CAPITOLO LVI:
IL MESSAGGIO

Derek ebbe tempo per riflettere in prigione.
Non era chiaro cosa volesse la volpe precisamente da tutti loro, cosa volesse in generale, ma soprattutto da lui nello specifico.
Aveva avuto l'occasione di ucciderlo molte volte, perchè con Stiles aveva sempre abbassato la guardia, eppure non l'aveva fatto.
Probabilmente si era solo voluta divertire e nel frattempo testare il loro legame.
L'aveva di fatto messo fuori combattimento e come Chris aveva detto, erano esattamente dove e come la volpe voleva, né più né meno.
Quindi significava che li voleva vivi, ma fuori combattimento.
Perchè vivi?
Se li considerava una minaccia tanto da allontanarli da sé, perchè non ucciderli? Aveva avuto molte occasioni e se voleva riusciva a fare tutto.
Forse non è la volpe ad averci lasciati vivere... forse in qualche modo Stiles si è intromesso, forse ci è riuscito. Credo che sappia, che veda, là sotto, quello che succede. Ci devo credere...”
Derek non sapeva per certo a cosa affidarsi, sperava solo che sotto quella psicotica volpe malefica, ci fosse ancora il suo Stiles. Doveva pensare di poterlo salvare, doveva credere di poter fare qualcosa per lui.
In passato si era arreso con tutti, appena aveva capito che qualcuno era compromesso o cattivo, chiunque esso fosse stato per lui prima, aveva sempre puntato ad ucciderlo senza pietà... Kate, Lydia, Jackson, Peter... non importava chi o cosa fosse.
Stiles ovviamente non poteva. Era impensabile fare lo stesso ragionamento con lui.

Quando lo sceriffo riuscì a liberarli perchè 'qualcuno' aveva 'stranamente' fatto sparire le prove che li incriminavano, li radunò nella sua stanza mentre gli ridava i loro effetti personali che consistevano nel telefono per Derek e nelle svariate armi pericolose per Chris.
Davanti a quello che tecnicamente era suo genero, ovvero lo sceriffo Stilinski, Derek riuscì a sentirsi lentamente meglio per il semplice fatto che la nebbia cominciava almeno un pochino a dissiparsi.
In realtà le risposte che gli stava portando, risollevava molti altri dubbi peggiori, ma quelli che toglieva erano importanti.
Lo sceriffo mostrò loro le risonanze di Stiles e quelle di sua moglie Claudia e disse che erano esattamente le stesse, ovviamente era impossibile.
Questo rivelò che Stiles in realtà non aveva la malattia.
Derek perse poco tempo, come sempre pragmatico si puntò su quello che contava davvero, mentre dentro di sé c'era il sollievo più grande mai provato in quell'orribile periodo dove tutto sembrava peggiorare.
Stiles stava fisicamente bene, non aveva mai rischiato di morire.
Chris disse che logicamente la volpe continuava ad ingannare coi suoi trucchi, ma quel che si chiese Derek fu effettivamente più sensato...
- Perchè proprio questo? - Sensato per lui, in quanto si chiedeva perchè diavolo su molti trucchi a disposizione, dovesse far venire un colpo a tutti facendo credere che Stiles avesse una grave malattia e che stesse per morire!
Dannata volpe schizzata, si disse mentre il sollievo si dipingeva sul suo volto.
Lo controllò meglio del previsto riuscendo a puntare i riflettori sulle motivazioni, l'aria interrogativa e non più sollevata, soprattutto continuava a domare la rabbia che provava per quella bestiaccia.
Altra cosa importante.
- Quando ero nell'esercito il mio comandante disse: 'se vuoi sconfiggere un nemico non togliergli il coraggio ma la speranza. -
Chris, capendo cosa intendeva, disse:
- Non sembra un uomo che perde facilmente la speranza. -
- Io no, ma mio figlio potrebbe. - E con questo guardò Derek che a sua volta si perse di nuovo. Tanti interrogativi si affacciavano, la rabbia che bussava, ma quel che non riusciva proprio a soffocare nemmeno con tutte le sue forze, era la preoccupazione che ormai era così evidente da non poterla più mascherare con falsa indifferenza.
A parte un paio di volte era riuscito ad isolarsi e la cosa era andata a suo favore.
Derek si mise nei panni di Stiles, sapeva quanto era stato spaventato, non serviva sentire le parole dello sceriffo per averne conferma. Cosa che comunque continuava a spiegare bene.
- Allora non è solo una lotta per il suo corpo, ma anche per la sua mente, giusto? - Anche solo il suo corpo sarebbe stato sufficiente, ma lottare per la sua mente era ancora più importante, per Derek.
Si sentì preso in causa in prima persona, in qualche modo.
Si trattava di Stiles e suo padre gli stava dicendo quanto spaventato fosse all'idea di avere la malattia di sua madre e di essere in punto di morte. L'idea che lui avesse paura di qualcosa lo imbestialiva, lo paralizzava, lo faceva sentire in mille modi diversi.
Stiles non aveva mai avuto problemi, era sempre stato quello coraggioso ed incosciente che si buttava in ogni cosa per aiutare gli amici.
Quante volte l'aveva fatto con lui?
Ed ora qualcosa lo spaventava al punto che si faceva da parte con uno spirito potente solo perchè pensava di non avere scelta.
Stiles pensa che se la volpe se ne va, poi lui muore. E ne ha paura. Per cui non combatte con accanimento per riprendere il controllo perchè pensa che se poi la volpe lo lascia, lui muore e chiaramente non vuole morire.”
Derek rielaborava velocemente le informazioni mentre comunque ascoltava il loro discorso e rispondeva puntuale e lucidissimo alle loro affermazioni.
- Molte persone sono seriamente ferite. -
- Ed altre sono seriamente morte! - Precisò infatti Derek. Non ci si poteva girare intorno, gli aveva fatto compiere atti davvero brutti che sarebbero pesati molto sulla coscienza di Stiles. A quel punto non sapeva cosa sperare, se Stiles fosse cosciente là sotto o meno, ma in ogni caso quando l'avrebbero salvato e lui sarebbe tornato in sé, avrebbe saputo cosa aveva causato e si sarebbe sentito male, in colpa. Come poteva superare una cosa simile?
Derek pensava razionalmente che quella sarebbe stata una cosa davvero pesante per Stiles.
- Ecco perchè ho bisogno di voi due! - Disse lo sceriffo a Derek e Chris che si guardavano ancora come se fossero rivali. Non che avessero mai fatto pace, in tutto il tempo passato insieme avevano solo approfondito il concetto di quanto diverse fossero le loro mentalità ed intenzioni.
Chris avrebbe ucciso il nogitsune pur provando dispiacere per Stiles, Derek non l'avrebbe mai e poi mai fatto.
- Ho bisogno di persone che abbiano sperimentato questo tipo di cose... - Poteva intendere molte 'cose'... agire contro la propria volontà, senza una vera e propria coscienza, pensando di fare bene ma comunque sempre con sistemi sbagliati... c'erano comunque molte intese in quelle parole e Derek si sentì di nuovo preso in causa.
Era come se gli dicesse 'tu sai cosa significa usare metodi sbagliati per fare quello in cui credi... e poi renderti conto che comunque era sbagliato anche quello! Sai cosa significa vanificare ciò in cui hai creduto per anni!'
Ed era vero.
Derek aveva passato di tutto, con Jennifer si era sentito in colpa perchè aveva dato il via all'attivazione del nemeton e da lì era partito tutto. Dal darach e gli alpha al nogitsune. Se solo non avesse ucciso Paige, se solo non l'avesse lasciata mordere, se solo non si fosse fatto influenzare da Peter, se solo fosse stato più forte e saggio... se solo...
Si riscosse dandogli il suo appoggio, mentre con aria quasi smarrita pensava che tutti avevano delle colpe, tutti avevano fatto cose sbagliate che avevano provocato catastrofi.
Anche Chris, dopotutto.
E comunque per Stiles avrebbe fatto di tutto.
Collaborare con suo padre per lui era strano, ma sperava di riuscire a cavarne se non altro qualcosa di buono!
- Ho bisogno che mi aiutiate a fermarlo. -
- E con fermarlo intendi intrappolarlo! - Disse Chris fissandolo severo negli occhi. Era ovvio che intendesse quello e Derek capì che invece lui pensava ancora che se avesse dovuto, l'avrebbe ucciso.
Lo fissò male per quell'istante, con l'odio che tornava vivido.
Dove era finito il suo cuore?
Alla fine Chris sembrò voler collaborare, ma Derek sapeva che doveva tenerlo d'occhio.

Quando andarono a casa Argent per recuperare dei mezzi che sarebbero potuti essere utili per quel tipo di caccia, oltre che aver chiamato anche Allison per farsi aiutare, cominciarono a tracciare un piano o per lo meno a pensarci e mentre ne parlavano appariva sempre più chiaro quanto sarebbe stato difficile farcela.
La nogitsune aveva in mente qualcosa, giocava a tre mosse avanti, non sapevano cosa volesse davvero ed in ogni caso c'era il dubbio che esistesse davvero il modo per intrappolarlo.
Derek non ne era certo, Chris era sicuro che non si potesse fermare, ma solo uccidere.
Stilinski ci poteva solo sperare.
Capire cosa volesse la volpe era impossibile quanto trovare un sistema per arrivare a lui ed imprigionarlo, ma fu peggio quando Derek realizzò che era inutile andare in giro a cercarlo annusandolo.
L'avevano già fatto e li aveva portati tutti ad un incidente di massa. Era esattamente quello che voleva la volpe.
Almeno una delle cose che voleva.
- E quindi aspettiamo che sia lui a trovarci? - Provò Allison per nulla convinta. Derek troncò anche quel pensiero ragionando per priorità e sempre con lucidità.
- Non possiamo. Non se gli oni lo troveranno dopo il tramonto! - Naturalmente la sua testa era settata per 'troviamo Stiles, salviamo Stiles, evitiamo che qualcosa lo ferisca e solo dopo proviamo ad imprigionarlo ed eventualmente a liberarlo!'
Quella degli altri non comprendeva necessariamente le prime parti.
- Stiamo tutti cercando di essere più furbi della volpe! - Concluse Chris dopo un paio di altri scambi che non avevano portato a nulla.
Non potevano andare a cercarlo come idioti, non potevano permettersi di essere trovati. Cosa si poteva fare?
Derek, insofferente, chiuse gli occhi abbassando il capo, sospirando nervoso. Doveva rimanere calmo e concentrato.
A quel punto lo sceriffo tornò a prendere la parola mentre la tensione in generale si alzava perchè sembravano non esistere possibilità:
- Sentite. Se qualcuno vuole tirarsi indietro lo capisco. - Perchè era pericoloso ed impossibile. Ogni idea veniva scartata ed in ogni caso ancora non sapevano come aiutare Stiles, né se un modo c'era. Trovarsi faccia a faccia con il nogitsune era la cosa più pericolosa e lo sceriffo stava chiedendo loro di trovare Stiles e non ucciderlo.
Una missione praticamente impossibile da ogni lato che la si guardasse.
Ovviamente il primo a rispondere fu l'unico che non ebbe bisogno di pensarci.
- Non sarò certo il primo lupo che scappa da una volpe! - Disse con disprezzo verso quella che fra sé e sé chiamava 'la maledetta volpe'.
Odiosa creatura che aveva osato toccargli Stiles.
Stiles!
Come poteva aver preso lui?
Quanti altri ne poteva prendere? Non aveva proprio senso!
Naturalmente nessuno se ne tirò indietro ed Allison fece le coppie di ricerca spedendo Derek e suo padre alla Casa dell'Eco, il manicomio dove Stiles era stato per quel giorno di coscienza. Lei con lo sceriffo sarebbero andati a scuola.

Una volta di nuovo soli, mentre scendevano in ascensore per andare alla Casa dell'Eco, Chris chiese se gli servisse qualcosa di Stiles da annusare per trovarlo.
- Non mi serve. - Chris corrugò la fronte sorpreso.
- Credevo che per trovare qualcuno vi servisse annusare il loro odore! - Derek annuì impaziente. Stare con lui non era la fine del mondo, ma almeno poteva controllarlo, infatti prima di uscire lo vide prendere una delle sue famose armi e con velenoso sarcasmo alla Stiles, gli aveva chiesto se si assicurava di avere qualche letale arma per sicurezza.
Chris non aveva risposto.
Sapevano di essere in disaccordo su quel punto e per Derek era davvero importante assicurarsi di tirare fuori Stiles vivo.
Per ciò non si sarebbe staccato da lui un secondo.
- Sì è così, ma con lui non mi serve. - Chris era sveglio e piuttosto acuto in generale, anzi. Si poteva dire che fosse uno dei migliori a capire le cose, perchè tante ne sapeva. Ma quella era la prima volta che la sentiva.
Infatti lo guardò interrogativo, mentre l'ascensore scendeva, senza proprio arrivarci. Derek sospirò seccato tagliando corto.
- Ho già una cosa sua! -
Non disse che la indossava e che era una delle sue magliette che si era tenuto una delle tante volte in cui si era lavato e cambiato a casa di Stiles.
Chris non sindacò e decise saggiamente di farsi gli affari propri.
Stiles aveva anche magliette meno strette soprattutto ora che si era sviluppato. Il suo torace si era allargato così come le sue spalle. Adesso era più facile trovare vestiti suoi che gli andassero bene. Ovviamente non più di magliette.
Derek si chiuse a sua volta nel solito silenzio mentre ripensava a quel che stava cercando di fare.
Trovarlo. E poi?
Imprigionarlo. E poi?
Salvarlo.
Era possibile?
L'incertezza gravava sulle sue spalle, ma non si sarebbe fermato in ogni caso. Avrebbe comunque tentato anche sapendo l'esito.
Glielo aveva promesso.
Gli aveva promesso che l'avrebbe salvato.

Allison chiamò quasi subito Chris per dirgli di andare da Stiles che era nella sua camera, spiegò delle videocamere che si attivavano di notte che lo sceriffo aveva fatto installare per vedere cosa faceva nei periodi di sonnambulismo.
Derek impallidì realizzandolo e fortunatamente controllò il suo rossore nell'immaginare il viso dello sceriffo mentre li vedeva a letto insieme.
Spero vivamente che non fossero attive in quei momenti...” Di fatto da quando Stiles aveva avuto problemi seri di incubi e sonnambulismo, loro non erano stati insieme, era tornato da poco. Forse si era salvato.
Magari quell'idiota lo sapeva e faceva sparire i nastri in tempo, no?”
Sperò vivamente che fosse così perchè altrimenti non sarebbe riuscito più a guardare lo sceriffo in faccia.
Quello che non avevano fatto in quella camera non aveva nome, ma era vero che ultimamente era stata poca cosa.
Ecco perchè Stiles preferiva casa mia, ultimamente!”
Con questo un po' si tranquillizzò.
Che voglia di torturarlo!”
Questo un po' lo tirò su.

Nella sua camera si sentì strano, ogni volta che ci metteva piede si sentiva sempre intimo nei suoi riguardi. Intimo in un qualche modo.
Come se fosse la sua stessa camera, la sua stessa casa.
C'era odore di loro.
Si sentì a disagio, ma lo domò bene, poi guardarono la scacchiera che la volpe aveva tirato fuori sulla scrivania con i biglietti per ogni pedone.
Stilinski spiegò che Stiles aveva usato la scacchiera per illustrargli la loro situazione assegnando ad ognuno un pedone, però Derek, che sapeva di quell'assurda scacchiera e si era già precedentemente visto nei panni del cavallo, si sorprese nel vedersi cambiato ed ovviamente, turbato, chiese perchè lui fosse il re.
Provò a ragionare da solo mentre lo sceriffo diceva che il re era al momento molto ben protetto e che li aveva tutti intorno, poi non lo tirò molto su facendogli notare che gli bastava una mossa per andare in scacco matto.
Mentre loro ragionavano dicendo che probabilmente la volpe voleva che andassero tutti nel loft di Derek per qualche motivo, lui si sentiva inquieto, strano.
Come se non fosse tutta lì la spiegazione.
Ebbe la netta impressione che lì ci fosse di più, molto di più.
Memorizzò bene la scacchiera, ma si concentrò su di sé.
Conosceva gli scacchi anche se non bene quanto Stiles che li adorava.
Sapeva che la regina era la pedina più forte di tutte, ma lì nessuno vi era indicato sulla regina.
Il re era quella più importante, invece. Quella che tutti proteggono, quella che bisognava uccidere per vincere la partita.
I peli gli si drizzarono, mentre aveva quel pensiero guidando verso casa propria a rotta di collo, dopo aver fatto una specie di piano di battaglia con gli altri.
La volpe voleva solo divertirsi e lo faceva mettendo il caos in giro, per cui era sicuramente tutto un enorme inganno.
Dovevano provare quanto meno a sorprendere la nogitsune litigando fra loro.
Forse non sarebbe stato tanto difficile viste le divergenze d'opinione su cosa fare con Stiles.
Se io sono il re ed al re, in quella scacchiera, gli mancava una mossa per andare in scacco matto e morire, significa che sono più in pericolo di tutti, ma non posso fare a meno di pensare... visto che il re negli scacchi è l'obiettivo ultimo per vincere una partita... e se in qualche modo la maledetta volpe punta a me? Se comunque il suo scopo è proprio uccidermi? Certo che le morti, per lei, sono un effetto collaterale e che in realtà vuole solo il caos, il dolore e la lotta, però quella scacchiera parla chiaro!”
Però c'era ancora qualcosa. C'era ancora qualcosa da considerare, qualcosa che gli sfuggiva.
Solo dopo, Peter, sarebbe riuscito ad indirizzarlo dicendogli che gli scacchi non erano il gioco di una volpe giapponese -che usava il go-, ma che invece erano il gioco di Stiles.
Tradotto: non era la volpe che voleva dare un messaggio a loro, ma Stiles. Quello era davvero un suo messaggio.


La volpe, ferma nella stanza di Stiles, si era guardata intorno per un bel po' prima di svanire.
Aveva guardato la vita del suo piccolo Stiles chiedendosi cosa fosse stato prima di lei.
Si sentiva una specie di salvatore, lo vedeva annoiato.
Non lo era, si sentiva vivo, il piccolo Stiles. Trovava sempre mille cose da fare, mille pericoli in cui mettersi.
Però era diverso da quello che gli stava dando lei.
Ora lui sapeva cosa significava vivere a pieno, sul serio.
Gli stava dando del vero divertimento. Dal suo punto di vista era così.
'Cosa ti piace?'
Chiese a Stiles sapendo che lui vedeva tutto quello che faceva.
Era cosciente di ogni cosa, sentiva ogni sensazione. Come ad esempio quando aveva fatto sesso con Derek. Gli era piaciuto, ma era stato molto geloso al tempo stesso.
La volpe continuò a guardare la sua stanza.
Il computer, i libri, i vestiti alla rinfusa... si soffermò su un paio di pantaloni di tuta che non sembravano recenti.
Lo sentì emozionarsi fin quasi a piangere e si sedette nel letto prendendoli in mano, li annusò e gli lasciò vivere quella sensazione devastante ed incredibile.
Stiles era perdutamente innamorato di Derek, l'amava davvero.
Lo sentiva vivo, davvero vivo, solo quando si avvicinava a lui in qualche modo.
Per questo l'aveva tenuto a distanza debita tutto quel tempo.
Lo sentiva fremere, il suo cuore batteva, gli tornava la voglia combattiva.
Se minacciava di fargli qualcosa lo sentiva scalpitare, mordere, ribellarsi.
Doveva ricordargli brutalmente che senza di lui sarebbe morto.
Anche se ora era cambiato qualcosa, perchè aveva sentito suo padre dire che in realtà non era malato ed ora stare nella sua camera, con i pantaloni della tuta che condivideva con Derek, era oltremodo scatenante.
Un po' era incuriosita, la volpe.
Quanto poteva essere forte il loro legame?
Aveva fatto sesso con lui apposta per capire, ma non era riuscito a riprendere possesso di sé, per cui era sicura che non potesse riuscirci.
Solo che sentirlo fremere dentro di sé per quelle cose che lo riguardavano, stranivano la volpe.
Tanto non ti servirà a niente!”
Poi trovò l'equivalente del go, gli scacchi, e lì vi si buttò.
L'aprì e guardò le pedine alla rinfusa ognuna con un biglietto ed un nome sopra.
Come si gioca? Credo sia un po' simile al go...”
La volpe giapponese stava in effetti giocando al go, nella sua vita reale. Era curioso di capire che corrispondenza ci poteva essere con gli scacchi, visto che piacevano tanto al piccolo dolce Stiles.
Così lo ascoltò mentre gli spiegava sia il gioco che la questione dei nomi.
Perchè alcuni hanno dei nomi?”
Chiese la volpe.
Perchè ho spiegato a mio padre la collocazione dei miei amici in questo modo...”
Disse Stiles mentre, posizionandole come erano, faceva i nomi nuovi che nella prima versione non c'erano aggiornandola al momento presente.
Quella volta avevo messo Derek e Peter come cavalli perchè sono delle pedine molto forti. Sono una spanna sopra gli altri...”
E i gemelli? Cosa sono?”
I gemelli sono come Scott, alfieri. Scott è un alpha, dovrebbe essere un cavallo, ma nella parte nera, quella dei lupi, non ce ne sono altri...”
Andò avanti a spiegare la sua teoria del perchè uno era l'altro, poi, nel fiume dei loro discorsi, mentre Stiles aveva possesso delle mani in quel raro momento, cambiò Derek da cavallo a re.
Perchè l'aggiorni così?”
Chiese la volpe.
Perchè Derek non è più un alpha, per cui è meno potente di prima, non può restare un cavallo. Ma resta una pedina molto importante. Secondo me è la più importante. In un modo o nell'altro riesce sempre ad essere lui il centro di tutto o la causa o il risolutore finale!”
Sembrava una cosa ragionevole e sensata. A suo modo lo era, ma la volpe pensò d'aver letto altro e lo disse ridendo.
Lo è per te! Tu lo ami, per te è il più importante a prescindere!”
Stiles accettò le sue parole e non commentò.
Fagli capire che devono trovarsi tutti da lui, allora!”
Stiles guardò la scacchiera, ci pensò brevemente e sistemò varie pedine intorno a Derek a proteggerlo.
Con questo lo capiranno?”
Stiles disse di sì e non aggiunse altro.
Naturalmente sperava anche che Derek capisse il suo personale messaggio diretto proprio a lui.