CAPITOLO XLII:
LA SOLA VERITA'

Di Boyd si erano occupati gli altri, Stiles non si era potuto muovere, Derek non si era alzato e non gli aveva staccato la mano dalla sua, ancora appoggiata alla spalla.
Quelle due mani stavano cancellando ogni decisione precedentemente presa.
Jennifer, mentre gli altri se ne erano andati con Boyd, fece per avvicinarsi. Derek la sentì e solo a quello reagì ritraendosi di scatto.
Stiles capì all'istante che qualcosa non andava e che riguardava lei.
Non poteva sapere che la parte sovrannaturale di Derek stava cercando in estremo di proteggersi da lei, ora che lui non aveva il controllo di sé e che quindi non agiva secondo decisioni mentali influenzate da terze parti, non poteva essere comandato.
Per cui vedendo che Derek si allontanava istintivamente da lei che teoricamente era la sua donna, si mise in mezzo sempre tenendogli la spalla perchè lui non lo mollava.
Godette abbastanza in questo.
Guardò Lydia con una certa intesa e lei annuì ricevendo le chiavi dell'auto di Stiles che lui le lanciò.
- Venga, l'accompagno a casa... -
- Ma lui... -
- E' il caso di lasciarlo solo... -
- Ma... - Pose resistenza, ma Lydia insistette trascinandola via. Una volta andate, si chiusero la porta alle spalle ed i due rimasero soli.
Solo allora, solo quando non sentirono più nessuno, solo quando Derek non ebbe più da combattere contro alcuna intrusione mentale, si lasciò andare del tutto e si girò verso Stiles abbracciandolo. Era inginocchiato nell'acqua e avvolse le braccia intorno al busto del ragazzo, premette il viso sul suo addome. Lo bagnò e lui l'abbracciò in risposta, delicatamente, piano, con la paura che ci ripensasse.
Era lì a fare tutto quello che desiderava in quell'unico momento di debolezza che voleva concedersi.
Perchè fare la cosa giusta gli aveva portato via un membro del branco nel modo peggiore.
Lo abbracciò e lentamente scivolò giù con lui, le ginocchia nell'acqua, le mani sul suo viso.
Lo prese e lo separò per un istante, per poterlo vedere. Stava davvero piangendo, ancora sconvolto e sotto shock. Non era mai stato così, mai.
Stiles era profondamente colpito e non sapeva cosa fare, la preoccupazione crebbe ma non ci fu che un secondo di tempo per chiederselo.
Le labbra di Derek cercarono le sue con disperazione, come se fossero la sua unica ancora di salvezza, come se non potesse proprio farne a meno.
Stiles capì, nel caos del momento, che stava succedendo qualcosa di strano a Derek, oltre a quello che saltava all'occhio.
Era la mira di Deucalion e di quei pazzi, ma era come se ci fosse una seconda forza in campo che se lo contendesse.
Stiles aveva quella sensazione, ma non fu in grado di afferrarla, si abbandonò a quel bacio fortemente desiderato nonostante si fosse ripromesso di mandarlo al diavolo e non vederlo più.
L'unica cosa che sembra ora, è che voglia me.”
Pensò infatti mentre le lingue si intrecciavano con una lentezza disarmante. Una sorta di stato curativo si innalzò in entrambi che partì da Stiles e finì in Derek. Una cura dell'anima.
Dopo il bacio, Stiles gli prese le mani e le immerse nell'acqua lavandogliele, poi con la propria maglietta le asciugò.
L'alzò e lo trascinò al letto, voleva solo togliergli i vestiti bagnati e asciugarlo, non aveva stranamente un secondo fine dietro.
Derek era come se ancora non fosse presente, si lasciava guidare dal profondo di sé.
Ed il profondo di sé agì quando Stiles gli tolse la maglia appiccicata al corpo.
Agì facendo altrettanto con quella del ragazzo, che invece era mezza asciutta.
Stiles si fermò e lo guardò. L'emozione cominciò a salirgli vertiginosa a folle velocità.
Ora?
Così?
L'aveva voluto così tanto e lui... lo faceva così?
Per un momento rimase sconvolto mentre Derek, altrettanto sconvolto, si toglieva velocemente i pantaloni rimanendo in boxer. Stiles trattenne il fiato, era da molto che non vedeva il suo corpo, ma era anche per quel che stava per fare. Infatti Derek si sedette sul letto e silenzioso gli prese la vita, se lo mise davanti fra le gambe e gli aprì i jeans abbassandoglieli con poca gentilezza.
- De-Derek... - Disse Stiles incapace di fermarlo. Eppure sapeva che qualcosa non andava. - Derek non sei in te! - Esclamò prima ancora di pensarlo sul serio.
Il lupo però non si fermò, si stese e se lo tirò sul letto, se lo mise sotto e in perfetto silenzio cominciò a baciargli il collo.
- Derek, sei sconvolto, hai subito uno shock! Fare sesso con qualcuno non è la mossa più sensata! Non sei in te! - Ripeté mentre la propria mente si riattivava tutta in una volta. Non il proprio corpo, però, che si lasciava beatamente fare di tutto.
E con di tutto si intendeva la bocca di Derek ovunque.
Sul suo torace, sui suoi capezzoli e poi sul suo inguine scoperto con voracia.
Qua finisce che lo facciamo sul serio!”
Pensò agitato ed eccitato insieme Stiles.
Derek ancora non diceva niente, ma gli avvolse l'erezione fra le labbra ed il ragazzo sospirò premendo la nuca all'indietro. Quanto l'aveva voluto.
Sì, però poi bisogna vedere se non se ne pente...”
Poi alzò la testa e cercò di guardarlo.
O se se lo ricorderà! È completamente fuori!” Era vero in effetti.
Fare l'amore con lui era la cosa che voleva di più in assoluto, però d'altro canto non così. Non perchè era sotto shock dal dolore. Doveva essere sicuro che lo rivolesse con sé, che fossero ancora una coppia, doveva capire cosa gli succedeva. Posto che gli succedesse qualcosa.
- Derek... - Disse fra un gemito e l'altro.
Derek non voleva farlo venire subito, per cui smise di succhiare e tornò sul suo viso, strofinò la propria erezione sulla sua. Quando si era tolto i boxer?
Era nudo, completamente nudo, e si strofinava sul suo bacino. Le due erezioni a contatto giocavano fra di loro e l'eccitazione ormai era impossibile da domare.
Il suo volto assente, cupo, tetro, alla disperata ricerca di tornare normale, padrone di sé.
Stiles specchiandosi in quegli occhi che adorava, capì che non poteva permetterglielo così.
- Derek... - Disse infatti di nuovo con delicatezza mettendogli la mano sulla sua guancia in una dolce carezza. Lo sguardo dispiaciuto.
Il lupo finalmente parve ascoltarlo.
- Se domani sarai ancora dell'idea di farlo e di stare insieme, lo faremo. Però ora non sei in te. Stai combattendo il dolore così ma non... non hai nemmeno idea di che cosa stai facendo... - Dispiaceva più a Stiles che a Derek.
Questi infatti batté le palpebre. Cosa stava dicendo?
Lui lo sapeva.
Voleva solo lui e basta.
Quando mai non l'aveva voluto?
Qualche stralcio di sogno oscuro si affacciò, ma li scacciò baciandolo e rispondendo fra uno e l'altro.
- Ho freddo e sto male. - un bacio. - Voglio essere scaldato. - un altro bacio. - Voglio il tuo calore. - un altro ancora. - Il solo calore che conta. - e ancora. - Perchè ti a... - Stiles gli chiuse la bocca con un dito, le lacrime agli occhi mentre ricordava i momenti precedenti a quello.
- Non me lo diresti mai così, non dopo quello che è successo, dopo quello che hai deciso. Non saresti tu a dirmelo ora. - Stiles voleva credere fortemente che fosse vero, però sapeva che era troppo sconvolto per avere coscienza di quel che faceva.
Derek lo guardò senza capire, perchè no? Perchè?
Lui lo provava davvero.
Stiles allora lo baciò dolcemente.
- Ti scalderò lo stesso... - E così dicendo se lo adagiò sul petto facendogli prendere quella posizione che tanto adorava e che da molto non assumeva più.
Derek si lasciò fare, appoggiò la testa sul suo petto, sul suo cuore, si cullò in quel suono costante e regolare, si incurvò tutto intorno a lui come un lupo che si addormenta sul suo padrone e lentamente si lasciò pervadere dal calore del suo corpo, del suo sentimento.
Di quell'amore che era innegabile e vero. Reale. Maledettamente reale.
Era lui l'amore, il sentimento.
Lui.
Solo lui.
Fu così che si addormentò e che si scaldò. Con le sue mani che lente l'accarezzavano senza un secondo fine dietro. Solo perchè l'amava.


Il giorno dopo Derek era sparito, Stiles rimase deluso, ma cercò di usare la testa. Era ovvio che, nel tornare in sé, se ne andasse.
Dopotutto aveva cercato di farselo solo perchè troppo fuori di sé dal dolore. Non era stato presente con la testa, dopotutto aveva fatto bene a fermarlo quando aveva cercato di saltargli addosso. Riuscendoci.
Bene? Davvero ho fatto bene? Poteva essere l'unica possibilità!”
Pensò poi con amarezza scuotendo la testa. L'acqua era stata fatta scaricare probabilmente da Derek quando si era svegliato ed ora non c'era più. Stiles, oscurato, deluso ed insofferente si vestì pensando che fosse stato anche premuroso a coprirlo andandosene.
Non sapeva interpretarlo, a volte gli pareva di riuscirci, altre era lontano da lui anni luce.
Prima credeva di capire perchè lo lasciava, ovvero per proteggerlo. Poi veniva fuori che stava con la professoressa. Poi quando lei faceva per avvicinarlo lui si ritirava e saltava addosso a quello che era il suo ex, ovvero Stiles.
E poi comunque se ne andava senza dire niente a nessuno.
Era un mistero, era una specie di enigma impossibile da risolvere.
Però era convinto che ci fosse qualcosa in più che gli sfuggiva, qualcosa di importante.
In quel momento... in quel momento Derek aveva voluto lui e non lei.
Dovevano parlarne, doveva capire, doveva dirgli una volta per tutte perchè l'aveva allontanato, perchè poi aveva voluto lui, perchè comunque si era portato a letto lei. Dovevano parlare.
Sospirando seccato, se ne andò sperando di riuscire a trovarlo.
Naturalmente il telefono era spento e naturalmente nessuno sapeva dove fosse.
Si rassegnò a passare dei giorni d'inferno alle prese con una miriade di domande senza risposta.
Dopo che cominciò a passare ogni giorno a casa sua per chiedere di lui, Cora seccata gli chiese perchè fosse tanto interessato a suo fratello e a dove fosse. Lui riuscì prontamente a sciorinarle una valanga di motivazioni, al termine delle quali stava per dire quella più vera di tutte. Per miracolo si fermò, ma la ragazza parve capire e non insistette.
Aveva bisogno di parlare con lui, ne aveva bisogno.
Nessuno si era dato pena per trovarlo nonostante fosse sparito da alcuni giorni e fosse quello che tutti cercavano e tutti volevano. Derek era la mira degli alpha e non si sarebbe stupito se fosse diventato anche la mira del darach. Ormai sembrava che tutti volessero lui.
Dov'era?
Stiles cominciava a preoccuparsi, oltre che innervosirsi dal fatto che aveva troppe domande senza risposta.
Doveva assolutamente sapere cosa provava per lui.
Non poteva comportarsi da stronzo e poi cercarlo nella disperazione per essere consolato da lui per poi sparire senza dirgli nulla.
O era stronzo, o non lo era.
Non riusciva a capacitarsi di tutti quei suoi comportamenti contrastanti e Peter, sentendo tutta questa serie di problemi in Stiles, finì per fare il suo ingresso trionfale e raccontare tutti i fatti personali del nipote.
In effetti raccontò la cosa che a Stiles, e Peter lo sapeva bene, avrebbe potuto interessare di più.
La prima e forse unica ragazza che avesse mai amato.
Colei che in seguito l'aveva trasformato in quel lupo solitario scontroso e spesso stronzo che era.
La storia fu agghiacciante e piena di interrogativi per la mente sveglia di Stiles. Al termine del quale, sebbene si sentisse dilaniato e dispiaciuto per Derek e per quello che aveva passato, si decise ancor di più a parlarne con lui.
Era convinto infatti che Peter avesse raccontato la sua versione della questione e che la verità fosse diversa, era importante a quel punto sapere quella di Derek. Lo era per lui.
Cora infatti non capì questo suo impellente bisogno e nemmeno si spiegò quel suo coraggio incosciente di andare a chiederglielo di persona. Quello era sicuramente l'argomento più tabù, per Derek e lui voleva andare a chiedergli la sua versione?
Era forse impazzito?
Cora pensò che solo se lui fosse stato il suo ragazzo, avesse avuto senso quell'atteggiamento testardo.
Ed in effetti era proprio così.
Stiles, andando via da casa di Derek, salì in macchina e si fermò a metà strada realizzando una cosa importante appurata dal racconto di Peter.
Aveva memorizzato alla perfezione ogni dettaglio del racconto tragico e agghiacciante e si ricordava di un certo passaggio.
Derek andava spesso a rifugiarsi con lei, con Paige, in una vecchia distilleria. Gli aveva detto quale, nel raccontare tutto. A Peter piaceva parlare. In quel momento lo benedì perchè sapeva quale era quella distilleria abbandonata, così girando la macchina si diresse di filato lì sapendo che l'avrebbe di certo trovato.
Sperandolo quanto meno.

Camminò cauto all'interno del grande magazzino teatro in passato di eventi estremamente ingiusti per la comunità dei lupi mannari.
Sentì una strana sensazione provenire da dentro quel posto, ma quando vide Derek dall'altra parte dell'ampio spazio, tutto venne scacciato.
Non sapeva cosa aspettarsi, teoricamente non stavano insieme e teoricamente lui l'aveva piantato per la seconda volta dopo averlo usato per stare meglio quella notte. Ma teoricamente aveva potuto scegliere Jennifer ed invece aveva scelto lui.
Dov'era ora Jennifer?
Stiles era convinto che ci fosse qualcosa di strano e cominciò a pensare che lei fosse solo un mezzo per tenerlo lontano, ma che in realtà provasse ancora lo stesso sentimento di prima per lui. Che cercasse solo di proteggerlo.
Stiles non aveva il minimo timore di lui, non l'aveva mai avuto e non l'aveva ora che era lì per chiedergli di Paige. Dopo quello che aveva passato, sapendo in che stato fosse il suo umore, lui non aveva nemmeno un vago sentore di esitazione.
Derek lo percepì immediatamente e si voltò verso di lui, dall'altra parte del magazzino vuoto ed impolverato.
Su una parete d'acciaio ondulata, c'era il famoso segno di vendetta dei licantropi.
Lo guardò e guardò Derek poco vicino. C'era solo la luce della luna ad illuminare l'interno, per il resto si vedeva poco. Stiles prevedendolo si era portato una tprcoa, Derek vedeva al buio, lui no.
Guardando il fascio di luce pensò che fosse comunque di troppo e la spense mettendola giù, dopo di che percorse lentamente tutta la distanza che li separava, rumori ovattati quelli dei suoi passi, Derek sempre immobile a guardarlo incredulo che fosse lì, incapace di capire cosa ci facesse, cosa volesse, perchè. Oppure sapendolo troppo bene.
Quando gli fu davanti, la luna illuminava entrambi da un'alta finestra rotta. Si guardarono silenziosi, Stiles con una strana espressione illeggibile.
Sapeva che aveva passato l'impossibile e che aveva ancora altrettanto da passare, ma allora perchè infierire con una domanda sicuramente dolorosa?
- Cosa ci fai qua? - Chiese Derek piano domando a stento il proprio stesso istinto di farsi abbracciare da lui, quanto bisogno ne aveva?
Stiles non si mosse da lì e guardandolo a viso alto, disse:
- Ti cercavo. -
- Come mi hai trovato? - Chiese subito senza capire come effettivamente avesse fatto. Cercava di prendere tempo per trovare il controllo di sé che, nel vedere Stiles in quel momento difficile, aveva perso.
- Peter. - Disse solo. Derek però aggrottò la fronte.
- Non sa che sono qua. Nessuno dovrebbe. - Stiles fece un sorrisino furbo dei suoi girandosi e cominciando a camminare un po' a caso, ma sempre rimanendo vicino a lui. Derek non gli toglieva gli occhi di dosso seguendo tutte le sue mosse.
- Sono più intelligente di quel che pensate tutti! Continuate a sottovalutarmi, non capisco proprio perchè! - Derek scosse la testa, avrebbe apprezzato il tentativo di sdrammatizzare, ma non era dell'umore.
- Voglio stare solo, lasciami in pace. - Disse secco dandogli le spalle. Invece aveva bisogno di lui perchè la ferita dell'anima non voleva rimarginarsi. Aveva ucciso Boyd, come poteva semplicemente tornare alla vita di prima?
- Mi ha raccontato una cosa su di te ed ho capito che potevi essere qua. - No, non la minima esitazione. Derek percepì la voglia di sapere una cosa importante e si fermò aggrottando la fronte, quindi si girò lentamente e mentre lui lo faceva, Stiles mormorava il suo nome.
- Paige. - Disse solo sapendo che non c'era un modo per prepararlo a ciò che doveva sapere.
L'espressione di Derek che Stiles vide mentre gli sguardi si incontravano di nuovo, non l'avrebbe mai dimenticata.
Come se i suoi incubi più profondi fossero tornati a galla, come se tutti i fantasmi peggiori del passato bussassero di nuovo improvvisamente.
Stiles sussultò a quello sguardo, quegli occhi tormentati ed increduli. L'orrore, per un momento, la sofferenza.
Nemmeno la forza di parlare. Solo che non capiva come potesse osare, come sapesse, cosa volesse. Confuso, immerso in un caos pieno di dolore, rimase immobile lì senza respirare. Stiles capì che era davvero la cosa peggiore di cui parlare, ma si fece forza. Se non lo diceva a lui a chi poteva dirlo?
Si fece avanti e con tutta la dolcezza di cui fu capace, disse delicato.
- So che non è un argomento di cui ti va di parlare. Ero venuto a cercarti e c'era lui lì a casa, parlando di te si è messo a raccontare di lei e di come i tuoi occhi sono diventati blu. - Spiegò. Ma perchè era lì a parlargliene? Perchè? Come poteva?
Derek non se ne capacitava, ma piantato lì dov'era, non si mosse continuando a fissarlo in quel modo shockato.
- Cosa vuoi? - Disse solo con voce roca e bassa. Stiles non si sarebbe aspettato niente di diverso.
- Parlarne con te. Perchè quello che ha detto lui è il suo punto di vista, ma sono sicuro che in realtà le cose non siano proprio così! Lui ha detto che sei stato tu, ossessionato dal non poter vivere con lei per sempre per colpa delle vostre razze diverse, a cercare di trasformarla. Tu che l'hai voluto, tu che ti sei messo in testa questa cosa. Ed ha detto anche che... - Derek a quel punto esplose e si mise a gridare muovendosi a casaccio intorno a lui.
- Io?! Io?! Ma se è stato lui a farmi il lavaggio del cervello! Lui che mi ha messo in testa quelle idee, quelle paure, quelle angosce. Mi ha rovinato! Voleva fare quell'esperimento e mi ha usato! Non ne sapevo abbastanza, non lo conoscevo bene, non... non dovevo fidarmi... io non volevo, non volevo... eppure è solo colpa mia, alla fine. Alla fine sono stato comunque io. - Stiles ci avrebbe giurato che si fosse trattato di quello. Peter aveva manovrato Derek facendogli fare quello che voleva. Tutto qua.
Sapendolo si sentì meglio, non era stato un puro atto egoistico quello che aveva spinto Derek a cercare di trasformare Paige.
- Io nemmeno sapevo che qualcuno non era destinato al morso! - Disse guardando fisso in alto e con un tono snervato che sfociava nella disperazione.
Stiles allora si avvicinò e con decisione gli mise una mano fra i capelli, sulla nuca. Strinse la presa e l'avvolse con l'altro braccio obbligandolo ad accettare l'abbraccio.
Un abbraccio a cui si aggrappò come se l'avesse voluto dal primo istante.
La verità era che Derek era finito, non aveva più le forze per reagire, pensare, andare avanti, capire, lottare.
A volte si sentiva un bambino che non poteva niente contro i grandi, a volte si sentiva manovrato da tutti.
A volte gli pareva di non avere la mente lucida e libera di decidere da solo, era come fosse costretto da due forze diverse o forse più. Si sentiva in catene e non sapeva come fare, non sapeva come muoversi. Voleva solo essere sé sesso. Voleva solo essere di nuovo sé stesso. E quando Stiles l'abbracciò tornò a sentircisi.
Come quando in quello stesso posto, diversi anni prima, si era perso nelle braccia di Paige sentendosi tale. Padrone di sé. Sé stesso. Libero e sereno.
La sensazione di essere tornato in quello stato venne solo quando si arrese a Stiles per quel secondo momento di debolezza. Era lucido, ora. Era in sé. Sapeva cosa voleva e cosa faceva e non voleva opporsi.
Infilò le mani intorno alla sua vita, risalì sulla schiena e lo strinse a sé come se fosse impossibile lasciarlo.
Come voleva che non fosse successo niente. Come voleva poter stare con lui e basta.
Come voleva che fosse tutto facile come una volta. Ma quando lo era stato?
Forse non lo era mai stato.
Ma c'era stato un momento in cui l'aveva creduto, un momento in cui l'aveva pensato.
Quando aveva passato tutte le notti con Stiles nel suo letto a dormire.
Quanto gli mancavano quelle notti?
Stiles sentendolo meno teso e più rilassato, allentò e gli prese il viso fra le mani, lo guardò negli occhi da quella vicinanza ubriacante, i suoi bellissimi occhi argentati, sotto una luna fredda eppure suggestiva.
- Derek... cosa siamo noi due? - Chiese alla fine in un mormorio. Era lì per quello, doveva dirglielo.
Derek, smarrito, lo guardò chiedendosi come facesse a non saperlo.
- Come fai a domandarmelo? - Chiese infatti. Stiles inarcò le sopracciglia.
- So che non ce lo siamo mai detto. O forse sì. Siamo una coppia? Lo siamo ancora? Io... - Esitò sentendosi idiota, poi si fece coraggio e come sempre andò avanti per la propria strada. - Io devo sapere cosa provi per me. Anche se... anche se mi hai lasciato e... c'è la professoressa con cui stai... io... io sento che fra noi non è davvero finita... - Derek sospirò capendo che se gli avesse risposto non se ne sarebbe più andato ed era importante, troppo importante, che stesse al sicuro.
Doveva stare al sicuro.
Tutti quelli vicino a lui finivano male, Boyd era stato l'ultimo esempio. Non avrebbe mai potuto sopportare che anche a Stiles succedesse, ma sapeva che se glielo avesse detto non gli sarebbe stato lontano.
Così lo prese per le braccia e facendosi forza lo allontanò da sé per pochi centimetri.
- Lo siamo stati. Adesso c'è lei... - Non lo pensava davvero, però era convinto fosse la cosa migliore. Anche se poi in certi momenti gli pareva come se lei ci fosse davvero. Ed era nebbia, in quei momenti, per lui.
Stiles batté le palpebre per un paio di secondi per poi tornare all'attacco testardo, senza lasciarlo. Lo teneva per le braccia a sua volta.
- Ma è me che hai cercato l'altra notte, lei l'hai allontanata! Volevi me! - Derek scosse il capo agitato sentendo che si stava sgretolando tutto.
- Non ero in me, siamo stati insieme ed è stato un riflesso incondizionato cercare te. Ma... -
- Ma non ami lei! - Derek lo guardò sorpreso. Era ovvio che non l'amasse. Poi si ricordò che doveva farglielo credere.
- Non la posso amare in così poco tempo, ma le cose stanno andando bene fra noi. Io adesso sistemerò le cose con lei, ora avevo bisogno di stare solo, quella notte ero fuori di me e per questo ho cercato te ma... ma è finita, Stiles. A prescindere da tutto quanto. - Quanto sapeva mentire? Stiles ascoltava e constatava che davvero era impossibile credergli.
Sì, lei c'era e sì aveva fatto sesso con lei. Ma non era davvero innamorato, era solo un sistema per dimenticarlo. Si era imposto di rompere con lui per proteggerlo.
- Lei ti serve per non pensare sempre a me. Mi hai sempre detto che non facevamo l'amore perchè avevi paura che poi finisse dopo che tu ti eri legato a me. Volevi che io fossi maturo da capire quello che facevo, per essere più sicuro di quello che provavo. E con lei l'hai già fatto quasi al primo colpo, così, come niente, senza conoscerla davvero. Perchè non te ne importa che lei sia sicura, che ti ami, che non ti lasci. Non provi niente per lei, è solo un passatempo, altrimenti se ci terresti... se ci terresti davvero non ci saresti andato subito a letto! - Logica perfettamente inoppugnabile. Derek imprecò, ma non disse nulla ed il fiume di parole continuò: - Perchè mi hai lasciato per proteggermi da Deucalion! Boyd è morto per colpa sua e non vuoi che mi succeda la stessa cosa. Tu sapevi che poteva succedere, mi hai lasciato in tempo! Ma cosa pensi, che io sia scemo? Non provi niente per lei e tu puoi dire quello che vuoi, non mi farai mai cambiare idea! - Con questo gesticolò puntandolo col dito, furioso ed arrabbiato. Derek sapeva che non l'avrebbe mai convinto e voleva solo perdersi in lui, ma a lui e lui solo permetteva sempre tutto, persino che gli si rivolgesse a quel modo.
Ormai era troppo chiaro che Stiles era speciale per Derek, poteva darsi pena per nasconderlo, ma ci sarebbero sempre stati atteggiamenti inequivocabili. E soprattutto momenti simili, da soli, dove guardandosi negli occhi sarebbe scappato un bacio dopo una discussione. Come i primi tempi che sapevano gridarsi contro e finire a provocarsi piacere sul letto.
- Stiles, tu non sai cosa stai dicendo, ti aggrappi ai sogni perchè non vuoi accettare che... - Ma Stiles passò ai fatti e prendendogli il viso con decisione lo baciò.
Gli tolse il fiato e tornò a quella passione bruciante, quel fuoco di una volta, quando, insieme da poco, si toglievano il fiato a vicenda incapaci di starsi lontani.
Le lingue di nuovo intrecciate, le mani che passavano dal viso al corpo attirandosi, i corpi che aderivano uno all'altro sentendosi in ogni parte, perfino quella più intima. Ed i sapori, il ritmo, la voglia, il desiderio. L'elettricità.
Derek ricambiò subito il bacio come non volesse altro che quello, rimasero uno sull'altro per un istante infinito, poi si sciolsero e Stiles, ansimante e sconvolto ma soddisfatto, appoggiò la fronte alla sua.
- Se pensi che sia meglio stare separati... se hai bisogno di proteggermi così... va bene... ma sappi che qualunque cosa farai non potrai mai fregarmi. Perchè io sono troppo sveglio per te! - Lo disse alla sua maniera, sarcastico ma sincero. Derek fece un sorrisino rilassato, saperlo era un sollievo.
- Devi fidarti di me. - Gli scappò. Non disse di più, ma la risposta di Stiles gli rimase nel cuore.
- Mi fido. - Quanta strada avanti avevano fatto dalle prime volte in cui non solo non si fidavano uno dell'altro, ma addirittura se lo gridavano contro?
'Se non ti fidi tu, non mi fido nemmeno io.'
Frase epica in piscina, con Stiles che a momenti annegava per tenerlo in vita!
Si guardarono e si capirono, dopo di che riuscirono ad affrontare il resto dei problemi immensi che rimanevano, ognuno per la propria strada, convinti che fosse meglio così.
Sapendo quale era la verità.
Fino a che Derek non veniva avvolto da quella nebbia che gli toglieva la lucidità facendolo agire incomprensibilmente, senza volerlo, senza controllarlo.
Fino a che non entrava in scena Jennifer.