CAPITOLO XLIX:
DI NUOVO A BEACON HILLS

La prima cosa che Derek fece appena messo piede a Beacon Hills, dopo essere tornato al proprio loft per mettere giù le proprie cose che comunque erano poche e non si notavano, fu andare da Stiles.
Controllò soddisfatto l'ora e con altrettanta soddisfazione si rese conto che il suo tempismo era perfetto, perchè Stiels aveva giusto appena finito la scuola.
Amava le entrate ad effetto, amava fare le sorprese ed amava sentirsi sempre più rinascere. C'era ancora quel vecchio Derek, quel Derek che era stato un tempo, prima di Paige.
Non era proprio così, anche perchè ora era cresciuto e aveva delle esperienze a carico che gli impedivano di essere quell'adolescente spensierato ed incosciente, però era contento. Si sentiva libero per la prima volta, libero di essere chi voleva, libero di fare ciò che voleva. Leggero.
L'avere la benedizione di sua madre l'aveva reso tale, l'aveva tranquillizzato ed aveva reso possibile l'innesco di quel nuovo sé stesso.
Riprese la propria auto che aveva lasciato al sicuro vicino al loft, al coperto. L'aveva sistemata e rimessa in moto, poi con quell'euforia che cresceva sempre più facendolo sentire quasi idiota, si avviò a scuola da Stiles. Intendeva rapirlo e non perdere nemmeno un secondo.
Quello scemo gli era mancato più di quanto avesse potuto immaginare e si stava rendendo conto di quanto davvero solo ora, ora che lo stava per rivedere.
Si appostò in una zona strategica, scese e si mise dietro l'angolo che sapeva svoltava sempre per andare alla sua jeep.
Sapeva come fare per non farsi vedere da nessuno.
Aveva un'idea sua delle entrate ad effetto, per ora voleva farne una solo per Stiles.
Quando lo percepì, chiuse un attimo gli occhi preso dall'emozione che lo fece sentire se possibile ancora più stupido.
Era il suo Stiles.
Aspirò il suo odore e l'emozione fu troppo grande per percepire qualcosa di strano.
Ancora la nogitsune non aveva fatto eccessiva pressione in Stiles, seppure si fosse riattivata con l'incidente alla centrale elettrica del giorno prima.
Era intelligente, sapeva aspettare il momento giusto.
Quando svoltò l'angolo cercando le chiavi della jeep, Stiles venne afferrato da Derek che lo prese per il colletto della maglia e lo spinse con violenza contro il muro, al riparo da occhi indiscreti. Gli tappò subito la bocca facendogli credere di essere aggredito.
Quella era la loro mossa.
La prima volta che l'aveva baciato... ed anche un paio di quelle successive, l'aveva afferrato e sbattuto in quella maniera.
Contava su quel tipo di entrata ad effetto.
Sentì Stiles in un primo momento gelarsi dal terrore per poi bloccarsi nell'insolita quanto mai assurda speranza che quel gesto gli ricordasse proprio Derek perchè in effetti fosse lui.
Il lupo percepì i suoi giri mentali seppure non leggesse nel pensiero e non si stupì, aveva sperato che facesse istintivamente il collegamento.
Quando lo mise a fuoco, lo sentì avvampare ed emozionarsi al punto che gli occhi gli divennero lucidi. I suoi adorabili occhi grandissimi e così espressivi.
Derek sorrise sadicamente soddisfatto e gli lasciò la bocca... l'istante successivo Stiles gliela stava premendo contro la propria.
Non il tempo di dire il suo nome, non un saluto, nemmeno un piccolo litigio.
Subito un bacio. Pericoloso in quel posto, ma comprensibile.
A Derek piacque la sua intraprendenza e pensò che come sempre era incosciente.
Accettò di gran lunga il bacio, quanto l'aveva voluto, quanto gli era mancato.
Mano a mano che i minuti passavano, sentiva quella mancanza sempre più grande ed ora era lì con lui, aveva colmato ogni cosa.
Ora era tutto a posto. Ogni tassello, ogni sofferenza, ogni impazienza, ogni dubbio.
Tutto spazzato via da sua madre e da quel consenso.
Smise di tenerlo per il colletto e scese alla sua vita stringendolo a sé, Stiles gli circondò il collo con le braccia e aderì il corpo al suo schiacciandoglisi contro con tutto sé stesso. Le bocche si fusero, presero i rispettivi respiri, bevvero i loro sapori e le lingue divennero un tutt'uno in un turbine che sarebbe anche potuto essere infinito.
Per Stiles fu la prima sensazione veramente, ma veramente bella e rilassante.
Fu come se mollasse le redini di schianto, redini che cercava di tenere con una disperazione totale.
Lasciò tutto e si diede a lui bagnandosi in quella meravigliosa felicità meritata.
In quel momento entrambi ci credettero. Che potevano godersela, che era tutto superato, che niente li avrebbe turbati, che potevano viversi una vita normale insieme. Credettero a quella felicità incontaminata che provavano, consapevoli di ciò che sentivano e sicuri che niente l'avrebbe potuto spezzare.
Dopo il bacio, le fronti appoggiate, le labbra così vicine, i respiri affannati, i corpi caldi, il desiderio in mezzo a quella sete di gioia, sete di bersi.
Si guardarono, i cuori impazziti, si stringevano ancora.
- Sapevo saresti tornato, hai visto che avevo ragione? - Disse vittorioso e con voce ancora tremolante dall'emozione. Derek sorrise ironico, ma anche lui comunque emozionato.
- Per una volta ho pensato che potevo dartela vinta! - Stiles sorrise calmandosi.
- Dì piuttosto che non potevi vivere senza di me e che ti mancavo... perchè so che è così! - Certo che era così, ma Derek non glielo avrebbe mai detto.
- Ho solo capito che posso essere più utile qua che a distanza oceanica. - Concluse secco. Stiles lo guardò capendo molto bene che aveva semplicemente ragione lui.
- Che poi è quello che ti dicevo io prima che tu partissi. - Derek tornò alla sua solita voglia di ucciderlo e alzando gli occhi al cielo, separandosi da lui, disse esasperato.
- Questa sensazione non mi mancava affatto! -
- I battibecchi? -
- No, la voglia di tagliarti la gola coi denti! - Anche questa era una delle loro frasi.
Stiles riconobbe anche quello e sorridendo soddisfatto lo prese per il braccio e lo tirò velocemente alla propria auto ignorando quella di Derek, che poi era parcheggiata vicino alla sua.
Passandoci accanto, Stiles la guardò sbrigativo.
- Sei assurdo. - Derek salì con lui lasciandolo fare perchè in realtà anche quella era una delle loro cose. Stiles che guidava e lui seduto accanto che si lasciava portare.
- Perchè? - Chiese indispettito. Ovviamente anche quelle erano cose loro.
- Perchè dopo una macchina super sportiva ti sei preso una come la mia! - Derek non avvampò, non sarebbe stato da lui, ma si imbarazzò ed ovviamente gli colpì la fronte sul volante... sempre cose loro!
Stiles si lamentò e massaggiandosi si lagnò sui suoi metodi sempre immutati, Derek dovette sorbirselo per un paio di isolati, solo quando lo vide deviare da casa sua ed andare in camporella smisero.
- Seriamente? Perchè qua e non a casa tua? - Chiese polemico Derek. Stiles alzò gli occhi al cielo stufo.
- Perchè poi ti devo riportare a scuola che hai lì la macchina! Che faccio, avanti ed indietro come un'idiota? Qua è più vicino! - Derek allora lo guardò truce ed allibito insieme.
- Fammi capire, la prima cosa che fai quando mi vedi dopo settimane che non ci vediamo, dopo avermi baciato, è andare nel bosco a far sesso in auto? - Non che avesse molto tatto nel dire le cose, ma dopotutto era Derek.
Stiles si fermò in un posto perfetto, isolato e tranquillo e spostò all'indietro il sedile abbassandolo, alzò le braccia dietro la nuca e si mise comodo con un sorrisino malizioso e addirittura obliquo.
- Beh... visto che non vuoi... tu cosa vorresti fare dopo settimane che non ci vediamo? - Derek lo guardò contrariato e seccato, voleva litigare, rimproverarlo e dirgli di tutto, ma quando lo guardò bene si mandò al diavolo.
Lui, il suo viso dai lineamenti morbidi, così piacevole da guardare. I capelli gli erano cresciuti ancora un po' e gli stavano davvero bene, era fisicamente maturato, si era fatto molto più interessante. Era sicuramente anche sviluppato meglio.
Nel complesso sarebbe stato più bello dell'ultima volta, farlo con lui.
Ovviamente Derek non poteva che pensare a questo. Inteso. Il Derek in astinenza.
Così si mandò al diavolo, mandò anch'egli il sedile indietro abbassandolo, si tolse la maglia e rimanendo a torso nudo, lo sentì trattenere il fiato dal desiderio e dalla meraviglia. Com'era spontaneo... Derek sogghignò per poi chinarsi su di lui a baciarlo.
Stiles tornò a respirare e vittorioso sorrise sulla sua bocca mentre si spostava di posizione salendogli sopra a cavalcioni.
Era la prima volta in macchina, era scomodo, ma ce l'avrebbero fatta.
Insomma, era molto più importante avere la loro meritata seconda volta.
Una volta che fosse meno drammatica della precedente.
Sistematosi sopra di lui, Stiles smise di baciarlo per togliersi la maglia, Derek lo aiutò e mentre percorreva la sua pelle con le dita, il desiderio crebbe diventando sempre più incombente.
Si sentiva fremere fino alla follia, si sentiva morire mentre il suo corpo gli si strofinava sopra, mentre lui stesso se lo strofinava. Fortunatamente la jeep era abbastanza grande e spaziosa e Stiles non era poi così grande fisicamente da non potersi sollevare e spostare il necessario per infilare la mano nei pantaloni.
Derek sentì che glielo prendeva in mano e chiuse gli occhi abbandonando la testa all'indietro, in un'espressione di puro piacere. Schiuse la bocca e lasciò liberi anche dei sospiri mentre allargava le braccia per lasciargli tutto lo spazio necessario.
Stiles vedendolo così disposto e bisognoso, spostò le labbra sul suo collo dove succhiò scendendo sulla clavicola. Percorse con la lingua diversi punti della parte superiore del suo petto, mentre la mano si muoveva sulla sua erezione più velocemente. Quando Derek si sentì vicino all'orgasmo, gli afferrò la mano e lo fermò. Non ci poteva credere di essere già al punto. Non poteva avere un bisogno tale da non sapersi godere di più quel momento a lungo desiderato.
Eppure il punto era quello. L'aveva desiderato fino all'inverosimile, gli era mancato troppo ed ora era un bisogno fisico e mentale, quasi da starci male. Non lo potevi controllare, non lo potevi gestire, quando provavi una cosa simile.
Derek ci provò, ma senza riuscirci, quindi subito prese il sopravvento e gli aprì i pantaloni scivolando lui stesso in basso nel sedile. Mordendosi il labbro impaziente, ordinò sbrigativo.
- Togliti tutto! - Stiles, eccitato da quel tono di comando come non pensava avrebbe potuto sentirsi, tornò nell'altro sedile per eseguire e quando si fu tolto tutto quel che gli rimaneva addosso, vide che anche Derek si era abbassato e liberato il necessario quel che indossava. Quindi se lo riprese e sistemò sopra a cavalcioni, come prima.
Ottenne libero accesso ai suoi glutei che stimolò con le dita infilandovisi, visto che entrava a fatica perchè dopo la prima volta non l'avevano rifatto, le lubrificò con la saliva. Se le leccò e gliele rimise dentro. Ripeté l'operazione e la seconda volta Stiles, eccitato, volle lubrificargliele lui. Finirono per leccarle insieme, sconfinando spesso in tutt'altro, mescolando i rispettivi sapori in un gesto erotico. Poi Derek tornò a penetrarlo con le dita, preparandolo con più serietà, mentre le loro bocche proseguivano il bacio, unendosi e fondendosi. Stiles si muoveva lentamente e sinuoso aiutandolo nella preparazione, era estremamente piacevole avere le sue dita dentro. Non smetteva di baciarlo. Derek lo trovò particolarmente sensuale come non pensava sarebbe mai potuto essere.
Pensò quasi che non fosse lui.
Si muoveva in un modo che... sembrava sapesse cosa faceva. Forse lo sapeva, veniva spontaneo muoversi in un certo modo mentre si faceva sesso.
Scacciò tutto quando Stiles sul suo orecchio mormorò:
- Sono pronto, entra ti prego... sto morendo... - Questo funse da miccia per Derek che, come non aspettasse altro, già al limite massimo, se lo prese per i fianchi e se lo posizionò al meglio sopra di sé. Il ragazzo si tenne con una mano alla portiera e con l'altra al volante dietro di sé. Si alzò e si lasciò indirizzare dal compagno in modo da sedersi esattamente sulla sua erezione eccitata. In un primo momento si bloccò tendendo ogni muscolo, strinse gli occhi in un'espressione di dolore. Derek lo fermò aspettando si abituasse e quando lo vide aprire gli occhi e annuire, continuò ad adagiarselo sopra, mentre lentamente lo sentiva mollare sempre più.
Così Stiles lasciò il volante e si chinò su di lui prendendosi alla sue spalle, cominciò a muoversi aiutato da Derek, gli sfiorò le labbra ricordandosi che erano lì insieme e si guardarono. Per un momento, mentre uno muoveva l'altro sopra di sé, si guardarono e si persero in quello che era il desiderio massimo uno dell'altro. Che non era fare l'amore, ma sentirsi in profondità al punto da non potersi più sciogliere.
Quella sensazione che avevano solo nel guardarsi negli occhi mentre si sentivano totalmente uno nell'altro.
Stiles provò un gran male, ma non fu come la volta precedente, perchè si abituò prima e meglio, fu più sopportabile e si concentrò sul suo viso che, al contrario, godeva molto.
Derek tornò a chiudere gli occhi, ogni tanto li riapriva, si incontravano, ma l'espressione che aveva il lupo era la cosa più erotica che Stiles avesse mai visto.
La sua pelle leggermente imperlata di sudore, le labbra aperte, così ben disegnate, gli occhi semi chiusi, la testa all'indietro.
Stiles ogni tanto lo baciava, ogni tanto gliele succhiava, poi si abbandonava all'indietro, si inarcava tutto e affondando le unghie nelle sue spalle, si muoveva su di lui ondulando il proprio corpo affusolato, lasciandosi andare come su una barca in un mare in tempesta.
Gli occhi chiusi a sua volta, la testa all'indietro e poi di nuovo in avanti, giù su Derek.
Sentendolo sempre più dentro, sempre più suo.
Quella posizione più congegnale gli permise, una volta che Derek riuscì a penetrarlo fino in fondo, di sentire alla fine un piacere diverso, nuovo.
Aprì gli occhi e mantenendo quella posizione, si portò tutto all'indietro e spingendo con una mano sul tetto dell'auto, si mosse con più foga, sempre più erotico. Aveva trovato il suo punto di massimo godimento, un punto che solo gli uomini potevano trovare e solo in certe posizioni.
Stiles si trovò a muoversi con foga su Derek e a gemere più forte, questo ovviamente portò Derek allo stesso stato e le loro voci insieme si unirono, mentre gli occhi del lupo diventavano azzurro brillante ed i sensi impazzivano fondendosi con quelli di Stiles, finendo per provare esattamente quello che provava lui.
Un piacere doppio ed intenso, un calore fortissimo e poi fu come se l'elettricità li attraversasse.
In quel momento, un momento brevissimo di distacco per il piacere assoluto, un istante di totale comunione uno con l'altro, Derek vide dell'insolita ombra. Una nube scura.
Il turbamento durò il tempo di un battito, poi si rilassò tornando dopo l'orgasmo avuto con Stiles.
Lo sollevò per uscire da lui, poi se lo adagiò sopra, prese la giacca che si era tolto e gliela mise sulla schiena mentre gli si accoccolava sopra, rimanendo a cavalcioni su di lui, sfinito ma felice.
Catturarono quella sensazione stringendosi uno all'altro e con gli sguardi persi, senza vedere ciò che c'era davvero, pensarono solo a quanto ora stavano bene. Quanto tutto andasse alla perfezione. Pensarono che da ora sarebbe potuto andare solo che bene.
Ne erano certi.
- Mi mancava casa... la famiglia... - Mormorò Derek ammettendo quello che prima non avrebbe mai e poi mai voluto dire. Stiles sorrise sapendo che era così.
- Eravamo qua ad aspettarti. - Perchè ormai Derek era della loro famiglia e da lì non si poteva scappare più. Non ora che anche Derek stesso si era deciso ad accettarlo.
- E mi mancavi tu. - Anche questo poté dirlo perchè avevano appena fatto l'amore e gli ormoni in circolo lo rendeva molto più disposto a quel tipo di apertura positiva e piacevole. Stiles si godette anche quello che equivaleva ad un suo rarissimo 'ti amo'.
- Anche tu. Ma sapevo che saresti tornato. - Derek non disse altro e dopo un po' di silenzio Stiles attaccò con le sue solite domande a cui l'altro rispose a monosillabi e solo perchè era lui ed avevano appena fatto l'amore.
Alla fine Stiles riuscì a farsi dire che cosa era successo in quel periodo di separazione e lui gli spiegò di Kira, di Barrows e dello strano incidente alla centrale elettrica.
- Credo che anche lei sia qualcosa, ma ormai non riesco a stupirmi di nulla... - Concluse lui stesso.
Derek fece un'espressione stranita, ma non commentò quello che per lui non era un evento da digerire certo con tanta facilità.
- Dovevi starci lontano, poteva essere pericoloso. Scott è un licantropo, tu no! - Non avrebbe mai smesso di dirlo e Stiles avrebbe sorriso soddisfatto tutte le volte.
- E farti smettere di dire cose tanto carine? - Derek gli diede un pizzicotto e Stiles squittì perchè i suoi pizzicotti non erano piacevoli come quelli delle persone normali.
Così massaggiandosi la chiappa, si alzò e vedendo il sacchetto di dolci che si era preso per la questione di 'dolcetto e scherzetto' di quella notte, lo prese, si tirò su e cominciò a mangiarne un paio rimanendo tranquillamente nudo su Derek che lo fissava incredulo di quanta confidenza ormai avesse. Era meglio così. Sapere che c'era qualcuno a cui non faceva paura era bello. Però era meglio fossero pochi, quelli che non ne avevano, perchè in generale gli piaceva incutere timore negli altri.
Stavano per attaccare in uno dei loro soliti battibecchi quando Scott chiamò Stiles al telefono dicendogli che aveva urgente bisogno di lui per una cosa che riguardava Kira ed il suo telefono trattenuto in centrale.
- Scott, non indovinerai mai... - Derek gli tappò la bocca immediatamente, così Scott gli disse che era urgente e che doveva sbrigarsi, poi mise giù.
Stiles, una volta messo via il telefono e sceso da lui per rivestirsi, lo guardò senza capire.
- Ma che hai? Scott sarà felice di rivederti! - Derek inarcò le sopracciglia cercando di sembrare naturale.
- Volevo salutarlo di persona! - A questa contorta rivelazione, Stiles si illuminò mettendosi a ridere.
- Ho capito, vuoi fargli una sorpresa con una delle tue entrate ad effetto! L'ho sempre detto io che in realtà sei un narcisista! -
Derek tornò al solito impulso di torturarlo, ma si limitò ad uno sguardo assassino che per contro lo fece ridere ancora di più.
Stiles ormai era felice e quando era così non c'era niente in grado di calmarlo.
- Non gli dirò che ci sei, allora... stasera ci sarà una festa a cui vedrò di portarlo, così potrai fare il tuo ingresso trionfale! - Derek lo guardò come se fosse impazzito mentre Stiles ripartiva ed andava a lasciarlo all'auto.
- Sei scemo? Odio le feste! -
Stiles si rese conto che non gli aveva detto che la festa era a casa sua e che quindi era obbligato ad andarci. Realizzò anche che se glielo avesse detto, avrebbe mandato tutto a monte ed ormai era un peccato.
Poi capì anche che avrebbero litigato se gli avesse detto che aveva dato lui le chiavi di casa ai gemelli, perchè era il solo ad averle.
Mi farà certamente fuori, per cui è meglio tardare il doloroso momento!”
Così, con gran faccia tosta, disse sorridendo.
- Allora te lo porterò a casa quando abbiamo finito, ok? -
- E con che scusa? -
- Beh, troverò qualcosa! -
Che poi la sorpresa gliela faremo noi a Derek e non lui a Scott... ma questo è un altro paio di maniche!”

Quando arrivarono a scuola, ormai deserta, Stiles prima di farlo andare via gli lanciò il sacchetto dei dolcetti.
- Che diavolo me ne faccio? - Disse brusco Derek guardandolo mentre tirava fuori le chiavi.
- Sono dei dolcetti Derek, cosa ci vuoi fare? Mangiali! -
Derek sospirò seccato.
- Sto andando a prendere qualcosa da mangiare che sia più nutriente di dolcetti... - Disse senza troppi complimenti. Stiles pensò che era sempre il solito ingrato, quindi rispose offeso.
- In questo caso puoi usarli quando i bambini mascherati verranno a chiederti dolcetto o scherzetto! - Derek lo fissò come fosse matto. Solite cose loro anche quelle.
- Cos'è che dovrei fare io? - Chiese incredulo. Stiles scosse il capo sospirando.
- Sei un caso disperato! È Halloween! C'è dolcetto o scherzetto! I bambini in maschera passano e tu devi dare loro il dolcetto! - Derek lo guardò torvo. Non aveva mai fatto quelle cavolate.
- E non posso fare lo scherzo? - Stiles decise che non meritasse nemmeno una risposta e lasciandogli il sacchetto che vide mettere dentro l'auto, se ne andò.


Svolto con successo anche la seconda missione di Scott pro Kira, riuscì a trascinarlo alla festa organizzata dai gemelli a casa di Derek. Arrivato sotto casa si sorprese nel non vedere la sua auto.
Se la festa è ancora in corso significa che non è arrivato, meglio così!”
Pensò convincendo Scott e Kira ad entrare un po'.
Sarebbe stato puro suicidio, ma intanto si sarebbe divertito a vedere la sua faccia furiosa nel vedere la sua casa invasa da un'orda di liceali.
Degno di Stiles, insomma.
Una volta dentro fu baciato sulla guancia da Caithlin, la ragazza che aveva incontrato nel bosco durante le vicende del darach. La sua ragazza era stata uccisa perchè vergine.
Stiles rimase sorpreso e da sorpresa nacque come sempre curiosità.
Quella era lesbica, se lo ricordava bene!
Allora non era solo lesbica?
Senza rifletterci la seguì con l'insano istinto di impicciarsi dei fatti suoi e chiederglielo, poi finì per farsi risucchiare nel divertimento che comunque, doveva ammetterlo, c'era eccome.
La musica tecno era bellissima, quella sera, e i gemelli avevano studiato un sistema fantastico per i colori fluo, quindi in pratica erano tutti fluorescenti se coperti da sostanze chimiche particolari.
Insomma, era in generale un gran bell'effetto, non era stato mai ad una festa simile e si stava divertendo più di quanto avesse pensato.
Ritrovata Caithlin l'avvicinò e a quel punto in un attimo si trovò a ballare con lei che comunque era ubriaca, pareva aver superato la morte della sua ragazza.
Poco dopo si trovò a baciarla quasi senza rendersene conto, beh, in effetti essendo stata lei a prendere l'iniziativa fu normale per lui ritrovarsi con la bocca aperta e la faccia ebete.
La prima cosa che gli venne in mente non fu Derek, non era abituato a considerarsi impegnato. La prima cosa fu
Ma non è lesbica?!”
Così la conversazione immediatamente successiva, quando Stiles si ricordò di dover interrompere il bacio, fu:
- Credevo ti piacessero le ragazze! -
- Mi piacciono! E a te? - Stiles rispose subito perchè a certe domande bisognava rispondere subito o erano guai.
- Assolutamente! -
- Bene! -
- Quindi ti piacciono anche i ragazzi! - Domanda retorica.
- Decisamente! E a te? - Stiles a questo non poté rispondere perchè non era ancora pronto a dirlo apertamente, per cui la piccola esitazione gli fece pensare a Derek e ricordarsi che se fosse tornato in quel momento sarebbero stati guai, Caithlin tornò a baciarlo.
Beh, se torna proprio ora gliela faccio io la sorpresa! Chissà come reagirebbe... magari mi fa una bella piazzata davanti a tutti!”
Soliti pensieri incoscienti alla Stiles che non possedeva lo spirito di auto conservazione!
Però questo pensiero fu a sua volta surclassato da qualcos'altro che lo tormentava da tutta la giornata.
La chiave che si era misteriosamente trovato nell'armadietto e che non sapeva cosa apriva.
Proprio parlando con la ragazza aveva appena scoperto per caso che reagiva ad una sostanza chimica e la sua mente si era attivata con un campanello d'allarme. Seppure con del sorprendente ritardo rispetto al suo solito.
Quella sensazione, la sensazione che aveva di solito quando era vicino alla soluzione di un enigma importante. Era quasi un'urgenza interiore, non sapeva descriverla. Ma era un istinto indomabile, non riusciva a contrastare il bisogno di seguire gli indizi che lo portavano poi a trovare delle risposte.
E al momento scoprire che chiave era quella e perchè ce l'aveva lui, era troppo, troppo importante.
Così dopo aver scoperto che la chiave reagiva alle luci speciali perchè era entrata in contatto con delle sostanze chimiche, Stiles realizzò che doveva per forza essere la chiave dell'aula di chimica... che lui non avrebbe dovuto avere.
Non poteva essere, si disse sentendo come un ronzio inquietante dentro la testa.
Non poteva.
Capendo che doveva assolutamente accertarsene, prese e lasciò tutti lì correndo a scuola, dimenticando della magnifica sorpresa a Derek, dimenticando Scott, dimenticando tutto.
Al momento un terribile sospetto gli si stava formando e non ci voleva credere.
Perchè lui aveva le chiavi dell'aula dove Barrows, il pazzo criminale che aveva cercato di uccidere Kira, aveva trovato il messaggio cifrato sulla lavagna? Il messaggio che gli aveva indicato chi uccidere la ragazza?
Come diavolo potevano essere quelle?
Terrorizzato dall'idea di saperlo, non poté al tempo stesso fare a meno di correre incontro a quelle risposte. Risposte che sapeva, si sentiva dentro, non gli sarebbero per niente piaciute.