CAPITOLO XXXVIII:
PREOCCUPAZIONI CHE SI AFFACCIANO



Il tentativo lo si poteva fare.
Qualunque cosa Deaton proponesse era pericolosa, ma alla fine efficace, ovvero arrivava all'obiettivo... non senza fare vari altri danni. Ma l'importante era ottenere ciò che si voleva.
Dopo aver preparato la vasca della trance di Isaac, mentre Deaton spiegava ai ragazzi presenti, Scott, Isaac e Derek, Stiles si perse fra gli accessori del veterinario.
Di questi uno in particolare attirò la sua attenzione.
Un guanto gigantesco in lattice, tutto bianco.
Questo è davvero grande, per cosa servirà mai?”
Stiles sapeva molte cose, ma non tutte come Lydia, lui più che altro comprendeva, metteva insieme i tasselli, creava piani ingegnosi... insomma, faceva un eccellente uso del cervello e delle informazioni che captava.
In quel momento, mentre si chiedeva per cosa si potesse usare un mega guanto del genere, se lo infilò e vide che arrivò a coprirgli perfino il gomito.
Beh, ma io un'idea ce l'avrei per cosa può servire...” La sua espressione fu come sempre molto spontanea e naturale e quando gli altri si voltarono a vedere cosa combinava, Derek capì subito a cosa lui pensava.
Del resto dopo il loro dialogo notturno era difficile non arrivarci...
Il preservativo più grande della XXL per Derek poteva benissimo essere una cosa di quel tipo, volendo...
In fondo si usa per infilare la mano nel retto degli animali, no?” Mentre Stiles a questo pensiero aggiungeva un esplicito “Sarebbe perfetto per Derek.”, questi lo guardò e scettico inarcò le sopracciglia con un chiaro muto messaggio.
Davvero?”
Stiles capì che non era il momento e se lo tolse subito facendo finta di nulla.
Poco dopo si trovò a farsi una domanda effettivamente non biasimabile...
Ma intendeva: 'davvero, adesso ci pensi? Ti sembra il momento?' oppure 'Davvero, è quello che vuoi usare con me?' perchè in effetti c'è differenza... per me quell'affare è un'alternativa perfetta al preservativo più grande dell'XXL che forse non esiste!”
Rimase perso in quei pensieri davvero poco utili fino a che la trance di Isaac non cominciò e la sua attenzione venne di nuovo riposta in quello che accadeva intorno.
Era una persona che non riusciva a fare solo una cosa per volta, perchè era troppo iperattivo.
Derek, al contrario, non era capace di concentrarsi su più cose insieme, per cui alla fine eliminò Stiles e la sua idea malata e maniaca dalla testa per focalizzarsi sulle cose davvero importanti, il suo branco.
Non era bravo a dimostrare i propri sentimenti e quanto tenesse a qualcuno, ma dentro di lui l'affetto lo provava ed era grande e puro.
Sarebbe riuscito a dimostrarlo, ma sempre a modo suo.
Infatti per lui accettare quel che disse poi Isaac, fu quasi fuori discussione.
Si rifiutò con tutto sé stesso di accettare l'idea che Erika fosse morta, ma Isaac l'aveva vista e nel ricordare tramite la trance, l'aveva detto chiaro e tondo.
- Non è morta!- Tuonò Derek imperterrito rifiutandosi di crederci con la sua solita testardaggine.
- Derek, ha detto 'c'è un corpo, è Erika'. C'è poco da interpretare!- Disse Stiles in un mormorio che aveva qualcosa di delicato. Di solito quando parlava con lui era sempre per rimbeccarlo e sebbene ora potesse sembrare lo stesse facendo, in realtà lo stava solo aiutando ad accettare la realtà. Il tono, infatti, era molto delicato, specie per essere usato in una conversazione con Derek.
- Allora chi c'era con Boyd? - Insistette ancora Derek fissandolo negli occhi torvo.
- Qualcun altro ovviamente! - Stiles non avrebbe mollato. Stiles con Derek non mollava mai. Era uno dei pochi ed a volte il solo che insisteva e non lasciava perdere, a costo di andarci contro a muso duro. Spesso i licantropi stessi non osavano, lui sì, sempre.
Scott in quello intervenne ponendo un'ipotesi:
- Forse la ragazza con la moto... quella che ti ha salvato... -
Isaac negò dicendo che non era lei e Derek concluse con la sua personale unica logica soluzione. Fare irruzione in quel posto, ora sapeva dov'era. E per lo meno sapeva che Boyd era vivo.
Era il caveu di una vecchia banca ora abbandonata, il posto in sé era inaccessibile in quanto cella blindata, però lo era ulteriormente per il fatto che era sorvegliato da quel branco di alpha.
Questo certamente non avrebbe fermato Derek e di conseguenza nemmeno Stiles dal lavorare sul piano per poterla penetrare.
Infatti mentre tutti lo guardavano come fosse impazzito, Stiles cominciò a riflettere sul sistema per accontentarlo, ricordandosi che una volta la banca era stata svaligiata da una banda di ladri.
Gli altri lo guardarono stupiti... che trovasse sempre delle soluzioni adeguate per tutto era normale, ma andare dietro a Derek alimentando la sua folle idea era nuovo per lui che di solito lo contrastava per partito preso!


Se Stiles non fosse stato ingegnoso di natura, non avrebbero cavato un ragno dal buco.
Fu lui a trovare il piano preciso per entrare nel caveu, fu lui a dire a tutti cosa fare.
Derek lo ascoltò con attenzione consapevole che sapeva quello che diceva e che non c'erano dubbi sul fatto che fosse un piano perfetto.
Era abbastanza polemico di natura, specie con Stiles, ma ormai aveva imparato che quando lui tirava fuori dei piani, quelli di solito erano i migliore ed infallibili.
In due parole, aveva imparato a fidarsi di lui anche dal punto di vista tattico.
Quando spiegò che avrebbero dovuto procurarsi un trapano per bucare la parete del cavo, Derek intervenne fermando il fiume di parole per la prima volta.
- Lascia stare il trapano. - Stiles capì al volo perchè e proprio per questo glielo chiese:
- Come scusa? - Derek sapeva che Stiles aveva capito, perchè non era idiota... anche se le prime volte l'aveva fortemente pensato...
- Se entro per primo, quanto spazio ho? - Disse infatti saltando la parte in cui gli diceva cosa voleva fare.
- Cosa... cosa pensi di fare, Derek? Prendere a pugni il muro? - Chiese già con l'ansia e l'agitazione in bella mostra, capendo quanto pericoloso fosse per le ossa delle sue mani. Questa volta chiedeva troppo da sé stesso, Stiles ne era certo. Si sarebbe fatto male. Lasciò infatti perdere la mappa ed il tavolo a cui era appoggiato e si voltò completamente verso Derek il quale fece altrettanto incrociando le braccia al petto, ricambiò il suo sguardo con uno risoluto e molto paziente.
Ormai era abituato alle sue ribattute.
- Sì, Stiles. Prenderò a pugni il muro. - ovviamente Derek odiava discutere le proprie decisioni ed ovviamente lo faceva sempre e solo con Stiles. Questi, dal canto suo, non ci pensava minimamente a fargli fare come voleva. Non per principio, semplicemente era sicuro che si sarebbe fatto male e lui non voleva. Insomma, era autenticamente preoccupato e questa volta lo dimostrò in modo anche plateale, visto che cominciò a parlare a mitraglia provocandolo:
- Ok, ragazzone! Fammi vedere cosa sanno fare quelle grosse vecchie mani, dai! - Gli prese il polso e gli mise la mano aperta contro il pugno che Derek strinse subito con enorme, faticosa e stentata pazienza. Ormai con lui l'aveva dovuta imparare per forza, altrimenti l'avrebbe ucciso da tempo. A quel punto, Stiles, sempre tenendogli il polso ed il pugno contro la propria mano aperta, continuò ad incitarlo a dargli un pugno con tutta la sua forza per testare la sua forza, convinto che non potesse essere sufficiente per bucare una parete. Alla fine Derek, esasperato come solitamente accadeva dopo qualche secondo di parole pressanti, lo accontentò e gli diede il pugno alla mano usando un decimo della sua forza. Quella sufficiente per fargli un gran male, slogargli il polso e farlo rotolare a terra e poi correre lamentandosi per tutto lo stanzone della nuova abitazione di Derek.
- Ce la può fare! - Disse sofferente con un filino di voce.
- Sfonderò la parete! - Fece eco Derek risoluto fissando Scott. Ovviamente nessuno ribatté.
Dopo di questo Derek chiese chi sarebbe venuto con lui nel caveu della banca per recuperare Boyd, sperava Erika e chiunque fosse lì con lui.
Peter negò il proprio aiuto categoricamente e cinicamente e dopo la discussione breve con lui, Stiles tornò ad appoggiarsi al tavolo dove erano anche Derek e Scott, dove era stato prima della sceneggiata. Sempre nel mezzo dei due lupi.
Fu una piacevole coincidenza che Derek in quell'istante chiedesse a Scott se se la sentiva. Non fu tanto assurdo che Stiles pensasse parlasse a lui... come non lo fu la sua risposta immediata e quasi pimpante:
- Sì, se vuoi che venga... - Ma naturalmente non rivolgendosi a lui, Derek chiuse gli occhi e lo fermò sempre con la famosa poca pazienza che stava scemando facilmente.
- Non tu! - Stiles pensò con un pizzico di delusione che gli era sembrato strano glielo proponesse visto che faceva sempre di tutto per proteggerlo e tenerlo lontano, salvo magari per le volte in cui serviva a creare piani come quelli. D'altro canto il suo desiderio di collaborare sul campo con Derek, che lui lo coinvolgesse di più, era grande. Si era sentito felice ed euforico di essere richiesto da lui, per un istante. Però capì che parlava di Scott e lasciò che i due si mettessero d'accordo. Scott naturalmente disse che ci stava e che l'avrebbe aiutato.
Stiles rimase un attimo a riflettere, mentre li vedeva prepararsi per andare.
Derek passava interi periodi a farsi vivo solo di notte e a volte nemmeno quello, per poi coinvolgerlo nel caso gli servisse qualcosa di ingegnoso, allora lo metteva in mezzo. Poi, con brutalità ed insensibilità lo scaricava.
Le prime volte se l'era presa seriamente, poi aveva capito.
Lo proteggeva così ed era il modo in cui voleva che anche Scott lo proteggesse, tenendolo lontano dai suoi affari. Peccato che separare Scott da Stiles era praticamente impossibile.
Derek aveva un altro tipo di volontà. Il suo desiderio di proteggerlo superava la dipendenza che nutriva per lui.
Pensando a questo e pensando a quanto pericolosa la missione fosse, lo avvicinò mentre usciva dal bagno. L'aveva aspettato gironzolando sull'uscio fino a sentirlo riaprire la porta. A quel punto l'aveva spinto dentro con poca gentilezza. Derek, sorpreso di quei modi che somigliavano tanto ai propri, lo guardò sorpreso per un momento, le sue mani sul petto, lo sguardo risoluto e molto serio, il cuore che batteva forte.
Derek lo guardò in attesa senza dire nulla.
Stiles gli voleva dire di stare attento, ma si sentiva scemo. Non glielo aveva mai detto, non erano cose che si dicevano fra loro.
Però Derek lo capì ed annuì.
- Ho una strana sensazione, Derek... - Disse alla fine. Era vero, quella sensazione c'era ed era molto brutta. Un presentimento. Derek per un istante fu attraversato da un flash. Aveva spesso di quelle sensazioni e di solito non presagivano niente di buono.
Prendendogli le braccia avvicinò il viso al suo e lo baciò, schiuse le labbra e gli carezzò le sue con qualcosa che sapeva di dolce. Stiles si sentì protetto e al sicuro e si chiese se pur di proteggerlo, un giorno, sarebbe arrivato al punto di lasciarlo e non farsi più vedere.
Stiles sospirò fra sé e sé spaventato da quest'eventualità.
- Starò attento. - Stiles annuì e gli lasciò un altro bacio. Le mani di Derek si spostarono dalle braccia al viso, una scarica elettrica l'attraversò mentre tenne gli occhi chiusi per un istante, catturando la sensazione.
Quello che provava era sempre più forte e stava sfiorando un livello che un giorno non sarebbe riuscito a gestire con razionalità.
- Tu in cambio fai una cosa... - Non aggiunse il 'per me' perchè era sottinteso e Stiles lo sentì lo stesso. Lo guardò con i suoi soliti grandi occhi, i visi vicinissimi, i respiri sulle labbra. - Smettila di buttarti a capofitto nei pericoli! - Stiles ridacchiò, sapeva che si riferiva al suo istintivo 'sì' di partecipazione alla missione più pericolosa ed azzardata degli ultimi tempi e Derek si infervorò. - Tu ridi ma saresti venuto sapendo quanto male saresti finito! Cosa devo fare con te? Lo capisci che certe cose non fanno per te? - Aveva sempre questa paura ed ora era palpabile, Derek aveva il terrore di non saperlo più gestire, che tenerlo lontano dai guai come faceva non sarebbe stato sufficiente, che un giorno si sarebbe visto morire Stiles fra le braccia per colpa della sua incapacità di proteggerlo.
Beh, c'è solo un modo per proteggerlo fino in fondo...”
Con questo pensiero che lo turbò profondamente, si girò ed uscì dal bagno unendosi a Scott.
Un Scott non meno in pensiero di Stiles.
Da un lato era preoccupato in generale per la situazione pericolosa, c'erano tanti rischi, tanti pericoli, tante cose da perdere anche a livello personale. Dall'altro, ogni volta che faceva qualcosa del genere con lui e vedeva lo sguardo di quello che era un fratello fissare la schiena di Derek allontanarsi, gli veniva trasmessa la sua angoscia. Stiles era terrorizzato dal non veder tornare Derek vivo e sentiva che se fosse successo forse non avrebbe retto lo shock .
Per cui ogni volta Scott si sentiva investito di un'enorme responsabilità a cui teneva troppo lui stesso. Voleva riportare a tutti i costi Derek da Stiles, ogni volta che uscivano in missioni simili. Era ormai diventata la sua priorità personale. Per impedire che quello che per lui era come un fratello soffrisse.
Il suo modo di aiutare e proteggere Stiles era coprire le spalle a Derek.
Se un giorno non ci sarebbe riuscito, se la sua forza non sarebbe stata sufficiente, se sarebbe davvero successo qualcosa a Derek proprio in sua compagnia, come... come sarebbe potuto tornare indietro da Stiles e dirglielo? Come?
Ogni volta che ci pensava, rabbrividiva.
Quello era il modo in cui teneva a Stiles.

Stiles era ipervigilante e maledettamente preoccupato. Il nervoso crebbe ad un livello abnorme, mentre girava per il rifugio di Derek.
Era grande e spazioso ed aveva fondamentalmente tutto. Aveva una stanza con un divano ed un tavolo ed un angolo per prepararsi da mangiare, in un altro angolo c'era il letto ed un armadio, aveva un bagno e c'erano anche le stanze degli altri del branco. Isaac viveva con lui. Peter poteva entrare e venire quando e come voleva, ma non viveva con lui.
Era un posto non molto accogliente e arredato con l'essenziale, sicuramente non pulito, però era sufficiente considerando i precedenti di Derek.
Forse aveva problemi con le case. Non riusciva a legarsi ad un posto, per cui non se ne curava. Era come se fosse l'ultima cosa di cui occuparsi.
A volte Stiles pensava presuntuosamente di essere lui la sua casa perchè aveva cambiato ben tre rifugi, ma alla fine era sempre rimasto a dormire da lui. Magari non ogni notte, ma il più delle volte sì. Da lui tornava sempre.
Non riusciva a pensare un giorno in cui questo non sarebbe successo.
Forse dobbiamo imparare a parlarne. A dirci cosa proviamo. Certo che lo dimostriamo a modo nostro e che ci interpretiamo bene, ma non è la stessa cosa del dirlo a voce. Sentirlo con le nostre orecchie. Renderlo davvero reale!”
La preoccupazione in Stiles crebbe, tutta l'opposto di Peter che, seduto comodo nel divano, lo fissava sentendo la sua agitazione.
La dinamica personale dei due era molto curiosa dal suo punto di vista.
Percepiva bene ciò che provavano e si chiedeva se mai ci sarebbe potuto essere qualcosa che invece di legarli, come succedeva da molto, li potesse separare.
Il suo spirito di sadismo lo spingeva ogni tanto a testare questa teoria e a provarci con Stiles. Quando non lo reputava snervante come in quei momenti.
Stiles di norma non era male per lui... ma quando era così preoccupato per Derek sì. Non lo sopportava.
Cercando di non ucciderlo, rimase ad ascoltare i suoi vaneggiamenti sul piano e sulle motivazioni del branco alpha che avevano spinto ad usare proprio quel posto.
Peter non faceva caso al cento percento alle sue domande, essendo preoccupato per il suo ragazzo era sicuro che si trattassero di esagerazioni da fidanzato, cose del tutto inutili.
Solo nel mezzo del suo fiume di parole, gli venne in mente una cosa e capì poco dopo perchè la prima volta aveva scelto Stiles per farsi aiutare a trovare Derek. Stiles e non chiunque altro.
A parte che era una specie di pseudo ragazzo per suo nipote...
Stiles era intelligente ed intuitivo.
Percepiva qualcosa di diverso, di eccezionale in lui, qualcosa che altri non avevano, né umani né sovrannaturali. Anche in Lydia c'era, solo che nel suo caso si trattava del suo potere di banshee, per Stiles era altro.
Quella capacità di unire tutti gli elementi che gli stavano intorno, da elementi effettivi e concreti a sensazioni e lì elaborare qualcosa che poi potesse avere senso ed essere utile.
Aveva intuito, aveva capacità di elaborazione, aveva un tocco di genialità, aveva la comprensione. Aveva qualcosa si speciale che, fra le cose che detestava sentitamente come la sua fastidiosa parlantina, gli piaceva molto.
Peter capì grazie al fiume delle sue parole che in effetti un motivo ci poteva essere, un motivo che aveva spinto il branco ad agire in quel modo, in quel posto, con quella tempistica particolare.
E fu così che insieme capirono e ne vennero a capo.
Era una questione legata alla materia con cui era fatto il caveu che impediva ai raggi lunari di filtrare. Boyd e l'altro licantropo erano mesi che non subivano l'effetto della luna piena, per cui non si trasformavano e non sfogavano il loro lato aggressivo che nel frattempo era cresciuto a dismisura.
Perforando la parete e lasciando entrare i raggi lunari, i due licantropi si sarebbero trasformati e sarebbero stati feroci e forti il triplo. Li avrebbero massacrati.
Stiles, terrorizzato, telefonò subito a Scott per avvertirli dell'enorme pericolo che correvano, dopo di che, proprio mentre loro parlavano, li sentì combattere, ruggire e gridare.
La paralisi lo invase.
Stiles di rado arrivava al punto di non avere reazioni, di solito ne aveva sempre ed erano anche piuttosto esagerate. Ma a volte c'erano casi in cui la paura od il dolore erano tali che lo spingevano a rimanere bloccato, tutti i fortissimi sentimenti implodevano in lui e si raggelava.
Peter lo guardò non capacitandosi di come non facesse qualche piazzata o non urlasse cose inutili. Teneva il telefono in mano ed ascoltava quella che sapevano essere una lotta feroce ed era molto pallido ma immobile. Gli occhi sgranati ed il fiato sospeso.
Capì quanto ci teneva a Derek e Scott e capì che se davvero non ce l'avrebbero fatta, forse Stiles sarebbe anche potuto non tornare sé stesso.
Si stupì profondamente del suo attaccamento ai due ragazzi. Non sarebbe mai stato in grado di capirlo, ma ne rimase ovviamente attratto perchè come chiunque veniva chiamato da ciò che mancava in sé. Ed in sé mancavano i sentimenti puri e semplici come quelli di quel ragazzo per suo fratello ed il suo ragazzo.

Ricevere la telefonata di Derek, dopo che la linea fu caduta e dopo degli interminabili secondi passati a fissare il pavimento, fu la cosa più sollevante avesse mai sentito.
La sua voce all'orecchio parlava affaticata e rauca, ma gli diceva cosa era successo con poche semplici parole. Stiles da un lato sapeva che non era una buona notizia perchè capiva meglio di lui cosa significava: Boyd e l'altro lupo mannaro, Cora, la sorella di Derek, erano scappati in quelle condizioni. Però d'altro canto era maledettamente sollevante sapere che erano vivi, anche se per miracolo.
Stiles benedì Allison che si era intromessa e li aveva aiutati, dopo di che si sentì ordinare perentorio dalla stessa voce che aveva ascoltato con profonda gioia,
- Adesso vattene da lì e tornatene a casa, chiuditi dentro e non mettere il naso fuori! - Tuonò impaziente mentre lo sentiva che correva fuori.
- Ma se sto qua con Peter sono più al sicuro che da solo a casa... se li incontro che cavolo posso fare? - Peter lo guardò sorpreso di quel che stava dicendo, poi sentì a sua volta la risposta ovvia di Derek.
- Meglio loro che lui! Peter e la parola sicurezza non viaggiano di pari passo! - Stiles non era ancora tornato in sé dallo stato in cui era poco prima per la preoccupazione.
- Ma è un licantropo, era un alpha... insomma... la logica dice che saprebbe difendermi meglio, no? - Derek sospirò ruggendo sbrigativo e per cui anche molto diretto e spiccio:
- Stiles, è Peter! Non voglio che stai solo con lui un minuto di più! Vattene adesso che sai come è andata e cosa facciamo! - Stiles capì con un sorprendente secondo treno che era geloso. Del resto Derek dimostrava la sua gelosia in tanti modi, ma non erano mai molto diretti.
- Ah... tu... tu dici che... -
- Sì! Vattene da lì! - Con questo chiuse la comunicazione bruscamente senza ammettere una sola minima replica.
Stiles alla fine, tornato del tutto in sé, fece un piccolo sorrisino fiero.
Derek era geloso!
Peter scosse il capo e allontanò l'ipotesi di mettere le sue zampacce su Stiles. Anche se avesse potuto superare lo scoglio Derek, Stiles era di suo snervante molto più di quanto fosse interessante e utile.