CAPITOLO XXX:
ASPETTATIVE

Scott sgranò gli occhi e lo guardò a dir poco sconvolto, decise anche di pulirsi le orecchie per vedere se magari aveva sentito male e Derek per poco non gliele staccò a morsi.
Lo fermò la consapevolezza che non ci sarebbe riuscito.
- Allora? - Tornò a chiedere seccato. In realtà era fortemente imbarazzato per quello che gli stava chiedendo, però non sapeva a chi rivolgersi.
Scott si grattò la nuca e si sedette sull'altra sedia libera, mentre Derek era nella sua poltrona. Sua in quanto ormai la usava sempre lui.
- Ecco... un regalo per Stiles, dici? Beh, ci sono molte cose che potrebbero andare bene per lui, ma... dipende da cosa vuoi sembrare tu! - Domanda a dir poco geniale. Derek dapprincipio non la capì, ma poi Scott gli spiegò e tutto fu più chiaro. - Il suo ragazzo od un amico? O magari un amico speciale? O, che ne so, un conoscente? Sai, con un regalo puoi fare molte cose... legare o mettere le distanze, un punto, un punto e virgola, una parentesi, tre puntini di sospensione... - Derek prese la scarpa e gliela tirò, Scott evitò con cura e si zittì.
- Voglio un regalo per Stiles e basta. È il suo compleanno! Che c'è di difficile?! - Scott era convinto del suo discorso sulla punteggiatura, ma evitò di spiegargli meglio da quale punto di vista letterario derivava la similitudine citata. L'estate era iniziata da poco, aveva cominciato a studiare sodo e dedicarsi al rinforzamento fisico.
- Ok. In qualità di fidanzato o di amico? - Con lui era meglio chiedere. Anzi. Era doveroso.
Si sentiva strano a fare quella parte. La parte del cognato di Derek. Però guai a dirlo ad alta voce.
- Smettila di gongolare, tanto per cominciare. E poi che ne so! Un regalo! Perchè non mi puoi semplicemente dare un'idea e basta? - Scott si stava divertendo, lo ammetteva.
- Mi cogli impreparato! Io in qualità di amico so cosa regalargli! -
- Tu lo conosci come le tue tasche! - Ruggì.
- Sì ma anche tu, in fondo siete... - Derek si alzò e decise di mandarlo al diavolo, sapeva che si stava divertendo. Non sapeva bene perchè, ma era così. Lo odiava.
Scott vedendolo diretto alla porta, lo fermò con una serie di 'ok'. Non gli avrebbe detto in veste di cosa.
Tanto lo sapeva che stavano insieme.
- Senti, un regalo deve essere personale e per esserlo deve venire dalla tua testa. Non importa cosa, purchè sia tuo e ci abbia pensato tu... - Così era semplice ed efficace. In Derek la furia omicida salì esponenzialmente e lo fissò con le labbra strette e gli occhi furenti.
- Non mi sei d'aiuto! - Scott fece un sorrisino.
- Lo so. - Derek sbuffò. - Però un regalo non va consigliato, va scelto! - Si sentiva particolarmente saggio e filosofico da quando studiava. Peccato che Derek non fu in grado di apprezzare questo suo nuovo lato e nel mandarlo a quel paese lo superò per uscire.
Scott tornò a fermarlo.
- Pensavo che non avessi tempo, comunque... credevo che stessi cercando Erika e Boyd... - Erika e Boyd erano scomparsi da quando gli avevano annunciato di volersene andare dal branco, però Derek li sentiva in pericolo ed in quanto loro alpha, anche se avevano preso quella decisione, voleva trovarli e aiutarli. Era certo che avessero bisogno del suo aiuto.
- Sì io... non ne ho, infatti, però questa cosa credevo fosse importante... - Scott sorrise fiero di quello che considerava un cognato e quindi un fratello acquisito. Derek se ne imbarazzò.
- Per Stiles lo è. A lui è sempre piaciuto il suo compleanno, non fa feste perchè non ci viene mai nessuno, ma io e lui festeggiamo sempre a modo nostro e riusciamo a divertirci molto comunque. È una festa diversa da quella che pensano gli altri... - Spiegò Scott per renderlo partecipe. Derek ascoltò. Poteva essere qualcosa di piacevole anche per lui, tutto sommato.
- Cosa farete? - Voleva prepararsi psicologicamente.
- Non te l'ha detto? - Derek strinse le spalle.
- Non gliel'ho chiesto... -
- Perchè poi sembri troppo interessato al suo compleanno? - Scott aveva acquistato fin troppa sicurezza. Derek fece un piccolo broncio che ormai era caratteristico del suo viso selvatico e l'altro ridacchiò. - Qualcosa nel bosco, solo per questa notte abbiamo il permesso di campeggiare così stiamo fuori io e lui, proviamo ad ubriacarci, gli do il mio regalo e troviamo qualche stupidaggine da fare tutta la notte. - Cose molto semplici. Derek se ne stupì. Poteva davvero essere un compleanno piacevole. Non ci aveva osato sperare, lui odiava le feste e Stiles era iperattivo, era convinto si buttasse a capofitto in qualcosa di snervante. Nei suoi piani gli voleva consegnare il regalo e stargli alla larga per il resto della nottata, però se era così semplice perchè no...
- Sarete solo tu e lui? - Chiese per testare se potesse davvero venire.
- Di solito sì, ma credo che questa volta ci sarà anche Isaac. Aveva invitato anche Lydia ma naturalmente senza Allison non si muove. E lei... - Derek annuì senza farlo finire, capendo a cosa si riferiva. Lui ed Allison si erano lasciati, mentre con Isaac si era legato notevolmente. La cosa gli faceva piacere, Scott aveva una sorprendente capacità di giudizio e aveva una buona influenza su Isaac. Derek ci teneva a lui e non perchè era l'unico del suo branco rimasto fedele. Era stato anche il primo che aveva scelto, si sentiva legato a lui solo che al tempo stesso non pensava di essere un buon capo branco, a volte credeva di non essere alla giusta altezza né tanto meno in grado di proteggerlo e rafforzarlo come avrebbe dovuto.
- E' da molto che non si concede distrazioni, è molto preso da questa ricerca anche lui... gli farà bene un po' di svago per una notte! -
Scott annuì con un piccolo sorriso indecifrabile.
- Ho faticato a convincerlo, però alla fine ha deciso di venire. Anche a te fa bene la distrazione. Vienici, Stiles ne sarà contento... - Era vero che lo sarebbe stato, dopotutto.
Derek ci pensò. Qualche gioco stupido e dell'alcool, eh? Cose molto semplici, in effetti.
- Sai che sarà l'unico ad ubriacarsi, vero? - sarebbe stato l'unico umano, del resto. Scott rise e disse che ne era perfettamente consapevole, ma non era male come prospettiva.
- Stiles ubriaco è uno spasso, l'hai mai visto? - Derek si rese conto che non era mai successo e si incuriosì. Naturalmente non lo diede a vedere, ma tanto Scott sapeva che lo era.
- Grazie per averlo aiutato dopo che è finito tutto... sai, sulle prime non voleva parlarmi. Poi è venuto fuori che non voleva farmi preoccupare, si era sentito un peso. L'avevano preso per colpire me. Sono riuscito a farmelo dire ma non è stato facile. Ha passato un brutto momento, non mangiava, non dormiva, era ipervigilante e saltava per tutto. - Derek lo sapeva bene e fece un'espressione infastidita, odiava ripensare a quel periodo di soli pochi giorni fa.
- I primi giorni lo obbligavo a mangiare, poi piano piano ha ritrovato la fame. Ma soprattutto il sonno. È una persona molto faticosa! - Asserì alla fine seccato solo per non sembrare troppo preoccupato. - Fa sempre così sotto assedio? Smette di mangiare e di dormire? - Scott strinse le spalle e scosse la testa.
- Non proprio. È la prima volta. Credo che questa volta ci fossero troppe cose in mezzo. -
- E quando è morta sua madre? So che aveva crisi di panico! - Scott si sorprese che fossero diventati così intimi da aver parlato di quello.
- Sì mi ha detto questa cosa. Non ne sapevo niente. Non so come ha superato la morte di sua madre. - Era strano parlare di Stiles soprattutto perchè era Derek a fargli domande su di lui.
- E' solo in una fase di cambiamento, credo. - Concluse Derek. In effetti aveva ragione, stava crescendo, stava scoprendo nuove priorità e capendo cosa contava davvero. Stava vedendo quanto c'era in gioco e quanto pericoloso fosse il mondo, molto più di quanto avesse mai considerato. A Scott piacque molto quello scambio sul suo amico. Nonostante Derek fosse pieno di preoccupazioni e di cose da fare e cercasse di non coinvolgerlo, non trascurava Stiles. Non si consideravano fidanzati, ma a conti fatti lo erano. Non se l'erano detti sul serio, ma in pratica l'avevano fatto.
- Allora verrai? - Chiese Scott prima di farlo andare via. Derek scrollò le spalle e borbottò un impacciato 'forse', valido come 'sì'. Scott fece un gran sorriso.
Se le cose fossero rimaste così sarebbe stato un miracolo, poi si ricordò di Erika e Boyd. Anche se avevano sbagliato ad andarsene da Derek ed era colpa loro il pericolo che correvano, avevano comunque bisogno di aiuto.
Questo era quanto.


Ovviamente scegliere il regalo fu la cosa più difficile di tutte. Per un momento pensò di restituirgli i vestiti che gli aveva preso da ragazzino, quando l'aveva ospitato quella famosa notte, ma avrebbe significato ammettere che ricordava e, cosa ancora più imbarazzante, dimostrargli che ci aveva tenuto per tutto quel tempo. Li aveva ancora.
Non aveva certo tempo e voglia di andarsene per negozi, si sarebbe sentito troppo stupido.
Stava per rinunciare all'idea di fargli il regalo e di conseguenza di partecipare a quella stupida sottospecie di festa fra pochi intimi, quando gli venne in mente un'idea.
Se gli fosse andato bene quello, allora ok, altrimenti si arrangiava!
Era solo uno stupido compleanno!

L'euforia di Stiles cominciò con la sera prima. Si stava preparando per dormire, e quindi aspettava Derek, immaginando il risveglio del giorno dopo. Gli piaceva sognare ad occhi aperti un gentile e premuroso Derek che lo svegliava con un dolce bacio e gli portava una buonissima colazione che poteva mangiargli addosso. Concludendo con la loro prima volta che ancora non era avvenuta.
Di norma Derek andava via prima che Stiles si svegliasse, però era bello addormentarsi con lui addosso.
Non avevano ancora fatto sesso, ma era sicuro che come regalo dei diciassette anni, glielo avrebbe concesso. Non voleva altro, solo farlo con lui. Aveva detto che voleva aspettare la maggiore età, ma sapeva che Derek non era famoso per essere paziente. Poteva sovvertire le sue rigide regole assurde e farlo un anno prima dei diciotto. Doveva.
Era Derek, insomma. Non gli dava l'idea di uno frigido ed in effetti non lo era.
Accidenti se non lo è!”
Pensò accaldandosi solo nel pensare alle 'altre cose' che facevano insieme. Per lo meno le 'quelle' gliele concedeva.
Sesso orale, coccole e derivati vari. Sapeva cos'era un orgasmo e non poteva che volere tutto il pacchetto. Averne uno grazie alla sua mano o alla sua bocca era un conto, averlo con lui dentro o in qualunque altro modo avvenisse nel farlo del tutto, era tutt'altro.
Stiles voleva fare sesso completo con Derek.
Aveva deciso.
Ed era convinto che sarebbe stato quello il suo regalo. Perfetto oltre ogni modo.
Derek non era tipo da comprare niente, sicuramente gli avrebbe dato qualcosa che poteva fare e che non gli prendeva tempo per sceglierlo.
Derek si sarebbe dato a Stiles. Regalo super!
Quando arrivò, Stiles era al computer a cercare di distrarsi con qualcosa, era molto emozionato all'idea di farlo. Gli voleva molto bene, era disposto ad ammettere che si era innamorato, era una cosa molto grande per una coppia come loro che non si erano mai detti cose romantiche.
Stava per raggiungere lo scopo di non sapeva più quanti mesi, era una svolta decisiva, era come crescere sul serio e diventare grande. Anche se tutti gli altri facevano sesso a sedici anni e lui ne aveva diciassette. Non importava.
Stava cambiando posizione sulla sedia per la millesima volta, tutto contorto su sé stesso, quando arrivò. Di sera entrava dalla finestra per evitare che suo padre si chiedesse perchè la notte la passasse col suo piccolo Stiles.
Stiles si voltò con troppa foga e la sedia fece il giro a trecentosessanta gradi tornando com'era prima.
Brillava, era pieno di stelline sugli occhi.
Derek lo guardò e capì -sentì- al volo cosa gli passava per la testa. Era emozionato.
Decise di far finta di niente, quindi si tolse la maglietta come ogni sera, andò da lui, si chinò e lo salutò con un bacio. A Stiles piaceva molto quel saluto.
- Come è andata, oggi? - A volte si sentiva una mogliettina che aspettava a casa il marito fuori tutto il giorno per lavoro.
Era comunque contento di vederlo, al di là di tutto.
Derek alzò le spalle.
- Nessuna novità. - Stiles si sforzò di tornare sensibile e si rattristì. Si riferiva ad Erika e Boyd. Sulle prime Stiels aveva inveito contro loro due che se ne erano andati da Derek cacciandosi nei guai. Avevano lasciato il branco, non meritavano la sua protezione.
Alla fine, ovviamente, ne era rimasto fuori e basta. Stiles aveva la sensazione che gli nascondesse qualcosa, ma non ne era certo. Comunque gli nascondeva sempre qualcosa, quindi non faceva testo quest'impressione. Stava lavorando con fatica sul farsi dire tutto, era un processo faticoso, ma Stiels era fiducioso di farcela.
Fu così che si mise nel letto tutto pimpante, con un sorriso molto largo ed espressivo che parlava al suo posto.
E' un libro aperto!”
Pensò infatti.
Scosse il capo distraendosi dai propri pensieri e si stese con lui. Senza spogliarsi né spogliarlo.
Ok, mi lavora un po'.” Pensò Stiles eccitato sempre in attesa che 'attaccasse'.
Ma Derek si accomodò sul ragazzo come al solito, ovvero sul fianco, con la testa sul suo stomaco, circondandolo con un braccio.
Il giovane, nel sentirsi di nuovo un cuscino, capì che non aveva intenzione di fare nulla.
Così, deluso, chiuse la luce e gli diede un imbronciato buonanotte. Derek ridacchiò fra sé e sé. Solo lui riusciva a non fargli pensare a tutti i mille problemi incombenti. Era magico, a modo suo.
Magari lo faremo domani. Tecnicamente non è ancora il mio compleanno.”
Si disse Stiles per convincersi a dormire. Con questa rassicurazione, cinse la schiena di Derek col braccio e si addormentò.

Somigliava tanto al risveglio che sognava da un po'. Derek, le sue labbra, le sue carezze.
Prima di tornare del tutto nel mondo dei vivi, Stiles pensò che era il suo compleanno e che magari l'avrebbe accontentato al risveglio.
Poi si rese conto che il primo pensiero ancora prima di aprire gli occhi era stato il sesso. Beh, tecnicamente Derek!
Sorrise beato sentendo le sue labbra baciarlo sulla schiena, fra le scapole, dove solitamente al mattino si ritrovava quando rimaneva e non andava via di soppiatto.
Risalì sul collo, sulla nuca, Stiles drizzò la testa per liberargli la strada, gli piaceva quando lo baciava lì dietro. Dopo passò all'orecchio e lì sussurrò il suo roco buongiorno. Stiles si rigirò fra le sue braccia mettendosi sul fianco, Derek lo teneva imprigionato fra le braccia, lo agganciava anche con le gambe.
Si stava addolcendo moltissimo, mano a mano che la relazione diventava sempre più una relazione. Si stava convincendo dei sentimenti che provava e forse dopo aver debellato l'ultima minaccia si era tranquillizzato. Magari aveva capito che poteva godersi un po' la vita. Un po'.
Quando fu sulle labbra incurvate in un sorriso beato, Stiles aprì gli occhi e lo guardò. Aveva quasi la stessa espressione insonnolita e felice, un pochino più selvatica, come sempre, però c'era un sorrisino lì su quei lineamenti da tenebroso.
Era quasi irriconoscibile.
- Buon compleanno! - Disse prima di baciarlo.
Decisamente un bel risveglio, si disse Stiles in paradiso.
Pochi secondi prima di finire all'inferno.
Dopo qualche lungo istante di teneri baci, Derek si separò, gli baciò la punta del naso, la strofinò con la propria e poi accennando di nuovo a quel sorriso morbido di prima, si alzò.
Stiles chiuse gli occhi in attesa che tornasse.
Attese qualcosa che non successe.
Capito che si stava lavando e vestendo, Stiles si drizzò svelto sul letto e lo fissò corrucciato convinto che scherzasse.
Vedendolo tornare in camera vestito e pronto per uscire, non trattenne più l'esclamazione del tutto spontanea:
- Che fai?! - Derek lo guardò come se scherzasse.
- Non è chiaro? Ho da fare! - Stiles sbuffò.
- Come hai da fare?! E il mio regalo? - Era ovvio che intendeva 'la loro prima volta'. Non Derek, ovviamente.
- Il regalo di compleanno non si chiede, si aspetta! - Disse laconico senza ammettere repliche.
Stiles fece il broncio e respirò pesante come chi era del tutto contrario, il compagno vedendolo lo derise.
- Invece di crescere diventi più piccolo? - Stiles lo stava per insultare ma lui fu più veloce ad andarsene come una folata di vento, senza nemmeno dargli appuntamento per qualcos'altro. Tipo un pranzo od una cena speciale!
- Non ci posso credere! - Esclamò esterrefatto e scandalizzato. Eppure Derek se ne era andato davvero piantandolo in asso nel suo letto, nella sua camera. Che ormai era loro. Il giorno del suo compleanno.
Vuole prendermi di sorpresa. Vuole farlo quando non me lo aspetto. Mi salterà addosso durante la giornata quando faccio qualcos'altro! Bene, allora mi darò da fare per qualsiasi altra cosa! Ok!”
Con questo uscì dalla voragine che gli si era aperta sotto ai piedi.
Sicuramente era come diceva lui.

- Ma cosa te lo fa pensare che sia quello il regalo? - Chiese Scott mentre facevano la spesa per quella sera. Stiles doveva pranzare con suo padre, ma siccome in due era deprimente e nessuno era stimolato a cucinare qualcosa di speciale, avevano invitato anche Scott e sua madre.
Sua madre lavorava, il signor Stilinski era un pessimo cuoco, e comunque lavorava anche lui. I due ragazzi dovevano pensare anche al pranzo.
Dopo il pranzo avrebbero organizzato la serata per conto loro. Insomma, sarebbero stati insieme tutto il giorno. Scott era come un fratello e non voleva che Stiles nel giorno del suo compleanno si sentisse solo.
Per questo Stiles gli aveva fatto il discorsetto. Che sicuramente ad un certo punto si sarebbe fatto vivo Derek per saltargli addosso e dargli il suo regalo.
La prima cosa che gli aveva chiesto Scott era stata 'e ti deve saltare addosso per dartelo?'
E Stiles, con ferma convinzione, gli aveva detto 'sì certo, conosci i suoi modi! Tu sparisci quando arriva!'
Così Scott gli aveva logicamente chiesto di cosa si trattava e Stiles glielo aveva detto trionfante più sicuro che mai.
Ed ecco il 'cosa te lo fa pensare'.
Stiles non demordeva.
- Che altro potrebbe essere? -
- Beh, ci sono un sacco di altre cose, Stiles... - Scott di fatto non sapeva cosa gli avrebbe regalato, sapeva solo che cercava qualcosa.
- Certo, ma lui non perde tempo a pensare e a cercare, sarà qualcosa di veloce, pratico ed immediato. Fare sesso con me per la prima volta gli risparmia tempo in ricerca e denaro per prendere qualcosa che magari sbaglia a scegliere! - Stiles era certo di avere ragione. Scott non poteva smentirlo, gli aveva suggerito qualcosa di personale, quello lo sarebbe stato. Però non era sicuro che Derek sarebbe venuto meno alle sue convinzioni di aspettare i diciotto anni di Stiles.
Non sapeva perchè aveva quella fissa, ma era comprensibile, dopotutto lui aveva quei sei o sette anni più di Stiles. Farlo con un minorenne, oltre che illegale, cosa di cui probabilmente Derek non si era mai preoccupato, era poco stimolante.
Derek era grande ma provava dei sentimenti per Stiles, non li aveva nemmeno cercati, li aveva combattuti ma gli erano capitati fra capo e collo, per cui erano autentici.
Però giustamente degli ostacoli cerano. Come l'età.
Che poi che ci capisco, io? Magari a Derek piacciono i ragazzi che sembrano ragazze, per questo gli sta bene Stiles che è più piccolo di lui, è così magrolino ed ha il viso delicato. Certamente non glielo chiederò mai!”
Scott si soddisfò con quella personale ipotesi, poi scollegò il cervello dall'argomento.
Parlare di Stiles, di Derek e della loro prima volta insieme non era di certo la fine del mondo. Non aveva niente contro i gay, specie perchè uno era il suo migliore amico, ma pensare a come facevano sesso era troppo.
Anche perchè, stranamente, quando ci pensava gli veniva in mente Isaac per qualche strana ragione.

Derek comunque non si fece vivo per il resto della giornata, per due motivi.
Doveva recuperare il famoso regalo e doveva mettere in sicurezza il bosco, si fece aiutare da Isaac il quale sapeva del branco di alpha. Non voleva dire a Scott e Stiles del pericolo per tenerli fuori, erano un problema suo. Non li voleva allarmare.
Era questo che gli nascondeva con tanta cura.
Così nel non potergli impedire di fare la loro solita notte in campeggio, aveva deciso di ripulire la zona e stare con loro nel caso si fossero fatti vivi.
Il bosco sembrava sicuro quel giorno e Derek ci sperò, del resto per impedirglielo doveva spiegare delle cose di cui non voleva parlare.
Quando l'avrebbero saputo, se la sarebbero presa, ma nel frattempo andava bene così.
Comunque gli alpha non avevano fatto nulla per il momento, dovevano essere arrivati ma teoricamente stavano nel loro, come che non avessero intenzione di farsi avanti, non ancora.
Voleva approfittare di quel periodo di pausa, sapeva che sarebbero venuti all'attacco.
Doveva anche capire che fine avessero fatto Erika e Boyd.
Tecnicamente Stiles non aveva torto nel dire che loro se ne erano andati dal branco per cercarne un altro, quindi c'era la possibilità che fossero ormai per i fatti loro. Però aveva quella sensazione, lo sentiva. Sentiva che non stavano bene.
Poteva essere perchè erano entrati in un branco peggiore del suo o poteva essere perchè erano stati presi.
Temeva che ci fossero altri cacciatori in città visto che gli Argent si erano ritirati.
Però la paura più grande era che fossero intervenuti quel branco di alpha. Se fossero stati loro, si sarebbero dovuti fare vivi con lui. Perchè tenerli imprigionati senza avanzarsi con lui?
C'erano ancora troppe incognite e Derek di tanto in tanto non sapeva dove sbattere la testa, per cui si concedeva delle piccole pause, per così chiamarle.
Davvero piccole, in effetti.
Quella era la prima da quando aveva capito che Erika e Boyd dovevano essere in pericolo e che la questione 'branco di alpha' era molto più incombente del previsto.
Ma il compleanno di Stiles era importante.
Lo era per Stiles. Si aspettava che facessero sesso, ma non se ne parlava, ancora.
Non era una questione d'attrazione perchè era piccolo o cose così, Stiles ne era convinto ma sbagliava.
Era semplicemente che voleva fare quelle cose con uno che sapesse davvero quello che faceva.
Stiles non era un bambino ma quasi, dopotutto era piccolo per molte cose e grande per altre. Voleva che fosse più maturo, tutto lì.
Aveva paura che facendolo si sarebbe unito troppo, non era sicuro di potersi abbandonare a quella relazione. Si definiva il suo ragazzo, ma non il suo compagno. Aveva il timore di rovinare tutto, di subire un'altra cocente delusione, che tutto finisse, che si ferissero.
Voleva che Stiles fosse più grande e più sicuro, più cosciente di quello che facevano, voleva poter instaurare un rapporto serio e duraturo, uno per sempre.
Sentiva quel bisogno, quel desiderio adulto.
Non glielo poteva spiegare, se ne vergognava e non pensava nemmeno di esserne in grado senza deluderlo od essere frainteso.
Per cui era meglio tenerlo fermo e aspettare, anche se a volte era difficile, così difficile.
Però era troppo importante, giorno dopo giorno lo era sempre di più.
Non aveva mai sentito un senso si appartenenza più forte di quello. Si sentiva di essere suo, come un lupo era di un branco. Era una sensazione che capitava una volta su un milione, a loro. Inteso, nei confronti di una persona semplice come un umano.
Ma quella volta a Derek era successo.