CAPITOLO V:
VERSO LA PRESA DI COSCIENZA

La gelosia di Stiles crebbe al punto che si oppose con molta fermezza ai metodi di Derek per addestrare Scott, si prodigò con molto impegno per trovare soluzioni alternative per riuscire a fare ciò che il suo amico voleva. In realtà poteva benissimo lasciare che Derek gli insegnasse a modo suo, erano licantropi, che se la vedessero loro!
No, era questione di principio, per Stiles.
C'erano sempre alternative, si diceva. Anche se poi non era così.
Alla fine comunque le trovava e non erano dei cattivi risultati.
Il fatto era che Stiles si impegnava tanto per evitare che i due passassero troppo tempo insieme da soli.
Lo urtava profondamente che Scott potesse stare tanto con Derek e lui, invece, fosse rifiutato.
'Stanne fuori.' Gli diceva. Come se fosse facile!
Stiles non voleva starne fuori, poteva ovviamente. Ma non voleva.
I momenti in cui si incrociavano, Stiles contrastava sempre fortemente Derek, gli dava contro qualunque cosa l'altro dicesse o facesse fino ad esasperarlo. Derek poi non aveva particolare pazienza.
Era solo un modo per fargliela pagare. Come osava non accettarlo? Come osava evitarlo e cercare solo Scott?
Il minimo era rendergli la vita un po' difficile quando si incontravano. Che poi non riteneva di arrecargli chissà quale danno enorme.
Tanto più che poi si limitava a qualche battuta sarcastica, com'era nel suo stile... gli piaceva quando poi Derek gli rispondeva a tono, era estremamente soddisfacente sentire la sua voce che si rivolgeva a lui nello specifico per dirgli qualcosa di cattivo. Era il meglio che poteva pretendere.
Stiles cercava di combattere quello che provava per Derek a modo suo. Un po' concentrandosi sul grande amore impossibile per Lydia, un po' impegnandosi per odiarlo.
Il risultato, comunque, per quante maschere si mettesse addosso, rimaneva sempre lo stesso.
Appena era solo pensava a lui e al suo splendido corpo, il suo splendido viso ed i suoi splendidi occhi.
E ancora si chiedeva se fosse gay.
Per Derek era diverso.
Derek voleva che Stiles facesse parte della sua vita, potendo scegliere avrebbe cancellato tutte le colpe ed i motivi di vendetta ed avrebbe accettato la sua compagnia già sei anni fa.
Ora trovava conferma nel fatto che, a modo loro, si divertivano insieme. Per essere uno abituato ad odiare, spaventare e ringhiare, mettersi a rispondere ironico a tono ad un altro equivaleva a divertimento, per lui.
Rimbeccarlo fino ad avere l'ultima parola e poi farlo tacere in qualche modo, era piacevole.
Lo era sentire quanto, nonostante le enormi fatiche di Stiles, ancora lo desiderava.
Era un gioco pericoloso, ma fino a che non si toccavano e non approfondivano, poteva funzionare.
Non doveva rafforzare il legame, era così che lo proteggeva.

Quella sera, Stiles scoprì cosa significava davvero la morte.
Un senso di definitivo, così definitivo ed eterno, così netto, così tragico che quando vide l'Alpha trapassare Derek con gli artigli e scagliarlo lontano, pensò che dovesse per forza essere morto.
Non ci fu tempo per rifletterci sul momento.
Scappò e si mise in salvo con Scott all'interno della scuola.
Solo una volta lì a tenere chiusa la porta, lo realizzò quanto definitivo ed intransigente fosse il concetto della morte.
Il cuore si era fermato, non andava velocissimo nel petto. Forse era morto anche lui.
Stiles per un momento si paralizzò letteralmente per capirlo.
Non si muoveva, il corpo, i polmoni, il cuore, il cervello. In lui era tutto fermo.
Derek era morto?
Derek era veramente morto?
- Dobbiamo bloccare la porta in qualche modo! - Sentì la voce di Scott ragionare per priorità. Dovevano mettersi in salvo.
Stiles non sapeva cosa doveva fare, voleva correre fuori a vedere se Derek fosse ancora vivo, se si muovesse. Voleva capire se fosse morto. Voleva capire se anche lui stesse morendo. Di cosa?
Paura? Infarto? Shock?
Stiles si alzò e guardò fuori dal vetro e vide le grandi cesoie in acciaio con cui aveva aperto il lucchetto della porta. Scott capì cosa voleva fare e cercò di fermarlo dicendo che era troppo pericoloso, fuori c'era l'alpha pronto a sbranarli.
Ma non udì oltre le sue parole ed i suoi divieti, Stiles, l'umano fragile e vulnerabile della situazione, colui che teoricamente doveva evitare colpi di testa incoscienti, uscì dalla porta proprio in quel momento per andare a prendere le tenaglie.
Cosa diavolo gli era saltato in mente?
Rischiare così proprio lui?!
Stiles le prese e si fermò cercando verso Derek, non riusciva a vederlo da lì. Strinse gli occhi frenetico sperando di intravederlo mentre si rialzava, ma non lo vedeva, era buio e da lì non c'era buona visuale.
A quel punto il cuore corse come un matto, tornò a battere.
Se non vedeva niente poteva essersi alzato ed essersene andato.
La sua mente dal quoziente intellettivo sopra la media, gli riportò quel concetto logico e basilare e lo salvò dal blackout più pericoloso della sua vita.
Scott lo chiamò quando l'alpha lo notò e Stiles corse dentro bloccando la porta prima che la bestia lo raggiungesse.
Aveva di nuovo il cuore a mille ed il fiatone. Riusciva a pensare e ragionare di nuovo, si muoveva, ce la poteva fare.
E' vivo. Deve essere vivo. Si è nascosto per rigenerarsi. Non è morto!”
Sentirsi stupidi per pensieri simili al momento non era importante.
Adesso poteva trovare un modo per uscire vivo da lì.


Stiles era rimasto sconvolto dal modo in cui Scott era riuscito a dare la colpa a Derek di tutto.
Certamente non voleva insospettire Allison, Jackson e Lydia finiti anche loro lì braccati dall'alpha, però avrebbe potuto dire che non sapeva chi li inseguiva cercando di ucciderli. Invece aveva detto che era Derek il killer.
Nel panico aveva detto la prima cosa che gli era venuta in mente, specie perchè Scott l'aveva creduto morto. Se era morto non importava.
Stiles divenne matto, per un secondo.
La voglia di picchiare il suo migliore amico raggiunse livelli stratosferici, ma visto che non poteva farlo con Scott, lo fece con Jackson usando una scusa qualunque che nemmeno sapeva bene.
Gli diede sorprendentemente un pugno sconvolgendo tutti per questo atto suicida, ma ne uscì vivo perchè al momento c'erano altre priorità.
Stiles era furioso con Scott, ma poi lo vide nel panico che cercava di salvare tutti e soprattutto i rapporti. Non era facile sistemare una situazione simile.
Alla fine decise che non poteva dargli effettive colpe, anche se l'idea di far di Derek un capro espiatorio gli mise la nausea.
Forse se lo meritava, però per Scott era morto e non importava mentre per lui era vivo e gli avrebbero complicato l'esistenza così tanto che non sarebbe bastata una vita per scusarsi.
Stiles non si era mai sentito così scombussolato.
Lo odiava ma non lo odiava, era morto per un momento pensando che lui lo fosse e poi era tornato vivo solo convincendosi che ce l'aveva fatta in qualche modo.
Ora era dilaniato perchè gli stavano dando la colpa di qualcosa che dopotutto era più di Scott, sotto un certo punto di vista.
Richiamare lì l'alpha senza avere un piano di reazione preciso, era stato così stupido da superare qualsiasi altra cosa.
Se solo gli avesse detto prima cosa aveva in mente, Stiles avrebbe potuto pensare a qualche piano buono, come sempre.
Invece c'era andato di mezzo Derek.

Uscirne vivi fu una specie di miracolo.
Dovettero dare ufficialmente la colpa di tutto a Derek, non avevano avuto scelta a quel punto.
Derek, fortunatamente, era scappato davvero. Stiles aveva visto bene, non c'era il suo corpo, era riuscito a nascondersi.
Dopo aver spiegato al signor Stilinski tutto quello che avevano stabilito di dire e dopo essere liberi di andarsene, Stiles accompagnò a casa Scott. Scott era depresso, era appena stato lasciato da Allison per il modo atroce con cui, a detta di lei, aveva gestito la cosa.
Ovviamente lei non sapeva la verità per cui vivendola dal suo punto di vista, in effetti lui non si era comportato molto bene. C'erano delle valide motivazioni che però lui non intendeva spiegarle.
Stiels non lo tranquillizzò perchè Scott si meritava di stare male. Aveva reso Derek un ricercato.
Ed ora come lo trovava?
Dopo averlo lasciato a casa, girò per il quartiere alla cieca sperando di trovarlo da qualche parte. Non poteva essere a casa sua perchè là ora c'era la polizia, aveva bisogno di un rifugio sicuro per guarire e riprendersi e non farsi trovare.
Oltre a tutto questo, avrebbe dovuto trovare il modo di scagionarsi.
Questa volta dovevano aiutarlo davvero e con serie intenzioni, non come le altre volte.
Derek doveva accettare il loro aiuto.
Stiles si rassegnò a tornare a casa demoralizzato.
Era sfinito ma non terrorizzato. Aveva passato una serata tremenda eppure riusciva a pensare solo a come stesse Derek e a dove fosse.
Varcò la soglia della propria camera, alla penombra della notte si tolse subito i vestiti e si diresse al bagno interno alla propria camera per poi accendere la luce.
Aprì il rubinetto della doccia sulla vasca e solo in quel momento lo vide ed imprecò.
Il cuore gli scoppiò per la paura ma poco dopo si fece largo in lui ben altro.
Stiles lo guardò bene strabuzzando gli occhi sconvolto e senza parole.
Era Derek ed era steso nella sua vasca, svenuto.
Sanguinava copiosamente dalla schiena, lo si capiva perchè il bianco della vasca era tutto rosso, i vestiti per avanti apparivano a posto, solo un po' sporchi perchè era stato buttato a terra.
- Derek? - chiamò tremante e titubante. Su tutte le possibilità, quella era l'unica che non si sarebbe mai aspettato.
Derek non diede cenni di vita e per un momento si preoccupò pensando che fosse morto. Si era trascinato fin lì per morire?
- Se sei venuto a farti vedere come muori giuro che... - Si chinò lamentandosi isterico e quando gli mise le dita sul collo per sentire se fosse vivo ed il cuore battesse, Derek di riflesso gli prese il polso e lo fermò, gli occhi aperti lo fissavano minacciosi. Non aveva più un briciolo di forze, era evidente.
Stiles trattenne il fiato mentre mille scariche elettriche lo attraversavano. Non sapeva come sentirsi. Era scombussolato da morire.
- Derek, sono io... - Disse piano accucciandosi e appoggiandosi al bordo della vasca. Derek lo mise a fuoco e solo quando realizzò che era lui si rilassò e lo lasciò chiudendo gli occhi.
- Dopo quello che avete fatto il minimo è che mi aiutate... - Disse a denti stretti seccato. Aveva ragione.
- E' colpa di Scott... -
Stiles di norma non dava colpe agli altri, però in quel caso era arrabbiato anche lui col suo amico.
- Infatti sono qua! - Stiles piegò la testa irrigidendosi un istante. Era un'ammissione di qualche tipo?
Cioè fra i due sono io quello più affidabile, ora? Prima però mi snobbavi!”
Derek tornò a chiudere gli occhi affaticato, respirava piano.
- Cosa posso fare? -
- Me ne vado appena guarisco. - Stiles tornò in modalità 'ragionamento'.
- E dove pensi di andare? Casa tua è sotto assedio... Scott... - Derek ringhiò interrompendolo sull'orlo di uno scoppio atomico.
- Lo so cosa ha detto! Ho sentito! - Stiles si zittì e si morse il labbro.
- Non sapeva cosa fare, alla fine l'ho sostenuto perchè ormai l'aveva detto e... -
- Perchè lo sostieni sempre qualunque stronzata faccia? - Chiese mentre pareva riprendesse un poco le forze, per lo meno quelle per discutere. Stiles prima l'aveva bagnato perchè aveva aperto l'acqua della doccia, per cui gli diede un asciugamano, Derek lo strinse ma non si pulì.
- Quanto ci metti a guarire? - Chiese Stiles rimettendosi i pantaloni che si era tolto, la maglia era in camera.
Derek tornò ad aprire gli occhi affaticato e lo fissò con un pizzico di scetticismo.
- Devi farti la doccia proprio ora?! - il ragazzino inghiottì a vuoto realizzando in che situazione era.
Soli in bagno, Derek ferito e vulnerabile e lui mezzo nudo perchè voleva lavarsi.
- Direi che posso aspettare! - Commentò.
- Ci metterò un po' perchè è una ferita fatta di un alpha. - Disse poi Derek tornando a chiudere gli occhi.
- Vuoi... che ti medico e vedo com'è? Forse hai bisogno di vestiti nuovi e magari un letto per dormire.. credo che così stai male. - Cominciò a parlare a macchinetta dicendo tutto quello che andava fatto, sempre perchè il cervello funzionava ancora nonostante tutto.
Stiles voleva scusarsi per il modo in cui l'avevano abbandonato ed accusato, però non credeva di esserne capace.
Derek alzò le spalle come se non gli importasse di tante attenzioni, così Stiles decise più che altro per curiosità.
- Dai, tirati su. - Derek fece una smorfia provando a muoversi, così Stiles lo aiutò prendendolo per il braccio e la spalla che aveva dalla propria parte. Quando si piegò in avanti appoggiandosi sulle ginocchia piegate, Stiels vide la maglia nera tutta squarciata e attraverso i lembi, la pelle lacerata e sanguinante. Sussultò inorridito.
- E' davvero una bella ferita! Ci credo che ci metti tanto... - Così Stiles si alzò e recuperò il necessario per medicarlo. Approfittò per rimettersi anche la maglietta, poi tornò con le forbici con le quali gli tagliò la sua. Derek si lamentò ma non disse nulla, evidentemente stava davvero male.
Continuò con le sue smorfie per lo spettacolo raccapricciante, a quel punto gli riversò del disinfettante sopra che fece uggiolare l'altro. Stiles lo occhieggiò scettico.
- E quel verso? -
- Quando sto male non mi controllo... - Ammise seccato Derek, vergognandosi per quello che gli era uscito. Il ragazzino rise.
- Sembravi un lupo che si lamentava! - Cioè uno vero.
- Quanto è profondo, ancora? - Chiese Derek cambiando discorso.
Teneva gli occhi chiusi ed il viso sulle ginocchia, la maglia tagliata su tutta la schiena era aperta e pendeva sulle braccia abbandonate ai lati, nella vasca.
Stiles si morse le labbra.
- Abbastanza. Ti metto una garza così intanto non macchi di sangue in giro e poi puoi andare sul letto. - Era stranamente premuroso, Derek si stupì di sentirlo così delicato. Si stupì anche di quanto delicate furono le sue mani quando gli passarono il cotone sul resto della schiena per ripulirlo dal sangue. Sulle scapole c'erano gli squarci, per cui scese al di sotto fino a raggiungere la zona lombare e la cintura dei jeans. Lì si fermò e non proseguì oltre. Per un momento sperò proseguisse, ma non lo fece. Smise di toccarlo e lo fece sentire più nudo di quanto in realtà fosse.
Era bello avere delle mani gentili addosso.
In realtà era attratto da lui.
Tornò a ricordarselo quando Stiles tornò a sentirsi in quello stesso modo.
Il suo calore l'attraversò dalla ferita su tutto il corpo, i suoi occhi l'accarezzavano nel modo in cui le mani non osavano farlo.
Gli piaceva la sua schiena, lo sapeva.
Derek fece un sorrisino compiaciuto sentendo tutto questo coi suoi sensi.
Era una specie di cura.
Quando gli mise le garze, il giovane si alzò.
- Fatto... - Derek aprì a malincuore gli occhi, era stato il momento più bello. Quei brividi di piacere non li provava da una vita. Forse così non li aveva mai provati.
Sospirò e provò a far leva sulle braccia per alzarsi ma si rivelò più debole del previsto e Stiles fu lieto di avere un'altra scusa per toccarlo e aiutarlo, così lo cinse alla vita facendo attenzione a dove lo toccava, tratteneva il fiato per tutto quello che stava provando, decisamente troppo in una notte sola, poi lo fece uscire dalla vasca.
Derek si rassegnò e si appoggiò a lui. L'umano non era poi così debole, era sufficientemente forte per aiutarlo.
Fu un pensiero strano mentre le mani vagavano libere sulle sue spalle e sul suo braccio.
- Avevi paura di rimanere nudo con me? - Disse malizioso mentre lo portava in camera e lo lasciava sul letto. Stiles sgranò gli occhi capendo a cosa si riferiva e chiedendosi come avesse fatto a capirlo, per sicurezza lo insultò.
- Se non posso lavarmi che senso ha rimanere nudo? -
La sua boccaccia che doveva per forza rispondere, non poteva mica stare zitto.
- Però ti piace se lo sono io, no? - Derek non aveva dimenticato l'eccitazione di Stiles quel giorno che l'aveva visto a torso nudo dal veterinario.
Anche ora era difficile non percepire il suo desiderio.
Una volta seduto, l'altro lo lasciò sempre insultandolo e lui si tolse del tutto la maglia.
Il più piccolo tratteneva il fiato pieno di speranze e combattimenti interiori. Era terrorizzato da quello che poteva succedere, era ancora completamente vergine in quel senso. A parte che da solo, non aveva avuto orgasmi con altri, specie ragazzi.
Derek sta male ed io penso al sesso, fantastico!”
Derek parve percepire il suo enorme imbarazzo, per cui si stese con un gran ghigno e si mise a pancia in giù.
- Vuoi che ti lavi la schiena? - Chiese ad occhi chiusi mentre si sistemava sul letto comodamente.
Stiles lo fissò torvo.
- No grazie, penso di cavarmela! -
Vedendo che era a posto, per quanto il suo cervello bacato potesse esserlo, decise di farsi davvero la sua meritata doccia.
- Ti scaldo il letto, sarò pronto per quando torni! - Stiles si fermò sulla porta sconvolto e lo fissò come avesse bestemmiato.
- Pronto per cosa?! - Chiese stridulo. Derek non aprì nemmeno gli occhi.
- Per tutto quello che vuoi! - Derek non aveva mai scherzato così. Stiles era proverbialmente senza parole, ma ci rimase per poco.
- Stai delirando? - Chiese pratico.
- Non sono tipo da rubare il letto. Lo condivideremo. E visto che lo vuoi tanto e che mi stai aiutando, ti concedo di soddisfare uno dei tuoi tanti desideri che hai su di me! -
Derek non sembrava più Derek, Stiles decise che stava delirando e non rispose preferendo rinfrescarsi le idee.
Il lupo non era allusivo e malizioso... per lo meno non ne aveva mai avuto il tempo di esserlo. Ora stava fisicamente male.
Si ma ha percepito il mio maledetto desiderio, sta giocando con me, lo diverto! Mi tortura! È tutta colpa mia!”
Comprese poi mentre l'acqua effettivamente lo illuminava.
Dio, se entra mio padre e lo vede a dormire nel mio letto a torso nudo, quante ne può pensare!”
Con queste preoccupazioni, uscì dal bagno con l'asciugamano e chiuse la porta a chiave. Poi guardò Derek e convinto che dormisse, si tolse il telo e si asciugò per infilarsi i boxer ed il pigiama.
- Come pensi di farlo vestito? - Stiles avrebbe voluto dire 'così mi spogli tu' ma per miracolo trattenne la propria lingua.
- Pensavo dormissi! -
Derek si mise in parte nel letto ad una piazza e mezza per fargli posto, non disse altro.
Stiles andò in confusione e dopo averlo fissato paonazzo, decise di buttarsi a terra e prendersi un cuscino. Si limitò a quello e Derek rise.
- Dai, dormo io per terra, prenditi il letto. - Era troppo stanco per sedurlo davvero.
- No dai, sei ferito. - Stiles si sentiva stranamente gentile. La verità era che stendersi nel proprio letto e sentire il suo profumo sulle lenzuola poteva essere deleterio.
Derek decise che non aveva voglia di insistere inutilmente, quel tipo la spuntava sempre in qualche modo e lui non aveva voglia di lottarci.
Quando si mise comodo, poco dopo, nel buio e nel silenzio della camera, la sua voce tornò ad udirsi. Questo non lo sorprese.
- Derek... hai detto che mi davi quello che volevo... -
Derek inarcò un sopracciglio.
- Vuoi far sesso davvero? - Derek cercava di ricordarsi che Stiles aveva sedici anni e lui esattamente sei di più, sarebbe stato leggermente pedofilo. Non che la cosa al momento era in cima alla lista delle sue preoccupazioni, ma aveva deciso di non stringere rapporti e legami, specie con chi non poteva difendersi davvero.
Stiles fra tutti era il più vulnerabile e l'unico con cui avrebbe obiettivamente voluto stringere qualcosa.
Stiles renderebbe me vulnerabile.”
Ammise poi in un momento di stanchezza mentale.
- Non voglio! - Grugnì offeso. Però era una bugia.
Derek sogghignò ma non commentò.
- Allora cosa vuoi?! -
Stiels sospirò.
- Rispondi ad una domanda sinceramente? -
Derek pensò che voleva chiedergli di quella maledetta notte di sei anni fa. Non voleva dirgli che ricordava, non poteva.
- Mmm... - Fece solo.
- Ce l'hai con me? - Era una domanda generica o specifica? Derek non sapeva tradurlo.
- Per stasera? - Chiese infatti.
- Sì... ed in generale... -
Era un'atmosfera confidenziale, come se dopo tutto quello che era successo potessero sforzarsi per essere loro stessi e smetterla con le loro maschere.
- Puoi giurarci che ce l'ho con te! Quello non ragiona mai e fa cazzate, sei tu quello che ragiona! Ora per colpa vostra sono ancor più nei guai di prima! -
- Intendi 'come se non bastasse l'alpha'? -
- Ovvio. -
- E... ed ingenerale? -
Derek ci pensò, cosa doveva dire? Non era abituato a fare discorsi simili, nessuno gli aveva mai chiesto se ce l'avesse con qualcuno. Si capiva bene se era così e comunque non interessava mai.
- A volte! - Disse alla fine. Stiles si tirò su di scatto e lo fissò dal bordo del materasso, lo sguardo corrucciato in modo infantile.
- Ti ricordo che sono sempre io quello che alla fine ti aiuta! Ogni volta che stai male chi ti para il culo? - Era vero, stava diventando uno schema. Non sapeva quanto lo sarebbe diventato davvero.
Derek aprì gli occhi e lo guardò magnetico e calmo, sorrise in quel modo misterioso e rispose divertito:
- Vuoi un premio? - Era odioso quando faceva così. Ed era anche molto caldo.
Stiles si rituffò a terra e nascose il viso sul cuscino.
- No, voglio solo dormire. Che non ti venga in mente di uscire dalla camera altrimenti mio padre ti trova e sono casini... sai, ti cerca! - Disse ironico e sarcastico fingendosi arrabbiato. In realtà era deluso e agitato.
Derek ridacchiò ancora ma non disse nulla, attese un po' e pensò che in fondo aveva ragione. Stiles lo stava aiutando ancora, lo sapeva perchè lo faceva, per lo stesso motivo per cui lui alla fine lo cercava e si fidava. Non lo poteva ammettere ma era così. Si fidava. Nonostante tutto era affidabile, paradossalmente più di Scott. Scott era quello che aveva sempre bisogno di aiuto, alla fine. Tutti si prodigavano per darglielo. Stiles in prima fila, che era quello che rischiava più di tutti perchè umano. Perchè Scott non lo capiva? Doveva proteggere i suoi amici, doveva proteggere Stiles che dava sempre tanto per lui ed era prezioso.
E Scott come lo proteggeva? Coinvolgendolo sempre.
Non era possibile, si disse.
Era ancora immaturo ed egoista.
Doveva allontanarlo dai guai, non mettercelo dentro.
Anche se...
Certo che a volte sembra che lui ne sia attratto allo stesso modo in cui è attratto da me. Anzi. Penso che sia attratto da me perchè sono pericoloso. È il pericolo che cerca. Gli piace il selvaggio. Gli piaccio per questo. Ma non lo ammetterà mai.”
- Non ce l'ho con te, Stiles. È solo che è complicato... - Si decise a dire alla fine, Stiles non rispose, ma sapeva che non dormiva, il suo cuore accelerò e si emozionò e Derek fece un sorrisino.
Era questo che aveva cercato di evitare. Coinvolgersi con lui significava indebolirsi. Infatti diceva sempre a Scott di liberarsi di Allison, oltre che una distrazione, una debolezza.
L'amore, quando c'era qualcosa di importante in ballo, era una rovina.