per proteggerlo, ma non sapere cosa faceva lo martoriava. Preferiva sapere le sue pessime idee piuttosto che rimanere nel buio.
Non poteva parlare con Scott perchè Scott non parlava con lui. Non seriamente.
Non gli diceva le cose importanti, nicchiava, era generico, parlava di tutto ma non di quello che combinava.
E poi aveva quel problema con sua madre.
Non poteva parlare con lui.
E nemmeno con suo padre, che credeva che Matt fosse un pazzo assassino plurimo che faceva stragi in giro.
Non poteva dirgli quale fosse la verità.
Non poteva parlare con nessuno di quelli con cui avrebbe dovuto o voluto.
E Derek non si faceva vivo.
Guardò il telefono. E se lo chiamava?
Ma cosa poteva fare lui?
Sicuramente non sapeva cosa fare. Aveva esaurito le idee.
Non riuscivano a sconfiggere il kanima, Matt era sparito e cosa potevano fare?
Aspettare che facessero la prossima terribile mossa?
Derek e Scott insieme non l'avevano ucciso, dannazione!
Non era una cosa trascurabile!
Come ne uscivano?
La paura si impossessò di lui e con essa il panico, il respiro andò a quel paese ed il cuore era partito anch'esso per la Luna.
Oh mio Dio... oh mio Dio!”
Pensò a ripetizione mentre cercava il sacchetto.
Poi dalla finestra che teneva sempre aperta o socchiusa per permettergli di entrare, un'ombra si frappose, sentì il lieve cigolio e quando si girò di scatto e lo vide, il fiato si sospese.
Quando gli buttò le braccia al collo, il panico venne scacciato come un uragano.
Lo strinse con tutta la forza che aveva fregandosene di cosa sembrava.
Era ancora molto agitato, ma stava meglio.
Lo strinse e nascose il viso nell'incavo della sua spalla e del suo collo, chiuse gli occhi e contrasse il viso in un'espressione di bisogno che colpì Derek come un pugno allo stomaco.
Non lo vedeva ma lo stava sentendo.
Tremava, quasi.
Lo cinse con delicatezza e gli carezzò la nuca.
- Ehi... - Si sentiva idiota a dire qualunque cosa, ma non poteva nemmeno stare in silenzio. - Come stai? - chiese poi. Stiles sospirò e si staccò guardandolo in viso con quei suoi soliti grandi occhi scuri, persi. Spaventati.
- Meglio, ora. - Derek annuì. - Tu? - Chiese poi ansioso. L'altro si strinse nelle spalle.
- Guarisco subito... - Stiles si sentì enormemente sollevato e gli prese il viso fra le mani per poi baciarlo con foga, sentendo di nuovo il fiato corto.
Lo tirò febbrile verso il letto. Quel bisogno di sentirlo ora era impellente, gigante in lui.
Doveva averlo, quella volta.
Non poteva tirarsi indietro.
Aveva la malata consapevolezza che se fosse rimasto solo, sarebbe morto. Morto d'infarto, di ansia, di panico.
Derek sorpreso di quel bacio disperato così poco da Stiles, cercò di calmarlo, gli prese a sua volta il viso fra le mani e l'accarezzò calmo, in reazione alla sua grande agitazione.
Stiles riusciva a tirargli ancora fuori, talvolta, quelle parti del vecchio sé stesso. Quello che, quando amava, era dolce e perso per l'altra persona.
Capì che lo stava portando sul letto e lo contrastò fermandosi.
- Sei terrorizzato... - Disse shockato. Era forse la prima volta che lo sentiva autenticamente spaventato. Era sconvolto perchè Stiles non lo era mai stato sul serio. Gli erano capitate di tutti i tipi, aveva sempre affrontato tutto pronto.
Ora era lì e tremava. Tremava dentro. Il suo cuore lo stava facendo impazzire.
Stiles turbato da quella domanda si sentì spiazzato al punto da non saper che altro dire se non la verità.
- Sì... sì, lo sono... - Ammise senza vergognarsene.
Derek voleva uscire, trovare Jackson, Matt e Gerard ed ucciderli tutti.
- Perchè? - Stiles rise e lo lasciò andare cominciando a camminare isterico per la stanza. Anche la sua risata ed il suo tono lo erano.
- Perchè? Non so, forse perchè abbiamo gli Argent contro, Matt e Jackson sono troppo forti perfino per voi due insieme e Scott è nella merda perchè sua madre l'ha scoperto. Sta combinando qualcosa e non mi dice cosa. Io non ho piani e non so che piano ha lui, non so se posso fidarmi. Ti rendi conto che sto mettendo in dubbio quello che per me è un fratello? So che fa tutto in buona fede, ma a volte è un deficiente e combina casini! Per questo io gli sto dietro e lo correggo! Ma se non mi dice cosa fa non posso aiutarlo! Pensa che non possa aiutarlo ed il risultato sarà che piangeremo il morto! Cosa possiamo fare? Aspettare i comodi di Matt, ecco cosa! Io non so più cosa fare, non c'è niente di positivo, niente! Niente a cui aggrapparmi ed ho crisi di panico... - Come evocate, il respiro gli divenne corto ed accelerato e cominciò di nuovo a tremare vistosamente a partire dalle mani.
Mani che Derek prese svelto e strinse fra le sue, poi lo lasciò per abbracciarlo ancora e nascondergli il viso contro il proprio collo, gli tenne la nuca, come prima. E di nuovo il panico svanì.
Lo stavano consumando. Tutti loro.
Tutti nel coinvolgerlo nei loro piani e nelle loro cose.
Doveva fare come aveva pensato la prima volta.
Evitare di coinvolgerlo, far sì che ne rimanesse fuori.
Ma ormai come faceva a starne fuori anche volendo?
Stiles era troppo coinvolto. Lo era con lui, oltre che con Scott.
Non avrebbe mai lasciato perdere.
E comunque era una parte in campo molto attiva, in tutta quella storia.
Era un po' il punto debole di tutti, oltre che una specie di mente, un ingranaggio razionale e spesso geniale di cui tutti loro si servivano.
Erika gli aveva detto di come era stato bravo a gestire Jackson posseduto dal suo padrone e ad interrogarlo. Era l'unico che in quel breve momento di panico aveva saputo lucidamente cosa fare.
Era importante per loro, in qualche modo. Anche al di là dei sentimenti.
Però come proteggerlo?
- Non devi avere paura. Faremo di tutto per non... -
- Non potrete proteggermi per sempre, non potrete... - Entrambi non riuscivano a finire le frasi, troppo coinvolti da quel che provavano, scossi dall'interno.
Derek voleva proteggerlo e aiutarlo e sapeva che la cosa migliore era stargli lontano e permettergli di uscirne. Ma non poteva. Non voleva.
Eppure doveva.
- Troveremo un modo. Devi fidarti. Ce la siamo sempre cavata, no? - Essere così positivo era a dir poco una novità, per lui. Ma era solo una finzione. Era fortunato che Stiles non percepiva la menzogna. Alla fine, lentamente, smise di porre resistenza e di tremare e si calmò. Quando lo stese nel letto, rimase in piedi chino su di lui, Stiles capì che non sarebbe venuto.
- Non dormi qua? - Chiese di nuovo ansioso. Derek strinse le labbra combattuto e dispiaciuto. Non poteva essere così. Stiles era forte. Doveva continuare ad esserlo. Gli piaceva perchè era l'umano più forte mai conosciuto. Aveva una forza sua, interiore. Non aveva paura.
- Devo occuparmi degli altri, devo fare delle cose e trovare una soluzione... - Disse piano quasi irriconoscibile.
Stiles rimase colpito dal suo tono e dai suoi modi così dolci e protettivi.
- Allora sai essere anche normale! - Disse per sdrammatizzare un po'. Derek apprezzò il tentativo e finse di prendersela. Due pessimi attori.
- Se cerchi bene dovrebbe esserci un cuore da qualche parte... - Quasi un invito ad insistere e non mollare.
Stiles voleva fare quel famoso discorso. Erano una coppia?
Però capiva che non era il momento adatto, che era meglio lasciarlo andare. Di cose da sistemare ne aveva e non lo invidiava per quante erano.
Gli lasciò il braccio che gli stava tenendo per poi girarsi sul fianco e guardarlo uscire dalla finestra.
Sospirò e non dormì per il resto della notte in attesa di qualche kanima od altra catastrofe pronta a farlo fuori.
Era il più debole, di certo il primo a dover finire male. Era scienza.
Quello più fragile è il primo a crepare.
No, decisamente non era uno senza paura. Era solo uno incosciente. Ma ora non gli veniva bene nemmeno quello.


Il giorno dopo non andarono a scuola, Stiles evitò Scott per una serie di motivazioni una più ovvia dell'altra, nel mentre rimase stranamente chiuso in casa ad elaborare il proprio stato d'animo. Non capiva come si sentiva, cosa provava, come stava.
Era spaventato?
Non dormiva, non riusciva a dormire da solo, di conseguenza doveva per forza essere così.
Voleva vedere Derek però temeva che capisse cosa gli prendeva, che lo sentisse agitato. Non voleva dargli un altro pensiero e si vergognava se pensava che aveva paura.
Stava facendo del suo meglio per risolvere la situazione, non sapeva che fare però non poteva dargli un altro peso. A parte questo, Derek e Scott ne avevano molto più di lui, che senso aveva poi mostrarsi spaventato?
Sempre ammesso che si trattasse semplicemente di quello.
L'unica nota positiva fu che suo padre fu ripreso alla polizia col suo ruolo, venne revocata la sospensione e almeno in quello le cose andarono meglio.
Vagava per la casa, per lo più in camera, come un'anima in pena senza avere risultati, senza sentirsi meglio, senza saper cosa fare.
Voleva solo avere qualche potere anche lui, ma erano gli altri i lupi, lui non poteva fare quello che potevano fare loro. Non poteva aiutare molto. Non poteva fare quelle cose. Voleva ma non ci riusciva.
Soffriva per quello.
Il pensiero gli tornò a fissarsi in quello e si ricordò di quando aveva chiesto a Derek di trasformarlo. Cioè a modo suo glielo aveva chiesto, coi suoi soliti giri. Derek gli aveva chiesto di non farlo più perchè non aveva la forza di rifiutarglielo, però sentiva che non doveva.
Aveva sentito una nota di disperazione nella voce.
Non aveva idea che si trattava del suo passato. Quando aveva tentato di far trasformare la ragazza che amava, questa era morta perchè non era segnata per diventare licantropo.
Aveva paura succedesse anche a Stiles. E comunque davvero quel richiamo in lui non lo sentiva.
Incapace di produrre qualcosa di utile per sé stesso, per gli altri o per quella maledetta situazione, Derek si presentò verso ora di pranzo e lo stupì.
Stiles cercava disperatamente di distrarsi coi suoi soliti passatempi su internet senza un gran successo, quando il ragazzo entrò e lo fissò torvo, accusatore.
- Non si mangia? - Chiese brusco spaventandolo per la sorpresa. Stiles si rigirò contro di lui per pura abitudine. E poi perchè non gli piaceva quando faceva l'arrogante!
- Sei venuto di nuovo a scroccare cibo? Pensavo avessi cose da fare! - Disse infatti seccato e con un pizzico di gelosia. Non tanto gelosia quanto fastidio perchè non era rimasto con lui.
Derek fece un sorrisino soddisfatto nascondendo la propria preoccupazione, riusciva ancora a distrarlo bene!
Era venuto a controllare se Scott era con lui, se lo stava proteggendo come gli aveva detto di fare, ma vedendolo solo aveva capito che doveva essere successo qualcosa.
Si arrabbiò, ma per miracolo riuscì a controllarsi e a ragionare con priorità. Per prima cosa doveva farlo mangiare.
- Certo che sono qua per mangiare! Ti risulta che ho un frigo ed una cucina? - Stiles sbuffò ed allargò le braccia polemico. Non aveva fame, essendo a casa solo aveva sperato di poter saltare il pasto.
- Beh, puoi anche arrangiarti! Non è che mangi solo quando vieni qua, no? -
- E tu? Da quanto non mangi? - Chiese alla fine irruento. Non sapeva essere meno invadente e Stiles capì che lo stava tenendo d'occhio. Non sapeva se ridere o scocciarsene.
Alla fine si grattò la nuca e si girò eludendo il suo sguardo.
- Ma che ne so... ieri a pranzo, forse? - Aveva sparato un giorno qualunque, non ne era sicuro e Derek lo percepì.
- Stiles, fila a preparare qualcosa da mangiare! - Tuonò arrabbiato e perentorio. Stiles si voltò infastidito.
- Sei proprio forte, sai? Mi controlli? - Derek uscì dalla camera senza rispondere diretto al piano inferiore ed alla cucina. Avrebbe preparato lui qualcosa!
Stiles lo seguì a passo di carica. Lo voleva affrontare.
- No, adesso ne parliamo! Sei qua perchè pensi che non mangio, magari volevi anche vedere se ero vivo, no? Ti preoccupi! Però non vuoi parlare di noi e di cosa siamo! Stanotte sei venuto a vedere come stavo e mi hai messo addirittura a letto! Però non vuoi parlare di cosa siamo! Di cosa proviamo! Io sono pronto! Guarda cosa stai facendo per me! - Allargò le braccia per indicare un generico 'tutto questo' e Derek, alzando gli occhi al cielo, sbuffò aprendo il frigo alla ricerca di qualcosa da cucinare.
- Derek, parlami! - Continuò esasperato.
Derek a quel punto dovette per forza affrontarlo, si girò e rimanendo a debita distanza lo fissò torvo e astioso. Non ne poteva più.
- Non so cosa dirti! Perchè non ti basta quello che faccio? Perchè vuoi anche sentirtelo dire? - Era davvero frustrato e Stiles lo capì solo in quel momento. Di sicuro aveva mille cose per la testa e non la sapeva nemmeno dove sbattere. Però era lì a vedere di lui. Era fra le cose importanti da fare. Si avvicinò e sospirò calmandosi.
Dopotutto era superfluo dirselo.
Gli carezzò la guancia dove la barba cresceva e fece l'aria dispiaciuta di chi voleva scusarsi e non sapeva come fare.
- Perchè abbiamo sempre bisogno di conferme, noi semplici umani siamo fragili, insicuri. Vogliamo sentirci dire le cose più ovvie e poi sentircele anche ripetere. Però capisco che può essere difficile... - Era il suo scusarsi.
Derek lo capì e si rilassò contro la sua mano, infatti mise le proprie alla sua vita e l'attirò a sé rispondendo con un bacio.
Non voleva dire nulla, non voleva, non poteva. L'ultima volta che aveva detto di amare qualcuno era stato il preludio ad un disastro.
Non l'avrebbe più detto con facilità.
Però era vicino, era nell'aria, era palpabile.
Stiles era molto più di qualunque altra persona.
Dopo non aver ricevuto notizie da Erika, Boyd ed Isaac e aver pensato e ripensato a cosa fare e cosa non fare, aveva capito che poteva fare solo una cosa.
Assicurarsi che Stiles stesse bene.
Il suo branco doveva decidere se scappare o restare, nel mentre lui davvero non aveva idea di come affrontare Gerard e Jackson.
Al mattino avevano trovato Matt affogato, di sicuro c'era Gerard dietro, aveva il terrore di quel vecchio pazzo ed era furioso con Scott che si era alleato con lui. Cosa significava Matt morto e Jackson ancora in giro?
E Scott?
Domande su domande senza risposte.
Non sapeva che fare, così si era dedicato all'unica cosa che poteva fare.
Vedere di Stiles.
Questi, dal canto suo, aveva lo stomaco davvero chiuso e semplicemente pensò di fare qualcosa di più piacevole che mangiare. Qualcosa che non facevano da un po' e che gli mancava.
Poteva farlo sentire ancora vivo, dopotutto. Dopo la paura costante che qualcosa di terribile potesse succedere, concentrarsi sulla sola piacevole che poteva ottenere non era una cosa così strana.
Nel pieno del bacio, Stiles cominciò a carezzare Derek lentamente scendendo sul collo e poi sulla schiena. Infilò le mani sotto la sua maglia fino a toccargli la pelle, lo sentì rabbrividire. Era da un po' che non lo facevano. Non l'avevano mai fatto del tutto, ma lui intendeva il resto che gli concedeva.
Così staccò la bocca e gli tolse la maglia in un chiaro messaggio.
Derek rimase per un attimo senza fiato a guardarlo stordito, Stiles non tornò a baciarlo, scese sul suo collo e cominciò ad assaggiarlo fino a scendere lentamente e famelico.
Aveva fame, ma non di cibo.
Derek pensò, nella propria nebbia, che era un progresso visto che Stiles ultimamente non mangiava e non dormiva. Aver voglia di fare quelle cose significava una piccola ripresa. Volle crederci, per questo non lo respinse. Potevano mangiare dopo.
Stiles scese così fino ad inginocchiarsi, dopo aver baciato e leccato il suo torace scolpito. Era maledettamente eccitante e tornare a farlo dopo un po', in un momento tanto teso e folle, aveva un suo perchè. Era come un premio prima del giro di boa.
Poteva essere l'ultimo.
Cominciò a pensarlo e lo pensò tutte le volte successive che si susseguirono di nuovo a folle velocità.
Derek tornò spesso da Stiles i giorni successivi per controllarlo e tutte le volte si prese il suo piacere, convinto che potesse essere l'ultimo.
E poi cercava di farlo mangiare, con scarsi risultati.
Per farlo dormire era anche peggio perchè Derek non poteva restare tutta la notte, quindi rimaneva qualche ora, il tempo di riprendersi, e poi andava via. Sempre per diversi motivi.
Non parlarono di Scott. Era come se entrambi sapessero che era un argomento tabù, ma non avevano idea del perchè.
Derek sapeva che Stiles non lo vedeva in quel periodo, Stiles voleva distrarre il proprio pensiero da lui quando era con Derek.
A scuola lui e Scott non facevano molti progressi, non comunicavano molto, quasi nulla, ma entrambi persi nei loro pensieri, non lo notavano molto... o forse lo notavano ma non erano in grado di affrontare anche quello.
Stiles si sentiva inutile, vedeva i molti problemi che Scott doveva affrontare, a cominciare dalla madre, e non voleva ossessionarlo con le sue mille domande. Anche perchè, a parte 'cosa facciamo ora', non sapeva che altro chiedere.
Dovevano sapere qualcosa, ma non sapevano niente.
Andavano avanti sperando, vedendo, improvvisando giorno dopo giorno.
Freddamente, persi, stanchi, spaventati.
Si guardavano le spalle, cercavano di riflettere.
Fino a che non scoprirono che Gerard era il nuovo padrone di Jackson. Quello funse da scossa. In qualche modo il sapere che c'era un pericolo sostanzioso in più, spinse i due amici a tornare a comunicare e sistemare qualcosa che di fatto non si era mai rotto ma solo stranito.
Non ne parlarono, però tornò tutto come sempre. Domande, ipotesi, supposizioni e discorsi infiniti.