CAPITOLO LIV:
TESTANDO



Fu come un'esplosione atomica, appena messo piede in casa sua, dopo aver setacciato tutti i dintorni dell'ospedale alla ricerca di Stiles, aveva ruggito così forte d'aver fatto tremare vetri e pareti.
Gli artigli e le zanne in mostra, gli occhi azzurro acceso, la rabbia palpabile attraverso ogni centimetro del suo corpo, i muscoli in tensione totale.
Ma non poteva essere sufficiente per sfogare questo suo stato atroce.
Si strappò di dosso la maglia dando un calcio al tavolo che si ribaltò. Avrebbe rotto tutto se non si fosse reso conto della sua presenza.
Una presenza maledettamente silenziosa e priva di percezioni particolari, per essere la sua.
Quando lo vide rannicchiato sul divano, con le ginocchia contro il petto e la testa fra le mani, tutto tremante e con l'aria persa, si bloccò, smise di respirare ed anche la rabbia cieca si gelò.
Stiles era posseduto da una nogitsune che aveva preso il suo controllo in diverse occasioni negli ultimi tempi, durante un paio di queste aveva fatto in modo di ferire molte persone. Non sarebbe stato un grosso problema per Derek se uno di questi non fosse stato Isaac.
Ormai era del branco di Scott, ma era stato il suo primo beta, ci era affezionato a modo suo.
Eppure la cosa che gli bruciava sopra ogni altra, quella che gli faceva perdere la testa fino a quel punto, era la consapevolezza che gli era successo tutto sotto il naso.
Anche l'ultima, quando era sparito quella notte, l'aveva fatto con lui lì, fuori dalla porta della sua camera.
Come diavolo aveva potuto non accorgersi, come era riuscito a non sentirlo, non fermarlo...
era inconcepibile, insopportabile l'idea di non essere stato sufficiente. Come poteva sopravvivere a quello?
Eppure ora, dopo essere diventato matto a cercarlo senza successo, lui era lì, a casa sua.
Ogni funzione vitale viaggiava a velocità paurose, si fermò in una sospensione totale e fu come se un'aria strana, quasi avvelenata, viaggiasse improvvisa.
Era la diffidenza di Derek. Dopo tutto quello che aveva appena visto in ospedale, come poteva non dubitare di lui?
Ma c'era anche il paradossale rovescio della medaglia.
Dopo tutto quello che aveva passato con Stiles, come poteva dubitare di lui?
Era da folli provare a pensarci, provare a trovare delle soluzioni su due piedi, in velocità.
Non aveva la benchè minima idea di cosa fare con lui, non ne sapeva nemmeno abbastanza.
Ma lui era pur sempre il suo Stiles, anche se controllato da uno spirito oscuro.
Ho promesso di proteggerlo e aiutarlo, ho promesso di esserci! L'aiuterò! In qualsiasi modo, l'aiuterò! O non sopravviverò a questo!”
Pensandolo con una tale intensità da riflettersi nello sguardo tormentato, sorpreso e sconvolto, gli andò davanti e lo prese per le braccia, con una forza eccessiva cominciò a scuoterlo e con altrettanta brutalità, mentre lo scioglieva dalla sua posizione raccolta, gli urlò furiosamente in faccia.
- Dove diavolo sei stato? Si può sapere? Cosa hai fatto!? Perchè sei sparito ed ora ti fai trovare qua? Stiles, dannazione, cosa stai combinando? - Sapeva che trattarlo così era assurdo, specie se c'era il rischio che ora fosse la nogitsune, ma era più forte di lui. La paura d'averlo perso, per un momento, l'aveva portato alla follia più nera.
Dopo tutto quello che aveva passato non avrebbe potuto reggere anche quello.
Stiles non si oppose a quelle scosse violente, si lasciò fare con aria smarrita e persa, gli occhi così espressivi, così da Stiles.
- Non... non lo so... non ne ho idea... non so cosa sto facendo, non so cosa ho fatto, non so perchè sono qua! Ad un certo punto sono tornato io, è come se mi fossi svegliato e mi sono ritrovato per la città in macchina! Ho mollato tutto e sono corso qua da te sperando di trovarti! - A questo Derek si calmò, smise di scuoterlo e fargli male, rimase a fissarlo esterrefatto mentre per contro Stiles si agitava e si accendeva in un normale attacco di panico, normale per lui in quelle condizioni. - Derek, devi imprigionarmi finchè non riuscirete a togliermelo da dentro! Non permettere che vaghi libero! Credo d'aver fatto delle cose terribili! - Derek capì che davvero non ne aveva idea e per dirglielo serviva un cuore che ora non credeva d'avere.
Infatti rimase zitto pensando a quello che aveva fatto e Stiles capì da solo che doveva di sicuro essere stato davvero brutto. Infatti mollò la presa, ma il ragazzo lo afferrò di rimando sugli avambracci, stringendo sulla sua pelle nuda, l'ossessione e la paura nel suo viso.
- Cosa?! Cosa ho fatto, Derek? Dimmi cosa ho fatto! - a quel punto, davanti a quel crescendo che sarebbe degenerato molto presto, sospirò, cercò di calmarsi e prendendo a sua volta le sue braccia come in una posa a specchio, si sedette sul divano con lui in modo da guardarlo da vicino.
Poi dopo che Stiles ebbe finito di mitragliarlo di domande agitate, rispose piano e grave:
- Hai provocato un corto circuito elettrico che ha fatto molte vittime. Isaac è fra queste. E non guarisce. - Stiles si fermò e allentò la presa cominciando a tremare, gli occhi vagarono in basso realizzando quel che aveva detto. Derek lo sentì tremare sempre più vistosamente e lo prese così sulle spalle e poi sul viso, le guance fredde. La presa solida e ferma aiutò Stiles, ma ancor di più fecero i suoi occhi grigi, penetranti, sicuri.
- Stiles, non eri tu. Devi cercare di mantenere il controllo di te. Ora sappiamo che c'è la nogitsune e stiamo tutti cercando una soluzione, ma tu devi rimanere qua e non sparire. Devi lottare coscientemente contro quella maledettissima volpe! -
Le labbra di Stiles si aprirono per rispondere, ma esitarono non sapendo cosa dire, spaventato da tutto quel che gli stava capitando. Gli occhi così sinceri.
- Ho... ho paura... - Derek sospirò e l'abbracciò con forza e pienezza, una mano sulla nuca, fra i capelli, ad immergere il suo viso contro il proprio collo. Stiles si aggrappò a lui, si lasciò andare a quel tremore continuo fino a che non riuscì a calmarsi e a stare meglio.
Derek lo sentì contro di sé mentre lentamente si fermava.
-H o giurato che ti avrei aiutato, non permetterò mai che ti prenda. -
- Ma l'ha già fatto... mi ha preso... - Mormorò contro il suo collo, piano e spaventato. Derek rabbrividì per il movimento delle sue labbra.
- Ti libererò. Non ti avrà per sempre. Lo giuro. - Lo sentì calmarsi ancora, stare sempre meglio. Lo sentì fidarsi, lo sentì sperarci e allentò la presa facendo sì di guardarlo negli occhi, i due, da vicino, si persero per quell'istante in una promessa rinnovata.
- Ti fidi di me? - Chiese a quel punto. Stiles era ancora smarrito, ma meno spaventato di prima. Voleva crederci e forse visto che era lui, poteva.
Annuì.
- Mi fido. Ti amo. - Derek si sentì meglio a questo e sebbene in lui ci fosse sempre all'erta il dubbio su chi fosse quello che aveva davanti, l'istinto di chi amava in modo totale gli impediva di essere davvero lucido. Anche con Kate era stato così, non era mai riuscito a vedere la follie malvagia che albergava in lei. Non poteva dire che l'avesse amata, ma era stata una storia molto intensa.
Con Jennifer era stato diverso, però non era riuscito a contrastare il suo incantesimo e per Derek era una colpa insormontabile.
Ora con Stiles rischiava di fare le stesse cose. Non riuscire a distinguere la realtà dall'apparenza, ma come poteva non essere il suo Stiles?
Tremava fra le sue braccia, tremava così tanto.
Eppure in quel momento il dubbio gli venne più forte.
Se fosse stato uno spirito ingannatore, sarebbe andato dalle persone più fidate per testarle, per capire quanto sarebbero potute essere d'ostacolo per il suo scopo.
Pensandolo si fermò, si irrigidì e abbassò le braccia lasciandolo, l'aria cupa piena di domande. Si sentì lentamente morire, mentre si faceva quelle domande.
Era Stiles o era il nogitsune?
Stiles si rese conto di quel dubbio, di quel cambio di atteggiamento e si fermò immobile, niente più paura nel suo sguardo, niente più tremori. Si fermò immobile, cauto, lasciò che le loro braccia si disincastrassero.
- Non credi che sia io? - Chiese piano, la sua voce un sussurro. Derek non smentì, ma non disse nulla. Rimase turbato ad osservarlo.
- Capisco che puoi avere dei dubbi, ma dovresti sentirlo, dovresti percepirlo che sono io! Voi lupi avete dei sensi pazzeschi, voi le cose le sentite... tu... tu sai che sono io... non puoi avere dei dubbi proprio tu, proprio tu, Derek! - La voce si agitava sempre più, così come il suo sguardo, però comunque non osavano toccarsi ancora.
- Io... io non... - Provò a spiegarsi meglio, ma la lingua era come annodata. Non riusciva proprio a vederci chiaro, era terrorizzato che quello fosse il nogitsune, ma non per la paura di affrontarlo, bensì per quella di non saper aiutare Stiles.
Questi, però, parve calmarsi sempre più, come se per contro lui si sentisse più sicuro.
Si alzò e gli si mise lentamente davanti, Derek lo seguì appoggiandosi meglio allo schienale del divano, raddrizzandosi. Stiles rimase fermo per qualche istante davanti a lui pensando a come fare per farglielo capire.
- Derek... come fai a non sentire che sono io? Sono venuto da te perchè ero sicuro che tu mi avresti percepito con sicurezza, che tu solo non avresti avuto dubbi... - Derek però ne aveva, non sentiva niente di chiaro. Era tutto molto confuso e c'era la propria stessa paura a remare contro. Doveva aiutarlo, ma forse non ne era in grado.
Stiles, così, gli si sedette sopra a cavalcioni. I movimenti sempre molto ponderati e lenti, nemmeno un minimo scatto, come se fosse in fase di studio. Anzi, più precisamente era come se si lasciasse studiare.
Sapeva che Derek cercava di capire, quindi sembrava lasciargli il tempo di riuscirci. Non affrettò nulla, ma in quelle condizioni caute, si tolse la maglia per poi prendergli le mani e mettersele sulla vita nuda.
Derek si lasciava fare sempre in quello stato incerto, uno stato dove voleva lasciarsi andare, ma non era sicuro di poterlo fare.
Stiles non se la stava prendendo.
- Lo senti che sono io... - Non era proprio una domanda. Piano piano, mormorandolo di nuovo, si chinò verso di lui avvicinandosi. Le mani sulle sue braccia passarono ai pettorali, leggere sulla pelle calda.
Si avvicinò al suo viso con una calma insopportabile, una lentezza inesorabile. Si trovarono a trattenere i respiri mentre la distanza si abbreviava sempre più.
Poi, sempre guardandosi negli occhi, senza mai staccarsene, sulle sue labbra schiuse in attesa di quel bacio, Stiles mormorò.
- Sai che sono io... - Derek più che confuso od influenzato, volle crederci e volle fidarsi. La voglia che aveva di lui era inaudita, ma più di questo, il desiderio che Stiles ci fosse, che in quel corpo ci fosse ancora il suo Stiles, era la cosa più grande mai provata.
Alla fine cedette alla lotta, socchiuse gli occhi mentre apriva le labbra e poco prima che si incrociassero alle sue nella stessa posa, solo con la testa piegata dall'altra parte, tirò fuori la lingua.
Leccò quelle di Stiles che fece altrettanto venendogli incontro, poco prima che le labbra si unissero loro erano già insieme a mescolarsi finendo in un mondo completamente diverso da quello, un mondo dove andava tutto bene.
Le bocche fuse in un'unica entità, i sapori si confusero e le mani di uno sul corpo dell'altro a provocare brividi di piacere.
Quelle di Stiles scesero alla vita a slacciargli i bottoni dei jeans e quelle di Derek esitarono un istante sulla sua vita, risalì sulla schiena e l'accarezzò fino a raggiungere la sua nuca, gli prese i capelli e lo separò da sé con la forza, strattonando.
Per un momento Stiles pensò che lo credesse il nogitsune e si fermò, le palpitazioni aumentarono vertiginosamente fin quasi a scoppiargli nel petto, il fiato sospeso, il sangue raggelato.
Derek lo guardò con supponenza facendosi serafico, tirava la testa di Stiles all'indietro, ma le loro labbra aperte ancora si sfioravano. Si guardarono negli occhi senza dire nulla, poi Derek mormorò duro.
- Ho giurato a Stiles che l'avrei aiutato e salvato. Ed ora giuro alla nogitsune che sta lì dentro e che sicuramente sente ed aspetta il momento giusto per farsi avanti... giuro che l'ammazzerò e libererò Stiles. E che se mi sta ingannando, sarà l'ultima cosa che fa. - Ovviamente questo eccitò molto Stiles e Derek lo sentì, questo giocò a suo favore perchè quel tipo d'eccitazione in una situazione tanto pericolosa e tesa, sarebbe stata solo da lui.
Infatti gli lasciò i capelli e lasciò che gli succhiasse il labbro inferiore che gli diede, lo lasciò fare sentendo il fortissimo desiderio che aveva acceso in lui con quel gesto.
Adesso sembrava stare meglio, come se si sentisse più al sicuro.
Soddisfatto del risultato ottenuto, ma sempre con la testa all'erta a quel che poteva succedere, continuò quel gioco di labbra mentre le mani scesero giù infilandosi sotto i pantaloni non molto stretti di Stiles, gli afferrarono i glutei e strinse con fare possessivo. Stiles mugolò aderendo la bocca alla sua dopo avergliela succhiata, infine fece fare una fine simile alla propria mano che si infilò dentro ai pantaloni di Derek. Gli carezzò l'erezione fino a prendergliela in mano e tirargliela fuori, si eccitò subito, aveva una tale voglia di lui ed era da giorni che rinunciava perchè Stiles non stava bene. Non che ora invece fosse a posto, ma se quello era il suo modo per dirgli che era lui, poteva andare anche bene.
Comunque voleva metterlo alla prova per vedere fin dove poteva spingersi chiunque lui fosse.
Era certo che avrebbe dovuto sentire la nogitsune nel caso in cui fosse stata lì al posto di Stiles. Derek ne era assolutamente certo. Per questo si fidò delle proprie percezioni e dopo essersi abbondantemente eccitato, si alzò in piedi portandosi Stiles che avvolse le gambe intorno alla sua vita e le braccia intorno al suo collo.
Il bacio tornò ad essere pieno e passionale, sembrò quasi che dovessero divorarsi.
Quando raggiunse il letto, lo adagiò sopra e strattonò con pochi complimenti i suoi pantaloni mentre lo vedeva fare un sorrisino divertito, l'istante successivo era seduto e gli stava facendo la stessa cosa.
Quando gli si stese sopra, in poco tempo sembrò come una lotta per la supremazia e mano a mano che andavano avanti, il fuoco divampava sempre di più facendo perdere ad entrambi il controllo di qualcosa che era molto più bello di quel che avessero previsto.
Derek aveva pensato di poterla gestire in ogni caso, pur lui fosse sicuro delle proprie capacità di percezione, però mano a mano che andava avanti la cosa gli sfuggiva sempre più di mano.
Quello Stiles così acceso ed intraprendente lo stava facendo impazzire.
In un secondo momento si ritrovò steso sotto, Stiles gli stava sopra e gli teneva le mani ferme sopra la testa, la sua bocca continuava a divorarlo prima le labbra, poi l'orecchio che leccò e succhiò. Stessa cosa fece sul collo che morse con la consapevolezza di non fargli nulla.
Derek eccitato, provava sempre più piacere. Specie quando lo sentiva strofinarglisi addosso in quel modo, le loro erezioni ormai giocavano fra di loro sempre più dure, delineandosi mentre il calore cresceva espandendosi in ogni altra parte di loro.
Quando arrivò alla testa, ogni ragionamento divenne di troppo e Derek prima di girarlo e metterlo sotto di sé, se lo vide sparire giù. Nel percorso mordicchiava, succhiava, baciava e leccava. Tutta la sua pelle, ogni sua parte.
Si fermò sull'inguine che tormentò prima intorno e poi l'erezione eccitata, lo fece con una tale esperienza che un po' lo stupì, ma in breve si trovò a spingere nella sua bocca, premendo le spalle e la testa contro il letto, gli occhi chiusi, l'aria abbandonata al piacere.
Quant'era bello poterlo fare?
La sua bocca addosso, la sua lingua che lo bruciava.
Quando lo sentì scendere giù ed alzargli le gambe, sgranò gli occhi dalla sorpresa.
Questo era decisamente troppo, infatti tornò a prendergli i capelli e a strattonare per fermarlo, gli occhi da lupo, l'aria pronta ad azzannare, cosa che con Stiles non avrebbe comunque mai fatto.
- Non sei Stiles! - Questi non si sorprese, si succhiò la bocca e si affrettò a rispondere.
- Solo perchè voglio fare una cosa che forse non potrò più fare? - A questo Derek allentò la presa e Stiles continuò senza esitazione, sapendo perfettamente cosa dire. - Potrebbe essere l'ultima volta che sono in me, potrebbe venire da un momento all'altro. Potrei non essere mai più io. Devo avere tutto come se fosse l'ultima volta. E questo... Dio, Derek... questo non me lo puoi far perdere... - Gli parve ragionevole, specie mentre le mani continuavano a carezzarlo sotto le cosce.
Così lo lasciò ancora poco convinto.
Il dubbio venne soffocato dal piacere quando la sua bocca tornò nella sua apertura ad occuparsi di lui quasi con esperienza.
Lo leccò e si sostituì con le dita che lo penetrarono lentamente, facendolo godere come l'altra volta.
Adesso era diverso, lo faceva per prenderselo definitivamente, ma dalla sua c'era la consapevolezza che non gli avrebbe mai fatto male.
Così si impegnò e giocò con quella parte di lui finchè tornò al suo viso, lo leccò sulla guancia per poi farlo sulle labbra aperte, Derek gli andò davanti.
- Pensi di fare qualcosa anche tu o devo fare tutto io? - Disse provocante e malizioso. A Derek la proposta piacque, lo rovesciò sotto di sé finendo dall'altra parte del letto, ora aveva Stiles a braccia alte sopra la testa e un'aria totalmente beata mentre il viso di Derek spariva fra le sue gambe e ricambiava tutto.
Era già eccitato, ma crebbe ancora di più nella sua bocca, mentre lo strofinava anche con la mano.
Stiles spingeva col bacino e tirava il lenzuolo gemendo, quanto era bello quello che stava provando, non aveva paragoni con niente altro.
Derek lo sentì molto partecipe e riconobbe in quello il suo Stiles.
Quando si alzò a baciarlo, gli alzò le gambe per prenderselo, ma Stiles non si lasciò distrarre e con una luce accesa nello sguardo quasi animalesco, una luce molto calda che demolì Derek, lo fermò.
- Credi che quello mi bastasse? Voglio farlo fino in fondo.. voglio vedere cosa si prova. Devi farmelo fare... - Che glielo chiedesse giocò a suo favore, ma fu ancora meglio quando Stiles lo spinse e lo fece rotolare sotto di sé sparendo prima sul suo collo, poi sul suo petto e poi di nuovo in basso. Rifece tutto fino a che si alzò, gli spinse in alto le gambe e con un colpo troppo esperto e possente per lui, entrò fluido.
Sembrava sapesse cosa faceva o sembrava avere una buona teoria, come se avesse studiato molto.
Derek non capiva bene, era confuso ed al momento il livello ormonale in circolo era troppo alto per poter pensare.
Uno Stiles così intraprendente non era tanto anormale, lui era curioso e aveva sempre avuto quella di provare tutto, era in fissa col sesso da quando lo conosceva, non era strano che lo volesse fare così. Specie se pensava di sparire da un momento all'altro.
Quel pensiero lo turbò, non poteva essere un'ultima volta, non poteva.
Sentì le sue spinte farsi profonde e decise, il ritmo aumentò e tutto vorticò in lui strappandolo da realtà e ragionamento.
Si lasciò totalmente andare mentre lo teneva per la vita e l'attirava a sé aiutandolo nei movimenti e nell'andatura, in modo da essere più sincroni. Per quanto fosse anche per lui la prima volta che con quei ruoli, si trovò sconvolto nel constatare quanto bello fosse anche quello.
Per lui era diverso, le prime volte da passivo facevano male a tutti, ma non a dei lupi che avevano tutt'altra soglia del dolore.
Per Derek fu piacevole da subito ed in breve sentì un fortissimo desiderio sconvolgente di averne di più, così tanto che con uno scatto ribaltò le posizioni di nuovo, lo stese sotto di sé e gli si sedette sopra a cavalcioni riprendendo l'atto in un modo che gli permetteva di controllare meglio.
Si piegò in avanti appoggiandosi con le mani, rimase dritto e continuò a muoversi su di lui spingendo da solo, andando sempre più a fondo. La testa all'indietro, la schiena inarcata, gli occhi chiusi, la bocca aperta a gemere e volerne di più, tanto di più che si schiacciava sull'erezione dell'altro perchè lo doveva avere più in dentro.
Stiles gli andava incontro spingendo col bacino e Derek faceva altrettanto muovendosi sinuoso e veloce su di lui, continuò in quel crescendo totale fino a che l'esplosione avvenne in entrambi, quasi nello stesso momento.
Il liquido caldo scivolò sia fuori che dentro dandogli un'ulteriore strana sensazione d'appartenenza uno all'altro. Comunque sarebbe stata una delle volte indimenticabili.
Derek, stremato e sconvolto dalle sensazioni provate, si accasciò sul letto tirandosi sopra Stiles, voleva rimanere sveglio, ma la tensione altissima di quei giorni crollò tutta d'un colpo in quel momento.
Per stare attento a Stiles e a quel che gli stava capitando, non aveva mai dormito, come se non bastasse aveva passato l'ultima notte in giro a cercarlo come un dannato. La stanchezza si fece sentire inevitabile, crollò senza forza mentre il sonno lo avvolse dolce quasi come le braccia e le labbra di Stiles.
Quella fu l'ultima cosa che sentì prima di addormentarsi.

Quando si svegliò, Stiles non c'era e nemmeno i suoi vestiti.
La morsa che provò dentro di sé fu atroce e fortissima, ma per conservazione personale non si disse che tutta quella volta con lui era stata una menzogna. Non arrivò a crederci sul serio.
Preferì pensare testardamente che quando si era svegliato, dopo aver fatto l'amore con lui ed essersi addormentato, allora era stato la nogitsune, ma non prima.
Per cui se ne era andato dopo.
Doveva sperare che fosse così, anche perchè era certo d'aver sentito solo Stiles, non aveva sentito nulla, nulla. Non poteva essere che non lo percepisse, era impossibile. Era un lupo e lui era il suo ragazzo.

Quando se ne andò alla ricerca di Stiles passò fuori casa due giorni interi, per poi tornare senza risultati. Voleva farsi una doccia e cambiarsi per poi tornare a cercarlo. Non avrebbe smesso fino a che non l'avrebbe trovato. Non era proprio la stanchezza fisica, quanto quella mentale ed interiore.
Aveva promesso a Stiles di salvarlo, ma come poteva se nemmeno sapeva trovarlo?
Perso in queste elucubrazioni che ormai erano diventate una specie di ordine del giorno, notò qualcosa che non aveva visto l'ultima volta che era stato lì.
Alzò il tavolo ancora rovesciato e la vide.
La trasmittente degli Argent apposta per i lupi mannari.
Corrugò la fronte.
Chris era stato lì e gli aveva lasciato uno dei suoi regali?
E con quale scopo?
Che senso aveva lasciargliela lì in un'emergenza simile?
Tutti cercavano Stiles ed erano concentrati su di lui, pensare che potesse perdersi in altre cavolate era assurdo.
Indeciso su cosa credere, non avendo nemmeno idea di cosa pensare, la prese ed andò da lui a chiedere delucidazioni.
Dopo un primo scontro poco civile, constatarono che era stato Stiles e fu lì che Derek dovette arrendersi a tutti i suoi sospetti.
Non aveva osato pensarci, ma a quel punto era chiaro ed evidente.
L'altra volta non l'aveva notata perchè era stato ottenebrato dalla sua presenza, ma Stiles era andato da lui per mettere quella trasmittente, poi se l'era rigirato a piacere.
Derek elaborò alla velocità della luce tutto quanto, irritato dalla presenza di Chris che non gli permetteva di insultare sé stesso, la volpe e l'universo intero.
- E' da due giorni che lo cerco! -
- Trovato niente? -
- No! -
- Nemmeno io... - Dissero i due con ancora l'astio pronto a riemergere. Fra i due c'erano non pochi trascorsi, uno peggio dell'altro. Chris era il fratello di Kate, la sua ex fidanzata psicotica che aveva bruciato tutta la sua famiglia. Oltre a questo era uno dei maggiori esponenti Argent, il più ostico dopo Gerard che gli aveva dato la caccia. Aveva cercato spesso di ucciderlo. Non potevano andare d'accodo, ma al momento c'era una specie di tregua. Chris non cacciava più, però a seconda del bisogno si rendeva disponibile per risolvere certi problemi che minavano la propria stessa stabilità.
- Cosa farai se lo trovi? - Chiese allora Derek mettendo da parte quella notte, capendo che la volpe l'aveva portato lì da Chris per un motivo preciso e che era molto più saggio fare tutto l'opposto di quello che voleva quella volpe psicotica.
- Dipenderà da quale Stiles incontro. - Disse infatti Chris coi suoi occhi freddi, l'aria intransigente.
Derek sapeva com'era fatto, aveva un codice ed anche se si era ammorbidito, in ogni caso sarebbe stato capace di uccidere Stiles. Anche se era lui.
Provò un fortissimo istinto omicida, ma vide che non valeva la pena. Lo sapeva che era fatto così, sapeva che quella sarebbe stata la sua risposta. Per questo era una gara contro di lui, trovare per primo Stiles equivaleva a salvarlo anche da Chris, oltre che da chiunque altro.
Che senso aveva dirgli di tutto a lui?
Lo guardò comunque molto male e minaccioso, mentre caricava le sue armi.
- Che c'è, non sei d'accordo? Tu cosa faresti se lo incontrassi? - Chiese provocatorio il cacciatore.
Il lupo sospirò amaro e scosse il capo girando per la stanza alla ricerca di lucidità e calma.
Si stava per sentire male, stava per realizzare di quella notte, di quella maledetta notte quando si era convinto che quello era Stiles perchè lui era un lupo ed era il suo ragazzo ed avrebbe di certo sentito se quello era una stupida volpe che cercava di fregarlo.
Quanto era stato idiota?
- Ora come ora credo che lo strozzerei a prescindere! - Ruggì lasciandosi andare alla rabbia che stava provando verso quell'essere che aveva osato tanto.
L'aveva anche portato a letto, quale diavolo di senso aveva avuto? Perchè?
Di certo non ne poteva parlare con Chris. Di certo non ne poteva parlare con nessuno.
Magari aveva voluto testare il loro legame, vedere se davvero Derek fosse stato in grado di scoprirlo.
Questo non lo giustificava, si era preso gioco di lui, aveva passato un limite da non passare, aveva calpestato una linea delicata e quella linea distingueva la vita e la morte, per una volpe maledetta come quella.
Derek non aveva mai questioni personali fino a che non toccavano le persone a lui care, ora avevano fatto di peggio. Avevano usato una persona a lui cara per prendersi gioco direttamente di lui e ci erano ampiamente riusciti.
Aveva calato la guardia un istante e gli era scappato.
Stava per andarsene e sfogarsi quando Chris venne attirato da qualcosa di strano che lo fermò.
Fu così che il piano della volpe proseguì nell'esatto modo che aveva progettato.
Chris e Derek si trovarono in breve incatenati insieme nella centrale di polizia sotto l'accusa d'aver avuto affari con uno yakuza.
Chiaramente un piano perfettamente architettato dalla volpe, Chris stava cercando di scoprirlo e sapendo che fra Derek e Stiles c'era un certo rapporto, anche se non conosceva i dettagli e non gli interessavano, gli chiese il suo parere.
- Cosa pensi che voglia da noi Stiles da tenerci qua dentro? - Chiese infatti. Derek, seccato e sempre più infuriato per essere stato doppiamente giocato e non aver ancora potuto sfogare la rabbia di essere stato usato in quel modo, ruggì che non pensava che fosse nemmeno abbastanza intelligente per farlo! Poi vaneggiò sulla questione che non intendeva rimanere lì a farsi rigirare da un diciassettenne posseduto da una volpe.
Chris voleva capirlo, invece, perchè per lui non c'era lo stesso coinvolgimento emotivo di Derek e sapeva che la volpe non faceva niente per caso, sicuramente un motivo per tutto quello c'era. Doveva capirlo.