CAPITOLO LVII:
SPERANZA



Ritrovarsi faccia a faccia uno con l'altro fu strano, questa volta Derek era consapevole di chi aveva davanti, ma non poté che provare della felicità nel vederlo ancora vivo e vegeto. Niente di razionale. Quella arrivò poi.
Secondo il loro piano dovevano litigare fra loro e confondere nonché distrarre la volpe per poi provare a neutralizzarlo. Non era facile, ma era la sola cosa possibile.
Derek si attenne al piano, provò ad andargli contro, venne subito neutralizzato con un'enorme forza pazzesca da parte della volpe.
Vedere Stiles abbatterlo in quel modo, con quella forza, era strano. Lo fece sentire impotente. Non aveva la minima possibilità di riuscirci, ma cosa poteva fare?
Cosa poteva tentare se non quello?
Lui aveva solo sé stesso...
Mentre Stiles lo scaraventava via in due semplici mosse, si sentì colpito più in profondità da lui.
Era lì?
Stava sentendo?
Stiles stava sentendo il proprio corpo che lo colpiva?
Non poteva non farsi quelle domande.
Quando a terra sentì la pistola speciale di Chris caricarsi, alzò di scatto la testa e vedendolo affilò lo sguardo.
Dapprima preoccupato sapendo che rumore fosse, poi ferocemente contrariato.
Ora Chris avrebbe cercato di fare quello a cui si preparava da tutta la giornata.
Uccidere Stiles.
Dispiacere o meno, lì ora c'era solo la nogitsune.
La voglia di Derek passò dal voler tramortire la volpe al voler uccidere Chris per assicurarsi che non osasse più fare una cosa simile.
Ovviamente non ci fu tempo per nulla, perchè arrivarono gli oni che cacciavano la volpe ed in un istante essa rivelò le proprie intenzioni.
Voleva solo che lo proteggessero e combattessero al suo posto perchè fondamentalmente era solo e senza un esercito e gli oni erano tanti.
Naturalmente Derek e suo padre non ci pensarono un istante, nemmeno Allison di fatto aveva dei grossi dubbi.
Bisognava innanzitutto evitare che Stiles morisse, chiunque al momento comandasse, e solo poi lo si poteva salvare.
Certo morto non sarebbe servito.
Chris esitò. Lasciare gli oni fare il loro lavoro non era una brutta idea. Derek lo sentì e tornò a provare un forte istinto omicida, mentre combatteva contro gli oni senza darsi tregua un istante. Non una sola esitazione. Non c'era da star lì a pensare. C'era solo da agire.
Proteggere Stiles.
A prescindere da tutto, si trattava di quello.

Quando ad un certo punto gli oni si fermarono e svanirono come richiamati dal padrone, anche Stiles lo fece. La volpe si dissolse come niente senza lasciare traccia di sé, senza guardare nessuno di loro, senza esitare, senza dire una sola parola.
Dalla lotta al nulla.
Loro non gli servivano più.

Poco dopo arrivò Scott con la storia della volpe, spiegò a tutti le cose che aveva saputo riguardo la nogitsune, poi in breve ognuno se ne andò per conto proprio a recuperare le forze e cambiarsi.
La stanchezza era pressante, Derek si sentiva logoro dentro e fuori, non ce la faceva più. Gli sembrava di combattere contro il vento stesso. Era come un nemico invisibile, così forte da essere inconsistente. Non gli sembrava una lotta pari. Non si era mai sentito così.
Sotto la doccia pensò a questo.
Come ci si poteva sentire tanto impotenti davanti alla persona che amavi in pericolo?
Cosa poteva fare con Stiles, il suo Stiles, preso da uno spirito oscuro?
Come lo salvava?
Eppure lo farò. Lo farò ad ogni costo. Giuro.”
Era come il suo mantra, l'unico modo per andare avanti, per non fermarsi e darsi per vinto. Quella promessa fatta a lui. Piuttosto sarebbe morto, ma non se ne sarebbe mai tirato indietro.

Le belle parole di incitamento non lo facevano sentire meno perso ed uscito dalla doccia, si vestì, prese la maglia della tuta di Stiles e se la tenne fra le mani per un po' mentre ripensava a lui per l'ennesima volta.
La mente volò alla sua camera. La volpe li aveva attirati lì per dargli un messaggio, trovarsi da Derek. Poteva usare un sistema meno arzigogolato e contorto. Poteva dirglielo in mille modi. Aveva usato proprio la camera di Stiles ed il suo gioco.
Derek sapeva che non poteva essere un caso, non poteva lasciar perdere la cosa.
Convinto che dovesse concentrarsi sugli scacchi, andò a casa sua.
Era ancora vuota, lo sceriffo non era tornato.
Saltò direttamente in camera chiedendosi se i sensori della videocamere si sarebbero attivati.
Dovrò fare a pezzi quella maledetta roba!”
Pensò guardandosi bene dal pensare invece la cosa più logica, ovvero spiegare che stava con Stiles ed era per questo che stava tanto lì dentro.
Si riscosse dall'ormai quasi ossessivo ed imbarazzante pensiero di cosa potesse aver visto di loro in quelle registrazioni, per tornare alla scacchiera. La memorizzò bene, pezzo per pezzo, dove ogni pedone era messo, poi chiuse tutto e se la prese. Sotto braccio, si diresse alla finestra e lì si fermò guardando i pantaloni della tuta aggrovigliati sul letto.
Li aveva presi in mano, li aveva stretti.
Deve esserci un messaggio di Stiles da qualche parte!”
La conferma gliela diede Peter a casa quando mellifluo disse che non stava cercando un messaggio nascosto da parte di una volpe giapponese, perchè gli scacchi erano il gioco di Stiles.
Quello fu come un'illuminazione.
Allora era questo che non gli quadrava, questo che sentiva.
Rimise le pedine al loro posto mentre ignorava l'invito di Peter a curarsi la ferita aperta che non guariva subito perchè causata dalle spade oni.
Lì c'era davvero un messaggio di Stiles, si disse con l'ansia ed il bisogno di capirlo.
Se prima era un dubbio ossessivo, ora era un'urgenza.
Doveva capire il messaggio.
Doveva assolutamente.

Era vicino a scoprirlo, quando la mosca, parte del nogitsune, entrò nella ferita aperta di Derek e lo influenzò riesumando intenzioni recondite e sentimenti mai completamente assopiti.
Derek ce l'aveva sempre avuta con Chris e gli Argent. Ovviamente non c'era da stupirsene se non andavano d'accordo ogni volta.
Però la volpe stimolò ed ingigantì in special modo il fastidio che Derek aveva per Chris che osava tentare di uccidere Stiles.
Fu così che seguendo l'influenza della volpe, andò da lui e cercò di ucciderlo dando fondo ad ogni più nascosto desiderio.
Aveva sempre pensato che sarebbe stato giusto fargli patire quel che lui aveva patito per colpa della sua famiglia psicolabile.
Avevano bruciato tutti i suoi cari e lui era sopravvissuto al tragico evento.
Per cui, liberando ogni più sinistro e pericoloso istinto di Derek, tentò di bruciare Chris. Lo ricoprì di benzina e l'idea era quella di aspettare l'arrivo di Allison per farle vedere suo padre che bruciava. Però Chris abituato ad essere legato, si liberò e lo contrastò con maestria. Avrebbe avuto l'occasione di ucciderlo, ma davvero non era più quel Chris ed era stufo da tempo di quella vita. Erano rimasti in città per volontà di Allison di proteggere i loro amici, ma se non fosse stato per lei se ne sarebbe andato da tempo.
Non l'uccise per una frazione di secondo.
Quando Derek si riprese, Chris gli disse che l'aveva aiutato perchè non erano più nemici. Era vero. Però era anche vero che Chris in caccia uccideva qualunque pericolo, con Stiles cercava di fare così, come in passato in situazioni simili aveva già fatto.
Per cui non aveva ucciso Derek per centesimi di secondo, perchè si era fermato da solo proprio quando Chris stava per premere il grilletto.

Tornando verso casa, Derek ci aveva pensato.
Di nuovo la volpe li aveva spinti a farsi fuori a vicenda, in una situazione che sarebbe dovuta finire con loro che si uccidevano l'un l'altro.
La volpe li voleva chiaramente fuori dai giochi e voleva si facessero fuori fra di loro, togliendo a lei l'onere di doverlo fare.
Anche perchè così era molto più divertente.

Salendo in auto, si rese conto d'avere il telefono spento, quando lo accese fu sommerso da chiamate mancate di Scott e da suoi sms.
Quando lesse si sentì addirittura mancare.
La vista gli tremò brevemente, convinto che fosse un sogno respirò a fondo per calmarsi, aveva imparato bene.
'Stiles è uscito dalla nogitsune, ora ci sono due col suo aspetto, uno è il nostro Stiles, uno è la volpe.' Visto che non rispondeva, gli aveva scritto. Certo scrivergli una parte sola di tutto quello che era successo serviva a poco, in quel momento infatti a Derek venne una gran voglia di uccidere Scott e queste informazioni a metà. Ovviamente si limitò a chiamarlo con l'ansia che gli impediva anche di partire.
Si era dannato l'esistenza per riuscire a fare qualcosa per lui ed ora veniva fuori una cosa del genere senza che lui avesse dato un minimo contributo!
Com'era possibile?
La voce di Scott rispose subito, ma non lo lasciò parlare perchè ruggì immediatamente seccato:
- Cosa diavolo significa che ci sono due Stiles, uno è il nostro e l'altro è la volpe? -
Scott lo interruppe seccato.
- E tu dove diavolo eri finito, si può sapere? Ti cerco da un sacco di tempo! Avevamo bisogno di te! - Scott era effettivamente arrabbiato e Derek si sentì anche miracolosamente in colpa, ma durò poco perchè aveva più bisogno di sapere le cose davvero importanti.
- Davvero ne vuoi parlare ora? Dimmi che diavolo è successo, dannazione! - Come se fosse in torto Scott in qualche modo.
Suo malgrado gli raccontò velocemente l'accaduto.
- Mia madre lo ha subito visitato e fisicamente sta bene anche se è molto spossato, si è fatto marchiare dagli oni per vedere se il nogitsune era davvero andato via e ha passato il test. Ora sta dormendo da me... - A questo Derek accese la macchina e sgommò verso casa di Scott senza rispondergli circa quello che era successo a lui.
Scott gli aveva anche detto che ora la volpe era in giro con le sembianze di Stiles ed aveva rapito Lydia, che non era stato in grado di trovare. Ma ovviamente la cosa su cui aveva totalmente puntato i riflettori Derek era Stiles.
In qualche modo era tornato e niente altro contava.
Quando arrivò da Scott, questi era lì in soggiorno, in un'altra poltrona, a sorvegliarlo mentre sembrava coordinarsi con Allison per la questione di Lydia.
Sbatté la porta d'ingresso così forte da far tremare tutti i vetri del piano terra, Scott trasalì mentre perso nel viso del suo amico, aspettava si svegliasse. Lo guardò e prima di dire mezza parola, si fece da parte.
Derek lo ignorò totalmente e si precipitò da lui, si inginocchiò per terra e si ritrovò a trattenere il fiato come fosse in apnea. Solo nel prendergli le mani e portarsele alla bocca, si rilassò impercettibilmente e l'ossigeno tornò.
La sensazione era fisica, era lui davvero, lo stava toccando sul serio.
Chiuse gli occhi sospirando di sollievo, liberando tutte le emozioni che l'avevano tenuto su in una tensione stiracchiata. Sembrava sempre sul punto di esplodere, invece era riuscito a resistere cercando di essere utile.
Alla fine l'aveva risolto qualcun altro. Anche se non la si poteva dire davvero risolta.
- Sono su di sopra, ti lascio solo... - Disse Scott capendo che era il caso di lasciar perdere le domande. Solo Stiles poteva osare fargliene mille nel momento più sbagliato.
Derek non fece cenno d'averlo sentito, rimase perso nel suo viso, lo scrutava preoccupato ed attento. Non gli importava dell'espressione ansiosa che stava facendo, non gli importava che gli stava tenendo le mani sulle labbra in modo imbarazzante, non gli importava che stava carezzando la sua fronte con una tale dolcezza da poter sconvolgere chiunque.
La sensazione che stava provando non aveva eguali.
Dopo la paura di non poter far nulla per lui, di non avere capacità, forze e possibilità per aiutarlo, poterlo invece toccare ancora era un sogno.
Non lo svegliò, era l'effetto dello scrutamento degli oni.
Però è tanto freddo... per quanto normale sia, noi ci siamo svegliati prima e non eravamo così gelidi...” Pensò preoccupato mano a mano che apprensivo lo carezzava sul viso.
Poi percepì il dolore che il suo corpo stava provando e lo assorbì a tratti cercando di aiutarlo.
- Cosa ti succede? - Chiese piano mentre l'ansia si trasformava in angoscia.
Chiaramente non era ancora finito, qualunque cosa significasse quella separazione, non potevano gioirne troppo fino a che la maledetta volpe sarebbe stata in giro.
Stiles non si svegliò, ma lui rimase a vegliarlo per quasi tutto il tempo, preoccupato, angosciato, mentre lo carezzava e gli toglieva il dolore cercando di scaldarlo come poteva.
Non sembravano esserci miglioramenti, lui continuava a dormire in quello stato di semi incoscienza ed ormai c'era solo la consapevolezza che non fosse positivo, che qualcosa stesse per succedere e che sarebbe anche peggiorato.
- Il dottore ha azzardato l'ipotesi che tanto più il suo doppio malvagio si rafforzerà, tanto lui si indebolirà. Per cui non starà fisicamente bene fino a che l'altro non sparirà. -
Derek si voltò alla voce di Scott che flebile gli stava spiegando quel che poi erano solo idee. Idee per nulla certe e provabili.
- E se si sbaglia? - Chiese secco ed astioso. Scott si fermò mentre lui si voltava mantenendo la mano di Stiles nella propria. Sembrava intenzionato a rimanergli incollato per sempre. - Se invece lui sente quello che sente quell'altro, come succede ai gemelli? - Scott realizzò che quell'ipotesi era altrettanto plausibile, ma decisamente peggio.
Corrugò la fronte e si sedette di nuovo nella poltrona guardando in basso, perso, mentre capiva quanto grave fosse.
- Se... se uccidendo l'altro, uccidiamo anche lui, vuoi dire? -
- C'è il rovescio della medaglia, la soluzione diventerebbe solo una. Uccidere Stiles per uccidere la volpe... - diceva 'volpe' sempre con disprezzo. Scott mancò il respiro, non ci poteva pensare, per lui era inconcepibile quello scenario. Doveva pensare che non fosse così, doveva pensare che i due non fossero collegati in quel modo, doveva pensare che una soluzione ci fosse sempre.
Era il motto di Stiles.
- Una soluzione c'è sempre, anche se non la vediamo... - Mormorò Scott pensandolo. Derek capì che lo citava e si voltò a guardare il suo ragazzo ancora in uno stato sofferente. Come voleva poter fare qualcosa per lui...
- La verità è che non ne sappiamo nulla e le cose peggiorano di minuto in minuto! Ci serve una soluzione che non siamo in grado di avere... non so nemmeno dove sia Lydia e come trovarla, non so... -
Scott spiegò dell'intuizione di Stiles, una delle tante, di quando si era ricordato che alla casa dell'eco c'era una ragazza sensitiva che poteva aiutarli, ora erano tutti alla ricerca di questa persona e vivevano solo di speranze.
Derek sospirò ascoltando l'elenco dei problemi ed il modo in cui si stavano muovendo.
Alla fine le idee le dava sempre lui, appena poteva.
Era importante per loro, era importante per tutti ma soprattutto per lui.
Tornò a baciargli la mano ignorando la presenza di uno Scott che ormai non si stupiva di nulla.
- La volpe si nutre di caos, lotta e dolore, per cui è questo che cerca di portare. È questo che cercherà in qualche modo di fare... - Disse cercando di ragionare razionalmente. Doveva tornare ad essere utile, come aveva fatto fino a quel momento.
Scott lo guardò senza capire.
- Ma come... -
- Ha preso Lydia per attirarci tutti da lui, questo non porterà a niente di pacifico! -
- Ma lui non ha un esercito, lui è solo! Anche se è forte... lui è solo! -
Derek si fermò scuotendo il capo, non aveva nemmeno lui idea di che cosa volesse, ripensava alla scacchiera di Stiles, chissà sa alla fine un messaggio per lui c'era stato, chissà se lo sapeva.
- Sa che non possiamo ucciderlo, sa che non rischieremo di uccidere Stiles. -
Scott concordò.
- Tiene il coltello dal manico. - Su questo c'erano pochi dubbi.
Stavano ancora cercando di arrivarci, quando il telefono di Derek ricevette un sms.
Era uno dei gemelli che gli chiedeva un laconico aiuto e gli diceva di andare alla riserva di Beacon Hills...
Derek sospirò seccato. L'avevano preso per il loro alpha, ora?
- Che si arrangino e vadano a quel paese! Ho Stiles! - Ringhiò seccato attirando l'attenzione di Scott. Derek scosse il capo. Ne aveva anche lui molte a cui pensare perchè cercava anche Lydia, al contempo, mentre si preoccupava di Stiles.
- Ci sono quelle calamità naturali... -
- I gemelli? - Chiese immaginando che potesse parlare in quel modo solo di loro.
- Sì... sembra abbiano bisogno di aiuto! - Scott ovviamente non ebbe il minimo dubbio. Beh, nemmeno Derek.
- Devi andare a vedere! Sto io qua finchè non si sveglia, tanto finchè non trovano la sensitiva non possiamo fare nulla, è la sola speranza per trovare Lydia, non abbiamo altro con cui muoverci! -
Derek l'ascoltava con metà cervello, l'altro malediceva i gemelli e si rifiutava di staccarsi da Stiles.
Voleva incollare le loro mani, ma ovviamente il suo lato maturo sapeva cosa andava fatto e sapeva che Scott aveva ragione.
- Ci andrei io se... - Derek scosse il capo.
- Preferirei mille volte stare qua, ma tu sei il centro smistamento notizie... devi essere il coordinatore, non puoi fare le braccia! - Con questo lasciò un bacio sulla fronte di Stiles, ancora incosciente, e si alzò andando alla porta, una volta lì si fermò e guardò Scott con un'aria molto seria e determinata.
- Scrivimi quando si sveglia e se ci sono novità in generale. - Scott annuì e Derek andò ad aiutare i gemelli.
Cosa che lo tenne occupato molto più di quel che avrebbe pensato, sperava di risolvere in breve e tornare da Stiles, ma in coscienza non poteva lasciare quelle pesti in un tale pericolo.
Quando li recuperò e vide che erano stati colpiti da proiettili da cacciatore, avvelenati con l'aconito, non ebbe scelta che coinvolgere Chris. Per eliminare il veleno di quei proiettili ne servivano altri uguali e li possedeva solo lui.
Così lo chiamò anche per farsi aiutare a portare via i gemelli dal bosco e dal fuoco incrociato. Decisamente non poteva coinvolgere Scott, doveva concentrarsi solo su Stiles.


Scott gli aveva detto che Stiles si era svegliato poco dopo che se ne era andato, cosa che fece anche con Stiles.
- Guarda, se lo chiami... - Stiles però aveva negato subito.
- Ha cose più importanti, non distrarlo... - Così si era limitato a dirgli questo e che forse avevano una pista per Lydia tramite la sensitiva che avevano trovato a scuola e che stavano andando a recuperare.
Non gli disse che Stiles stava sempre peggio, non poteva. Avrebbe mollato tutto per venire da lui e Stiles si sarebbe arrabbiato, aveva ragione nel dire che bisognava fare le cose che andavano fatte, ma Scott era sempre più preoccupato per il suo amico.
Cosa gli stava succedendo?
Cosa doveva pensare?
Stava male e si vedeva.
Stava morendo?
Lo sentiva... più stava con lui e più lo sentiva.
Concentrarsi su Meredith, la sensitiva, recuperarla e cercare di farla parlare con Lydia tramite le sue capacità, li aveva distratti ed aiutati ad andare avanti senza fermarsi e guardarsi indietro.
Stiles aveva una voglia matta di rivedere Derek, ma sapeva che non era il momento.
C'era Lydia, ora c'era solo lei.
La doveva trovare a tutti i costi, non poteva permettere che un'amica così importante finisse male per colpa sua, in qualche modo la sentiva su di sé la colpa.

Eppure ci fu un momento in tutto questo, mentre si organizzavano e si coordinavano tutti per recuperare Lydia che ora sapevano dov'era.
- Io chiamo Kira, Isaac chiama Allison e tu Stiles chiama Derek... - Disse Scott come fosse normale. Era così che avevano sempre fatto, fu pura abitudine.
A Scott non venne proprio in mente che i due non si parlavano da prima che Stiles venisse preso dalla volpe, per cui erano giorni.
Stiles si bloccò come in un ferma immagine, qualcuno aveva schiacciato il tasto 'pausa' e la sua faccia era nel panico, mentre realizzava che stava per risentire la sua voce in quel modo così disinvolto, come niente fosse, come non avessero mai finito.
Per un istante dimenticò tutto, il pericolo, i guai, il proprio dolore lancinante.
Per un momento riuscì anche a sentire caldo. I due ragazzi andarono in un'altra stanza lasciandolo lì da solo.
Non fare lo scemo e chiamalo! Che problemi ci sono? Volevi tanto parlare ancora con lui, ecco qua!”
Ovviamente si rispose subito dopo, mentre componeva il suo numero ed aspettava rispondesse.
E' diverso... volevo vederlo come si deve, abbracciarlo, dirgli... “ Non finì il proprio pensiero che la sua voce arrivò a tramortirlo interiormente, per un momento smise di respirare e perse la capacità di parola. Si dimenticò come si mettevano in fila le parole.
Dio, quante cose aveva da dirgli in quel momento. Tutte insieme. E nemmeno una ne usciva.
- Stiles, sei tu? È il tuo numero! - Tuonò pressante Derek, il bisogno di sentire la sua voce era chiaro, uscì tutto insieme e per entrambi fu strano parlarsi ancora, sentirsi.
- Sì... ehi... ciao... - Quasi che fosse una chiamata di cortesia e non una richiesta di aiuto.
Anche Derek si perse allo stesso modo.
Era al suo loft con i gemelli che stavano soffrendo come fossero stati spediti al macello, pieni di veleno all'aconito. E lui si perdeva in Stiles, nella sua voce che era così bello risentire.
- Come stai? - Si calmò subito e si dimenticò di avere fra le mani la vita dei gemelli.
- Bene... sono vivo, è positivo! - Come sempre l'ironia gli venne spontanea e questo tranquillizzò Derek. Se l'avesse avuto davanti avrebbe saputo quanto male in realtà stava, ma a quella risposta volle credere.
- Spero che tu ci rimanga! - Disse brusco. Anche quello era tipico suo. Quello in effetti era il loro modo normale di parlarsi, era una conversazione carica d'affetto, per i loro canoni.
Piaceva ad entrambi, gli diede energia, un'insolita energia. Se riuscivano ancora a parlarsi come sempre, forse le cose sarebbero potute tornare come prima. Forse c'erano delle speranze. Crederci era l'unica strada.
- L'obiettivo è quello... - Rispose infatti Stiles. Dopo di questo furono rispettivamente chiamati ai doveri e Stiles spiegò che stavano andando a recuperare Lydia nel campo di Oak Creek.
- Io sono coi gemelli, se non li salvo muoiono, non posso proprio mollarli. Appena risolvo questa grana vengo da voi! - Stiles si stranì per un momento sentendogli dire una cosa simile con tanta disinvoltura, come se fosse una seccatura e non una cosa importante da fare. A quel punto scoppiò anche a ridere. Derek pensò che stesse meglio di quel che pensasse e si sentì rinascere definitivamente. Se aveva la conferma che stava bene poteva fare le sue cose con più serenità.
Oltretutto era un sogno sentirlo ancora ridere.
- Certo che aiutare qualcuno a non morire è proprio una seccatura! - Rispose sarcastico. Musica per le orecchie di Derek. Di solito l'odiava, ma aveva imparato ad amarlo da Stiles... da quando aveva creduto di doverne fare a meno per sempre.
Non poteva nascondere quanto tutto quello lo stesse facendo sentire rinato, dopo che andando via da Chris aveva perso definitivamente ogni speranza capendo quanto fosse oltre le loro possibilità.
Non sapevano ancora come abbattere la volpe, ma l'aver ritrovato Stiles per lui era stata una manna dal cielo.
- Se finite prima di me, fammi sapere come va! - Ovviamente sperava di avere tempo per rivederlo, sperava di scaricare quei seccatori dei gemelli, sperava di poter stringere uno Stiles caldo e cosciente.
- Sbrigati! - Disse Stiles.
- Stai attento. - Disse Derek.
Stiles non gli aveva detto tutto, ovvero quanto male stesse, quanto si sentisse morire ogni istante, quanto freddo avesse.
Derek forse lo sapeva da solo, forse poteva aggrapparsi alla speranza che stesse davvero meglio, ma Stiles voleva che facesse quel che doveva fare concentrato ed al pieno delle sue capacità, doveva essere pronto a tutto e per questo non poteva essere distratto. Per questo fargli credere di stare bene era la mossa più intelligente.
Tutto per aiutarlo ad uscirne vivo.

Tanto lo so che stai male, cosa credi? Ma se hai la forza di farmi credere che stai bene, non deve essere poi così brutto, no?”
Si disse Derek dopo aver concluso la chiamata con Stiles, non si rispose poiché Chris venne chiamato da Allison e tutto fu come se precipitasse.
Derek non aveva sensazioni, le aveva avute ogni tanto su Stiles ma perchè avevano un legame particolare.
Ma vedere Chris così agitato quando di solito manteneva sempre una sorprendente ed utile freddezza, lo fece pensare.
Anzi, per un momento lo spaventò.
Che stia per succedere qualcosa davvero?”
Si disse spaesato mentre gli diceva di andare da loro e che ai gemelli ci avrebbe pensato lui.
Eppure quanto gli bruciava farli andare soli, far fare questa cosa pericolosa a Stiles e non essere lì per proteggerlo. Quanto...
Salva questi qui e vai da loro! Sbrigati e vai da Stiles!”
Si disse mentre preparava il necessario con quello che gli aveva portato Chris.
Del resto non aveva scelta, non li poteva lasciare morire.
Questo era Derek.