CAPITOLO XXXVI:
PROTEZIONE VICENDEVOLE

- Vuoi chiedere aiuto a Derek? Perchè?! - Chiese Stiles seccato. Scott lo guardò come si poteva guardare un inetto.
Era così ovvio!
- Ha una triskele tatuata sulla schiena! Quindi deve esserci un modo per farlo senza guarire, giusto? - Insomma, Scott non si reputava un genio assoluto, ma a certi ragionamenti arrivava.
Stiles lo fissò stupito del fatto che in alcuni mesi la sua crescita e maturazione avesse raggiunto dei livelli così buoni.
Qualche settimana fa, durante la fine dell'anno scolastico, si era rivelato molto sveglio, ma adesso era davvero infallibile!
Non potrò più rigirarmelo a piacimento!”
Ora era definitivo!
- Sì, ma attualmente non ha le mani un tantino impegnate? - Fece poi Stiles rassegnandosi a dire la verità. O per lo meno una parte.
Per lo più era vero che Derek era impegnato con cose che lo preoccupavano, di cui non sapeva nulla. Però c'era anche una puntina di gelosia.
Negli ultimi tempi Derek e Scott avevano legato molto, a volte aveva l'impressione che fossero come fratelli e la cosa non gli faceva piacere.
Non perchè Derek era suo e cose simili, bensì perchè era lui il fratello di Scott, non Derek!
Gelosia inversa.
In ogni caso cercava di fare quello che poteva per il suo ragazzo, sapeva che era occupato e che forse in un pericolo prossimo -trattandosi di lui era lecito pensarlo- però Derek gli aveva chiesto esplicitamente di lasciarsi proteggere, standone fuori e lasciandogli fare la 'cosa' da solo.
Così gli aveva dato tregua, aveva smesso di indagare e non si era più impicciato. Non era nemmeno tornato da Peter, pessima idea rivolgersi a lui.
Cercava di distrarlo quando stavano insieme, Derek tornava ogni sera e Stiles cercava di divertirlo e riempirlo di altre inutili nozioni che annoiavano il lupo.
In segreto indagava sulla scomparsa di Erika e Boyd, coi suoi metodi da hacker e futuro investigatore. Sperava di potergli essere utile, ma ne dubitava.
Scott si fermò con Stiles davanti ai manifesti dei due ormai ex compagni di scuola, spariti da settimane. Tutta la contea li cercava senza successo.
Doveva ammettere che forse Derek aveva di meglio da fare che fargli un tatuaggio.

Stiles esultò fra sé e sé per essere riuscito in qualche modo a preservare il suo ragazzo come questi faceva con lui, per cui quando più tardi, al telefono con Scott, si sentì dire che in seguito ad un'emergenza si dovevano trovare da Derek, Stiles non aveva reagito bene, anzi.
Era stato incredibilmente spontaneo.
Scott era stato chiamato da sua madre, in ospedale, durante una lezione a scuola. Isaac era arrivato in condizioni pietose ed aveva detto che in assenza di Derek, poteva chiamare Scott, così lei aveva fatto.
Dopo il suo arrivo c'era stata una lotta improvvisa fra lui e un lupo alpha che voleva rapire Isaac.
Scott l'aveva ovviamente impedito anche grazie all'arrivo provvidenziale di Derek.
Dopo di questo i due avevano portato Isaac, privo di sensi, nella sua vecchia casa ancora più diroccata ed abbandonata. La tenuta bruciata degli Hale.
Ora Derek viveva in un nuovo rifugio, sempre in zona Stiles.
A scuola quest'ultimo si era imbattuto in una situazione sovrannaturale o per lo meno strana. Uno stormo di corvi si era abbattuto sull'aula rompendo finestre ed avventandosi su tutti i presenti.
Stiles aveva subito chiamato Scott appena l'attacco era cessato e questi aveva osato dirgli che ne avrebbero parlato da Derek, che si sarebbero trovati là.
L'esclamazione spontanea e per nulla dolce di Stiles, fu:
- A casa di Derek?! Che diavolo ci fai a... - Siccome il tono era di uno che stava per attaccare con una sgridata da tre ore, Scott lo aveva interrotto tagliando corto, con molta fretta:
- Incontriamoci qui, ok? - Ed aveva riattaccato il telefono.
La bile di Stiles si era rimescolata.
Perchè se lui cercava di aiutare Derek senza aggiungergli pensieri ai molti che già aveva, quell'altro gliene doveva per forza portare lo stesso?
E soprattutto perchè quei due finivano sempre per collaborare?
La gelosia un po' per uno a quel punto era inevitabile.
Era lui il fratello di Scott ed era lui il ragazzo di Derek.
Come osavano escluderlo da qualcosa che facevano insieme?
Qualunque essa fosse, lui doveva esserne per forza reso partecipe!
Era la regola!
Fu così che Stiles volò da Derek senza nemmeno farselo ripetere mezza volta.

Quando arrivò, Isaac era stato curato ed era in attesa di guarire, avevano appena finito.
Stiles arrivò tutto trafelato, non sapeva cosa fosse successo ai due ed era innanzitutto preoccupato e poi seccato per essere stato messo da parte, seppure per brevissimo tempo.
Derek sbuffò vedendolo arrivare come un bufalo.
Perchè doveva sempre arrivare quando c'era aria di guai?
- Che è successo? - Chiese per prima cosa agitato, dimenticandosi di cosa era capitato in aula da allarmarlo tanto.
Derek scosse il capo e mise a posto le cose che aveva usato per curare Isaac, steso privo di sensi sul tavolo, e Scott gli spiegò senza andare troppo nei particolari.
- Un branco nemico? - Chiese poi guardando Derek, ora sapeva qualcosa di più di prima.
Derek alzò gli occhi al cielo, esasperato. Come poteva proteggerlo se faceva il ficcanaso?
- E' un mio problema! L'ho detto a lui e l'ho detto mille volte a te! Statene fuori! - Questo tuono era un ordine che indispettì Stiles, però Scott, abile ad avere a che fare col suo migliore amico, seppe gestirlo una volta di più e lo distrasse:
- Che cosa è successo a te, invece? -
Allora se ne ricordò e raccontò dell'assurdo attacco di uccelli.
- Gli animali stanno impazzendo, anche l'altra sera il cervo che si è schiantato contro l'auto di Lydia... e poi gli animali che si suicidano o che diventano aggressivi quando non lo sono mai stati! Qua sta succedendo qualcosa, me lo sento! - Il fatto che lui sentisse spesso delle cose e che poi queste si rivelassero corrette, era ancora una cosa che nessuno dei due ragazzi sempre con lui faceva caso.
Stiles si giustificava dicendo che era uno molto curioso che voleva sapere quante più cose poteva, questo gli portava al cervello una serie di informazioni che il suo inconscio rielaborava di nascosto e che poi tirava fuori a tempo debito.
- Di sicuro qualcosa succede... - Disse Scott riferendosi all'alpha che aveva affrontato in ospedale.
- Ma non sono affari vostri! - Ripeté Derek.
- Anche gli animali impazziti non lo sono? Potevano farci veramente male! E se la prossima volta sono bestie feroci? - Stiles non aveva torto, come sempre, ma Derek scosse il capo e trovò un sistema per distrarlo da quel discorso.
Non sapeva se gli animali impazziti fossero elementi degni di nota e se in quel caso c'entrassero col suo branco di alpha in città, però era meglio distrarre Stiles da ogni pericolo possibile a prescindere.
- Che favore dovevi chiedermi, Scott? - A questo il ragazzo si illuminò per poi intimidirsi leggermente, era una cosa di cui un po' si vergognava, ma che voleva comunque fare perchè ci teneva.
Stiles voleva tornare a parlare delle cose più interessanti, ma quando il suo amico disse la parola 'tatuaggio', capì che voleva che Derek gli rifacesse quell'orrore che aveva tentato di farsi il giorno prima da solo.
Non gli piaceva per nulla, ma se lui ne era convinto...
Calò una strana atmosfera quando Scott cominciò a parlare del tatuaggio che voleva farsi e spiegò dei due segni tracciati sovrappensiero e del desiderio di segnare una tappa importante a cui era arrivato dopo molta fatica e sofferenza. Ovvero non sentire Allison nonostante pensasse ancora tantissimo a lei.
Derek si concentrò su di lui ed il tatuaggio e Stiles rimase in piedi accanto a lui, seduti uno davanti all'altro a parlare di quell'argomento che improvvisamente era diventato serio.
Non voleva essere messo in parte da loro, cercava un po' di inserirsi dicendo qualcosa di inadatto ed un po' li sorvegliava con le braccia conserte, pronto a intromettersi di nuovo.
Alla fine, all'apertura sincera di Scott sul suo dolore per Allison, Stiles aveva lasciato perdere il sorvegliarli. Erano solo amici. Beh, di questo ne era certo. Il fatto era che il loro rapporto non toglieva niente a lui, né con uno né con l'altro.
Lui era sempre la persona più vicina ad entrambi.
Era lui che li capiva, li conosceva veramente, li sosteneva.
Derek capì il discorso intimo di Scott e fu molto comprensivo.
Non lo giudicò una stupidaggine da adolescenti anche se forse lo pensava.
Allison non era la sua vita, anche se per ora Scott lo pensava.
Però non lo disse. Non disse nulla.
Lo aiutò e lo accontentò decidendo di fargli il famoso tatuaggio sul braccio.
Così prendendo la fiamma ossidrica e preparandosi a farglielo, disse:
- Sarà il dolore più forte che tu abbia mai sentito. - Al che Stiles capì quanto inadatto a quella cosa fosse.
- Ah fantastico! - Beh, potevano anche fare a meno della persona più importante delle loro vite, si disse fra sé e sé mentre faceva per andarsene veloce e terrorizzato come un'anguilla. Odiava vedere gli altri soffrire, odiava quando si contorcevano e gridavano ed odiava quando qualcosa faceva fisicamente male ad un altro.
- Fallo! - Disse Scott convinto, tutto l'opposto di Stiles.
Derek accese la fiamma e Stiles arrivò all'apice della sua agitazione.
- Oh, wow! E'... è un po' troppo per me! -
Scott lo guardò pensando di aver sentito male. Lui che si toglieva di torno pensando di non essere adatto a qualcosa?
Che storia era mai quella?
Però non fece una piega se non quando Stiles fece per andarsene davvero sfilandogli dietro la schiena.
- Quindi... per me è ora di uscire... - Il lupo non voleva mettere in mezzo Stiles nei discorsi pericolosi, ma quello non era pericoloso. Al contrario, nel resto delle cose aveva piacere ad averlo intorno.
Il fastidio che inizialmente gli provocava Stiles, ora era sempre meno, anche se a volte lo urtava ancora perchè aveva un carattere davvero snervante. Erano sempre diametralmente opposti uno all'altro.
Derek lo obbligò alla propria volontà costringendolo a stare lì con lui, infatti gli sbarrò la strada con il braccio e lo fermò con una mano sul petto, spingendolo indietro e rimettendolo dove era prima, con scarsa gentilezza.
- Puoi aiutare a tenerlo fermo! - Che poi Stiles pensò, senza dirlo per non imbarazzare Derek, che la forza di un umano contro un licantropo preda del dolore più forte della sua vita, era ben poca cosa. Tenerlo fermo lui? Che successo poteva avere?
Capì subito che voleva solo rimanesse lì e basta, così il suo ego tornò a posto, la gelosia sfumò del tutto e si piazzò dietro Scott consapevole dell'inutilità delle proprie mani sulle sue spalle.
Derek, prima di fare a Scott le bruciature per far riemergere il tatuaggio fatto precedentemente, e poi cancellato dal proprio essere lupo, guardò Stiles senza dire nulla.
Lui vuole stare qua, vuole fare tutto quello che facciamo noi e se non può, vuole almeno partecipare. Se andava via ora poi avrebbe rotto le palle in qualche modo. Molto meglio che stia qua e che pensi di essere utile!”
Alla fine si conoscevano vicendevolmente molto bene. Non aveva torto nessuno dei due.
Era sempre un fare qualcosa uno per l'altro, in qualche modo.
Logicamente Scott si agitò tanto che fu come se Stiles non lo tenesse per nulla, però ce la mise tutta lo stesso ed alla fine, per fortuna di tutti, Scott svenne dal dolore.
Quando Derek finì di tirargli fuori il segno tatuato sul braccio, lo lasciò adagiato sulla sedia in attesa che si riprendesse e lì si concesse un po' di tempo con Stiles.
Di norma stavano insieme la notte, ma vederlo di giorno era un bel regalo. Specie se era in fase carina e coccolosa. Fase rara.
La fase carina e coccolosa era quella di quando voleva aiutarlo senza seccarlo troppo.
Stiles sapeva che stava passando qualche pericolo e sapeva che non poteva metterlo in mezzo, visto che gli piaceva l'idea di essere protetto da lui non insisteva. Però cercava di rendersi utile lo stesso come poteva.
Di solito lo rilassava e lo distraeva.
Per cui in quel periodo che era così miracolosamente accomodante, decise di sfruttare la cosa a suo favore.
Mise giù l'attrezzo appena usato e sospirò pulendosi le mani, Stiles lasciò Scott ed indietreggiò impressionato da quanto successo.
Odiava certe scene.
- Per fortuna, a momenti svenivo io! Cosa ti è saltato in mente di farmi restare? Si agitava così tanto che non sono riuscito a bloccarlo nemmeno un po'! Ero inutile! - Stiles cominciò a lamentarsi e parve per niente intenzionato a smettere, si mise anche a camminare nervoso per quello che un tempo era il salotto Hale. Derek rimase seduto per un po' a fissare in alto.
Carino e coccoloso quello?
E quando mai?
Era carino il fatto che cercasse di aiutarlo a modo suo, distraendolo quando erano insieme e senza riempirlo più di domande su cosa faceva, però lui di suo non era per niente carino, era solo snervante!
Alla fine capì che per farlo smettere c'era un solo classico sistema. Arrivavano sempre a quello, ma se Stiles era così che ci poteva fare?
Gli piaceva, ma da lì a sopportare certe cose ne passava.
Così si alzò dalla sedia, lo prese per il braccio, lo girò, gli prese il viso fra le mani e lo baciò con impeto togliendogli il fiato.
Con Scott ed Isaac lì svenuti non potevano certo fare altro, ma quello se lo concessero.
L'unico sistema per tappare la bocca a Stiles era baciarlo.
Questi si zittì, resettò il cervello e la sola cosa che riuscì a produrre fu la risposta al bacio.
Aprì istintivamente le labbra e gli prese la maglietta attirandolo a sua volta a sé, le mani di Derek scesero dal viso alle braccia e poi alla vita, sempre tenendolo stretto.
Sempre le loro labbra aperte ed unite. Sempre le lingue che si intrecciavano, sempre i sapori confusi nella bocca uno dell'altro.
Quel calore che sbaragliava ogni altro pensiero e preoccupazione.
Stiles stava diventando la sua fonte di rilassamento primaria. Quando aveva bisogno di distrarsi ormai c'era solo lui.
La consapevolezza di quanto importante stesse diventando Stiles per lui, fece scivolare la bocca di Derek sul suo collo per poi avvolgerlo in un abbraccio che sorprese Stiles.
Sentì improvviso tutto il suo bisogno di non pensare ai propri problemi, di aggrapparsi alla sua ancora per trovare la forza di andare avanti.
Stiles in silenzio non disse nulla, non parlò più dimostrando una maturazione che fino a settimane prima non avrebbe mai avuto.
Dopotutto tutti crescevano prima o poi. Derek lo realizzò in quel momento e sempre in quel momento pensò che Stiles era pronto per fare l'amore con lui.
Su quel pensiero Scott si svegliò di soprassalto. Prima di girare lo sguardo su di loro, si guardò il braccio col tatuaggio in mostra e sorrise orgoglioso, solo dopo li vide in piedi uno accanto all'altro. Separati in tempo.
Scott sapeva tutto, ma farsi vedere in certi atteggiamenti non era proprio la massima aspirazione di Derek. Già al compleanno di Stiles avevano dato spettacolo. Una volta bastava e avanzava.

Quando Scott chiese della porta dipinta solo da un lato, Stiles capì al volo che doveva esserci un motivo grosso.
Lui sapeva che Derek stava affrontando qualcosa, ma la voglia di sapere cosa, era sempre grande.
A parte questo c'era la paura.
La paura che fosse troppo, per Derek da solo.
Non lo poteva forzare a dirgli cosa era, ma se perfino Scott capiva che c'era qualcosa di grosso sotto, ormai era impossibile da nascondere e gestire.
Così la sensazione di dover sapere cosa stava facendo Derek, tornò ad esplodere in Stiles mentre Scott grattava via la vernice della porta per vedere cosa aveva coperto.
Quella sensazione divenne certezza quando Derek spiegò di cosa si trattava.
Sulla porta, sotto la verniciatura di Derek, c'era un simbolo, il segno del branco di Alpha che veniva lì per lui.
Derek non aveva voluto metterli in mezzo, ma ormai non poteva più evitarlo e forse un po' di sollievo lo sentiva, nel dirgli cosa si stava preparando ad affrontare. Quale guerra.
Per Stiles fu meno sollevante saperlo. Aveva voluto, ma ora che la verità era lì si sentiva angosciato, schiacciato, terrorizzato. Non per sé stesso, ma per Derek.
Un branco di alpha gestiti da uno ancora più forte di tutti loro, che voleva uccidere Derek?
E lui come pensava di affrontarlo da solo?
Derek sentì in un istante tutto il suo enorme botto emotivo mentre i suoi occhi sconvolti, increduli e preoccupati lo guardavano sperando che non fosse davvero così.
Sentì le sue emozioni dentro contorcergli lo stomaco e si odiò perchè invece lui stava meglio.
Condividere un tale peso con le uniche due persone di cui si fidava davvero a prescindere del legame di branco o lupi, era un sogno.
Però di fatto aveva appena condannato entrambi, lo sapeva.
Stiles non si sarebbe mai messo da parte per stare al sicuro.
I suoi occhi grandi ed espressivi gliene diedero conferma. Una tragica conferma.
Come proteggerlo, ora?
Scott riuscì a guardare Stiles con una chiara domanda scandalizzata nello sguardo.
'Tu lo sapevi e non mi hai detto niente?'
Era lecito pensarlo visto che i due erano praticamente una coppia e che Stiles aveva cercato di tenerlo stranamente lontano da Derek in quel periodo, per non mettergli addosso altri pensieri.
Stiles ricambiò lo sguardo con un altro eloquente.
'Non sapevo tutto, ma non potevo dirti nulla.'
Derek voleva stare solo con Stiles e rassicurarlo, dirgli che non gli sarebbe successo niente, ma non sapeva che il suo pensiero maggiore non era per sé stesso ma per lui.
Scott non poteva capire come glielo avessero nascosto, ma prima di poter fare delle piazzate Isaac si svegliò e li distrasse chiedendogli della ragazza che l'aveva salvato.
Nessun tempo per parlare, nessun tempo per sistemare cose in sospeso, nessun tempo per spiegare.
In effetti, di lì a breve, il tempo parve velocizzarsi vertiginosamente fino quasi a sparire.
Le cose accaddero sempre più in fretta fino a precipitare fuori dal loro controllo. Un controllo che dopo tutto non c'era mai stato.

Isaac era sfinito e venne portato nella nuova casa, se così si poteva chiamare, di Derek dove vivevano insieme. Scott e Stiles tornarono in ospedale a cercare la ragazza di cui parlava, ma non la trovarono.
Dopo di questo Scott insistette per andare da loro a parlarne di persona e mentre convenivano che c'era poco da fare se era scomparsa e al tempo stesso venivano fuori dei dettagli sulla memoria perduta di Isaac e sul sistema per sapere cosa gli era successo, Stiles fremeva per dire di tutto a Derek e Scott per dirlo a Stiles.
Isaac però era molto agitato da quanto gli era accaduto e dal fatto che non ricordava niente, sapeva che era importante quello che aveva visto, ma non gli tornava alla mente.
Così Scott decise di discutere con Stiles dopo e si occupò dell'amico che aveva bisogno di essere calmato.
Mentre i due stavano nella camera di Isaac, Stiles si trascinò Derek nella sua, chiuse la grande porta scorrevole e lo fissò battagliero per nulla intimidito da lui. Come sempre. Non lo era mai stato, figurarsi se cominciava ora.
Adesso discuteva con lui alla pari, come se fosse un alpha a sua volta. Con la stessa veemenza, sicurezza e accanimento.
Gli puntò il dito contro e disse tutto quello che gli si agitava dentro in stile bomba atomica.
Derek in un primo momento rimase basito e non reagì subito.
- Ti rendi conto di cosa mi nascondevi? Come potevi pensare di poterla gestire da solo? Come potevi pensare che mi andasse bene vederti e fare le nostre cose mentre tu di giorno scampavi all'inferno? Pensavi di tenermelo nascosto per sempre? - Derek a quel punto ritrovò la parola e si riaccese senza farsi mettere sotto, rispondendo a tono.
- Sono affari da licantropi, Stiles! Sono cose troppo pericolose per te! Era giustissimo tenertene fuori! -
- Ma andiamo! Potevo ritrovarti morto da un momento all'altro! Quello era giusto? - Ruggì Stiles allargando le braccia.
- Ti ho detto che stava succedendo qualcosa che non ti potevo dire. Sapevi che era grosso e serio ed hai capito che non dicendotelo cercavo di proteggerti! Perchè adesso non ti sta più bene la cosa? - Fece Derek artigliando le mani e domando a stento la voglia di tirare fuori gli artigli. Lo irritava quando si comportava così. Stiles non era scemo, perchè non capiva?
Lo faceva per lui!
- Perchè non pensavo ad una cosa di tale portata! Non un alpha, ma tanti ti cercano! E sono tutti capitanati da uno ancora più forte! E ti vogliono probabilmente morto! È un branco di alpha, possono volere due cose se ti cercano. O farti fuori o nel loro branco! In entrambi i casi è una catastrofe! - Derek scosse il capo girandosi di schiena per camminare e sbollirsi, ancora non capiva.
- Non capisco cosa diavolo puoi fare tu! Ora lo sai e cosa ti cambia? Che sei preoccupato e che ti metterai in mezzo per aiutarmi a tutti i costi! E magari finirai pure morto, perchè l'umano che si intromette è sempre il primo a morire! Se io sono in pericolo, tu lo sei il doppio! Ma tu questo non lo capisci! -
Stiles si sentì schiaffeggiato da queste sue parole. Perchè al loro interno c'erano un significato bellissimo.
Ma come poteva non capire?
Stiles con impeto gli prese il braccio, lo girò e gli prese il viso fra le mani.
Poi lo baciò.
Visto che a parole non lo comprendeva, forse facendoglielo sentire direttamente dentro era più facile.
Perchè loro erano così. A parole erano un disastro, ma a fatti andava molto meglio.
Le sue labbra contro, premute con foga. Le mani che gli stringevano con forza e bisogno il viso e lo tenevano a sé.
Ed il suo cuore che batteva folle nel petto, il sangue scorreva caldo, furiosamente.
Stava per impazzire?
Derek lo pensò.
Quel che Stiles provava non aveva nome, era il sentimento più impetuoso mai provato da essere umano.
Quando si separarono erano calmi, ma gli occhi di Stiles brillavano ancora, fiammeggianti, pieni di un fuoco sorprendente.
- E tu capisci quanto conti per me? Non posso pensare di ritrovarti morto così, di punto in bianco. Certo che non posso fare niente per te, ma almeno se devo prepararmi al dolore più grande della mia vita, lo devo sapere. Non avevo idea di che livello fosse quello che stai passando. Non mi devi tenere fuori. Non puoi. Perchè se poi... se poi succede ed io non so... - Non riuscì a finire la frase, ma fu eloquente, Derek capì, sentì, e l'abbracciò con forza e sicurezza. Gli nascose il viso contro il collo e tutto tornò al suo posto.
Ora chi doveva sapere, sapeva. Stiles gli sarebbe stato vicino. Non era facile gestirla, ma era sicuramente meglio di prima.
Ora era meno solo.
- Non posso fare promesse. Però farò di tutto per risolvere questo casino nel migliore dei modi. - Il fatto che non prometteva di rimanere vivo, fece stringere Stiles a Derek ancora di più.
Non era facile.
Non lo era per niente.
Però sapere era un fattore essenziale per lui, era meglio conoscere i fatti e cercare di prepararsi ad ogni evenienza e magari lottare tutti insieme compatti, che vivere nell'ignoranza in attesa che l'ignoto li colpisse un giorno.